La condizione femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi - Vizavi
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<strong>La</strong> <strong>condizione</strong> <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />
<strong>dal</strong> <strong>dopoguerra</strong> <strong>ad</strong> <strong>oggi</strong><br />
Francesco Monducci<br />
Sèvres, CIEP, marzo 2012
a) L’eredità della Resistenza<br />
Importante il ruolo delle donne nella Resistenza, impegnate il più sovente <strong>in</strong> ruoli di staffette,<br />
<strong>in</strong>formatrici, <strong>in</strong>fermiere, ma talvolta co<strong>in</strong>volte anche direttamente nelle azioni armate, al medesimo titolo<br />
dei loro compagni.<br />
Alcune cifre: 35.000 le partigiane <strong>in</strong>qu<strong>ad</strong>rate nelle formazioni combattenti; 20.000 le patriote, con<br />
funzioni di supporto; 16 le medaglie d'oro, 17 quelle d'argento; 683 le donne fucilate o c<strong>ad</strong>ute <strong>in</strong><br />
combattimento; 1750 le donne ferite; 4633 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali<br />
fascisti; 1890 le deportate <strong>in</strong> Germania. (dati dell'Associazione Nazionale Partigiani d'<strong>Italia</strong>) .<br />
Per le donne, partecipare alla Resistenza significò non solo lottare per il proprio Paese, ma conquistarsi<br />
anche la citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>anza politica, superare tanti stereotipi ideologici e culturali e uscire <strong>dal</strong>la tr<strong>ad</strong>izionale<br />
<strong>condizione</strong> di subalternità cui erano relegate nella nostra società, per assumere un ruolo e responsabilità<br />
pubbliche. Da questo punto di vista, la Resistenza ha rappresentato un momento fondamentale nel<br />
percorso di emancipazione della donna, segnato nell’autunno 1944 <strong>dal</strong>la nascita dell’UDI (Unione Donne<br />
<strong>Italia</strong>ne, di ispirazione laica e socialista) e del CIF (Centro <strong>Italia</strong>no Femm<strong>in</strong>ile, di ispirazione cattolica), e<br />
sancito il 1° febbraio 1945 <strong>dal</strong> decreto sull’estensione del diritto di voto. Tale nuovo diritto fu poi<br />
esercitato <strong>in</strong> occasione delle prime consultazioni amm<strong>in</strong>istrative e soprattutto del referendum<br />
istituzionale del 2 giugno 1946, e una piccola pattuglia di 21 donne entrò anche a far parte dell’Assemblea<br />
Costituente, eletta congiuntamente col voto referendario.
“C’era un comizio di antifascisti e anche io dissi la mia. Avevo 19 anni e da allora non ho più<br />
smesso di parlare”. Attuale vice presidente nazionale dell’ANPI <strong>La</strong>ura Polizzi, la partigiana<br />
‘Mirka’, fu costretta alla clandest<strong>in</strong>ità. Fu partigiana anche <strong>in</strong> montagna e organizzatrice dei<br />
Gruppi di Difesa della Donna. ( http://www.noidonne.org/)<br />
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L’immag<strong>in</strong>e della donna nei manifesti<br />
elettorali del 1948<br />
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COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA<br />
Art. 1<br />
• L'<strong>Italia</strong> è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.<br />
• <strong>La</strong> sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.<br />
Art. 3.<br />
•<br />
•<br />
Tutti i citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza dist<strong>in</strong>zione di sesso, di<br />
razza, di l<strong>in</strong>gua,di religione, di op<strong>in</strong>ioni politiche, di condizioni personali e sociali.<br />
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ord<strong>in</strong>e economico e sociale, che, limitando di fatto la<br />
libertà e l'eguaglianza dei citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva<br />
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.<br />
Art. 29.<br />
•<br />
<strong>La</strong> Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.<br />
• Il matrimonio è ord<strong>in</strong>ato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti <strong>dal</strong>la legge a<br />
garanzia dell'unità familiare.<br />
Art. 31.<br />
•<br />
•<br />
<strong>La</strong> Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e<br />
l'<strong>ad</strong>empimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.<br />
Protegge la maternità, l'<strong>in</strong>fanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
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Art. 37.<br />
<strong>La</strong> donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano<br />
al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'<strong>ad</strong>empimento della sua essenziale<br />
funzione familiare e assicurare alla m<strong>ad</strong>re e al bamb<strong>in</strong>o una speciale <strong>ad</strong>eguata protezione.<br />
<strong>La</strong> legge stabilisce il limite m<strong>in</strong>imo di età per il lavoro salariato.<br />
<strong>La</strong> Repubblica tutela il lavoro dei m<strong>in</strong>ori con speciali norme e garantisce <strong>ad</strong> essi, a parità di<br />
lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.<br />
Art. 48.<br />
Sono elettori tutti i citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i, uom<strong>in</strong>i e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.<br />
• Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.<br />
• <strong>La</strong> legge stabilisce requisiti e mo<strong>dal</strong>ità per l'esercizio del diritto di voto dei citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i residenti<br />
all'estero e ne assicura l'effettività. A tal f<strong>in</strong>e è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione<br />
delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e<br />
secondo criteri determ<strong>in</strong>ati <strong>dal</strong>la legge.<br />
• Il diritto di voto non può essere limitato se non per <strong>in</strong>capacità civile o per effetto di sentenza<br />
penale irrevocabile o nei casi di <strong>in</strong>degnità morale <strong>in</strong>dicati <strong>dal</strong>la legge.
• Art. 51.<br />
• Tutti i citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i dell'uno o dell'altro sesso possono accedere<br />
agli uffici pubblici e alle cariche elettive <strong>in</strong> condizioni di<br />
eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti <strong>dal</strong>la legge.<br />
• <strong>La</strong> legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche<br />
elettive, parificare ai citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i gli italiani non appartenenti alla<br />
Repubblica.<br />
• Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di<br />
disporre del tempo necessario al loro <strong>ad</strong>empimento e di<br />
conservare il suo posto di lavoro.<br />
• http://www.bibliolab.it/donne_web/allegato22.htm
• Anni ambivalenti:<br />
B) Gli anni C<strong>in</strong>quanta<br />
• da un lato si assiste a una sorta di “rientro nei ranghi” delle donne, favorito<br />
<strong>dal</strong>la crisi economica dell’immediato <strong>dopoguerra</strong> e <strong>dal</strong> clima conservatore<br />
che si afferma <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> nel periodo <strong>in</strong> cui la situazione politica è<br />
maggiormente caratterizzata <strong>dal</strong> conflitto ideologico della guerra fredda.<br />
• Nello stesso periodo, però, aumenta la scolarità <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i generali e<br />
femm<strong>in</strong>ili <strong>in</strong> particolare; a partire <strong>dal</strong>la seconda metà degli anni C<strong>in</strong>quanta,<br />
poi, com<strong>in</strong>ciano a diffondersi gli elettrodomestici (soprattutto frigoriferi e<br />
lavatrici, che liberano le donne da pesanti <strong>in</strong>combenze), mentre si riaprono<br />
le porte delle fabbriche: il boom economico porta con sé nuove prospettive<br />
di autonomia, sul piano economico e culturale.
