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Россини Паганини Верди Респиги

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13<br />

Guglielmo Tell, Ouverture<br />

composizione 1829<br />

edizione Breitkopf<br />

Organico 2 flauti (uno ottavino), 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, fagotto,<br />

controfagotto; 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni; timpani, triangolo, piatti, grancassa;<br />

14 violini primi, 12 violini secondi, 10 viole, 8 violoncelli, 7 contrabbassi<br />

Prima esecuzione (in francese, Guillaume Tell) Parigi, Théâtre de l’Opéra, 3 agosto 1829<br />

(in italiano) Lucca, 17 setteembre 1831<br />

durata 12’ ca.<br />

Gioachino<br />

Rossini<br />

(Pesaro, 1792 – Parigi, 1868)<br />

In Rossini lo scopo dell’introduzione strumentale al melodramma non è quello di<br />

annunziare l’azione, di preparare lo spettatore a ricevere le impressioni prodotte<br />

dal totale del dramma. Infatti egli applicò spesso alle sue opere una qualsiasi<br />

ouverture precedentemente scritta. La sua ouverture non “inizia” l’opera, ma<br />

“invita” all’ascolto, elettrizzando il pubblico: è la “firma” del compositore, il<br />

biglietto da visita con il quale egli si presenta, predisponendolo ad accogliere,<br />

indipendentemente dall’azione sulla scena, l’abbondante dono ritmico e melodico<br />

offertogli dal musicista. La conoscenza dell’ouverture appare dunque essenziale<br />

per la comprensione dell’arte rossiniana […].<br />

Con l’ouverture del Guillaume Tell (1829) lo stacco dai modelli precedenti è<br />

enorme: essa si organizza in quattro distinti episodi che annunciano l’azione e<br />

sembrano sintetizzarne i momenti fondamentali. Il violoncello solista acquista una<br />

voce “romantica”; e bastò la pagina iniziale a segnare, al suo apparire, una vera<br />

rivoluzione. È sufficiente raffrontarla, anche superficialmente, con le “introduzioni”<br />

delle ouvertures precedenti, per rilevare la profonda emozione del nuovo linguaggio<br />

rossiniano, ora rivolto ad un piano espressivo che trascende il semplice impegno<br />

edonistico. Su questa pagina prende l’avvio un’intera civiltà musicale; s’imparenta<br />

da un lato al gusto romantico-fantastico di Carl Maria von Weber, ma va già oltre,<br />

anticipando prodigiosamente la drammaticità strumentale del tempo.<br />

Il secondo episodio, “Allegro”, è l’evocazione di un temporale tra le profonde gole<br />

delle montagne svizzere (ma come differente dai precedenti “temporali” rossiniani),<br />

nel quale è introdotto un rapido e conciso “crescendo”: l’effetto descrittivo è ottenuto<br />

con una strumentazione timbrica di sorprendente modernità. Succede l’”Andante”,<br />

con il melodizzare, in forma di ranz des vasches (marcia delle vacche, la cantilena<br />

- cantata o suonata da cornamuse - con la quale i pastori svizzeri accompagnavano<br />

al pascolo il bestiame), del corno inglese, cui risponde il flauto. È un’ambientazione<br />

Guida all’ascolto

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