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4 Dicembre 2009 Isolotto • Legnaia • Soffiano MESTIERI DI OGGI E DI IERI. Pochi i superstiti di una professione che sta scomparendo Se il barbiere si trasforma in hair stylist La differenza non sta solo nel nome: dietro quel lavoro, infatti, si nascondeva uno stile di vita fatto di confi denze, battute e poca fretta. “In passato questi erano luoghi di ritrovo” Annalisa Cecionesi Un tempo si andava dal barbiere. Oggi si va dal coiffeur o dall’hair stylist. A farne le spese sono gli storici artigiani della barba. Ma la differenza non sta solo nel nome. Dietro una professione si nascondeva uno stile di vita. Non c’era fretta quando si andava dal barbiere. Qui si conversava e si scambiavano due battute. A spiegarlo sono Aldo e Francesco, titolari dello storico negozio di via Torcicoda, l’unico nel quartiere 4 a mantenere la denominazione di barbiere nell’insegna. Aldo e Francesco sono nipote e fi glio del napoletano Antonio, padre di questa bottega dal 1956. Insegna e arredamento sono gli stessi, ma è cambiata la clientela e il clima che vi si respira. Sono sempre di più coloro che, per risparmiare, fanno a meno dello shampoo. E il rasoio elettrico ha avviato la moda del fai-da-te. “In passato questi erano luoghi di ritrovo – racconta Aldo - si faceva il chiasso con i clienti e con i negozianti vicini. Questo clima di allegria sta scomparendo. Ma sono certo che in futuro si sentirà la mancanza di questi negozi”. Oggi i clienti preferiscono la rapidità alla socialità, stretti nella morsa della frenesia moderna. “Ma il vero colpo inferto ai barbieri è stato l’avvento dei parrucchieri unisex”, spiega Gerardo Ricigliano, titolare di un negozio in piedi da 124 anni, al numero 261 di via Pisana. Negozio che tra due o tre anni andrà in pensione, come il suo proprietario. Gerardo fa questo mestiere dall’età di 11 anni. Alle sue spalle studio, gavetta e molta passione. Ma non chiamatelo barbiere. Da qualche tempo non si fanno più barbe nel suo negozio. “Errori politici, pressione fi scale e cavilli burocratici stanno portando alla morte di questo mestiere”, commenta Ricigliano. I giovani non vogliono cimentarsi in questa professione perché sanno che il guadagno è basso e pochi parrucchieri possono permettersi un apprendista. Di aprirsi all’unisex non se ne parla. Per essere a norma occorrono doppi servizi e locali separati: in 30 metri quadrati è improponibile e troppo costoso. Anche Vito Lo Monaco fi no a 13 anni fa lavorava in una bottega centenaria, alla Federiga. Oggi, nel suo nuovo negozio in piazza Piero della Francesca, ha scelto la via della modernità, pur restando un parrucchiere per uomini. “Al Aldo Francesco contrario di quello che si crede – racconta Lo Monaco – oggi la rasatura della barba è molto richiesta e sono soprattutto giovani a volere pizzetti e tagli particolari”. Ma una certa dose di insoddisfazione rimane, di fronte a una mo- Vito Lo Monaco Gerardo Ricigliano 1019284 Vetri Maurizio ria di barbieri sempre più vistosa. “Questi negozi vanno tutelati perché hanno una funzione sociale, come le farmacie”, conclude un signore, appena alzatosi, soddisfatto, da una poltrona vecchio stile di un barbiere dell’Isolotto. COMPRO ORO E ARGENTO ANCHE MONETE D’ORO VALUTIAMO INTERE EREDITA’ PAGAMENTO IN CONTANTI ALLE MASSIME VALUTAZIONI A Firenze in Via Rattazzi, 4/d tel. 055 676888 - lun./ven. 9.00-13.00/15.00-19.30 sab. 9.00-13.00 e in Via Scipione Ammirato, 22r tel. 055 663526 - lun./ven. 9.00-13.00 solo mattina 1003823
