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m a r z o 2 0 0 8 speciale<br />
1994<br />
Una lunga storia scritta all’ombra di Monte Campo e di Monte Capraro<br />
80 anni di sci a <strong>Capracotta</strong><br />
da “Sport invernali”<br />
Ottobre 1994<br />
Quando si parla di sci<br />
made in Italy si pensa<br />
subito alle Alpi,<br />
alle nevi del Sestriere, Courmayeur,<br />
Cervinia, Bormio,<br />
Madonna di Campiglio, Val<br />
Gardena, Cortina d’Ampezzo,<br />
ecc. Parlando d società<br />
storicamente importanti per<br />
gloria ed anzianità si pensa<br />
invece allo ski Club Torino,<br />
primo a costituirsi in Italia<br />
nel 1901, agli sky club Milano<br />
e Genova fondati pochi anni<br />
dopo, alle gloriose società<br />
che portano i nomi delle importanti<br />
località alpine già<br />
citate. Difficilmente, almeno<br />
per la maggior parte degli<br />
appassionati degli sport della<br />
<strong>neve</strong>, il pensiero arriva<br />
alle montagne della dorsale<br />
appenninica del Matese,<br />
dove le cime più alte superano<br />
di poco i 1700 metri di<br />
quota e si chiamano Monte<br />
Campo (1746) e Monte<br />
Capraro (1730). Una volta<br />
facenti parte della Regione<br />
Abruzzo, dal 1963 appartengono<br />
alla regione autonoma<br />
del Molise.<br />
Prima nella giurisdizione<br />
provinciale di Campobasso,<br />
dal 1970 nel territorio<br />
della nuova provincia di<br />
Isernia.<br />
E pochi sanno che su<br />
quelle montagne l’inverno è molto rigido e le<br />
nevicate sono frequenti ed abbondanti. Lassù,<br />
arroccata a 1421 metri di quota c’è una piccola<br />
cittadina – 1300 abitanti – che porta il nome<br />
di <strong>Capracotta</strong> ed è sede <strong>com</strong>unale. Un <strong>com</strong>une<br />
appenninico di origine agricolo pastorale, che<br />
si estende su un territorio di oltre 40 chilometri<br />
quadrati. <strong>Capracotta</strong> è anche piccola stazione<br />
climatica estiva e di sport invernali. Un tempo<br />
i residenti nella zona avevano poche prospettive.<br />
In prevalenza l’emigrazione, permanente<br />
o stagionale verso i centri della costa adriatica,<br />
era una scelta quasi obbligata.<br />
Ma a <strong>Capracotta</strong> gli abitanti vivevano una<br />
realtà quotidiana che, pur esprimendosi soprattutto<br />
nel duro lavoro dell’agricoltura di<br />
montagna, della pastorizia, e di apprezzato<br />
lavoro artigianale, soprattutto nel campo del<br />
legno e dell’ebanisteria, era capace di manifestarsi<br />
anche nell’impegno in termini sociali<br />
per il bene della piccola collettività. Ne è chiarissima<br />
prova il fatto che già nel 1914, in quella<br />
cittadina di montagna – dove già si conosceva<br />
lo sci fin dal 1906 – veniva costituito uno sci<br />
club, certamente con la stessa volontà e con gli<br />
stessi obiettivi cui miravano le più importanti<br />
società che, in quegl’anni, nascevano nelle più<br />
note e più celebrate località alpine.<br />
Nella sua lunga vita lo Sci Club <strong>Capracotta</strong><br />
è stato sempre un punto di riferimento per<br />
lo sci di fondo nel Matese ma, nella <strong>com</strong>unità<br />
capracottese, ha significato anche occasione di<br />
aggregazione e punto di riferimento culturale<br />
e sociale per i residenti. Un modo esemplare<br />
per proporre lo sport <strong>com</strong>e progetto abbinato<br />
alla quotidiana esperienza di<br />
vita e di lavoro. Un’occasione<br />
d’incontro e di confronto<br />
capace di aiutare a superare<br />
la marginalità e il disagio<br />
della dura vita di montagna<br />
in quella zona.<br />
Quest’anno lo Sci Club<br />
di <strong>Capracotta</strong> ha festeggiato<br />
l’ottantesimo anniversario<br />
della sua fondazione. Sport<br />
Invernali è lieto di annunciarlo<br />
e di inviare, anche a<br />
nome di tutti i suoi lettori,<br />
l’augurio più bello al presidente,<br />
professor Vittorio<br />
Giuliano, ai soci, agli atleti<br />
ed ai dirigenti della gloriosa<br />
società.<br />
Contemporaneamente,<br />
il nostro giornale vuole ricordare<br />
anche i nomi di coloro<br />
che scrissero le prime<br />
pagine della storia di questo<br />
glorioso sodalizio. Parliamo<br />
dei pionieri Giovannantonio<br />
Paglione, che ha fissato stupende<br />
immagini fotografiche<br />
di quei primi anni e Ottorino<br />
Conti impareggiabile<br />
organizzatore; del Giudice<br />
napoletano Giorgio Borrella<br />
che scrisse l’inno dello sci<br />
club, musicato dal maestro<br />
capracottese Alfonso Falconi;<br />
del dottor Tommaso<br />
Conti, che offrì un sontuoso<br />
banchetto il giorno della<br />
fondazione ufficiale della<br />
società; ma anche quelli dei<br />
primi atleti di valore, <strong>com</strong>e<br />
il discesista Noè Ciccorelli – nato alla fine<br />
dell’Ottocento ma ancora in pista negli anni<br />
trenta – Teodoro D’Alessio, Candido Conti e<br />
dei giovanissimi Amedeo Paglione, Alfredo Di<br />
Tanna, Primiano D’Andrea e Giovanni Mosca;<br />
tutti ac<strong>com</strong>pagnati e sostenuti dalla penna del<br />
giornalista sportivo, capracottese d’adozione,<br />
Franco Ciampitti.<br />
E, per concludere, senza dimenticare i due<br />
falegnami Diodato Angelaccio e Oreste D’Andrea<br />
che, prendendo lo spunto dai primi sci<br />
acquistati a Chiavenna, ne iniziarono la produzione<br />
direttamente nelle loro falegnamerie di<br />
<strong>Capracotta</strong>.<br />
F.F.<br />
<strong>neve</strong> 35