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Copia di De Pirro.vp - Conservatorio di Musica “Francesco Venezze”

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Durante tutta la composizione questo “motto” è un costante car<strong>di</strong>ne prospettico.<br />

Le sue quin<strong>di</strong>ci apparizioni richiamano il proce<strong>di</strong>mento retorico dell’anafora, in<br />

cui una parola-chiave sigla l’inizio <strong>di</strong> ogni frase o periodo.<br />

Va opportunamente rilevata una forte analogia con la poesia Il corvo <strong>di</strong> Edgar<br />

Allan Poe. Le ripetizioni del nevermore al fine <strong>di</strong> strofa acquistano – in relazione a<br />

quanto affermato ogni volta – <strong>di</strong>fferente luce significante, così come avviene per il<br />

motto in <strong>De</strong>bussy, suffisso con armonizzazione e prosecuzione variabile.<br />

In questo caso è il co<strong>di</strong>ce strumentale a contenere l’in<strong>di</strong>cibile, ma anche la sua<br />

funzione <strong>di</strong> anticipare il tempo, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> prolessi.<br />

Due esempi <strong>di</strong> candore <strong>di</strong>sperato (o dei <strong>di</strong>sperati).<br />

Il testo poetico con cui il Pastore da inizio all’Orfeo <strong>di</strong> Montever<strong>di</strong> ha come incipit:<br />

In questo lieto e fortunato giorno. La simultanea armonizzazione con una serie<br />

<strong>di</strong> accor<strong>di</strong> minori materializza lo iato fra celebrazione e narrazione futura, anticipando<br />

il viaggio nel dolore compiuto da Orfeo.<br />

Possiamo leggere l’incipit del nono testo musicato da Schumann nel ciclo<br />

dei Dichterliebe: “Flauti e violini, squillate / in mezzo si sentono trombe / lì balla<br />

la danza nuziale / il mio più grande amore”. Ed ancora si sovrappone una armonia<br />

in minore, scan<strong>di</strong>ta da un agitarsi <strong>di</strong> semicrome. Qui la musica simula la tipica eccitazione<br />

isterica <strong>di</strong> chi assiste impotente alla felicità altrui. In questo caso solo i<br />

due versi finali rivelano che quello a cui sta assistendo il protagonista è il matrimoniodelsuoamore.<br />

Naturalmente l’uso ossimorico può servirsi <strong>di</strong> una citazione realista. Questa si trasforma<br />

in icona sonora nel trascinare a sè i significati che la citazione contiene.<br />

Due semplici canzoni popolari possono dare la misura <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fferente grado<br />

<strong>di</strong> integrazione ossimorica fra citazione e segno che la ospita. Nel Trio dello Scherzo<br />

dal Quartetto op. 10 <strong>di</strong> Shoenberg viene inserito (dalla batt. 165) il canto popolare<br />

viennese O du lieber Augustine. La citazione si inserisce in una struttura a contrasto,<br />

preceduta com’è da una saturazione in accellerando. In questo caso possiamo comunque<br />

percepire l’intenzione del compositore <strong>di</strong> straniare l’inserzione facendola<br />

sovrapporre ad una armonizzazione <strong>di</strong>ssonante rispetto al co<strong>di</strong>ce tonale.<br />

Nel caso <strong>di</strong> Stravinsky l’emulsione armonica è più sfumata ed affettuosa. Parliamo<br />

della filastrocca russa Porta aperta citata all’interno del balletto Pètroucka,<br />

precisamente nella scena del Ballo delle nutrici (n. 180-181).<br />

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