Centro civico, ci siamo (dopo oltre un anno senza ... - Il Reporter
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42 Dicembre 2009<br />
Invia<strong>ci</strong> le tue lettere a<br />
redazione@<br />
ilreporter.it<br />
Lettere e segnalazioni:<br />
tutto su www.ilreporter.it<br />
Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche<br />
veri e propri articoli scritti dai lettori.<br />
Tutto questo ed altro ancora sul portale<br />
www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non<br />
trovano spazio in queste pagine sar<strong>anno</strong><br />
pubblicate sul sito. E poi spazio ai<br />
commenti e alle vostre opinioni<br />
“GIOVANI ED ESERCITO,<br />
IL MIO PENSIERO”<br />
Egregio Direttore,<br />
leggendo l’articolo “Tra i giovani parte la<br />
corsa all’Eser<strong>ci</strong>to” a firma del giornalista<br />
Matteo Fran<strong>ci</strong>ni mi sento in dovere, in<br />
qualità di Volontario in Ferma Prefissata<br />
Quadriennale, di esprimerLe a riguardo<br />
il mio rammarico. Nell’articolo si evince<br />
il concetto di “bisogno di lavoro” e non<br />
la vera motivazione legata alla quantità<br />
di arruolamenti sempre più crescenti: il<br />
valore verso la Patria. Proprio quel valore<br />
essenziale che spinge i giovani a presentare<br />
domanda presso i centri di arruolamento<br />
ed a mettere in discussione il<br />
proprio futuro. Una vera e propria “vocazione”<br />
che induce i giovani ad abbrac<strong>ci</strong>are<br />
il valor di Patria per la salvaguardia<br />
delle libere Istituzioni, a rinfrancare quei<br />
valori che ormai si ascoltano solo dalla<br />
voce dei nostri nonni che h<strong>anno</strong> vissuto<br />
la realtà propria di quel Valor di Patria.<br />
E’ vero, può sembrare strano, ma sentire<br />
parlare i giovani d’oggi di valor di patria<br />
accappona la pelle, in questo mondo<br />
dove si vive di futilità e di genitori sempre<br />
più accondiscendenti, forse per dare<br />
ai propri figli quello che in gioventù non<br />
h<strong>anno</strong> avuto o che h<strong>anno</strong> ottenuto lottando,<br />
è diffi<strong>ci</strong>le pensare, alla luce di questo,<br />
che esistono giovani che giurano fedeltà<br />
fino all’estremo sacrifi<strong>ci</strong>o, è diffi<strong>ci</strong>le<br />
vedere i propri colleghi rientrare in Patria<br />
con il tricolore sulle loro bare e ascoltare<br />
i genitori definirli Eroi. Non voglio, Direttore,<br />
strumentalizzare le disgrazie succedute<br />
in questi ultimi tempi che h<strong>anno</strong><br />
colpito la nostra Italia, ma non condivido<br />
l’equiparazione tra il sacrifi<strong>ci</strong>o della vita e<br />
la crisi che avvolge l’Italia. Non penso che<br />
la vita di <strong>un</strong>a persona valga <strong>un</strong> posto di<br />
lavoro e tantomeno è diffi<strong>ci</strong>le accettare<br />
la necessità di mettere in conto la morte<br />
per 800 euro al mese con vitto e alloggio<br />
pagato. Non penso che l’aumento<br />
degli arruolamenti vada cercato nella crisi,<br />
proviamo a cercalo nei sani valori che<br />
fort<strong>un</strong>atamente ancora oggi esistono e<br />
spingono molti giovani d’Italia a las<strong>ci</strong>are<br />
i propri affetti sia umani che materiali e<br />
partire verso mete lontane, consapevoli<br />
che nella maggior parte dei casi sarà<br />
diffi<strong>ci</strong>le ritornarvi definitivamente. Mi<br />
creda, Direttore, io sono <strong>un</strong> militare del<br />
Sud e ormai sono sette anni che rin<strong>un</strong><strong>ci</strong>o<br />
ad <strong>un</strong>a stabilità ma periodicamente<br />
il mio domi<strong>ci</strong>lio si sposta per tutta l’Italia,<br />
il tutto per poter assolvere ai compiti che<br />
lo Stato mi prefigge di realizzare, non è<br />