Il lavoro <strong>in</strong> fabbrica legato a strategie familiari, più che a scelte <strong>in</strong>dividuali<br />
[…] le donne non entrarono nel mercato della manodopera come attori <strong>in</strong>dipendenti; esse operarono, <strong>in</strong>vece, all'<strong>in</strong>terno di un<br />
contesto di strategie famigliari. Anche dove le figlie avevano abbandonato le zone rurali per andare a lavorare <strong>in</strong> città, esse<br />
•cont<strong>in</strong>uavano<br />
a considerare la propria manodopera come facente parte di uno sforzo famigliare collettivo. L'emigrazione delle<br />
figlie maggiori al Nord, a Milano, è funzionale alla sopravvivenza del nucleo famigliare stesso: la divisione della famiglia <strong>in</strong>fatti è<br />
solo una questione di locazione e di possibilità lavorative, <strong>in</strong> quanto il nucleo risulta fortemente stretto <strong>in</strong>torno <strong>ad</strong> un <strong>in</strong>tento<br />
comune.<br />
«Sono venuta a Milano che avevo 17 anni; mia sorella lavorava già alla Frank e mi ha detto: "Dai, vieni qua che stai meglio!" Io<br />
•avevo<br />
ancora da aiutare a casa, perché avevo ancora dei fratelli piccoli, e così sono entrata <strong>in</strong> fabbrica. Mentre lavoravo lì<br />
•avevo<br />
trovato un posto <strong>in</strong> piazza S. Babila, andavo <strong>in</strong> fabbrica al matt<strong>in</strong>o, poi la sera andavo a pulire gli uffici, facevo <strong>dal</strong>le 20<br />
alle 24, tre sere alla settimana; prendevamo l'ultimo tram <strong>in</strong> via Orefici e arrivavo a casa alle 2, perché abitavo <strong>in</strong> fondo a via<br />
Savona.» (Angela)<br />
A fronte di tante occupazioni sottopagate, il lavoro <strong>in</strong> fabbrica si presentava sotto molti aspetti come vantaggioso, ma di certo<br />
•non<br />
comportava quel corollario di aspetti, di "passi biografici" che la letteratura sulla classe operaia maschile ci ha trasmesso:<br />
•l'emancipazione<br />
<strong>dal</strong>la famiglia d'orig<strong>in</strong>e, l'identificazione con i risultati del lavoro, con una categoria professionale, con una<br />
classe .Così, le lavoratrici assumono l'urgenza del bisogno famigliare come l<strong>in</strong>ea guida e pr<strong>in</strong>cipio organizzatore della propria<br />
storia di vita lavorativa. Di un lavoro, concepito e rappresentato come dovere famigliare, restano <strong>in</strong> secondo piano le<br />
caratteristiche, la sua qualità <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca.<br />
•<br />
(Giovanna Gulli, <strong>in</strong> http://rlangone4.blogspot.com)<br />
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Gli elettrodomestici entrano nelle famiglie italiane<br />
• Famiglie italiane <strong>in</strong> possesso di apparecchi televisivi ed altri<br />
elettrodomestici (%)<br />
1953 1960 1965 1971<br />
TV b/n ---------- 20 49 82<br />
<strong>La</strong>vatrice 4 5 23 63<br />
Frigorifero 14 17 55 86<br />
• Nel giro di vent’anni elettrodomestici prima <strong>in</strong>esistenti, come il<br />
televisore, o presenti solo <strong>in</strong> una m<strong>in</strong>oranza di famiglie, diventano di<br />
uso comune. E non è solo il televisore a modificare la mentalità o <strong>ad</strong><br />
<strong>in</strong>trodurre nuove abitud<strong>in</strong>i: pensiamo a quanto abbiano contribuito<br />
lavatrici e frigoriferi a liberare le donne da tutta una serie di<br />
tr<strong>ad</strong>izionali e gravose <strong>in</strong>combenze domestiche!
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Una faticosa conquista di civiltà: l’abolizione delle case<br />
chiuse” (1958)<br />
Venerdì 6 agosto 1948<br />
<strong>La</strong> Merl<strong>in</strong> e il disegno di legge per abolire i bordelli<br />
• Angel<strong>in</strong>a Merl<strong>in</strong>, detta L<strong>in</strong>a, prima donna della storia italiana sui banchi del Senato, veneta e socialista, presenta un disegno di<br />
legge per l’abolizione delle case chiuse (titolo: “Abolizione della regolamentazione della prostituzione, e per la lotta contro lo<br />
sfruttamento della prostituzione altrui e protezione della salute pubblica”). <strong>La</strong> senatrice ha alle spalle la recente vittoria di Marta<br />
Richard <strong>in</strong> Francia: sul f<strong>in</strong>ire del 1946, le maisons (nella sola Parigi se ne contavano 171) sono state abolite. In più, nel giugno del ’48,<br />
il m<strong>in</strong>istro degli Interni Mario Scelba, democristiano, ha dato disposizioni a tutte le questure di non concedere nuove autorizzazioni<br />
all’apertura di bordelli. [Sta.Se. 14/11/1988; Guido Vergani, Rep. 24/7/1985]<br />
Una marchetta costa <strong>dal</strong>le 50 alle 200 lire<br />
• In Europa, l’<strong>Italia</strong> è con la Spagna il solo paese <strong>in</strong> cui la prostituzione è regolamentata per legge, con lo Stato che percepisce una<br />
regolare tassa di esercizio dai gestori delle case: esistono 730 postriboli con circa 3.400 prostitute e un gettito, per l’erario, di 1.015<br />
miliardi di lire l’anno. Tariffe delle marchette: <strong>dal</strong>le 50 lire dei bordelli di paese alle 200 lire delle case di lusso. Le pensionanti si<br />
presentano <strong>in</strong> fantasiose comb<strong>in</strong>azioni di velo o rete, smerlettature, deshabillé e leopardati. In calze nere o guêpières quelle delle<br />
case di prima classe. Le stanze dei bordelli di lusso sono tutte affrescate di dip<strong>in</strong>ti erotici: angeli c<strong>ad</strong>uti <strong>in</strong> pose peccam<strong>in</strong>ose, donne<br />
semisvestite sdraiate sui divani, ecc. [Sta.Se., 14/11/1988; Guido Vergani, Rep. 24/7/1985; <strong>La</strong>ura Mambelli e Sergio Valent<strong>in</strong>i Cds<br />
23/9/1994]<br />
Martedì 16 agosto 1948<br />
<strong>La</strong> prostituta è sp<strong>in</strong>ta <strong>dal</strong> vizio o <strong>dal</strong> sogno di ricchezza»<br />
• <strong>La</strong> proposta della Merl<strong>in</strong> scatena <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> un vivace dibattito pro e contro la chiusura dei bordelli. Ad esempio uno «studente di<br />
giurisprudenza» scrive al periodico Crimen: «<strong>La</strong> prostituta è tale, non perché vittima di una società malvagia, ma solo perché sp<strong>in</strong>ta<br />
<strong>dal</strong> vizio, o da un illusorio sogno di ricchezza che mai il lavoro potrà dare, o al pari dei comuni del<strong>in</strong>quenti, perché vittima della sua<br />
stessa mente corrotta e malata, impossibile a guarirsi». [Bellassai 2006]
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Giovedì 17 novembre 1949<br />
Per alcuni senatori le prostitute sono «m<strong>in</strong>orate mentali»<br />
• Gaetano Pieracc<strong>in</strong>i [senatore socialdemocratico] <strong>in</strong> Senato: «Il fattore sociale è potente, ma quello <strong>in</strong>dividuale antropologico, non deve essere<br />
dimenticato: i dati statistici ci hanno fornito una nota di tutte le stigmate degenerative che si raccolgono sul corpo delle meretrici... Non voglio<br />
assimilare la prostituta alla del<strong>in</strong>quente <strong>in</strong> maniera assoluta, ma è certo che le prostitute sono per lo più delle m<strong>in</strong>orate <strong>in</strong>tellettuali, o morali o nella<br />
volizione». Michele De Pietro, senatore Dc contrario alla legge Merl<strong>in</strong>: «Del resto ci sono delle ricerche sui valori mentali delle prostitute. Così quelle<br />
raccolte <strong>dal</strong> Bonhofer, <strong>dal</strong>le quali risulta che su 100 prostitute, 31 sono idiote, 13 epilettiche o isteriche, 21 alcolizzate, 1 paralitica e 32<br />
<strong>in</strong>tellettualmente normali. Il De Sanctis, su 28 prostitute romane da lui psicologicamente studiate, trovò tre deficienti gravi, 7 deficienti di medio<br />
gr<strong>ad</strong>o, 13 di mediocrissima <strong>in</strong>telligenza e 5 normali». Raffaele Caporali, senatore Dc favorevole alla legge Merl<strong>in</strong>: «Il Lombroso che ha fatto il<br />
