Ridimensionatevi - Breve storia di un "giornale"
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Agorà<br />
www.agoraonline.too.it ANNO V NR. 4. 6 maggio 2002 € 1,29<br />
TUTTI I SILENZI DELLA<br />
POLITICA.<br />
In consiglio com<strong>un</strong>ale<br />
passa <strong>un</strong> bilancio blindato.<br />
E sulla questione<br />
dell’aumento<br />
delle indennità<br />
ness<strong>un</strong>o <strong>di</strong>ce nulla.<br />
In aula c’erano<br />
i soli consiglieri<br />
della maggioranza<br />
Soli al comando<br />
TUTTI I DIFETTI<br />
DEL PIANO REGOLATORE.<br />
In 20 pagine<br />
l’assessorato regionale<br />
al Territorio censura<br />
la variante al piano regolatore.<br />
Perché prevede<br />
<strong>un</strong>’espansione e<strong>di</strong>lizia spropositata.<br />
Ma non solo<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 1
IENA RIDENS<br />
MINO SPROPORZIONATO<br />
Il capo dei minorati<br />
se la mena con la sinistra<br />
B<br />
uona buttatina <strong>di</strong> sangue a tutti voi, cari e dolci maccarroni<br />
senza aperture che non siete altro. Oggi vi sbelo <strong>un</strong><br />
secreto internazzionale inberosimile, e cioè che il capo<br />
dei minorati del consiglio com<strong>un</strong>ale se la mena con la<br />
sinistra. Mi ha <strong>di</strong>ghiarato, a tal proposito, che questa<br />
scelta <strong>di</strong> giocherellare con se stesso con la mano manca no è <strong>un</strong>a<br />
scelta politeca ma solo <strong>un</strong>a scelta dovuta al<br />
fatto che l’altra mano a calma d’ora ha gli calli.<br />
Una scelta tecnica, d<strong>un</strong>que.<br />
Vi devo <strong>di</strong>cere, a questo proposito, che anch’io<br />
me la sbadoliavo con la sinistra, ma io però per<br />
motivi ghiaramente politeci. Poi, quando il<br />
com<strong>un</strong>isma ha caduto del muro <strong>di</strong> Bellino,<br />
allora ho smesso e ho cambiato mano. Ho<br />
fatto <strong>un</strong>a scelta iepocale, minchia, ma voi che<br />
ne dovete capire, altri poppettoni <strong>di</strong> capuliato<br />
scaffeduto che non siete altro.<br />
Io cerco <strong>di</strong> <strong>di</strong>cervi delle cose saggesche, ma voi<br />
non ne mangiate neanche con la cucchiarella,<br />
che mi avete spirregno nella peluria tra il basso<br />
ventre e l’alta coscia.<br />
E’ nutile che mi spreco il mio prezzioso ciato:<br />
voi non capite niente. L’<strong>un</strong>ico in<strong>di</strong>vituo che mi capisce perfettamente<br />
nel mio cerbello intellettualesco superiore è il capo dei consigliati,<br />
mio compare Franco.<br />
Mio compare Franco è l’<strong>un</strong>ico che si salba ammenzo a tutti i politeci<br />
lor<strong>di</strong> del vostro paese (<strong>di</strong> braciolettoni). L’altra sera eromo a<br />
manciare, io, mio compare Franco, altri quattro nacchisi dei consigliati<br />
com<strong>un</strong>ali, il sindeco che ce l’ha ancora quanto <strong>un</strong> colonnato<br />
della N<strong>un</strong>ziata (per la marina), e, utite utite, il parrinazzo monsignor<br />
Ventre, minchia.<br />
Mio compare Franco non lo può vedere propria a padre Ventre, in<br />
quanto ritiene che si ha mangiato <strong>un</strong>a chesa (non bi <strong>di</strong>cio quale,<br />
neanche se me la incarezzate col nguanto <strong>di</strong> veluto). Io ritengo che<br />
mio compare Franco abia raggione a fetere, accidenti a voi e a<br />
quando vi cartate questa specie <strong>di</strong> giornaletto nacchio.<br />
Com<strong>un</strong>que, come fu come non fu, durante la celebrazione della<br />
solenne manciata indetta da mio compare Franco, abbiamo tutti<br />
rimasto scioccati <strong>di</strong> quanto manciare gli capeva nell’immenso deposito<br />
intestinale del padre Ventre, e ce ne siamo fatti ialbo psicoelogeco,<br />
minchia (anzi, capelli d’ angelo).<br />
Durante il fondamentale passaggio della calatina <strong>di</strong> crasto infornato,<br />
ci abbiamo alzato in pieti per anplau<strong>di</strong>re il reverendo Ventre che<br />
si calava pure la cona <strong>di</strong> Cristo. Iera <strong>un</strong>a spettacolo circoloacquestriano.<br />
Quando ha finito <strong>di</strong> calarsi il povero innocente animale e si<br />
ha stoiato il musso religioso, padre Ventre piglia e ietta n<strong>un</strong> rutto<br />
sacro, che ci ha fatto tremare il pillozzone, e ci abbiamo fatto il<br />
segno della croce per segno <strong>di</strong> rispetto. A quel p<strong>un</strong>to il sindeco, che<br />
2 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
A<br />
Incre<strong>di</strong>bile reportage del<br />
prof. Mino Sproporzionato<br />
da Aci San Crispello, che ci<br />
svela le ultime novità<br />
politiche <strong>di</strong> Santa Lucia del<br />
Mela. “Anch’io me la<br />
menavo molto con la<br />
sinistra”, confida al<br />
nostro <strong>di</strong>rettore, in <strong>un</strong><br />
colloquio privato “prima<br />
che cadeva il muro <strong>di</strong><br />
Bellino, minchia”.<br />
avea bevuto <strong>un</strong> po <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> bottiglione, si alza in pie<strong>di</strong> e ann<strong>un</strong>gia:<br />
“E siccome c’è l’ho quanto <strong>un</strong> piede <strong>di</strong> tavolino, brin<strong>di</strong>si<br />
faccio a questo gran rutto religioso del parrino”. Tutti noi antellettuali<br />
presenti abbiamo amplau<strong>di</strong>to davanti alla sindacale poesia.<br />
Ma no è solo <strong>di</strong> questo che vi devo parlare, cari ‘mpurrimi che non<br />
siete altro. Vi devo confessare che mi ho innamorato del vostro<br />
paese, e presto mi carto <strong>un</strong>a casa da qualche<br />
parte e me ne vengo li. Penso che me la carto<br />
per Timpanara, infaccia a quella del vostro<br />
sindeco, così appoi ci facciamo l’allaccio della<br />
fogna insieme e facciamo gemellaggio <strong>di</strong> corde<br />
<strong>di</strong> campana intestinali, e <strong>di</strong> altre cose così....<br />
La casa che mi devo prendere iera n<strong>un</strong> ex alloggio<br />
per vitelli in età pensionabile, e uora<br />
devo vedere <strong>di</strong> uscire alc<strong>un</strong>e carte nel m<strong>un</strong>icipio<br />
dove <strong>di</strong>mostro ghiaramente che io non<br />
sono <strong>un</strong> vitello, come gualmente ha dovuto<br />
fare il vostro sindeco quando si ha fatto la casa<br />
per quelle bande.<br />
Ma sono n<strong>un</strong> uomo inteliggentesco e sopravviverò<br />
alla sburocrazzia, minchia.<br />
L’<strong>un</strong>ica cosa che non mi convinge del vostro<br />
paese <strong>di</strong> nacchi cerebrali sono gli cristiani (umani) che lo popolano.<br />
L’altro iorno <strong>di</strong>scorreo con l’assessore della foresta e anche lui mi<br />
<strong>di</strong>cea che pure lui ha questo poblema e lui lo risolbe vagando per la<br />
colla a risolbere poblemi per la colletività <strong>di</strong> cui è assessore. Ognid<strong>un</strong>o<br />
fa quel che può per passare alla <strong>storia</strong>, cari scelchi <strong>di</strong> guatere<br />
che siete allo scolto.<br />
Un giorno <strong>di</strong>venterò pure anch’io assessore del vostro paese, e mio<br />
compare Franco farà il sindeco, poi be ne ancorgete. Il sindeco che<br />
c’è uora poi gli faggiamo fare il capocantere quando mazziamo<br />
ancqua al ciome, oppure il capopompere quando si bruciano l’ancqua<br />
al canale, e questo come segno <strong>di</strong> rispetto al suo infaticabile e<br />
masturbabile operato <strong>di</strong> questi l<strong>un</strong>ghi anni che ha fatto il sindeco.<br />
Obbiamente c’è la gigantesca e obesa questione del capo dei minoarti.<br />
Anche a lui sono legato, anche se mi ha sconcicato la mia stupenna<br />
soretta Natala (ti amo, Natala, in senso fratellesco), e ora mia<br />
soro potrebbe nescere inginta <strong>di</strong> <strong>un</strong> mini-minorato (porco del babisco).<br />
Per questo ho pensato che gli facciamo facere <strong>un</strong> ruolo <strong>di</strong><br />
tutto <strong>di</strong> rispetto, nella futura ministrazione com<strong>un</strong>ale: lo promoviamo<br />
a consiglio com<strong>un</strong>ale intero, cioè per quanto iene lo può fare<br />
tutto da se, bene<strong>di</strong>ca Santa Nicola. C’è da sbarroarisi per quanto<br />
iene, se noi saremmo dei cannibeli affamati. Ma, ahinoi, non lo<br />
siamo.<br />
Un ultima cosa: mentetevi con l’ano alla libeciata e pensatemi tanto<br />
tanto.<br />
Sono Sproporzionato, e voi lo sapevate
Copertina<br />
5 Prg / La lettera dell’ assessorato<br />
regionale al Territorio. I vostri<br />
sforzi sono stati vani<br />
6 Prg / Tutti i <strong>di</strong>fetti. Parole da Palermo<br />
Il piano regolatore lettera per lettera<br />
9 Le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a sono<br />
salve? La Regione ne ha prorogato<br />
la vali<strong>di</strong>tà<br />
10 Libera mente. Riemerso da <strong>un</strong>’infinità<br />
<strong>di</strong> silenzio<br />
Sommario<br />
6 maggio 2002 n. 4 anno V<br />
<strong>Ri<strong>di</strong>mensionatevi</strong><br />
L’assessorato regionale al Territorio boccia la<br />
variante al piano regolatore. Che adesso va<br />
rifatta<br />
Attualità<br />
A<br />
15 Bilancio <strong>di</strong> previsione / 1. Soli al<br />
comando<br />
Percentuali da bilancio<br />
16 Bilancio <strong>di</strong> previsione / 2. E Bertino<br />
obiettò<br />
Com’è umanitario lei! Anche Interisano<br />
ha rin<strong>un</strong>ciato all’ aumento<br />
dell’ indennità<br />
17 Restauri. I piani della Chiesa Chiese<br />
e palazzi in cerca <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo<br />
look. Previsto anche il restauro<br />
delle opere all’ interno della chiesa<br />
Ann<strong>un</strong>ziata<br />
Agorà ONLINE<br />
Sito internet:<br />
www.agoraonline.too.it<br />
E-mail:<br />
agoraonline@supereva.it<br />
Soli al comando<br />
La maggioranza approva da sola il bilancio<br />
<strong>di</strong> previsione. L’opposizione aveva già<br />
lasciato l’aula<br />
18 Perplessità e speranze. Colloquio<br />
con padre Paolo Impalà<br />
19 Consiglio com<strong>un</strong>ale. Nei secoli<br />
ad<strong>di</strong>zionale<br />
20 Censimento. S. Lucia si ferma a<br />
4.700<br />
Rubriche<br />
2 Iena ridens<br />
4 la claque<br />
12 Mosaico<br />
20 Votando s’impara<br />
21 La bacheca<br />
22 Gare & fornitori<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 3
perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> politica<br />
attualità cultura<br />
Direttore<br />
responsabile:<br />
Giuseppe Spadaro<br />
A cura <strong>di</strong>:<br />
Francesco Carrozza<br />
Filippo De Mariano<br />
Santina Mazzù<br />
Letterio Carrozza<br />
Filippo G. De<br />
Mariano<br />
Santina Alleruzzo<br />
Redazione:<br />
Via Garibal<strong>di</strong> n. 19<br />
Santa Lucia del Mela<br />
E<strong>di</strong>tore, stampa e<br />
<strong>di</strong>stribuzione:<br />
associazione<br />
culturale “Girasole”<br />
Via Garibal<strong>di</strong> n. 19<br />
Santa Lucia del Mela<br />
Sito internet:<br />
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E-mail:<br />
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Registrazione<br />
Trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong><br />
Barcellona P. G.<br />
n. 32/98<br />
ANNO V N. 4<br />
6 MAGGIO 2002<br />
Questo numero è<br />
stato chiuso in<br />
redazione il 26<br />
aprile 2002<br />
Prezzo:<br />
1,29 euro<br />
Il forum <strong>di</strong> Agorà<br />
Agorà<br />
L’assessorato regionale al<br />
Territorio non ha approvato<br />
la variante generale al<br />
piano regolatore. Ora<br />
dovrà essere mo<strong>di</strong>ficata.<br />
Cosa pensate debba essere<br />
cambiato? E il<br />
comportamento del<br />
sindaco vi convince?<br />
4 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
ON-LINE<br />
IL SONDAGGIO<br />
Tutti con Pandolfo<br />
I lettori che hanno partecipato<br />
al nostro sondaggio online<br />
sulla questione dell’aumento<br />
delle indennità degli<br />
amministratori non hanno<br />
dubbi. Il sindaco Pandolfo e gli<br />
Lo scaffale<br />
BRUNO ARPAIA, “L’ANGELO DELLA STORIA”, GUANDA<br />
Il filosofo Walter Benjamin, ebreo tedesco, è<br />
in fuga dall’Europa negli anni della seconda<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale. A Port-Bou, sui Pirenei, incontra<br />
Laureano Montojo, <strong>un</strong> ex combattente<br />
antifranchista al tempo della guerra civile<br />
spagnola.<br />
ERRATA<br />
CORRIGE<br />
Nel dossier de<strong>di</strong>cato<br />
al bilancio <strong>di</strong><br />
previsione 2002<br />
apparso sullo scorso<br />
numero a pagina 7 era<br />
detto che il bilancio<br />
era stato approvato<br />
dal consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale nella seduta<br />
del 22 marzo. La<br />
notizia non è vera<br />
poiché in quella<br />
seduta non si è<br />
<strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> questo<br />
argomento. Ce ne<br />
scusiamo con i lettori.<br />
la claque<br />
Il bilancio <strong>di</strong> previsione<br />
2002 è stato approvato dal<br />
consiglio com<strong>un</strong>ale alla<br />
presenza <strong>di</strong> soli otto<br />
consiglieri, tutti della<br />
maggioranza. Ness<strong>un</strong><br />
accenno è stato fatto alle<br />
<strong>di</strong>visioni in gi<strong>un</strong>ta sull’<br />
aumento delle indennità <strong>di</strong><br />
A<br />
assessori Vaccarino e Vella<br />
hanno fatto bene a rin<strong>un</strong>ciare.<br />
Il 100 per cento <strong>di</strong> coloro che<br />
hanno espresso la loro<br />
opinione con <strong>un</strong> semplice clic<br />
del mouse hanno dato torto al<br />
carica, anzi è stato lodato lo<br />
“sforzo collegiale” degli<br />
amministratori. Che ve ne<br />
pare dello “stato <strong>di</strong> salute”<br />
del consiglio? E del silenzio<br />
sugli stipen<strong>di</strong>?<br />
Esprimete la vostra opinione<br />
su questo o su qualsiasi<br />
altro argomento, <strong>di</strong><br />
vice sindaco Marcaione e<br />
all’altro assessore,<br />
Mercadante, che hanno voluto<br />
l’aumento.<br />
Potete ancora esprimere il<br />
vostro voto su questo<br />
argomento.<br />
Troverete anche <strong>un</strong> nuovo<br />
sondaggio al quale<br />
partecipare: l’amministrazione<br />
<strong>di</strong> Santino Pandolfo in questi<br />
quattro anni vi ha sod<strong>di</strong>sfatto<br />
oppure siete rimasti delusi?<br />
Due persone <strong>di</strong>verse che in seguito a quell’incontro<br />
cambieranno<br />
DAI SIJIE, “BALZAC E LA PICCOLA SARTA CINESE”,<br />
ADELPHI<br />
La <strong>storia</strong> <strong>di</strong> due amici, figli <strong>di</strong> borghesi, costretti<br />
a purificarsi nelle campagne della Cina<br />
<strong>di</strong> Mao. Conosceranno <strong>un</strong>a ragazza, figlia del<br />
sarto del villaggio, e scopriranno l’esistenza<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a borsa piena <strong>di</strong> libri proibiti.<br />
L’AGGETTIVO “PREMATURO”<br />
<strong>di</strong> Filippo De Mariano<br />
Da soli non ci saremmo arrivati, ma ora abbiamo capito. Il<br />
manifesto dell’amministrazione com<strong>un</strong>ale sul piano regolatore<br />
apparso nel mese <strong>di</strong> marzo ci ha illuminato. Anzi:<br />
<strong>un</strong>a parola <strong>di</strong> quel manifesto è stata la nostra lampa<strong>di</strong>na,<br />
il nostro faro. Un aggettivo: “prematuro”. Sta lì, in quelle<br />
quattro sillabe, in quel prefisso che regge ciò che per definizione<br />
non ha bisogno <strong>di</strong> sostegno tutta la contrad<strong>di</strong>ttorietà<br />
<strong>di</strong> questi ultimi anni politici luciesi. Un <strong>di</strong>battito, <strong>un</strong><br />
incontro, <strong>un</strong> colloquio aperto e continuo, <strong>un</strong>a relazione semestrale<br />
p<strong>un</strong>tuale e originale: tutto sarebbe stato “prematuro”.<br />
Non è ancora il momento, insomma; i frutti non sono maturi:<br />
qualche momento <strong>di</strong> pazienza. Un attimino, insomma.<br />
Temiamo <strong>di</strong> sapere quando nulla sarà più “prematuro”, quando<br />
i frutti piegheranno i rami degli alberi: nella primavera del<br />
2003. Ma tutto questo sa tanto <strong>di</strong> <strong>un</strong>o sta<strong>di</strong>o non ancora autenticamente<br />
civile, non ancora autenticamente politico, non<br />
ancora autenticamente adulto. Pre-maturo, insomma.<br />
interesse locale e non,<br />
rispondendo per posta o nel<br />
“Forum” del nostro sito<br />
www.agoraonline.too.it. I<br />
vostri contributi<br />
appariranno subito on-line e<br />
saranno pubblicati sul<br />
prossimo numero del<br />
giornale.
