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m a r z o 2 0 0 8<br />

Dopo la sciagura di <strong>Capracotta</strong><br />

il mistero di due morti per assideramento<br />

da “Il Popolo di Roma” dell’11<br />

dicembre 1931<br />

Abbiamo dato notizia della<br />

morte per assideramento<br />

di due coniugi capracottesi<br />

avvenuta il 3 corr.<br />

Diamo maggiori e più esatti particolari,<br />

tanto più che su altri quoditiani<br />

il luttuoso avvenimento<br />

non è apparso nella sua verità ed<br />

interezza, per le stesse tradizioni<br />

del popolo molisano e più semplicemente<br />

per il buon nome<br />

dei montanari di <strong>Capracotta</strong>, che<br />

hanno una non interrotta e mai<br />

smentita tradizione di generosità<br />

e di coraggio nel recare aiuto ai<br />

disgraziati, che nell’inverno quassù,<br />

a 1421 metri s. m., dovessero<br />

essere travolti dalla bufera, sento<br />

il dovere di <strong>com</strong>unicare l’esatta<br />

versione dei fatti.<br />

Due medaglie d’argento al<br />

valore civile fregiano il petto di un<br />

nostro animoso montanaro per<br />

salvataggi operati in terribili condizioni.<br />

Molte altre dovrebbero<br />

fregiare il petto di decine di nostri<br />

concittadini che, mai segnalati,<br />

hanno sempre <strong>com</strong>piuto, con<br />

continuo rischio della vita, il loro<br />

dovere in simili frangenti invernali,<br />

oscuri, purissimi e modesti eroi<br />

del più santo altruismo.<br />

Sebastiano Di Luozzo con la<br />

moglie Sinfarosa Casciato, rispettivamente<br />

di anni 72 e 63, si recarono<br />

col loro asinello in Agnone per<br />

la <strong>com</strong>pera di un maiale. A sera,<br />

sulla via del ritorno, essendosi<br />

fatto notte, pernottarono in una<br />

casa colonica in contrada Guastre,<br />

che è a circa metà strada fra<br />

<strong>Capracotta</strong> e Agnone. Al mattino<br />

seguente, facendo assegnamento<br />

sulle ancora valide forze della loro<br />

sana vecchiaia, ripresero il cammino<br />

con la sicurezza di rientrare<br />

nella loro casa sul mezzogiorno.<br />

Che successe allora? Da molti indizi<br />

risulta che, iniziata la marcia<br />

di ritorno, essi poco dopo furono<br />

sorpresi da un violento acquazzone,<br />

che man mano che si avvicinavano<br />

al paese si tramutava in<br />

nevischio acciecante, che divenne<br />

sempre più turbinoso quando<br />

furono a circa due chilometri da<br />

<strong>Capracotta</strong>, su di un falsopiano,<br />

nel quale la violentissima bora gelata<br />

si fa, di solito, sentire più ga-<br />

gliarda, mozzando il respiro. Con<br />

molta probabilità, i due vecchi,<br />

già inzuppati di acqua, ebbero le<br />

vesti congelate e fecero sosta per<br />

ripararsi dalla tormenta dietro un<br />

muricciolo. Fu la loro fine. Fra la<br />

<strong>neve</strong>, col nevischio che accieca e<br />

rende la respirazione faticosissima,<br />

i due vecchi, stanchi, furono<br />

presi lentamente dal caratteristico<br />

torpore che inizia l’assideramento<br />

e si addormentarono nella visione<br />

del loro tiepido focolare crepitante<br />

di fuoco.<br />

Torna alla memoria la cavallina<br />

storna che, in condizioni differenti,<br />

assistette alla tragica fine del<br />

padre di Giovanni Pascoli. L’asino,<br />

fedele e paziente, si fermò a pochi<br />

metri, rimanendo a guardare<br />

la tragica scena sulla piana bianca<br />

e desolata. Solo nelle sue miti<br />

pupille è impresso il tremendo<br />

mistero. Esso fu trovato coperto<br />

di ghiaccioli, imperterrito e fermo<br />

presso i padroni, da due robusti e<br />

giovani contadini, Costantino Paglione<br />

e Domenico Sozio, cognati,<br />

che rientravano nella loro casa colonica,<br />

dove avevano lasciato solo<br />

il loro vecchio padre e suocero. E<br />

questa impellente necessità filiale<br />

li spinse ad affrontare la bufera,<br />

altrimenti avrebbero abbandonata<br />

l’impresa. Impressionati dalla<br />

vista di quell’asino abbandonato,<br />

intuirono che qualche disgrazia<br />

era accaduta e fra la tormenta si<br />

dettero a far ricerche. A pochi metri,<br />

sotto un muro, trovarono i due<br />

disgraziati stetti in un gelido misero<br />

fardello. La donna era morta,<br />

l’uomo si lamentava fisicamente.<br />

Mentre il Sozio tornava immediatamente<br />

in paese per chiedere<br />

aiuto, l’altro rimase a guardia dei<br />

due disgraziati, cercando di rianimare<br />

il morente.<br />

Dopo poco le campane di<br />

<strong>Capracotta</strong> suonavano a stormo<br />

ed un gruppo di animosi accorreva.<br />

L’ottimo maresciallo Carlini,<br />

l’appuntato Nerico, i carabinieri<br />

Napoleone e Pompilio sugli sci,<br />

il manipolo sciatori della milizia<br />

<strong>com</strong>andato dal sig. Ciccorelli, raggiunsero<br />

i due disgraziati, che furono<br />

trasportati prima in una casetta<br />

presso il Serbatoio, dove dai<br />

militi sciatori Venditti e Ciccorelli<br />

si fece ogni sforzo con massaggi<br />

e respirazione artificiale per rianimare<br />

i due poveretti. Visto vano<br />

ogni tentativo, li trasportarono in<br />

paese, nella casa di Monaco Angeluccio,<br />

dove poco dopo arrivò<br />

il medico, che praticò iniezioni<br />

eccitanti ed ogni altra opportuna<br />

cura. Tutto fu vano. La donna era<br />

già morta e l’uomo si addormentò<br />

nel sonno eterno senza aver presa<br />

conoscenza.<br />

L’inchiesta sollecita e minuziosa<br />

condotta dal maresciallo<br />

Carlini e dal <strong>com</strong>andante del manipolo<br />

sciatori, nulla ebbe a rilevare.<br />

Ogni aiuto fu portato ai due<br />

disgraziati, ogni umano sforzo fu<br />

fatto per salvarli. Per il contegno<br />

coraggioso vanno en<strong>com</strong>iati i<br />

carabinieri, i militi e i molti concittadini,<br />

che fecero intero il loro<br />

dovere. È quasi sempre la fatalità<br />

che in montagna bisogna ricercare<br />

nei sinistri. Fra le tormenta, la<br />

voce di aiuti si perde nel nulla. Se<br />

i due fossero stati giovani, forse<br />

avrebbero potuto resistere; ma a<br />

quella età la vigoria è sempre più<br />

apparente che sostanziale.<br />

Inchiniamoci dunque davanti<br />

alla maestà della morte, ma ammoniamo<br />

anche che a 1421 metri<br />

sopra il mare, in <strong>Capracotta</strong>, ogni<br />

insensato azzardo va bandito e<br />

ricordiamo che la prudenza deve<br />

essere il viatico di ogni viandante.<br />

speciale <strong>neve</strong><br />

11

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