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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />
Tabella 2. Raccomandazioni su cui basare la scelta del trattamento farmacologico <strong>in</strong>iziale della dislipidemia <strong>in</strong> corso<br />
di <strong>in</strong>fezione da HIV trattata con terapie antiretrovirali di comb<strong>in</strong>azione (HAART).<br />
Alterazioni dell’assetto<br />
lipidico plasmatico<br />
Rialzo dei livelli di colesterolo LDL,<br />
oppure rialzo del colestesterolo non-<br />
HDL, <strong>in</strong> presenza di trigliceridemia elevata<br />
(200-500 mg/dL)<br />
Ipertrigliceridemia elevata (livelli plasmatici<br />
superiori a 500 mg/dL)<br />
<strong>in</strong>tervenendo qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>direttamente sulla prevenzione<br />
del rischio cardiovascolare globale. Pazienti <strong>in</strong> condizioni<br />
di sovrappeso od obesità, dovrebbero operare una<br />
restrizione dell’apporto calorico e soprattutto lipidico e<br />
di zuccheri semplici, e rientrare per quanto possib<strong>il</strong>e nel<br />
loro peso-forma ideale. La sostituzione di grassi saturi<br />
con grassi <strong>in</strong>saturi non idrogenati, un’aumentata <strong>in</strong>troduzione<br />
di acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi omega-3 derivati da<br />
pesce, olio di pesce, o vegetali (o provenienti da preparazioni<br />
farmacologiche) [16, 17], e l’implementazione<br />
di una dieta ricca di frutta, verdura, legumi, e cereali<br />
<strong>in</strong>teri, con <strong>in</strong>troito contenuto di far<strong>in</strong>e raff<strong>in</strong>ate, gioca<br />
un ruolo favoreovole sulla prognosi cardiovascolare. Più<br />
discutib<strong>il</strong>e la riduzione dell’<strong>in</strong>troito di latte e derivati,<br />
che se da una parte contribuisce a ridurre <strong>il</strong> carico di<br />
lipidi saturi, d’altra parte non contribuisce alla correzione<br />
di altri evento <strong>in</strong>desiderato a lungo term<strong>in</strong>e dell’<strong>in</strong>fezione<br />
da HIV e dell’HAART, quali l’osteopenia e<br />
l’osteoporosi [18]. Nel complesso, l’<strong>in</strong>sieme degli <strong>in</strong>terventi<br />
programmati e “centrati” sulle abitud<strong>in</strong>i di vita del<br />
s<strong>in</strong>golo paziente, basati su consigli dietetici e su un<br />
<strong>in</strong>cremento pianificato dell’esercizio fisico, sono <strong>in</strong><br />
grado di generare una caduta significativa della colesterolemia<br />
totale (compresa tra l’10% ed <strong>il</strong> 25% rispetto al<br />
basel<strong>in</strong>e) [19, 20]. Spesso purtroppo tali <strong>in</strong>terventi non<br />
sono <strong>in</strong> grado di modificare <strong>in</strong> misura r<strong>il</strong>evante <strong>il</strong> rischio<br />
di eventi vascolari, per l’elevata iperlipidemia, e per la<br />
concomitanza di una terapia HAART che cont<strong>in</strong>ua a<br />
favorire tale condizione dismetabolica.<br />
Diverse esperienze hanno <strong>in</strong>oltre dimostrato che rimpiazzando<br />
un <strong>in</strong>ibitore delle proteasi (IP) con gli NNRTI<br />
nevirap<strong>in</strong>a ed efavirenz, o con i recenti analoghi nucleosidici/nucleotidici<br />
abacavir e tenofovir <strong>in</strong> pazienti con<br />
situazione viro-immunologica controllata nel corso del<br />
precedente regime HAART l’efficacia cl<strong>in</strong>ica può essere<br />
favorevolmente mantenuta nel tempo, controllando nel<br />
Terapia di prima scelta<br />
(grado di evidenza*)<br />
Stat<strong>in</strong>e (B1):<br />
- pravastat<strong>in</strong>a, 20-40 mg/die<br />
