Verso una cittadinanza attiva - Rete Civica dell'Alto Adige

Georg Schedereit
Giornalista RAI che si autodefi nisce un “Europeo di Merano”. È nato a Venezia da
madre goriziana e padre tedesco ed ha svolto la sua formazione e carriera lavorativa
tra Austria, Germania, Gran Bretagna e Italia. È un grande fan di Indro Montanelli
(oggi compirebbe 100 anni): “Un grande italiano, bastian contrario, toscanissimo
cittadino del mondo“ (premio Piero Malvolti di Fucecchio - FI)
Le domande:
1. Abbiamo cominciato proprio dalla Sua biografi a che possiamo prendere come
esempio di un’identità complessa… come si trova una persona con questa storia
in una terra in cui la domanda riguardo all’identità è permanente e la risposta
tende ad essere organizzata per blocchi?
Das Potential in Südtirol wird oft nicht erkannt. Ci sono diversi strati di identità e il tema proprio per
quello mi affascina moltissimo. Quando mi si chiede che cosa sono, da kann ich nicht recht antworten.
Als Junger sagte ich dann immer “Weltbürger”. Heute antworte ich darauf normalerweise: Europäer
aus Obermais. Südtirol ist mir auch zu klein. Zum Studieren bin ich gerade deshalb nicht nach
Innsbruck gegangen, denn die Tiroler waren mir zu „gleich“.
Mit den Österreichern haben wir ja tatsächlich viel gemeinsam – so bin ich in Salzburg mehr daheim
als im Gadertal.
Auch zu sagen „Ich bin deutsch“ ist mir zu eng. Ma neanche posso dire che sono italiano, perché si
sente subito il mio accento. Allora dico che sono di Merano. Maia Alta è la mia „Heimat”. Obermais
– das ist nicht Meran!
Was mich stört und langweilt in Südtirol ist das Herumeiern auf der kollektiven Identität und auf der
Selbstbestimmung. Das hat nichts mit Identität zu tun. Wir müssen weg kommen vom dem unseligen
Einkasteln in Südtirol: Du bist deutsch, du bist SVP…. Das Individuum muss gestärkt werden.
Es braucht politische Bildung! Ricordo un incontro a Lana con un podio variegato. Ho chiesto ai politici
presenti sul podio se in quella serata c’era anche posto per l’identità individuale. Mi e stato detto
che io era di quella parte che non ha identità…
L:
Dice Kapuschinski del giornalismo che “quello che scriviamo oggi diventa la storia di domani”.
Come vedi la responsabilità dei giornalisti allora?
Dobbiamo imparare dagli storici: rispettare le fonti! Le virgolette sono virgolette, ma le parole sono parole.
Quindi ci vuole responsabilità. Ich bin Zeitungsfetischist, lese mein Leben lang schon. Heut ziehe
ich die Bücher der Historiker vor, vor allem die Engländer. Wir müssen lernen, mit Abstand zu schreiben.
Und uns bewusst sein: Non siamo i pompieri ma i piromani!
Nel 2001 ai tempi del referendum sul “Friedensplatz” ero pieno di speranze. Però in quell’occasione tutti
noi giornalisti ci siamo sbagliati. Eben – wir sind die Brandstifter! Die Historiker sollten versuchen, als
erste das Geschichtsbild der anderen zu verstehen. Damit muss es beginnen.
26