02.06.2013 Views

09 Fiamminghi - Fabiosartorelli.Net

09 Fiamminghi - Fabiosartorelli.Net

09 Fiamminghi - Fabiosartorelli.Net

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

A partire dal XV secolo il panorama musicale europeo è<br />

caratterizzato dalla massiccia presenza, specie in Italia, di<br />

compositori fiamminghi.<br />

Questi compositori sono a tutti gli effetti dei professionisti, pronti<br />

a viaggiare pur di ottenere incarichi d’alto prestigio e alta<br />

remunerazione.<br />

Essi provenivano da una vasta zona geografica comprendente<br />

l'attuale Belgio, Lussemburgo, Olanda, Nord della Francia, il cui<br />

assetto economico si era notevolmente stabilizzato grazie ad<br />

un'attenta politica mercantile e a lunghi periodi di pace.<br />

08/05/2011<br />

1


Il salario dei compositori Borgognoni (detti anche Olandesi,<br />

fiamminghi o franco-fiamminghi) era notevolmente più alto<br />

che in tutte le altre corti europee, sicché era redditizio<br />

dedicarsi alla carriera musicale.<br />

I migliori, poi, venivano reclutati sia dai potenti nobili della<br />

Borgogna che dalle potenti corti italiane, particolarmente dagli<br />

Este a Ferrara, dagli Sforza e dai Visconti a Milano, dai Medici a<br />

Firenze, dai Malatesta di Rimini. Questi nobili, potenti e<br />

illuminati, per ottenere il servigio di questi compositori del<br />

Nord sovente ricorrevano alla intermediazione diplomatica e,<br />

grazie a generose offerte in denaro, spesso riuscivano a<br />

sottrarli alle grandi basiliche – come quella di Notre Dame a<br />

Parigi – ove erano impiegati e sottopagati.<br />

08/05/2011<br />

2


Polifonia fiamminga<br />

A) INDISCUSSA ABILITÀ TECNICO-<br />

COMPOSITIVA<br />

Ritratto dei coniugi Arnolfini<br />

Jan Van Eyck<br />

08/05/2011<br />

3


Abilità compositiva<br />

Canoni – Contrappunti<br />

a) canone classico (dux-comes)<br />

b) canone mensurale (le voci eseguono la stessa melodia ma a<br />

velocità differenti) (Audio Kyrie Brumel)<br />

c) canone enigmatico (vedi seguito)<br />

08/05/2011<br />

4


Canone mensurale – Ockeghem Missa Prolationum (Sanctus)<br />

Motti o Enigmi canone enigmatico Loro spiegazione<br />

Clama ne cesses<br />

Ocia dant vicia<br />

Fuge morulas<br />

e altri.<br />

Nescit vox missa reverti<br />

Semper contrarius esto<br />

Cancrizat, vel more haebreorum<br />

Retrograditur<br />

Principium et finis<br />

e altri.<br />

Omne trinum perfectum<br />

Trinitas et unitas<br />

Trinitate in unitate veneremur<br />

e altri.<br />

Crescit ( o descrescit ) in Duplo<br />

( in Triplo ecc. )<br />

Nigra sum sed formosa<br />

Caecus non iudicat de colore<br />

"Il conseguente, cioè la parte che risponde,<br />

tralascia le pause dell'antecedente e segue a<br />

cantare le sole note"<br />

"Dal conseguente dobbiamo cavare altre due<br />

parti: l'una che comincia dalla prima nota<br />

dell'antecedente e procede ordinatamente<br />

fino alla fine; l'altra comincia dall'ultima nota<br />

dell'antecedente e prosegue indietro fino<br />

alla prima nota".<br />

"Dal conseguente si ricavino due<br />

conseguenti, affinché si formi il canone a tre<br />

voci, il quale per lo più suol essere<br />

all'unisono o all'ottava."<br />

"Il conseguente deve raddoppiare o<br />

triplicare ecc., il valore delle figure, o<br />

diminuirlo la metà, o due terzi ecc..."<br />

"Il conseguente deve cantare le note nere<br />

come se fossero bianche."<br />

08/05/2011<br />

5


Ockeghem Deo gratias a 36 voci<br />

Audio<br />

I compositori fiamminghi viaggiarono molto<br />

insediandosi nelle principali corti di:<br />

Italia<br />

Spagna<br />

Francia<br />

Germania<br />

08/05/2011<br />

6


La polifonia fiamminga<br />

C) INTERNAZIONALITÀ DELLO STILE<br />

Internazionalità dello stile:<br />

