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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />
Figura 1: Interazioni molteplici tra <strong>in</strong>fezione da HIV, terapia comb<strong>in</strong>ata con HAART, e danno endoteliale nella patogenesi dell’accelerata<br />
aterogenesi, secondo l’elegante modello recentemente proposto da K. De Gaetano Donati et al. [5].<br />
cata proprio grazie alle terapie antiretrovirali di comb<strong>in</strong>azione<br />
[2, 3]. Recenti dati patogenetici suggeriscono<br />
<strong>in</strong>oltre che una disfunzione endoteliale, un’alterata fibr<strong>in</strong>olisi,<br />
e la compresenza di processi <strong>in</strong>fiammatori locali,<br />
possano essere più comuni tra i pazienti HIV-positivi<br />
rispetto alla popolazione generale [4, 5], contribuendo<br />
all’<strong>in</strong>sorgenza di dismetabolismo ed all’accresciuto<br />
rischio cardiovascolare (Figura 1). Sul versante cl<strong>in</strong>ico,<br />
l’osservazione di un’<strong>in</strong>spessimento degli strati medio<strong>in</strong>timali<br />
delle arterie carotidi e <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di placche ateromasiche<br />
e di calcificazioni a livello delle arterie coronarie,<br />
rappresentano evidenti segni di un’aumentata e<br />
soprattutto accelerata aterogenesi <strong>in</strong> corso di malattia<br />
da HIV trattata con HAART [6], che sempre più spesso si<br />
complica con una precoce predisposizione alla malattia<br />
metabolica ed all’ipertensione arteriosa. Nonostante che<br />
l’astensione dal fumo, un regime dietetico ipolipidemico,<br />
e l’<strong>in</strong>cremento dell’attività fisica, siano ampiamente<br />
consigliati ai pazienti con <strong>in</strong>fezione da HIV e possano<br />
contribuire ad ottenere un miglioramento del quadro<br />
dislipidemico e dell’eventuale, concomitante <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>oresistenza,<br />
la modifica degli schemi HAART tradizionali<br />
con la sostituzione dell’<strong>in</strong>ibitore delle proteasi con altri<br />
farmaci (es. <strong>in</strong>ibitori non-nucleosidici della trascriptasi<br />
<strong>in</strong>versa, o non-nucleoside reverse transcriptase <strong>in</strong>hibitors o<br />
NNRTI, quali efavirenz e nevirap<strong>in</strong>a), e degli <strong>in</strong>ibitori<br />
60<br />
nucleosidici (NRTI) ritenuti a più elevata tossicità mitocondriale<br />
(es. stavud<strong>in</strong>a, zalcitab<strong>in</strong>a, didanos<strong>in</strong>a, zidovud<strong>in</strong>a)<br />
con molecole di nuova generazione (es. abacavir,<br />
tenofovir), nella maggioranza dei casi si deve tuttavia<br />
ricorrere ad una terapia farmacologica aggiuntiva (ipolipemizzante<br />
e/o ipoglicemizzante), <strong>in</strong> presenza di <strong>in</strong>dici<br />
di rischio elevati e di una persistenza prolungata nel<br />
tempo delle alterazioni laboratoristiche. Purtroppo, l’aggiunta<br />
di ulteriori trattamenti farmacologici, oltre a<br />
costituire un aggiuntivo ostacolo psicologico e a rappresentare<br />
un aumentato rischio di ridotta aderenza da<br />
parte dei pazienti, deve tener conto di problematiche<br />
aggiuntive derivanti dalle <strong>in</strong>terazioni farmacologiche<br />
con gli antiretrovirali e con altri farmaci eventualmente<br />
prescritti, e dalla tossicità <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca di stat<strong>in</strong>e, fibrati,<br />
ipoglicemizzanti orali, ed altre molecole, <strong>in</strong> soggetti già<br />
predisposti ad eventi avversi farmacologici, quali i soggetti<br />
affetti da <strong>in</strong>fezione da HIV ed AIDS [7, 8] (Figura 2).<br />
GESTIONE E TRATTAMENTO DELLA DISLIPIDEMIA<br />
IN CORSO DI INFEZIONE DA HIV<br />
L<strong>in</strong>ee-guida e generalità<br />
Poiché casistiche aneddotiche, studi osservazionali