Ayyam min Ayati (Giorni della mia vita – nelle - Visit WordPress
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Ciò mi sorprese molto e volli saperne di più. "Non so, può darsi che sia un<br />
modo per stabilire un contatto con noi".<br />
Poco tempo dopo, la segretaria am<strong>min</strong>istrativa co<strong>min</strong>ciò a portarmi tutti i<br />
documenti che necessitavano la <strong>mia</strong> firma o la <strong>mia</strong> opinione, e così ripresi<br />
l'esercizio delle mie attività da casa. Ma dovetti nuovamente recarmi<br />
all'ospedale per subire un'operazione affinché mi fossero tolti i chiodi piantati<br />
nella coscia. Nel frattempo, l'Imâm martire Sayyed Qutb era stato liberato. Mi<br />
venne allora a trovare all'ospedale con altri fratelli.<br />
Un giorno, fui sorpresa di ricevere una lettera raccomandata su carta intestata<br />
su cui era scritto:<br />
"L'Unione Socialista Araba"<br />
Libertà <strong>–</strong> Socialismo <strong>–</strong> Unità<br />
Nome e reputazione:<br />
Nome: Zaynab Al-Ghazali Al-Jabîlî<br />
Reputazione: Zaynab Al-Ghazali<br />
Funzione o professione:<br />
Presidentessa del segretariato generale dell'Associazione delle Donne<br />
Musulmane<br />
Distretto: Al-Bassatin <strong>–</strong> Al-Madhah<br />
Comune: Masr El Guidadah (Eliopoli)<br />
Dipartimento: Il Cairo<br />
Ricevetti questa lettera per posta, contenente un documento che attestava il<br />
pagamento <strong>della</strong> <strong>mia</strong> quota per l'anno 1964. Ciò in parte mi divertì, ma suscitò<br />
in me un senso di amarezza e di stizza per lo stato di decadenza che<br />
attraversava l'Egitto, e mi ricordai come vivevamo in libertà prima del loro<br />
detestabile colpo di stato militare; una libertà che ci avevano poi confiscato.<br />
Dopo il ricovero, rientrai a casa e le convocazioni dell'Unione Socialista<br />
co<strong>min</strong>ciarono ad affluire: mi chiedevano di presentarmi per prendere parte<br />
alle riunioni del partito. Decisi di adottare un atteggiamento passivo. Dopo<br />
qualche giorno, il medico mi autorizzò ad uscire e a riprendere a poco a poco<br />
l'esercizio delle mie attività al segretariato generale delle Donne Musulmane.<br />
Cam<strong>min</strong>avo ancora col bastone.<br />
Un mattino, mentre mi trovavo al segretariato generale delle Donne<br />
Musulmane, squillò il telefono, e la segretaria mi pregò di rispondere ad una<br />
chiamata da parte dell'Unione Socialista. Alzai la cornetta e risposi al mio<br />
interlocutore salutandolo col saluto dell'Islâm: "Assalamu 'alaykum, pace su di<br />
voi". Mi rispose nello stesso modo. Chiesi: "Che cosa desidera?". Voleva sapere<br />
se stessi bene, e quando risposi affermativamente, disse: "Sono dell'Unione<br />
Socialista, inshaAllah ci fareste un grande onore, i membri del Consiglio di<br />
am<strong>min</strong>istrazione delle Donne Musulmane, con lei in testa, se veniste, magari<br />
con una bandiera dell'associazione Donne Musulmane, ad accogliere Nasser<br />
all'aeroporto".<br />
Risposi: "InshaAllah, se Dio vuole. La volontà di Allah è irreversibile".<br />
Aggiunse: "Lo speriamo veramente. Il Consiglio di Am<strong>min</strong>istrazione e gran<br />
parte dell'Assemblea Generale, e se vuole possiamo mandarvi un'auto che sarà<br />
a vostra disposizione".<br />
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