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PADOVA - VIA DDNATELLO, 16 - SETTEMBRE 1365<br />
TRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA - NUOVA SERIE
COLOMBE DEL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA EX ALUNNI - COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
A RAVENNA, CONTEMPLATE DA DANTE.<br />
SCUOLA DI RELIGIONE -PETRARCA<br />
— CERCO LA PACE<br />
SOMMARIO<br />
— L'INCONTRO COL REV. P. GENERALE<br />
— PROGRAMMI<br />
— IL CONGRESSO DI BAD GODESBERG<br />
— ORTODOSSIA E CATTOLICESIMO<br />
— DANTE E LA TRINITÀ'<br />
— « LA PICCOLA GALLARATE »<br />
— DAL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
— DALLA SCUOLA DI RELIGIONE<br />
— ANCORA CAREZZA<br />
— DEFUNTI<br />
— UNA BELLA PAGINA DI MANARA<br />
VALGIMIGLI<br />
— CINEFORUM<br />
— PETRARCA<br />
— VARIE<br />
NUOVA SERIE - N. 15<br />
DEL 1965 - N. 3 (SETTEMBRE)<br />
Direttore responsabile: ANTONIO COVI S. J.<br />
Redattore: CIPRIANO CASELLA S. J.<br />
Tip. A. Bolzonella - Piazza del Santo 14, Padova<br />
Cerco la pace ! f<br />
E' la risposta che dava un giorno Dante al fraticello portinaio di un Convento,<br />
che gli domandava : « Che cosa cercate ? ». — L'abbiamo imparata a conoscere<br />
fin da bambini questa risposta e ci viene sulle labbra in questi giorni<br />
nei quali il Santo Padre Paolo VI, dopo aver donata un croce d'oro da collocare<br />
sulla tomba del Poeta (quasi a riparazione delle incomprensioni del passato),<br />
si mette in viaggio per raggiungere l'O.N.U. con la stessa parola sulle<br />
labbra: cerco la pace!<br />
Ma quanta differenza tra le due richieste ! Dante cercava la pace per sé<br />
nella solitudine di un Convento, dove gli interessi materiali sono spenti e dove<br />
l'anima può anzitutto trovare la pace con Dio, senza la quale è impossibile<br />
la pace con se stesso e con gli uomini.<br />
Paolo VI va a cercarla non per sé, ma per il mondo, e non in una comunità<br />
religiosa, ma in una comunità politica in cerca sì di pace, ma assillata dagli<br />
interessi economici e sociali dai quali sogliono nascere le grandi conflagrazioni<br />
tra i popoli.<br />
E' certamente un'organizzazione meravigliosa l'O.N.U. Ha riunite 114 nazioni<br />
e sta affigliandone altre continuamente, tanto che fra non molto saranno<br />
126. E dopo vent'anni di vita compie il gesto magnifico di invitare il Papa<br />
nella sua sede a dare una consacrazione, si direbbe religiosa, alla sua attività.<br />
E non meno magnifico il gesto del Papa che accetta di recarvisi sia pure per<br />
un solo messaggio di pace!<br />
Sono i grandi miracoli che Dio compie nella storia della Sua Chiesa. Nel<br />
maggior splendore della sua storia profana il Pontificato, con Innocenze IH,<br />
accoglieva i popoli d'Europa che correvano ad affigliarsi alla Santa Sede per<br />
avere dalla Sua immensa potenza protezione e sicurezza.<br />
Oggi sono tutti i popoli del mondo, si può dire, che domandano al Papa,<br />
non eserciti, come al tempo delle Crociate, ma la luce di quella parola dell'Altissimo<br />
che ha promessa la pace agli uomini di buona volontà e quella preghiera<br />
che sola tanto spesso può calmare quelle bufere spaventose che straziano<br />
l'umanità.<br />
Lo Spirito Santo che guida la storia e parla attraverso il Concilio sembra<br />
prendere in giro con simili gesti i fari fumosi della scienza senza Dio.<br />
Quanti di noi ricordano la storia del secolo passato colle sue lotte gigantesche<br />
contro la Religione, con le esequie cantate infinite volte sul Papato, sulla<br />
Religione, su Dio proclamato morto da Nietzche, dobbiamo innalzare a Dio<br />
l'inno del ringraziamento, accompagnare il Papa con la preghiera perché la sua<br />
missione di pace e perché il denaro risparmiato con la pace vada a sollievo<br />
dei popoli straziati dalla fame, abbia ad essere efficace. Preghiamo perché la<br />
scienza cieca ritorni alla fede. Soprattutto comprendiamo la grande missione<br />
che Dio affida a noi cristiani tutti, di lavorare oggi con speciale fervore per<br />
il trionfo Suo sulla terra.<br />
C.
Il primo incontro del<br />
Rev. P. Generale<br />
Pietro Arrupe S. J.<br />
con la provincia<br />
Veneto Milanese<br />
I! P. Arrupe coi Padri di Milano radunati<br />
nella Galleria di S. Fedele.<br />
Il R. P. Generale venne a Milano il 25 agosto. Visitò la residenza di San Fedele con le sue numerose opere, il Collegio<br />
Leone XIII e la Facoltà Filosofica di Gallarate.. Radunò poi per un colloquio tutti i Padri della città e dintorni, ai<br />
quali espose il suo programma, i problemi che sta affrontando per rendere le nostre opere sempre più efficienti.<br />
« Si esige da noi un duplice ordine di considerazioni — ci disse —. Prima di tutto ci si presenta il problema della<br />
Compagnia in questo momento storico, per renderci conto della sua presente condizione e vedere se, con il passare del<br />
tempo, alcuni suoi elementi abbiano subito a poco a poco mutazioni e abbiano assunto quelle forme storiche che, cambiando<br />
le condizioni esterne del mondo, debbono essere adattate alle odierne circostanze.<br />
« Questo deve indurci a una profonda analisi della Compagnia, ad approfondire i suoi elementi essenziali ed immutabili;<br />
e, dopo averne presa accurata conoscenza, vedere in che modo possiamo adattarli alle esigenze del inondo d'oggi.<br />
E' vero che la Compagnia ha perso la sua mobilità? E' vero che la Compagnia ha perso la sua attualità?<br />
è L'altro ardin edi considerazioni ci induce a considerare l'aspetto del mondo e della Chiesa quale appare ai giorni<br />
t..: r\ *~ ^ :i 1-1 J i j._i~ -t —~i - ^ ' •* ' • - - - - --<br />
suoi principi? Dobbiamo affrontare tutti questi problemi con mente sincera ed aperta e con coraggio, per trovarne la<br />
soluzione.<br />
« Perché la Compagnia continui ad essere quello che per i nostri giorni Sant' Ignazio la desidera, deve alimentarsi<br />
dello spirito di quel quarto voto con cui promettiamo una speciale obbedienza al Sommo Pontefice. Questa ubbidienza,<br />
umile e filiale, deve essere la chiave della nostra mentalità soprannaturale e della efficacia del nostro lavoro per il Regno<br />
di Cristo. Quella fiducia e quella convinzione con cui il Santo Padre mi parlava della fedeltà della Compagnia credo<br />
debbano considerarsi come la vocazione attuale al servizio della S. Sede, cioè come la voce di Cristo il quale vuole<br />
che la Compagnia si mostri fedele e docile verso il suo Vicario in terra in questi momenti così difficili per la Chiesa.<br />
« La devozione di S. Ignazio verso la Chiesa ha avuto una certa evoluzione. Egli infatti, un po' alla volta, cominciò<br />
a confidare, meno in se stesso e più in Cristo e netta Chiesa. Specialmente dopo il pellegrinaggio in Palestina e dopo terminati<br />
gli studi, trovandosi incerto fra tante vie possibili, di giorno in giorno prese coscienza della necessità di una stella<br />
che illuminasse tutta la sua vita. E<br />
per lui questa stella fu la Chiesa gerarchica.<br />
Ogni giorno più egli vedeva in<br />
Cristo la Chiesa. Il suo supremo ideale<br />
era lavorare "in aiuto della Santa<br />
Chiesa " ».<br />
Padre Arrupe si congratulò poi col P.<br />
Provinciale per l'attività della Provincia<br />
e con tutti i Padri di Milano che<br />
hanno intraprese opere provvidenziali<br />
degne della città; promise di starci vicino<br />
per aiutarci ad incrementarle e ci<br />
lasciò con una larga benedizione propiziatrice<br />
di grazie.<br />
Il P. Casella invita il R. P. Generale<br />
sita anche a Padova.