il giornale del tuo quartiere 5 TOPONOMASTICA. Il generale e il “sindaco santo” si dividono la stessa via. Tanti i casi strani La Marmora e La Pira, vicini di strada Deve esserci affi nità tra le persone a cui vengono dedicate strade attigue, ma le incongruenze non mancano. Come via Unione Sovietica e via Lettonia... Lorenzo Salusest Cosa lega il generale Alfonso La Marmora, artefi ce nel 1865 dello spostamento della capitale del Regno da Torino a Firenze, al “sindaco santo” Giorgio La Pira, primo cittadino del capoluogo toscano negli anni sessanta? Nulla, se non che i due cognomi iniziano allo stesso modo. Eppure ai due personaggi, protagonisti (con stili molto differenti) della storia di questa città, è intitolata la stessa strada (da piazza San Marco a viale Matteotti), suddivisa equamente in due parti uguali. E dire che le regole della toponomastica prevedono che debba esserci un qualche tipo di affi nità tra le persone a cui l’amministrazione comunale dedica le vie e le piazze fi orentine: quartieri monopolizzati da nomi di pittori, altri da musicisti o da eroi del Risorgimento, altri ancora da scrittori. Regole che hanno nello strano binomio La Marmora – La Pira l’eccezione che le conferma. Ma basta gettare lo sguardo sulle targhe delle vie remio Oscar per l’originalità, ma soprattutto per la fiorentinità, Palle vie del complesso residenziale creato una decina di anni fa a Ugnano, al confine tra Firenze e Scandicci. Perché è qui che si trovano strade dai nomi insoliti, sconosciuti persino a che vi abita: è il caso di via Perlone Zipoli, (anagramma del vero nome, Lorenzo Lippi) scrittore “popolare” fiorentino del quindicesimo secolo, la cui opera principale, “Il Malmantile racquistato” (uno dei testi di fi orentine per scoprire altre stranezze e incongruenze, spesso geografi che. E’ il caso di un paio di strade intitolate a nazioni straniere che non esistono più: via Jugoslavia e via Unione Sovietica. Perché, se è pur vero che i nomi delle strade sono assegnati a soggetti che non fanno più parte di questo mondo, sarebbe più corretto aggiornare le denominazioni, stando però attenti a non scatenare casi diplomatici. E a proposito di ex Urss, perché mai dedicare una strada alla Lettonia e non alle altre due repubbliche baltiche, Estonia e Lituania? E ancora, perché eludere la Bulgaria dall’elenco delle nazioni europee a cui sono state intitolate alcune delle strade fi orentine? Coincidenze curiose, ma non in grado di suscitare polemiche politico/toponomastiche, come accaduto in passato attorno a nomi “scomodi”, come quello di Oriana Fallaci: a oltre tre anni dalla sua morte, l’amministrazione comunale non ha ancora deciso se la scrittrice fi orentina merita l’onore Via La Pira - via La Marmora di vedersi intitolata una strada. Un ostracismo, seppur di diversa natura, di cui è vittima anche la memoria di Indro Montanelli, anch’egli privo di una via dedicata. E se la discriminante è il luogo di nascita (Fucecchio), viene da chiedersi perché il Comune abbia intitolato una via in riferimento dell’Accademia della Crusca), ha meritato l’onore di vedersi intitolata la via più lunga del quartiere. O ancora è il caso del Piovano Arlotto, anch’egli autore rinascimentale di opere “pop” scritte in fiorentino. E accanto a queste non poteva mancare una strada dedicata alla maschera tipica di Firenze, Stenterello. E’ solo una delle curiosità che emergono leggendo le targhe delle strade del quartiere 4, anch’esso, per dimensioni e popolazione, una città nella città: una circoscrizione di cui l’Isolotto, il quartiere voluto dal sindaco La Pira, è il cuore. E proprio all’Isolotto, nell’immaginario collettivo dei fiorentini, è associata l’idea di cementificazione. Un’idea sconfessata, però, dai nomi che sono stati affibbiati alla parte storica del rione, quella che costeggia l’Arno, sulla sponda opposta alle Cascine. Forse per diminuire l’effetto urbanizzazione, forse per una sorta di continuità con il parco, si decise di denomi- zona Brozzi