maggiore e migliore studio sulla donna normale e del<strong>in</strong>quente, ha trovato che le prostitute sono per lo più m<strong>in</strong>orate <strong>in</strong>tellettuali o morali... E il<br />
Lombroso è una gloria dell’umanità». [Sta.Se. 14/11/1988]<br />
Venerdì 18 novembre 1949<br />
«I bordelli difendono la salute dei citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i»<br />
• <strong>La</strong> Stampa commenta la seduta del giorno prima <strong>in</strong> Senato: «Il Senato è tornato al progetto Merl<strong>in</strong> con l’<strong>in</strong>tervento del democristiano De Pietro, il<br />
quale, <strong>in</strong> un discorso di tono piuttosto romantico, ha avanzato alcune riserve, la pr<strong>in</strong>cipale delle quali è che al Senato, assemblea squisitamente<br />
politica, non si <strong>ad</strong>dice un dibattito che mira soprattutto <strong>ad</strong> una riforma del costume, che può effettuarsi solo sotto l’egida di un pr<strong>in</strong>cipio morale.<br />
Contrario all’abolizione, egli ha espresso il timore che <strong>ad</strong> una situazione deplorata se ne sostituisca una maggiormente deplorevole. Se il primo<br />
<strong>in</strong>tervento ha offerto alla signora Merl<strong>in</strong> lo spunto per qualche ironia, il secondo, quello del più che ottantenne oratore Raffaele Caporali, anche lui<br />
democristiano, l’ha accigliata e <strong>in</strong>nervosita, al punto che a un certo momento, nonostante i colleghi tentassero di trattenerla, con un gesto di dispetto<br />
ha abbandonato l’aula. L’illustre medico partenopeo è ricorso anch’egli, come ieri l’on.Pieracc<strong>in</strong>i, <strong>ad</strong> un l<strong>in</strong>guaggio crudo e senza sott<strong>in</strong>tesi, e si è<br />
appassionatamente espresso <strong>in</strong> modo contrario all’abolizione, illustrando la vigente legislazione sulle case chiuse e non riconoscendo <strong>in</strong> essa alcun<br />
carattere coattivo nei riguardi delle meretrici ma soprattutto la preoccupazione di difendere la salute dei citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i. <strong>La</strong> prostituzione è un male<br />
<strong>in</strong>sopprimibile, come lo è il suo sfruttamento: i tenutari delle case private sono gli sfruttatori più <strong>in</strong>fami. Quanto poi a quello che taluni vogliono<br />
def<strong>in</strong>ire un “vizio” per lo stesso motivo si potrebbe def<strong>in</strong>ire vizio anche il mangiare, e, caso mai, va estirpato con mezzi più ampi, mezzi educativi. Non<br />
è dunque con una “legg<strong>in</strong>a” che si cambia la fisiologia umana e si affronta la lotta con le malattie veneree! A questa debbono provvedere con leggi<br />
serie ben studiate gli Alti Commissari per la Sanità. A distendere i nervi della signora Merl<strong>in</strong> è giunto a buon punto l’ultimo <strong>in</strong>tervento della giornata:<br />
quello di un altro Dc, il senatore Sacco, decisamente favorevole all’abolizione delle case chiuse. Egli ha parlato soprattutto come sociologo,<br />
affermando che ormai la coscienza del popolo italiano è matura per la soluzione del problema». [Sta. 18/11/1949]
Mercoledì 29 gennaio 1958<br />
•<br />
Approvata la legge Merl<strong>in</strong><br />
•<br />
• <strong>La</strong> legge Merl<strong>in</strong> è approvata def<strong>in</strong>itivamente <strong>dal</strong>l’assemblea della Camera dei deputati con 385 voti a favore e 115<br />
• contrari. «Essendo questa votazione a scrut<strong>in</strong>io segreto, non è possibile desumere un qu<strong>ad</strong>ro esatto dei favorevoli e<br />
contrari all’<strong>in</strong>terno di ogni partito: si può tuttavia affermare a grandi l<strong>in</strong>ee che a favore – con qualche verosimile<br />
defezione – votano democristiani, comunisti, socialisti e repubblicani; contrari i monarchici, i liberali, i neofascisti e i<br />
saragattiani di Unità socialista». [Bellassai 2006]<br />
• […]<br />
•<br />
Giovedì 20 febbraio 1958<br />
•<br />
Promulgata la legge Merl<strong>in</strong><br />
•<br />
• Promulgata la Legge Merl<strong>in</strong>, la n.75, approvata alla Camera il 29 gennaio scorso.<br />
•<br />
•<br />
• L<strong>in</strong>a Merl<strong>in</strong>, <strong>in</strong> matt<strong>in</strong>ata, si fa fotografare mentre apre le persiane di una casa chiusa. [Sta. 17/6/1969]<br />
•<br />
•<br />
• Nel telegiornale della sera Ugo Zatter<strong>in</strong>, «con un capolavoro di pruderie», annuncia l’evento senza mai pronunciare il<br />
• nome di ciò che è stato abolito: «Oggi, poco prima che Togliatti aprisse con un discorso fiume un dibattito sulla politica<br />
estera che terrà impegnata per alcuni giorni la Camera, i deputati hanno approvato (385 sì, 115 no) la famosa legge<br />
Merl<strong>in</strong>. F<strong>in</strong>isce così, senza più possibilità d’appello, una questione decennale, apertasi esattamente nell’agosto del<br />
1948. L’<strong>Italia</strong> era ormai l’unico paese d’Europa <strong>in</strong> cui il problema sollevato <strong>dal</strong>la senatrice Merl<strong>in</strong> non fosse stato<br />
risolto, e anche di recente l’Onu aveva sollecitato l’<strong>Italia</strong> perché lo risolvesse, dato che il suo statuto impone a tutti i<br />
paesi membri di <strong>ad</strong>ottare una soluzione come quella che è stata f<strong>in</strong>almente <strong>ad</strong>ottata. <strong>La</strong> legge Merl<strong>in</strong> prevede che le<br />
sue norme vengano applicate entro sei mesi <strong>dal</strong>l’entrata <strong>in</strong> vigore della legge stessa e, siccome la legge entra <strong>in</strong> vigore<br />
qu<strong>in</strong>dici giorni dopo essere stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, si può calcolare grosso modo che il nuovo corso<br />
<strong>in</strong>com<strong>in</strong>ci nel prossimo settembre. Insomma: il canto del cigno si avrà <strong>in</strong>torno a ferragosto. Dopo questa data<br />
gravissime pene penderanno sul capo di coloro che cercheranno di riorganizzare ciò che la senatrice Merl<strong>in</strong> ha voluto<br />
distruggere. Le pene, dicevo, sono piuttosto grosse: carcere da due a sei anni, con molti motivi per r<strong>ad</strong>doppiare il<br />
carcere e le multe». [Tamburrano 2008]<br />
•<br />
Fonte: http://c<strong>in</strong>quantamila.corriere.it/storyTellerThre<strong>ad</strong>.php?thre<strong>ad</strong>Id=leggemerl<strong>in</strong>)
Il 2010 è il 50° anniversario della presenza delle donne nella Polizia di Stato<br />
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/14/foto/polizia_50_anni_di_donne_<strong>in</strong>_divisa-4052299/1/<br />
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•<br />
C) Gli anni del boom: l’emergere di nuovi soggetti sociali<br />
• <strong>La</strong> d<strong>in</strong>amica sociale <strong>in</strong>nestata <strong>dal</strong> miracolo economico portava “<strong>ad</strong><br />
accentuare l’atomizzazione della società civile” (Paul G<strong>in</strong>sborg): la<br />
famiglia nucleare sostituiva la famiglia estesa e al tempo stesso si<br />
trovava più isolata nella grande città, essendo venuti meno gli spazi e<br />
le occasioni di vita comunitaria che caratterizzavano la vita del<br />
villaggio; contemporaneamente il messaggio che proveniva <strong>dal</strong>la<br />
pubblicità sollecitava il soddisfacimento di bisogni privati, propri<br />
dell’<strong>in</strong>dividuo o della s<strong>in</strong>gola famiglia. Ma questo processo non è<br />
senza contr<strong>ad</strong>dizioni, contr<strong>ad</strong>dizioni che ancora una volta riguardano i<br />
rapporti territoriali – fra un’<strong>Italia</strong> del Nord avviata sulla str<strong>ad</strong>a della<br />
modernità e un’<strong>Italia</strong> del Sud che rimane ai marg<strong>in</strong>i -, ma che<br />
assumono nuove forme per quanto riguarda i rapporti sociali, di<br />
genere e generazionali.