PROGRAMMI<br />
LA NUOVA DATA DELLA FESTA<br />
DI S. IGNAZIO ALL'ANTONIANUM<br />
S. Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù,<br />
è festeggiato liturgicamente il 31 luglio, data che<br />
anticamente coincideva con la fine delle scuole.<br />
Oggi, in quel giorno, manca qualsiasi festività<br />
per le vacanze degli alunni e del pubblico.<br />
Sull' esempio di molti altri Collegi d'Italia, anche<br />
l'Antonianum trasporta la festa di S, Ignazio a<br />
data in cui tutte le opere sue sono in piena attività<br />
e precisamente al 6 novembre, festa liturgica di tutti<br />
i Santi della Compagnia di Gesù, trasferibile all'occorrenza<br />
nella Domenica dopo.<br />
Per quel giorno attendiamo a festeggiarlo, tutti<br />
gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>, gli <strong>Alunni</strong> e Amici <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />
LA GIORNATA DANTESCA A RAVENNA...<br />
... annunciata nel numero passato <strong>dell'Antonianum</strong><br />
per la Domenica 10 Ottobre, viene differita alla<br />
Domenica 14 Novembre. Si manderà a parte l'invito<br />
dettagliato, in attesa che molti abbiano a parteciparvi.<br />
La Santa Messa verrà celebrata nella magnifica<br />
Chiesa di San Vitale da P. Guidubaldi S. J.<br />
noto per il suo volume su «Dante europeo». Conferenza<br />
nella sala Biblioteca Dantesca. Visita alla Basilica<br />
di S. Apollinare in Classe e pranzo al mare.<br />
INIZIATIVE CULTURALI<br />
La solenne chiusura dell'anno 1964 - 65, tenuta a Monte<br />
Berico di Vicenza, ebbe un esito felice. Più di un centinaio<br />
di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> erano presenti alla S. Messa celebrata da Padre<br />
Messori in Basilica, ed ottanta persone alla cena sociale<br />
a Montegal della.<br />
La riunione era stata preceduta da una seduta di Consiglio<br />
nella Sala del Veronese, in cui venne prospettata la<br />
attività culturale degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> durante l'anno 1965 - 66,<br />
secondo lo spirito della missione affidata dal Santo Padre<br />
ai Gesuiti contro l'ateismo. Si convenne di riprendere i Venerdì<br />
dello Spirito iniziati anni fa da P. Messori con la<br />
Congregazione Mariana Professionisti. Ora si estenderebbero<br />
anche agli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> di città. Verrebbero in essi discussi<br />
i problemi spirituali interessanti tutti.<br />
Verrebbe inoltre organizzata una equipe di oratori per<br />
tenere alcune conferenze di carattere cittadino, a Padova<br />
prima e poi nelle città dove gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> sono più numerosi<br />
e possano organizzare il pubblico.<br />
Si sta ora lavorando per concretare i temi che verranno<br />
comunicati sui fogli di invito.<br />
RIPRESA DEL CORSO BIBLICO<br />
P. Bassan riprende il Corso Biblico, iniziato l'anno scorso,<br />
che quest'anno avrà come tema «Messianismo e Messia».<br />
Sono 13 lezioni tenute dai proff. P. Carlo Martini e P.<br />
Stanislao Lyonnet della Compagnia eli Gesù e dai proff. Don<br />
Sebastiano Bovo e Don Salvatore Marsili dei Benedettini.<br />
La statua di S. Ignazio in S. Pietro di Roma.<br />
Le lezioni verranno tenute nella Sala-Teatro <strong>dell'Antonianum</strong>:<br />
alle ore 18.45 per gli studenti e alle ore 21 per il<br />
pubblico. Il calendario delle lezioni verrà comunicato quanto<br />
prima a quanti si iscriveranno.<br />
ATTIVITÀ' DELLA<br />
CONGREGAZIONE PROFESSIONISTI<br />
Ebbe inizio la sera del 1° Ottobre, Primo Venerdì del<br />
mese. In una seduta tenuta a metà <strong>Settembre</strong> il Consiglio<br />
ha precisato il programma per il nuovo anno. Al Primo<br />
Venerdì del mese funzione alle ore 21,30 con la S. Messa.<br />
Nei Venerdì successivi, sempre alle ore 21,30, funzione ascetica<br />
ordinaria. L'ultimo Venerdì del mese, Venerdì dello<br />
Spirito, con adunanza in sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> e discussione<br />
di problemi di attualità. Come l'anno scorso Ritiri<br />
Spirituali stagionali, con programma da fissarsi volta per<br />
volta ed estesi anche a tutti gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che desiderano<br />
vivere una vita spirituale più spiccata.<br />
Nella prossima elezione delle dignità e cariche il programma<br />
verrà maggiormente specificato. Il primo Ritiro<br />
Spirituale avrà luogo Sabato 9 e Domenica 10 Ottobre con<br />
meditazione al Sabato sera alle ore 21,30 all'Antonianum,<br />
ed il giorno dopo a Villa Immacolata di Terraglia alle ore<br />
9,30 e 11, intramezzate dalla S. Messa. Le Meditazioni verranno<br />
predicate questa volta da P. Insolera, Direttore Nazionale<br />
delle Congregazioni Mariane d'Italia, fatto venire<br />
apposta da Roma.
