Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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formulate nel modo seguente: "Sono la presidentessa del segretariato generale delle Donne Musulmane. Ciò è vero, ma la maggior parte della gente pensa che io aderisca politicamente agli ideali politici del partito Wafd, e ciò non è vero. Ciò a cui credo e aderisco, sono i principi difesi dai Fratelli Musulmani. I miei legami con Mustafa Nahhass sono dinanzi ad Allah un giuramento di alleanza in favore di Hasan Al-Banna. Tuttavia, non ho ancora compiuto nemmeno un passo in questa direzione per meritare tale onore. Ma penso che lo farò un giorno, posso anzi dirti che lo sogno e che spero che quel giorno giunga presto. Quel giorno, se gli interessi personali e le attività economiche saranno in contraddizione con le mie attività militanti, e la mia vita coniugale diverrà un ostacolo dinanzi alla lotta per l'Islâm e alla realizzazione dello stato islamico, quel giorno le nostre strade si divideranno". Quel giorno, tu abbassasti la testa, poi la rialzasti e dicesti con le lacrime agli occhi: "Io ti chiedo quali siano le esigenze materiali, poiché tu non mi chiedi né dote, né avanzi altre rivendicazioni in virtù del nostro matrimonio, e tutto ciò che chiedi è di non ostacolarti nel seguire il cammino di Allah. Non so se hai dei legami con Hasan Al-Banna, tutto ciò che sapevo era che aveste una disputa a causa della sua richiesta di fusione dell'associazione delle Donne Musulmane in seno all'associazione dei Fratelli Musulmani". Ti risposi: "Per grazia di Allah, ci eravamo messi d'accordo durante la prova subita dai Fratelli Musulmani nel 1948, prima dell'assassinio di Hasan Al- Banna. Avevo anche deciso di escludere dalla mia vita ogni idea di matrimonio, per consacrarmi interamente alla causa dell'Islam. Oggi, non posso chiederti di condividere la mia lotta. Ma ho perfettamente il diritto di chiederti di non ostacolarmi nel perseguire il cammino di Allah; e nel giorno in cui gli avvenimenti mi porranno in prima linea, non chiedermi cosa starò facendo, e che la fiducia tra noi resti totale, tra un uomo che vuole sposarsi e una donna che a 18 anni ha dedicato la sua intera esistenza alla lotta e alla resurrezione dello stato islamico. Allora, se gli interessi della vita coniugale e quelli della lotta si opporranno, il matrimonio dovrà imperativamente terminare e cedere il posto al sacro impegno"." Poi mi fermai un attimo e gli chiesi: "Te ne ricordi?". Rispose di sì. Gli dissi allora: "Oggi ti chiedo di mantenere la parola e di rispettare il tuo impegno. Non mi chiedere chi vedo, e possa Allah considerare la mia lotta come la nostra opera comune, votata al Suo culto. So che tu hai il diritto di chiedermi, ed io ho il dovere di obbedirti, ma Allah è più Grande di tutti noi e il Suo Messaggio ci è più caro di noi stessi. Attualmente, la nostra lotta attraversa una prova molto difficile". Mio marito rispose: "Che Allah mi perdoni, e che ti aiuti a meritare la Sua grazia e i Suoi favori. Spero di poter vivere a lungo per poter vedere coi miei occhi la causa dei Fratelli Musulmani trionfare, e lo stato islamico risorgere. Ah, se fossi ancora giovane per partecipare alla vostra lotta!" Le attività dei Fratelli Musulmani si moltiplicarono e si estesero. Giovani musulmani affluivano a casa mia in gran numero giorno e notte, il pio sposo sentiva battere alla porta in piena notte, si svegliava e andava ad aprire ai visitatori per farli entrare e accoglierli nel mio ufficio. Poi, andava a svegliare la cameriera per chiederle di preparare da mangiare e da bere per gli ospiti. Veniva poi a svegliarmi con tenerezza dicendomi: "Qualcuno dei tuoi figli ti aspetta in ufficio, e sembrano spossati". Mi vestivo e andavo ad accoglierli. Da 30
parte sua, tornava a letto dicendo: "Se fate la preghiera del Fajr (l'Alba) non esitate a svegliarmi per pregare con voi, se non vi dispiace". Ed io rispondevo: "InshaAllah". Quando giungeva l'ora della preghiera, lo svegliavo come previsto, e una volta compiuta la preghiera, si occupava dei suoi impegni tenendoci a salutare prima i miei ospiti in un modo colmo d'affetto, di tenerezza e di amore fraterno. IL CONTRATTO CON L'IMÂM MARTIRE SAYYED QOTB (che Allah abbia misericordia di lui!) Nel 1962, incontrai le sorelle dell'Imâm e grande combattente, il martire Sayyed Qotb (che Allah abbia misericordia di lui), in accordo col fratello AbdulFattah Isma'il e col consenso dell'Imâm Hasan al-Hudaybi, e ciò al fine di stabilire un contatto con l'Imâm Sayyed Qotb (allora in prigione), per avere la sua opinione su alcune delle nostre ricerche e approfittare dei suoi consigli e delle sue raccomandazioni. Pregai allora Hamidah Qotb di trasmettere a suo fratello Sayed i nostri più cari saluti e di informarlo del desiderio della confraternita di studiare un metodo d'azione islamica e di ricevere i suoi consigli e le sue raccomandazioni. Gli trasmisi allora una lista con i titoli delle