Consideriamo <strong>in</strong> particolare i rapporti di genere e generazionali, che nella loro evoluzione sono <strong>in</strong> stretto rapporto fra loro.<br />
Per quanto riguarda i ruoli sessuali, la nuova realtà sembra par<strong>ad</strong>ossalmente riassegnare alla donna un ruolo tr<strong>ad</strong>izionale: nel corso degli anni C<strong>in</strong>quanta, <strong>in</strong>fatti, gli impieghi femm<strong>in</strong>ili sono <strong>in</strong> costante<br />
• dim<strong>in</strong>uzione. Molto spesso le ragazze, che pur hanno un lavoro, lo abbandonano dopo il matrimonio, per dedicarsi <strong>in</strong>teramente alla famiglia, svolgendo eventualmente qualche attività a domicilio o <strong>ad</strong> ore. Del<br />
• resto, anche l’immag<strong>in</strong>e <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> veicolata <strong>dal</strong>la televisione è quella di una casal<strong>in</strong>ga appagata, capace di rendere felice il marito e di accudire con lieta efficienza ai bamb<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> questo per nulla diversa <strong>dal</strong>la<br />
propaganda di epoca fascista, se non per la presenza degli elettrodomestici, che rendono facile e <strong>ad</strong>dirittura piacevole il suo compito; tutto questo, però, è <strong>in</strong> stridente contrasto con una realtà quotidiana gravata<br />
da compiti faticosi e poco, o per nulla, riconosciuti.<br />
Eppure, qualcosa cambia: sono riconosciuti nuovi diritti alle donne (<strong>ad</strong> esempio, nel 1960 una legge sancisce la parità salariale, per altro già garantita <strong>dal</strong>la Costituzione, e viene dichiarata <strong>in</strong>costituzionale<br />
l’esclusione delle donne da vari uffici pubblici), mentre cresce la scolarità <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong>, e con questo le possibilità di una maggiore emancipazione, sia nell’ambito del lavoro, sia <strong>in</strong> quello degli stessi comportamenti,<br />
• come, <strong>ad</strong> esempio, una più libera frequentazione di esponenti dell’altro stesso. Ma qui il discorso di genere confluisce nel discorso generazionale: è fra i giovani, <strong>in</strong>fatti, che si diffondono più rapidamente i nuovi<br />
modelli di comportamento e i nuovi valori. All’orig<strong>in</strong>e di tale fenomeno stanno la maggior disponibilità di denaro, legata al miglioramento delle condizioni di vita, e la maggiore e più lunga scolarizzazione: il fatto di<br />
trascorrere tanto tempo <strong>in</strong>sieme, permette ai giovani di forgiare gr<strong>ad</strong>ualmente gusti, comportamenti, valori comuni, di costruire un’identità specifica, che trova riferimento <strong>in</strong> alcuni oggetti e modi di fare che<br />
assumono un vero e proprio valore simbolico: lo scooter, la musica rock, un certo modo di vestirsi (<strong>ad</strong> esempio, l’uso dei jeans), certi consumi tipici (la Coca-Cola , il chew<strong>in</strong>gum), un certo l<strong>in</strong>guaggio.<br />
Nasce così un nuovo soggetto sociale, portatore di esigenze specifiche, spesso <strong>in</strong> contrasto col mondo dei p<strong>ad</strong>ri, e con la tr<strong>ad</strong>izione e l’autorità <strong>in</strong> genere.<br />
•
Nuovi valori e nuovi comportamenti<br />
Rita Pavone, la prima cantante yè-yè italiana; la rivista Ciao amici, che riprende nel nome e nei<br />
contenuti la rivista francese Salut les copa<strong>in</strong>s; Raffaella Carrà con la m<strong>in</strong>igonna<br />
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Due casi esemplari: Franca Viola e lo scan<strong>dal</strong>o<br />
della Zanzara<br />
• 1965: Franca Viola, ragazza siciliana di Alcamo, rapita<br />
contro la sua volontà <strong>dal</strong> fidanzato, rifiuta il<br />
tr<strong>ad</strong>izionale matrimonio”riparatore” e denuncia il<br />
rapitore, <strong>in</strong>frangendo così una secolare consuetud<strong>in</strong>e<br />
di subord<strong>in</strong>azione all’uomo e a un mal<strong>in</strong>teso senso<br />
dell’onore.