a) Elementi inglesi (impiego del falso bordone,<br />

ovvero successioni di accordi al primo rivolto)<br />

b) Elementi francesi (adozione delle forme fisse:<br />

Ballade, Rondò, Virelai)<br />

c) Elementi italiani (propensione, nelle forme di<br />

ascendenza popolaresca, come le frottole o i<br />

canti carnascialeschi, a uno stile semplice di<br />

tipo accordale, tendenzialmente omoritmico)<br />

08/05/2011<br />

7


I compositori fiamminghi seppero inoltre imporsi con uno stile<br />

personale che nel corso del Cinquecento costituì la base delle<br />

regole per la composizione polifonica.<br />

In particolare:<br />

1) Divieto di creare quinte e ottave parallele, per evitare il<br />

sapore arcaico che ne derivava;<br />

2) L'obbligo che la sovrapposizione di voci formasse sempre<br />

triadi consonanti, ammettendo dissonanze solo sotto forma di<br />

note di passaggio nei tempi deboli e sotto forma di ritardo sul<br />

tempo forte.<br />

La frottola: un esempio di stile italiano<br />

El grillo è bon cantore, Josquin Des Prés (c.1450-1521)<br />

El grillo è buon cantore<br />

Che tiene longo verso.<br />

Dalle, beve, grillo, canta.<br />

Ma non fa come gli altri uccelli:<br />

Come li han cantato un poco<br />

Van de fatto in altro loco,<br />

Sempre el grillo sta pur saldo.<br />

Quando la maggior è’l caldo<br />

Allor canta sol per amore.<br />

El grillo spartito<br />

Audio<br />

08/05/2011<br />

8


Un canto carnascialesco<br />

Scaramella va alla guerra (Josquin)<br />

Scaramella va alla guerra<br />

colla lancia et la rotella,<br />

la zombero boro borombetta, la boro borombo.<br />

Scaramella fa la gala<br />

cholla scharpa et la stivala,<br />

la zombero boro borombetta, la zombero boro borombo"<br />

Scaramella<br />

Audio<br />

Polifonia fiamminga<br />

D) I BENEFICI ECCLESIASTICI<br />

08/05/2011<br />

9


Godimento dei benefici ecclesiastici<br />

L'assunzione dei compositori fiamminghi nelle corti fu inoltre favorita dalle<br />

concessioni dei benefici ecclesiastici.<br />

A partire dal XV secolo i papi passarono a prelati e principi il diritto di disporre di<br />

tali benefici per il mantenimento degli artisti e dei musicisti meritevoli. In pratica<br />

per tutta la sua vita, l'artista godeva di una somma di denaro ottenuta dalla rendita<br />

annuale di una proprietà che gli era concessa in beneficio. Si tratta di una forma di<br />

usufrutto particolarmente vantaggiosa sia per l'artista che per il signore, grazia alla<br />

quale lo sviluppo artistico nelle corti subì una vera e propria impennata. Valga per<br />

tutti l'esempio della cappella musicale di Filippo l'Ardito di Borgogna che poté con<br />

questo sistema mantenere 28 musicisti grazie all'autorizzazione di Clemente VII di<br />

concedere fino a 120 benefici.<br />

Gli effetti dei benefici ecclesiastici – vita di Guillaume Dufay (1400-1474 ca)<br />

E' il primo compositore di cui restino notizie in quantità e qualità tali da fornire<br />

informazioni sufficientemente complete e dettagliate sulla vita e attività. Nell'agosto del<br />

14<strong>09</strong> Dufay è presente, come fanciullo cantore, presso la cattedrale di Cambrai;<br />

probabilmente era nato in una delle diocesi chiamate Fay o Fayt. Chierico della cattedrale<br />

nel 1413-14 seguì forse il vescovo di Cambrai al Concilio di Costanza (1414-18). Qui poté<br />

avere l'occasione di incontrare Carlo Malatesta, signore di Rimini. Fu al servizio dei<br />

Malatesta tra il 1420 e il 1426. A partire dal 1427-28 divenne sacerdote a Bologna, dove si<br />

trasferì e dove iniziò gli studi di diritto canonico presso l'Università e dove rimase al<br />

servizio del cardinale Aleman. Quando nell'agosto del 1428 questi si trasferì a Roma,<br />

probabilmente Dufay lo seguì poiché è registrato fra i musicisti al servizio del papa,<br />

