Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress

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02.06.2013 Views

122 Poi Hamza Bassiuni entrò e mi disse: "Allora Zaynab!! Spero che, grazie a Dio, tu abbia ritrovato la ragione, e che tu abbia tenuto conto dei tuoi interessi! Tuo marito è un uomo perbene… Hajj Salim è un mio amico… è un uomo di una pietà e di un'integrità morale senza macchia… Non capisco veramente come tu possa essere caduta nella trappola dei Fratelli Musulmani!... Beh… Hai finito di scrivere?" Gli consegnai allora i fogli che avevo redatto. Poi mi disse: "Su, vieni con me, andiamo da sua Eccellenza", e andammo da sua "Eccellenza", Shams Badran… questi mi disse di sedermi e ordinò per me un succo di limone e una tazza di caffè. Prese i fogli e cominciò a leggere, poco a poco i suoi tratti diventavano tesi, e sentii che stava per esplodere. Delle fiamme sembravano uscire dai suoi occhi, in direzione di Hamza Bassiuni e degli altri, quando disse: "Cosa sono queste sciocchezze?? Su, Safwat, dalle mille colpi di frusta… Questa specie di p… si è presa gioco di noi tutti… Dov'eri Hamza? Dov'eravate tutti voi???" A queste parole, le frustate cominciarono ad abbattersi sul mio corpo. In quanto a lui, gettò i fogli per terra e urlò: "Questa figlia di p… si è presa gioco di noi tutti, Hamza… è peggio di un predicatore di moschea… specie di p…!!!" Uno degli ufficiali raccolse i fogli gettati a terra, ne lesse alcuni passaggi e mi disse: "Cos'è questa spazzatura? Chi ti credi di essere? Eccellenza, faccia di lei ciò che vuole!". Smisero di frustarmi e mi obbligarono a leggere i fogli che avevo scritto. Uno dei partecipanti si rivolse a me: "Guardate questa specie di p… è eloquente e sa scrivere molto bene, e malgrado ciò ci tiene a compromettere il suo avvenire… davvero merita tutto ciò che le sta accadendo". A questo punto, Shamas Badran ordinò che mi frustassero selvaggiamente. La pelle dei miei piedi era completamente strappata, il mio corpo non ne poteva più, a furia di essere frustato. Malgrado ciò, mi legarono ad una panca e cominciò il supplizio sotto gli ordini di sua "Eccellenza"! Il sangue cominciò a colare dalle bende, il medico chiese allora che smettessero di frustarmi. Mi gettarono poi in una stanza accanto all'ufficio di Shams Badran. Vi restai per più di un'ora, poi venni trasferita in barella all'ospedale. Murad e Hamza Bassiuni arrivarono e mi dissero con tono arrogante: "I medici dicono che stai per rendere l'ultimo respiro. Ma, prima, devi assolutamente comparire dinanzi al Tribunale per prendere nota di persona della sentenza: la pena di morte… Domani, ti porteremo dal Pubblico Ministero, e sappi che se non ti sottometti a tutto ciò che il Pubblico Ministero esigerà, ti rimanderanno una seconda volta da noi!", poi chiamò Safwat e gli disse: "Domani, alle nove, la porterai dal Pubblico Ministero!!". DAL PUBBLICO MINISTERO Passai attraverso tutte le fasi del supplizio: la frusta, i cani arrabbiati, la cella dell'acqua, la cella del fuoco, ecc… Ne vidi di tutti i colori.

123 Poi, per completare il simulacro, fu la volta del Pubblico Ministero, incaricato di proclamare la colpevolezza degli innocenti! Fui dunque portata nelle tende dove si teneva l'istruttoria, e affidata agli uomini del Pubblico Ministero. Lavoravano tutti allo stesso modo, e conformemente alle stesse istruzioni. L'interrogato era tutto il tempo minacciato dal Pubblico Ministero che gli chiedeva di riconoscere tutti i delitti che si desiderava addossargli, e ciò sotto gli occhi e a portata d'udito degli alti magistrati inviati per supervisionare l'istruttoria. In effetti, nulla in questo paese funzionava correttamente. Gli stessi uomini di legge e i magistrati, che avevano sempre goduto della reputazione di essere intrattabili sulle questioni di giustizia, furono visti alla prigione militare compromettersi con gli uomini dei servizi segreti e rendersi garanti delle loro pratiche arbitrarie. Non esitavano nemmeno a minacciare gli interrogati delle peggiori rappresaglie! Il Pubblico Ministero guardò i miei piedi, le mie bende e il mio corpo indebolito e smagrito… Appena potevo pronunciare qualche sillaba. Il Pubblico Ministero aveva dinanzi a sé una montagna di dossiers e quanche foglio pieno di note… C'era anche il suo segretario, pronto a registrare e a mettere per iscritto tutto ciò che avrei detto… Segnò il mio nome, la data e il luogo di nascita e il mio indirizzo. Il giudice si rivolse a me dicendo con tono fermo: "Oh Zaynab, abbiamo in questi dossiers tutte le dichiarazioni dei Fratelli Musulmani, e la tua posizione vi è chiaramente definita. In ogni caso, lascerò da parte le tue dichiarazioni ufficiali, e voglio che tu mi dica la tua verità personale, quella stessa che hanno riconosciuto Hasan Al-Hudaybi, Sayyed Qotb, AbdulFattah Isma'il… e tutti gli altri Fratelli. Voglio che tu lasci perdere la tua testardaggine e che tu non ci faccia perdere tempo… altrimenti sarò obbligato a riconsegnarti a quelli che ti hanno portato qua, e tu li conosci bene…" Poi si mise a interrogarmi… gli rispondevo, ma avevo notato una cosa strana! Mentre le mie risposte si limitavano a qualche parola, lui ne tirava fuori una pagina intera! Allora gli dovetti chiedere: "Ma cosa significa tutto ciò, avvocato Qanawi? Ho detto solo poche parole, e vedo che lei riempie una pagina intera… Non capisco!" Mi rispose: "Io cerco di aiutarti! Poiché tutto ciò che dirai sarà sottoposto a Sua Eccellenza, il Presidente della Repubblica. Esige che le tue dichiarazioni vengano portata alla sua conoscenza regolarmente". Replicai: "Ciò non mi interessa, ciò che pretendo è che le mie dichiarazioni non vengano modificate". Mi disse: "Mi impegno a rileggerti tutto prima che tu firmi!". Dissi con estrema calma: "Non vale più la pena che io risponda, dal momento che lei scrive tutto ciò che vuole. Non vale la pena, e può scrivere quel che le pare… Ma sappia che, se arriveremo in Tribunale, negherò tutto ciò che lei avrà scritto senza consultarmi…" Mi chiese: "Tu hai detto che Nasser è un ateo, che il suo governo è composto da atei… che tutta la società è atea". Replicai: "Non si può mai dire una cosa del genere della gente della Qibla!" Mi chiese: "E chi sono?"'

