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m a r z o 2 0 0 8 speciale<br />
folla dei tanti turisti che amavano passare<br />
le vacanze sui nostri monti.<br />
Il paese contava quattro alberghi e una<br />
decina di pensioni che, in rapporto ai tempi,<br />
costituivano una apprezzabile struttura<br />
ricettiva.<br />
La nuova moda presto contagiò gli<br />
abitanti del posto e si affermò ad opera di<br />
una pattuglia di pionieri, che metteva capo<br />
a Giovannantonio Paglione e ad Ottorino<br />
Conti.<br />
Entrambi i maestri elementari e sportivi<br />
infaticabili, il primo ha il merito di aver<br />
fissato in immagini fotografiche stupende<br />
la scena di un mondo s<strong>com</strong>parso, mentre<br />
al secondo vanno riconosciute le qualità di<br />
imperterrito organizzatore ed animatore di<br />
tutte le manifestazioni.<br />
Si apprende dai ritagli giornalistici,<br />
che sono lodevolmente<br />
conservati<br />
dagli eredi del<br />
maestro Paglione<br />
che la cerimonia di<br />
inaugurazione del<br />
sodalizio avvenne<br />
il 19 Febbraio 1914<br />
in casa del dott.<br />
Tommaso Conti il quale offrì ai diciotto<br />
soci fondatori un sontuoso banchetto. Uno<br />
dei partecipanti, il giudice Giorgio Borrella,<br />
napoletano, <strong>com</strong>pose l’inno degli sciatori<br />
di <strong>Capracotta</strong>, che fu musicato dal maestro<br />
Alfonso Falconi nostro concittadino e professore<br />
al conservatorio di Napoli.<br />
La grande guerra del 1915/18 distolse<br />
gli uomini dagli svaghi della vita ed interrompe<br />
l’attività del neonato Sci Club, il<br />
quale riprese a funzionare con rinnovato<br />
ardore durante i primi anni 20.<br />
Questa volta toccò al maestro Ottorino<br />
di sobbarcarsi la organizzazione ed il<br />
mantenimento del circolo, che fu allocato<br />
in due locali a pian terreno della sua casa, al<br />
Corso Sant’Antonio, e <strong>com</strong>prese una nutrita<br />
schiera di giovanissimi scolari, destinati<br />
ad illustrarsi sotto la sua guida.<br />
Nell’albo d’oro dello sci capracottese,<br />
il suo nome splende più di tutti i nomi ed<br />
indica in lui l’iniziatore ed il sostenitore<br />
ininterrotto degli sport invernali sulla nostra<br />
montagna. Egli ha tracciato un segno<br />
incancellabile ed il suo ricordo ha perdurato<br />
a lungo negli stessi ambienti nazionali<br />
della F.I.S.I., presso i quali fu apprezzato e<br />
lodato grandemente.<br />
Il primo sciatore di vaglia che <strong>Capracotta</strong><br />
ha conosciuto fu Noè Ciccorelli che,<br />
nato sul finire dell’Ottocento, gareggiava<br />
ancora con valore nei primi anni trenta.<br />
Discesista, <strong>com</strong>pì diverse imprese, ma su<br />
tutte si ricorda l’alloro della vittoria che<br />
conseguì nel 1927 a Rocca di Mezzo, dove<br />
si laureò campione d’Abruzzo.<br />
Al suo nome va associato quello di<br />
Teodoro D’Alessio, che gli è stato degno<br />
<strong>com</strong>pagno ed ha condiviso con lui le gioie<br />
delle prime <strong>com</strong>petizioni. Un altro personaggio<br />
caratteristico di quei tempi lontani<br />
fu Candido Conti, figura di sportivo a tutta<br />
prova, che <strong>com</strong>e amò possedere fra i primi<br />
un’automobile “Balilla”e praticare con accanimento<br />
l’esercizio venatorio, così seppe<br />
attrezzarsi dei “pattini di legno”e godere<br />
l’ebrezza vitale che se ne ricava.<br />
Il quadro delle origini non sarebbe<br />
<strong>com</strong>pleto se venisse dimenticato il nome<br />
di Franco Ciampitti, un capracottese d’adozione<br />
e giornalista sportivo nato. Di lui si<br />
ricorda la presenza costante al fianco della<br />
nostra squadra alla quale prodigò affetto,<br />
consiglio ed assistenza.<br />
Negli ultimi giorni in cui Noè affermò<br />
il proprio primato, spuntandola nientemeno<br />
che sul valoroso ed imbattuto rivale<br />
Bavone, sulle piste Rocchettane rifulse la<br />
magnifica “Equipe” giovanile di <strong>Capracotta</strong>,<br />
<strong>com</strong>posta dai sedicenni Amedeo Paglione,<br />
Alfredo Di Tanna, Primiano D’Andrea<br />
e Giovanni Mosca, che si aggiudicano con<br />
molta gloria il titolo abruzzese a squadre.<br />
Gli sci, costruiti con legno di frassino,<br />
venivano acquistati a Chiavenna un paese ai<br />
confini con la Svizzera, anche se con l’ardo-<br />
M a j j e , v i e r n e a r a t t r a j j e : c h i t e ’ p a n e<br />