fa<strong>ci</strong>le ritornare a casa <strong>dopo</strong> quattro mesi<br />
e ascoltare solo la voce dei familiari per<br />
telefono. Tutto questo l’ho fatto e continuerò<br />
a farlo perché sono fiero della divisa<br />
che i nostri nonni indossavano con<br />
sacrifi<strong>ci</strong>o e che mi onoro di indossare.<br />
Auspico che questo mio pensiero possa<br />
essere pubblicato in risposta alle considerazioni<br />
pubblicate dalla Sua spettabile<br />
testata giornalistica.<br />
Cordialità,<br />
Francesco Gentile<br />
Caporal Maggiore VFP4 Delegato<br />
Nazionale del Co.Ce.R. Eser<strong>ci</strong>to<br />
Spettabile Caporal Maggiore,<br />
la ringrazio per la sua lettera, che ho molto<br />
apprezzato. Tra l’altro, in questo caso, direttore<br />
della testata e autore dell’articolo coin<strong>ci</strong>dono<br />
nella mia persona. Apprezzo molto,<br />
e sinceramente, la passione che emerge<br />
dalle sue parole per la strada che ha scelto<br />
di intraprendere, e come <strong>ci</strong>ttadino non<br />
posso che essere grato a lei e alle migliaia di<br />
altri uomini e donne per la scelta di vita e di<br />
lavoro che avete compiuto, di cui certo non<br />
ignoro i sacrifi<strong>ci</strong>, i rischi e le difficoltà. E sono<br />
anche sicuro (e rinfrancato) di quello che lei<br />
sostiene, e <strong>ci</strong>oè del fatto che sia prin<strong>ci</strong>palmente<br />
la “vocazione” ad indurre i giovani<br />
ad arruolarsi. Ma, tutto questo, non voleva<br />
assolutamente essere messo in discussione<br />
dal nostro articolo, quantomeno nelle sue<br />
intenzioni. Quello che volevamo semplicemente<br />
mettere in luce era il fatto che in<br />
Toscana si sia assistito, nell’ultimo periodo,<br />
a <strong>un</strong> sensibile aumento delle richieste di arruolamento<br />
da parte dei giovani, fenomeno<br />
che - come è emerso da <strong>un</strong> nostro colloquio<br />
con alc<strong>un</strong>i rappresentanti dell’Eser<strong>ci</strong>to<br />
- può essere in parte ricondotto anche alla<br />
crisi e alla difficoltà dei giovani di trovare<br />
lavoro (e nell’articolo infatti si spe<strong>ci</strong>fica “almeno<br />
in parte”). Ma questo non significa<br />
assolutamente che, alla base di tutto questo,<br />
non <strong>ci</strong> sia quella che lei chiama “vocazione”,<br />
<strong>senza</strong> la quale - aggi<strong>un</strong>go - ritengo<br />
sia diffi<strong>ci</strong>le, se non impossibile, per <strong>un</strong> giovane<br />
fare questa scelta. Nell’articolo, peraltro,<br />
si sottolinea come la difesa della Patria e<br />
la salvaguardia delle Istituzioni - e quindi il<br />
valore che viene loro riconos<strong>ci</strong>uto - siano i<br />
capisaldi della missione di ogni militare. Per<br />
concludere, quello che voleva essere messo<br />
in luce dall’articolo era il “notevolissimo<br />
incremento delle domande”, per usare le<br />
parole del Colonnello da noi intervistato,<br />
registrato in Toscana (terra storicamente<br />
meno “generosa”, rispetto al Sud Italia, per<br />
numero di arruolamenti), a cui - proprio<br />
perché avvenuto molto rapidamente e in<br />
<strong>un</strong> particolare periodo storico come quello<br />
che stiamo vivendo - abbiamo cercato di<br />
dare <strong>un</strong>a spiegazione. Senza - le assicuro -<br />
aver mai pensato di mettere in discussione<br />
il valor di Patria che certo non può mancare<br />
a chi sceglie di arruolarsi .<br />
M.F.<br />
PISTE CICLABILI, DIRITTI E INSULTI<br />
Buongiorno!<br />
Vorrei ringraziarvi per l’articolo sulle piste<br />
<strong>ci</strong>clabili apparso sull’ultimo numero della<br />
rivista. Purtroppo, però, sull’argomento<br />
resto molto, molto pessimista. Come ex<br />
