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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />
E’ stata proposta anche una messa a punto ecocardiografica<br />
del sistema, def<strong>in</strong>ita “ottimizzazione”.<br />
La posizione dell’elettrocatetere <strong>in</strong> seno coronarico è<br />
ottimizzata ricercando la eventuale presenza di cicatrice<br />
e identificando la zona con più tardiva attivazione,<br />
che si trova nel 35% dei casi a livello della parete laterale,<br />
nel 26% a livello della parete anteriore, nel 23%<br />
a livello della parete posteriore e nel 16% a livello della<br />
parete <strong>in</strong>feriore/settale (9). Il catetere va posizionato<br />
<strong>il</strong> più vic<strong>in</strong>o possib<strong>il</strong>e a questa zona. E’ un momento<br />
fondamentale della tecnica: la CRT <strong>in</strong>fatti corregge<br />
l’as<strong>in</strong>cronia stimolando proprio la zona con attivazione<br />
spontanea più ritardata per anticiparne la contrazione.<br />
Un catetere posizionato <strong>in</strong> un punto sbagliato<br />
può teoricamente aggravare l’as<strong>in</strong>cronia.<br />
L’ottimizzazione atrio-ventricolare si ottiene valutando,<br />
col PW Doppler, <strong>il</strong> pattern di riempimento del ventricolo<br />
s<strong>in</strong>istro attraverso <strong>il</strong> flusso transmitralico. Si<br />
saggiano <strong>in</strong>tervalli atrio-ventricolari diversi (80, 120,<br />
140 e 160 ms) e si sceglie l’<strong>in</strong>tervallo che permette <strong>il</strong><br />
più lungo tempo di riempimento diastolico completo<br />
prima della contrazione ventricolare. Un <strong>in</strong>tervallo<br />
troppo lungo determ<strong>in</strong>a un ridotto riempimento con<br />
fusione dell’onda E con l’onda A; un <strong>in</strong>tervallo troppo<br />
corto determ<strong>in</strong>a un ridotto contributo atriale, con<br />
onda A troncata dalla chiusura della mitrale, <strong>in</strong>terrotta<br />
dall’<strong>in</strong>izio della sistole ventricolare. In genere l’ottimizzazione<br />
si traduce <strong>in</strong> un <strong>in</strong>tervallo atrio-ventricolare ><br />
140 ms (10).<br />
Per l’ottimizzazione <strong>in</strong>terventricolare si può optare o<br />
per un’attivazione ventricolare simultanea o per una<br />
pre-attivazione di 30 ms di uno dei ventricoli; metà<br />
dei pazienti si avvantaggia della pre-attivazione del<br />
ventricolo s<strong>in</strong>istro, l’altra metà della pre-attivazione<br />
del ventricolo destro (11). E’ considerato ottimale l’<strong>in</strong>tervallo<br />
che permette la miglior s<strong>in</strong>cronia <strong>in</strong>traventricolare<br />
testimoniata dalla maggior sovrapposizione<br />
delle curve del Doppler tissutale di due opposte pareti<br />
del ventricolo s<strong>in</strong>istro (per esempio laterale e settale<br />
<strong>in</strong> 4-camere o anteriore e <strong>in</strong>feriore <strong>in</strong> 2-camere).<br />
Qual è l’entità del vantaggio di una ottimizzazione<br />
atrio-ventricolare e <strong>in</strong>terventricolare “personalizzata”,<br />
ricercando i parametri emod<strong>in</strong>amicamente più efficaci,<br />
rispetto a una programmazione standard del device<br />
con <strong>in</strong>tervalli fissi (per esempio <strong>in</strong>tervallo atrio-ventricolare<br />
120 ms e attivazione ventricolare simultanea)?<br />
Nei pazienti con parametri ottimizzati, rispetto a quelli<br />
con parametri fissi, si ha un maggior aumento della<br />
gittata sistolica del ventricolo s<strong>in</strong>istro e, dopo 6 mesi,<br />
è coperta una distanza leggermente più lunga al 6<br />
m<strong>in</strong>ute walk<strong>in</strong>g test; l’ottimizzazione non riduce la percentuale<br />
di non-responder o l’estensione del reverse<br />
remodel<strong>in</strong>g ventricolare (12). L’ottimizzazione atrioventricolare<br />
e <strong>in</strong>terventricolare produce dunque soltanto<br />
un lieve <strong>in</strong>cremento dei benefici cl<strong>in</strong>ici della<br />
