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R. Mandrefi Gestione, trattamento e prevenzione del rischio cardiovascolare connesso con le alterazioni dismetaboliche <strong>in</strong> pazienti con <strong>in</strong>fezione da HIV<br />

gravi condizioni di rischio, quali quelle determ<strong>in</strong>ate da<br />

un’iperlipidemia severa e dalle condizioni ad essa correlate.<br />

La scelta di una terapia farmacologica per la dislipidemia<br />

<strong>in</strong> corso di <strong>in</strong>fezione da HIV trattata con comb<strong>in</strong>azioni<br />

di farmaci antiretrovirali (HAART) appare particolarmente<br />

problematica e richiede grande attenzione e<br />

cautela, per le potenziali <strong>in</strong>terazioni farmacologiche, la<br />

possib<strong>il</strong>e, <strong>in</strong>crementata tossicità, e la prevista, <strong>in</strong>feriore<br />

aderenza del paziente, che ovviamente risulta <strong>in</strong>versamente<br />

proporzionale all’<strong>in</strong>cremento dei presidi farmacologici<br />

prescritti. Come nella popolazione generale,<br />

anche nei pazienti HIV-positivi, le stat<strong>in</strong>e (<strong>in</strong>ibitori della<br />

HMG-Co A redattasi) restano i composti di prima scelta<br />

<strong>in</strong> caso di isolata o prevalente ipercolesterolemia.<br />

Tuttavia, non si può non rammentare ancora una volta<br />

che la maggior parte delle stat<strong>in</strong>e viene metabolizzata<br />

ad opera dell’isoenzima 3A4 del citocromo epatico<br />

P450, <strong>il</strong> che può causare <strong>in</strong>terazioni ed <strong>in</strong>terferenze cl<strong>in</strong>icamente<br />

sfavorevoli <strong>in</strong> caso di contemporaneo impiego<br />

di altri agenti che siano <strong>in</strong>duttori o substrati del<br />

medesimo complesso enzimatico, tra cui ad esempio<br />

eritromic<strong>in</strong>a, itraconazolo, ketoconazolo, ciclospor<strong>in</strong>a,<br />

anticoagulanti orali, e soprattutto gli stessi <strong>in</strong>ibitori delle<br />

proteasi di HIV. Simvastat<strong>in</strong>a, lovastat<strong>in</strong>a, ed atorvastat<strong>in</strong>a<br />

sono attivamente metabolizzate dal citocromo epatico<br />

CYP 3A4, <strong>il</strong> che si può tradurre <strong>in</strong> un’elevazione significativa<br />

dei livelli plasmatici delle stat<strong>in</strong>e stesse, con conseguente,<br />

aumentato rischio di tossicità epatica e soprattutto<br />

a carico del muscolo scheletrico (con esito <strong>in</strong><br />

aumentato rischio di epatite acuta, miopatia, e rabdomiolisi).<br />

A questo proposito, giova ricordare che <strong>il</strong><br />

paziente HIV-positivo è già esposto ad un superiore<br />

rischio di alterazioni a carico del muscolo scheletrico e<br />

ad acidosi lattica [28-30], da attribuire per lo più alla tossicità<br />

mitocondriale <strong>in</strong>dotta dagli analoghi nucleosidici<br />

<strong>in</strong>ibitori della trascriptasi <strong>in</strong>versa di HIV (NRTI) [16, 19,<br />

31]. D’altro canto, la fluvastat<strong>in</strong>a viene <strong>in</strong>vece metabolizzata<br />

ad opera del citocromo epatico CYP 2C9, mentre<br />

la pravastat<strong>in</strong>a non è significativamente metabolizzata<br />

dall’<strong>in</strong>tero sistema dei citocromi epatici, cosicché questi<br />

due ultimi farmaci rappresentano le molecole di scelta<br />

nell’ambito della classe delle stat<strong>in</strong>e, per <strong>il</strong> loro ridotto<br />

rischio di <strong>in</strong>terazioni farmacologiche. Risulta qu<strong>in</strong>di<br />

ragionevole raccomandare l’impiego di pravastat<strong>in</strong>a (a<br />

dosi <strong>in</strong>iziali comprese tra 20 e 40 mg/die), di fluvastat<strong>in</strong>a<br />

(al dosaggio di attacco di 20-40 mg/die), oppure di<br />

atorvastat<strong>in</strong>a (alla posologia <strong>in</strong>iziale di 10 mg/die), come<br />

terapie di prima l<strong>in</strong>ea dell’ipercolesterolemia nei pazienti<br />

HIV-positivi trattati con <strong>in</strong>ibitori delle proteasi, mentre<br />

si dovrebbe evitare la somm<strong>in</strong>istrazione di simvastat<strong>in</strong>a<br />

e di lovastat<strong>in</strong>a, per <strong>il</strong> loro elevato grado di <strong>in</strong>terazione<br />

farmacologica con gli <strong>in</strong>ibitori delle proteasi [32-35]<br />

(Tabella 2). La rosuvastat<strong>in</strong>a è un <strong>in</strong>ibitore della HMG-Co<br />