Martino V. Alla sua morte gli successe Eugenio IV sotto al cui pontificato Dufay compose la<br />

maggior parte della sua musica celebrativa. Allontanatosi nel febbraio del 1434 per recarsi<br />

presso i duchi di Savoia, Dufay ritorna nel giugno del 1435 presso il papa che si trovava<br />

allora a Firenze. Da Firenze Dufay si spostò a Ferrara verso il 1437 per raggiungere la corte<br />

di Nicolò III d'Este. Ma nel maggio del 1437 lascia definitivamente la cappella papale e<br />

ritorna al servizio dei Savoia. Nell'autunno del 1439 Dufay ritornò in patria a Cambrai e il<br />

motivo di questo ritorno è forse rintracciabile negli avvenimenti politici del tempo. Il<br />

Concilio di Basilea, infatti, dichiarò decaduto Eugenio IV e al suo posto nominò un altro<br />

papa. Se Dufay fosse rimasto presso i Savoia, avrebbe probabilmente perso i benefici<br />

ecclesiatici che aveva a Cambrai, dato che il duca di Savoia era favorevole a Eugenio IV.<br />

08/05/2011<br />

10


polifonia fiamminga<br />

E) ASSENZA DI UNA VERA E<br />

PROPRIA CONCORRENZA IN ITALIA<br />

08/05/2011<br />

11


In Italia: assenza di una vera e propria concorrenza locale<br />

In Italia la presenza di compositori del Nord fu inoltre favorita dalla<br />

pressoché totale mancanza di compositori locali di musica<br />

polifonica. Al di fuori delle corti, dove l'attività dei fiamminghi si<br />

esplicava essenzialmente nella composizione di mottetti celebrativi<br />

o per l'Ufficio liturgico e messe polifoniche, la complessa<br />

architettura polifonica dei fiamminghi era considerata espressione<br />

artificiale e innaturale. A questa era invece preferita una musica<br />

vocale più semplice anche a voce sola con accompagnamento<br />

liutistico, spesso improvvisata e dall'andamento rapsodico. A tale<br />

espressione musicale purtroppo non scritta, teorici come Marsilio<br />

Ficino accordarono la loro preferenza. Il più rilevante poeta-cantore<br />

italiano del Quattrocento fu l'umanista patrizio Leonardo Giustinian<br />

(1388-1446) che affidò ad un'esecuzione improvvisata i propri<br />

componimenti in lingua volgare.<br />

polifonia fiamminga<br />

LE GENERAZIONI<br />

08/05/2011<br />

12


Le generazioni<br />

I generazione (1420-1450): fu dominata da Dufay e da Gilles Binchois;<br />

II generazione (1450-1485): Johannes Ockeghem;<br />

III generazione (1480-1520): Josquin Des Prez - Jacob Obrecht – Heinrich Isaac –<br />