PRG / LA LETTERA DELL’ASSESSORATO REGIONALE AL TERRITORIO<br />
Tutti i vostri sforzi<br />
sono stati VANI<br />
La Regione ha restituito la variante generale al piano regolatore al com<strong>un</strong>e. Che<br />
deve rivederlo. In particolare deve ridurre il numero dei vani e<strong>di</strong>ficabili.<br />
Solo dopo aver fatto questo, il piano potrà essere approvato<br />
E’<br />
<strong>un</strong>a<br />
nale al Territorio l’ ha restituita al Com<strong>un</strong>e<br />
questione <strong>di</strong> senso della misura. La<br />
variante generale al piano regolatore che dal<br />
2000 aspetta <strong>di</strong> essere approvata dalla Regione<br />
non ce l’ha. Così l’ assessorato regio-<br />
chiedendogli <strong>di</strong> rivederla.<br />
Il 9 gennaio 2002, alle 12,03 il fax del Com<strong>un</strong>e ha cominciato<br />
a sputare <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> fogli con l’intestazione “Regione<br />
Siciliana – Assessorato territorio<br />
e ambiente”. Un vero<br />
mezzogiorno <strong>di</strong> fuoco. Che<br />
è proseguito fino alle 12,48,<br />
quando il fax ha espulso<br />
l’ultimo foglio. Per 45 minuti<br />
non ha fatto altro. Alla<br />
fine, arrotolate tutte assieme<br />
c’erano 22 pagine che<br />
annullavano le spe-ranze<br />
<strong>di</strong> quanti sul piano regolatore hanno<br />
riversato tante loro attese.<br />
“Questo Assessorato, esaminato lo strumento urbanistico<br />
in<strong>di</strong>cato in oggetto, è pervenuto nella determinazione <strong>di</strong><br />
restituire lo stesso per la rielaborazione parziale”.<br />
Questo è quello che <strong>di</strong>ce la prima<br />
pagina. Nelle altre<br />
21 vengono demoliti<br />
quattro anni <strong>di</strong> planimetrie,<br />
stu<strong>di</strong> tecnici<br />
e, soprattutto, scelte<br />
politiche. Nella bocciatura<br />
proveniente<br />
dall’assessorato<br />
regionale ce n’è per<br />
tutti: progettisti,<br />
gi<strong>un</strong>ta Calderone,<br />
amministrazione<br />
Pandolfo.<br />
Da Palermo chiedono<br />
soprattutto otto mo<strong>di</strong>fiche: 1) va considerata<br />
zona <strong>di</strong> interesse storico tutta l’area <strong>di</strong> San Giovanni;<br />
2) l’area della frazione Soccorso in cui si è costruito nel<br />
COPERTINA<br />
passato va ridotta; 3) tutte le zone <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia vanno<br />
ri<strong>di</strong>mensionate; 4) l’idea che nel centro storico esistano<br />
solo case <strong>di</strong>sabitate irrecuperabili non è per nulla cre<strong>di</strong>bile;<br />
5) siccome il Com<strong>un</strong>e non ha an-cora <strong>un</strong>a area artigianale,<br />
non si capisce perché ne sia già stata prevista <strong>un</strong>a seconda;<br />
6) le zone da occupare con strutture rivolte al pubblico e<br />
nuove strade sono troppo ampie e<br />
<strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose; 7) le prescrizioni esecutive<br />
vanno riviste, perché non<br />
possono gravare tutte sulle zone <strong>di</strong><br />
espansione e<strong>di</strong>lizia; 8) sulle case<br />
abusive <strong>di</strong> contrada Timpanara<br />
occorre pron<strong>un</strong>ciarsi in modo<br />
chiaro.<br />
Le richieste della Regione sono tutte qua. Ha dato 90 giorni<br />
<strong>di</strong> tempo al Com<strong>un</strong>e per elaborare la nuova proposta <strong>di</strong><br />
variante. Naturalmente il termine è già più che scaduto, ma<br />
succede sempre così. Non c’è da meravigliarsi.<br />
Un paio <strong>di</strong> mesi dopo il fax del 9 gennaio, il piano regolatore<br />
è <strong>di</strong>ventato <strong>un</strong> caso politico, sollevato da Azione Giovani e<br />
dal consigliere com<strong>un</strong>ale Lorenzo D’Amico. Ai quali il sindaco<br />
ha risposto con <strong>un</strong> manifesto, in cui ann<strong>un</strong>ciava <strong>un</strong><br />
incontro con i citta<strong>di</strong>ni nel momento in cui i progettisti avrebbero<br />
preparato la nuova variante. La quale dovrà risolvere<br />
<strong>un</strong> problema in modo particolare. Quello <strong>di</strong> 900 vani<br />
previsti nelle zone <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia e giustificati come<br />
necessari perché nel centro storico esistono solo e<strong>di</strong>fici<br />
abbandonati, in pessimo stato e i r r e -<br />
cuperabili. Qui vuole avere <strong>un</strong>a<br />
casa, deve costruirla ex novo a<br />
valle, sosteneva insomma la<br />
variante bocciata a Palermo.<br />
Eliminare 900 vani nelle zone<br />
<strong>di</strong> espansione significa<br />
ridurre l’ estensione <strong>di</strong> queste,<br />
quin<strong>di</strong> far <strong>di</strong>ventare<br />
molti terreni non più e<strong>di</strong>ficabili.<br />
Un problema serio. Il sindaco ha spiegato nel manifesto<br />
che le aspettative <strong>di</strong> tutti saranno garantite. Come?<br />
Qualsiasi soluzione sarà trovata, resta che il modello <strong>di</strong> sviluppo<br />
pensato nella variante era sconnesso: si limitava a<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 5
COPERTINA<br />
ripetere la tendenza affermatasi <strong>di</strong><br />
fatto negli ultimi decenni per cui<br />
ogn<strong>un</strong>o costruiva dove poteva.<br />
Ness<strong>un</strong>o ha pensato alla parte<br />
vecchia del paese, a come recuperarla.<br />
I progettisti in<strong>di</strong>cavano nella<br />
documentazione inviata a Palermo<br />
l’esistenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> piano particolareggiato<br />
per il centro storico<br />
che si sarebbe occupato del problema.<br />
Al momento dell’ inse<strong>di</strong>amento<br />
dell’ amministrazione Pandolfo,<br />
però, il nuovo sindaco ha<br />
spiegato che l’incarico affidato dal<br />
suo predecessore era inservibile<br />
perché mancava la copertura finanziaria.<br />
Ma il piano particolareggiato<br />
per il centro storico non<br />
è l’<strong>un</strong>ica fantasia spacciata per<br />
realtà dalla variante: c’è pure il<br />
caso dell’ area artigianale <strong>di</strong> contrada<br />
Baiamonte, che i progettisti<br />
definivano “in fase <strong>di</strong> realizzazione”<br />
(ve<strong>di</strong> articolo a fondo pagina).<br />
ZONA A<br />
È il centro storico. Esteso 152.600 metri quadrati, vi si possono<br />
effettuare solo manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria,<br />
interventi <strong>di</strong> restauro conservativo, ristrutturazioni e<strong>di</strong>lizie<br />
nel rispetto dei caratteri architettonici originari e delle<br />
volumetrie esistenti.<br />
Non vi può essere costruito nulla <strong>di</strong> nuovo, insomma.<br />
A1. È <strong>un</strong>a zona <strong>di</strong> interesse storico esterna al centro storico<br />
propriamente detto. Comprende tre aree: la fascia che<br />
“confina” con il centro storico, <strong>un</strong> nucleo <strong>di</strong> case rurali in<br />
contrada Serri e il palazzo baronale della frazione San Giovanni.<br />
In queste zone è possibile effettuare gli stessi interventi<br />
ammessi per il centro storico e in più la demolizione e la<br />
ricostruzione nel rispetto dei volumi e delle superfici esistenti.<br />
Le aree libere comprese nella zona A1 sono e<strong>di</strong>ficabili<br />
per cinque metri cubi ogni metro quadrato.<br />
ZONA B<br />
È l’area in cui sono state costruite abitazioni nell’ ultimo<br />
secolo mezzo. È <strong>di</strong>stinta in due sottozone: B1 (zona residenziale<br />
<strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione consolidata) e B2 (zona residenzia-<br />
6 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
PRG / TUTTI I DIFETTI<br />
Parole da Palermo<br />
Le mo<strong>di</strong>fiche richieste dalla Regione. Ma non solo. Ci sono<br />
anche altri <strong>di</strong>fetti…<br />
N<br />
on sono solo le parti che l’ assessorato<br />
regionale al Territorio ha<br />
chiesto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare a fare della<br />
proposta <strong>di</strong> variante al piano<br />
regolatore <strong>un</strong> pessimo esempio<br />
<strong>di</strong> programmazione. Basta leggere per credere.<br />
UNO STUDIO<br />
AGRICOLO-FORESTALE IMPRECISO<br />
«Redatto dal dott. Agronomo Andrea Maimone,<br />
è costituito da due elaborati grafici. Dagli atti<br />
prodotti non risulta la data <strong>di</strong> redazione dello<br />
stesso né quella <strong>di</strong> acquisizione da parte del Co-<br />
Il piano regolatore<br />
lettera per lettera<br />
TRA CENTRO STORICO E ZONE DI ESPANSIONE EDILIZIA, C’È LA<br />
GRANA DELLA DOPPIA AREA ARTIGIANALE<br />
m<strong>un</strong>e; non può pertanto evincersi se detto stu<strong>di</strong>o,<br />
per quanto attiene le zone boschive, tiene<br />
conto delle prescrizioni <strong>di</strong> cui alla legge regionale<br />
16/96.<br />
Nelle planimetrie dello stu<strong>di</strong>o agricolo-forestale<br />
vengono, tra l’altro, in<strong>di</strong>viduate <strong>di</strong>verse zone<br />
definite “bosco” che non sono state riportate<br />
negli elaborati del Prg con le relative fasce <strong>di</strong><br />
rispetto».<br />
DI TREND DEMOGRAFICO SI MUORE<br />
«Il Piano risulta <strong>di</strong>mensionato per il ventennio<br />
1995-2014 su <strong>di</strong> <strong>un</strong>a previsione <strong>di</strong> 6.600 abitanti<br />
a fronte dei 5.041 attuali, con <strong>un</strong> incremento <strong>di</strong><br />
le <strong>di</strong> recente formazione). La prima comprende<br />
case costruite tra l’ Ottocento e i<br />
primi del Novecento, la seconda quelle<br />
realizzate ancora dopo.<br />
Tutta la zona B è estesa 261.000 metri<br />
quadrati: 144.220 <strong>di</strong> zona B1 e 86.200 <strong>di</strong><br />
B2.<br />
Nella zona B sono possibili la manutenzione<br />
or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, il restauro<br />
conservativo, la ristrutturazione, la demolizione e ricostruzione<br />
e la nuova costruzione nei lotti ine<strong>di</strong>ficati.<br />
ZONA C<br />
È quella che in<strong>di</strong>ca le aree in cui si può costruire dal momento<br />
dell’entrata in vigore del piano regolatore o della<br />
sua variante e per i 20 anni successivi (quando il piano andrà<br />
“ri<strong>di</strong>mensionato” con <strong>un</strong>a nuova variante).<br />
La variante generale esaminata dall’ assessorato regionale<br />
al Territorio <strong>di</strong>stingue quattro sottozone.<br />
C0 (zero): sono le aree e<strong>di</strong>ficabili così in<strong>di</strong>cate dal piano<br />
regolatore del 1977. Per esse esistono dei piani <strong>di</strong> lottizzazione<br />
già approvati o in corso <strong>di</strong> completamento. Si trovano<br />
a valle delle costruzioni realizzate tra l’ Ottocento e i primi<br />
del Novecento: infatti, negli ultimi venti anni le nuove abitazioni<br />
sono state costruite tutte nella parte bassa del territorio<br />
com<strong>un</strong>ale. La zona C0 è estesa 151.400 metri quadrati.<br />
C1, C2 e C3: sono le nuove aree nelle quali, secondo la<br />
variante, si potrà costruire. Sono destinate all’ espansione<br />
e<strong>di</strong>lizia residenziale privata, a quella pubblica sovvenzionata<br />
agevolata e all’ e<strong>di</strong>lizia commerciale, con alc<strong>un</strong>e <strong>di</strong>stin-
circa 1.660 <strong>un</strong>ità. Nella relazione <strong>di</strong> Piano i<br />
progettisti riportano i dati demografici Istat<br />
a partire dal 1951 (7.163 abitanti) al 1991<br />
(4.858). Risulta che nel 1994, secondo i dati<br />
forniti dal com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> S. Lucia del Mela, la<br />
popolazione era <strong>di</strong> 5.041 abitanti.<br />
I progettisti, sulla base dei superiori dati,<br />
dai quali risulta <strong>un</strong> decremento della popolazione,<br />
e sulla base delle previsioni del<br />
“vecchio Prg”, il quale è<br />
stato <strong>di</strong>mensionato per <strong>un</strong>a<br />
popolazione <strong>di</strong> 13.806 abitanti,<br />
prevedono ‘la necessità<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a drastica riduzione<br />
delle aree <strong>di</strong> espansione<br />
residenziale”».<br />
RIDIMENSIONATEVI<br />
ULTERIORMENTE<br />
«Il decremento demografico<br />
registrato nell’ arco temporale 1951-<br />
1991 e <strong>di</strong> cui i progettisti riferiscono persiste<br />
a tutt’oggi. In quest’ottica e considerate<br />
le serie demografiche, pur risultando lo<br />
Ridurre le zone C<br />
“ Le<br />
strumento urbanistico in esame ri<strong>di</strong>mensionato<br />
quanto a previsioni inse<strong>di</strong>ative rispetto<br />
allo strumento urbanistico vigente, si ritiene<br />
che occorra ulteriormente ridurre le aree<br />
destinate all’ e<strong>di</strong>ficazione residenziale».<br />
FABBISOGNO DA SOGNO<br />
I progettisti «prevedono <strong>un</strong> fabbisogno<br />
residenziale stimato in 3.100 nuovi vani, dei<br />
aree residenziali<br />
sono<br />
sovra<strong>di</strong>mensionate<br />
in relazione al trend<br />
demografico<br />
manifestatosi negli<br />
ultimi anni.<br />
zioni, però. La zona C1 sarà riservata all’ espansione suburbana<br />
intensiva: qui, cioè, potranno nascere le abitazioni più<br />
gran<strong>di</strong>. È estesa 82.500 metri quadrati e l’in<strong>di</strong>ce volumetico<br />