al meno noto giornalista e scrittore Curzio Malaparte (nato a Prato). Tra i due non correva buon sangue: chissà cosa avrebbe partorito la penna di Montanelli se avesse saputo in vita che Firenze avrebbe dedicato una via al suo acerrimo rivale e non a lui... IL PUNTO NEL QUARTIERE. L’idea di cementificazione spesso associata alla zona è “sconfessata” dai nomi delle vie E all’Isolotto spazio ad alberi e piante, artisti e poeti Premio Oscar per l’originalità alle vie del complesso residenziale creato una decina di anni fa a Ugnano E’ cominciato il percorso che porterà la CGIL al sedicesimo congresso. Il 10 novembre sono stati presentati due documenti congressuali fra loro “globalmente alternativi” (questa la denominazione ufficiale). • Il primo intitolato: “I DIRITTI ED IL LAVORO OLTRE LA CRISI” PRIMO FIRMATARIO GUGLIELMO EPIFANI • Il secondo intitolato: “LA CGIL CHE VOGLIAMO” PRIMO FIRMATARIO DOMENICO MOCCIA, SEGRETARIO DELLA FISAC CGIL. Nel frattempo si svolgeranno le assemblee di base e comincerà così il percorso fatto di congressi delle Camere del Lavoro che investiranno tutte le strutture della CGIL, fino all’appuntamento finale in programma a Rimini, dal 5 all’8 maggio. Un grande lavoro, una radicata prassi democratica, esercitata con passione e serietà, specie in questa fase, che vede la CGIL battersi con determinazione contro gli effetti devastanti di una gravissima crisi economica, ed un arretramento delle tutele e dei diritti nel mondo del lavoro. A questi problemi, arrivano risposte del tutto inadeguate da parte del governo, che appare più interessato a ricercare soluzioni ai problemi personali e giudiziari del premier. In questo clima, erano proprio necessarie due mozioni? L’importante è che il percorso congressuale avvenga nel rispetto di tutte le opinioni e delle volontà della maggioranza degli iscritti che si pronunceranno. La lega SPI CGIL invierà il calendario delle assemblee che si terranno nel nostro territorio. Con l’occasione formuliamo i nostri più fervidi AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI. LEGA SPI-CGIL Q4 Firenze , Via Bezzuoli n° 24 - 50142 tel. 055-7322835 - fax 055-7322828 Sub Lega Baracche Verdi Q4 Via delle Mimose n° 5 – 50142 Tel. E Fax 055/715871 E’ iniziato il rinnovo dell’abbonamento a “Libera Età” il nostro giornale dove trovi notizie utili e curiosità La Segreteria SPI CGIL nare le strade traendo ispirazione dalla botanica: da lungarno dei Pioppi si dipanano infatti via delle Magnolie, dei Platani, dei Rododendri, degli Oleandri. Alberi e piante cedono quindi il posto ad artisti e poeti del tardo Medioevo e del Rinascimento, a partire dallo scultore Talenti, salito agli onori della cronaca quotidiana perché sul viale a lui intitolato è stata “scolpita” l’opera più discussa degli ultimi anni: la tramvia. E più che ci si inoltra verso le zone più vicine al centro storico, più i nomi delle strade si fanno altisonanti: Raffaello Sanzio, Benozzo Gozzoli, Domenico Burchiello. Ancora vie dedicate ad artisti, quindi, ma non lontano da esse compaiono un paio di strade dal nome inquietante - come via del Palazzo dei diavoli - o curioso, come via del Ponte sospeso, dedicata alla memoria dell’antenato del ponte alla Vittoria, un passaggio volante sull’Arno costruito nel diciannovesimo secolo. /L.S. NUOVO ASSORTIMENTO DI PIANTE ORNAMENTALI E FIORI PROGETTAZIONI E REALIZZAZIONI GIARDINI Aperti tutti i giorni fino al 24 dicembre compreso ABETI DI NATALE in vaso di varie misure Bellissime composizioni floreali da interni anche per Natale Ci trovi in Via di Mantignano, 9L (Mantignano) - Firenze Tel. e Fax 055.7875340 Cell. 338.7026872 - 333.6611630 di Rolando Susini e-mail: rolando.susini@fastwebnet.it 1012618
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