CRT; per questo motivo non è eseguita di rout<strong>in</strong>e: <strong>il</strong><br />
limitato vantaggio cl<strong>in</strong>ico non controb<strong>il</strong>ancia <strong>il</strong> costo e<br />
<strong>il</strong> tempo richiesto per la procedura. Si opta <strong>in</strong> genere<br />
18<br />
per una programmazione standard con <strong>in</strong>tervallo<br />
atrioventricolare tra 100 e 120 ms e attivazione <strong>in</strong>terventricolare<br />
simultanea. L’ottimizzazione è tentata soltanto<br />
<strong>in</strong> caso di non-risposta alla CRT.<br />
La ris<strong>in</strong>cronizzazione più ut<strong>il</strong>e <strong>in</strong>dotta dalla CRT è<br />
dunque quella <strong>in</strong>traventricolare che si ottiene col<br />
pac<strong>in</strong>g del ventricolo s<strong>in</strong>istro. Considerando che i vantaggi<br />
dell’ottimizzazione atrio-ventricolare e <strong>in</strong>terventricolare<br />
sono limitati, possiamo chiederci se, per i<br />
benefici della CRT, sia sufficiente la sola stimolazione<br />
ventricolare s<strong>in</strong>istra senza pac<strong>in</strong>g destro. Ancora non<br />
c’è una risposta attendib<strong>il</strong>e. Gaspar<strong>in</strong>i et al hanno<br />
pubblicato i risultati del trial randomizzato multicentrico<br />
BELIEVE (Bi versus left ventricular pac<strong>in</strong>g: an <strong>in</strong>ternational<br />
p<strong>il</strong>ot evaluation on heart fa<strong>il</strong>ure patients with<br />
ventricular arrhythmias) che ha confrontato la stimolazione<br />
biventricolare con la sola stimolazione del ventricolo<br />
s<strong>in</strong>istro <strong>in</strong> 69 pazienti seguiti per 12 mesi.<br />
Criteri di selezione: classe NYHA II-IV, FE _ 130 ms e<br />
<strong>in</strong>dicazione di classe I all’impianto di un defibr<strong>il</strong>latore.<br />
Il miglioramento della FE, la mortalità e la morb<strong>il</strong>ità<br />
sono paragonab<strong>il</strong>i nei 2 gruppi (13). Sono <strong>in</strong> corso di<br />
svolgimento altri trial: <strong>il</strong> CONTAK RENEWAL 2,<br />
l’EASYTRACK, <strong>il</strong> DECREASE-HF e <strong>il</strong> B-LEFT (Biventricular<br />
versus left univentricular pac<strong>in</strong>g with ICD <strong>in</strong> heart fa<strong>il</strong>ure<br />
patients trial).<br />
3. I non-responder.<br />
Un terzo circa dei pazienti (percentuale variab<strong>il</strong>e dal<br />
15 al 45% dei casi) non trae beneficio dalla CRT nonostante<br />
l’impianto sia stato correttamente <strong>in</strong>dicato ed<br />
eseguito a regola d’arte (4). Il mancato miglioramento<br />
è valutato con l’assenza dell’attesa variazione di criteri<br />
soft: qualità di vita, tolleranza alla sforzo, classe<br />
NYHA (miglioramento almeno di una classe), FE<br />
(<strong>in</strong>cremento del 15%), volume telesistolico (riduzione<br />
> 10%) ecc. La quantificazione del fenomeno è resa<br />
complicata dall’aleatorietà del criterio valutativo adoperato<br />
(la percentuale dei non-responder varia molto<br />
se <strong>in</strong>vece della riduzione del 10% si adotta la riduzione<br />
del 15% del volume telesistolico) e dal fatto che<br />
talora può comparire miglioramento cl<strong>in</strong>ico (secondario<br />
all’effetto placebo) <strong>in</strong> assenza di miglioramento dei<br />
parametri ecocardiografici. In effetti manca ancora<br />
una chiara def<strong>in</strong>izione di cosa sia la risposta alla CRT.<br />
In una serie di 100 pazienti consecutivi con CRT,<br />
dopo 6 mesi l’85% era responder (con una riduzione ><br />
10% del volume telesistolico del ventricolo s<strong>in</strong>istro) e<br />
<strong>il</strong> 15% non-responder. Tra i due gruppi non vi erano<br />
differenze cl<strong>in</strong>iche ed ecocardiografiche. In un’analisi<br />
multivariata l’unica differenza era la presenza immediata<br />
di ris<strong>in</strong>cronizzazione dopo l’impianto e la sua<br />
percentuale rispetto al totale delle attivazioni cardiache;<br />
<strong>in</strong> particolare i pazienti che presentavano subito<br />
dopo l’impianto un’attivazione ris<strong>in</strong>cronizzante < 20%