ammesso è <strong>di</strong> 1,2 metri cubi per ogni metro quadrato.<br />
La zona C2 è quella dell’ espansione suburbana estensiva:<br />
meno case e più piccole, infatti l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> cubatura è <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
metro<br />
cubo per metro quadrato. Si estende per 16.000 metri quadrati.<br />
La zona C3 è mista: vi sono ammesse, cioè, abitazioni e<br />
attività commerciali. Per questi ultimi l’in<strong>di</strong>ce volumetrico è<br />
<strong>di</strong> 1,5, per le prime <strong>di</strong> 0,40. È ampia 11.382 metri quadrati.<br />
ZONA D<br />
È quella riservata agli inse<strong>di</strong>amenti artigianali e produttivi.<br />
Le “imprese” possono collocarsi qui magazzini, depositi,<br />
sili, autorimesse, capannoni e laboratori con destinazione<br />
artigianale, e<strong>di</strong>fici destinati a uffici <strong>di</strong> attività industriali,<br />
artigianali, agricole o commerciali.<br />
La variante progettata nel 1997 in<strong>di</strong>vidua anche in questo<br />
caso due sottozone.<br />
D1 per gli inse<strong>di</strong>amenti già esistenti, D2 per quelli futuri.<br />
La <strong>di</strong>stinzione si basa però su <strong>un</strong> equivoco o, meglio ancora,<br />
su <strong>un</strong>a leggenda metropolitana.<br />
La zona D1 non è altro che l’ area artigianale prevista in<br />
contrada Baiamonte. Nella variante, i progettisti presentarono<br />
quell’ opera come già finanziata, quin<strong>di</strong> in via <strong>di</strong> realizzazione:<br />
per questo previdero per i successivi 20 anni la<br />
possibilità <strong>di</strong> realizzare <strong>un</strong>a seconda area artigianale in <strong>un</strong>a<br />
zona vicina al torrente Floripotema. Negli ultimi mesi <strong>di</strong><br />
quali 1.500 per il fabbisogno<br />
arretrato (a loro volta<br />
sud<strong>di</strong>visi in 600 vani per il<br />
“<strong>di</strong>radamento del centro<br />
storico” e in 900 per “vani<br />
in e<strong>di</strong>fici in pessimo stato”),<br />
1.950 per il fabbisogno<br />
derivante “dalle previsioni<br />
<strong>di</strong> sviluppo” (con <strong>un</strong><br />
rapporto ottimale <strong>di</strong> 1,25<br />
vani-abitante), 50 per lo<br />
sviluppo legato alla valorizzazione turistica<br />
del territorio. Dal totale dei vani così computati<br />
devono essere detratti 400 vani, che<br />
possono trovare collocazione all’interno<br />
COPERTINA<br />
delle zone B e nelle aree ancora libere <strong>di</strong><br />
zone C già oggetto <strong>di</strong> prescrizioni esecutive<br />
o <strong>di</strong> piani <strong>di</strong> lottizzazione già approvati».<br />
SAN GIOVANNI È<br />
TUTTA CENTRO STORICO<br />
«Per quanto riguarda la perimetrazione<br />
della zona A1 in<strong>di</strong>viduata nella frazione San<br />
Giovanni, si ritiene che la stessa debba essere<br />
ampliata, includendo tutta la zona classificata<br />
B. Ciò in quanto quest’area presenta<br />
caratteri omogenei a quelli della contigua<br />
zona ed esprime ugualmente valori ambientali<br />
e urbanistici meritevoli <strong>di</strong> mantenimento<br />
e tutela».<br />
FRAZIONE SOCCORSO DA RIDURRE<br />
«Tanto la perimetrazione della zona B1 che<br />
quella della zona B2 appaiono compatibili<br />
con i requisiti richiesti, salvo l’area destinata<br />
a zona B1 nella frazione Soccorso che dovrà<br />
essere ridotta alla superficie campita in<br />
colore verde sulla tavola C.2.5 del progetto<br />
<strong>di</strong> piano».<br />
amministrazione <strong>di</strong> Lino Calderone, il finanziamento dell’<br />
area artigianale, progettata da Nino Nastasi, fu dato per<br />
certo e a quella voce, poco saggiamente, i progettisti si<br />
affidarono.<br />
In conclusione, la zona D1 degli inse<strong>di</strong>amenti artigianali e<br />
produttivi già esistenti, in realtà non esiste affatto.<br />
ZONA E<br />
Si tratta delle aree de<strong>di</strong>cate al verde.<br />
Sono previste cinque sottozone. E1, per il verde agricolo: vi<br />
è possibile costruire solo abitazioni per i proprietari <strong>di</strong>retti<br />
dei terreni, per i coltivatori o per le cooperative agricole<br />
che li gestiscono. E2, verde agricolo produttivo: è destinata<br />
a ospitare, oltre che le stesse costruzioni della sottozona<br />
E1, anche impianti per la lavorazione e la trasformazione<br />
dei prodotti agricoli e zootecnici. E3, zone <strong>di</strong> interesse naturale<br />
paesistico o archeologico: comprende <strong>un</strong>’area a ridosso<br />
del centro storico e <strong>un</strong>a in contrada Serri. Non è<br />
consentita ness<strong>un</strong>a alterazione delle caratteristiche naturali<br />
e ambientali; sono possibili, invece, il restauro conservativo<br />
e la manutezione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria degli e<strong>di</strong>fici esistenti.<br />
Opere “nuove” ammesse sono il rimboschimento, la<br />
sistemazione idrogeologica e l’uso agricolo dei terreni, purché<br />
sia rispettato rigorosamente l’ ambiente. E4, zona boschiva:<br />
vi sono consentite le opere per la regolamentazione<br />
idrologica (argini, terrazzamenti, invasi) e la realizzazione<br />
<strong>di</strong> sentieri pedonali per il turismo e <strong>di</strong> strade che non pregiu<strong>di</strong>chino<br />
le caratteristiche del paesaggio. Degli e<strong>di</strong>fici<br />
esistenti sono ammessi la ristrutturazione, il restauro conservativo<br />
e la manutenzione. E5, zona silvo-pastorale: è<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 7
AREE EDIFICABILI DA RIVEDERE<br />
«In parole povere, in sede <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong><br />
Prg si è dato luogo a formazione <strong>di</strong> piani<br />
attuativi (si fa riferimento al fatto che le<br />
prescrizioni esecutive ricadono tutte sulle<br />
zone <strong>di</strong> espansione, ndr) per tutta l’estensione<br />
delle previsioni della zonizazzione<br />
residenziale. Se si considera che il piano<br />
vigente era corredato da altri strumenti<br />
attuativi all’epoca con vincoli inefficaci,<br />
recepiti solo quanto a norme, il Prg <strong>di</strong> S.<br />
Lucia del Mela è stato corredato da piani<br />
attuativi che esorbitavano <strong>di</strong> gran l<strong>un</strong>ga<br />
l’arco decennale previsto dalla legge regionale<br />
n. 15/91.<br />
Giova segnalare che, mentre i termini per<br />
l’attuazione dei piani <strong>di</strong> lottizzazione sono<br />
riconnessi alla data <strong>di</strong> stipula della convenzione<br />
e alla conseguente realizzazione delle<br />
urbanizzazioni, i piani particolareggiati <strong>di</strong>chiarati<br />
vigenti all’ epoca della stesura degli<br />
elaborati del Prg in esame, non hanno più<br />
alc<strong>un</strong>a efficacia per la parte rimasta inattuata,<br />
permanendo soltanto le prescrizioni <strong>di</strong><br />
quella riservata alla pastorizia d’alta montagna e ospita<br />
solo e<strong>di</strong>fici in cui abitino i proprietari dei fon<strong>di</strong>.<br />
Nelle cinque sottozone E la variante ammette, come opere<br />
“ex novo”, la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> massimo <strong>di</strong> tre alberghi turistici.<br />
VIABILITÀ<br />
La variante al piano regolatore prevede tre tipi <strong>di</strong> strade <strong>di</strong><br />
nuova costruzione: arterie <strong>di</strong> fondovalle che corrano l<strong>un</strong>go i<br />
due torrenti per raggi<strong>un</strong>gere i gran<strong>di</strong> centri; strade che collegano<br />
il centro <strong>di</strong> S. Lucia con i nuclei <strong>di</strong> abitazioni <strong>di</strong> campagna<br />
e con Gualtieri e S. Filippo del Mela; vie che collegano<br />
il centro citta<strong>di</strong>no con le zone boschive.<br />
ATTREZZATURE E SERVIZI<br />
Zone produttive, commerciali, mercati, scuole e servizi rivolti<br />
al pubblici rientrano in questa voce. È richiesto che le<br />
attrezzature e i servizi si estendano per almeno 180.000<br />
metri quadrati: la variante ne prevede ad<strong>di</strong>rittura 425.763.<br />
Di questi, centomila metri quadrati sono quelli destinati<br />
alle due aree artigianali (D1 e D2) <strong>di</strong> cui si è già detto, 1-<br />
2.800 al mercato alla produzione (che nel frattempo è stato<br />
realizzato), 11.000 alle zone commerciali, il resto a impianto<br />
<strong>di</strong> depurazione, <strong>di</strong>scarica, asili nido, scuole materne,<br />
scuole dell’obbligo, aree <strong>di</strong> interesse com<strong>un</strong>e (religiose,<br />
culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per<br />
servizi pubblici), parchi, impianti sportivi, aree gioco e parcheggi.<br />
AREA CIMITERIALE<br />
8 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
zona e l’obbligo degli allineamenti».<br />
Il riferimento all’ «arco decennale» consiste<br />
in questo: le aree <strong>di</strong> espansione<br />
e<strong>di</strong>lizia sono calcolate<br />
prevedendo quale potrà<br />
essere il fabbisogno <strong>di</strong> nuove<br />
case nei successivi 20<br />
anni, mentre i piani particolareggiati<br />
<strong>di</strong> attuazione del<br />
piano sono stabiliti in base<br />
alle previsioni per <strong>di</strong>eci<br />
anni. Far coincidere le <strong>un</strong>e<br />
con gli altri significa affermare<br />
che il fabbisogno <strong>di</strong><br />
aree e<strong>di</strong>ficabili in realtà è<br />
stato calcolato su <strong>di</strong>eci anni.<br />
“<br />
Le<br />
«In considerazione del fatto che le suddette<br />
aree residenziali (C0, C1, C2, C3) occupano<br />
<strong>un</strong>a superficie totale <strong>di</strong> circa 261.000 metri<br />
quadrati, si ritiene che le stesse siano sovra<strong>di</strong>mensionate<br />
in relazione al trend demografico<br />
manifestatosi negli ultimi anni».<br />
Dove costruire<br />
aree dovranno<br />
essere localizzate in<br />
a<strong>di</strong>acenza ai nuclei<br />
abitati già dotati <strong>di</strong><br />
urbanizzazione; i siti<br />
dovranno essere<br />
prescelti<br />
compatibilmente alle<br />
con<strong>di</strong>zioni<br />
geomorfologiche e all’<br />
utilizzo dei suoli.<br />
ABITARE NEL CENTRO STORICO<br />
«Al fine del <strong>di</strong>mensionamento delle zone C,<br />
non è stato tenuto in debito<br />
conto il numero degli<br />
abitanti inse<strong>di</strong>abili nelle<br />
zone A e B.<br />
Per quanto riguarda, infatti,<br />
il fabbisogno <strong>di</strong> aree <strong>di</strong><br />
espansione derivante dalla<br />
necessità <strong>di</strong> sostituire circa<br />
“900 vani in e<strong>di</strong>fici in pessimo<br />
stato”, attualmente<br />
ubicati nelle zone A e B, si<br />
ravvisa la mancanza <strong>di</strong><br />
analisi che specifichino ed<br />
evidenzino le motivazioni<br />
per cui non può proceder-<br />
si a <strong>un</strong> recupero, anche parziale, <strong>di</strong> detti<br />
vani in situ».<br />
DOVE COLLOCARE LE ZONE C<br />
Le zone <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia devono<br />
«essere ri<strong>di</strong>mensionate e riperimetrate tenendo<br />
conto: 1) del trend demografico<br />
All’interno del camposanto sono previste due zone <strong>di</strong> espansione.<br />
Una a nord, <strong>di</strong> 2.074 metri quadrati, l’altra a<br />
sud, più piccola (8.990 metri quadrati).<br />
Questi ampliamenti avranno conseguenze anche per la costruzione<br />
<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> altro tipo, infatti il cimitero porta con<br />
sé <strong>un</strong>a “fascia <strong>di</strong> rispetto” <strong>di</strong> 200 metri: significa che per <strong>un</strong><br />
raggio <strong>di</strong> 200 metri attorno al camposanto non può essere<br />
costruito nulla.<br />
PRESCRIZIONI ESECUTIVE<br />
È l’insieme <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> urbanizzazione (strade, rete fognaria,<br />
acquedotto e così via) che il com<strong>un</strong>e si impegna a realizzare<br />
prima che i privati costruiscano in <strong>un</strong>a certa zona.<br />
Nella variante gravano tutte sulle aree C1, C2 e C3. Complessivamente<br />
sono 14 piani particolareggiati che spiegano<br />
cosa e come il Com<strong>un</strong>e realizzerà le opere <strong>di</strong> urbanizzazione.<br />
È previsto anche <strong>un</strong> quin<strong>di</strong>cesimo piano particolareggiato<br />
per il verde, le attrezzature e i servizi, che riguarda la<br />
zona a valle del centro storico e quella a est dell’espansione<br />
e<strong>di</strong>lizia avvenuta nel corso dell’ Ottocento.<br />
L’amministrazione Pandolfo aveva fatto approvare al consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale <strong>un</strong>a delibera con la quale chiedeva ai progettisti<br />
<strong>di</strong> rivedere le prescrizioni esecutive, non prevedendole<br />
tutte per le zone <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia. I progettisti avevano<br />
anche accolto la richiesta, ma la Regione ha considerato<br />
la delibera che approvava le nuove prescrizioni esecutive<br />
come <strong>un</strong>a semplice osservazione al piano. Infatti, ha espresso<br />
il suo parere sulla variante considerando solo la<br />
prima ipotesi, quella per cui le prescrizioni esecutive riguardavano<br />
tutte le zone C.
