Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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L'essenziale è di essere al servizio della causa dell'Islâm, e suoi umili e modesti servitori". 114 Ma ancora una volta Shams Badran mi interruppe dicendo, questa volta con tono più violento: "Stai zitta, taci, smettila!! Io voglio una risposta chiara e precisa… Ammettiamo che tu sia al mio posto, adesso; che cosa mi faresti, se io fossi accusato di qualcosa?" Dissi: "Può darsi che diverse generazioni si succedano, prima che l'Islâm possa governare. Noi non abbiamo fretta. E il giorno in cui l'Islâm sarà al potere, la donna Musulmana occuperà il posto che è naturalmente il suo, e si occuperà di offrire la migliore educazione possibile ai suoi figli, i Musulmani del domani". Allora Shams Badran, come se errasse nel deserto in piena tempesta, mi disse: "Specie di p…, io ti chiedo soltanto di supporre di essere al mio posto: che cosa mi faresti se io fossi al tuo posto?" Risposi: "L'Islâm è completa giustizia, luce e misericordia…né fruste, né assassinii, né massacri… né tortura, né imprigionamenti arbitrari, né esilii forzati, né sparizioni… Rifât Bakr, Muhammad Awad, Isma'il Fayyumi… Né ateismo, né oscurantismo… Soltanto giustizia, equità, completa equità… Parola contro parola, argomento contro argomento, dimostrazione contro dimostrazione…" A questo punto, Shams Badran urlò come un isterico: "Taci, taci!! Su, Safwat, frustala!". Safwat eseguì immediatamente, e i colpi di frusta si abbatterono come al solito sul mio corpo, che cominciò a sanguinare… E non so come mai il medico osò questa volta ordinare di smetterla con quel supplizio, perché il mio stato di salute era critico: "Sta per morire, Eccellenza!" disse loro. Shams rispose: "Che vada al diavolo!" Ma uno degli ufficiali gli fece notare: "La vogliamo viva, Eccellenza, perché possa testimoniare dinanzi al Tribunale!" Shams accondiscese: "Va bene, è vero… Bisogna che resti in vita perché possa comparire dinanzi alla giustizia… e serva da esempio per gli altri…" Il medico aggiunse: "Occorrono alcune medicine e delle compresse che non sono disponibili al momento". Shams gli rispose: "Può ordinarle alla farmacia del maresciallo Amir!" Così, fui di nuovo trasferita all'ospedale. Non so cosa accadde durante la restante parte della notte, poiché ero piombata in un coma profondo; ciò mi privò del piacere di continuare il dialogo con Shams Badran in presenza di Nasser e del maresciallo Amir… Ma avevo detto ciò che volevo che sapesse, e l'aveva saputo! ALL'ORIGINE DEL COMPLOTTO,
UN ANEDDOTO 115 All'ospedale, mi prestarono le cure necessarie, poiché ci tenevano molto al fatto che potessi comparire dinanzi al Tribunale… Agli occhi di coloro che tessevano complotti e li inventavano completamente, ero sospettata di tutti gli orrori; non era dunque strano che fossi curata "all'ospedale" con tanto riguardo e cure. Rimasi in coma profondo per tre giorni. Una sera sentii le voci di Murad e Safwat provenire dalla cella del fratello Ahmad Kamal. Gli chiedevano l'indirizzo di Sayf Al-Banna, ed egli lo diede loro senza difficoltà. Tre ore dopo, tornarono per chiedergli, stavolta, l'indirizzo dell'ufficio di Sayf Al-Banna. Sayf Al-Banna è il figlio dell'Imâm martire Hasan Al-Banna. Mi misi dunque a pregare per questo poveretto e per la sua povera mamma che soffriva di cuore, e per le sue sorelle. Sayf era il solo uomo adulto di casa. Pregai l'Onnipotente di venir loro in aiuto contro queste forze del male. Mi portarono all'ufficio di Shams Badran in barella. Shams mi interrogò su Sayf Al-Banna; da una delle sue domande, potei dedurre che Sayf era ormai detenuto alla prigione militare! Ciò mi preoccupò enormemente, compativo la sua povera famiglia. Poi Shams Badran disse a Hamza Bassiuni: "Non ti avevo detto che questa specie di p… non doveva tornare viva nel mio ufficio? Perché me l'hai portata mentre respira ancora?", poi si rivolse a me con tono sprezzante: "Sei ancora viva… Perché? Perché dunque?". Gli risposi: "Ciò non dipende né dalla tua buona volontà né dalla mia. Non siamo noi che scegliamo di vivere o di morire. Solo Allah