38 Dicembre 2009 L’INTERVISTA. Arrampicarsi (per sport) all’Isolotto: parla Viviana Vitofrancesco Pareti da scalare alla scuola Anna Frank Lorenzo Mossani Viviana Vitofrancesco è <strong>un</strong>’atleta e la sua passione è l’arrampicata sportiva. Uno sport ancora troppo poco conos<strong>ci</strong>uto, ma che sta riscuotendo <strong>un</strong> grande successo tra giovani e giovanissimi. Istruttrice e fondatrice dell’Asd Stone Monkey, Viviana (al momento ferma per <strong>un</strong> infort<strong>un</strong>io) gareggia a livello agonistico nella categoria ‘boulder’ e, insieme al presidente Massimo Bellapadrona, ha creato la prima scuola per l’arrampicata sportiva di Firenze. Ad oggi i numeri li incoraggiano, e il fatto che tutti i loro <strong>un</strong>der 14 competano in campionati uffi<strong>ci</strong>ali las<strong>ci</strong>a ben sperare per il futuro. Se il buongiorno si vede dal mattino… Come ha iniziato a praticare l’arrampicata sportiva? Per caso. Non avevo mai trovato <strong>un</strong>o sport che mi appassionasse, fi no a quando in televisione ho visto <strong>un</strong>a gara di arrampicata: è stato amore a prima vista, e <strong>dopo</strong> <strong>un</strong> paio d’anni sono venuta a conoscenza del fatto che a Roma (dove vivevo) c’erano delle strutture indoor. Così, nel 1998 ho iniziato. Com’è nata l’idea di creare la prima scuola fi orentina di arrampicata? Nel 2004 mi sono dovuta trasferire a Firenze per motivi personali e ho scoperto che qui non c’erano impianti. Così, insieme a Massimo Bellapadrona, con <strong>un</strong> pizzico di follia abbiamo de<strong>ci</strong>so di provare a fondare questa asso<strong>ci</strong>azione. Quali sono state le diffi coltà maggiori? Indubbiamente la spesa economica, perché costruire <strong>un</strong>a parete è molto costoso. Abbiamo iniziato con <strong>un</strong>a sola parete, poi, mano a mano che sono aumentati gli iscritti, abbiamo provveduto a costruirne altre. Oltre a questo, la diffi coltà forse maggiore è stata quella di sfatare tante leggende Insieme al presidente Massimo Bellapadrona ha creato la prima scuola per l’arrampicata sportiva di Firenze. Tutto nasce dalla voglia di raggi<strong>un</strong>gere la vetta: <strong>un</strong>a volta conquistata, si de<strong>ci</strong>de di provare <strong>senza</strong> strumenti, solo con mani e piedi Viviana Vitofrancesco sport nel quartiere e di far conoscere cos’è realmente l’arrampicata. E oggi quanti atleti contate? Circa 150, ma contiamo di raddoppiarli il prossimo <strong>anno</strong>. Chi frequenta i vostri corsi? Tutti. Abbiamo <strong>un</strong>a grandissima parte<strong>ci</strong>pazione di bambini e bambine che v<strong>anno</strong> dai 6 ai 14 anni, e <strong>un</strong>a buona parte<strong>ci</strong>pazione anche di adulti. Secondo lei, come mai parte<strong>ci</strong>pano così tanti bambini? Per tre motivi: primo perché è <strong>un</strong>o sport divertente che, pur essendo individuale, riesce a creare momenti di so<strong>ci</strong>alità; secondo, perché è molto istintivo e i bambini sono molto più portati degli adulti; terzo, perché con loro <strong>ci</strong> sono meno barriere mentali da abbattere. In che senso? Molti pensano che l’arrampicata sportiva sia pericolosa, ma non è così (Viviana <strong>ci</strong> tiene a sottolineare questo aspetto, ndr). Le strutture indoor sono costruite con materiali assolutamente sicuri e la corda garantisce di non farsi male in caso di caduta. In<strong>oltre</strong>, non è vero neanche che si sviluppa solo la parte superiore del corpo, perché le gambe sono fondamentali. Speranze per il futuro? Spero che continuino ad aumentare gli iscritti, così potremo trasferir<strong>ci</strong> in <strong>un</strong>a palestra più grande. Mi auguro anche che a Firenze aumentino il numero di asso<strong>ci</strong>azioni di arrampicata e che il recente riconos<strong>ci</strong>mento di questo sport fra le dis<strong>ci</strong>pline olimpiche <strong>ci</strong> dia <strong>un</strong>a maggiore visibilità.
PROVINCIA DI FIRENZE <strong>Il</strong> progetto è stato realizzato nell’ambito del programma ELISA e finanziato dal P.O.R.E. cdev@cdev.it