accanto alle due<br />
il Congresso di<br />
Roma, Madrid, Marsiglia, Vienna,<br />
Bad Godesberg : tappe successive<br />
dei nostri simpatici incontri congressuali<br />
a livello europeo.<br />
Quest'anno ci siamo dati appuntamento<br />
a Bad Godesberg, in Germania,<br />
sulle rive del Reno. La graziosa<br />
cittadina termale appare pittorescamente<br />
adagiata fra i colli e<br />
i boschi che in dolce declivio scendono,<br />
sulla riva sinistra, sino al maestoso<br />
fiume, sulla stessa direttrice<br />
per Bonn che dista soltanto sette<br />
chilometri.<br />
Di fronte, sulla riva destra, è situata<br />
la famosa regione del «Silbengebirge»<br />
con le molte selve, parchi,<br />
castelli, le caratteristiche «7 montagne»<br />
ed i rinomati centri di villeggiatura<br />
di Beuel, Koenigswinter,<br />
Petersberg, mete di frequenti riposi<br />
di tanti magnati e blasonati internazionali.<br />
Fra riva sinistra e riva destra, codesta<br />
zona Renana è senza dubbio<br />
una delle più rinomate e turisticamente<br />
più ricercate della Germania<br />
Federale. La vicinanza di Bonn e di<br />
Colonia ne rendono ancora più vivo<br />
l'interesse turistico.<br />
Di Bad Godesberg ricorderò che<br />
sono specialmente attraenti i dintorni<br />
collinari ove numerose sono le<br />
ricche ville sedi di consolati — data<br />
la vicinanza alla capitale — e<br />
dove risiede pure il Collegio S. Luigi<br />
dei Padri Gesuiti, ottima e razionale<br />
costruzione in mezzo al tanto<br />
verde di cui la terra tedesca è assai<br />
prodiga.<br />
A Bad Godesberg non manca, ovviamente,<br />
il «Burg», posto sopra un<br />
colle che domina la cittadina sino<br />
al sottostante fiume con una vista<br />
panoramica di ottimo effetto. Strano<br />
a dirsi ed a vedersi, il castello<br />
di Bad Godesberg non appare intatto<br />
e conservato nel suo vecchio e<br />
primitivo aspetto. I tedeschi, questa<br />
volta, hanno voluto imitare gli<br />
italiani e hanno inserito nel «Burg»,<br />
con notevole abilità architettonica,<br />
un lussuoso ristorante - albergo che<br />
non appare certo una nota stonata<br />
nell' insieme edilizio.<br />
Non mi sono informato, ma giurerei<br />
che in simile trasformazione<br />
vi sia stato lo zampino e l'estro di<br />
qualche architetto o, anche soltanto,<br />
di qualche albergatore nastrano.<br />
A Bad Godesberg siamo arrivati<br />
con un clima da aprile capriccioso<br />
e non certo con il solleone di luglio.<br />
Per chi fa il turista estivo non è poi<br />
un gran male il conforto del frescolino<br />
e di qualche garbata spruzzatine<br />
di pioggia.<br />
L'organizzazione perfetta<br />
Devo subito dirvi che l'organizzazione<br />
del Congresso si è rivelata impeccabile<br />
e, del resto, chi lo poteva<br />
mettere in dubbio ? Ricordando il<br />
Congresso del 1963 a Vienna vengono<br />
spontanei alcuni raffronti e —<br />
gli amici austriaci non ce ne vogliano<br />
— a Bad Godesberg la tecnica<br />
organizzativa è stata certamente superiore.<br />
Merito, anche, della magnifica<br />
«Stadthalle», con una razionalissima,<br />
ampia e moderna sala ove<br />
si tennero le sedute congressuali e<br />
con restaurant, terrazza e tanti qltri<br />
servizi logistici che la rendono<br />
efficientissima e ben adattabile a<br />
qualsiasi Congresso di notevole levatura.<br />
Ogni relazione veniva simultaneamente<br />
tradotta in francese, tedesco,<br />
spagnolo e italiano con una ricezione<br />
ottima attraverso le cuffie radiofoniche<br />
e di ogni relazione ci fu consegnata<br />
sollecitamente una copia<br />
stampata integralmente con la traduzione<br />
nelle varie lingue,<br />
blamente mancata a Bad Godesberg<br />
la cornice inarrivabile di sfarzo e di<br />
romantica signorilità imperiale che<br />
caratterizza la capitale austriaca.<br />
Ne ha quindi risentito anchce il programma<br />
«di contorno» al Congresso,<br />
assai più sobrio a Bad Godesberg<br />
Rispetto a Vienna, però, è indubnelle<br />
sue manifestazioni turistiche e,<br />
diciamo pure, mondane.
torri di Colonia<br />
Bad Godesberg<br />
In definitiva, il Congresso di quest'anno<br />
ha avuto il merito di essere<br />
tecnicamente più elaborato e culturalmente<br />
più impegnato, dando<br />
maggior posto ai lavori congressuali<br />
che agli svaghi e alle distrazioni.<br />
La partecipazione più modesta di<br />
signore e di familiari in genere, rispetto<br />
al Congresso di Vienna, costituiva<br />
certo un termometro fedele<br />
di codesta impronta più austera.<br />
Come a Vienna ci siamo ritrovati<br />
numerosi, provenienti da tante<br />
Nazioni europee : Germania, Austria,<br />
Svizzera, Francia, Belgio, 0landa,<br />
Spagna, Portogallo, Italia.<br />
Fra gli italiani, rappresentanti di<br />
Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli,<br />
Bari, Lecce, Catania, Palermo,<br />
Padova.<br />
Capeggiavano la nostra «troupe»<br />
il Padre Assistente, P. Giampietro<br />
S. J. con il Presidente, l'impeccabile<br />
e dinamico avvocato Adonnino di<br />
Roma, i Vice Presidenti avvocati Filippetto<br />
di Milano e Avallane di Napoli<br />
ed il Segretario Generale della<br />
Confederazione, avvocato Enzo Saia<br />
di Milano.<br />
In linea coi decreti del Concilio<br />
L'invito e l'introduzione, insieme,<br />
al tema del Congresso — « l'unità<br />
dei Cristiani » — era sintetizzato<br />
nel passo del Decreto Conciliare sull'Ecumenismo<br />
che dice: «Poiché oggi,<br />
per impulso della Grazia dello<br />
Spirito Santo, in più parti del mondo<br />
colla preghiera, la parola e l'opera<br />
si fanno molti sforzi per avvicinarsi<br />
a quella pienezza di unità<br />
che Gesù Cristo vuole, questo Santo<br />
Concilio esorta tutti i fedeli cattolici<br />
perché, riconoscendo i segni<br />
dei tempi, partecipino con slancio<br />
all'opera ecumenica».<br />
Non è compito mio l'esporvi ed<br />
il commentarvi il contenuto delle varie<br />