diverse opere che studiavamo: il "Tafsîr" (Commento del Sublime Corano) di Ibn Kathîr, "Al-Mahalâ" di Ibn Hazm, "La Madre" ("Il Riferimento") dell'Imâm ash-Shafi'i, i libri di Ibn 'AbdulWahhâb e "All'Ombra del Corano" di Sayyed Qotb. Poco tempo dopo, Hamidah tornò dalla prigione dove suo fratello era detenuto e ci raccomandò di intraprendere lo studio della Sûrah "Al-An'âm" ("Il Bestiame", n° VI) e mi consegnò alcuni opuscoli. Mi disse che si trattava di un libro che suo fratello si accingeva a far pubblicare. Portava il titolo di "Ma'alim fi-t-Tarîq" ("Segni di pista"). Qotb l'aveva scritto in prigione, e sua sorella mi disse: "Quando avrete finito di studiare questi fogli, ve ne porterò degli altri". Nel frattempo, appresi che la guida generale, Hasan Al-Hudaybi, aveva già letto tutto il libro, e autorizzato Sayyed Qotb a pubblicarlo. E quando gli chiesi un'opinione in proposito, mi rispose: "Andate avanti". Dopo la lettura di questo libro, tutte le mie speranze erano ormai riposte in Sayyed Qotb, pregando che Allah lo proteggesse. Lo lessi e rilessi più volte. Sayyed Qotb era la speranza della causa. La guida generale mi consegnò poi l'insieme delle bozze del libro, erano in suo possesso perché potesse autorizzarne la pubblicazione. Mi chiusi in una delle stanze della casa della guida finché terminai di leggere "Segni di Pista". Riprendemmo poi i nostri studi e le nostre ricerche, sotto forma di bollettini che inviavamo regolarmente ai giovani militanti dei Fratelli Musulmani per studiarli e dibatterne nel quadro dei loro gruppi allargati. Le idee concordavano, così come le intenzioni, e non notavamo alcuna differenza tra il nostro programma di studi e le raccomandazioni e i saggi che ci pervenivano da Sayyed Qotb. Passammo così dei positivi momenti di riflessione, studiando 31
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parte sua, tornava a letto dicendo: "Se fate la preghiera del Fajr (l'Alba) non<br />
esitate a svegliarmi per pregare con voi, se non vi dispiace". Ed io rispondevo:<br />
"InshaAllah".<br />
Quando giungeva l'ora <strong>della</strong> preghiera, lo svegliavo come previsto, e una volta<br />
compiuta la preghiera, si occupava dei suoi impegni tenendoci a salutare<br />
prima i miei ospiti in un modo colmo d'affetto, di tenerezza e di amore<br />
fraterno.<br />
IL CONTRATTO CON L'IMÂM<br />
MARTIRE SAYYED QOTB<br />
(che Allah abbia misericordia di lui!)<br />
Nel 1962, incontrai le sorelle dell'Imâm e grande combattente, il martire<br />
Sayyed Qotb (che Allah abbia misericordia di lui), in accordo col fratello<br />
AbdulFattah Isma'il e col consenso dell'Imâm Hasan al-Hudaybi, e ciò al fine<br />
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Pregai allora Hamidah Qotb di trasmettere a suo fratello Sayed i nostri più<br />
cari saluti e di informarlo del desiderio <strong>della</strong> confraternita di studiare un<br />
metodo d'azione islamica e di ricevere i suoi consigli e le sue raccomandazioni.<br />
Gli trasmisi allora una lista con i titoli delle diverse opere che studiavamo: il<br />
"Tafsîr" (Commento del Sublime Corano) di Ibn Kathîr, "Al-Mahalâ" di Ibn<br />
Hazm, "La Madre" ("Il Riferimento") dell'Imâm ash-Shafi'i, i libri di Ibn<br />
'AbdulWahhâb e "All'Ombra del Corano" di Sayyed Qotb. Poco tempo dopo,<br />
Hamidah tornò dalla prigione dove suo fratello era detenuto e ci raccomandò<br />
di intraprendere lo studio <strong>della</strong> Sûrah "Al-An'âm" ("Il Bestiame", n° VI) e mi<br />
consegnò alcuni opuscoli. Mi disse che si trattava di un libro che suo fratello si<br />
accingeva a far pubblicare. Portava il titolo di "Ma'alim fi-t-Tarîq" ("Segni di<br />
pista"). Qotb l'aveva scritto in prigione, e sua sorella mi disse: "Quando avrete<br />
finito di studiare questi fogli, ve ne porterò degli altri".<br />
Nel frattempo, appresi che la guida generale, Hasan Al-Hudaybi, aveva già<br />
letto tutto il libro, e autorizzato Sayyed Qotb a pubblicarlo. E quando gli chiesi<br />
un'opinione in proposito, mi rispose: "Andate avanti". Dopo la lettura di<br />
questo libro, tutte le mie speranze erano ormai riposte in Sayyed Qotb,<br />
pregando che Allah lo proteggesse.<br />
Lo lessi e rilessi più volte. Sayyed Qotb era la speranza <strong>della</strong> causa. La guida<br />
generale mi consegnò poi l'insieme delle bozze del libro, erano in suo possesso<br />
perché potesse autorizzarne la pubblicazione. Mi chiusi in una delle stanze<br />
<strong>della</strong> casa <strong>della</strong> guida finché ter<strong>min</strong>ai di leggere "Segni di Pista".<br />
Riprendemmo poi i nostri studi e le nostre ricerche, sotto forma di bollettini<br />
che inviavamo regolarmente ai giovani militanti dei Fratelli Musulmani per<br />
studiarli e dibatterne nel quadro dei loro gruppi allargati. Le idee<br />
concordavano, così come le intenzioni, e non notavamo alcuna differenza tra il<br />
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