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erano non-responder dopo 6 mesi; quelli con un’attivazione<br />

ris<strong>in</strong>cronizzante > 20% erano responder dopo 6<br />

mesi (14). La conclusione degli AA è meno lapalissiana<br />

di quanto sembra: “left ventricular resynchronization<br />

is mandatory for response to cardiac resynchronization<br />

therapy”.<br />

E’ stata f<strong>in</strong>o ad ora <strong>in</strong>soddisfacente la ricerca di elementi<br />

cl<strong>in</strong>ici e/o strumentali che, potendo predire la<br />

risposta (o la non risposta) alla CRT, permettano una<br />

migliore selezione del paziente. Nessuno dei criteri di<br />

selezione standard predice prima dell’impianto la<br />

risposta; neanche la durata del QRS di base (15).<br />

Vi sono alcune possib<strong>il</strong>i spiegazioni della non-risposta.<br />

1. La posizione non ottimale dell’elettrodo, che<br />

deve essere <strong>il</strong> più vic<strong>in</strong>o possib<strong>il</strong>e alla zona con<br />

attivazione più ritardata.<br />

2. La presenza, <strong>in</strong> corrispondenza dell’elettrocatetere,<br />

di un’ampia zona di tessuto cicatriziale non<br />

vitale che ostacola la normale attivazione del<br />

miocardio, pur <strong>in</strong> presenza di as<strong>in</strong>cronia di base<br />

(16). E’ possib<strong>il</strong>e calcolare uno score di cicatrizzazione<br />

quantificando la cicatrice da 0 (assenza) a<br />

4 (vistosa); <strong>in</strong> una mappa di 17 segmenti, lo score<br />

va da 0 a 68 (17x4); la non-risposta alla CRT può<br />

dipendere dalla quantità totale di miocardio cicatriziale<br />

(valutata con imag<strong>in</strong>g di perfusione miocardica),<br />

dal numero di segmenti co<strong>in</strong>volti e dalla<br />

densità della cicatrice <strong>in</strong> corrispondenza del catetere<br />

per <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro (17).<br />

3. La mancanza di una adeguata quantità di miocardio<br />

vitale, non soltanto <strong>in</strong> corrispondenza dell’elettrodo.<br />

In una piccola serie di 31 pazienti è<br />

stata studiata la riserva contratt<strong>il</strong>e miocardia con<br />

<strong>in</strong>fusione di dobutam<strong>in</strong>a a piccole dosi prima dell’applicazione<br />

della CRT. Un miglioramento della<br />

riserva contratt<strong>il</strong>e globale con aumento della FE >_<br />

7.5% predice la risposta alla CRT dopo 6 mesi,<br />

come reverse remodel<strong>in</strong>g (dim<strong>in</strong>uzione del volume<br />

telesistolico del ventricolo s<strong>in</strong>istro >_ 15%),<br />

con una sensib<strong>il</strong>ità del 76% e una specificità<br />

dell’86%; la riserva contratt<strong>il</strong>e locale nella regione<br />

del pac<strong>in</strong>g ventricolare s<strong>in</strong>istro (con l’analisi<br />

speckle-track<strong>in</strong>g) è presente solo nei responder<br />

(18).<br />

4. L’assenza di as<strong>in</strong>cronia ventricolare, prima dell’impianto,<br />

nonostante l’aumento della durata<br />

del QRS. Pazienti con un ritardo meccanico _ 15% della FE) nel 95% dei casi; se vi<br />