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Poi Hamza Bassiuni entrò e mi disse: "Allora Zaynab!! Spero che, grazie a Dio,<br />

tu abbia ritrovato la ragione, e che tu abbia tenuto conto dei tuoi interessi!<br />

Tuo marito è un uomo perbene… Hajj Salim è un mio amico… è un uomo di<br />

una pietà e di un'integrità morale senza macchia… Non capisco veramente<br />

come tu possa essere caduta nella trappola dei Fratelli Musulmani!... Beh…<br />

Hai finito di scrivere?"<br />

Gli consegnai allora i fogli che avevo redatto.<br />

Poi mi disse: "Su, vieni con me, andiamo da sua Eccellenza", e andammo da<br />

sua "Eccellenza", Shams Badran… questi mi disse di sedermi e ordinò per me<br />

un succo di limone e una tazza di caffè. Prese i fogli e co<strong>min</strong>ciò a leggere, poco<br />

a poco i suoi tratti diventavano tesi, e sentii che stava per esplodere.<br />

Delle fiamme sembravano uscire dai suoi occhi, in direzione di Hamza<br />

Bassiuni e degli altri, quando disse: "Cosa sono queste sciocchezze?? Su,<br />

Safwat, dalle mille colpi di frusta… Questa specie di p… si è presa gioco di noi<br />

tutti… Dov'eri Hamza? Dov'eravate tutti voi???"<br />

A queste parole, le frustate co<strong>min</strong>ciarono ad abbattersi sul mio corpo. In<br />

quanto a lui, gettò i fogli per terra e urlò: "Questa figlia di p… si è presa gioco<br />

di noi tutti, Hamza… è peggio di un predicatore di moschea… specie di p…!!!"<br />

Uno degli ufficiali raccolse i fogli gettati a terra, ne lesse alcuni passaggi e mi<br />

disse: "Cos'è questa spazzatura? Chi ti credi di essere? Eccellenza, faccia di lei<br />

ciò che vuole!". Smisero di frustarmi e mi obbligarono a leggere i fogli che<br />

avevo scritto. Uno dei partecipanti si rivolse a me: "Guardate questa specie di<br />

p… è eloquente e sa scrivere molto bene, e malgrado ciò ci tiene a<br />

compromettere il suo avvenire… davvero merita tutto ciò che le sta<br />

accadendo". A questo punto, Shamas Badran ordinò che mi frustassero<br />

selvaggiamente.<br />

La pelle dei miei piedi era completamente strappata, il mio corpo non ne<br />

poteva più, a furia di essere frustato. Malgrado ciò, mi legarono ad una panca<br />

e co<strong>min</strong>ciò il supplizio sotto gli ordini di sua "Eccellenza"!<br />

Il sangue co<strong>min</strong>ciò a colare dalle bende, il medico chiese allora che<br />

smettessero di frustarmi. Mi gettarono poi in una stanza accanto all'ufficio di<br />

Shams Badran. Vi restai per più di un'ora, poi venni trasferita in barella<br />

all'ospedale.<br />

Murad e Hamza Bassiuni arrivarono e mi dissero con tono arrogante: "I<br />

medici dicono che stai per rendere l'ultimo respiro. Ma, prima, devi<br />

assolutamente comparire dinanzi al Tribunale per prendere nota di persona<br />

<strong>della</strong> sentenza: la pena di morte… Domani, ti porteremo dal Pubblico<br />

Ministero, e sappi che se non ti sottometti a tutto ciò che il Pubblico Ministero<br />

esigerà, ti rimanderanno una seconda volta da noi!", poi chiamò Safwat e gli<br />

disse: "Domani, alle nove, la porterai dal Pubblico Ministero!!".<br />

DAL PUBBLICO MINISTERO<br />

Passai attraverso tutte le fasi del supplizio: la frusta, i cani arrabbiati, la cella<br />

dell'acqua, la cella del fuoco, ecc… Ne vidi di tutti i colori.

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