isultante dai dati demografici degli ultimi<br />
anni e considerando il numero degli abitanti<br />
inse<strong>di</strong>abili nelle zone A e B, nonché nelle<br />
aree interessate da strumenti particolareggiati<br />
in fase <strong>di</strong> attuazione; 2) le aree dovranno<br />
essere localizzate in a<strong>di</strong>acenza ai nuclei<br />
abitati già dotati <strong>di</strong> urbanizzazione; 3) i siti<br />
dovranno essere prescelti compatibilmente<br />
alle con<strong>di</strong>zioni geomorfologiche e all’ utilizzo<br />
dei suoli.<br />
Oggetto della riperimetrazione e del ri<strong>di</strong>mensionamento<br />
devono essere tutte le zone<br />
C, ivi comprese le zone C0 eventualmente<br />
ancora ine<strong>di</strong>ficate».<br />
È interessante il secondo criterio che l’<br />
assessorato regionale al<br />
territorio in<strong>di</strong>ca per la localizzazione<br />
delle zone <strong>di</strong><br />
espansione e<strong>di</strong>lizia: devono<br />
essere vicine alle aree già<br />
abitate, per le quali esistono<br />
strade, fognature e acquedotto,<br />
così non saranno<br />
necessarie spese eccessive<br />
per le opere <strong>di</strong> urbanizzazione.<br />
PERCHÉ UNA SECONDA<br />
AREA ARTIGIANALE?<br />
«Non è stato fornito alc<strong>un</strong><br />
elemento giustificativo della<br />
previsione della zona D2,<br />
aggi<strong>un</strong>tiva rispetto l’ attuale dotazione dell’<br />
area artigianale D1.<br />
In considerazione che il piano degli inse<strong>di</strong>amenti<br />
produttivi (l’area artigianale <strong>di</strong> con-<br />
Chiarezza su<br />
Timpanara<br />
“<br />
Il problema<br />
prospettato dal<br />
Com<strong>un</strong>e non<br />
contiene elementi <strong>di</strong><br />
chiarezza. È compito del<br />
Com<strong>un</strong>e formulare, per<br />
le aree interessate e<br />
seguendo le procedure<br />
<strong>di</strong> legge, previsioni che<br />
saranno assoggettate<br />
all’ approvazione della<br />
Regione<br />
trada Baiamonte, ndr) non<br />
è ancora attuato, le zone D<br />
dovranno essere ristu<strong>di</strong>ate,<br />
documentando l’ effettivo<br />
fabbisogno ai fini dell’ eventuale<br />
riconferma della<br />
zona D2.<br />
Detto ristu<strong>di</strong>o dovrà inoltre<br />
tenere in debito conto tanto<br />
le con<strong>di</strong>zioni geomorfologiche<br />
dei siti quanto l’utilizzo<br />
agricolo dei suoli».<br />
ATTREZZATURE E<br />
VIABILITÀ ECCESSIVE E DISPENDIOSE<br />
«In linea <strong>di</strong> massima risultano<br />
eccessive le previsioni<br />
<strong>di</strong> aree per attrezzature<br />
<strong>di</strong> interesse com<strong>un</strong>e e per<br />
l’istruzione, in quanto le<br />
attrezzature previste dal<br />
vigente strumento urbanistico<br />
già realizzate e in fase<br />
<strong>di</strong> realizzazione sod<strong>di</strong>sfano<br />
ampiamente il fabbisogno<br />
per il prossimo ventennio.<br />
Dovrà procedersi a<br />
ristu<strong>di</strong>are le attrezzature <strong>di</strong><br />
interesse generale e la viabilità,<br />
ponendo attenzione<br />
all’ effettiva possibilità del<br />
Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> realizzare gli<br />
interventi programmati, comportanti grande<br />
impegno <strong>di</strong> spesa, nonché ponendo<br />
attenzione alla sensibilità del territorio sotto<br />
il profilo geomorfologico e agro-forestale».<br />
Salve le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a?<br />
LA REGIONE NE HA PROROGATO LA VALIDITÀ<br />
el <strong>di</strong>battito sulle sorti della variante generale al piano regolatore erano<br />
N state inserite anche loro: le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a. Quelle <strong>di</strong>sposizioni,<br />
cioè, che, in attesa che venga approvato il nuovo piano, garantiscono il rispetto<br />
<strong>di</strong> quanto è stato previsto nella variante. Una garanzia che può valere<br />
per <strong>un</strong> massimo <strong>di</strong> cinque anni. Un tempo apparentemente ragionevole perché<br />
si concluda l’iter per l’entrata in vigore <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo piano regolatore.<br />
Nella realtà, però, spesso i cinque anni non bastano. Così la Regione siciliana<br />
nella finanziaria 2002 ha stabilito che la vali<strong>di</strong>tà delle misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a,<br />
scaduti i cinque anni, può essere prorogata ancora per altri sei mesi.<br />
Così, se veramente la commissione e<strong>di</strong>lizia com<strong>un</strong>ale aveva tacitamente sospeso<br />
la propria attività perché erano saltate le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del<br />
nuovo prg - come ipotizzato da Mariano Calderone nel comizio del 17 marzo<br />
- ora potrebbe riprendere a ri<strong>un</strong>irsi. Sei mesi dovrebbero essere sufficienti<br />
per tenere a battesimo il nuovo piano. Forse.<br />
Occhio alle spese<br />
“<br />
Dovrà procedersi a<br />
ristu<strong>di</strong>are le<br />
attrezzature <strong>di</strong><br />
interesse generale e la<br />
viabilità, ponendo<br />
attenzione all’effettiva<br />
possibilità del com<strong>un</strong>e<br />
<strong>di</strong> realizzare gli<br />
interventi programmati,<br />
comportanti grande<br />
impegno <strong>di</strong> spesa<br />
PRESCRIZIONI<br />
ESECUTIVE<br />
«Le aree soggette a prescrizioni<br />
esecutive non<br />
possono essere estese a<br />
tutte le zone <strong>di</strong> espansione,<br />
giacché il fabbisogno<br />
abitativo del Prg è rapportato<br />
a <strong>un</strong> ventennio, mentre<br />
quello delle prescrizioni<br />
esecutive a <strong>un</strong> decennio».<br />
LA GIUNTA<br />
PANDOLFO E IL PIANO<br />
«Il consiglio com<strong>un</strong>ale chiede “<strong>di</strong> voler<br />
valutare ed eventualmente stabilire lo stato<br />
<strong>di</strong> fatto venutosi a determinare nella zona<br />
della contrada Timpanara e <strong>di</strong>ntorni a seguito<br />
dell’ avvenuta e<strong>di</strong>ficazione abusiva <strong>di</strong><br />
fabbricati e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche abusive <strong>di</strong> destinazione<br />
d’uso da agricole a residenze permanenti”.<br />
Il problema prospettato dal Com<strong>un</strong>e non<br />
contiene elementi <strong>di</strong> chiarezza per le determinazioni<br />
<strong>di</strong> questo assessorato. In via generale<br />
si può considerare che è compito del<br />
Com<strong>un</strong>e formulare, per le aree interessate e<br />
seguendo le procedure <strong>di</strong> legge, previsioni<br />
che saranno assoggettate all’ approvazione<br />
<strong>di</strong> questo assessorato».<br />
L’attuale amministrazione com<strong>un</strong>ale aveva<br />
promosso anche altre delibere sulla variante<br />
al piano regolatore sotto forma <strong>di</strong> osservazioni,<br />
oltre a quella in cui chiedeva la visualizzazione<br />
delle costruzioni abusive <strong>di</strong> contrada<br />
Timpanara. Alc<strong>un</strong>e sono state accolte<br />
dall’ assessorato regionale al Territorio,<br />
mentre altre non sono state prese in considerazione<br />
perché risultavano superate dalla<br />
decisione dell’ assessorato <strong>di</strong> rinviare il piano<br />
al Com<strong>un</strong>e per rielaborarlo. È stata respinta,<br />
infine, la richiesta <strong>di</strong> sostituire la<br />
semplice autorizzazione alla concessione<br />
e<strong>di</strong>lizia per la costruzione <strong>di</strong> cappelle e e<strong>di</strong>cole<br />
f<strong>un</strong>erarie e per la realizzazione <strong>di</strong> serbatoi<br />
<strong>di</strong> carburante e olii combustibili.<br />
Agorà ONLINE<br />
Sul nostro sito trovate <strong>un</strong> dossier sul<br />
piano regolatore <strong>di</strong> S. Lucia del Mela,<br />
con la cronologia dell’iter per<br />
l’approvazione della variante<br />
generale<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 9
LIBERA MENTE<br />
Riemerso da <strong>un</strong>’infinità <strong>di</strong> silenzio<br />
<strong>di</strong> Filippo De Mariano<br />
I<br />
l sindaco ha parlato. Dopo<br />
<strong>un</strong> l<strong>un</strong>go periodo <strong>di</strong><br />
fitto silenzio, la persona<br />
che nel 1998 è stata eletta<br />
alla guida <strong>di</strong> questo com<strong>un</strong>e<br />
ha fatto sentire la sua<br />
voce. È stato necessario<br />
“provocarlo” con <strong>un</strong>a lettera<br />
aperta affissa in qualche locale<br />
e inviata anche a lui personalmente<br />
e con <strong>un</strong> manifesto,<br />
entrambi firmati da Lorenzo<br />
D’Amico e Mariano Calderone, per indurlo ad abbandonare lo<br />
stato <strong>di</strong> afasia nel quale viveva praticamente dal pomeriggio in<br />
cui partecipò al fianco <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Fava a <strong>un</strong> <strong>di</strong>battito sugli attentati<br />
alla Maimon Coop. Come Celia, la domestica <strong>di</strong> Montale,<br />
anche il nostro sindaco s’è rifatto sentire, non, però, per<br />
chiedere notizie, ma per darne.<br />
La voce <strong>di</strong> Pandolfo è riecheggiata solo sui muri citta<strong>di</strong>ni e non<br />
nelle orecchie dei citta<strong>di</strong>ni, nel senso che ha affidato il suo pensiero<br />
a <strong>un</strong>o schizzinosissimo manifesto con il quale ha fornita<br />
la sua infasti<strong>di</strong>ta risposta al duo D’Amico-Calderone.<br />
Siccome è passato più <strong>di</strong> <strong>un</strong> mese dall’ “evento”, ricor<strong>di</strong>amo<br />
brevemente che Calderone e D’Amico avevano chiesto al sindaco<br />
<strong>di</strong> convocare <strong>un</strong>’assemblea pubblica per <strong>di</strong>scutere con i<br />
citta<strong>di</strong>ni come rivedere i contenuti del piano regolatore che l’<br />
assessorato regionale al Territorio aveva restituito al com<strong>un</strong>e<br />
perché riducesse l’estensione delle zone in cui è possibile costruire<br />
perché troppo ampie rispetto all’ effettivo fabbisogno <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong> com<strong>un</strong>e con <strong>un</strong>a popolazione molto bassa e in continua<br />
<strong>di</strong>minuzione. A noi non interessa qui <strong>di</strong>scutere né del ritardo<br />
con cui il sindaco ha risposto a quella richiesta, né delle modalità<br />
con cui lo ha fatto, né ancora <strong>di</strong> quella coincidenza temporale<br />
per cui il manifesto <strong>di</strong> Pandolfo è apparso il giorno prima<br />
del comizio programmato da Azione Giovani. Men che meno<br />
inten<strong>di</strong>amo avventurarci in osservazioni tecniche in materia<br />
urbanistica. Vogliamo parlare invece del contenuto <strong>di</strong> quel<br />
manifesto. Del pensiero del sindaco, insomma.<br />
Il sindaco è tornato a parlare. Lo ha<br />
fatto con <strong>un</strong> manifesto. Nel quale<br />
hanno trovato spazio concetti<br />
<strong>di</strong>scutibili<br />
10 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
Pandolfo <strong>di</strong>ce che il contenuto<br />
della variante al piano regolatore<br />
è responsabilità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />
precedente amministrazione:<br />
lui e i suoi non c’entrano.<br />
Dichiara subito dopo che per<br />
quanto lo riguarda non ha<br />
interessi personali da far valere<br />
sull’ argomento. Osserva<br />
che le in<strong>di</strong>cazioni gi<strong>un</strong>te da<br />
Palermo sono la conseguenza<br />
della mancanza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a programmazione<br />
sul centro storico.<br />
Rassicura i proprietari che<br />
tutto resterà così com’è. Giu<strong>di</strong>ca prematuro <strong>un</strong> incontro con i<br />
citta<strong>di</strong>ni fin quando i progettisti non avranno elaborato <strong>un</strong>a<br />
proposta alternativa a quella bocciata dall’ assessorato regionale<br />
al Territorio. Conclude con <strong>un</strong> velenoso riferimento alla professione<br />
(attuale o futura) dei suoi interlocutori. Ce n’è abbastanza<br />
per essere insod<strong>di</strong>sfatti (“E ti pareva!”, commenterete<br />
voi).<br />
RESPONSABILITÀ. Di variante generale al piano regolatore si<br />
è cominciato a parlare nel 1997, alla scadenza dei vincoli imposti<br />
dal piano approvato venti anni prima. Allora era sindaco<br />
Lino Calderone, la cui amministrazione gestì la fase certamente<br />
fondamentale della scelta dei progettisti e delle in<strong>di</strong>cazioni da<br />
fornire a questi per la redazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto <strong>di</strong> “sviluppo”<br />
urbanistico <strong>di</strong> questo paese. Il consiglio com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> allora si<br />
<strong>di</strong>chiarò incompatibile, venne nominato <strong>un</strong> commissario, eccetera<br />
eccetera, finché la nuova amministrazione, quella <strong>di</strong> Pandolfo,<br />
gestì <strong>un</strong>a parte dell’ iter, non meno significativa cre<strong>di</strong>amo.<br />
Infatti, su in<strong>di</strong>cazione dell’attuale sindaco-assessore ai lavori<br />
pubblici il nuovo consiglio com<strong>un</strong>ale chiese ai progettisti<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le prescrizioni esecutive. Inoltre, sempre su impulso<br />
del sindaco, il consiglio com<strong>un</strong>ale nel 2000 approvò delle<br />
osservazioni da inviare a Palermo. Quin<strong>di</strong>, a <strong>di</strong>re che l’ attuale<br />
amministrazione in assoluto non ha ness<strong>un</strong>a responsabilità sui<br />
contenuti della variante al piano regolatore si pecca <strong>di</strong> superficialità.<br />
Si potrà poi mettere su <strong>un</strong>a bilancia le azioni <strong>di</strong> <strong>un</strong>’amministrazione<br />
e dell’altra per stabilire quale è più cattiva, ma<br />
questo è <strong>un</strong> giochetto che tanti potranno fare per i fatti loro.<br />
CENTRO STORICO. Il riferimento <strong>di</strong> Pandolfo alla mancanza<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> piano particolareggiato per il centro storico evoca il<br />
“porto sepolto” delle iniziative <strong>di</strong> cui lui si sente personalmente<br />
responsabile e sulle quali soltanto chiede, <strong>di</strong> fatto, <strong>di</strong> essere<br />
giu<strong>di</strong>cato. La progettazione per il Prusst, quella per il Pit, le<br />
richieste <strong>di</strong> finanziamento avanzate nell’ ambito del piano<br />
“Restauro Sicilia”: questo - <strong>di</strong>ce implicitamente Pandolfo - è<br />
ciò che io ho fatto e che chi c’era prima <strong>di</strong> me neanche si è<br />
sognato <strong>di</strong> ipotizzare.<br />
Si tratta <strong>di</strong> meriti? Certamente sì. Qualc<strong>un</strong>o obietterà che ancora<br />
non si è visto nulla <strong>di</strong> concreto e che, con i chiari <strong>di</strong> l<strong>un</strong>a che<br />
ci sono in giro, è concreto il rischio <strong>di</strong> non vedere realizzato
mai nulla. Ma se ciò dovesse<br />
accadere, sarà colpa <strong>di</strong> <strong>un</strong> sindaco?<br />
Non cre<strong>di</strong>amo. Quin<strong>di</strong><br />
riconosciamo a Pandolfo che si<br />
è impegnato molto per in<strong>di</strong>care<br />
nel centro storico la zona del<br />
paese verso cui in<strong>di</strong>rizzare risorse<br />
e investimenti. Verso cui<br />
rivolgere lo “sviluppo”, insomma.<br />
NULLA CAMBIERÀ. Domanda:<br />
se la sua azione amministrativa<br />
e, prima ancora, politica, è<br />
stata così orientata, perché nel<br />
manifesto assicura ai proprietari<br />
<strong>di</strong> terreni inizialmente inclusi<br />
