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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />
dietetico di <strong>in</strong>troduzione di acidi grassi omega-3 nei<br />
pazienti HIV-positivi <strong>in</strong> fase avanzata di malattia o <strong>in</strong><br />
presenza di severa immunodepressione, sia <strong>in</strong> età adulta<br />
[63], sia <strong>in</strong> età pediatrica [64] (<strong>in</strong> cui la malnutrizione<br />
sembrava direttamente correlata con <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di<br />
bassi livelli di acidi grassi arachidonico e docoesanoico,<br />
ma non con quelli degli acidi l<strong>in</strong>oleico e l<strong>in</strong>olenico)<br />
[64]. Proprio alle soglie della disponib<strong>il</strong>ità dell’HAART<br />
(anno 1996), venivano acquisite ulteriori evidenze relative<br />
al potenziale co<strong>in</strong>volgimento di numerose citoch<strong>in</strong>e<br />
nella mediazione dell’ipercatabolismo associato alle<br />
fasi di malattia da HIV più avanzate, e sul ruolo degli<br />
acidi grassi omega-3 nel ridurre <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio di TNF ed<br />
<strong>in</strong>terleuch<strong>in</strong>e 1 e 6, e nel loro contributo nel controllo<br />
o nella reversione della cachessia che complicava le fasi<br />
term<strong>in</strong>ali dell’AIDS conclamata [65]. In uno studio controllato,<br />
sia <strong>il</strong> calo ponderale sia l’eventuale concomitante<br />
ipertrigliceridemia venivano corretti dalla somm<strong>in</strong>istrazioni<br />
di dosi elevate di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi<br />
omega-3 (18 g/die di olio di pesce), anche nel corso di<br />
periodi di tempo limitati a dieci settimane [65]. Allo<br />
stesso modo, uno studio randomizzato e controllato ha<br />
confermato l’<strong>in</strong>crementato assorbimento e l’aumentata<br />
ut<strong>il</strong>izzazione di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi somm<strong>in</strong>istrati<br />
come <strong>in</strong>tegratori dietetici <strong>in</strong> corso di <strong>in</strong>fezione da HIV <strong>in</strong><br />
fase avanzata, non riuscendo però a documentare effetti<br />
considerevoli sulla risposta immunitaria, come altresì<br />
atteso sulle base di parallele considerazioni di ord<strong>in</strong>e<br />
patogenetico [66]. Ancora nell’anno 1998, tra i suggerimenti<br />
dietetici <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>vertire <strong>il</strong> trend catabolico<br />
dell’<strong>in</strong>fezione da HIV <strong>in</strong> stadio avanzato, e di contenere<br />
gli effetti dismetabolici <strong>in</strong>desiderati della terapia antiretrovirale,<br />
la supplementazione di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi<br />
era già ritenuta una strategia irr<strong>in</strong>unciab<strong>il</strong>e [67]. Nello<br />
stesso anno, Pichard et al. a nome della Coorte Svizzera<br />
di studio dell’<strong>in</strong>fezione da HIV, pubblicava <strong>in</strong>teressanti<br />
dati di un lavoro prospettico, randomizzato e condotto<br />
<strong>in</strong> doppio cieco, che valutava per un periodo di sei mesi<br />
la supplementazione con acidi grassi omega-3 (alla<br />
dose di 1,7 g/die) e con arg<strong>in</strong><strong>in</strong>a, studiati come potenziali<br />
agenti immunonodulanti, oltre che come <strong>in</strong>tegratori<br />
nutrizionali [68]. In questa esperienza, su 55<br />
pazienti valutab<strong>il</strong>i, tollerab<strong>il</strong>ità ed aderenza risultavano<br />
eccellenti. Nella valutazione dei risultati, ai guadagni<br />
consistenti <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di peso corporeo ed ut<strong>il</strong>izzazione<br />
dell’energia, non corrispondevano però benefici altrettanto<br />
r<strong>il</strong>evanti sugli <strong>in</strong>dici immunologici e virologici gravemente<br />
compromessi dall’<strong>in</strong>fezione da HIV (all’epoca<br />
dell’arruolamento dei pazienti ancora non trattata con i<br />
potenti regimi HAART) [68]. Uno studio disegnato con<br />
modalità analoghe (implementazione nutrizionale con<br />
acidi grassi omega-3 nell’ambito di miscele peptidiche,<br />
assegnate nel corso di uno studio prospettico controllato<br />
condotto su 74 pazienti) [69], evidenziava un <strong>in</strong>cremento<br />
