Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
126<br />
Il confronto aveva così fine, su nuove forme di tortura ancora più svariate,<br />
come l'obbligo di restare a lungo in piedi in un luogo umido e scuro con un<br />
piantone dietro la schiena che non smetteva di frustare per terra, ordinando di<br />
non muoversi…<br />
Quando giungevo allo stremo delle forze, e non riuscivo più a rimanere in<br />
piedi, mi prendevo una decina o una ventina di frustate, secondo il buono o il<br />
cattivo umore del rispettabile torturatore… poi tornavo all'ospedale.<br />
Più avanti racconterò di alcune torture che subimmo, perché il lettore sappia<br />
come Nasser e i suoi uo<strong>min</strong>i trattavano i loro cittadini.<br />
1. LA TORTURA<br />
Una notte, mi portarono in un ufficio vicino a quello di Shams Badran. Trovai<br />
laggiù uno dei suoi maledetti uo<strong>min</strong>i, Galal ad-Dîb, che si mise ad<br />
interrogarmi: "Parlami un po', Zaynab, dei tuoi contatti con Khalida Al-<br />
Hudaybi e suo marito Ahmad Thabit… che ruolo avevano<br />
nell'organizzazione?"<br />
Risposi: "I miei contatti con Khalida Al-Hudaybi erano limitati all'aiuto e al<br />
sostegno delle famiglie dei detenuti".<br />
Chiese: "Che genere di sostegno?"<br />
Spiegai: "Un sostegno finanziario e degli aiuti in natura, vestiti, cibo…"<br />
Mi interrogò anche su suo marito, Ahmad Thabit, e quando spiegai che le sue<br />
attività si limitavano alla consegna dei doni che inviavo a Khalida, perché<br />
venissero distribuiti tra le famiglie dei detenuti, non mi credette e mi<br />
consegnò a Safwat. Questi mi fece stare con la faccia contro il muro, e mi<br />
ripeté le stesse domande.<br />
Dopo un'ora circa di interrogatorio, e siccome non avevamo smesso di girare<br />
intorno alla questione, mi <strong>min</strong>acciò di portare i cani e di riprendere la tortura,<br />
ma invano. Arrivò allora Hamza Bassiuni, e Galal ad-Dîb gli chiese di portare i<br />
cani.<br />
Mi portarono in una stanza buia e portarono due cani eccitati. Ci chiusero<br />
dentro per più di due ore. Poi, mi ritrasferirono all'ospedale.<br />
L'indomani, ripresero lo stesso interrogatorio, ed io reiterai le mie<br />
dichiarazioni <strong>della</strong> vigilia. Galal ad-Dîb allora mi lasciò e chiamò Safwat alla<br />
riscossa… questi si gettò su di me e mi picchiò con tale violenza, che dovettero<br />
riportarmi all'ospedale per l'ennesima volta.<br />
2. IL DENARO<br />
Una volta ancora mi portarono nell'ufficio di Shams Badran, che mi disse:<br />
"Abbiamo portato Zîni da Gaza, Hasan e Ma'mun Al-Hudaybi l'hanno<br />
entrambi riconosciuto. Fu lui a portarti del denaro, e se non lo ammetti,<br />
dovremo rico<strong>min</strong>ciare l'interrogatorio da zero! Capisci? In ogni modo, lui ha<br />
confessato tutto!".<br />
Mi portarono in una stanza dove trovai un uomo irriconoscibile, poi mi<br />
riportarono di nuovo nell'ufficio di Shams, che chiese: "Chi è quell'uomo?"