l e n a è r i c c h ’ e n e n z e l a c r e d e !<br />
re del tempo, sotto l’iniziativa di fabbricarli<br />
“in loco”, per intrapresa della falegnameria<br />
Angelaccio Diodato e D’Andrea Oreste.<br />
La passione per il nuovo sport a <strong>Capracotta</strong><br />
divenne presto collettiva travolse le<br />
giovani generazioni, anche femminili. Agli<br />
ordini del Presidente Ottorino Conti e con<br />
l’assistenza del Direttore sportivo Ruggiero<br />
D’Alena, i piccoli atleti presero parte ad innumerevoli<br />
gare, tanto nel vicino Abruzzo<br />
quanto nelle località alpine più note, ovunque<br />
cogliendo lusinghiere affermazioni.<br />
Raggiunsero lo Stelvio, Asiago, Oropa,<br />
Cortina, dominarono e si distinsero a<br />
Roccaraso, Rivisondoli, Ovindoli e Rocca di<br />
Mezzo. Furono una legione e non è facile<br />
nominarli tutti. Però a costo di incorrere<br />
in ingiuste dimenticanze, non si possono<br />
tacere Giuseppe Potena, Alberto Ianiro,<br />
Giuseppe Mendozzi, Pasqualino Venditti e<br />
Giuseppe Antenucci, seguiti da Vincenzo<br />
Di Tanna, Edmondo Angelaccio, Marino<br />
D’Andrea, Filoteo Giuliano, Gaetano Trotta<br />
e Raimondo Mosca. Una menzione di merito<br />
speciale spetta ad Alfonsino Falconi,<br />
che <strong>com</strong>pì la prodezza fra le altre di vincere<br />
il titolo di campione Centro-meridionale.<br />
Con gagliardia della giovinezza e con il<br />
desiderio della vittoria, riportarono da ogni<br />
dove coppe, trofei, medaglie, che dopo<br />
aver fatto bella mostra di sé nella sede sociale,<br />
un brutto giorno furono donati alla<br />
Patria e svanivano nel nulla.<br />
La tradizione sciatoria non diminuì<br />
con gli anni, tenuta viva anche dal fervore<br />
con cui nel “ventennio” fu seguita l’attività<br />
agonistica in genere. Coinvolse numerose<br />
ulteriori leve giovanili e toccò fastigi all’altezza<br />
del passato.<br />
Sull’aprirsi degli anni quaranta, quando<br />
la migliore gioventù era trattenuta sui<br />
teatri di guerra un po’ dovunque, si impose<br />
all’attenzione la squadra dei balilla. Composta<br />
da Marino Pollice, Angelo Ianiro, Gabriele<br />
Trotta, Giovanni Paglione, Gabriele<br />
Giuliano e <strong>com</strong>prendente le due riserve<br />
Antonio Di Nardo e Natalino Comegna,<br />
essa si piazzò al quarto posto assoluto nella<br />
gara per province, svoltasi ad Asiago e classificatasi<br />
alle spalle solo di Belluno, Vicenza<br />
e Sondrio. La ac<strong>com</strong>pagnava Carmine Trotta<br />
che, nel settore della discesa, si distinse<br />
per classe e stile.<br />
Su tutti eccelse il valore impareggiato<br />
di Mario Di Nucci, agente della Guardia di<br />
Finanza a Predazzo e membro della squadra<br />
nazionale di fondo. Sotto l’insegna delle<br />
“Fiamme Gialle” rivestì la prestigiosa maglia<br />
azzurra e portò molto in alto il nome del<br />
paese di nascita. Lo emulò Pasquale Sozio,<br />
concorrente di falcata poderosa, che ancora<br />
all’età in cui gli altri sono soliti appendere<br />
gli sci al chiodo, mietè successi strepitosi.<br />
Dotato di forza fisica al limite dell’umano,<br />
vinse nel 1952 il campionato italiano dell’ENAL<br />
a Dobbiaco e ribadì, l’anno seguente<br />
la supremazia per l’edizione ripetuta dello<br />
s t e s s o<br />
titolo, a<br />
R o c c a -<br />
raso.<br />
Sulla scena, da sempre, giocò un ruolo<br />
non secondario il sesso gentile, che affidò<br />
negli anni trenta la sua rappresentanza più<br />
incisiva ad Enrichetta Sammarone, a metà<br />
degli anni cinquanta vide alla ribalta Filomena<br />
Paglione, in testa al quartetto <strong>com</strong>prendente<br />
Anna Sozio, Flora Paglione e<br />
Liana Del Castello e si sarebbe espresso,<br />
nel decennio successivo, a livelli di indubitabile<br />
riuscita, solo che le vicende della vita<br />
avessero accordato a Maria Di Pietro ed a<br />
Lucia Di Nucci la opportunità di valorizzarsi<br />
al sommo delle potenzialità.<br />
La storia del secondo dopoguerra è<br />
sotto gli occhi di tutti ed è costellata anch’essa<br />
di tante pagine di valore e di vita.<br />
Ad evitare una ricostruzione frettolosa<br />
e superficiale, che lasci fuori il meglio e il<br />
grosso degli avvenimenti sciistici insieme<br />
vissuti, è impegno di tutti curare nel prossimo<br />
decennio un pubblicazione dettagliata<br />
e fedele, che restituirà nei suoi termini<br />
esatti la vicenda sportiva collettiva.<br />
<strong>neve</strong> 33