Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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L'Imâm e guida dei Fratelli Musulmani, Hasan al-Banna, stava organizzando<br />
una sezione di sorelle musulmane affiliata all'organizzazione madre (i Fratelli<br />
Musulmani). Dopo un preludio sulla necessità dell'unità nei ranghi dei<br />
musulmani e <strong>della</strong> loro solidarietà, l'Imâm Hasan al-Banna mi aveva pregata<br />
di voler accettare di presiedere e dirigere la sezione delle Sorelle Musulmane.<br />
Ciò significava l'integrazione <strong>della</strong> neonata associazione che era il mio<br />
orgoglio, le Donne Musulmane, in seno al movimento deli Fratelli Musulmani.<br />
Allora gli promisi di discutere <strong>della</strong> cosa e di sottoporla all'opinione<br />
dell'Assemblea Generale delle Donne Musulmane. Quest'ultima rifiutò<br />
l'offerta, ma emise una delibera che esprimeva l'augurio di una collaborazione<br />
totale tra le due organizzazioni.<br />
I contatti e gli incontri tra noi due si moltiplicarono in seguito, malgrado le<br />
nostre divergenze e nonostante la creazione <strong>della</strong> sezione delle Sorelle<br />
Musulmane. Durante il nostro ultimo incontro alla sede delle Sorelle<br />
Musulmane, avevo cercato di calmare un poco la collera di Hasan al-Banna<br />
prendendo l'impegno di fare delle Donne Musulmane una associazione<br />
facente parte di Fratelli Musulmani, pur conservando la sua identità, la sua<br />
ragione sociale e la sua autono<strong>mia</strong>, allo scopo di servire meglio la causa<br />
dell'Islâm. Tuttavia, l'Imâm non voleva che l'integrazione e non era pronto ad<br />
ammettere alcuna alternativa.<br />
Gli avvenimenti si succedettero ad una cadenza infernale, soprattutto durante<br />
l'anno 1948. L'organizzazione dei Fratelli Musulmani fu sciolta e vietata dalle<br />
autorità reali, i suoi beni furono confiscati e i suoi militanti imprigionati a<br />
migliaia. Le Sorelle Musulmane diedero prova di uno sforzo considerevole.<br />
Una di loro era la signora Tahiyyah Al-Jabîlî (<strong>mia</strong> cugina e cognata), che mi<br />
insegnò molte cose.<br />
Fu così che, in particolare, per la prima volta ebbi modo di riconsiderare tutte<br />
le opinioni dell'Imâm Al-Banna e la sua insistenza sulla necessità di fusione<br />
totale delle Donne Musulmane nell'organizzazione dei Fratelli Musulmani.<br />
L'indomani <strong>della</strong> dissoluzione dell'organizzazione dei Fratelli Musulmani, ero<br />
nel mio ufficio nella sede delle Donne Musulmane, lo stesso luogo in cui si era<br />
tenuto il mio ultimo incontro con l'Imâm martire. Mi sedetti e lasciai scorrere<br />
le lacrime. Piangevo per Hasan Al-Banna poiché avevo infine realizzato che<br />
egli aveva ragione. Era davvero l'Imâm di cui avevamo bisogno, meritava di<br />
essere no<strong>min</strong>ato da tutti i Musulmani per guidarli in questa guerra santa e far<br />
ritrovare loro la potenza, la gloria e il loro statuto di "migliore comunità che<br />
l'umanità abbia conosciuto", la nazione che conduce il mondo verso il destino<br />
che Allah ha scelto per esso, conformemente ai comandamenti del Corano e<br />
<strong>della</strong> Sunnah.<br />
Realizzai infine, e tardi, che Hasan Al-Banna era più forte di me e più franco<br />
nella manifestazione <strong>della</strong> verità. Questo coraggio e questa audacia sono<br />
l'abito di cui dovrebbe vestirsi ogni musulmano, Hasan Al-Banna l'aveva<br />
indossato per condividerlo con gli altri.<br />
Poi chiamai il segretario per fargli contattare il fratello AbdurRahman Al-<br />
Banna, affinché facesse pervenire un messaggio orale all'Imâm Al-Banna,<br />
messaggio in cui gli ricordavo l'impegno che avevo assunto durante il nostro<br />
ultimo incontro… quando avevo ricevuto il suo saluto e le sue preghiere.<br />
Convocai mio fratello, Muhammad al-Ghazali Al-Jabîlî, e gli affidai un foglio<br />
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