A-riduttasi di più recente <strong>in</strong>troduzione, che ha dimostrato<br />

la maggiore potenza ipocolesterolemizzante rispetto<br />

al dosaggio giornaliero medio, rispetto a tutte le altre<br />

stat<strong>in</strong>e, e che possiede un metabolismo <strong>in</strong>dipendente<br />

dall’isoenzima 3A4 del citocromo epatico P450, cosic-<br />

65<br />

ché essa appare una molecola estremamente promettente<br />

nella gestione dei pazienti HIV-positivi <strong>in</strong> terapia<br />

con <strong>in</strong>ibitori delle proteasi, come dimostrato da uno studio-p<strong>il</strong>ota<br />

della durata di 24 settimane, condotto al<br />

dosaggio di 10 mg/die [36, 37]. Un composto di seconda<br />

scelta per <strong>il</strong> trattamento dell’ipercolesterolemia con<br />

prevalenza di colesterolo LDL è l’ezetimibe, di cui non<br />

sono però disponib<strong>il</strong>i esperienze effettuate <strong>in</strong> corso di<br />

malattia da HIV e terapia antiretrovirale.<br />

In term<strong>in</strong>i pratici, nell’eventualità <strong>in</strong> cui nel paziente<br />

HIV-positivo trattato con HAART predom<strong>in</strong>i l’ipertrigliceridemia<br />

(situazione particolarmente frequente <strong>in</strong><br />

corso di trattamento con la maggior parte degli <strong>in</strong>ibitori<br />

delle proteasi), i fibrati rappresentano <strong>il</strong> trattamento<br />

farmacologico di elezione, anche stavolta come nella<br />

popolazione generale. Tuttavia, non si può non sottol<strong>in</strong>eare<br />

che questi ultimi composti vengono metabolizzati<br />

dagli isoenzimi del citocromo epatico P450, ma l’isoenzima<br />

più profondamente co<strong>in</strong>volto è <strong>il</strong> CYP 4A, che<br />

non <strong>in</strong>terferisce sul metabolismo degli <strong>in</strong>ibitori delle<br />

proteasi di HIV. La somm<strong>in</strong>istrazione di gemfibroz<strong>il</strong> (alla<br />

dose di 600 mg, due volte al giorno), e dei più recenti<br />

bezafibrato (alla posologia di 400 mg/die) e di fenofibrato<br />

(alla dose di 200 mg/die), determ<strong>in</strong>a generalmente<br />

un sufficiente controllo dell’ipertrigliceridemia,<br />

con qualche effetto aggiuntivo (non superiore al 10-<br />

15%) anche su un’eventuale, concomitante ipercolesterolemia<br />

[15, 16, 38].<br />

Come più volte accennato, sul versante pratico appare<br />

tuttavia r<strong>il</strong>evante la frequente coesistenza di ipercolesterolemia<br />

e di ipertrigliceridemia marcate (iperlipidemia<br />

mista severa), <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> trattamento concomitante<br />

con stat<strong>in</strong>e e con fibrati appare ad elevato rischio di tossicità<br />

muscolare ed epatica, soprattutto nei pazienti con<br />

<strong>in</strong>fezione da HIV <strong>in</strong> trattamento con HAART, spesso portatori<br />

di epatiti virali croniche, e già esposti alla tossicità<br />

mitocondriale <strong>in</strong>dotta prevalentemente dai farmaci<br />

NRTI [28]. Anche la possib<strong>il</strong>ità di alternare cicli di trattamento<br />

con stat<strong>in</strong>e e con fibrati, a seconda della prevalenza<br />

momentanea dell’una o dell’altra condizione di<br />

iperlipidemia non appare scevra da seri rischi, sul versante<br />

dell’aderenza terapeutica dei pazienti, e del<br />

rischio di un’erronea, pericolosa co-assunzione di<br />

ambedue le classi farmacologiche. Più che della niac<strong>in</strong>a<br />

(farmaco non disponib<strong>il</strong>e <strong>in</strong> Italia, e potenzialmente<br />

associato ad un aumentato rischio di iperglicemia, iperuricemia<br />

e rash cutanei), l’iperlipidemia mista con prevalenza<br />

di ipertrigliceridemia, quale quella correntemente<br />

r<strong>il</strong>evata nei pazienti HIV-positivi che ricevono <strong>in</strong>ibitori<br />

delle proteasi, si può grandemente avvantaggiare<br />

della somm<strong>in</strong>istrazione contemporanea di stat<strong>in</strong>e e di<br />

acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi omega-3 [15, 16, 39-41]. Per<br />

questi ultimi derivati non esistono contro<strong>in</strong>dicazioni né<br />

<strong>in</strong>terferenze farmacologiche di sorta, e le esperienze<br />

f<strong>in</strong>ora disponib<strong>il</strong>i avrebbero dimostrato un effetto significativamente<br />

superiore a quello della sola dieta e dell’esercizio<br />

fisico personalizzato, anche se i livelli di caduta<br />

dei trigliceridi sierici non raggiungono quelli otteni-

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