diplomatico, negli ultimi die<strong>ci</strong> anni ho<br />
girato <strong>un</strong> po’ tutto il mondo e vissuto<br />
in moltissime <strong>ci</strong>ttà dove i pedoni che<br />
attraversano sulle strisce sono rispettati<br />
e h<strong>anno</strong> la precedenza. A Firenze, dove<br />
vivo da più di <strong>un</strong> <strong>anno</strong>, mi trovo benissimo.<br />
Purtroppo, però, ogni volta che<br />
devo attraversare la strada sento di rischiare<br />
la vita, perché quasi ness<strong>un</strong>o è<br />
disposto a fermarsi. Per non parlare di<br />
quando pedalo sulle piste <strong>ci</strong>clabili! Automobili<br />
(e purtroppo anche i pedoni)<br />
le invadono di continuo e buona parte<br />
delle persone a cui fac<strong>ci</strong>o notare che la<br />
pista è riservata ai <strong>ci</strong>clisti mi rispondono<br />
in molto inutilmente maleducato, anche<br />
(e soprattutto) quando h<strong>anno</strong> torto<br />
mar<strong>ci</strong>o, mandandomi <strong>senza</strong> troppi complimenti<br />
a quel paese. Non ho richieste<br />
o proposte particolari, perché ormai mi<br />
sono rassegnato alla mia dose quasi quotidiana<br />
di prevaricazioni e di insulti. Però<br />
è <strong>un</strong> vero peccato che, su questo p<strong>un</strong>to,<br />
questa splendida <strong>ci</strong>ttà non sembri in grado<br />
di allinearsi alle sue sorelle nobili del<br />
resto d’Europa. Almeno questo las<strong>ci</strong>atemelo<br />
dire!<br />
Cordiali saluti,<br />
Valerio Parmigiani<br />
LUNGARNO COLOMBO,<br />
“PERICOLO PER I CICLISTI”<br />
Spett. Redazione,<br />
poiché la percorro tutti i giorni per andare<br />
a lavoro, segnalo che la pista <strong>ci</strong>clabile<br />
situata a Firenze nel l<strong>un</strong>garno Colombo<br />
proveniente dal Teatro Tenda Saschall in<br />
direzione del centro <strong>ci</strong>ttadino laddove si<br />
immette nella via che percorre il Ponte<br />
da Verrazzano, lo fa <strong>senza</strong> alc<strong>un</strong>a segnalazione<br />
preventiva mediante <strong>un</strong> improvviso<br />
e normale scalino del mar<strong>ci</strong>apiede,<br />
<strong>senza</strong> alc<strong>un</strong>a discesa o altro di inclinato,<br />
con grave pericolo di caduta per chi arrivi<br />
in velo<strong>ci</strong>tà e non sia a conoscenza della<br />
situazione. Sarebbe invece importanteindispensabile<br />
realizzare in quel p<strong>un</strong>to<br />
<strong>un</strong>a discesa o deviare la pista a lato verso<br />
la discesa già esistente ma utilizzata e<br />
segnalata solo per i pedoni. Altrimenti<br />
quantomeno sarebbe necessario avvertire<br />
dell’improvviso pericolo i <strong>ci</strong>clisti, con<br />
cartelli o segnalazioni dipinte a terra. Fac<strong>ci</strong>o<br />
presente quanto sopra per segnalare<br />
a chi ne è competente la carenza descritta<br />
per provvedervi conseguentemente.<br />
Lettera firmata<br />
“PEDONALIZZAZIONE DEL DUOMO,<br />
LA MIA PROPOSTA PER IL BUS 23”<br />
Invio alc<strong>un</strong>e considerazioni riguardo la<br />
pedonalizzazione di Piazza Duomo e le<br />
conseguenti ripercussioni sul trasporto<br />
pubblico. Abito nel Quartiere 3 di Gavinana:<br />
premetto che sono favorevole alla<br />
pedonalizzazione di Piazza Duomo, sia<br />
come scelta urbanistica, sia come scelta<br />
ecologica e che utilizzo da tempo il trasporto<br />
pubblico urbano, ritenendolo <strong>un</strong>o<br />
dei migliori mezzi collettivi ed ecologi<strong>ci</strong>,<br />
insieme a tutta la mia famiglia che utiliz-<br />
lettere<br />
za l’autobus o la bi<strong>ci</strong>cletta per recarsi al<br />
lavoro od a scuola. In particolare segnalo<br />
che, per quanto riguarda la linea Ataf n°<br />