relazioni. Lo farà, in altro articolo,<br />
con molta maggior competenza<br />
ed autorità, il nostro carissimo<br />
P. Casella.<br />
Se qualcosa posso dirvi anch'io in<br />
modo assai sobrio e sintetico, ebbene,<br />
vi assicuro che il Congresso di<br />
Bad Godesberg ha costituito una<br />
nuova e preziosa esperienza, un'importante<br />
e necessaria acquisizione<br />
di problemi che ormai sono entrati<br />
nel vivo di un dibattito mondiale<br />
tanto appassionato quanto delicato<br />
e periglioso.<br />
Questa esperienza è stata particolarmente<br />
efficace per noi italiani<br />
perché — riconosciamolo con tutta<br />
franchezza — sentiamo ancora<br />
poco questo problema dell' unione<br />
ecumenica dei cristiani per il semplice<br />
motivo che esso, in Italia, praticamente<br />
non sussiste. Siamo cristiani<br />
cattolici fra cristiani cattolici<br />
e basta. Non viviamo a contatto di<br />
gomito con i fratelli della Chiesa<br />
separata, siano essi ortodossi, luterani,<br />
calvinisti, o altri ancora. In<br />
tante altre Nazioni europee, improntate<br />
ad un cattolicesimo «misto»,<br />
la situazione è invece ben diversa,<br />
le esigenze di unione sono<br />
più sentite, gli «incontri» assai più<br />
frequenti, i dibattiti sempre aperti.<br />
Ecco perché, anche per noi ex-alunni<br />
dei Padri Gesuiti, il Congresso di<br />
Bad Godesberg ha davvero costituito<br />
lo schiudersi di un orizzonte che<br />
soltanto intuivamo ma ancora non<br />
avevamo mai osservato nella sua<br />
sterminata complessità.<br />
Nessuno dubita che le coraggiose<br />
risoluzioni del Concilio Ecumenico<br />
avviato da Giovanni XXIII abbiano<br />
fatto cadere tante barriere e non<br />
pochi assurdi pregiudizi. Ma vi è<br />
anche il pericolo — e chi non lo conosce?<br />
— che codesta «apertura»<br />
o «aggiornamento» che dirsi voglia,<br />
attenui alquanto, più fuori del-<br />
I' Italia che in Italia, il senso vitale<br />
dell' obbedienza alla Gerarchia Ecclesiastica<br />
che sempre dovrebbe guidare<br />
l'azione del laicato cristiano.<br />
Ce ne siamo dolorosamente accorti<br />
nello stesso Congresso di Bad<br />
Godesberg constatando la intensità<br />
e la frequenza dei consensi da par-<br />
— 9
te dei presenti (pure, in maggioranza,<br />
cristiani cattolici) a certe affermazioni<br />
di parte Luterana che se<br />
da un lato suonavano invito all'accostamento<br />
e alla fraterna visione<br />
di un unico credo, dall' altro lato<br />
non accennavano ad alcun movimento<br />
concreto da certi e ben noti<br />
arroccamenti dogmatici evangelici.<br />
«L'ancoraggio» ad interpretazioni<br />
del tutto personali della Bibbia<br />
impera sempre come guida suprema<br />
di questi nostri fratelli di oltre<br />
Alpe.<br />
Né, purtroppo, abbiamo avuto la<br />
impressione che gli stessi abbiano<br />
attenuato quel certo senso di rivendicazione<br />
che deriva da un malinteso<br />
nazionalismo e da una storica,<br />
quanto senile e sorpassata, antipatia<br />
verso la Prima Sede Romana.<br />
Arriveremo, nonostante tutto, alla<br />
tanto auspicata intesa? Il passo<br />
che per primo è stato fatto da parte<br />
cristiana, darà i suoi frutti? Ci<br />
vorranno ancora anni, secoli? Quali<br />
gli angoli che noi cristiani laici siamo<br />
chiamati a smussare? Quale la<br />
parte e la guida della Gerarchia Ecclesiastica?<br />
Questi e tanti altri interrogativi<br />
dobbiamo porci e a Bad Godesberg,<br />
in effetti, sono stati posti e con molto<br />
merito e buona volontà si è tentato<br />
di darvi una risposta.<br />
Sono certo ardui quesiti da risolvere<br />
e di cui noi laici, in particolare<br />
noi ex-alunni dei Padri Gesuiti, dovremmo<br />
innanzi tutto prendere ampia<br />
e profonda conoscenza sotto<br />
l'insegnamento dei nostri Padri.<br />
Di tale impostazione primitivamente<br />
e fondamentalmente dottrinale<br />
non possiamo prescindere nel<br />
10 —<br />
Burg di Bad Godesberg.<br />
modo più assoluto, pena l'anarchia<br />
totale.<br />
La distinzione fra Chiesa Docente<br />
e Chiesa Discente resta più che<br />
mai viva ed attuale, nonostante i<br />
«conati liberistici» di alcuni cristiani<br />
cattolici che mal sopportano il<br />
dolce giogo di una obbedienza salutare.<br />
Aggiornare e progredire nell' unione<br />
dei cattolici non significa intaccare,<br />
nello sforzo di rinnovamento,<br />
cose e forme essenziali ed intangibili<br />
verità che sono fuori del tempo.<br />
Lo ha recentemente affermato<br />
in modo assai esplicito il Santo Padre<br />
Paolo VI rivolgendosi a quei settori<br />
del mondo cattolico che esasperano<br />
lo spirito dell' aggiornamento<br />
promosso da Giovanni XXIII con la<br />
indizione delle ossisi ecumeniche.<br />
Parole orientative del Papa<br />
Disse Paolo Vi rivolgendosi ai fedeli<br />
in Costei Gandolfo, l'I 1 agosto<br />
scorso: « Vi sono due modi per la<br />
Chiesa di mantenersi giovane: uno<br />
è quello di accostarsi al mondo che<br />
la circonda, di assumerne il linguaggio,<br />
i costumi, la mentalità, fin dove<br />
questo è compatibile con la natura<br />
e la missione della Chiesa, di<br />
inserirsi nella storia che passa, di<br />
«storicizzarsi». L'altro modo è quello<br />
per cui la Chiesa cerca in se stessa<br />
la vitalità inesauribile della sua<br />
verità, della sua coerenza tradizionale,<br />
della sua ricchezza spirituale.<br />
L'uno e l'altro modo — ha detto il<br />
Papa — sono buoni, purché siano<br />
saggiamente complementari.<br />
« Ma purtroppo talvolta, oggi —<br />
ha lamentato il Pontefice — in que-<br />
sto sforzo di rinnovamento, alcuni,<br />
mossi certamente da zelo sincero,<br />
si attengono al primo modo, dimenticando<br />
o trascurando il secondo.<br />
Avviene al/ora che molti sono tentati<br />
di credere vivo solociò che è<br />
nuovo, solo ciò che è moderno, solo<br />
ciò che si confonde con l'esperienza<br />
del mondo contemporaneo, e nasce<br />
d' istinto la tentazione di ripudiare<br />