nelle zone <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia<br />
che i loro <strong>di</strong>ritti non saranno<br />
mo<strong>di</strong>ficati in nulla? Certamente<br />
perché la politica impone <strong>di</strong> creare consenso attorno alla propria<br />
persona, non certo <strong>di</strong>ssenso, però sarebbe interessante<br />
conoscere anche <strong>un</strong>’altra risposta, oltre a questa più imme<strong>di</strong>ata.<br />
Perché delle due l’<strong>un</strong>a: o la vera zona <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia<br />
(con <strong>un</strong>a ricaratterizzazione dell’ espressione rispetto al passato)<br />
è il centro storico anche in conseguenza dei finanziamenti<br />
Prusst e Pit, oppure il modello <strong>di</strong> “sviluppo” è quello già proposto<br />
da altri: ogn<strong>un</strong>o costruisca là dove ha <strong>un</strong> terreno <strong>di</strong>sponibile,<br />
perché non conta <strong>un</strong>a crescita orientata ma <strong>un</strong>a crescita<br />
purchessia.<br />
MOSTRI. Ma veniamo alla parte che più ci interessa, quella <strong>di</strong><br />
costume politico e culturale, per così <strong>di</strong>re. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi<br />
quattro anni dalla campagna elettorale, il sindaco - come già<br />
l’assessore Vaccarino prima <strong>di</strong> lui per <strong>un</strong>a circostanza <strong>di</strong>versa<br />
da questa - si comporta come se ancora fossimo solo all’ inizio<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga e meravigliosa traversata per le terre del buon<br />
governo. Così soltanto si spiega il ripetersi della schematizzazione<br />
per cui il sindaco e i suoi sostenitori non hanno ness<strong>un</strong><br />
interesse privato da <strong>di</strong>fendere, tutti gli altri invece, qualsiasi<br />
cosa facciano, non pensano che a crearsi dei vantaggi. Lui è il<br />
più buono <strong>di</strong> tutti, gli altri sono turpi in pensiero e in azione.<br />
Possibile che si debba continuare ad ascoltare queste cose?<br />
Possibile che dopo quattro anni ancora dobbiamo sentirci propalare<br />
questi espe<strong>di</strong>enti da campagna elettorale? Il tempo che è<br />
passato dal maggio 1998 ha rivelato a tutti che non esistono<br />
eroi buoni venuti a S. Lucia per salvare l’umanità. Qui tutti<br />
abbiamo più <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>di</strong>fetto. Tutti spesso ci facciamo prendere<br />
esageratamente da questi <strong>di</strong>fetti e commettiamo errori. Anche<br />
il sindaco farebbe bene a rassegnarsi a questa evidenza, perché<br />
tutto ciò vale anche per lui. Anche lui ha sbagliato in questi<br />
anni. Non siamo dentro <strong>un</strong>a fiaba con il cavaliere bello e valoroso<br />
da <strong>un</strong>a parte, la foresta incantatrice, la natura selvaggia e i<br />
mostri insi<strong>di</strong>osi dall’ altra. Siamo nella realtà, e la realtà è <strong>un</strong><br />
po’ più complessa delle favole.<br />
MOSTRICIATTOLI. Ma la cosa che più <strong>di</strong> tutte colpisce in<br />
s a t u r a<br />
Riemersa da <strong>un</strong>’infinità <strong>di</strong> tempo<br />
Celia la filippina ha telefonato<br />
per avere tue notizie. Credo stia bene, <strong>di</strong>co,<br />
forse meglio <strong>di</strong> prima. – Come, crede?<br />
Non c’è più? – Forse più <strong>di</strong> prima, ma…<br />
Celia, cerchi d’intendere…<br />
Di là dal filo,<br />
da Manila o da altra<br />
parola dell’atlante <strong>un</strong>a balbuzie<br />
impe<strong>di</strong>va anche lei. E riagganciò <strong>di</strong> scatto.<br />
(4 ottobre 1967)<br />
Eugenio Montale<br />
quel manifesto è l’ultima frase.<br />
“Proviamo sempre <strong>un</strong> certo<br />
<strong>di</strong>sagio quando <strong>un</strong> geometra e<br />
<strong>un</strong> possibile ingegnere si interessano<br />
dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista politico<br />
al piano regolatore” <strong>di</strong>ce più<br />
o meno in conclusione il sindaco.<br />
Non vi sembri esagerato, ma in<br />
quelle righe c’è tutta S. Lucia<br />
del Mela, tutta la miseria dei<br />
piccoli paesi nei quali le giornate<br />
scorrono sempre identiche.<br />
Ma che a <strong>di</strong>re <strong>un</strong>a cosa simile<br />
sia <strong>un</strong> sindaco, be’ è il segno <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a “piccineria” agghiacciante.<br />
Un paese come questo ha bisogno<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> sindaco che lo faccia<br />
crescere culturalmente (dove<br />
cultura significa sapersi com-<br />
portare, non leggere libri), che si mostri superiore agli agguati<br />
che le cricche <strong>di</strong> astuti vogliono tendergli. E invece cosa abbiamo?<br />
Un sindaco che in quattro anni non ha mai trovato mezz’ora<br />
per <strong>di</strong>re alle persone che lo hanno eletto: “Fino a ora ho<br />
fatto questo, da domani voglio fare quest’altro”. Un sindaco<br />
che, <strong>di</strong> fronte a <strong>un</strong>a richiesta chiara, lineare, <strong>di</strong> ricevere informazioni,<br />
risponde con la propaganda. Un sindaco che <strong>di</strong> fronte<br />
alla richiesta <strong>di</strong> politica risponde con il personalismo. Un sindaco<br />
che confonde <strong>un</strong>’elezione democratica con <strong>un</strong> plebiscito.<br />
Un sindaco che anziché valorizzare le scarsissime risorse intellettuali<br />
che ha a <strong>di</strong>sposizione le fa pentire <strong>di</strong> essersi impegnate<br />
(il caso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a persona perbene come l’ingegnere Francesco<br />
Bella che da <strong>un</strong> certo momento in poi non ha più partecipato a<br />
ness<strong>un</strong>a commissione e<strong>di</strong>lizia fino a essere <strong>di</strong>missionato vale<br />
più <strong>di</strong> mille parole). Un sindaco, insomma, che invece <strong>di</strong> contrastare<br />
le miserie paesane, se ne fa primo rappresentante, negando<br />
<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> interlocutore a chi prova a fargli qualche domanda.<br />
Ecco allora che Lorenzo D’Amico e Mariano Calderone<br />
non sono nemmeno mostri ma “mostriciattoli”. Appren<strong>di</strong>sti<br />
corrotti.<br />
Sull’ “arida schiena” <strong>di</strong> questo monticciolo siciliano crescono<br />
solo ortiche tra le quali scegliere quella da cui farsi p<strong>un</strong>gere.<br />
Parla “solo se provocato”. Ma,<br />
soprattutto, ragiona con le<br />
provocazioni. Così certe sue idee<br />
<strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>fficili da con<strong>di</strong>videre<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 11
VECCHIE CONOSCENZE/1<br />
12 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
M s<br />
Riconoscete quest’uomo?<br />
a pagina <strong>di</strong> giornale che trovate a fianco non vi aiuta molto: è<br />
L talmente piccola che non si vede nulla. Ma la foto che vi proponiamo<br />
a parte e che è tratta da quella stessa pagina dovrebbe farvi<br />
capire qualcosa in più. L<strong>un</strong>edì 18 marzo “Affari e finanza”, il supplemento<br />
<strong>di</strong> “la Repubblica” <strong>di</strong>retto da Giuseppe Turani, ha pubblicato<br />
<strong>un</strong> dossier sull’ambiente a partire da pagina 46. Nella prima<br />
<strong>di</strong> queste pagine, in basso a destra, su <strong>un</strong>a colonna, era inserita <strong>un</strong>’intervista<br />
al “capo della Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile<br />
del ministero dell’ Ambiente e Tutela del Territorio, Francesco<br />
La Camera”. A questo p<strong>un</strong>to il mistero è definitivamente<br />
risolto.<br />
L’ex sindaco <strong>di</strong> S. Lucia del Mela, vittima nel gennaio 1994 <strong>di</strong> <strong>un</strong>o<br />
degli episo<strong>di</strong> più tristi della politica e della cronaca luciesi, nell’ intervista<br />
concessa a Elisabetta<br />
Tonni, fa il p<strong>un</strong>to<br />
sugli affari che si prospettano<br />
per quanti provano<br />
a equilibrare mercato e<br />
lotta all’ inquinamento.<br />
Soprattutto nelle gran<strong>di</strong><br />
città, i mezzi pubblici, i<br />
parcheggi, i nuovi carburanti,<br />
i mezzi a due ruote<br />
e le auto elettriche sono<br />
destinate a crescere. “Tutti stanno aggi<strong>un</strong>gendo il termine sostenibilità<br />
a tutti i progetti. Prima - <strong>di</strong>ce La Camera - degli stu<strong>di</strong> sulla<br />
sostenibilità si occupavano gruppi molto deboli. Adesso invece si<br />
VECCHIE CONOSCENZE/2<br />
Dalla politica del grano<br />
allo sciopero della fame<br />
da Fazio insegna <strong>storia</strong> all’<strong>un</strong>iversità <strong>di</strong> Torino. Una decina <strong>di</strong><br />
I anni fa fu a S. Lucia del Mela per consultare alc<strong>un</strong>i fon<strong>di</strong> dell’archivio<br />
storico com<strong>un</strong>ale. Stava lavorando a <strong>un</strong> libro che fu poi pubblicato<br />
dall’e<strong>di</strong>tore Franco Angeli <strong>di</strong> Milano col titolo “La politica<br />
del grano. Annona e controllo del territorio in Sicilia nel Settecento”.<br />
Un decennio dopo ritroviamo la professoressa Fazio alle prese non<br />
con l’annona o la politica del grano, ma con il loro esatto opposto:<br />
il <strong>di</strong>gi<strong>un</strong>o. In che senso? Nel senso che Ida Fazio è <strong>un</strong>o dei docenti<br />
<strong>un</strong>iversitari che dal 30 marzo al 5 aprile ha partecipato a <strong>un</strong>o sciopero<br />
della fame a staffetta organizzato per chiedere la concessione<br />
della grazia a Adriano Sofri, Ovi<strong>di</strong>o Bompressi e Giorgio Pietrostefani,<br />
i tre componenti <strong>di</strong> Lotta continua condannati per l’omici<strong>di</strong>o<br />
del commissario Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Ida Fazio ha<br />
o A i c o a cura <strong>di</strong> Filippo De Mariano<br />
stanno rafforzando notevolmente<br />
soprattutto<br />
per quanto riguarda le<br />
strutture meri<strong>di</strong>onali”.<br />
Il ministero dell’ Ambiente<br />
sta facendo<br />
partire <strong>un</strong>a campagna<br />
<strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
sul tema dello sviluppo<br />
sostenibile perché<br />
finora “sui<br />
gran<strong>di</strong> temi c’è<br />
grande partecipazione,<br />
sui temi<br />
minori, invece, si<br />
registra <strong>un</strong> interesse<br />
scarso”. Ecco quin<strong>di</strong> che<br />
“è stata commissionata <strong>un</strong>a campagna pubblicitaria<br />
volta all’ educazione ambientale, ma anche a capire quali potevano<br />
essere i deficit informativi”.<br />
L’anno scorso sono stati finanziati 111 progetti per <strong>un</strong> costo <strong>di</strong> 12,9<br />
milioni <strong>di</strong> euro e altri riceveranno impulso quest’anno, in attesa che<br />
a settembre, in <strong>un</strong>a conferenza che si terrà a Johannesburg, in Sud<br />
Africa, trovi conferma la volontà dei governi <strong>di</strong> continuare sulla<br />
linea dello sviluppo sostenibile. L’Italia si prepara all’ app<strong>un</strong>tamento<br />
con <strong>un</strong>a task force che lavorerà sui temi in<strong>di</strong>cati dalle <strong>di</strong>rettive<br />
europee. “A Johannesburg - conclude La Camera nell’intervista -<br />
non si dovranno firmare nuove convenzioni, ma ci saranno piuttosto<br />
delle <strong>di</strong>chiarazioni politiche per la conferma dell’ Agenda 21 e<br />
<strong>di</strong> nuove Agende”.<br />
Da Johannesburg il gennaio 1994 deve essere ancora più lontano.<br />
<strong>di</strong>gi<strong>un</strong>ato il giorno <strong>di</strong> Pasqua insieme a <strong>un</strong>’altra docente dell’<strong>un</strong>iversità<br />
<strong>di</strong> Torino, Anna Bravo, e al professor Paul Ginsborg, l’animatore<br />
insieme a Francesco Par<strong>di</strong> del comitato <strong>di</strong> professori dell’<strong>un</strong>iversità<br />
<strong>di</strong> Firenze che ha chiesto <strong>un</strong>a nuova leadership per il centrosinistra.<br />
FIGLI E ASSEGNI<br />
2001, boom <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong> alle famiglie<br />
N umeri record nella concessione degli assegni <strong>di</strong> assistenza alle<br />
famiglie con figli a carico nel 2001. I sussi<strong>di</strong>, introdotti due<br />
anni fa da <strong>un</strong>a finanziaria del governo <strong>di</strong> centrosinistra e che vengono<br />
elargiti dai com<strong>un</strong>i con fon<strong>di</strong> statali, hanno decisamente preso<br />
piede.<br />
L’ufficio servizi sociali del com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> S. Lucia del Mela ha emesso<br />
per l’anno 2001 14 determinazioni <strong>di</strong> concessione <strong>di</strong> assegni <strong>di</strong> maternità,<br />
quin<strong>di</strong> per bambini nati nell’ultimo anno, e ben 46 sussi<strong>di</strong>
DITELO CON I NUMERI<br />
l 25 per cento della popola-<br />
I zione <strong>di</strong> S. Lucia del Mela ha<br />
almeno il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> scuola superiore.<br />
È questa l’élite culturale<br />
nostrana.<br />
Il 50 per cento dei luciesi, invece,<br />
si è fermato alla scuola dell’<br />
obbligo. Resta consistente la<br />
percentuale <strong>di</strong> quanti possiedono<br />
solo la licenza elementare.<br />
Mentre gli anziani privi <strong>di</strong> qualsiasi<br />
istruzione sono il 3 per<br />
cento. Un numero molto basso<br />
rispetto al passato, che rivela<br />
<strong>un</strong>a volta <strong>di</strong> più come il ricambio<br />
generazionale, pur se lentamente,<br />
si stia compiendo.<br />
EUROGEN/1<br />
Vince E<strong>di</strong>power<br />
urogen ha <strong>un</strong> nuovo proprietario. La società che raggruppa sei<br />
E centrali termoelettriche e tre idroelettriche messa in ven<strong>di</strong>ta<br />
dall’ Enel nell’ambito della liberalizzazione del mercato dell’ energia,<br />
è stata acquistata da E<strong>di</strong>power, <strong>un</strong> consorzio che raccoglie l’E<strong>di</strong>son,<br />
le aziende elettriche m<strong>un</strong>icipalizzate <strong>di</strong> Milano e Torino,<br />
l’Atel, Unicre<strong>di</strong>t e la Royal Bank of Scotland.<br />
Molto alta la cifra pagata: 2.980 milioni <strong>di</strong> euro per gli impianti, 900<br />
milioni <strong>di</strong> euro per ripianare i debiti. Considerando che Eurogen ha<br />
impianti per 7.008 megawatt, significa che E<strong>di</strong>power ha pagato<br />
770.000 euro per megawatt. Costruire <strong>un</strong>a nuova centrale costa<br />
invece 450.000 euro a megawatt. Inoltre l’Enel dalla ven<strong>di</strong>ta della<br />
prima società, Elettrogen, che possiede <strong>un</strong>a potenza superiore a<br />
Eurogen, ricavò 667.000 euro per megawatt. Alla centrale <strong>di</strong> S.<br />
Filippo del Mela arriva così <strong>un</strong> nuovo “padrone”. Cosa succederà?<br />
VINI<br />
Istruzione in crescita<br />
Analfabeti<br />
Alfabeti<br />
Licenza<br />
elementare<br />
Licenza<br />
me <strong>di</strong>a<br />
Diploma<br />
Laurea<br />
Marchio doc,<br />
la parola passa al Ministero<br />
rosegue l’iniziativa promossa dalla Cia, Confederazione degli<br />
P agricoltori, <strong>di</strong> Milazzo e da alc<strong>un</strong>i produttori vinicoli della zona<br />
per il riconoscimento del marchio doc per i vini prodotti nel com-<br />
2%<br />
0%<br />
5%<br />
22%<br />
20%<br />
EUROGEN/2<br />
50%<br />
0% 20% 40% 60%<br />
Eccesso <strong>di</strong> manodopera<br />