dispone della nostra vita e della nostra morte". Shams gridò: "Taci! Chiudi la bocca! Voglio che tu risponda alla mia domanda: qual è l'identità di questi militari che dovevano assassinare il Presidente Nasser sulla via di Alessandria?" Hasan Khalil aggiunse: "Potrebbe spiegarle meglio, Eccellenza? Oppure permette che lo faccia io?" L'altro accondiscese, e Hasan Khalil mi spiegò: "Una persona ti raccontò che una banda aveva spiato l'arrivo del corteo del Presidente Nasser sulla via desertica in direzione di Alessandria… chi è dunque questa persona che ti raccontò tutto ciò, e che spiava nella jeep il passaggio dell'automobile di Nasser per assassinarlo?" E Shams Badran aggiunse: "Su, rispondi! Svelta!" Dissi: "Come potete essere futili, e torturate la gente per delle menzogne! Voi non avete timore di Allah! Attenti a voi e alla maledizione di Allah… attenti a voi e al giudizio della storia… Infine, attenti a voi e alle suppliche delle vittime, alle quali avete fatto molto male senza ragione!". Evidentemente, come al solito, la risposta alla mia libertà di tono furono calci, frustate, il sangue colante e le ossa rotte. Shams non smetteva di ripetermi: "Se ti appendiamo ora morirai… ma potremmo perdonarti se ci racconti tutta la storia… raccontaci la storia dall'inizio alla fine, specie di p… Vogliamo sapere tutti i particolari della storia che ti ha raccontato Sayf Al-Banna…" Risposi: "Ah… quell'aneddoto che raccontò Sayf…"
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L'essenziale è di essere al servizio <strong>della</strong> causa dell'Islâm, e suoi umili e modesti<br />
servitori".<br />
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tono più violento: "Stai zitta, taci, smettila!! Io voglio una risposta chiara e<br />
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Dissi: "Può darsi che diverse generazioni si succedano, prima che l'Islâm possa<br />
governare. Noi non abbiamo fretta. E il giorno in cui l'Islâm sarà al potere, la<br />
donna Musulmana occuperà il posto che è naturalmente il suo, e si occuperà<br />
di offrire la migliore educazione possibile ai suoi figli, i Musulmani del<br />
domani".<br />
Allora Shams Badran, come se errasse nel deserto in piena tempesta, mi disse:<br />
"Specie di p…, io ti chiedo soltanto di supporre di essere al mio posto: che cosa<br />
mi faresti se io fossi al tuo posto?"<br />
Risposi: "L'Islâm è completa giustizia, luce e misericordia…né fruste, né<br />
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forzati, né sparizioni… Rifât Bakr, Muhammad Awad, Isma'il Fayyumi… Né<br />
ateismo, né oscurantismo… Soltanto giustizia, equità, completa equità…<br />
Parola contro parola, argomento contro argomento, dimostrazione contro<br />
dimostrazione…"<br />
A questo punto, Shams Badran urlò come un isterico: "Taci, taci!! Su, Safwat,<br />
frustala!".<br />
Safwat eseguì immediatamente, e i colpi di frusta si abbatterono come al solito<br />
sul mio corpo, che co<strong>min</strong>ciò a sanguinare… E non so come mai il medico osò<br />
questa volta ordinare di smetterla con quel supplizio, perché il mio stato di<br />
salute era critico: "Sta per morire, Eccellenza!" disse loro.<br />
Shams rispose: "Che vada al diavolo!"<br />
Ma uno degli ufficiali gli fece notare: "La vogliamo viva, Eccellenza, perché<br />
possa testimoniare dinanzi al Tribunale!"<br />
Shams accondiscese: "Va bene, è vero… Bisogna che resti in <strong>vita</strong> perché possa<br />
comparire dinanzi alla giustizia… e serva da esempio per gli altri…"<br />
Il medico aggiunse: "Occorrono alcune medicine e delle compresse che non<br />
sono disponibili al momento".<br />
Shams gli rispose: "Può ordinarle alla farmacia del maresciallo Amir!"<br />
Così, fui di nuovo trasferita all'ospedale. Non so cosa accadde durante la<br />
restante parte <strong>della</strong> notte, poiché ero piombata in un coma profondo; ciò mi<br />
privò del piacere di continuare il dialogo con Shams Badran in presenza di<br />
Nasser e del maresciallo Amir…<br />
Ma avevo detto ciò che volevo che sapesse, e l'aveva saputo!<br />
ALL'ORIGINE DEL COMPLOTTO,