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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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dell'associazione delle Donne Musulmane. Mi disse allora: "È ormai<br />

assolutamente necessario che lei non risparmi alcuno sforzo in questo senso, e<br />

tutto ciò che farà e porterà, lo consideri come un servizio per la causa<br />

dell'Islâm". Poi aggiunse: "Gli unici servitori dell'Islâm sono questi sventurati<br />

Fratelli Musulmani, che si stanno facendo torturare e massacrare<br />

ingiustamente. Non speriamo se non in Allah, e nella loro fedeltà, abnegazione<br />

e devozione. Oh Zaynab, faccia tutto ciò di cui si sente capace".<br />

Seguii il suo consiglio, e feci tutto il possibile, dispiegando tutti i miei sforzi,<br />

senza che nessuno si rendesse conto di ciò che stavo facendo. I miei contatti<br />

erano in effetti limitati ad uno o due individui, ai quali consegnavo tutto ciò<br />

che potevo come se si trattasse semplicemente di oggetti che avevo ricevuto il<br />

compito di dare loro, e non di doni da me provenienti.<br />

Poi venni a sapere che la grande militante, la sposa dell'Imâm Al-Hudaybi,<br />

dispiegava uno sforzo considerevole in compagnia di qualche dama pia, tra le<br />

Sorelle Musulmane, come la combattente Amal Ashmaui, moglie del<br />

cancelliere Munir Dallah (che assicurava in più la direzione delle Sorelle<br />

Musulmane), Khalida Hasan Al-Hudaybi, A<strong>min</strong>ah Qotb, Hamidah Qotb,<br />

Fathia Bakr, A<strong>min</strong>ah Gawhari, Aliyah Al-Hudaybi e Tahiyyah Sukayman<br />

Gubauli.<br />

I miei contatti si allargarono poco a poco ad altre militanti come Khalida,<br />

Hamidah e A<strong>min</strong>ah Qotb. Tutto ciò per lenire le sofferenze dei detenuti, degli<br />

orfani e delle loro famiglie.<br />

SULLA VIA CON<br />

ABDULFATTAH ISMA'IL<br />

Il mio primo incontro con AbdulFattah Isma'il ebbe luogo nel 1957, durante la<br />

stagione del pellegrinaggio a Makkah. Mi trovavo nel porto di Suez, alla testa<br />

<strong>della</strong> delegazione di pellegrine delle Donne Musulmane. Mio fratello,<br />

Muhammad Al-Ghazali Al-Jabîlî era venuto a salutarmi. Intravvidi allora<br />

AbdulFattah Isma'il in compagnia di un individuo ornato di santità, che si<br />

copriva il viso per non guardare attorno a sé. Mio fratello me lo presentò<br />

allora dicendo: "Ti presento il fratello AbdulFattah Isma'il; Hasan Al-Banna<br />

aveva fatto di lui il suo benamato. La guida, Hasan Al-Banna, lo amava molto<br />

e aveva in lui una fiducia incondizionata. Mi aveva chiesto di presentarvi,<br />

perché tu potessi fare la sua conoscenza".<br />

Il fratello AbdulFattah Isma'il mi salutò allora, dicendo: "Sarò, inshaAllah, con<br />

voi sul battello". Lo salutai e se ne andò. Salimmo a bordo, e la nave co<strong>min</strong>ciò<br />

ad allontanarsi dalla costa. Mi occupai quindi degli affari <strong>della</strong> delegazione<br />

delle Donne Musulmane. Dopo pranzo, andai in cabina per riposarmi un po',<br />

ma quasi subito sentii qualcuno bussare alla <strong>mia</strong> porta. Gli dissi di entrare, ma<br />

la persona che bussava si allontanò un po', e solo quando sentì la <strong>mia</strong> terza<br />

autorizzazione ad entrare, entrò, ed era l'uomo che mi aveva presentato mio<br />

fratello sulla banchina del porto di Suez. Mi salutò a testa bassa, e mi disse:<br />

"So molto bene che lei ha stretto alleanza in favore dell'Imâm martire Hasan<br />

Al-Banna, dopo lunghe divergenze". Lo interrogai su quali fossero le sue fonti,<br />

e mi rispose che si trattava dello stesso Imâm martire Hasan Al-Banna. Allora<br />

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