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•<br />
•<br />
1966 : il caso de <strong>La</strong> Zanzara<br />
<strong>La</strong> Zanzara” era il giornale studentesco del liceo classico “Par<strong>in</strong>i” di Milano, i cui giovani redattori furono<br />
denunciati per aver condotto fra le loro compagne un’<strong>in</strong>chiesta sull’educazione sessuale.<br />
Che cosa aveva di tanto scan<strong>dal</strong>oso l’<strong>in</strong>chiesta pubblicata su <strong>La</strong> Zanzara? Nel capo di imputazione, le<br />
frasi “di contenuto idoneo a offendere il sentimento morale dei fanciulli e degli <strong>ad</strong>olescenti e a costituire<br />
per essi <strong>in</strong>citamento alla corruzione”, <strong>in</strong> quanto caratterizzate da un “l<strong>in</strong>guaggio crudo e spregiudicato e<br />
atto a corrompere i fanciulli e gli <strong>ad</strong>olescenti”, sono le seguenti:<br />
• “Vogliamo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, a patto ciò non leda la libertà altrui. Per cui<br />
assoluta libertà sessuale e modifica totale della mentalità”; “per cambiare la mentalità, sarebbe<br />
necessario impostare il problema sessuale su basi serie, cioè <strong>in</strong>trodurre un’educazione sessuale anche<br />
nelle scuole, per chiarire le idee su certi problemi fondamentali che ognuno a una certa età si trova a<br />
vivere, <strong>in</strong> modo che il problema sessuale non sia un tabù, ma venga prospettato con una certa serietà<br />
e sicurezza”;“nel rapporto sessuale, ciò che mi pare importante, è la necessità di essere<br />
completamente uniti e perciò i figli sono una conseguenza di secondo gr<strong>ad</strong>o ed hanno un’importanza<br />
relativa”; “pongo dei limiti solo perché non voglio correre il rischio di avere conseguenze. Ma se<br />
potessi usare liberamente gli anticoncezionali, non avrei problema di limiti”; “la religione <strong>in</strong> campo<br />
sessuale è apportatrice di complessi di colpa. Quando esiste l’amore, non possono e non devono<br />
esistere freni religiosi”; “la posizione della Chiesa mi ha creato molti conflitti f<strong>in</strong> quando me ne sono<br />
allontanata.”<br />
•<br />
•<br />
Cit. <strong>in</strong> Guido Nozzoli e Pier Maria Paoletti , “<strong>La</strong> Zanzara” Cronache e documenti di uno scan<strong>dal</strong>o,<br />
http://www.liceopar<strong>in</strong>i.it
D) ANNI SETTANTA: NASCE IL MOVIMENTO FEMMINISTA<br />
• <strong>La</strong> storia del movimento femm<strong>in</strong>ista, figlio del Sessantotto, è strettamente legata alle battaglie per il divorzio e l’aborto, condotte durante gli<br />
anni Settanta.. In <strong>Italia</strong>, la prima grande manifestazione di donne si svolse a Roma nel 1975, ma fu disturbata da un gruppo di attivisti di<br />
• Lotta cont<strong>in</strong>ua, <strong>in</strong>capaci di accettare l’idea di una manifestazione di sole donne. Questo episodio evidenzia le difficoltà che le donne<br />
dovettero affrontare per affermare e far riconoscere i propri specifici diritti, non solo contro le componenti conservatrici della società.<br />
Caratteristica del movimento italiano, rispetto ai movimenti analoghi di altri Paesi, fu <strong>in</strong>fatti di porre l’accento s<strong>in</strong> <strong>dal</strong> pr<strong>in</strong>cipio sulla<br />
“differenza”, piuttosto che sull’”uguaglianza”, come mostra il manifesto seguente, che risale al 1970:<br />
Le donne saranno sempre divise le une <strong>dal</strong>le altre? Non formeranno mai un gruppo unico? (Olympe de Gouges, 1791)<br />
•<br />
•<br />
<strong>La</strong> donna non va def<strong>in</strong>ita <strong>in</strong> rapporto all’uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra libertà. L’uomo non è<br />
•<br />
il modello cui <strong>ad</strong>eguare il processo della scoperta di sé da parte della donna. <strong>La</strong> donna è l’altro rispetto all’uomo. L’uomo è l’altro rispetto<br />
• alla donna. L’uguaglianza è un tentativo ideologico per asservire la donna a più alti livelli. Identificare la donna all’uomo significa<br />
annullare l’ultima via di liberazione. Liberarsi, per la donna, non vuole dire accettare la stessa vita dell’uomo perché è <strong>in</strong>vivibile, ma<br />
esprimere il suo senso dell’esistenza. <strong>La</strong> donna come soggetto non rifiuta l’uomo come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto.Nella<br />
vita sociale lo rifiuta come ruolo autoritario.<br />
Manifesto del gruppo Rivolta <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> (1970), cit. <strong>in</strong>: R. Spagnoletti (a cura di), I movimenti femm<strong>in</strong>isti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, Samonà e Savelli, Roma<br />
1971<br />
•<br />
Le richieste delle donne, qu<strong>in</strong>di, tendevano a def<strong>in</strong>ire una sfera specifica dei diritti femm<strong>in</strong>ili <strong>in</strong> quanto tali. Gli slogan più noti sono “Il<br />
•<br />
personale è politico”, che sottol<strong>in</strong>eava l’urgenza di ridef<strong>in</strong>ire le relazioni tra i sessi e il significato più ampio, politico appunto, ch’essi hanno, e<br />
• “Il corpo è mio e lo gestisco io”, utilizzato soprattutto <strong>in</strong> occasione delle campagne a favore della legge sull’aborto, che comunicava l’idea di<br />
una compiuta autonomia e liberazione sessuale. Nel corso degli anni Ottanta e successivi il movimento seppe poi organizzare attività<br />
culturali, come librerie, case editrici, centri di documentazione, e sociali, come case delle donne e centri antiviolenza, mantenendo sempre<br />
una funzione rilevante per dare voce e visibilità alle donne e ai loro diritti.<br />
•
Anni Settanta: anni di riforme<br />
1970<br />
Viene approvata la legge sul divorzio: legge 1° dicembre 1970, n. 898, «Discipl<strong>in</strong>a dei casi di scioglimento del matrimonio».<br />
•<br />
1971<br />
•<br />
<strong>La</strong> Corte costituzionale cancella l'articolo del Codice civile che punisce la propaganda di anticoncezionali. .<br />
•<br />
Viene approvata la legge sulle lavoratrici m<strong>ad</strong>ri: legge 30 dicembre 1971, n. 1204, «Tutela delle lavoratrici m<strong>ad</strong>ri».<br />
•<br />
Sono istituiti gli asili nido comunali: legge 6 dicembre 1971, n. 1044, «Piano qu<strong>in</strong>quennale per l'istituzione di asili-nido comunali<br />
•<br />
con il concorso dello Stato».<br />
•<br />
1974<br />
<strong>La</strong> legge sul divorzio è mantenuta dopo lo svolgimento di un referendum abrogativo.<br />
•<br />
1975<br />
•<br />
Riforma del diritto di famiglia: legge 19 maggio 1975, n. 151, «Riforma del diritto di famiglia».<br />
•<br />
F<strong>in</strong>o a questa riforma, il peso dell'educazione dei figli gravava, di fatto, sulle m<strong>ad</strong>ri, ma tale impegno non aveva un <strong>ad</strong>eguato<br />
•<br />
riconoscimento giuridico. <strong>La</strong> patria potestà spettava <strong>ad</strong> entrambi i genitori, ma il suo esercizio toccava al p<strong>ad</strong>re, secondo l'art.<br />
•<br />
316 del Codice civile.<br />
Col nuovo diritto di famiglia, la legge riconosce parità giuridica tra i coniugi che hanno uguali diritti e responsabilità e attribuisce<br />
<strong>ad</strong> entrambi la patria potestà.<br />
•<br />
1976<br />
Per la prima volta una donna, T<strong>in</strong>a Anselmi, viene nom<strong>in</strong>ata m<strong>in</strong>istro (<strong>La</strong>voro e previdenza sociale).<br />
•<br />
1977<br />
•<br />
È riconosciuta la parità di trattamento tra donne e uom<strong>in</strong>i nel campo del lavoro: legge 9 dicembre 1977 n. 903, «Parità fra<br />
•<br />
uom<strong>in</strong>i e donne <strong>in</strong> materia di lavoro».<br />
•<br />
1978<br />
Viene approvata la legge sull'aborto.<br />
•<br />
1979<br />
•<br />
Nilde Jotti è la prima donna presidente della Camera.<br />
•<br />
1981<br />
•<br />
Viene confermata la legge sull’aborto dopo referendum abrogativo.<br />
•<br />
Il motivo d'onore non è più attenuante nell'omicidio del coniuge <strong>in</strong>fedele.<br />
•
d) Dagli anni Ottanta ai giorni nostri:un camm<strong>in</strong>o<br />
<strong>in</strong>certo, fra nuove conquiste e nuove precarietà<br />
• A partire dagli Anni Ottanta giunge a maturazione la transizione economica<br />
avviatasi nel decennio precedente. Anche nel nostro Paese, sia pur con<br />
mo<strong>dal</strong>ità specifiche, ritroviamo tutti quei fenomeni che hanno fatto parlare<br />
di “terza rivoluzione <strong>in</strong>dustriale” nei Paesi più avanzati. Questa nuova realtà<br />
è caratterizzata <strong>dal</strong>l’affermazione del terziario, <strong>in</strong> particolare tutto il settore<br />
delle telecomunicazioni e dell’<strong>in</strong>formatica, e del mercato f<strong>in</strong>anziario, che<br />
favoriscono il fenomeno della globalizzazione.<br />
• I cicli economici divengono più rapidi e convulsi, mentre i veloci<br />
cambiamenti e l’accanita concorrenza richiedono una flessibilità, che molto<br />
spesso si tr<strong>ad</strong>uce <strong>in</strong> precarietà.<br />
• In tale contesto, nonostante alcuni importanti provvedimenti legislativi, le<br />
donne corrono il rischio di veder messe <strong>in</strong> discussione alcuni importanti<br />
conquiste, mentre lo stesso “problema” della <strong>condizione</strong> <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> assume<br />
nuovi aspetti, <strong>in</strong> particolare per il fenomeno, nuovo per l’<strong>Italia</strong>,<br />
dell’immigrazione.