Pierre de La Rue<br />

IV generazione (1520-1560): Adrian Willaert e Jacob Clemens non Papa;<br />

V generazione (1560-1600): Orlando di Lasso (Orlande de Lassus)<br />

VI generazione (fine ‘500 inizio ‘600): Sweelinck<br />

La polifonia fiamminga<br />

I GENERI<br />

Ars musicae<br />

Affetti /<br />

rapporto<br />

col testo<br />

08/05/2011<br />

13


Sacri<br />

a) inno polifonico<br />

b) Messa<br />

c) Mottetto<br />

Profani (forme fisse)<br />

a) Ballade<br />

b) Rondeau<br />

c) Virelai<br />

Inno polifonico<br />

chansons<br />

E' un genere inaugurato da Dufay. Tutti i suoi 27 inni sono a<br />

3 voci e contengono una parafrasi melodica del tema<br />

gregoriano nel superius accompagnato da un contrappunto<br />

relativamente semplice nelle altre voci. L'esecuzione<br />

avveniva alternando monodia (per le strofe dispari) a<br />

polifonia (per le strofe pari). E' probabile che gli strumenti<br />

musicali raddoppiassero le voci.<br />

Conditor alme siderunt<br />

08/05/2011<br />

14


Messa<br />

A partire dagli inizi del XV secolo si afferma la Messa su<br />

cantus firmus.<br />

Il cantus firmus altro non era che un canto sacro o anche<br />

profano utilizzato solitamente a valori larghi e che serviva da<br />

base per l'edificio polifonico (come procedimento ricorda gli<br />

antichi organa e i mottetti francesi).<br />

Sopra il cantus firmus, le restanti voci (in genere le messe<br />

fiamminghe ne comprendono 4, ma si dà il caso di messe a 5<br />

e anche a più voci) si muovevano secondo i più rigidi artifici<br />

contrappuntistici. Il gusto dell’epoca spinge infatti i<br />

compositori a ricavare la massima varietà possibile partendo<br />

da una radice tematica molto piccola.<br />

Inoltre, gli artifici contrappuntistici garantivano quella unità<br />

stilistica fra le voci che era molto ricercata all’epoca.<br />

cantus firmus<br />

08/05/2011<br />

15


Il desiderio di unità, che non si esauriva nelle singole voci ma si estendeva a tutte e<br />

cinque le parti della messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus-Agnus Dei),<br />

spinse i compositori a ricercare nuove tecniche unificanti. A partire dagli inizi del XV<br />

secolo, specie nelle messe dei polifonisti inglesi e franco-fiamminghi come L.Power e<br />

J.Ciconia, cominciò a delinearsi la tendenza all'unità tematica delle varie parti. Questa<br />

tendenza culminò con Dufay e la scuola fiamminga nella messa ciclica che utilizza in<br />

tutte le sezioni un unico cantus firmus tratto dal repertorio gregoriano o profano.<br />

motto<br />

08/05/2011<br />

16


L’uso del cantus firmus profano: le ragioni di una scelta.<br />

Per quale motivo vennero usati, come base di molte messe, dei motivi tratti dal<br />

repertorio profano e non solo sacro? (fra i più utilizzati: l’homme armè e Se la face<br />

ay pale).<br />

1. perché nel Quattrocento l’ambito profano e quello sacro non sono così separati<br />

come lo diverranno dopo il Concilio di Trento;<br />

2. perché a differenza del canto sacro, quello profano è dotato di ritmo e la sua<br />

presenza costituisce una sfida ulteriore per il compositore, il quale oltre a dover<br />

fare i conti con una melodia preesistente, deve misurarsi anche con esso;<br />

3. perché a volte è possibile piegare il significato originario del canto profano ai<br />

valori sacri: per esempio l’uomo armato de l’homme armè è il cristiano che nella<br />

fede trova la sua arma contro il male…<br />

4. per il particolare profilo melodico dei canti profani che non esclude il movimento<br />

proprio della cadenza perfetta.<br />

G.Dufay, Kyrie Missa l’homme armé Audio<br />

08/05/2011<br />

17


Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus – Benedictus – Agnus Dei<br />

G.Dufay, Agnus Dei Missa l’homme armé<br />

Audio musica<br />

Missa l’Homme armé di G.Dufay<br />

Melodia l’Homme armé al tenor<br />

08/05/2011<br />

18


Il Mottetto nel 1400<br />

Durante lo svolgersi del XV secolo si assistette ad una radicale evoluzione del mottetto:<br />

l'isoritmia, dopo essersi ampliata fino a coinvolgere tutte le voci (mottetto pan-isoritmico)<br />

scomparve gradualmente, lasciando spazio ad un tessuto polifonico sempre più<br />

contrappuntistico-imitativo. Il cantus firmus è ancora affidato al tenor ma con maggior<br />

libertà e varietà ritmica (valori di lunga durata; generalmente una nota per misura). Vi è<br />

peraltro la tendenza a equiparare il tenor alle altre voci abbandonando il cantus firmus e<br />

applicando sempre più frequentemente la tecnica dell'imitazione sistematica.<br />

Viene progressivamente abbandonata la politestualità.<br />

Contemporaneamente, la destinazione del mottetto fu rivolta principalmente alla<br />

celebrazione di particolari circostanze politiche o religiose (mottetto celebrativo). Con gli<br />

autori dell'epoca fiamminga, il mottetto ritornò ad essere quasi esclusivamente una<br />

composizione sacra, in cui l'assetto melodico, ritmico e testuale di tutte le voci era<br />

completamente parificato.<br />

Fra i mottetti celebrativi, il più famoso del XV secolo è Nuper rosarum flores di Dufay, scritto<br />

per l’inaugurazione della cupola di Brunelleschi il 25 marzo 1436. Visto il suo assetto<br />

matematico, è un brano emblematico della tendenza – ancora viva nel Quattrocento – di<br />

