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m a r z o 2 0 0 8<br />

Paesi e paesaggi del Molise<br />

da “Il Mattino” dell’8 dicembre 1901<br />

<strong>Capracotta</strong> è il pittoresco ed alpestre paese<br />

del nostro Molise addossato alla sella risultante<br />

in mezzo al gruppo montano del<br />

Monte Campo (m. 1690) e Capraro (m. 1720), tra<br />

le ridenti vallate del Sangro e del Trigno. È uno dei<br />

capoluoghi di mandamento più alti d’Italia, a 1421<br />

metri sul mare. Per quanto ne sia delizioso d’estate<br />

il soggiorno dall’aria fresca e balsamica, d’altrettanto<br />

la vita vi è penosa e difficile nell’interminabile<br />

inverno, sia per le correnti impetuose che lo<br />

dominano, sia per le copiose e violenti nevicate.<br />

Il paese sorge su balze inaccessibili a nord, investite<br />

dalle raffiche furiose della borea gelata che,<br />

nei giorni della tormenta costringe tutti a rimanere<br />

tappati in casa. Solo i nostri giovani si recano<br />

al Circolo a giocare la solita clamorosa parigina<br />

al bigliardo e talvolta anch’essi stentano, a tarda<br />

sera, nel tornare a casa, perché affondano fino al<br />

collo nella <strong>neve</strong> minuta e soffice, e il turbinio del<br />

nevischio è così impetuosamente vertiginoso che<br />

senza tregua acceca gli occhi e mozza il respiro.<br />

Se qualche infelice viandante ha la sventura di<br />

essere improvvisamente sorpreso dalla terribile<br />

bufera nell’aperta campagna vi rimane travolto<br />

perdendo miseramente la vita, e purtroppo quasi<br />

tutti gli anni si deplorano vittime umane .<br />

Gente forte e generosa che vive fra tanti disagi<br />

dovrebbe avere il privilegio di non pagare le<br />

tasse o di pagarle ridotte. Ma si: andatelo a dire al<br />

nostro diligente Esattore o all’ottimo amico Ricevitore!<br />

Essi hanno la consegna, non di russare, ma<br />

di vegliare e di esigere puntualmente danaro per<br />

fondiaria, canoni e ricchezza mobile nella miseria<br />

stabile!<br />

Nei mesi di Gennaio e Febbraio scorsi continue<br />

bufere di nevischio scatenatesi con inaudita<br />

violenza, hanno sepolto <strong>Capracotta</strong> sotto un<br />

altissimo strato di <strong>neve</strong> (m. 4 a 5). Molti abitanti<br />

escono dalle finestre, altri scavano delle profondi<br />

buche (in corrispondenza delle porte delle case),<br />

che guardate dal nuovo aereo piano stradale sembrano<br />

pozzi; sui tetti è accumulata una quantità<br />

enorme di <strong>neve</strong> che ne rende pericolanti le impalcature;<br />

molte case ad un solo piano sono <strong>com</strong>pletamente<br />

sepolte e vi si <strong>com</strong>unica con gallerie<br />

aperte nella <strong>neve</strong>.<br />

Dopo la caduta di tanta manna celeste, si gira<br />

curiosi, in ricognizione pel paese, sui stretti sentieri<br />

praticati di recente sulla <strong>neve</strong>, capaci pel transito<br />

di una sola persona; qui si è costretti (<strong>com</strong>e pel<br />

passaggio ginnastico sulla trave di equilibrio), ad<br />

abbracciare una persona cordialmente antipatica<br />

od anche un nemico; più in là invece, una... bella<br />

forosetta che, per mancanza di equilibrio, vi somministra<br />

una doccia gelata facendovi cadere sulle<br />

spalle la conca d’acqua che porta in testa. Continuando<br />

la perlustrazione vi sembra di essere divenuti<br />

giganti, perchè potete guardare più o meno<br />

indiscretamente dentro le cucine, il cui soffitto è<br />

decorato dagli squisiti e recenti salami appesivi;<br />

nelle camere da letto, ove la massaia rassetta la<br />

biancheria. E la veduta dello strano cinematografo<br />

vivente continua e lo sguardo entrando furtivo<br />

per le finestre sorprende ragazze che filano la<br />

rocca, che, annaspano, che tessono: ma tanta ammirazione<br />

