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Copia di De Pirro.vp - Conservatorio di Musica “Francesco Venezze”

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Prefazione<br />

<strong>di</strong> Mario Messinis<br />

Come si concilia il linguaggio ra<strong>di</strong>cale con la accessibilità comunicativa? Nelle<br />

composizioni teatrali e concertistiche- ce lo <strong>di</strong>ce lo stesso Carlo <strong>De</strong> <strong>Pirro</strong>- con “la<br />

meraviglia <strong>di</strong> un rinnovato orgoglio popolar-sperimentale”. Si pensi agli oggetti sonori<br />

da lui inventati che sembrano usciti da un immaginario palcoscenico infantile,<br />

con una creazione essenzialmente briosa. Non ci sono i tortuosi percorsi della “musica<br />

negativa”, né paesaggi angosciosi privi <strong>di</strong> luce. Nell’opera <strong>di</strong> <strong>De</strong> <strong>Pirro</strong> prevale l’idea<br />

seducente del gioco – l’aspetto “lu<strong>di</strong>co” sottolineato dalla critica- una <strong>di</strong>vertita e<br />

luminosa <strong>di</strong>scorsività, in cui anche la sperimentazione elettroacustica rispecchia la<br />

gioia del comporre. Si pensi alle iperboli del <strong>di</strong>sklavier, il pianoforte guidato dal<br />

computer, che sfiorano l’euforia realistica. Questo rincorrere la stravaganza, che ha<br />

lontane matrici lagunari, si trova anche nelle sue cronache musicali, in cui la conoscenza<br />

illimitata <strong>di</strong> scrittori, filosofi e poeti, è illuminata da una prosa molto creativa<br />

e dai capricci della fantasia. Nella sua attività <strong>di</strong> critico militante nella lunga collaborazione<br />

con “Il Mattino” <strong>di</strong> Padova, <strong>De</strong> <strong>Pirro</strong> evita le dettagliate <strong>di</strong>squisizioni sulle<br />

esecuzioni, ma ogni sua osservazione nasce da una approfon<strong>di</strong>ta riflessione sulle<br />

opere e da esercizi <strong>di</strong> scrittura, sorretti da un dettato personale, estroso ed<br />

impreve<strong>di</strong>bile.<br />

Se esiste una correlazione tra il compositore ed il recensore <strong>di</strong> concerti e spettacoli,<br />

il saggista è più catafratto, a tratti ermetico. Buona parte degli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> saggi,<br />

scelti con intelligenza dalla curatrice Mariarosa Pollastri, nascono dall’approfon<strong>di</strong>mento<br />

della retorica – come base teorica ed estetica della musica- quale è stata tramandata<br />

dai classici greci al tardo Settecento ed ora ripensata fino alle ultimissime<br />

avanguar<strong>di</strong>e. <strong>De</strong> <strong>Pirro</strong> aveva iniziato a scrivere un <strong>di</strong>zionario (purtroppo rimasto incompiuto)<br />

de<strong>di</strong>cato agli archetipi della retorica. Ne <strong>di</strong>scendono modalità analitiche,<br />

estranee alle consuete letture accademiche, ma che esplorano gli universi compositivi<br />

con una rigorosa teoria della conoscenza, in “un caleidoscopio <strong>di</strong> significati visivo-metaforici”.<br />

È il suo, un particolare metodo <strong>di</strong> ricerca, rintracciabile nella critica<br />

letteraria soprattutto anglo sassone, ma <strong>di</strong> cui non ci sono oggi testimonianze in Italia.<br />

Anche per questo la scrittura speculativa sorprende il lettore ed il musicologo.<br />

Carlo <strong>De</strong> <strong>Pirro</strong> con un mosaico molto sofisticato <strong>di</strong> citazioni filosofico-letterarie,<br />

propone esegesi <strong>di</strong> singolare luci<strong>di</strong>tà, grazie ad una attualizzazione <strong>di</strong> figure retoriche<br />

che si ritenevano desuete: le stesse secondo lo stu<strong>di</strong>oso, anticipano <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong><br />

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