considerare la musica un’Ars ossia una scienza rigorosa, una disciplina appartenente a tutti<br />

gli effetti al quadrivium.<br />

Le chansons - Le Ballate<br />

Forse di primo acchito desta qualche sorpresa che taluni compositori del<br />

Quattrocento, pur ricoprendo cariche ecclesiastiche, scrivessero canzoni d'amore in<br />

francese. Il fenomeno si spiega in parte pensando che questo era uno degli obblighi<br />

del compositore quando entrava al servizio del re o di un principe. Inoltre le<br />

distinzioni fra interessi religiosi e profani non era così netta come oggi. Quasi tutte le<br />

chansons fiamminghe sono a tre voci. Quelle di Dufay, che ammontano a circa una<br />

settantina, seguono per lo più la forma del rondeau. A volte, invece, si modellano<br />

sullo schema della ballata e del virelai.<br />

Quasi tutte le chansons di Dufay presentano le due parti superiori in imitazione fra<br />

loro e una diversa melodia per ogni strofa del verso letterario. Il rapporto fra le parole<br />

del testo e la melodia è più ricercato che altrove.<br />

Ad esempio, nella ballata Resveilles vous et faites chiere lye,scritta in occasione del<br />

matrimonio di Carlo Malatesta e Vittoria Colonna nel 1423.l'acclamazione "noble<br />

Charles" rivolta allo sposo è musicata con blocchi di accordi con corone, mentre il<br />

cognome Malatesta dà vita ad una rapida sezione di terzine. Due maniere diverse per<br />

enfatizzare parole ritenute importanti nel testo:<br />

08/05/2011<br />

19


Dufay, ballata Resveilles vous et faites chiere lye<br />

Dufay, ballata Resveilles vous et faites chiere lye<br />

08/05/2011<br />

20


polifonia fiamminga<br />

CAMBIAMENTI STILISTICI: IL<br />

CINQUECENTO<br />

Il rapporto musica–poesia<br />

Fino al XV secolo, nella musica vocale non si era avvertita l'esigenza di instaurare un<br />

rapporto espressivo con il testo intonato: la musica era generalmente soggetta a<br />

leggi proprie, indifferenti al significato della singola parola. Ma con i compositori<br />

fiamminghi si fece lentamente strada l'idea che l'evento sonoro potesse rendere in<br />

qualche modo ciò che era contenuto nelle parole: immagini motorie, ad esempio, o<br />

atmosfere espressive particolari.<br />

Facciamo due esempi tratti da composizioni di Josquin Desprez: nel mottetto<br />

Domine, ne in furore tuo, l'avverbio velociter (velocemente) viene reso con un<br />

movimento di note velocissime; nella chanson-mottetto Nymphes des bois /<br />

Requiem - composizione funebre in memoria di Ockeghem - soprattutto nel<br />

momento in cui le parole invitano al pianto gli allievi del grande fiammingo, la<br />

musica impiega un vocabolario tecnico che diventerà tipico per raffigurare<br />

sentimenti patetici: tessuto musicale imperniato sulle terze minori, progressioni<br />

discendenti, ecc..<br />

Intorno agli inizi del Cinquecento queste esigenze troveranno uno slancio decisivo in<br />

tutti i settori musicali, da quelli sacri a quelli profani e si tradurranno in un uso<br />

meno estremo del contrappunto, in formule cioè “semplificate” rispetto al passato<br />

