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Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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Ero convinta che mi stessero portando dinanzi al plotone d'esecuzione (come<br />

mi aveva detto Safwat Rubi mentre mi picchiava), e recitavo il versetto:<br />

Allah ha comprato dai credenti le loro persone e i loro beni (dando) in<br />

cambio il Giardino… (Corano IX. At-Tawba, 111)<br />

Mi ricordai anche <strong>della</strong> poesia che dice:<br />

Poco importa, se sono ucciso come Musulmano,<br />

di riposare su un lato o sull'altro…<br />

o ancora:<br />

Le dissi, mentre piangeva:<br />

Non avere paura di contarmi tra gli eroi…<br />

Poiché se chiedi di restare su questa terra<br />

Anche soltanto un giorno,<br />

Non lo avrai comunque…<br />

Porta pazienza sul cam<strong>min</strong>o <strong>della</strong> morte, porta pazienza…<br />

Avere l'eternità non è possibile…<br />

All'improvviso il furgoncino si fermò e Hamidah si mise a scuotermi.<br />

Aprii gli occhi… Eravamo dinanzi alla prigione fem<strong>min</strong>ile di Al-Qanatir.<br />

UNA NOTTE, LA MIA ANIMA<br />

SUBÌ IL SUPPLIZIO<br />

147<br />

Entrammo nella prigione, e fummo sottoposte ad una perquisizione <strong>min</strong>uziosa<br />

di tutte le nostre cose. Era notte, una donna di nome Inayat ci condusse in una<br />

stanza accanto a quella del direttore <strong>della</strong> prigione. Fummo nuovamente<br />

perquisite <strong>min</strong>uziosamente e ci diedero delle uniformi da prigioniere. La<br />

nostra cella era senza porta. Vi era un letto a due piazze, da una parte era tutto<br />

sfatto, e dall'altra vi era un cuscino.<br />

La camera dava su una sala, in cui vi erano dei dormitori; appresi più tardi che<br />

le loro occupanti erano condannate per delitti penali (furto, prostituzione…).<br />

Co<strong>min</strong>ciava a far notte fonda, sentimmo l'appello alla preghiera dell''Ishâ';<br />

compimmo le abluzioni e pregammo. Poi cercammo di addormentarci;<br />

eravamo molto stanche, ma non riuscivamo lo stesso a prendere sonno. La<br />

notte era buia, e la cella scura…<br />

I dormitori si erano chiusi sulle loro occupanti… La notte fu molto lunga; non<br />

sentivamo che ingiurie, insulti e parolacce, che non facevano altro che ferire<br />

ancor più le nostre anime.<br />

Per distogliercene, tentammo di tenerci occupate con la recitazione di versetti<br />

coranici, pregando Allah (Gloria a Lui, l'Altissimo) di porre fine al nostro<br />

calvario e alla nostra prova.

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