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al 7.5%) quando un solo test è positivo (23). Nel<br />

gruppo con test positivo, si salva una vita applicando<br />

9 defibr<strong>il</strong>latori; nel gruppo con test negativo si<br />

salva una vita applicando 76 defibr<strong>il</strong>latori (24). Non<br />

sono stati ancora pubblicati nemmeno i risultati<br />

def<strong>in</strong>itivi del MASTER, Microvolt T Wave Alternans<br />

Test<strong>in</strong>g for Risk Stratification, studio aperto non randomizzato,<br />

che ha arruolato 575 pazienti con pregresso<br />

<strong>in</strong>farto miocardico e FE _ 2.5 mg/dl; la mortalità da ogni<br />

causa dopo 2 anni è del 43% (con morte prevalentemente<br />

non improvvisa) e non è modificata<br />

dall’impianto del defibr<strong>il</strong>latore. Gli altri pazienti<br />

(def<strong>in</strong>iti “non a rischio alto”) sono stratificati con<br />

un sistema a punteggio di 5 variab<strong>il</strong>i cl<strong>in</strong>iche, ricavate<br />

con analisi multivariata: 1. classe NYHA > II;<br />

2. presenza di fibr<strong>il</strong>lazione atriale; 3. durata del<br />

QRS > 120 ms; 4. età > 70 anni; 5. BUN > 26<br />

mg/dl (ma < 50 mg/dl; <strong>in</strong> caso contrario <strong>il</strong> paziente<br />

sarebbe “ad alto rischio”); ad ognuna di queste<br />

variab<strong>il</strong>i è attribuito un valore 1, con un range che<br />

va da 0 a >_ 3. E’ possib<strong>il</strong>e <strong>in</strong> tal modo dist<strong>in</strong>guere<br />

un secondo gruppo con rischio basso e un terzo<br />

con rischio <strong>in</strong>termedio. Il secondo gruppo è costituito<br />

da 345 pazienti (un terzo di tutta la serie)<br />

con score di O (assenza delle 5 variab<strong>il</strong>i cl<strong>in</strong>iche<br />

analizzate); la mortalità da ogni causa dopo 2<br />

anni è dell’8% e l’applicazione del defibr<strong>il</strong>latore<br />

non apporta alcun beneficio. Il pattern di rischio<br />

può cambiare <strong>in</strong> un follow-up più lungo; le variab<strong>il</strong>i<br />

<strong>in</strong>fatti variano d<strong>in</strong>amicamente: i pazienti<br />

diventano più anziani, <strong>il</strong> compenso può deteriorarsi,<br />

può comparire fibr<strong>il</strong>lazione atriale ecc. Il<br />

terzo gruppo è quello più numeroso: è costituito<br />

dai 786 pazienti con score >_ 1; la mortalità da<br />

ogni causa dopo 2 anni è del 28% (<strong>in</strong>termedia<br />

35<br />

E. Enia La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca. V° Defibr<strong>il</strong>latore e CRT. Analisi cost-effectiveness<br />

rispetto a quella dei due gruppi precedenti); questi<br />

pazienti hanno <strong>il</strong> maggior vantaggio dall’impianto<br />

del defibr<strong>il</strong>latore: riduzione del rischio di<br />

morte del 49%; <strong>il</strong> beneficio è maggiore <strong>in</strong> chi ha<br />

soltanto 1 o 2 fattori di rischio (metà circa di tutta<br />

la popolazione).<br />

2. Per l’<strong>in</strong>dicazione all’impianto del defibr<strong>il</strong>latore è<br />

necessaria un’attesa di vita con buono stato funzionale<br />

maggiore di un anno; questa non è richiesta<br />

formalmente per l’applicazione della CRT.<br />

Questa attesa di vita deve essere valutata tenendo<br />

conto di vari fattori: condizione generale del<br />

paziente, età biologica, comorbidità che possono<br />

<strong>in</strong>fluenzare la prognosi ecc.<br />

3. I pazienti <strong>in</strong> classe IV non hanno <strong>in</strong>dicazione all’impianto<br />

del defibr<strong>il</strong>latore ma hanno <strong>in</strong>dicazione alla<br />

CRT (pur con la precisazione della ACC/AHA: IV<br />

classe ambulatoriale). Nel mondo del trial randomizzato<br />

la percentuale dei pazienti <strong>in</strong> IV classe va<br />

dal 6% del CARE-HF (2) al 14% del COMPANION<br />

(1); nel mondo reale questa percentuale è più alta.<br />

Se l’impianto della CRT riesce, <strong>il</strong> paziente <strong>in</strong> classe<br />

IV ha una probab<strong>il</strong>ità teorica del 70% (considerando<br />

la percentuale media di non-responder) di passare<br />

almeno <strong>in</strong> classe III; acquisterà cioè l’<strong>in</strong>dicazione<br />

all’impianto del defibr<strong>il</strong>latore. In base a tale<br />

previsione è opportuno applicare subito <strong>il</strong> defibr<strong>il</strong>latore<br />

o bisogna aspettare <strong>il</strong> miglioramento di classe<br />

e aggiornare dopo <strong>il</strong> sistema? Quale delle due<br />

tattiche è più cost-effective? La domanda ancora<br />

non ha una risposta soddisfacente.<br />

4. I pazienti <strong>in</strong> classe II hanno una <strong>in</strong>dicazione all’impianto<br />

del defibr<strong>il</strong>latore ma non alla CRT. La mortalità<br />

aumenta proporzionalmente alla gravità<br />

dello scompenso cardiaco e qu<strong>in</strong>di alla classe<br />

NYHA; però <strong>il</strong> rapporto morte improvvisa/morte<br />

globale è più alto nei pazienti con scompenso<br />

meno severo: frequenza di morte improvvisa 64%<br />

<strong>in</strong> classe II, 59% <strong>in</strong> classe III, 33% <strong>in</strong> classe IV (27);<br />

<strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i i pazienti con scompenso lieve<br />

hanno una più alta <strong>in</strong>cidenza di morte improvvisa<br />

mentre quelli con scompenso severo hanno una<br />

più alta <strong>in</strong>cidenza di morte per deterioramento<br />

dello scompenso; <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti la morte<br />

improvvisa è un evento frequente anche nelle classi<br />

più severe: 59% di tutte le morti nella classe III e<br />

33% nella classe IV (27).<br />

Le costruzioni basate sulla classe funzionale NYHA<br />

devono però confrontarsi con una obiezione diffic<strong>il</strong>mente<br />

superab<strong>il</strong>e: non sempre la classe NYHA è<br />

chiaramente def<strong>in</strong>ib<strong>il</strong>e. Questa classificazione<br />

<strong>in</strong>fatti è doppiamente soggettiva: consiste <strong>in</strong> un<br />

giudizio soggettivo del medico espresso vagliando<br />

elementi soggettivi narrati dal paziente; non riflette<br />

la gravità oggettiva o la stab<strong>il</strong>ità/<strong>in</strong>stab<strong>il</strong>ità del<br />

quadro cl<strong>in</strong>ico, che deve essere valutata <strong>in</strong> altro<br />

modo, articolando elementi cl<strong>in</strong>ici, strumentali,<br />

biochimici e parametri funzionali.

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