ma proprio per questo rispettose della “parola”.<br />

08/05/2011<br />

21


Nymphes des bois, déesses des fontaines<br />

1.Nymphes des bois, déesses des fontaines,<br />

Chantres expers de toutes nations,<br />

Changez voz voix fort clères et haultaines<br />

En cris tranchantz et lamentations,<br />

Car d’Atropos les molestations<br />

Vostre Ockeghem par sa rigueur attrape [sic!]<br />

Le vray trésoir de musicque et chief d’oeuvre<br />

Qui de trépas désormais plus n’eschappe,<br />

Dont grant doumaige est que la terre coeuvre.<br />

2.Acoutrez vous d’abitz de deuil:<br />

Josquin, Brumel, Pirchon, Compère,<br />

Et pleurez grosses larmes de oeil:<br />

Perdu avez vostre bon père.<br />

Requiescat in pace. Amen.<br />

Ninfe dei boschi, dee delle fonti (1497)<br />

1.Ninfe dei boschi, dee delle fonti,<br />

Valorosi cantori d’ogni nazione,<br />

Cambiate le voci alte e chiare<br />

In grida laceranti e lamentele,<br />

Poi che le molestie d’Atropo<br />

Intrappolano con rigore il vostro Ockeghem,<br />

Vero tesoro di musica e maestro d’arte.<br />

Egli non sfugge ormai più al trapasso,<br />

Ed è gran danno che la terra lo ricopra.<br />

2.Acconciatevi con vesti di lutto,<br />

Josquin, Brumel, Pirchon, Compère,<br />

E versate copiose lacrime dagli occhi:<br />

Avete perso il vostro buon padre.<br />

Requiescat in pace. Amen.<br />

Tenor: Introito messa da Requiem (Requiem aeternam) – Tutta la composizione è scritta con<br />

note nere – 1. è nello stile di Ockeghem – 2. nello stile più semplice del tempo di Desprez<br />

spartito – audio<br />

Josquin , Mille regretz<br />

Mille volte rimpiango<br />

di abbandonarvi e allontanarmi<br />

dal vostro volto amoroso.<br />

Ho un dolore tanto grande<br />

e una così atroce pena,<br />

che mi si vedrà presto<br />

terminare i miei giorni.<br />

partitura<br />

audio<br />

08/05/2011<br />

22


RE UT RE UT RE FA MI RE<br />

Desprez, Messa – Hercules dux Ferrariae<br />

Audio<br />

Il Mottetto Cinquecentesco<br />

Il rinnovato interesse nei riguardi del rapporto musica/poesia<br />

determinò una sostanziale attenzione nei riguardi del mottetto,<br />

che a differenza della Messa era libero da vincoli testuali.<br />

Nel Cinquecento si compongono mottetti su testi assai diversi:<br />

soprattutto su testi devozionali dell'epoca, ma anche su brani<br />

biblici, o su testi del Proprium; talvolta addirittura su testi<br />

profani in latino (come odi di Orazio o brani dall'Eneide). Messa<br />

e mottetto condividono l'uso del cantus firmus, liturgico o<br />

d'invenzione, tecnica che, tuttavia, nel corso del XVI secolo<br />

tende a perdere terreno a vantaggio dell'unificazione del<br />

materiale tematico e dell'equiparazione di tutte le voci, tenor<br />

compreso, nel gioco polifonico-imitativo (imitazione<br />

sistematica).<br />

08/05/2011<br />

23


Un mottetto in quest'epoca è sostanzialmente costituito da<br />

una serie di segmenti corrispondenti ciascuno a una frase<br />

del testo.<br />

Ogni segmento è caratterizzato da uno o più motivi<br />

melodici su cui è intonato il testo relativo, che vengono<br />

presentati in imitazione da tutte le voci (di solito quattro o<br />

cinque) oppure omoritmicamente (si vedano anche le slide<br />

relative alla musica sacra del Cinquecento).<br />

Un mottetto<br />

di Palestrina<br />

08/05/2011<br />

24


Un esempio: il Mottetto Cum essem parvulus di Orlando di Lasso<br />

Oltre al principio dell’imitazione sistematica, nei mottetti di Orlando di Lasso si<br />

nota come la forma globale che i particolari siano generati da un approccio<br />

drammatico e descrittivo al testo. Ciò è chiaramente evidente in un lavoro come<br />

Cum essem parvulus (Quand'ero bambino) composto nel 1579 sulla prima lettera<br />

di san Paolo ai Corinti (XIII, 11). La tessitura, la tecnica contrappuntistica, la<br />

forma, come pure il soggetto melodico e la figurazione — ogni cosa viene<br />

completamente sottomessa all’interpretazione del testo.<br />

Quand'ero bambino,<br />

parlavo da bambino,<br />

pensavo da bambino,<br />

ragionavo da bambino.<br />

Ma, divenuto uomo,<br />

ciò che era da bambino l'ho abbandonato.<br />

Ora vediamo come in uno specchio,<br />

in maniera confusa; ma allora<br />

faccia a faccia.<br />

Il ricordo di san Paolo, "Cum essem parvulus", è affidato al cantus e all’altus per<br />

rendere la voce di un bambino, i cui movimenti elementari sono simboleggiati dalle<br />

lievi volate di ottavi.<br />

Quando le quattro voci più basse del coro cantano "Loquebar", la nostra attenzione si<br />

