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Copia di De Pirro.vp - Conservatorio di Musica “Francesco Venezze”

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luce fu. Vide Id<strong>di</strong>o che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la<br />

luce “giorno” e le tenebre “notte”. Così fu sera, poi fu mattina: primo giorno. Lo spazio<br />

dell’universo viene or<strong>di</strong>nato da un suono, così come in molte teogonie (per gli<br />

egizi una risata - o un grido - del <strong>di</strong>o Thot <strong>di</strong>ede origine al mondo). Ma se citiamo un<br />

altro incipit sonoro, questa volta dal Vangelo <strong>di</strong> Giovanni (“In principio era il Verbo”)<br />

ritroviamo terrene risonanze traslate alla nostra primaria esperienza fetale. Nel<br />

ventre materno, il primo “basso continuo” è prodotto da frequenze gravi (battito car<strong>di</strong>aco,<br />

rumore ritmico della respirazione, borborigmi gastrici intestinali); quin<strong>di</strong> si<br />

sommano frequenze più acute, corrispondenti alla voce della madreeachicirconda<br />

il bambino. Il corpo elastico <strong>di</strong>venta originario ambiente risuonatore. Come può rilevare<br />

chiunque partecipi alle vibrazioni <strong>di</strong> una esperienza corale. Pronto a separarsi<br />

dalla persona o dall’animale per trasformarsi in simulacro. Come ricorda Anita Sepielli<br />

nel suo <strong>Musica</strong> e poesia: “In Babilonia la copertura del timpano con la pelle del<br />

toro sacro richiedeva una serie <strong>di</strong> riti, dopo <strong>di</strong> che il timpano, <strong>di</strong>venuto strumento liturgico,<br />

godeva <strong>di</strong> onori <strong>di</strong>vini, anzi era un <strong>di</strong>o al quale si facevano sacrifici ed il suono<br />

del timpano era la sua voce”. Sui poteri del suono sulla psiche la letteratura è ampia<br />

e trasversale. Qualche breve accenno, partendo proprio da quella ampia <strong>di</strong>gressione<br />

sull’esercizio del potere e sui fondamenti della polis tracciato nella Repubblica<br />

da Platone. Essendo la musica uno degli obblighi nell’educazione della società reale<br />

e <strong>di</strong> quella ideale, ecco cosa suggerisce Platone (398 d-399a): “L’harmoniae eilritmo<br />

devono seguire il senso delle parole: e nelle composizioni letterarie (come abbiamo<br />

detto) non abbiamo bisogno <strong>di</strong> treni o lamentazioni. Quali sono, allora, le harmoniae<br />

dei treni? Quelle del missoli<strong>di</strong>o, del li<strong>di</strong>o alto, e altre simili harmoniae. In seguito<br />

queste dovranno essere certamente abolite, perché sono <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevoli alle donne modeste,<br />

per non <strong>di</strong>re agli uomini. Ora, agli uomini che <strong>di</strong>fendono la città non si ad<strong>di</strong>cono<br />

l’ubriachezza, la mollezza ed il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne morale. Quali sono le harmoniae del<br />

molle bevitore? Quelle dello ionico, e alcune <strong>di</strong> quelle nel li<strong>di</strong>o sono considerate anche<br />

esse molli e rilassate. Queste non possono giovare al guerriero. Vi restano quin<strong>di</strong><br />

a quanto pare due harmoniae, del dorico e del frigio”. Anche Aristotele si interroga<br />

(Politica 1340a) sugli influssi del suono “sul carattere e sull’anima”. Così proseguendo:<br />

“Ciò sarebbe evidente se il nostro carattere assumesse determinate qualità<br />

sotto il suo influsso. Ora che assumiamo determinate qualità è reso evidente da molte<br />

e altre prove e non meno dai canti <strong>di</strong> Olimpo: tali canti, si ammette concordemente,<br />

rendono le anime entusiastiche e l’entusiasmo è una affezione dell’atteggiamento<br />

morale dell’anima. Inoltre, tutti, ascoltando suoni imitativi, sono gettati nello stato<br />

d’animo corrispondente, anche se non c’è l’accompagnamento dei ritmi e dei canti.<br />

Ma poiché succede che la musica sia delle cose piacevoli, e la virtù concerne il godere,<br />

l’amare e l’o<strong>di</strong>are in maniera giusta, è chiaro che a niente bisogna tanto interessarsi<br />

ed abituarsi quanto al giu<strong>di</strong>care in maniera giusta e al godere <strong>di</strong> caratteri virtuosi e<br />

<strong>di</strong> nobili azioni: in realtà nei ritmi e nei canti vi sono rappresentazioni, quanto mai vi-<br />

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