23, le ripercussioni sono particolarmente<br />
pesanti. <strong>Il</strong> percorso d’andata dalla zona di<br />
Piazza Gavinana alla Stazione SMN non<br />
presenta grosse criti<strong>ci</strong>tà, anche se sono<br />
aumentati i tempi di percorrenza, ma in<br />
limiti ragionevoli. La criti<strong>ci</strong>tà si presenta<br />
invece nel percorso dalla Stazione SMN<br />
verso la zona di Piazza Gavinana; in questo<br />
caso il percorso si è notevolmente<br />
all<strong>un</strong>gato, sono previste ben 10 fermate<br />
in più rispetto al precedente percorso e<br />
quindi i vecchi tempi di percorrenza (<strong>ci</strong>rca<br />
20 minuti) sono aumentati raddoppiando,<br />
quando va bene, se non addirittura<br />
triplicando (ho impiegato anche <strong>un</strong>’ora<br />
per percorrere i <strong>ci</strong>rca 5 chilometri da SMN<br />
a Gavinana). Nel tratto in oggetto, questa<br />
linea è stata completamente stravolta,<br />
poiché l’autobus percorre Via dell’Agnolo<br />
e Via dell’Oriuolo (strade peraltro molto<br />
strette e con auto in sosta che rallentano<br />
il percorso), per poi passare com<strong>un</strong>que<br />
da Piazza Duomo e riprendere il vecchio<br />
tragitto in Via del Proconsolo. Peraltro si<br />
tratta di <strong>un</strong>a linea urbana importante,<br />
che percorre <strong>un</strong> tragitto molto l<strong>un</strong>go. Se,<br />
per il giusto completamento della pedonalizzazione<br />
di Piazza Duomo, si penalizza<br />
chi ha scelto il trasporto pubblico<br />
come mezzo di spostamento, dilatando<br />
tempi d’attesa e percorrenza, si rischia di<br />
disincentivare l’utilizzo dell’autobus ed il<br />
passaggio a mezzi privati. Mi auguro che<br />
si tratti di <strong>un</strong> periodo di rodaggio e che<br />
com<strong>un</strong>que siano considerate e valutate<br />
le segnalazioni degli utenti. A tale proposito,<br />
nello spirito di <strong>un</strong>a critica costruttiva,<br />
mi permetto di avanzare la seguente<br />
proposta: far percorrere all’autobus n° 23<br />
alc<strong>un</strong>e strade alternative, già utilizzate in<br />
passato in occasione di transiti provvisori,<br />
ad esempio da Piazza Beccaria, anziché<br />
percorrere Via dell’Agnolo, seguire la direttrice<br />
L<strong>un</strong>garno della Zecca Vecchia<br />
- Biblioteca Nazionale – Corso Tintori<br />
– Ponte alla Grazie, che consente com<strong>un</strong>que<br />
di avvi<strong>ci</strong>nare molto l’utenza al<br />
centro storico, ma contenendo i tempi di<br />
percorrenza. D’altronde credo che vi sia<br />
l’intenzione di collegare la parte del centro<br />
storico con bussini elettri<strong>ci</strong>. Questo è<br />
solo <strong>un</strong> esempio, ma potrebbero essere<br />
individuate altre soluzioni.<br />
S.B.<br />
VIA DEL PODESTA’,<br />
IL DIBATTITO PROSEGUE<br />
Spett.le <strong>Reporter</strong>,<br />
ho letto il vostro articolo di ottobre e le<br />
lettere di reclami del numero di novembre.<br />
Capisco benissimo che con il senso<br />
<strong>un</strong>ico in via del Podestà, istituito in via<br />
“provvisoria” lo scorso <strong>anno</strong> a febbraio, gli<br />
abitanti <strong>ci</strong> abbiano guadagnato in silenzio<br />
e tranquillità. E’ diventata infatti quasi<br />
<strong>un</strong>a strada privata! Mi riferisco in merito<br />
soprattutto alla parte centrale della via,<br />
<strong>ci</strong>oè quella dal <strong>ci</strong>mitero verso le Due<br />
Strade transitata ora solo dai suoi abitanti.<br />
Tale provvedimento era dovuto, pare,<br />
all’istituzione di <strong>un</strong>’incongrua sistemazione<br />
della Zcs (come faceva rilevare <strong>un</strong> vostro<br />
lettore) che prevedeva solo posti per<br />
i residenti e non quelli a rotazione veloce