sposta dal bambino a colui che parla, Paolo. Il parallelismo retorico dei successivi<br />

frammenti del testo – "sapiebem ut parvulus, cogitabam ut parvulus" (capivo come un<br />

bambino, ragionavo come un bambino) — porta il compositore a costruzioni parallele<br />

analoghe nella musica. Il coro di sei voci al completo viene riservato invece per "factus<br />

sum vir" (divenni uomo).<br />

Il contrasto più drammatico è fra le frasi del testo "videmus nunc per speculum in<br />

aenigmate" (oggi vediamo come in uno specchio, in modo confuso) e "tunc autem<br />

facie ad faciem" (allora invece faccia a faccia). Il "videmus" viene rappresentato da tre<br />

brevi sezioni imitative di una struttura piuttosto sconcertante e prolissa, mentre il<br />

"facie ad faciem" è ripetuto due volte con gli accordi allo stato fondamentale nota<br />

contro nota in stile declamatorio, la prima volta in tempo binario, la seconda più<br />

velocemente in tempo ternario. Lasso non solo ha introdotto personae drammatiche<br />

nella sua musica, ma ha accostato le linee dell'epistola a singole immagini.<br />

Audio<br />

08/05/2011<br />

25


08/05/2011<br />

26


08/05/2011<br />

27


08/05/2011<br />

28


sezione contrappuntisticamente complessa<br />

08/05/2011<br />

29


08/05/2011<br />

30


La didattica della composizione nel Rinascimento e la messa parodia<br />

Una parte considerevole della produzione musicale cinquecentesca si fonda sull'uso<br />

di modelli preesistenti. Questi potevano essere utilizzati nei modi più vari: si va dalla<br />

semplice trascrizione per strumenti del modello vocale, come nelle intavolature, alla<br />

citazione esplicita di una sezione del modello in una nuova composizione, alla<br />

semplice sostituzione del testo (sistema assai usato nei cosiddetti contrafacta).<br />

Quanto alla messa, a quelle su cantus firmus e alle messe parafrasi si affianca nello<br />

scorcio del Quattrocento la messa parodia. La tecnica che ne è a base consiste nel<br />

comporre le sezioni di una messa usando una composizione polifonica come<br />

modello. Si trattava di tessere la trama polifonica delle cinque sezioni<br />

dell'Ordinarium sulla falsariga di un mottetto, di una chanson o di un madrigale<br />

preesistente. Sappiamo dai trattati dell'epoca che la trascrizione e l'adattamento di<br />

composizioni polifoniche dei maestri allo scopo di inserirle all'interno di nuovi pezzi<br />

era parte integrante del tirocinio dei giovani compositori. Pochi teorici, tuttavia,<br />

fanno riferimento alla tecnica compositiva della parodia o imitazione, che implicava<br />

l'assunzione non di alcuni frammenti, ma di un'intera composizione preesistente<br />

come modello da elaborare. Eppure questa tecnica, a partire dalla generazione dei<br />

più giovani contemporanei di Josquin fino all'epoca di Monteverdi, fu una delle più<br />

diffuse.<br />

Esempio:<br />

1. Missa Mille regretz (Agnus Dei) di Cristobal de Morales<br />

Audio fonte Audio Messa<br />

2. Missa Entre vous filles di Orlando di Lasso Clemens non Papa<br />

Entre vous filles des quinze ans<br />

ne venes plus a la fontaine.<br />

Car trop aves les yeulx frians,<br />

tetin poignant, bouche riant,<br />

connin mouflant,<br />

le cueur plus gay qu'une mistaine.<br />

Entre vous filles de quinze ans<br />

ne venes plus a lafontaine.<br />

Audio fonte Audio Messa<br />

Tra di voi ragazze di quindici anni<br />

non venite più alla fontana<br />

perché avete gli occhi ricolmi di desiderio<br />

seno turgido, bocca ridente<br />

fianchi morbidi<br />

il cuore più felice…<br />

08/05/2011<br />

31


Altri tipi di Messe<br />

Oltre alle messe su cantus firmus, alle messe-motto (con frase melodica<br />

ricorrente – motto– alla voce superiore e alle messe cicliche), nate nel<br />

Quattrocento, si sviluppano nel corso del Cinquecento anche la messa parafrasi<br />

caratterizzata dal fatto di avere il cantus firmus liberamente distribuito fra tutte<br />

le voci.<br />

08/05/2011<br />

32

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!