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17<br />
Concerto per violino e orchestra n.1<br />
in Re maggiore op. 6<br />
edizione Kalmus<br />
composizione 1816<br />
tempi Allegro maestoso<br />
Adagio espressivo<br />
Rondò. Allegro spiritoso<br />
Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotto, contrafagotto; 2 corni, 2 trombe,<br />
3 tromboni; timpani, cassa, piatti, piatto sospeso; 14 violini primi, 12 violini<br />
secondi, 10 viole, 8 violoncelli, 7 contrabbassi<br />
durata: 35’ ca.<br />
Nicolò<br />
Paganini<br />
(Genova 1782 – Nizza 1842)<br />
L’opera paganiniana per violino e orchestra si compone di sei Concerti, di cui<br />
quattro giunti completi dell’orchestrazione originale e due ricostruiti o strumentati,<br />
invece, nel Novecento. Dei restanti si ha notizie da testimonianze dell’epoca, ma<br />
sono andati perduti. Non si conoscono cadenze di mano dell’autore, che Paganini<br />
lasciava all’improvvisazione, mentre lo schema formale in tre movimenti,<br />
Allegro-Andante-Rondo, è applicabile a ognuno dei sei lavori. Le parti solistiche<br />
si caratterizzano per la varietà delle soluzioni tecniche, come i pizzicati con la<br />
mano sinistra, “picchiettati” con l’archetto, suoni nasali ricavati dall’arco vicino<br />
al ponticello dello strumento, variazoni su una sola corda, improvvise scordature.<br />
Benché già impiegate nel Settecento da Pietro Antonio Locatelli (1695-1764),<br />
appunto con Paganini esse conobbero un impiego sistematico e vennero così<br />
adottate da tutti i grandi virtuosi. Questa peculiarità esecutiva di Paganini è attribuita<br />
alla straordinaria flessibilità della sua mano, descritta in un’immagine del critico<br />
francese Castil-Blaze (1784-1857): “sembrava di vedere un fazzoletto legato in<br />
cima a una canna”. “Ho sentito cantare un angelo”, scrisse a sua volta Schubert<br />
dopo averlo ascoltato, così come altre illustri testimonianze (Schumann, che ne<br />
esaltò le qualità di compositore, Liszt che vide nelle sue interpretazioni l’ideale del<br />
virtuosismo, Delacroix che lo raffigurò al violino in una cella di prigione) attestano<br />
la profondità dell’influenza che Paganini esercitò sui grandi del Romanticismo.<br />
Guida all’ascolto