- atorvastat<strong>in</strong>a, 10 mg/die<br />
- fluvastat<strong>in</strong>a, 20-40 mg/die<br />
Fibrati (B1):<br />
- gemfibroz<strong>il</strong>, 600 mg due volte al<br />
giorno<br />
- fenofibrato, 200 mg/die<br />
- bezafibrato, 400 mg/die<br />
64<br />
Alternative<br />
(grado di evidenza*)<br />
Fibrati (C1), oppure niac<strong>in</strong>a (C3)<br />
Acidi grassi pol<strong>in</strong>saturi omega-3<br />
(B1), oppure niac<strong>in</strong>a (C3)<br />
*Grado di evidenza:<br />
- forza della raccomandazione:<br />
B: evidenza moderata;<br />
C: evidenza modesta<br />
- qualità dell’evidenza:<br />
1: evidenza basata su uno o più studi randomizzati controllati;<br />
2: evidenza basata su uno o più studi cl<strong>in</strong>ici ben disegnati, ma non randomizzati, effettuati su studi caso-controllo, o su molteplici studi osservazionali (casistiche);<br />
3: raccomandazioni derivanti dal parere esperto di op<strong>in</strong>ion leader del settore<br />
contempo l’eventuale dislipidemia, e per lo più migliorando<br />
l’aderenza del paziente, attraverso la somm<strong>in</strong>istrazione<br />
di un m<strong>in</strong>or numero di p<strong>il</strong>lole, da assumere <strong>in</strong><br />
meno dosi quotidiane refratte. Tuttavia, <strong>il</strong> rischio di fallimento<br />
virologico e quello di <strong>in</strong>duzione e diffusione di<br />
resistenze (soprattutto <strong>in</strong> corso di impiego di farmaci<br />
dotati di <strong>in</strong>feriore potenza antiretrovirale <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca),<br />
rappresenta un’entità da non sottovalutare nei pazienti<br />
<strong>in</strong> cui già <strong>il</strong> regime di base non risultava virologicamente<br />
del tutto soppressivo [21, 22]. In una <strong>in</strong>teressante<br />
metanalisi pubblicata nell’anno 2003, Bucher et al. [22]<br />
hanno confrontato efficacia e sicurezza della cont<strong>in</strong>uazione<br />
di un’HAART basata su <strong>in</strong>ibitori delle proteasi, nei<br />
confronti di uno switch dagli <strong>in</strong>bitori delle proteasi verso<br />
abacavir, nevirap<strong>in</strong>a o efavirenz. Il più r<strong>il</strong>evante beneficio<br />
sui lipidi plasmatici si è registrato nei soggetti che<br />
sono passati da IP al nucleosidico abacavir, ma proprio<br />
tale cambio terapeutico era gravato dai più elevati rischi<br />
di fallimento virologico, <strong>in</strong> particolare nei pazienti con<br />
pregressa terapia antitretrovirale di attività subottimale<br />
[22]. Significativi miglioramenti dell’assetto lipidico<br />
venivano segnalati anche dopo sostituzione dell’analogo<br />
nucleosidico stavud<strong>in</strong>a con abacavir o con tenofovir<br />
[23-25], o dopo aver rimpiazzato gli <strong>in</strong>ibitori delle proteasi<br />
di precedente generazione con l’atazanavir, un<br />
nuovo IP azapeptidico, <strong>in</strong> genere associato ad un prof<strong>il</strong>o<br />
di lipidi plasmatici significativamente più favorevole<br />
rispetto a tutti i predecessori di questa classe farmacologica<br />
[26, 27] (Figura 3).<br />
In caso di fallimento o di esito <strong>in</strong>soddisfacente delle<br />
strategie sopra menzionate, l’<strong>in</strong>serimento di una terapia<br />
ipolipemizzante diviene <strong>in</strong>eludub<strong>il</strong>e quando le modificazioni<br />
dello st<strong>il</strong>e di vita, della dieta, l’<strong>in</strong>cremento dell’attività<br />
fisica, e la modificazione dell’HAART si siano dimostrati<br />
<strong>in</strong>efficaci, siano irrealizzab<strong>il</strong>i, o a rischio di fallimento<br />
terapeutico o di tossicità aggiuntiva, ed <strong>in</strong> presenza di