ASILO NIDO E REFEZIONE<br />
Le tariffe si sono<br />
fatte in euro<br />
nche le tariffe del com<strong>un</strong>e si<br />
A sono fatte in euro. Per servirvi<br />
meglio, è chiaro. An<strong>di</strong>amo con<br />
or<strong>di</strong>ne.<br />
Acquedotto. Con le tasse sarà<br />
coperto l’ottanta per cento del<br />
costo del servizio, cioè 198.191,86<br />
euro.<br />
Spazzatura. Restano confermate le<br />
tariffe del 2001, quin<strong>di</strong> pagherete<br />
quanto l’ anno scorso.<br />
Asilo nido. Da gennaio 2002 la<br />
retta è <strong>di</strong> 84,18 euro (l’equivalente<br />
<strong>di</strong> 163.000 lire).<br />
Refezione scolastica. Per i pasti<br />
dei bambini che frequentano la<br />
scuola materna, da gennaio si paga<br />
36,15 euro (70.000 vecchie lire).<br />
<strong>di</strong>power (nella foto il suo presidente) ha speso molto per acqui-<br />
E sire Eurogen. Ora si ritrova 7.008 megawatt <strong>di</strong>stribuiti in nove<br />
centrali. In alc<strong>un</strong>e <strong>di</strong> queste, però, il rapporto tra operai impiegati<br />
ed energia prodotta è tutt’altro che vantaggioso. Il caso più evidente,<br />
come <strong>di</strong>mostra la tabella qui sotto, che si riferisce solo ai sei<br />
impianti termoelettrici, è proprio quello <strong>di</strong> S. Filippo del Mela. Tutto<br />
questo avrà conseguenze per gli operai <strong>di</strong> questa zona?<br />
CENTRALE MW OPERAI MW/OPERAI<br />
Brin<strong>di</strong>si nord 1.180 177 6,6<br />
Chivasso 375 97 3,9<br />
S. Filippo del Mela 1.200 439 2,7<br />
Piacenza 620 119 5,2<br />
Sermide 1.208 243 5,0<br />
Turbigo 1.653 214 7,7<br />
prensorio Milazzo-Villafranca. Sulla Gazzetta ufficiale regionale è<br />
stato pubblicato l’ann<strong>un</strong>cio della richiesta <strong>di</strong> riconoscimento del<br />
marchio.<br />
Ora potrà essere formulata la richiesta ufficiale al Ministero per le<br />
attività agricole, al quale spetterà l’ultima parola. A com<strong>un</strong>icare al<br />
sindaco lo stato dell’iniziativa è stata <strong>un</strong>a lettera scritta dal segretario<br />
della Cia <strong>di</strong> Milazzo, Biagio Cacciola. Il com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> S. Lucia,<br />
come altri della zona, aveva dato, infatti, la propria adesione con<br />
<strong>un</strong>a delibera <strong>di</strong> gi<strong>un</strong>ta.<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 13
TERRENI MONTANI<br />
15 allevatori<br />
per 11 lotti<br />
amministrazione com<strong>un</strong>ale stringe i<br />
L’ tempi (per usare <strong>un</strong> luogo com<strong>un</strong>e<br />
GRANDI RIFORME<br />
I Coreco non esistono (quasi) più<br />
ttenzione a non fare confusione: la questione è abbastanza<br />
A capziosa. I Coreco, gli organi che controllavano la legittimità<br />
<strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e delibere <strong>di</strong> gi<strong>un</strong>te e consigli com<strong>un</strong>ali, non esistono più.<br />
Ma i com<strong>un</strong>i devono fare finta che ci siano com<strong>un</strong>que. L’<strong>un</strong><strong>di</strong>ci<br />
febbraio la gi<strong>un</strong>ta regionale Cuffaro ha approvato <strong>un</strong>a delibera con<br />
la quale ha <strong>di</strong>sposto la cessazione dell’attività dei Coreco e dei mandati<br />
dei loro componenti in tutte le nove province siciliane. Le mo<strong>di</strong>fiche<br />
apportate alla Costituzione, infatti, con il referendum dell’<br />
ottobre 2001, infatti, avevano annullato l’ articolo che prevedeva gli<br />
organismi <strong>di</strong> controllo sugli atti dei com<strong>un</strong>i. Il 7 marzo l’assessore<br />
regionale agli enti locali D’Aquino ha firmato <strong>un</strong>a circolare con la<br />
quale viene com<strong>un</strong>icato a tutti i com<strong>un</strong>i che i Coreco “non possono<br />
più ri<strong>un</strong>irsi”. Però, precisa l’assessore, in attesa che la Regione approvi<br />
<strong>un</strong>a nuova legge su questo argomento, i com<strong>un</strong>i “dovranno<br />
trasmettere ai Coreco le delibere soggette a controllo necessario ed<br />
eventuale <strong>di</strong> legittimità la cui esecutività sarà assicurata attraverso il<br />
ricorso all’istituto della esecutività per decorrenza dei termini”.<br />
Cioè: dovranno com<strong>un</strong>que inviare alla sede degli ex Coreco gli atti<br />
che in passato venivano sottoposti a controllo, i quali saranno considerati<br />
vali<strong>di</strong> perché ness<strong>un</strong>o avrà detto il contrario entro il termine<br />
previsto. Del resto come potrebbe essere altrimenti, se sono<br />
state inviate a <strong>un</strong> organismo che non esiste più?<br />
14 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
IN GARA PER I TERRENI MONTANI<br />
fuori luogo) per l’ affitto dei terreni montani<br />
agli allevatori. Tra il 22 gennaio e il 14<br />
marzo si sono tenute nell’ ufficio del sindaco<br />
alc<strong>un</strong>e ri<strong>un</strong>ioni tra i rappresentanti dei<br />
com<strong>un</strong>i comproprietari dei fon<strong>di</strong> e delle<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria per giu<strong>di</strong>care l’ammissibilità<br />
delle richieste inviate al com<strong>un</strong>e<br />
<strong>di</strong> S. Lucia alla gara<br />
ALLEVATORE LOTTO RICHIESTO<br />
SALVATORE E DOMENICO MANNA Lotto contrada Ciurcano<br />
ANTONIO FRANCO CALDERONE Lotto contrada Ciurcano (parziale)<br />
SALVATORE MANNA Lotto Insito<br />
NATALE TINDARO DONATO Lotto Acino Girasela<br />
FORTUNATO MANNA Lotto Giumentario<br />
CARLO PRESTI Lotto Vassallo<br />
PASQUALE CALDERONE Lotto Acino Girasela (parziale)<br />
ANTONINO IMPALÀ Contrada Tiglio Mandrazza<br />
SANTO IMPALÀ Lotto Pulario <strong>di</strong> Mezzo<br />
SALVATORE LIAROSA Lotto Pulario <strong>di</strong> Sotto o Favata<br />
GIUSEPPE DOMENICO PRESTI Lotto Pulario <strong>di</strong> Sotto o Favata<br />
GIUSEPPE LIAROSA Lotto Scifo<br />
ANTONINO CROCETTA Lotto Rizza<br />
FORTUNATO ANTONINO CALDERONE Lotto Pulario <strong>di</strong> Mezzo<br />
MARIO MIRABILE Lotto Ginestra <strong>di</strong> Sopra<br />
per l’assegnazione<br />
dei ter-<br />
REGIONE INGRATA<br />
reni.<br />
Fino a questo momento non si è gi<strong>un</strong>ti a<br />
decisioni concrete perché è stato più volte<br />
necessario chiedere agli allevatori <strong>di</strong> integrare<br />
la documentazione presentata. Una<br />
sola richiesta, invece, è stata respinta e<br />
quin<strong>di</strong> esclusa dalla partecipazione alla gara.<br />
Sono otto gli allevatori che<br />
concorreranno all’assegnazione<br />
in affitto dei terreni<br />
montani. La gara si svolgerà<br />
dopo che alc<strong>un</strong>i <strong>di</strong> questi<br />
avranno completato la documentazione<br />
da presentare.<br />
Nella ri<strong>un</strong>ione del 14 marzo<br />
la commissione che espleterà<br />
la gara ha dato 30 giorni <strong>di</strong> tempo per<br />
regolarizzare i fascicoli<br />
Metano: avete voluto la Comest?<br />
Ora tenetevela<br />
desso è proprio ufficiale: non ci sono speranze per la metaniz-<br />
A zazione. Il decreto firmato l’<strong>un</strong><strong>di</strong>ci marzo dall’ assessore regionale<br />
all’industria Marina Noé è spietato. Riapre i termini per la concessione<br />
<strong>di</strong> finanziamenti per la realizzazione della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
del metano, ma precisa in modo inequivocabile: “Sono esclusi<br />
gli interventi affidati dai com<strong>un</strong>i in concessione a norma dell’articolo<br />
42 ter della legge regionale 8 gennaio 1996, n. 4, nonché i com<strong>un</strong>i<br />
che vanno a costituire, con gli stessi, bacino d’utenza a gestione<br />
<strong>un</strong>itaria”. Il che significa due cose. Primo: l’articolo 42 ter è<br />
quello usato nel 1997 dal com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> S. Lucia del Mela (sindaco:<br />
Lino Calderone - precisiamolo perché altrimenti l’attuale sindaco si<br />
incacchia) per affidare in concessione alla <strong>di</strong>tta Comest <strong>di</strong> Belmonte<br />
Mezzagno la costruzione e la gestione per trent’anni della rete metanifera<br />
citta<strong>di</strong>na, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> finanziamenti dalla Regione neanche a<br />
parlarne. Secondo: se qualche com<strong>un</strong>e confinante ha la barbara idea<br />
<strong>di</strong> mettersi con noi, dovrà arrangiarsi come meglio potrà: da Palermo<br />
non arriverà niente nemmeno per loro. Avete presente gli appestati?<br />
Ecco: quelli, più o meno.<br />
Se volete soffrire ancora <strong>un</strong> po’, vi <strong>di</strong>ciamo che la nuova serie <strong>di</strong><br />
finanziamenti elargirà ai com<strong>un</strong>i, singoli o in consorzio, somme<br />
pari al 35 per cento delle spese complessive previste, fino a <strong>un</strong> massimo<br />
<strong>di</strong> 7.746.000 euro. La restante parte dovrà essere procurata<br />
con <strong>un</strong> mutuo della Cassa depositi e prestiti se il com<strong>un</strong>e agisce<br />
singolarmente, con <strong>un</strong> finanziamento della <strong>di</strong>tta concessionaria del<br />
servizio nel caso <strong>di</strong> consorzi.
BILANCIO DI PREVISIONE/1<br />
ATTUALITÀ<br />
Soli al comando<br />
Per l’approvazione del bilancio <strong>di</strong> previsione in aula c’erano solo otto<br />
consiglieri. Tutti della maggioranza. Che lo hanno approvato. Silenziosamente<br />
<strong>di</strong> Filippo De Mariano<br />
F<br />
orse non è esatto <strong>di</strong>re - come ha<br />
fatto Lorenzo D’Amico in <strong>un</strong><br />
comizio - che ormai non c’è più<br />
<strong>un</strong>a maggioranza che sostiene<br />
l’amministrazione com<strong>un</strong>ale.<br />
Forse è più esatto <strong>di</strong>re che non esiste più<br />
<strong>un</strong>a qualche forma <strong>di</strong> politica dentro il consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale. Forse non esiste più <strong>un</strong><br />
vero consiglio com<strong>un</strong>ale. Se per <strong>un</strong>o dei<br />
due, tre momenti più importanti dell’ anno<br />
si presenta come <strong>un</strong>a assemblea <strong>di</strong> condominio,<br />
tanto sono ridotti i ranghi, be’ forse<br />
quello non è più <strong>un</strong> consiglio com<strong>un</strong>ale. È<br />
<strong>un</strong> luogo <strong>di</strong> pura ratifica.<br />
Il 12 aprile otto dei nove consiglieri <strong>di</strong> maggioranza<br />
(mancava D’Antoni) hanno pron<strong>un</strong>ciato<br />
il loro sì al bilancio <strong>di</strong> previsione<br />
2002. Legittimamente lo hanno approvato<br />
perché sono, loro, i sostenitori dell’ amministrazione<br />
com<strong>un</strong>ale. Dall’ altra parte non<br />
c’era ness<strong>un</strong>o. Dei sei consiglieri <strong>di</strong> opposizione,<br />
quattro (Lino Calderone, Ragusa,<br />
D’Amico e Amalfi) mancavano fin dall’inizio,<br />
altri due (Carmelo Bella e Marchese)<br />
hanno lasciato l’aula dopo che <strong>un</strong> emendamento<br />
del loro gruppo era stato respinto.<br />
Così, con <strong>un</strong> pezzo <strong>di</strong> consiglio com<strong>un</strong>ale<br />
in meno, il bilancio <strong>di</strong> previsione è passato.<br />
Ed è accaduto nel più composto e assordante<br />
silenzio.<br />
Bella e Marchese sono andati via senza<br />
<strong>di</strong>chiarare nulla. Grillo, quando ormai tutto<br />
dava l’impressione che si stesse svolgendo<br />
<strong>un</strong>a ri<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> maggioranza e non altro, ha<br />
<strong>di</strong>chiarato: “A nome del gruppo Oltre l’Orizzonte<br />
prendo atto dello sforzo collegiale<br />
che è stato fatto nell’ultimo anno amministrativo<br />
riconoscendo gli enormi sacrifici<br />
con i quali la gi<strong>un</strong>ta è riuscita a prospettare<br />
<strong>un</strong> bilancio in pareggio. Certi che, durante<br />
la gestione <strong>di</strong> questo bilancio, se accorgimenti<br />
necessiteranno e le <strong>di</strong>sponibilità finanziarie<br />
lo permetteranno, si troverà il<br />
modo, come già fatto in passato, <strong>di</strong> destinare<br />
le somme ai servizi <strong>di</strong> priorità per i citta<strong>di</strong>ni<br />
e per il paese”.<br />
Eccola, la legittima motivazione della legittima<br />
approvazione del bilancio. Otto favorevoli,<br />
ness<strong>un</strong> contrario, ness<strong>un</strong> astenuto,<br />
abbiamo finito, è stato bello, buonanotte.<br />
Il bilancio era stato blindato, come già negli<br />
anni precedenti, dall’ amministrazione, che<br />
sapeva che non sarebbero nate <strong>di</strong>scussioni<br />
dentro il gruppo <strong>di</strong> maggioranza. Blindato<br />
doveva essere e blindato è stato.<br />
L’emendamento presentato da Lino Calderone,<br />
Ragusa, Carmelo Bella e D’Amico<br />
che chiedeva l’istituzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> capitolo da<br />
8.200 euro per il servizio <strong>di</strong> trasporto urbano<br />
gratuito per gli anziani non poteva passare:<br />
i pareri della ragioneria e della segreta-<br />
PERCENTUALI DA BILANCIO<br />
Percentuali <strong>di</strong> copertura dei costi <strong>di</strong><br />
servizio con le tasse com<strong>un</strong>ali<br />
Rifiuti soli<strong>di</strong> urbani 70,03%<br />
Acqua 89,56%<br />
Asilo nido e refezione scolastica 36,99%<br />
Rapporto entrate proprie/spese<br />
correnti 47,53%<br />
Interessi passivi su entrate correnti<br />
4,74%<br />
Numero dei <strong>di</strong>pendenti com<strong>un</strong>ali 44<br />
Rapporto <strong>di</strong>pendenti/abitanti 1/110<br />
ria com<strong>un</strong>ale erano contrari. E allora se<br />
non c’è emendamento da fare, che si approvi,<br />
senza troppe <strong>di</strong>scussioni.<br />
Così, non solo il bilancio, ma anche l’imbarazzante<br />
spaccatura all’interno della gi<strong>un</strong>ta<br />
sull’aumento delle indennità è stata blindata.<br />
Passata sotto silenzio, come se mai nulla<br />
fosse successo. Questo imponeva l’etichetta<br />
e questo è stato fatto. Tutto legittimo, specie<br />
se chi potrebbe chiedere spiegazioni<br />
non è presente in aula.<br />
E allora viva il bilancio, viva la maggioranza<br />
che lo ha approvato, viva il sindaco che era<br />
lì, presente, a officiare il rito. Abbasso la<br />
politica, quella che fa domande, che chiede,<br />
che protesta, che si in<strong>di</strong>gna: non c’è.<br />
Abbasso pure la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Grillo.<br />
Un po’ perché <strong>di</strong> “enormi sacrifici per prospettare<br />
<strong>un</strong> bilancio in pareggio” non se ne<br />
può più. E soprattutto perché non si capisce<br />
dove stia lo “sforzo collegiale” fatto<br />
nell’ultimo anno amministrativo. Sforzo<br />
collegiale! Mica roba da niente. Qualc<strong>un</strong>o<br />
si potrebbe chiedere: ma se<br />
hanno litigato per i sol<strong>di</strong>? Tranquilli:<br />
sforzo collegiale, pure quello.<br />
Nel frattempo, l’assessore Nino Mercadante,<br />
nella seduta <strong>di</strong> gi<strong>un</strong>ta del 17<br />
aprile, al momento <strong>di</strong> approvare <strong>un</strong>a<br />
delibera che riguardava il pagamento<br />
<strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e indennità ai responsabili<br />
degli uffici com<strong>un</strong>ali, è sbottato contro<br />
i capi area del Com<strong>un</strong>e, <strong>di</strong>chiarando<br />
che, in buona sostanza, gli impiegati,<br />
con la complicità dei sindacati, si<br />
sono attribuiti sol<strong>di</strong> che non gli spettavano.<br />
