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Россини Паганини Верди Респиги

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Ritratto di<br />

Giuditta Pasta,<br />

la grande soprano<br />

rossiniana<br />

interprete nel<br />

1841 della prima<br />

rappresentazione<br />

a San Pietroburgo<br />

e Mosca di<br />

Semiramide<br />

Giuseppe Verdi<br />

(primo a sinistra)<br />

in slitta durante il<br />

soggiorno a San<br />

Pietroburgo per la<br />

Forza del destino<br />

35<br />

Gioachino Rossini<br />

I legami di Rossini con la Russia risalgono al 1815 con la composizione<br />

della cantata L’Aurora per la moglie del generale Kutuzov, che si trovava<br />

allora in Italia e una cui aria derivava da un motivo popolare russo, poi<br />

ulteriormente rielaborato per il finale del Barbiere di Siviglia. Nello<br />

stesso anno la principessa Zinaida Volkonskaja promosse la “prima” a<br />

Parigi dell’Italiana in Ageri. Queste circostanze dovettero favorire la<br />

proposta fattagli avere dallo Zar Alessandro I di una tournée, che però<br />

non si realizzò per le richieste giudicate eccessive di Rossini. “Credetegli<br />

scrisse così lo Zar il 22 dicembre - sarei stato molto lieto di presentare<br />

al pubblico di San Pietroburo un artista di così grande talento, e che è<br />

già conosciuto e ammirato per due belle opere (Tancredi e L’italiana in<br />

Algeri, ndr), che ho fatto allestire ed eseguire da una compagnia tedesca”.<br />

Cinque anni dopo Rossini lo incontrerà personalmente al Congresso<br />

delle Nazioni a Verona, dove era stato invitato da Metternich, scrivendo<br />

nell’occasione due cantate. Nel 1825, poi, inserirà nel Viaggio a Reims<br />

l’inno nazionale russo Dio salvi lo zar.<br />

La grande popolarità teatrale di Rossini in Russia dovrà attendere il 1835 e si deve<br />

a Caterino Cavos, direttore del Teatro dell’Opera Russa dal 1803 al 1832, che fece<br />

allestire Semiramide e Le Comte Ory. Seguiranno via via Cenerentola, Il barbiere<br />

di Siviglia e gli altri capolavori, vedendo fra gli interpreti la grande Giudita Pasta.<br />

Grande, benché contrastato, estimatore di Rossini fu Čaikovskij, elogiandolo come<br />

“un grande maestro nel campo dell’opera buffa” e in particolare per il Barbiere, ma<br />

criticandone la “ingenuità infantile” della sua musica sacra nello Stabat Mater, che<br />

pure - scrisse - offre “belle melodie e brillantezza stilistica”. E riconobbe nel Moïse<br />

et Pharaon “tutte le migliori qualità di un compositore che ancora oggi gode ancora<br />

di grande popolarità, oltre a ricevere rispettosa attenzione da parte della critica”.<br />

Giuseppe Verdi<br />

Prima di Respighi, a soggiornare in Russia<br />

per la sua attività musicale era stato Verdi, nel<br />

1862. Si recò infatti con la moglie Giuseppina<br />

a San Pietroburgo per la rappresentazione<br />

della Forza del destino, commissionatagli dal<br />

teatro Imperiale. L’opera andò in scena, dopo<br />

vari rinvii, il 10 novembre, riscuotendo un<br />

successo entusiastico, e replicata per tre sere,<br />

nonostante l’avversione dei giovani compositori<br />

russi.<br />

Protagonista fu il tenore italiano Enrico<br />

Tamberlik, che un anno prima aveva avviato le trattative per conto del Teatro.<br />

Inizialmente preoccupato per le condizioni artistiche della compagnia di canto,<br />

Verdi fu soddisfatto della messa in scena, nonché dal rilevante onorario di 60<br />

mila franchi. A San Pietroburgo rimase per un mese, conteso da tutta l’alta società<br />

cittadina. Andò poi a Mosca, dove veniva messo in scena Il Trovatore. Da allora le<br />

sue opere hanno conosciuto una grandissima e ininterrotta popolarità, entrando nel<br />

repertorio di tutti i teatri russi.<br />

Guida all’ascolto

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