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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />
Il punto di vista del Fisiologo cl<strong>in</strong>ico cardiovascolare<br />
Per cardiologia molecolare si <strong>in</strong>tende lo studio, la descrizione della struttura e delle funzioni<br />
delle molecole co<strong>in</strong>volte nella fisiologia e nella regolazione farmacologia delle proprietà elementari<br />
del cuore (cronotropismo, dromotropismo, batmotroprismo, <strong>in</strong>otropismo).<br />
Sono oggetto di studio:<br />
a) le prote<strong>in</strong>e contratt<strong>il</strong>i e del citoscheletro del miocardio (act<strong>in</strong>a, mios<strong>in</strong>a, tubul<strong>in</strong>a, desm<strong>in</strong>a, etc.)<br />
b) le molecole endoteliali e pericardiche. Dovranno essere valutate la loro formula chimica strutturale,<br />
i gruppi funzionali, le caratteristiche biofisiche delle molecole.<br />
c) I farmaci cardioattivi: Digitale, Diuretici, ACE <strong>in</strong>ibitori, ARA, Antiaggreganti ed Anticoagulanti,<br />
Calcio antagonisti, Ipolipemizzanti, Ansiolitici ed Antidepressivi.<br />
Sarà necessario valutare la loro formula chimica e strutturale con r<strong>il</strong>ievo per i gruppi funzionali<br />
ed effettuare un esame comparativo con le strutture molecolari costitutive del cuore.<br />
Il punto di vista del Cardiologo Cl<strong>in</strong>ico<br />
Per cardiologia cl<strong>in</strong>ico-molecolare si <strong>in</strong>tende lo studio del farmaco o più precisamente l’analisi<br />
della molecola base da cui esso è costituito; non relativamente al "s<strong>in</strong>tomo" ma rispetto alle<br />
mutazioni che questo può <strong>in</strong>durre sulla struttura miocardica e secondariamente sull’alterata<br />
funzione o sull’evento causa della malattia.<br />
E' diffic<strong>il</strong>e accettare ciò per noi che da molti anni (50 e più) curiamo le malattie cardiache<br />
avendo quale obiettivo primario la riduzione o la scomparsa del s<strong>in</strong>tomo (ipertensione, patologia<br />
delle coronarie, scompenso cardiaco) etc.<br />
L’ipotesi molecolare potrebbe divenire nel tempo un modello ut<strong>il</strong>e per valutare <strong>il</strong> rapporto<br />
diretto o mediato sulla funzione organica, non solo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i correttivi (riduzione dei valori<br />
pressori; scomparsa dell'angor; della dispnea; correzione del cronotropismo; del l'aggregazione)<br />
etc. ma funzionali.<br />
Questa tesi qui esposta si avvic<strong>in</strong>a alla "utopia", almeno per ora, ma è possib<strong>il</strong>e che sarà <strong>il</strong> cardiologo<br />
cl<strong>in</strong>ico colui che potrà più <strong>in</strong> la guidare la ricerca partendo dall'anello term<strong>in</strong>ale del processo<br />
patologico. La componente genetica dell'<strong>in</strong>dividuo gioca un ruolo fondamentale nei confronti<br />
dell' ambiente, dei fattori di rischio ed <strong>in</strong> altre parole, su tutto ciò che alla f<strong>in</strong>e "causa" la<br />
malattia.<br />
Poter agire modificando la componente genetica, anche poco (cellule stam<strong>in</strong>ali ed altro!)<br />
potrà rendere l'<strong>in</strong>dividuo meno aperto alla malattia o con malattia <strong>in</strong> corso modificarne l'andamento.<br />
Quanto abbiamo <strong>in</strong> atto a disposizione (farmaci) può aiutarci a percepire azioni e reazioni non<br />
legate o dipendenti solo e soltanto dalla correzione della s<strong>in</strong>tomatologia ? meditare su tutto ciò<br />
potrà staccarci dall' attuale rapporto s<strong>in</strong>tomo-farmaci.<br />
E' possib<strong>il</strong>e che le molecole che ut<strong>il</strong>izziamo oggi, specie le nuove, quelle più complesse,<br />
abbiano anche la capacità di agire sull'assetto genetico di per se, o marg<strong>in</strong>almente, dando<br />
comunque <strong>in</strong>izio al processo terapeutico con azione sulla genomica dell'<strong>in</strong>dividuo.<br />
Il cardiologo cl<strong>in</strong>ico è colui che è a più diretto contatto con <strong>il</strong> paziente e potrà percepire<br />
l'evento "molecolare" sulla malattia al di la della risoluzione s<strong>in</strong>tomatologica e nel lungo tempo<br />
di osservazione che la patologia "cronica" gli concede!<br />
Le domande che facciamo ai lettori sono:<br />
1) Quale è <strong>il</strong> peso della biologia molecolare nel contesto globale della scienza cardiovascolare,<br />
rispetto ai problemi diagnostici, terapeutici e bioetici?<br />
2) Esiste un rapporto costante e def<strong>in</strong>ito tra struttura molecolare del farmaco e le modificazioni<br />
fisiopatologiche <strong>in</strong>dotte dai processi morbosi cardiovascolari?<br />
3) Quali difetti genetici noti riconosci ut<strong>il</strong>i per contribuire alla diagnosi e terapia delle malattie<br />
cardiovascolari?<br />
Restiamo <strong>in</strong> attesa delle risposte dei nostri lettori!<br />
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