I problemi dell’occupazione <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> nell’età<br />
del precariato<br />
<strong>La</strong> crisi ha aggravato i problemi strutturali relativi dell’occupazione <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong>, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> tema di qualità del<br />
lavoro. Sono aumentati i fenomeni di segregazione verticale e orizzontale, si è ampliata l’area degli impieghi non<br />
•standard,<br />
si è acutizzato il sottoutilizzo del capitale umano, e sono cresciuti i problemi di conciliazione tra tempi di<br />
vita e di lavoro.<br />
In particolare, nel corso del 2009, contestualmente all’arresto della crescita dell’occupazione nelle professioni<br />
tecniche e più qualificate, è andata riprendendo vigore la segregazione di genere, confermata nel 2010 quando, alla<br />
•c<strong>ad</strong>uta<br />
dell’occupazione <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> qualificata, tecnica e operaia, si è accompagnato l’aumento di quella non<br />
qualificata (+108 mila unità)<br />
[...]<br />
Segregazione occupazionale e m<strong>in</strong>ore valorizzazione delle competenze producono disparità salariale. <strong>La</strong> retribuzione<br />
•netta<br />
mensile delle dipendenti è <strong>in</strong>feriore di circa il 20 per cento a quella degli uom<strong>in</strong>i (nel 2010, 1.096 contro 1.377<br />
•euro),<br />
anche se il divario si dimezza considerando i soli impieghi a tempo pieno (rispettivamente 1.257 e 1.411<br />
euro).<br />
(Rapporto annuale ISTAT 2010)
•<br />
•<br />
•<br />
Donne e politica<br />
[…]dopo l'attivismo politico degli anni '70, la partecipazione di elettrici ed elette è calata sensibilmente negli ultimi anni. Come è<br />
stato già detto, esistono diversi motivi, che hanno provocato questa situazione, alcuni dei quali sono riconducibili al sistema politico<br />
<strong>in</strong> sé stesso. Nelle logiche e nelle mo<strong>dal</strong>ità della rappresentanza politica, risiedono degli ostacoli, che rendono meno agevole<br />
l'accesso delle donne nelle istituzioni. In primo luogo il sistema elettorale di tipo maggioritario, che di per sé tende <strong>ad</strong> escludere<br />
forze politiche m<strong>in</strong>ori, con gravi conseguenze su quei soggetti, che vengono rappresentati con difficoltà. Non stiamo parlando<br />
soltanto delle donne, ma anche dei giovani e degli anziani, che <strong>oggi</strong> si trovano ai marg<strong>in</strong>i della politica.<br />
[…]<br />
il candidato o la candidata devono avere una solida rete di relazioni e sostegno dentro e fuori il partito di appartenenza. Rete, che<br />
spesso le candidate non hanno, o che si rivela molto fragile, al momento della prova dei fatti. L'assenza delle donne <strong>dal</strong>le<br />
organizzazioni partitiche primarie priva la candidata di un app<strong>oggi</strong>o morale e politico durante la campagna elettorale. Purtroppo<br />
soprattutto <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, è ancora forte la conv<strong>in</strong>zione, che la politica sia un affare da uom<strong>in</strong>i, qu<strong>in</strong>di, nel caso di un "testa a testa" tra un<br />
candidato ed una candidata, le possibilità di vittoria di quest'ultima sono decisamente ridotte. E' <strong>in</strong>oltre il caso di ricordare, che una<br />
campagna elettorale di questo tipo impone un forte impegno fuori casa. Impegno, che gli oneri familiari di una donna non sempre<br />
consentono. Naturalmente, il sistema maggioritario di per sé non costituisce un ostacolo alla partecipazione politica <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong>.<br />
Comunque considerando, che <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> le donne costituiscono il 52% dell'elettorato, ma solo il 10,8% dei parlamentari, ci deve<br />
essere qualcosa nella nostra società (sia <strong>dal</strong> punto di vista istituzionale, che <strong>dal</strong> punto di vista culturale), che <strong>in</strong>fluenza<br />
negativamente la partecipazione politica <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong>.<br />
(http://www.itali<strong>ad</strong>onna.it/public/percorsi/10003/10003005.htm)
Riforme<br />
• 1983<br />
• <strong>La</strong> Corte costituzionale stabilisce la parità tra p<strong>ad</strong>ri e m<strong>ad</strong>ri circa i congedi <strong>dal</strong> lavoro per<br />
accudire i figli<br />
• 1984<br />
• Presso la Presidenza del Consiglio dei M<strong>in</strong>istri è costituita la Commissione nazionale per la<br />
realizzazione delle pari opportunità, presieduta da Elena Mar<strong>in</strong>ucci.<br />
• 1986<br />
• <strong>La</strong> commissione nazionale per la parità uomo e donna elabora il «Programma azioni positive»:<br />
aziende e s<strong>in</strong>dacati devono tutelare accesso, carriera e retribuzioni femm<strong>in</strong>ili.<br />
• 1989<br />
• Le donne sono ammesse alla magistratura militare.<br />
• 1991<br />
• Legge 10 aprile 1991, n. 125, «Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel<br />
lavoro».<br />
• <strong>La</strong> legge dovrebbe essere <strong>in</strong> gr<strong>ad</strong>o di <strong>in</strong>tervenire nel rimuovere le discrim<strong>in</strong>azioni e valorizzare la<br />
presenza e il lavoro delle donne nella società. Purtroppo, è ancora poco applicata.<br />
• 1992<br />
• Legge, 25 febbraio 1992, n. 215, «Azioni positive per l'imprenditorialità <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong>».<br />
• <strong>La</strong> legge sull'imprenditoria <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> favorisce la nascita di imprese composte per il 60% da<br />
donne, società di capitali gestiti per almeno 2/3 da donne e imprese <strong>in</strong>dividuali.
