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Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008 Key words: risincronizzazione cardiaca, ottimizzazione non-responder @ 2008 ANCE Corresponding author: FRANCESCO ENIA VIA F. LISZT 47 - 90145 PALERMO E-MAIL: FRANCESCOENIA@GMAIL.COM La risincronizzazione cardiaca. II° Impianto e ottimizzazione del sistema Cardiac resynchronization therapy. II° Implantation and optimal device programming F. Enia UO Cardiologia II, AO “V. Cervello”, Palermo Centro di riferimento regionale per l’epidemiologia clinica dell’insufficienza cardiaca L’impianto della risincronizzazione cardiaca avviene secondo le modalità standard dell’impianto transvenoso di un pace-maker, utilizzando 3 elettrocateteri, uno posizionato in atrio destro, uno in ventricolo destro e il terzo in una vena posterolaterale tributaria del seno coronarico, da dove sia possibile stimolare il ventricolo sinistro. Alla CRT può essere associato anche l’impianto di un defibrillatore. Mortalità operatoria: 0.3%. Altre complicanze: 10%. Nel 10% dei casi l’impianto fallisce in genere per la difficoltà nel cateterizzare il seno coronarico e nel posizionare in modo ottimale l’elettrocatetere. In un terzo dei pazienti (non-responder) la risincronizzazione non determina alcun beneficio significativo. Cardiac resynchronization therapy involves implantation in the upper chest of a pulse generator from which three lead descend via veins into the heart. It involves simultaneous pacing of both the left and right ventricle with transvenous right-sided chamber lead placement similar to standard dual-chamber implantation and transvenous left ventricular lead usually placed via the coronary sinus into a lateral or posterior branch. A cardioverter-defibrillator function can be included with the pulse generator. The estimate of peri-operative death associated with CRT was 0.3%. There was a 10 % rate of complications, similar to those seen in standard pacemaker placement. In 10% of patients there was an implant failure due to the difficulty in accessing the coronary sinus. Approximately one third of patients are non-responder with no significant improvement after the implantation. (It.J.Practice cardiol. 1/2008) - http://www.ancecardio.it 1. Impianto della CRT e complicanze La risincronizzazione cardiaca (CRT: cardiac resynchronization therapy) è una modalità di stimolazione elettrica cardiaca che mira alla ri-sincronizzazione delle asincronie presenti nella disfunzione del ventricolo sinistro (quella tra atri e ventricoli, quella tra i due ventricoli e soprattutto quella intraventricolare) correggendo in tal modo il remodeling ventricolare con un processo di reverse remodeling. Alla CRT può essere associato l’impianto di un defibrillatore con lo stesso device (CRT-D). E’ possibile anche impiantare altri moduli che monitorizzano alcuni parametri: variazioni della frequenza cardiaca, impedenza intratoracica (dalla quale si possono ricavare notizie sui volumi dei fluidi) e status del livello di attività fisica (1). 16 L’impianto di CRT o di CRT-D avviene secondo le modalità standard dell’impianto transvenoso di un pace-maker, utilizzando 3 elettrocateteri (fig. 1). Un elettrocatetere è posizionato in atrio destro e uno in ventricolo destro, come in un impianto bicamerale standard; in tal modo è possibile assicurare la migliore sequenza di attivazione atrioventricolare, potendo modificare i parametri di stimolazione (compreso l’intervallo atrioventricolare). Un terzo elettrocatetere, sempre attraverso la stessa via venosa, è posizionato nel seno coronarico e da qui in una vena posterolaterale tributaria del seno, da dove sia possibile stimolare il ventricolo sinistro (dall’epicardio all’endocardio); in tal modo, insieme alla sincronia atrio-ventricolare, possiamo regolare la sincronia interventricolare e soprattutto correggere l’asin-