ponderale, associato questa volta anche ad un<br />
significativo miglioramento della risposta immune (contraddist<strong>in</strong>to<br />
da un aumento della conta dei l<strong>in</strong>fociti<br />
CD4+), con mantenimento di tali parametri nei tre suc-<br />
68<br />
cessivi mesi di follow-up [69]. Qualche anno più tardi,<br />
gli stessi Autori confermavano un vantaggio immunologico<br />
diretto conseguente alla supplementazione dietetica<br />
di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi omega-3, a parità di efficacia<br />
delle terapie antiretrovirali <strong>in</strong> atto, e dopo aggiustamento<br />
dei dati per età, per sesso, e per numerose altre<br />
variab<strong>il</strong>i, sebbene <strong>il</strong> gruppo allo studio fosse limitato a<br />
40 soggetti HIV-positivi [70].<br />
Successivamente, nel corso dell’attuale decennio<br />
positivamente <strong>in</strong>fluenzato dall’<strong>in</strong>troduzione delle<br />
potenti terapie HAART, l’<strong>in</strong>fezione da HIV è divenuta<br />
una patologia fac<strong>il</strong>mente controllab<strong>il</strong>e e cronicizzab<strong>il</strong>e,<br />
sebbene la tossicità a lungo term<strong>in</strong>e dei farmaci antiretrovirali<br />
abbia nel tempo acquistato un peso sempre più<br />
r<strong>il</strong>evante, nell’<strong>in</strong>fluenzare negativamente l’aderenza al<br />
trattamento, ma anche la qualità di vita dei pazienti<br />
HIV-positivi. Nella corrente pratica cl<strong>in</strong>ica, se nella<br />
gestione dell’<strong>in</strong>fezione da HIV con HAART si deve<br />
affrontare <strong>il</strong> problema di elevati livelli di colesterolo<br />
totale, di colesterolo LDL, e di colesterolo non-HDL, con<br />
trigliceridemia solo lievemente aumentata (es. al di<br />
sotto di 250 mg/dL), la terapia di scelta è costituita da<br />
una stat<strong>in</strong>a con scarso impatto sul citocromo epatico<br />
P450. La stat<strong>in</strong>a maggiormente studiata <strong>in</strong> questo particolare<br />
sett<strong>in</strong>g è la pravastat<strong>in</strong>a [32-35, 71, 72]. La pravastat<strong>in</strong>a,<br />
somm<strong>in</strong>istrata alla dose di 20 mg/die, riduce<br />
i livelli di colesterolemia totale del 20% circa, e l’eventuale<br />
concomitante trigliceridemia del 10-15% circa.<br />
Ciò significa che <strong>in</strong> caso di compresenza di livelli di trigliceridemia<br />
molto elevati (es. superiori a 250 mg/dL),<br />
la sola stat<strong>in</strong>a non può ritenersi sufficiente per normalizzare<br />
i valori di trigliceridemia. In questo caso le opzioni<br />
terapeutiche disponib<strong>il</strong>i restano soltanto due:<br />
- l’aggiunta alla stat<strong>in</strong>a di un fibrato;<br />
- aggiunta alla stat<strong>in</strong>a di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi<br />
omega-3.<br />
Com’è ampiamente noto, i fibrati sono farmaci molto<br />
efficaci nel ridurre i livelli sierici di trigliceridi (entità stimata<br />
<strong>in</strong>torno al 45-50%) [15-17, 38], ma, <strong>in</strong> associazione<br />
al trattamento con stat<strong>in</strong>e, essi aumentano sensib<strong>il</strong>mente<br />
<strong>il</strong> rischio epatopatia tossica, e soprattutto di rabdomiolisi<br />
ad esito anche fatale [73] (complicazioni<br />
peraltro già potenzialmente <strong>in</strong>dotte da alcuni farmaci<br />
antiretrovirali) [29-31].<br />
Poiché le dislipidemie che si verificano <strong>in</strong> corso di<br />
HAART sono molto frequentemente di tipo misto, ma<br />
con preponderanza per frequenza e severità dell’ipertrigliceridemia,<br />
l’uso della terapia comb<strong>in</strong>ata (stat<strong>in</strong>a più<br />
fibrato) non deve essere mai considerato un trattamento<br />
di prima scelta, e deve <strong>in</strong> ogni caso essere improntata<br />
ad estrema prudenza ed attento monitoraggio enzimatico<br />
(controllo frequente di CPK sierico, aldolasi,<br />
acido lattico, etc.) [28, 29, 50]. Viceversa, gli acidi grassi<br />
pol<strong>in</strong>saturi omega-3, pur essendo lievemente meno<br />
efficaci dei fibrati sui valori più elevati di trigliceridemia<br />
[15-17], rappresentano presidi farmacologici altamente<br />
sicuri, e non presentano alcun rischio di <strong>in</strong>terazione farmacologica<br />
con altri composti ad azione ipolipemizzan-