ciò che ieri è stato fatto e<br />
pensato, di staccarsi dalla teologia<br />
e dalla disciplina tradizionale, di<br />
mettere tutto in questione come se<br />
si dovesse cominciare oggi a costruire<br />
la Chiesa, a rifare le sue dottrine<br />
partendo non tanto dai dati della<br />
rivelazione e della tradizione,<br />
quanto piuttosto dalle realtà temporali<br />
in cui si svolge la vita contemporanea,<br />
per dare inizio a nuove<br />
forme di pensiero, di spiritualità,<br />
di costume, col pretesto di infondere<br />
nel nostro cristianesimo una autenticità<br />
solo ora scoperta, e solo<br />
essa comprensibile agli uomini del<br />
nostro tempo.<br />
« Dapprima — ha osservato il<br />
Papa — questo processo di rinnovamento<br />
tocca e toglie cose e forme<br />
caduche; ma poi, in alcuni, arriva<br />
a intaccare cose e forme essenziali<br />
e intangibili nella Chiesa; e allora<br />
— ha concluso - v'è pericolo<br />
che, non volendo, la mentalità del<br />
riformatore si adatti, si faccia relativa<br />
a/le correnti di pensiero, di moda<br />
o del pensiero altrui ; e verità<br />
che sono fuori del tempo, perché divine,<br />
sono piegate ad uno storicismo<br />
che le priva talora del loro contenuto<br />
e della loro stabilità ».<br />
Commenti a tanta chiarezza di<br />
contenuto e di esposizione sarebbero<br />
dannosi ed inutili.<br />
Il Santo Padre ci ricorda ancora<br />
una volta che per condurre in porto<br />
l'unificazione dei cattolici si deve<br />
anzitutto prendere coscienza del<br />
problema, animati di carità e di<br />
comprensione, ma nella conoscenza<br />
più attenta del problema stesso. Il<br />
che significa che carità e fraternità<br />
non debbono sacrificare ed annullare<br />
dogma, tradizione, patrimonio<br />
culturale e soprattutto Ispirazione<br />
Divina.<br />
La conoscenza del problema del-<br />
I' unità dei cattolici deve avvenire<br />
progressivamente, con fermezza,<br />
senza deviazionismi dogmatici ma
Un'adunanza dell'assemblea.<br />
// tema del Congresso, «L'unità dei cristiani», scelto su consiglio dello stesso Cara. Bea che dell'ecumenismo è l'apostolo<br />
più fervente, importava una dettagliata esposizione della situazione delle principali correnti religiose con le quali<br />
sembra più facile il dialogo: la corrente ortodossa, quella calvinista e quella luterana.<br />
Siccome è molto difficile riassumere le conferenze che già sono estremamente riassuntive, per la vastità del problema<br />
che affrontano, pensiamo di offrire in saggio le tre conferenze principali.<br />
Presentiamo qui «Ortodossia e cattolicesimo», conferenza tenuta dal R. P. Wilhelm de Vries S.J. dell'Università Gregoriana<br />
di Roma. Nei prossimi numeri pubblicheremo le altre due.<br />
Ortodossia significa rettitudine nella<br />
Fede, Cattolicesimo significa universalità.<br />
Normalmente non dovrebbe esserci<br />
contraddizione tra queste due nozioni.<br />
In effetti, secondo la missione data<br />
da Cristo agli Apostoli, la vera Fede è<br />
destinata a tutti i popoli ed a tutte le<br />
creature. Essa è dunque, nella sua stessa<br />
essenza, universale. La Chiesa cattolica,<br />
che conserva la vera Fede come il<br />
suo più prezioso tesoro, non è, né latina,<br />
né greca, né slava, essa è proprio<br />
cattolica, il che vuoi dire universale,<br />
fatta per il mondo intero, accogliente<br />
per tutti i popoli, nella stessa maniera.<br />
Però quando si parla di ortodossia si<br />
intende designare la cristianità dell'Oriente<br />
bizantino ed il termine cattolicesimo<br />
si applica alla Chiesa cattolica<br />
dell'Occidente latino. Sino dalle origini<br />
l'Oriente e l'Occidente avevano nella<br />
Chiesa un loro carattere proprio. Tuttavia<br />
queste differenze che erano radicate<br />
nel particolare carattere dei Greci<br />
e dei Latini non avrebbero dovuto portare<br />
ad una divisione. Se vi sono stati<br />
tanti urti tra Oriente ed Occidente, e<br />
anche senza conservatorismi superficiali<br />
e sterili, ad opera « esclusiva<br />
», ritengo, della Chiesa Docente.<br />
Non vediamo altra via, anche se sarà<br />
giustamente necessaria la collaborazione<br />
« a latere » del laicato<br />
cattolico mediante una serie di iniziative<br />
che sono state ricordate anche<br />
a Bad Godesberg.<br />
Pensiamo che nessuna rivoluzio-<br />
se finalmente nella metà dell'undicesimo<br />
secolo si è arrivati alla rottura definitiva<br />
che dura tuttora, bisogna cercarne<br />
la causa nel fatto che e 1' Oriente<br />
e l'Occidente hanno considerato il<br />
loro modo di vivere e di pensare come<br />
il solo valido ed hanno tentato di imporlo<br />
all'altra parte. L'Impero Romano<br />
nei primi secoli della nostra era costituiva<br />
uno Stato fortemente centralizzato<br />
e presentava almeno esternamente<br />
un aspetto uniforme. In questo ambiente<br />
è nata e si è formata la Chiesa di<br />
Cristo. Però sotto la vernice esterna<br />
della cultura greco - romana si nascondeevano,<br />
sino dall'inizio, profonde differenze.<br />
Non possiamo analizzarle in<br />
questa breve esposizione, ma vogliamo<br />
solamente segnalare un aspetto che ha<br />
avuto una capitale importanza nella nascita<br />
della divisione, e cioè la differenza<br />
nella concezione della struttura della<br />
Chiesa. Nella coscienza dei Cristiani<br />
d'Oriente si trovano in primo piano le<br />
Chiese particolari, specialmente i Patriarcati<br />
di ROMA, di COSTANTINO-<br />
POLI, di ALESSANDRIA, di ANTIO-<br />
ne — tanto meno nel campo religioso<br />
— potrà avvenire se i popoli<br />
interessati non ne saranno intimamente<br />
convinti ed istruiti.<br />
A Bad Godesberg, intanto, abbiamo<br />
preso maggior coscienza e maggior<br />
conoscenza del problema. Sta<br />
a noi svilupparlo ulteriormente nella<br />
Carità ma anche nella Fede, interessandone<br />
le generazioni che ver-<br />
CHIA e di GERUSALEMME.<br />