Figura 1: L’impianto di CRT avviene secondo le modalità standard dell’impianto transvenoso di pace-maker, utilizzando 3 elettrocateteri: uno è posizionato in atrio destro, uno in ventricolo destro, come in un impianto bicamerale standard; un terzo, sempre attraverso la stessa via venosa, è posizionato nel seno coronarico e da qui in una vena posterolaterale tributaria del seno, da dove sia possibile stimolare il ventricolo sinistro (dall’epicardio all’endocardio). cronia intraventricolare causa della ritardata attivazione in genere della parete posterolaterale del ventricolo sinistro. Questo terzo elettrocatetere, in caso di necessità, può anche essere inserito chirurgicamente sull’epicardio del ventricolo sinistro con una mini-toracotomia (che comporta anestesia generale e quindi un significativo aumento della mortalità e delle complicanze). La CRT è chiamata anche stimolazione biventricolare in quanto, con cateteri diversi, vengono stimolati entrambi i ventricoli, il destro dall’endocardio e il sinistro dall’epicardio. E’ stata sperimentata anche una stimolazione cosiddetta triangolare con due elettrocateteri per il ventricolo destro (uno nell’apice e uno nel tratto di efflusso) e uno per il ventricolo sinistro (nella posizione standard), in base all’osservazione che la stimolazione bifocale del ventricolo destro può migliorare l’asincronia del ventricolo sinistro, con meccanismi non ancora chiariti. In una piccola serie di 21 pazienti questa stimolazione ha determinato una migliore risincronizzazione, soprattutto della parete anteriore del ventricolo sinistro (2). 17 E. Enia La risincronizzazione cardiaca. II° Impianto e ottimizzazione del sistema La mortalità operatoria dell’impianto transvenoso della CRT è dello 0.3% (95% CI: 0.1-0.6%) (3). Le complicanze possono essere perioperatorie (dal giorno dell’impianto fino ai 7 giorni successivi) e postoperatorie (dall’ottavo giorno fino al sesto mese). La frequenza di problemi perioperatori è del 14%; quella dei postoperatori è del 10%. Alle complicanze tipiche dell’impianto di un pace-maker (pneumotorace, emotorace, perforazione cardiaca, ematoma, infezioni, sindrome della vena cava superiore, stimolazione diaframmatica, dislocazione dei cateteri ecc.) bisogna aggiungere la peculiare complicanza costituita dalla perforazione/dissecazione del seno coronarico nello 0.4-4% dei casi, in genere risolvibile senza sequele (il versamento pericardico con tamponamento è raro) (4). In un follow-up di 11 mesi compaiono problemi agli elettrocateteri (dislocazione ecc.) nel 6.6% di pazienti e malfunzionamenti del sistema nel 5% (3). Un reintervento si rende necessario nell’8% dei casi (5). Nel 10% dei casi l’impianto fallisce in genere per la difficoltà nel cateterizzare il seno coronarico e nel posizionare in modo ottimale l’elettrocatetere (punto cruciale della procedura). E’ necessaria una valutazione contrastografica preliminare dell’anatomia del seno coronarico per decelare anomalie del drenaggio venoso, stenosi o vasi di calibro insufficiente che possano precludere il successo dell’impianto. Questa anatomia può essere adeguatamente esplorata anche con la tomografia computerizzata multislice (6). Talora si manifestano imprevedibili problemi di sensing e di stimolazione, nonostante un posizionamento ottimale degli elettrocateteri. La presenza di fibrillazione atriale cronica e la dimensione antero-posteriore dell’atrio sinistro > 4.85 cm predicono l’insuccesso dell’impianto (7). Questi dati provengono dai centri che hanno partecipato ai trial clinici sull’argomento. Come avvicinare il mondo reale al mondo del trial? E’ necessario pretendere che l’addestramento dei medici che impiantano la CRT rispetti una precisa curva di apprendimento che richiede: 1. l’esecuzione in prima persona di almeno 200 procedure (tra studi elettrofisiologici, procedure interventistiche e impianti di pace-maker/defibrillatore) e 2. l’impianto in prima persona di almeno 50 CRT (8). Il rispetto di questa curva d’apprendimento assicura la stessa probabilità di successo dei trial (vicina al 90%). L’operatore mantiene la competenza impiantando almeno 20 CRT ogni anno (8). 2. Ottimizzazione del sistema. La programmazione iniziale del device comporta anzitutto la selezione della modalità di pacing (VDD, DDD, DDDR o VVIR), i limiti superiori e inferiori della frequenza di stimolazione e, in caso di CRT-D, i trigger che attivano la terapia antitachicardia.

Giornale Italiano di Cardiologia Pratica - It J Practice Cardiol Dicembre 2007-Marzo 2008<br />

Key words:<br />

ris<strong>in</strong>cronizzazione<br />

cardiaca,<br />

ottimizzazione<br />

non-responder<br />

@ 2008 <strong>ANCE</strong><br />

Correspond<strong>in</strong>g author:<br />

FR<strong>ANCE</strong>SCO ENIA<br />

VIA F. LISZT 47 -<br />

90145 PALERMO<br />

E-MAIL:<br />

FR<strong>ANCE</strong>SCOENIA@GMAIL.COM<br />

La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca.<br />

II° Impianto e ottimizzazione del sistema<br />

Cardiac resynchronization therapy.<br />

II° Implantation and optimal device<br />

programm<strong>in</strong>g<br />

F. Enia<br />

UO Cardiologia II, AO “V. Cervello”, Palermo<br />

Centro di riferimento regionale per l’epidemiologia cl<strong>in</strong>ica dell’<strong>in</strong>sufficienza cardiaca<br />