è troncata bruscamente da un magnifico<br />

capitombolo; vi rialsate e guardando il luogo<br />

del disastro vi assicurate che avete inciampato<br />

nel braccio di sostegno di un pubblico lampione!<br />

Anche alla sera lo spettacolo è fantastico: ombre<br />

ravvolte in scuri mantelli e incappucciate <strong>com</strong>e<br />

frati camminano cautamente, munite di lanterne<br />

cilindriche (una vera specialità del luogo) che un<br />

giorno furono soltanto spiritose bottiglie..... di<br />

cognac o d’anisette; così illuminano lo scabroso<br />

sentiero troppo frequentemente accidentato da<br />

botole e da bolge infernali.<br />

Ma andiamo un poco in campagna, possibilmente<br />

forniti di ski, per non affondare troppo<br />

nella <strong>neve</strong>; il rilievo topografico e quello panoramico<br />

non si riconoscono. Muri, macigni, siepi,<br />

arbusti, cespugli s<strong>com</strong>parsi; avvalamenti, fossi,<br />

letti di torrenti, colmati: ogni tanto s’erge maestoso<br />

un baluardo, una vera montagna di <strong>neve</strong><br />

(in dialetto “reglie”) alta fin otto a nove metriche<br />

attraversa il cammino e che bisogna scalare per<br />

passar oltre. Nei boschi le sole cime dei faggi<br />

spuntano fuori tutte ricoperte da candidi cristalli;<br />

il laghetto di Mingaccio è gelato e nascosto sotto<br />

un’enorme quantità di <strong>neve</strong>. Perciò il corriere postale<br />

è rimasto sospeso per varii periodi di tempo;<br />

nell’ultima bufera per ben dieci giorni in cui si è<br />

stati segregati dal consorzio civile unitivi soltanto<br />

dal tenue filo telegrafico. Negli ultimi giorni dell’isolamento<br />

scarseggiano le farine, manca il sale e<br />

questa gente, per natura svelta ed arguta, minaccia<br />

di divenire insipida; ragione per cui <strong>com</strong>e nel<br />

periodo critico di un assedio si riducono le razioni<br />

di pane e dal rivenditore di generi di privativa non<br />

si accordano più di due soldi di sale per famiglia.<br />

Alfine l’ira implacabile degli elementi diminuisce<br />

un poco e l’autorità municipale organizza una<br />

spedizione, non al Polo nord, ma semplicemente<br />

a Carovilli nonché Agnone, la viciniore stazione<br />

ferroviaria: venti nostri robusti montanari sono<br />

requisiti ed insieme al procaccia postale partono<br />

per ritirare le poste arretrate e per rilevare alla stazione<br />

stessa due quintali di sale.<br />

Il viaggio è oltremodo faticoso; gli uomini<br />

di “punta” si alternano nell’aprirsi un varco nella<br />

<strong>neve</strong> in cui affondano, e per percorrere i 21 chilometri<br />

di distanza impiegano la bellezza di una<br />

giornata intera. Un’altra ne impiegano al ritorno;<br />

ma alla sera quantunque il cielo sereno e stellato,<br />

il vento torna a spirare forte facendo turbinare<br />

impietosamente il nevischio. Si teme per le sorti<br />

della carovana ed il Municipio manda rinforzi<br />

ad incontrarla, suonano intanto le campane a<br />

stormo e la gente accorre numerosa dalla parte<br />

dell’eremo della Madonna di Loreto. Finalmente<br />

fra impaziente aspettativa giungono i reduci da<br />

Carovilli trafelati dalla fatica, colle facce pavonazze<br />

e con i ghiacciuoli attaccati ai baffi e alle sopracciglia.<br />

A vedere la lenta e lunga processione di tutti<br />

quegli uomini imbacuccati in ruvidi mantelli ed<br />

incappucciati, taluni con sopracalzoni di pelle di<br />

capra, (guardamacchie) sembra di assistere alla<br />

scena pittoresca della migrazione di una tribù di<br />

Lapponi o di Samojedi anzichè all’arrivo di una<br />

<strong>com</strong>itiva di abitanti di popolato e civilissimo paese<br />

dell’Italia meridionale.<br />

speciale <strong>neve</strong><br />

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