La Chiesa universale è costituita dalla<br />
molteplicità delle Chiese particolari,<br />
che conservano la loro coesione nell'unità<br />
dell'impero, a capo del quale si<br />
trova, come vicario di Dio sulla terra,<br />
l'Imperatore, in quanto unto del Signore.<br />
Senza dubbio, non si passa sotto silenzio<br />
il primato del primo tra i Patriarchi,<br />
del Vescovo della città imperiale<br />
di Roma, dove già Pietro, il primo<br />
degli Apostoli, aveva governato la<br />
Chiesa ed aveva trovato la morte come<br />
martire. Più importante di questo<br />
primato appare tuttavia l'egemonia dell'Imperatore.<br />
Di fronte alla concezione<br />
della Chiesa imperiale - propria dall'Oriente<br />
- si erge il concetto della Chiesa<br />
Papale, dominante in Occidente.<br />
Diversità di carattere e sentimenti<br />
Nell'Oriente vi è una molteplicità di<br />
Chiese importanti, mentre nell'Occidente,<br />
ROMA, capitale dell'Impero, seggio<br />
del successore di Pietro, del Capo<br />
di tutta la Chiesa, domina tutto. Ed è<br />
per questo che nell'Occidente ci si abi-<br />
ranno e che raccoglieranno la nostra<br />
opera.<br />
Riprenderemo allora la discussione<br />
nel prossimo nostro Congresso?<br />
E' prematuro il dirlo, ma fin d'ora<br />
vi aspettiamo numerosi a Roma<br />
nel 1967 sotto la Presidenza Generale<br />
del nuovo eletto, il nostro avvocato<br />
Adonnino.<br />
G. BELLONI<br />
— 11
tua a vedere la Chiesa come una totalità<br />
che comprende, è vero, un certo<br />
numero di Chiese locali. Però in primo<br />
piano c'è l'unità, c'è l'insieme. E<br />
questa unità, è garantita dall'unico successore<br />
di Pietro, il Vescovo di ROMA,<br />
dall'unico capo della Chiesa universale<br />
che, in quanto tale, deve essere indipendente<br />
da ogni potere secolare, anche<br />
da quello dell'imperatore.<br />
Il Papa Gelasio, dal 492 al 496, fu il<br />
primo a sviluppare la teoria dei due<br />
poteri. Egli attribusce la priorità al potere<br />
spirituale di fronte al potere temporale.<br />
E non è per caso che questa<br />
teoria si è sviluppata in un'epoca nella<br />
quale il Papa aveva acquisito una indipendenza<br />
politica di fronte all'Imperatore.<br />
Era l'epoca nella quale regnava<br />
in Italia il Re TEODORICO IL GRAN-<br />
DE, re degli Ostrogoti. Poche decadi<br />
prima LEONE MAGNO aveva ancora<br />
riconosciuto ali' Imperatore un certo<br />
influsso in materia ecclesiastica e gli<br />
aveva anche attribuito una partecipazione<br />
al Sacerdozio. L'ulteriore evoluzione<br />
portava dapprima ad una nuova<br />
subordinazione politica del Papa di<br />
fronte all'Imperatore, poi ci fu la scomparsa<br />
della dominazione bizantina in Italia<br />
e l'alleanza del Papato con la dinastia<br />
del Franchi, che iniziava a prendere<br />
lo slancio. E questo portò, nella<br />
metà dell'ottavo secolo, alla rottura politica<br />
tra il Papato e Bisanzio. Ne troviamo<br />
una chiara manifestazione quando<br />
il Papa LEONE III impose, nella<br />
notte di Natale dell'anno 800, la corona<br />
imperiale a Carlo, re dei Franchi.<br />
Ormai in Occidente un nuovo Impero<br />
si oppose all'Impero di Oriente, che si<br />
era sempre considerato come l'unico<br />
Impero di tutta la Cristianità. Ormai<br />
la Chiesa Papale si opponeva alla Chiesa<br />
Imperiale. Il Papa divenne sempre<br />
più il capo supremo di tutta la Cristianità,<br />
che poteva disporre lui stesso della<br />
corona imperiale. Ormai era lui il<br />
Vicario di Dio sulla terra.<br />
Chiesa Papale e Chiesa Imperiale<br />
Nella concezione così differente della<br />
realità della Chiesa — da una parte<br />
Chiesa Papale, dall' altra parte Chiesa<br />
Imperiale — si trova sin dal principio<br />
il germe del conflitto. Ma questa differenza<br />
non avrebbe dovuto condurre necessariamente<br />
ad una divisione. Se vi<br />
fu divisione, lo si deve al fatto che le<br />
due parti davano un valore assoluto alle<br />
loro concezioni e non volevano vedere<br />
nell'altra ciò che vi era di valevole.<br />
La concezione orientale, come la formulava<br />
l'Imperatore GIUSTINIANO,<br />
riconosceva, è vero, il Papa come il primo<br />
di tutti i Preti. Ma i Preti, e, per<br />
conseguenza anche il Papa, sono subordinati<br />
all'Imperatore in quanto rappresentante<br />
di Dio sulla terra ; essi gli devono<br />
obbedienza incondizionata.<br />
14 —<br />
Ben presto un Papa, e fu VIGILIO,<br />
doveva sentire quello che ciò significava<br />
in concreto. GIUSTINIANO lo fece<br />
deportare a COSTANTINOPOLI, lo tenne<br />
prigioniero e lo sottopose a una tale<br />
pressione che egli si rassegnò finalmente<br />
ad accettare le proposizioni di<br />
Fede concepite dall'Imperatore. Egli<br />
ammise le concezioni dogmatiche del<br />
Concilio di COSTANTINOPOLI dell'anno<br />
553, che era stato convocato dall'Imperatore.<br />
Tutto questo fu la applicazione del<br />
principio che GIUSTINIANO aveva formulato<br />
nella novella 105 del suo codice<br />
: « l'Imperatore è inviato da Dio agli<br />
uomini come legge vivente». Ed ecco<br />
un altro esempio. L'Imperatore CO-<br />
STANZO II fece arrestare il Papa MAR-<br />
TINO I (dal 649 al 655) nel Palazzo del<br />
Laterano, poi lo fece deportare a CO-<br />
STANTINOPOLI e condannare all'esilio<br />
per il suo preteso tradimento. Il vero<br />
motivo era ben altro; il Papa si era<br />
opposto all'arbitrio dell'Imperatore che<br />
voleva intervenire in materia dogmatica.<br />
Ed ecco un terzo caso : l'Imperatore<br />
GIUSTINIANO II tentò di fare prigioniero<br />
il Papa SERGIO dopo il Concilio<br />
del 692, che ebbe luogo sotto la<br />
cupola del Palazzo imperiale, perché il<br />
Papa non voleva ratificare i decreti di<br />
quel sinodo, diretti contro l'Occidente.<br />
Egli dovette la sua salvezza al fatto che<br />
le milizie imperiali a RAVENNA ed<br />
anche a ROMA, rifiutarono di eseguire<br />
l'ordine dell'Imperatore.<br />
Scostamento dei Papi da Bisanzio<br />