“Com-portamento vergognoso”<br />
lo ha definito Mercadante.<br />
È <strong>un</strong> periodo che le cose vanno avanti<br />
ispirate al più sfacciato<br />
“nonsense”. Se la politica non c’è, ci<br />
si può permettere anche questo.<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 15
ATTUALITÀ<br />
BILANCIO DI PREVISIONE / 2<br />
E Bertino<br />
obiettò<br />
Il revisore dei conti<br />
lancia l’allarme: il<br />
bilancio sta male. Ci sono<br />
troppe spese. E poche<br />
tasse<br />
D<br />
io è morto, Marx pure e il<br />
bilancio del com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> S.<br />
Lucia del Mela non si sente<br />
molto bene. Non ha usato<br />
proprio le parole <strong>di</strong> Woody<br />
Allen, ma Francesco Bertino, il revisore dei<br />
conti, ha lanciato l’allarme. Lo ha fatto nel<br />
modo più gentile possibile. Quasi sussurrando.<br />
Ma l’ha detto: il bilancio com<strong>un</strong>ale è<br />
malato. E più passa il tempo, più rischia <strong>di</strong><br />
aggravarsi.<br />
Due sono i p<strong>un</strong>ti sui quali Bertino ha richiamato<br />
l’attenzione della gi<strong>un</strong>ta e del<br />
consiglio com<strong>un</strong>ale: le tasse e le spese per<br />
gli uffici.<br />
Le tasse: si incassa poco. O almeno nel<br />
2002 le entrate saranno inferiori a quelle<br />
dell’anno precedente: <strong>un</strong> lusso che non ci si<br />
può permettere.<br />
16 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
Le spese per gli uffici. Su questo argomento<br />
Bertino <strong>di</strong>ce e non <strong>di</strong>ce: si limita a richiamare<br />
la finanziaria approvata dal Parlamento a<br />
<strong>di</strong>cembre.<br />
Allora, nella sua relazione, che pure ha espresso<br />
parere favorevole al bilancio, Bertino<br />
scrive che “è doveroso segnalare all’amministrazione<br />
com<strong>un</strong>ale la necessità <strong>di</strong> incrementare<br />
le entrate provenienti dalla gestione<br />
dei servizi del civico acquedotto e<br />
dei rifiuti soli<strong>di</strong> urbani”. Quin<strong>di</strong>, suggerisce<br />
con <strong>un</strong> po’ più <strong>di</strong> forza: “l’amministrazione<br />
deve attivarsi per incrementare le entrate<br />
relative al servizio dell’acquedotto e ai servizi<br />
a domanda in<strong>di</strong>viduale (asilo nido e<br />
refezione scolastica, ndr), posto che il tasso<br />
<strong>di</strong> copertura delle rispettive spese ha subito<br />
<strong>un</strong> decremento rispetto all’esercizio decorso”.<br />
Per la tassa sull’acqua la percentuale <strong>di</strong> copertura<br />
dei costi del servizio con le entrate<br />
tributarie prevista per il 2002 è del 89,56<br />
per cento, mentre per quelli a domanda<br />
in<strong>di</strong>viduale del 36,99 per cento (ve<strong>di</strong> scheda<br />
nella pagina precedente).<br />
Ma il rilievo che nasconde maggiori insi<strong>di</strong>e<br />
per il futuro è proprio quello più generico.<br />
“Si richiama la finanziaria 2002 in or<strong>di</strong>ne<br />
alla gestione delle spese degli enti locali”,<br />
scrive Bertino. Ma cosa <strong>di</strong>ce la finanziaria?<br />
L’articolo 24 <strong>di</strong>sciplina il “patto <strong>di</strong> stabilità<br />
interno per province e com<strong>un</strong>i”. Per stare<br />
nell’Unione monetaria, l’Italia deve mantenere<br />
ogni anno gli in<strong>di</strong>ci macroeconomici<br />
entro certi limiti. Per ottenere questo risultato<br />
è necessario che anche i com<strong>un</strong>i e le<br />
Com’è umanitario lei!<br />
ANCHE INTERISANO HA RINUNCIATO ALL’AUMENTO DELL’INDENNITÀ<br />
ella querelle sull’ aumento delle indennità degli am-<br />
N ministratori com<strong>un</strong>ali adesso sono sp<strong>un</strong>tati pure i<br />
fini umanitari. A scomodarli è stato il presidente del consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale Franco Interisano, che ha deciso <strong>di</strong> rin<strong>un</strong>ciare,<br />
come già avevano fatto il sindaco Pandolfo e gli<br />
assessori Vella e Vaccarino, ai sol<strong>di</strong> in più che gli spetterebbero<br />
a partire dal gennaio 2001. Lo ha fatto, però,<br />
eccedendo nelle parole.<br />
La scelta <strong>di</strong> Interisano è del 12 marzo. In quella data ha<br />
inviato alla ragioneria del Com<strong>un</strong>e, al sindaco, alla segretaria<br />
com<strong>un</strong>ale e ai due capigruppo consiliari <strong>un</strong>a breve<br />
lettera con la quale li ha informati della sua intenzione.<br />
“Per quanto riguarda la maggiore indennità <strong>di</strong> carica pre-<br />
L’ALLARME<br />
L’amministrazione deve<br />
attivarsi per incrementare le<br />
entrate relative al servizio<br />
dell’acquedotto e ai servizi a<br />
domanda in<strong>di</strong>viduale.<br />
Si richiama inoltre la<br />
finanziaria 2002 in or<strong>di</strong>ne alla<br />
gestione delle spese degli enti<br />
locali.<br />
province limitino le loro spese. Così ogni<br />
anno in finanziaria sono in<strong>di</strong>cate le soglie<br />
da non superare per <strong>di</strong>savanzo e ammontare<br />
delle spese correnti.<br />
Su questi aspetti, al relazione <strong>di</strong> Bertino<br />
(ve<strong>di</strong> scheda nella pagina precedente) in<strong>di</strong>ca<br />
che il Com<strong>un</strong>e riesce a coprire solo il 40<br />
per cento delle sue spese con le “entrate<br />
proprie”, cioè con le tasse e i sol<strong>di</strong> che incassa<br />
per servizi prestati. Di queste spese,<br />
poi, quasi la metà, il 47,53 per cento, sono<br />
destinate al personale, ovvero al pagamento<br />
degli stipen<strong>di</strong>.<br />
Per invertire <strong>un</strong>a tendenza che nel complesso<br />
è negativo, Bertino ha proposto la sua<br />
ricetta: bisogna incassare più tasse e tagliare<br />
drasticamente le spese. Altrimenti: Dio è<br />
morto, Marx pure e…<br />
vista per la mia persona- ha scritto il presidente del consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale- <strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> voler congelare la liquidazione<br />
per gli anni 2001 e 2002 e chiedo che mi venga corrisposto<br />
per l’anno 2002 lo stesso importo del passato”. Si<br />
terrà i soliti 453,67 euro, in luogo <strong>di</strong> 999,34.<br />
È <strong>un</strong>a scelta <strong>di</strong> grande moralità: in questo modo Interisano<br />
ha rin<strong>un</strong>ciato a 13.096,08 euro. Che non è <strong>un</strong>a cifra<br />
da poco. Non tale però da risolvere problemi su grande<br />
scala. Eppure Interisano ha concluso la sua lettera del 12<br />
marzo scrivendo: “Prego <strong>di</strong> voler quantificare le somme e<br />
metterle a <strong>di</strong>sposizione del consiglio com<strong>un</strong>ale per finalità<br />
sociali e umanitarie”.<br />
Forse è stato <strong>un</strong> po’ esagerato.
AGENDA 2000 / RESTAURI<br />
I piani della Chiesa<br />
Sei progetti per migliorare il patrimonio<br />
architettonico della Chiesa luciese. Che così<br />
delinea il suo ruolo <strong>di</strong> promotore culturale<br />
I<br />
l futuro in sei mosse. Anche la Chiesa<br />
<strong>di</strong> S. Lucia del Mela si lancia nell’<br />
oceano <strong>di</strong> Agenda 2000. Per migliorare<br />
il suo patrimonio. Ma anche per<br />
aprirlo all’ esterno. Un modo per<br />
attribuirsi <strong>un</strong> ruolo <strong>di</strong> centralità culturale e<br />
sociale che da tempo si era ri<strong>di</strong>mensionato?<br />
Le proprietà della Chiesa luciese ormai da<br />
decenni rivelano anche esteticamente la<br />
fine della società a misura della religione<br />
che era stata dominante nel passato e che<br />
rivive nelle ricostruzioni della <strong>storia</strong> patria.<br />
Muri <strong>di</strong>roccati, pareti attaccate dall’umi<strong>di</strong>tà,<br />
tele rose dai tarli, e<strong>di</strong>fici abbandonati: queste<br />
testimonianze restano dei centri attorno<br />
a cui era organizzata la Prelatura<br />
nullius. O forse restava.<br />
Sì, perché da qualche anno le<br />
gerarchie ecclesiastiche hanno<br />
deciso <strong>di</strong> ammodernare le loro<br />
proprietà. Il castello ha cambiato<br />
decisamente aspetto negli ultimi anni.<br />
Tanto da far storcere il naso a qualc<strong>un</strong>o <strong>di</strong><br />
fronte a colori squillanti, poco in tono con<br />
quel tipo <strong>di</strong> manufatto. Ma dopo quei lavori,<br />
la struttura ha cominciato a ospitare,<br />
soprattutto nei fine settimana, pellegrini e<br />
turisti.<br />
Conta l’obiettivo. E se si vuole restaurare<br />
tutto ciò che lo scorrere del tempo sta sbef-<br />
ATTUALITÀ<br />
feggiando, allora è il caso <strong>di</strong> ricorrere anche<br />
ai più recenti piani <strong>di</strong> finanziamento com<strong>un</strong>itari.<br />
Agenda 2000, per esempio.<br />
Tecnicamente suona così: nell’ambito della<br />
misura 2.01 del Por 2000-2006 sono state<br />
presentate sei istanze. Più maldestramente:<br />
siccome la Regione può finanziarie con i<br />
sol<strong>di</strong> dell’Unione europea lavori per il recupero<br />
e l’uso del patrimonio culturale e natu-<br />
Chiese e palazzi in cerca <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo look<br />
PREVISTO ANCHE IL RESTAURO DELLE OPERE ALL’INTERNO DELLA CHIESA ANNUNZIATA<br />
ENTE<br />
RICHIEDENTE<br />
ISTITUTO DIOCESANO<br />
PER IL<br />
SOSTENTAMENTO DEL<br />
CLERO<br />
ARCIDIOCESI DI<br />
MESSINA-LIPARI E S.<br />
LUCIA DEL MELA<br />
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LUCIA DEL MELA<br />
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LUCIA DEL MELA<br />
PROGETTO IMPORTO<br />
IN EURO<br />
PROGETTO DI RESTAURO, ADEGUAMENTO FUNZIONALE<br />
E RIUSO DELLA STORICA CHIESA DI S. MARIA DELLA<br />
CANDELORA IN S. LUCIA DEL MELA PER LA<br />
REALIZZAZIONE DI INIZIATIVE ARTISTICHE, CULTURALI E<br />
RELIGIOSE<br />
394.573<br />
LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE E RISANAMENTO DELLA<br />
CHIESA CAPPUCCINI E LOCALI ANNESSI<br />
195.874<br />
PROGETTO DI RECUPERO E CONSOLIDAMENTO STATICO<br />
DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI S. MARIA<br />
ANNUNZIATA E RESTAURO DEL PATRIMONIO ARTISTICO<br />
DI PARTICOLARE PREGIO PRESENTE NELL'IMMOBILE<br />
5.164.569<br />
CONSOLIDAMENTO STATICO, RESTAURO CONSERVATIVO<br />
E RECUPERO DEL PATRIMONIO STORICO - ARTISTICO<br />
DELLA BASILICA CATTEDRALE<br />
1.464.786<br />
RISTRUTTURAZIONE E RISANAMENTO DEL PALAZZO<br />
ARCIVESCOVILE<br />
3.092.952<br />
RESTAURO E RIUSO DEL COMPLESSO ARCHITETTONICO<br />
DELLO STORICO PALAZZO VASARI IN S. LUCIA DEL<br />
MELA PER LA REALIZZAZIONE DI CONTENITORI MUSEALI<br />
E CULTURALI<br />
1.549.371<br />
IMPORTO<br />
IN LIRE<br />
764.000.000<br />
379.265.251<br />
10.000.000.000<br />
2.836.221.000<br />
5.988.790.875<br />
3.000.000.000<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 17
ATTUALITÀ<br />
rale, l’ arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Messina Lipari e S.<br />
Lucia del Mela ha presentato <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong><br />
progetti che riguardano chiese e proprietà<br />
ecclesiastiche <strong>di</strong> tutta l’area “governata” da<br />
monsignor Giovanni Marra, l’attuale vescovo.<br />
Tra questi progetti per i quali è stato<br />
chiesto il finanziamento ce ne sono sei che<br />
riguardano S. Lucia del Mela.<br />
Ci sarebbero lavori da fare per 11.962.125<br />
euro (per capirci: quasi 23 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire),<br />
quin<strong>di</strong> non è affatto detto che tutti i progetti<br />
vengano ammessi al finanziamento, però<br />
in questo momento contano le intenzioni.<br />
E le intenzioni sono quelle <strong>di</strong> cambiare da<br />
capo a fondo l’aspetto <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e chiese e <strong>di</strong><br />
due palazzi (ve<strong>di</strong> scheda nella pagina precedente)<br />
.<br />
Della cattedrale tanti hanno detto spesso<br />
che è combinata maluccio, ebbene l’ arci<strong>di</strong>ocesi<br />
ha chiesto per consolidare l’e<strong>di</strong>ficio<br />
e restaurarne esterno e interno, comprese le<br />
opere in essa conservate, quasi <strong>un</strong> milione e<br />
mezzo <strong>di</strong> euro.<br />
Nella stessa piazza Duomo, sulla parete<br />
opposta, si trova il palazzo vescovile (i due<br />
e<strong>di</strong>fici, insieme al m<strong>un</strong>icipio, rappresentano<br />
storicamente il triangolo l<strong>un</strong>go il quale si<br />
esercitava il potere - significativamente il<br />
palazzo com<strong>un</strong>ale è “accerchiato” dagli altri<br />
due: qualcosa vorrà <strong>di</strong>re). Complessivamente<br />
sta meglio <strong>di</strong> altre proprietà ecclesiastiche<br />
e in questi anni non è marcito nel silenzio e<br />
nell’ incuria, visto che vi è stato allestito <strong>un</strong><br />
museo <strong>di</strong>ocesano. Eppure l’apparenza inganna,<br />
se è vero che per risanare e restaura-<br />
Perplessità e speranze<br />
18 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
re l’e<strong>di</strong>ficio sono stati previsti lavori per<br />
oltre tre milioni <strong>di</strong> euro: esattamente il doppio<br />
della somma richiesta per la cattedrale.<br />
Se c’è <strong>un</strong> posto che da tempo ha fatto perdere<br />
le tracce <strong>di</strong> sé è la chiesa Cappuccini.<br />
Sul versante della politica è stata tirata in<br />
ballo per realizzarvi, prima <strong>un</strong> ostello della<br />
gioventù, dopo <strong>un</strong>a struttura in cui ospitare<br />
gli studenti del corso <strong>di</strong> laurea breve previsto<br />
sia nel Pit che nel Prusst. Quest’ultimo<br />
scenario sembrava quello più accre<strong>di</strong>tato.<br />
Nel frattempo si è mosso anche l’altro versante,<br />
quello ecclesiastico, che prevede <strong>un</strong><br />
risanamento della chiesa (che com<strong>un</strong>que<br />
era rimasta fuori dai piani Prusst e Pit) e dei<br />
“locali annessi”. Che però dovrebbero essere<br />
<strong>di</strong> proprietà del Com<strong>un</strong>e. Com<strong>un</strong>que per<br />
i Cappuccini sono stati chiesti 196 mila<br />
euro.<br />
A brillare più <strong>di</strong> altri per fervore <strong>di</strong> iniziative<br />
è la parrocchia dell’ Ann<strong>un</strong>ziata che attraverso<br />
Agenda 2000 p<strong>un</strong>ta a cambiare<br />
volto a quasi tutte le sue proprietà. Sono<br />
5.164.000 gli euro richiesti per il recupero e<br />
il consolidamento statico della chiesa parrocchiale<br />
e per il restauro delle opere conservate<br />
all’ interno, tra le quali non ci sono<br />
solo le tele esposte nelle navate e nel transetto,<br />
ma anche, per esempio, gli arma<strong>di</strong><br />
della sagrestia.<br />
Già da alc<strong>un</strong>i anni, dall’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />
padre Paolo Impalà, la chiesa dell’ Ann<strong>un</strong>ziata<br />
ha conosciuto innovazioni <strong>di</strong> segno<br />
moderno (nell’ impianto elettrico, per <strong>di</strong>rne<br />
<strong>un</strong>a) o più spesso <strong>di</strong> tipo conservativo: <strong>di</strong><br />
COLLOQUIO CON PADRE PAOLO IMPALÀ<br />
bbiamo parlato con padre Paolo Impalà, responsabile della parrocchia<br />
A Ann<strong>un</strong>ziata e principale artefice dell’inventario dal quale sono scaturite<br />
le cifre <strong>di</strong> finanziamento da destinare ai tre locali <strong>di</strong> sua “gestione”.<br />
“E’ ancora presto per cantare vittoria, anche perché penso che le cifre che ho<br />
proposto sono esose, specie se confrontate con le richieste degli altri restauri”,<br />