• 1993<br />
• Con la legge 25 marzo 1993, n. 81 per la prima volta vengono <strong>in</strong>trodotte le "quote rosa" <strong>in</strong> merito alle<br />
elezioni dei rappresentanti degli enti locali. Per le elezioni nazionali, viene <strong>in</strong>trodotta l'alternativa<br />
obbligatoria di uom<strong>in</strong>i e donne per il recupero proporzionale ai f<strong>in</strong>i della designazione alla Camera dei<br />
deputati. (<strong>in</strong>terventi legislativi poi annullati con la sentenza della Corte Costituzionale n. 422) del 1995.<br />
• 1996<br />
• <strong>La</strong> legge 15 febbraio 1996, n. 66, «Norme contro la violenza sessuale», punisce lo stupro come delitto<br />
contro la persona e non contro la morale come <strong>in</strong> precedenza.<br />
• Il governo nom<strong>in</strong>a un m<strong>in</strong>istro per le pari opportunità, Anna F<strong>in</strong>occhiaro.<br />
• 2000<br />
• Legge 8 marzo 2000, n. 53, «Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla<br />
cura e alla formazione e per il coord<strong>in</strong>amento dei tempi delle città».<br />
• Sia il p<strong>ad</strong>re che la m<strong>ad</strong>re possono chiedere l'aspettativa, da sei a dieci mesi, entro gli otto anni di vita del<br />
bamb<strong>in</strong>o. <strong>La</strong> cura dei figli smette di essere, <strong>dal</strong> punto di vista legislativo, esclusiva prerogativa delle m<strong>ad</strong>ri.<br />
• 2003<br />
• Legge costituzionale 30 maggio 2003, n. l, «Modifica dell'art. 51 della Costituzione».<br />
• L’art. 51 della Costituzione («Tutti i citt<strong>ad</strong><strong>in</strong>i dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici<br />
e alle cariche elettive <strong>in</strong> <strong>condizione</strong> di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti <strong>dal</strong>la legge») viene<br />
modificato, con l'aggiunta: «A tale f<strong>in</strong>e la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari<br />
opportunità tra donne e uom<strong>in</strong>i».<br />
• 2004<br />
• <strong>La</strong> legge sulle elezioni dei membri del Parlamento europeo <strong>in</strong>troduce una norma <strong>in</strong> materia di "pari<br />
opportunità": legge 8 aprile 2004, n. 90, «Norme <strong>in</strong> materia di elezioni dei membri del Parlamento europeo<br />
e altre disposizioni <strong>in</strong>erenti <strong>ad</strong> elezioni da svolgersi nell'anno 2004».<br />
• L’art. 3 prescrive che le liste circoscrizionali, aventi un medesimo contrassegno, debbano essere formate <strong>in</strong><br />
modo che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato <strong>in</strong> misura superiore ai due terzi dei candidati.<br />
• 2009<br />
• <strong>La</strong> legge 23 aprile 2009, n. 1440 <strong>in</strong>troduce il reato di “atti persecutori” (“stalk<strong>in</strong>g”)
<strong>La</strong> legge 15 febbraio 1996, n. 66, «Norme contro la violenza<br />
sessuale», punisce lo stupro come delitto contro la persona e non<br />
contro la morale come <strong>in</strong> precedenza<br />
• Un camm<strong>in</strong>o difficile: 14 proposte di legge e per tutte venne chiesta la<br />
procedura d ’urgenza<br />
• Solo il 15 febbraio 1996 venne approvata la Legge n. 66 “Norme contro la<br />
violenza sessuale”<br />
• I pregiudizi contro cui si scontrava:<br />
• Sentenza del Tribunale di Bolzano del 1982: Qualche <strong>in</strong>iziale atto di forza o di<br />
violenza da parte dell’uomo … non costituisce violenza … dato che la donna,<br />
soprattutto fra la popolazione di bassa estrazione sociale e di scarso livello<br />
culturale, vuole essere conquistata anche con maniere rudi, magari per crearsi<br />
una sorta di alibi al cedimento ai desideri dell’uomo.<br />
• Nel 1993, una sentenza della Corte di Cassazione stabiliva che un marito può<br />
obbligare la moglie <strong>ad</strong> avere rapporti sessuali se lo fa per passione o per<br />
conv<strong>in</strong>cerla a non chiedere la separazione.
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
Il corpo delle donne<br />
Dopo le lotte degli anni Settanta, dopo la liberazione sessuale, si può dire che le donne abbiano raggiunto<br />
l’”autogoverno”?<br />
In realtà, <strong>in</strong> una società altamente massificata, dove tutto è diventato merce, le donne corrono il rischio di passare da<br />
una subord<strong>in</strong>azione a un’altra, da un ruolo sociale votato alla prolificità, dove i valori correlati erano ovviamente fedeltà e<br />
affidabilità, <strong>ad</strong> un ruolo <strong>in</strong> cui il loro corpo è subord<strong>in</strong>ato alle regole economiche.<br />
“<strong>La</strong> bellezza, la sensualità, l’allegria, il calore, l’eccitazione che un corpo <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> spontaneamente produce sono<br />
diventati la merce rara da distillare a chi se lo può permettere, possibilmente a pagamento.<br />
Una donna priva di queste caratteristiche o <strong>in</strong>capace di personificarle […], è dest<strong>in</strong>ata a sentirsi esclusa.[…]<br />
Il sex appeal è diventato una valuta nello scambio sociale, e le persone sono disposte a spendere una grande quantità di<br />
tempo e denaro per accaparrarselo. Essere attraente significa che sei notato, che sei popolare, che la gente parla di te.<br />
Questo spiega anche l’erotizzazione sempre più precoce delle ragazze, e perf<strong>in</strong>o delle bamb<strong>in</strong>e (basta dare un’occhiata al<br />
look e alle aspirazioni <strong>ad</strong>ultomorfe delle bamb<strong>in</strong>e di certe pubblicità rivolte proprio al pubblico <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> m<strong>in</strong>orile), che<br />
non conquistano un piacere sessuale, ma un riconoscimento sociale. Il sesso è solo un mero strumento, attraverso il<br />
quale apparire ed avere successo nel gruppo dei coetanei.[…]<br />
(Luigi D’Elia, Carlotta Longhi, <strong>in</strong> http://www.osservatoriopsicologia.it/2009/11/21/di-chi-e-il-corpo-della-donna/)
Modelli femm<strong>in</strong>ili a confronto<br />
er modificare stili del testo dello schema<br />
do livello<br />
zo livello<br />
Quarto livello<br />
» Qu<strong>in</strong>to livello<br />
Le “vel<strong>in</strong>e “ di Striscia la notizia”<br />
http://www.magaz<strong>in</strong>et.it/<br />
Emma Marcegaglia presidente di<br />
conf<strong>in</strong>dustria<br />
http://biografieonl<strong>in</strong>e.it/<br />
Valent<strong>in</strong>a Vezzali, campionessa sportiva<br />
http://arcobalenodipensieri.forumfree.it/<br />
http://old.area.fi.cnr.it/r&f/n14/palomba.htm<br />
Gelsom<strong>in</strong>a "pupa" De Stasio con lo<br />
spettromicroscopio Mephisto da lei<br />
disegnato e costruito
Nuove forme di mobilitazione<br />
Il comitato promotore<br />
•<br />
26-09-2011 15:37:22 <strong>ad</strong>m<strong>in</strong><br />
•<br />
Siamo un gruppo di donne diverse per età, professione, provenienza, appartenenza politica e religiosa. Raccogliamo appartenenti <strong>ad</strong><br />
associazioni e gruppi femm<strong>in</strong>ili, donne <strong>in</strong>dipendenti del mondo della politica, dei s<strong>in</strong>dacati, dello spettacolo, del giornalismo, della scuola e di<br />
•<br />
tutte le professioni. Se Non Ora Quando è un movimento trasversale, aperto e plurale.<br />
Il 13 febbraio abbiamo lanciato un appello per reagire al modello degr<strong>ad</strong>ante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della<br />
dignità delle donne e delle istituzioni. Oltre un milione di persone, donne e uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong>sieme, si sono riversate nelle piazze di tutta <strong>Italia</strong> e di<br />
•<br />
molti paesi del mondo, convocate al grido “Se non ora, quando?”, a cui hanno risposto: “Adesso!”.<br />
Abbiamo detto e cont<strong>in</strong>uiamo a dire con tutta la nostra voce che l’<strong>Italia</strong> non è un paese per donne. Noi vogliamo che lo sia.<br />
•<br />
•<br />