è un solo pattern di as<strong>in</strong>cronia la risposta alla CRT<br />

è predetta nel 59% dei casi; se entrambe le as<strong>in</strong>-<br />

19<br />

cronie sono negative la risposta alla CRT è predetta<br />

soltanto nel 21% dei casi (20).<br />

5. Diaz-Infante et al hanno r<strong>il</strong>evato come la presenza<br />

contemporanea di etiologia ischemica, severa<br />

<strong>in</strong>sufficienza mitralica e diametro telediastolico<br />

del ventricolo s<strong>in</strong>istro > 75 mm comporti una<br />

probab<strong>il</strong>ità di risposta alla CRT del 27% soltanto<br />

(21). Anche la presenza o la comparsa di fibr<strong>il</strong>lazione<br />

atriale è stata considerata responsab<strong>il</strong>e di<br />

non-risposta.<br />

6. Il remodel<strong>in</strong>g ventricolare è legato alla downregulation<br />

dell’espressione di geni che regolano la<br />

contratt<strong>il</strong>ità cardiaca; la risposta cronica alla CRT<br />

(reverse remodel<strong>in</strong>g) è correlata con l’upregulation<br />

degli stessi geni, attraverso la normalizzazione<br />

della produzione di prote<strong>in</strong>e contratt<strong>il</strong>i, peptidi<br />

natriuretici e sostanze che modulano <strong>il</strong> metabolismo<br />

del calcio. Questa upregulation manca nei<br />

non-responder, che hanno un paradossale prof<strong>il</strong>o<br />

molecolare migliore dei responder, con remodel<strong>in</strong>g<br />

molecolare di base di m<strong>in</strong>or entità e qu<strong>in</strong>di<br />

m<strong>in</strong>ore probab<strong>il</strong>ità di trarre beneficio dalla<br />

CRT(22). Uno dei campi più stimolanti della<br />

ricerca è lo studio del remodel<strong>in</strong>g molecolare che<br />

è alla base del remodel<strong>in</strong>g più grossolano delle<br />

cavità cardiache; tra le prospettive auspicab<strong>il</strong>i, la<br />

conferma che l’espressione genica di base possa<br />

predire meglio la risposta alla CRT.<br />

4. Il follow-up.<br />

E. Enia La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca. II° Impianto e ottimizzazione del sistema<br />

Il paziente con CRT va seguito con periodici controlli<br />

cl<strong>in</strong>ici, elettrocardiografici, laboratoristici (dosaggio<br />

di BNP) e strumentali (ecocardiografia) per confermare<br />

<strong>il</strong> successo dell’impianto e per monitorarne <strong>il</strong> funzionamento.<br />

Può accadere <strong>in</strong>fatti che <strong>il</strong> device perda la<br />

sua capacità di catturare <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro e qu<strong>in</strong>di<br />

di ris<strong>in</strong>cronizzare; <strong>in</strong> questo caso si perdono i benefici<br />

della CRT, con progressivo deterioramento cl<strong>in</strong>ico. In<br />

una serie di 443 pazienti con CRT riuscita, <strong>in</strong> un follow-up<br />

medio di 2.5 anni si aveva una <strong>in</strong>terruzione<br />

della CRT <strong>in</strong> 161 pazienti (36%) (23). Le cause più frequenti<br />

erano la comparsa di aritmia atriale (18%) e la<br />

perdita della cattura del ventricolo s<strong>in</strong>istro (10%).<br />

Nella maggior parte dei casi è stato possib<strong>il</strong>e ricostituire<br />

la CRT, col riprist<strong>in</strong>o del ritmo s<strong>in</strong>usale o col riposizionamento<br />

dell’elettrodo per <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro.<br />

Alla f<strong>in</strong>e soltanto <strong>in</strong> 20 pazienti dei 443 (5%) la perdita<br />

della CRT era permanente.<br />

E’ possib<strong>il</strong>e diagnosticare la perdita della cattura del<br />

ventricolo s<strong>in</strong>istro con procedure semplici, senza ricorrere<br />

a complesse tecnologie? E’ possib<strong>il</strong>e con l’elettrocardiogramma<br />

standard, analizzando <strong>il</strong> rapporto R/S<br />

nelle derivazioni V1 e D1 (24). Dapprima si esam<strong>in</strong>a la<br />

derivazione precordiale V1; se <strong>il</strong> rapporto R/S è >_ 1, <strong>il</strong><br />

device cattura <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro; se <strong>il</strong> rapporto è < 1

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