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La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca<br />

Cardiac resynchronization<br />

Ai nostri lettori,<br />

questo numero del Giornale Italiano di Cardiologia Pratica/Italian Journal of Practice<br />

Cardiology offre ai lettori una rassegna sulla ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca (CRT: cardiac<br />

resynchronization therapy) o stimolazione biventricolare, terapia non farmacologica che,<br />

quando applicata correttamente nel paziente scompensato, determ<strong>in</strong>a un beneficio paragonab<strong>il</strong>e<br />

ai benefici degli ACE-<strong>in</strong>ibitori e dei beta-bloccanti e cumulab<strong>il</strong>e con questi.<br />

La rassegna, curata da Francesco Enia (associate editor del Giornale Italiano di<br />

Cardiologia pratica, direttore dell’UO Cardiologia 2 dell’AO “V. Cervello” di Palermo e<br />

responsab<strong>il</strong>e del Centro di riferimento regionale per l’epidemiologia cl<strong>in</strong>ica dell’<strong>in</strong>sufficienza<br />

cardiaca) è divisa <strong>in</strong> 5 parti autonome. In ognuna delle parti è articolata la risposta<br />

a differenti domande.<br />

In che cosa consiste l’as<strong>in</strong>cronia ventricolare e <strong>in</strong> che modo agisce la CRT?<br />

In alcuni pazienti con severa disfunzione del ventricolo s<strong>in</strong>istro, attraverso la stimolazione<br />

elettrica transvenosa dei due ventricoli, si cerca di ris<strong>in</strong>cronizzare alcune as<strong>in</strong>cronie correlate<br />

allo scompenso stesso (ne sono espressione e lo aggravano), correggendo <strong>in</strong> tal<br />

modo <strong>il</strong> remodel<strong>in</strong>g ventricolare con un processo di reverse remodel<strong>in</strong>g. E’ <strong>in</strong>teressante r<strong>il</strong>evare<br />

come nell’identificazione dell’as<strong>in</strong>cronia ventricolare ci sia stato – per così dire – un<br />

<strong>in</strong>iziale viaggio di andata dall’elettrocardiografia all’ecocardiografia e un recente viaggio<br />

di ritorno dall’Eco all’Ecg.<br />

Come si impianta la CRT?<br />

Secondo le modalità standard dell’impianto transvenoso di un pace-maker, si <strong>in</strong>serisce<br />

un generatore sottocutaneo collegato a 3 elettrocateteri, uno posizionato <strong>in</strong> atrio<br />

destro, uno <strong>in</strong> ventricolo destro e <strong>il</strong> terzo <strong>in</strong> una vena posterolaterale tributaria del seno<br />

coronarico, da dove sia possib<strong>il</strong>e stimolare <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro. La mortalità operatoria<br />

è dello 0.3%.<br />

Nel 10% dei casi l’impianto fallisce <strong>in</strong> genere per la difficoltà nel cateterizzare <strong>il</strong> seno<br />

coronarico e nel posizionare <strong>in</strong> modo ottimale l’elettrodo. Il problema più r<strong>il</strong>evante della<br />

CRT è che un terzo circa dei pazienti non ne trae vantaggio, nonostante l’impianto sia<br />

stato eseguito a regola d’arte con rispetto dei criteri di selezione. E’ stata f<strong>in</strong>o ad ora<br />

<strong>in</strong>soddisfacente la ricerca di elementi cl<strong>in</strong>ici e/o strumentali che, potendo predire la risposta<br />

(o la non risposta) alla CRT, permettano una migliore selezione dei pazienti.<br />

Quali sono i benefici della CRT?<br />

Ci sono effetti positivi, dimostrati <strong>in</strong> modo evidente, su endpo<strong>in</strong>t soft: persistenti miglioramenti<br />

cl<strong>in</strong>ici (s<strong>in</strong>tomi, capacità d’esercizio, qualità di vita) ed ecocardiografici (<strong>in</strong>cremento<br />

della funzione sistolica, riduzioni delle dimensioni del ventricolo s<strong>in</strong>istro, riduzione<br />

dell’<strong>in</strong>sufficienza mitralica). Recentemente due trial cl<strong>in</strong>ici randomizzati (<strong>il</strong> COMPA-<br />

NION e <strong>il</strong> CARE-HF) hanno dimostrato l’efficacia della CRT su endpo<strong>in</strong>t hard (obiettivo<br />

comb<strong>in</strong>ato: morte da ogni causa più ospedalizzazioni). I dati sono stati confermati da<br />

review sistematiche: la riduzione delle ospedalizzazioni è del 37% (95% CI: 7-57%); la<br />

riduzione della mortalità per tutte le cause è del 22% (95% CI: 9-33%).<br />

9<br />

E. Enia La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca

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