E' evidente che questi incidenti ed<br />
altri simili accumulavano sempre maggiori<br />
rancori tra Oriente ed Occidente<br />
e finalmente ebbero il risultato che i<br />
Papi volsero definitivamente le spalle a<br />
BISANZIO. Ma per esser giusti, occorre<br />
considerare anche il rovescio della<br />
medaglia. Se gli Imperatori andavano<br />
troppo lontani nelle loro pretese, i Papi<br />
oltrepassavano pure la giusta misura.<br />
Una conseguenza logica della concezione<br />
di una Chiesa imperiale, era<br />
un certo primato del Vescovo di CO-<br />
STANTINOPOLI, poiché questa città<br />
era la nuova ROMA. A lungo andare<br />
si rivelava impossibile non giungere a<br />
questo. Ma per molti secoli i Papi rifiutarono<br />
— per motivi, è vero, comprensibili<br />
— di riconoscere questa evoluzione,<br />
e ciò non ha servito alla causa<br />
della pace.<br />
LEONE MAGNO protestò contro il<br />
Canone 28 del Concilio di CALCEDO-<br />
NIA del 451, che riconosceva al Vescovo<br />
di COSTANTINOPOLI, la nuova Roma,<br />
una presenza simile a quella del<br />
Vescovo della vecchia ROMA. Il Papa<br />
LEONE vide giustamente il pericolo<br />
che presentava questo principio d'una<br />
Chiesa imperiale, che era enunciato in<br />
questo canone. Ma ci si può domandare<br />
se la lotta di questo Papa, e dei suoi<br />
successori, contro le pretese di CO-<br />
STANTINOPOLI non abbia avvelenato<br />
senza necessità i rapporti tra l'Oriente<br />
e l'Occidente. D'altronde la teoria dei<br />
tre seggi di Pietro, che attribuiva a<br />
ROMA, ALESSANDRIA e ANTIOCHIA<br />
una preminenza esclusiva ,e che i Papi<br />
opponevano alle rivendicazioni dell'Oriente,<br />
era molto discutibile. Le proteste<br />
dei Papi non poterono impedire<br />
che il Canone 228 divenisse regola di<br />
diritto in Oriente.<br />
Il Papa Gelasio trattava il Patriarca<br />
di COSTANTINOPOLI come semplice<br />
suffraganeo del Metropolita di Eraclea<br />
in Tracia; questo procedimento offensivo<br />
accentuò inutilmente il conflitto<br />
tra ROMA e COSTANTINOPOLI; lo<br />
stesso dicasi per il Cardinale Umberto<br />
DA SILVA CANDIDA, legato di Leone<br />
IX, che nel 1054 depose sull' altare di<br />
S. Sofia a COSTANTINOPOLI la bolla<br />
di scomunica contro il Patriarca, che<br />
ancora rifiutava al Vescovo di Costantinopoli<br />
il titulo di patriarca. E fu solo<br />
il Papa Paolo VI ad accettare infine il<br />
titulo di Patriarca Ecumenico.<br />
Concezione di un primato<br />
troppo assoluto<br />
Ma aggravò la separazione oltre misura<br />
il tentativo del Papato di imporre<br />
all'Oriente la sua concezione di un primato<br />
sempre più assoluto e centralizzato.<br />
ROMA dimostrò sempre minore<br />
comprensione per l'autonomia tradizionale<br />
delle Chiese orientali ed in particolare<br />
dei Patriarcati. Anche in Occidente<br />
non si era concepita, sin dal principio,<br />
il primato come un potere centralizzato.<br />
Ancora al tempo di GREGO-<br />
RIO MAGNO, verso l'anno 600, i vari<br />
paesi d'Europa, ad eccezione dell' Italia<br />
cisalpina, beneficavano di una larga<br />
autonomia nel!' amministrazione ecclesiastica.<br />
Solo nel corso del IX secolo i<br />
Papi cominciarono ad intervenire in<br />
tutto l'Occidente come avevano abitudine<br />
di fare in Italia. Questa evoluzione<br />
fu favorita dai Decretali dello pseudo<br />
Isidoro, un falso sorto in Francia<br />
verso la metà del IX secolo, la cui<br />
principale tendenza mirava a proteggere<br />
i Vescovi particolari da un eccesso<br />
del potere del metropolita. Così si attribuì<br />
al Papa, lontano di Roma, il maggior<br />
potere possibile, nella speranza che,<br />
in pratica, non se ne servisse mai.<br />
Il Papa NICOLA I (858-867) sotto il<br />
cui pontificato si produsse, come si sa,<br />
la rottura col Patriarca di Costantinopoli,<br />
FOZIO, era un vigoroso difensore<br />
di un primato centralizazto. Egli tentò<br />
di imporre all'Oriente questa concezione<br />
e questo fu, a nostro avviso, la ragione<br />
più profonda della scissione. Se<br />
la sede di Pietro fosse stata occupata<br />
allora da un uomo meno energico e<br />
meno consapevole dei suoi privilegi,<br />
FOZIO avrebbe ottenuto la conferma
quantunque fosse stato eletto come laico,<br />
e ancora vivente il predecessore, e<br />
tutto il conflitto sarebbe stato evitato,<br />
perché i due impedimenti non presentavano<br />
a COSTANTINOPOLI un carattere<br />
eccezionale. Certamente FOZIO<br />
non era un santo, ma non era nemmeno<br />
quel malvagio ribelle qual'è descritto<br />
dalla penna di alcuni storici cattolici.<br />
Egli ricusò, e si comprende, una concezione<br />
del primato che era interamente<br />
nuova per lui. Il suo rivale IGNAZIO<br />
era d'altronde un avversario altrettanto<br />
accanito del primato così concepito.<br />
Nemmeno lui aveva intenzione di rinunciare,<br />
secondo l'ordine del Papa, alla<br />
Bulgaria, poiché credeva di avervi<br />
un diritto storico. In quell'epoca, l'idea<br />
della pentarchia era largamente diffusa<br />
a COSTANTINOPOLI. Intendiamo<br />
parlare eli questa concezione che cinque<br />
Patriarchii con uguali diritti sono<br />
chiamati a governare la Chiesa intera<br />
e che tra essi, il Patriarca di Roma è<br />
il primo. Del resto i Greci erano pronti,<br />
a richiesta di ROMA, a riesaminare<br />
il caso del Patriarca deposto, IGNAZIO,<br />
che era già stato eliminato da un Sinodo<br />
bizantino, ed a giudicarlo di nuovo<br />
in presenza del legato del Papa. Questa<br />
procedura era, in quei tempi, una<br />
concessione inaudita da parte eli BI-<br />
SANZIO. Ma secondo la concezione di<br />
ROMA, questo andava da sé.<br />
L'errore del Cardinale<br />
De Silva Candida<br />
Al tempo di Michele CERULARIO la<br />
scissione s'era ancora accentuata : questo<br />
Patriarca non aveva affatto l'intenzione<br />
di riconoscere al Papa un diritto<br />