Questi sono i nostri nomi:<br />
•<br />
[seguono le firme]<br />
•<br />
Se non ora, quando?<br />
•<br />
In <strong>Italia</strong> la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica<br />
per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.<br />
•<br />
Tante sono impegnate nella vita pubblica, <strong>in</strong> tutti i partiti, nei s<strong>in</strong>dacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di<br />
rendere più civile, più ricca e accogliente la società <strong>in</strong> cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong><br />
•<br />
ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’Unità d’<strong>Italia</strong> – hanno costruito la nazione<br />
democratica.<br />
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata <strong>dal</strong>la ripetuta, <strong>in</strong>decente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di<br />
scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.<br />
•<br />
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete sc<strong>in</strong>tillanti e facili gu<strong>ad</strong>agni offrendo bellezza e <strong>in</strong>telligenza al potente<br />
di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.<br />
•<br />
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ando la convivenza sociale e l’immag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> cui dovrebbe rispecchiarsi la<br />
coscienza civile, etica e religiosa della nazione.<br />
•<br />
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.<br />
•<br />
Il modello di relazione tra donne e uom<strong>in</strong>i, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, <strong>in</strong>cide profondamente negli stili di vita e nella<br />
cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.<br />
•<br />
Chi vuole cont<strong>in</strong>uare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante<br />
responsabilità, anche di fronte alla comunità <strong>in</strong>ternazionale.<br />
•<br />
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna dist<strong>in</strong>zione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uom<strong>in</strong>i: se non ora,<br />
quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.<br />
•<br />
(http://www.senonoraquando.eu)<br />
•
Le donne immigrate: vittime di una doppia discrim<strong>in</strong>azione<br />
• Durante la migrazione si modificano e si ridef<strong>in</strong>iscono, a volte<br />
dolorosamente, i ruoli familiari.<br />
• L'autorità dell'uomo, marito e p<strong>ad</strong>re, subisce spesso un processo di<br />
cambiamento che porta talvolta al tentativo di rimediare alla perdita di<br />
potere con un aumento di autoritarismo.<br />
• <strong>La</strong> donna di fronte alle contr<strong>ad</strong>dizioni culturali tra il vecchio ed il nuovo, è<br />
spesso costretta a vivere <strong>in</strong> maniera dicotomica, senza alcuna possibilità di<br />
operare un'<strong>in</strong>tegrazione tra cultura d'orig<strong>in</strong>e e cultura del paese<br />
d'accoglienza, e si trova a vivere diversamente il dentro ed il fuori.<br />
• Questa strategia d'<strong>ad</strong>attamento è presente e soprattutto nelle seconde<br />
generazioni. I figli e figlie fuori <strong>dal</strong>l'uscio di casa, si spogliano gr<strong>ad</strong>ualmente<br />
delle 'vesti' tr<strong>ad</strong>izionali per rivestirsi con quelle del paese d'accoglienza e<br />
viceversa. Con il rischio di mettere <strong>in</strong> crisi il processo di differenziazione,<br />
soprattutto per gli <strong>ad</strong>olescenti.
• BRESCIA<br />
Jamila, la pachistana troppo bella<br />
•<br />
torna a scuola dopo la segregazione<br />
•<br />
•<br />
•<br />
<strong>La</strong> famiglia la teneva <strong>in</strong> casa per paura che la sua avvenenza provocasse attenzioni<br />
esagerate da parte dei ragazzi. il professore: "Temevo che facesse la f<strong>in</strong>e di H<strong>in</strong>a"<br />
di SANDRO DE RICCARDIS (17 aprile 2011)<br />
Tornerà a scuola domani. Tornerà tra i compagni che aiutava <strong>in</strong> matematica e <strong>in</strong>glese, e che da giorni chiedevano il motivo della sua assenza. E la<br />
sua bellezza "arcana, magnetica, <strong>in</strong>descrivibile", che sembra uscita <strong>dal</strong>le pag<strong>in</strong>e delle Mille e una notte, non diventerà una condanna alla<br />
segregazione, come vorrebbero i parenti. Jamila, come la ragazza pakistana di 19 anni è stata chiamata dopo la denuncia dell'<strong>in</strong>segnante di lettere<br />
del Professionale di Brescia, era assente da scuola da una settimana. "Temo di fare la f<strong>in</strong>e di H<strong>in</strong>a", aveva detto alla docente, ricordando il caso<br />
della ragazza pakistana uccisa <strong>dal</strong> p<strong>ad</strong>re c<strong>in</strong>que anni fa. Confessando che i suoi tre fratelli - il p<strong>ad</strong>re è morto anni fa <strong>in</strong> un <strong>in</strong>cidente sul lavoro - la<br />
costr<strong>in</strong>gevano a stare a casa per paura che la sua bellezza potesse provocare attenzioni esagerate da parte di altri ragazzi. Mentre lei, dicevano i<br />
fratelli, doveva sposarsi con un connazionale.<br />
Un caso esploso dopo la lettera dell'<strong>in</strong>segnante a BresciaOggi. "Ha <strong>in</strong>terrotto la frequenza a causa del volere dei familiari, ai quali sarebbe venuto<br />
all'orecchio di sguardi, <strong>in</strong>namoramenti, dediche d'affetto <strong>in</strong>concepibili per l'onore dei parenti, i quali l'avrebbero promessa <strong>in</strong> sposa a un <strong>in</strong>dividuo<br />
mai visto nella sua lontana terra natia". Poi la mediazione della questura e del console del Pakistan, Syed Muhamm<strong>ad</strong> Farook, che hanno<br />
<strong>in</strong>contrato i familiari. "L'amore è un diritto - ha spiegato il console ai connazionali - l'Islam e il Corano proteggono i diritti umani, prevedono la<br />
libertà di scelta per il futuro".<br />
<strong>La</strong> ragazza ora potrà tornare a scuola. E avrà il diritto di scegliere l'uomo a cui legarsi. "Fondamentale - ha detto il console - capire che non siamo <strong>in</strong><br />
presenza di forme di <strong>in</strong>tegralismo religioso", ma semplicemente di "differenze culturali, a cui viene dato un risalto eccessivo. Bisogna operare con<br />
la mediazione culturale". Il capo della squ<strong>ad</strong>ra mobile di Brescia, Riccardo Tumm<strong>in</strong>ia, ha spiegato che non sono emerse responsabilità penali per i<br />
familiari. "<strong>La</strong> ragazza non era chiusa a chiave, anche se non era libera di uscire, frequentare la scuola e <strong>in</strong>contrare gli amici perché così le era stato<br />
ord<strong>in</strong>ato di fare dai fratelli".<br />
Nella famiglia, dopo la scomparsa del p<strong>ad</strong>re, erano loro <strong>ad</strong> aver assunto un ruolo sempre più rilevante, con la m<strong>ad</strong>re relegata ai marg<strong>in</strong>i delle<br />
decisioni, che non conosce nemmeno la l<strong>in</strong>gua italiana. <strong>La</strong> questura ha confermato che la "preoccupazione dei fratelli era causata <strong>dal</strong>la bellezza<br />
della sorella e <strong>dal</strong> fastidio che dava loro l'attenzione dei ragazzi verso di lei". Per la Cgil si tratta di un caso di "arretratezza culturale, isolamento<br />
sociale, problemi economici". Ora anche il governo si occuperà della vicenda, con il sottosegretario per l'attuazione del programma del Governo<br />
Daniela Santanché. "Vigileremo per evitare che si possano ripetere altri casi H<strong>in</strong>a - ha detto il sottosegretario - il console pakistano è stato molto<br />
bravo a mediare tra la famiglia e i bisogni di una ragazza che vive <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> e ha il diritto di scegliere autonomamente il proprio futuro".<br />
• http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/17/news/jamila_la_pachistana_troppo_bella_torna_a_scuola_dopo_la_segregazione-15045624/