L’impianto della ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca avviene secondo le modalità standard dell’impianto transvenoso<br />

di un pace-maker, ut<strong>il</strong>izzando 3 elettrocateteri, uno posizionato <strong>in</strong> atrio destro, uno <strong>in</strong> ventricolo<br />

destro e <strong>il</strong> terzo <strong>in</strong> una vena posterolaterale tributaria del seno coronarico, da dove sia possib<strong>il</strong>e<br />

stimolare <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro. Alla CRT può essere associato anche l’impianto di un defibr<strong>il</strong>latore.<br />

Mortalità operatoria: 0.3%. Altre complicanze: 10%. Nel 10% dei casi l’impianto fallisce <strong>in</strong> genere<br />

per la difficoltà nel cateterizzare <strong>il</strong> seno coronarico e nel posizionare <strong>in</strong> modo ottimale l’elettrocatetere.<br />

In un terzo dei pazienti (non-responder) la ris<strong>in</strong>cronizzazione non determ<strong>in</strong>a alcun beneficio<br />

significativo.<br />

Cardiac resynchronization therapy <strong>in</strong>volves implantation <strong>in</strong> the upper chest of a pulse generator from<br />

which three lead descend via ve<strong>in</strong>s <strong>in</strong>to the heart. It <strong>in</strong>volves simultaneous pac<strong>in</strong>g of both the left and<br />

right ventricle with transvenous right-sided chamber lead placement sim<strong>il</strong>ar to standard dual-chamber<br />

implantation and transvenous left ventricular lead usually placed via the coronary s<strong>in</strong>us <strong>in</strong>to a lateral or<br />

posterior branch. A cardioverter-defibr<strong>il</strong>lator function can be <strong>in</strong>cluded with the pulse generator. The estimate<br />

of peri-operative death associated with CRT was 0.3%. There was a 10 % rate of complications,<br />

sim<strong>il</strong>ar to those seen <strong>in</strong> standard pacemaker placement. In 10% of patients there was an implant fa<strong>il</strong>ure<br />

due to the difficulty <strong>in</strong> access<strong>in</strong>g the coronary s<strong>in</strong>us. Approximately one third of patients are non-responder<br />

with no significant improvement after the implantation.<br />

(It.J.Practice cardiol. 1/2008) - http://www.ancecardio.it<br />

1. Impianto della CRT e complicanze<br />

La ris<strong>in</strong>cronizzazione cardiaca (CRT: cardiac<br />

resynchronization therapy) è una modalità<br />

di stimolazione elettrica cardiaca che<br />

mira alla ri-s<strong>in</strong>cronizzazione delle as<strong>in</strong>cronie<br />

presenti nella disfunzione del ventricolo s<strong>in</strong>istro<br />

(quella tra atri e ventricoli, quella tra i<br />

due ventricoli e soprattutto quella <strong>in</strong>traventricolare)<br />

correggendo <strong>in</strong> tal modo <strong>il</strong> remodel<strong>in</strong>g<br />

ventricolare con un processo di reverse<br />

remodel<strong>in</strong>g. Alla CRT può essere associato<br />

l’impianto di un defibr<strong>il</strong>latore con lo stesso<br />

device (CRT-D). E’ possib<strong>il</strong>e anche impiantare<br />

altri moduli che monitorizzano alcuni<br />

parametri: variazioni della frequenza cardiaca,<br />

impedenza <strong>in</strong>tratoracica (dalla quale si<br />

possono ricavare notizie sui volumi dei fluidi)<br />

e status del livello di attività fisica (1).<br />

16<br />

L’impianto di CRT o di CRT-D avviene<br />

secondo le modalità standard dell’impianto<br />

transvenoso di un pace-maker, ut<strong>il</strong>izzando 3<br />

elettrocateteri (fig. 1). Un elettrocatetere è<br />

posizionato <strong>in</strong> atrio destro e uno <strong>in</strong> ventricolo<br />

destro, come <strong>in</strong> un impianto bicamerale<br />

standard; <strong>in</strong> tal modo è possib<strong>il</strong>e assicurare<br />

la migliore sequenza di attivazione atrioventricolare,<br />

potendo modificare i parametri<br />

di stimolazione (compreso l’<strong>in</strong>tervallo atrioventricolare).<br />

Un terzo elettrocatetere, sempre<br />

attraverso la stessa via venosa, è posizionato<br />

nel seno coronarico e da qui <strong>in</strong> una<br />

vena posterolaterale tributaria del seno, da<br />

dove sia possib<strong>il</strong>e stimolare <strong>il</strong> ventricolo s<strong>in</strong>istro<br />

(dall’epicardio all’endocardio); <strong>in</strong> tal<br />

modo, <strong>in</strong>sieme alla s<strong>in</strong>cronia atrio-ventricolare,<br />

possiamo regolare la s<strong>in</strong>cronia <strong>in</strong>terventricolare<br />

e soprattutto correggere l’as<strong>in</strong>-

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