ci spiega il parroco. “È giusto però precisare che ho passato tutta l’estate<br />
a catalogare ogni singolo pezzo <strong>di</strong> valore presente in questa chiesa: dal più<br />
piccolo pezzo <strong>di</strong> stoffa fino alla cornice più pregiata. Non <strong>di</strong>mentichiamo che<br />
nostra intenzione è quella <strong>di</strong> aprire <strong>un</strong> museo parrocchiale, nel palazzo Vasari,<br />
per cui quest’inventario era più che mai necessario”.<br />
Padre Impalà, com<strong>un</strong>que, non manca <strong>di</strong> p<strong>un</strong>tare il <strong>di</strong>to sull’eventuale esclusione<br />
dal finanziamento delle chiese <strong>di</strong> S. Lucia, che pare sia stata ventilata negli<br />
ambienti della <strong>di</strong>ocesi. “Non è nulla <strong>di</strong> ufficiale, certo, ma l’eventualità che ci<br />
escludano, <strong>di</strong>menticandosi che S. Lucia è stata la prima prelatura del mondo,<br />
ci lascia <strong>di</strong>spiaciuti e perplessi...”.<br />
Francesco Carrozza<br />
alc<strong>un</strong>e statue è stato recuperato il loro aspetto<br />
originario, in qualche caso andandolo<br />
a “scovare” sotto <strong>un</strong>o strato sovrapposto<br />
successivamente alla realizzazione dell’immagine<br />
(la statua <strong>di</strong> san Giuseppe).<br />
Ci sono anche altri due e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> proprietà<br />
della parrocchia Ann<strong>un</strong>ziata per i quali è<br />
stato pensato <strong>un</strong> ammodernamento che si<br />
preann<strong>un</strong>cia particolarmente significativo.<br />
Un po’ perché si tratta <strong>di</strong> strutture da tempo<br />
quasi del tutto inutilizzate. Un po’ perché<br />
la destinazione d’uso prevista fa ipotizzare<br />
scenari assolutamente nuovi.<br />
Andando per or<strong>di</strong>ne, l’ex chiesa della Candelora<br />
ha subito dei lavori al tetto e all’interno<br />
che ne hanno reso possibile <strong>un</strong> primo<br />
utilizzo a scopi <strong>di</strong> oratorio, per così <strong>di</strong>re.<br />
Oggi quello è <strong>un</strong> luogo in cui i ragazzi della<br />
parrocchia si ritrovano per giocare. Alle<br />
spese per quei lavori partecipò parzialmente<br />
anche il Com<strong>un</strong>e, che concesse <strong>un</strong> finanziamento,<br />
sotto forma <strong>di</strong> contributo alle associazioni,<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> milione. Adesso, con i fon<strong>di</strong><br />
com<strong>un</strong>itari, l’idea è <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’e<strong>di</strong>ficio<br />
in modo da ospitarvi iniziative, non solo<br />
religiose, ma anche artistiche e culturali.<br />
Sembra <strong>un</strong> ritorno agli anni in cui proprio<br />
in quel luogo venivano organizzate esibizioni<br />
teatrali. Ma la creazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a struttura<br />
da offrire ai citta<strong>di</strong>ni che hanno voglia <strong>di</strong><br />
organizzare delle iniziative - a patto che<br />
non si ripeta la <strong>storia</strong> dell’affitto da pagare<br />
(il caso della sala dell’Arco insegna: da<br />
quando il Com<strong>un</strong>e ha inaugurato l’aula<br />
consiliare e la concede gratuitamente a<br />
chi<strong>un</strong>que lo chieda, la maggiore centralità<br />
dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> proprietà della parrocchia<br />
del Sacro Cuore è passata decisamente in<br />
secondo piano, tanto che da anni non ospita<br />
più <strong>un</strong>a manifestazione pubblica) - più<br />
che <strong>un</strong> ritorno al passato è <strong>un</strong> gran passo<br />
verso il futuro.<br />
Il palazzo Vasari è <strong>un</strong>a struttura che da<br />
decenni la parrocchia Ann<strong>un</strong>ziata non sa<br />
come valorizzare. In poco meno <strong>di</strong> venti<br />
anni è passato da residenza del parroco a<br />
oratorio a sistemazione durevolmente provvisoria<br />
della casa <strong>di</strong> riposo per anziani. Ora<br />
si prova a pensare <strong>un</strong>a destinazione nuova:<br />
“contenitori museali e culturali”. Quin<strong>di</strong>,<br />
luogo <strong>di</strong> conservazione e “ostentazione” al<br />
pubblico <strong>di</strong> beni artistici che spesso restano<br />
nascosti in cassetti e stanze appartate per<br />
mancanza <strong>di</strong> spazi dove esporli. Se arriverà<br />
il finanziamento <strong>di</strong> <strong>un</strong> milione e mezzo <strong>di</strong><br />
euro, questo spazio ci sarà.<br />
Filippo De Mariano
CONSIGLIO COMUNALE<br />
Nei secoli ad<strong>di</strong>zionale<br />
Dopo tre anni<br />
l’ad<strong>di</strong>zionale Irpef fa<br />
ancora <strong>di</strong>scutere. Revisore<br />
dei conti: confermato per<br />
altri tre anni Bertino<br />
S ono<br />
trascorsi oltre tre anni da<br />
quella sera del 30 ottobre 1998 in<br />
cui per la prima volta il consiglio<br />
com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> S. Lucia del Mela si<br />
interrogò sull’ opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong><br />
introdurre l’ad<strong>di</strong>zionale Irpef. Quarantadue<br />
mesi dopo maggioranza e opposizione continuano<br />
a non essere d’accordo su quel<br />
balzello che colpisce solo alc<strong>un</strong>i, ma garantisce<br />
<strong>un</strong> introito intorno ai 60 mila euro<br />
(120 milioni delle vecchie lire).<br />
Il 22 marzo, come tutti gli altri anni, sostenitori<br />
e avversari dell’ amministrazione<br />
com<strong>un</strong>ale hanno concionato sulla conferma<br />
dell’ad<strong>di</strong>zionale e alla fine, come gli altri<br />
anni, hanno dato al quesito la risposta già<br />
confezionata dall’ amministrazione com<strong>un</strong>ale:<br />
l’ad<strong>di</strong>zionale Irpef è in<strong>di</strong>spensabile.<br />
Perché? Perché il bilancio del com<strong>un</strong>e è<br />
quello che è e per portarlo in pareggio bisogna<br />
raccattare <strong>di</strong> tutto, senza andare troppo<br />
per il sottile.<br />
Ad<strong>di</strong>zionale Irpef<br />
Il <strong>di</strong>battito sull’ ad<strong>di</strong>zionale versione 2002<br />
(a proposito, l’aliquota sarà sempre del 4<br />
per mille) è aperto da Lino Calderone.<br />
La legge ammette l’introduzione dell’ ad<strong>di</strong>zionale<br />
Irpef - ha detto più o meno il capogruppo<br />
<strong>di</strong> minoranza - solo per aggi<strong>un</strong>gere<br />
servizi alla collettività o per migliorare quelli<br />
esistenti: qui, invece, non solo non ne<br />
sono stati aggi<strong>un</strong>ti, ma non sono stati migliorati<br />
nemmeno quelli esistenti. Quin<strong>di</strong>,<br />
per il 2002 l’ ad<strong>di</strong>zionale va ridotta oppure,<br />
ad<strong>di</strong>rittura, annullata.<br />
Le leggi non sono mai state scritte con la<br />
penna del bisogno, però. E il consigliere<br />
Grillo, proprio perché 42 mesi sono passati<br />
invano, replica a Calderone che l’ ad<strong>di</strong>zionale<br />
è in<strong>di</strong>spensabile per salvaguardare gli<br />
equilibri del bilancio com<strong>un</strong>ale, e questo è il<br />
solo obiettivo da rag-<br />
gi<strong>un</strong>gere, perché senza <strong>di</strong> esso tutto va a<br />
farsi friggere.<br />
Parole che sono musica per le orecchie <strong>di</strong><br />
Carmelo Bella. Musica stonata, però. In<br />
esecuzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>o spartito ormai stracco.<br />
Bella, coi timpani ancora intorpi<strong>di</strong>ti dalla<br />
ramanzina <strong>di</strong> Grillo, ha dato <strong>un</strong>a scossa a<br />
tutti, stimolato dall’ accostamento ad<strong>di</strong>zionale-bilancio<br />
con<strong>di</strong>to da Grillo.<br />
Mi sarei astenuto - ha esor<strong>di</strong>to Bella - ma<br />
siccome Grillo <strong>di</strong>ce che l’ad<strong>di</strong>zionale Irpef<br />
è come <strong>un</strong>a stampella del bilancio, io voterò<br />
contro. Per quattro anni non ho mai<br />
potuto fare <strong>un</strong>a proposta politica sul bilancio<br />
- ha continuato l’ex vice sindaco - ci<br />
avete sempre portato in aula carte intoccabili,<br />
come se noi stessimo qui perché non<br />
avevamo niente <strong>di</strong> meglio da fare che guardare<br />
le vostre belle facce (questo non lo ha<br />
detto Bella, ma ci concederà <strong>di</strong> eccedere nel<br />
romanzesco), e continuate a ripetere il bilancio<br />
è importante, il bilancio qua, il bilancio<br />
là… Prima (cioè sotto la precedente<br />
amministrazione), pur con tutte le critiche<br />
che si vogliono muovere a quel periodo, al<br />
momento <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il bilancio, si facevano<br />
sempre ri<strong>un</strong>ioni con i consiglieri <strong>di</strong> maggioranza<br />
e <strong>di</strong> minoranza.<br />
Ann<strong>un</strong>cia il suo voto contrario anche Lorenzo<br />
D’Amico (che decide che è arrivato il<br />
momento <strong>di</strong> civettare con la demagogia dei<br />
tartassati - ma, in fondo, non è <strong>un</strong>a scelta<br />
simmetrica a quella, propria dell’altro versante,<br />
<strong>di</strong> solleticare la paura della catastrofe<br />
prossima ventura?): voterò contro perché<br />
questa tassa, istituita dalla maggioranza, è<br />
facoltativa. Considerato che i nostri citta<strong>di</strong>ni<br />
sono già fortemente tassati, continuare<br />
ad aumentare le tasse è <strong>un</strong> danno per la<br />
collettività. E non è vero che l’ ad<strong>di</strong>zionale<br />
è in<strong>di</strong>spensabile per pareggiare il bilancio:<br />
lo si potrà fare com<strong>un</strong>que, anche senza<br />
ad<strong>di</strong>zionale.<br />
Dai banchi della minoranza possono sbizzarrisi<br />
quanto vogliono, la strada è segnata.<br />
Lo conferma Gi<strong>un</strong>ta, che la butta sullo<br />
sfottimento: veramente pensate che <strong>di</strong>minuendo<br />
l’aliquota dal quattro al tre per mille<br />
cambierebbe qualcosa per i citta<strong>di</strong>ni? Non<br />
ATTUALITÀ<br />
scherziamo: sappiamo tutti che per il nostro<br />
bilancio questa<br />
imposta è necessaria.<br />
Insomma, finisce come gli altri anni:<br />
otto voti a favore della conferma dell’ ad<strong>di</strong>zionale<br />
Irpef (Nicola Calderone, Gi<strong>un</strong>ta,<br />
Grillo, Rosa Maria Bella, Interisano, Rizzo,<br />
Macca, Gitto), quattro contrari (D’Amico,<br />
Lino Calderone, Carmelo Bella e Marchese)<br />
e <strong>un</strong> consigliere che non partecipa alla votazione<br />
(D’Antoni).<br />
Revisore dei conti<br />
Marchese va via. Si perde il riconoscimento<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> debito fuori bilancio <strong>di</strong> 1.065,02 euro<br />
che il Com<strong>un</strong>e aveva con la De Agostini<br />
perché non aveva pagato alc<strong>un</strong>i fascicoli<br />
della raccolta delle leggi d’Italia e la delibera<br />
che in<strong>di</strong>vidua <strong>un</strong>’area all’ interno del cimitero<br />
per costruire delle cappellette a due celle<br />
sovrapposte che serviranno innanzitutto -<br />
come ha assicurato il presidente Interisano<br />
rispondendo a <strong>un</strong>a domanda <strong>di</strong> Carmelo<br />
Bella - a risolvere il caso dei def<strong>un</strong>ti sistemati<br />
in loculi presi in affitto.<br />
In chiusura <strong>di</strong> seduta il consiglio com<strong>un</strong>ale<br />
vota per scegliere il revisore dei conti per il<br />
periodo 2002-2005.<br />
In questo caso, a <strong>di</strong>fferenza dell’ ad<strong>di</strong>zionale<br />
Irpef, gli anni passati dalla nomina <strong>di</strong><br />
Francesco Bertino non hanno lasciato tutto<br />
identico a se stesso. Maggioranza e opposizione<br />
sono state subito d’accordo a confermare<br />
l’attuale revisore dei conti per altri tre<br />
anni. Lino Calderone, nella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong><br />
voto pron<strong>un</strong>ciata a nome del suo gruppo,<br />
ha fatto esplicito riferimento alla<br />
“professionalità del dottor Bertino, con<strong>di</strong>videndo<br />
le argomentazioni formulate dal<br />
sindaco”. Chi meglio <strong>di</strong> Bertino, quin<strong>di</strong>, per<br />
fare la guar<strong>di</strong>a alla salute dei conti pubblici<br />
com<strong>un</strong>ali? Ness<strong>un</strong>o. 12 voti su 12 sono<br />
andati al commercialista <strong>di</strong> Val<strong>di</strong>na, che ha<br />
battuto la concorrenza <strong>di</strong> altri due suoi<br />
colleghi, Battaglia e Marullo, <strong>un</strong>ici ad avere<br />
presentato richiesta <strong>di</strong> nomina.<br />
Illusi! Non avevano fatto i conti con questo<br />
sprazzo <strong>di</strong> armonia tra maggioranza e opposizione.<br />
Filippo De Mariano<br />
P. S. - Siccome in <strong>un</strong> comizio il consigliere<br />
D’Amico ha invitato i citta<strong>di</strong>ni a partecipare<br />
al consiglio com<strong>un</strong>ale e visto che noi ci<br />
siamo passati, abbiamo provato a ravvivare<br />
la descrizione <strong>di</strong> quell’antro. È <strong>un</strong> tentativo<br />
<strong>di</strong> fare buona pubblicità. Com<strong>un</strong>que chie<strong>di</strong>amo<br />
anticipatamente scusa.<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 19
ATTUALITÀ<br />
CENSIMENTO / I PRIMI DATI PROVVISORI<br />
S. Lucia si ferma a 4.700<br />
Tanti sono i residenti secondo il Censimento 2001. E <strong>un</strong> quarto delle abitazioni è<br />
inutilizzato<br />
S<br />
empre più in basso. In poco meno<br />
<strong>di</strong> due anni i residenti a S.<br />
Lucia del Mela sono <strong>di</strong>minuiti <strong>di</strong><br />
duecento <strong>un</strong>ità. È questo <strong>un</strong>o dei<br />
primi dati che l’Istat consegna<br />
agli italiani che abitano in questo paese.<br />
Niente <strong>di</strong> esaltante, insomma. Ma c’era da<br />
aspettarselo. 4.700 contro i 4.904 del 1°<br />
gennaio 2000: ecco come si è smagrita la<br />
popolazione luciese.<br />
È in linea con la tendenza nazionale la prevalenza<br />
delle donne sugli uomini, anche se<br />
qui resta abbastanza modesta. Come costume<br />
cattolico impone, la famiglia tra<strong>di</strong>zionale<br />
è più che prevalente: sono appena sei le<br />
persone che convivono.<br />
Tra i pochi altri numeri che al momento<br />
l’Istat ha elaborato, c’è quello relativo alle<br />
abitazioni. Quasi <strong>un</strong> terzo non sono occupate:<br />
è questa la conferma statistica <strong>di</strong> quel<br />
piccolo mostro urbanistico sotto la cui forma<br />
S. Lucia appare: tante vecchie case in<br />
alto abbandonate; molti nuovi e crescenti<br />
palazzi in basso.<br />
Nella tabella a fianco vi proponiamo anche<br />
il dato degli abitanti degli altri com<strong>un</strong>i della<br />
valle del Mela.<br />
20 ● AGORÀ 6 maggio 2002<br />
GLI ABITANTI<br />
ABITANTI 4.700<br />
UOMINI 2.273 (48,4%)<br />
DONNE 2.427 (51,6%)<br />
DENSITÀ PER KMQ<br />
LE FAMIGLIE<br />
56,7%<br />
NUMERO 1.880<br />
COMPONENTI 4.694<br />
NUMERO MEDIO COMPONENTI PER FAMIGLIA 2,50<br />
CONVIVENTI<br />
LE ABITAZIONI<br />
6<br />
NUMERO TOTALE 2.438<br />
OCCUPATE DA RESIDENTI 1.855 (76,1%)<br />
ALTRE ABITAZIONI<br />
GLI ABITANTI DELLA VALLE DEL MELA E NON SOLO<br />
583 (23,9%)<br />
S. FILIPPO DEL MELA 6.952<br />
PACE DEL MELA 6.072<br />
GUALTIERI SICAMINÒ 2.021<br />
CONDRÒ 517<br />
SAN PIER NICETO 3.085<br />
MILAZZO 29.792<br />
BARCELLONA 41.569<br />
MESSINA 236.621
6 maggio 2002 AGORÀ ● 21
22 ● AGORÀ 6 maggio 2002
La memoria allibita<br />
6 maggio 2002 AGORÀ ● 23
24 ● AGORÀ 6 maggio 2002