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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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che lo incaricai di trasmettere all'Imâm Hasan Al-Banna, e in cui vi era scritto:<br />

"All'Imâm Hasan Al-Banna. Zaynab Al-Ghazali Al-Jabîlî si presenta a te<br />

sprovvista di tutto, al di fuori <strong>della</strong> sua sottomissione ad Allah e <strong>della</strong> sua<br />

dedizione alla Sua causa. Oggi, tu sei la sola persona capace di vendere questa<br />

nazione al prezzo soddisfacente per amore dell'Onnipotente. Nell'attesa di tue<br />

istruzioni, permettimi, mio Imâm, di pormi interamente a tua disposizione…".<br />

Mio fratello tornò per fissarmi un appuntamento urgente alla sede dei Giovani<br />

Musulmani. Le cose dovevano svolgersi come se si trattasse di una pura<br />

coincidenza. Da parte <strong>mia</strong>, non mi mancavano gli argomenti per giustificare la<br />

<strong>mia</strong> presenza nella sede, dato che dovevo tenervi una conferenza. Laggiù,<br />

incontrai l'Imâm Al-Banna, e gli dissi mentre salivamo le scale: "Testimonio<br />

dinanzi ad Allah di stringere alleanza e di operare sotto la tua direzione per la<br />

rinascita di uno Stato islamico, e di dedicarvi il mio corpo e la <strong>mia</strong> anima, così<br />

come la reputazione delle Donne Musulmane". Egli rispose (per iscritto):<br />

"Accetto il tuo giuramento di alleanza, e le Donne Musulmane conserveranno<br />

per il momento il loro statuto".<br />

Poi ci separammo, mettendoci d'accordo che il legame tra noi due sarebbe<br />

stato assicurato tramite la casa di mio fratello.<br />

Il primo messaggio che ricevetti dall'Imâm consisteva in una missione di<br />

mediazione tra Nahass e i Fratelli Musulmani. Rifât Mustafa Pasha Nahass<br />

non era al potere a quell'epoca e designò il defunto A<strong>min</strong> Khalil per porre fine<br />

al malinteso che esisteva tra loro, l'imâm Al-Banna e lui.<br />

Nahass da una parte e l'imâm Al-Banna dall'altra, entrambi accettarono il<br />

compromesso ed io fui il mezzo di questa riconciliazione.<br />

Una sera del febbraio 1949, A<strong>min</strong> Khalil giunse a casa <strong>mia</strong> per dirmi: "Bisogna<br />

adottare delle misure urgenti perché l'Imâm Al-Banna lasci la città del Cairo,<br />

poiché gli assassini si stanno preparando ad ucciderlo". Quel giorno, non<br />

trovai alcun mezzo per raggiungere l'Imâm direttamente e immediatamente,<br />

poiché mio fratello, nel frattempo, era stato arrestato. Cercai di contattare<br />

l'Imâm personalmente, ma prima di poterlo fare mi giunse la notizia<br />

dell'attentato che aveva subito e del suo trasferimento all'ospedale, poi seppi<br />

che egli aveva reso l'ultimo respiro, cadendo martire per la causa dell'Islâm.<br />

Il mio dolore fu enorme e la <strong>mia</strong> collera senza limiti, non cercavo neanche di<br />

nasconderla.<br />

Un governo di coalizione salì poi al potere, promulgando un decreto di<br />

dissoluzione dell'associazione delle Donne Musulmane. Ma feci appello contro<br />

tale decisione dinanzi al Tribunale, che rese giudizio a nostro favore, sotto la<br />

direzione di Husayn Sarry Pasha (1950).<br />

L'avvocato <strong>della</strong> difesa fu AbdulFattah Hasan Pasha. Poco tempo dopo, il<br />

governo del partito Wafd tornò al potere, e i Fratelli Musulmani poterono<br />

riprendere le loro attività come in passato, con Hasan Al-Hudaybi come guida<br />

generale.<br />

Il primo giorno di riapertura del segretariato generale dei Fratelli Musulmani,<br />

volli esprimere la <strong>mia</strong> alleanza alla causa in maniera indiretta, finché la<br />

volontà di Allah fosse compiuta. Donai allora i miei migliori mobili (l'intero<br />

salone) per ammobigliare l'ufficio <strong>della</strong> guida.<br />

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