divino al Primato, anche se accettava<br />
in linea di principio di commemorare<br />
eli nuovo il Papa nella liturgia; rna il<br />
Papa non poteva accontentarsi di questa<br />
presa di posizione senza sacrificare<br />
le prerogative date a Pietro e ai suoi<br />
successori, che implicano anche dei<br />
doveri. Il Cardinale Umberto de SIL-<br />
VA CANDIDA la cui missione era quella<br />
di ristabilire la pace già disturbata,<br />
contribuì al contrario a provocare la<br />
rottura definitiva per la sua incapacità<br />
a capire la reale situazione. Egli trattò<br />
il Patriarca di COSTANTINOPOLI<br />
come un ribelle, come un ribelle inferiore,<br />
dal quale pretese una sottomissione<br />
senza condizioni in nome del Papa.<br />
D'altronde, egli difese una concezione<br />
del primato che, sotto più di un<br />
aspetto, rifletteva la mentalità del suo<br />
tempo, e che si appoggiava sulla pretesa<br />
donazione di Costantino e sui Decretali<br />
dello pseudo-ISIDORO. Agli occhi<br />
di UMBERTO, ROMA — lo citiamo<br />
testualmente — era una testa che, come<br />
un re, si alza al di sopra di tutti gli<br />
inferiori, la madre di tutti, la cima che<br />
il Signore stesso ha innalzato, infine la<br />
origine del potere dell'Imperatore cri-<br />
Bartolomaeusmeister - 1500:<br />
La Fede di S. Tommaso Apostolo<br />
Museo Wallraf - Richartz (Colonia)<br />
stiano, e, di conseguenza, anche dell'Imperatore<br />
bizantino. Data una tale<br />
mentalità la rottura era inevitabile ed<br />
il Papa Giovanni XXIII aveva ragione<br />
quando diceva : « Le responsabilità sono<br />
divise ».<br />
Questo giudizio vale ancora meglio<br />
per il mantenimento della divisione,<br />
dopo che essa divenne una triste realtea.<br />
Tutti i tentativi per sormontare lo<br />
scisma tra l'Occidente e l'Oriente sono<br />
stati, nell'insieme, votati all'insuccesso.<br />
A dire il vero, il Cattolicesimo e l'Ortodossia<br />
oggi sono lontani l'uno dall'altro<br />
più che verso la metà dell' XI secolo.<br />
In quel periodo il Cristianesimo<br />
Occidentale e Orientale erano ancora<br />
due forme dello stesso cristianesimo<br />
nella Chiesa. Ma nel corso dei secoli<br />
che seguirono lo scisma, i! loro sviluppo<br />
non cessava dall'alìontanarli l'uno<br />
dall'altro. E ciascuna delle due parti<br />
irrigidiva la sua posizione divenendo<br />
infine una confessione che escludeva<br />
l'altra e la condannava.<br />
L'Ortodossia si congelava e aveva la<br />
tendenza a condannare ogni sviluppo<br />
del dogma nella Chiesa, perché essa vi<br />
vedeva una infedeltà inaccettabile verso<br />
la tradizione apostolica. Dopo l'uscita<br />
dell'Oriente dalla comunità visibile<br />
della Chiesa universale, si sviluppò nell'Occidente<br />
un cattolicesimo specificatamente<br />
latino, marcato dal carattere<br />
latino di alcuni pochi popoli. Questo<br />
cattolicesimo ristretto manifestò presto<br />
la tendenza a considerarsi come il<br />
cattolicesimo. Ci si azzardò a considerare<br />
come un ideale questo stato anormale<br />
nel quale la Chiesa universale visibile<br />
era ridotta alla sola Chiesa Latina.<br />
Si era sin da allora tentati ad<br />
identificare Cattolici e Latini. Così prese<br />
vita l'ideale di una Chiesa uniforme<br />
in tutte le manifestazioni.<br />
La tradizione latina<br />
come valore assoluto<br />
La maniera di fare dei Greci, che si<br />
consideravano come scismatici e anche<br />
eretici, passava per sospetta. Era più<br />
sicuro, in ogni caso, seguire il più fedelmente<br />
il modello della Chiesa Latina.<br />
Si considerava la tradizione latina<br />
come avente un valore assoluto. Tardivamente<br />
e molto lentamente l'Occidente<br />
è tuttavia arrivato a riconoscere il<br />
valore proprio della eredità spirituale<br />
delle Chiese Orientali.<br />
L'Occidente e l'Oriente si svilupparono,<br />
ma in direzioni differenti che non
CRONACA VARIA<br />
La Chiusura dell'anno a Monte Berico<br />
Come abbiamo detto nella pagina dei programmi, la chiusura<br />
dell'anno al Santuario di Monte Berico, dove ci siamo<br />
radunati il 15 luglio, è riuscito felicemente. Oltre un centinaio<br />
di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> furono presenti alla S. Messa in cui Padre<br />
Messori parlò della missione antiateistica affidata dal Santo<br />
Padre alla Compagnia, analizzando quali siano gli « slogan »<br />
popolari e le insinuazioni in giro per avvelenare le folle e<br />
staccarle dal vero culto di Dio.<br />
La S. Messa a Cortina<br />
A Cortina alla S. Messa di Domenica 8 Agosto erano presenti<br />
una sessantina di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>. Varie le circostanze di<br />
tempo che impedirono un maggior afflusso quest'anno, nonostante<br />
l'accurata organizzazione del Prof. Nino Ferro.<br />
P. Marcozzi nella S. Messa presentò Gesù che va incontro<br />
teneramente a tutte le sofferenze e alle necessità che incontra<br />
sulla Sua via, indice della sollecitudine eterna che il Padre<br />
Celeste ha per noi. Nella conferenza, tenuta dopo, parlò<br />
delle sue riflessioni scientìfiche sul problema dell'origine<br />
dell'uomo. Egli va ora in Africa per accertare fenomeni paleologici<br />
significativi. Al suo ritorno lo inviteremo a parlare<br />
delle sue esperienze qui in mezzo a noi, a Padova.<br />
Gli Esercizi di Bassano<br />
Come in passato, eravamo una ventina, venuti da varie<br />
parti, e furono tanto soddisfatti tutti.<br />
L'attrattiva di Villa San Giuseppe nella sua semplicità<br />
campagnola, nella sua calma interrotta solo dal murmure<br />
Brenta, dalle prediche calme e serene sui grandi problemi<br />
della vita, una forma serena di preghiera, una discussione<br />
conclusiva con l'intervento di altri Padri e con seria meditazione<br />
sulle esigenze del momento, erano un ambiente più<br />
che atto per risolvere cristianamente tanti problemi penosi<br />
della vita anche intima, a dare tanta luce per un orientamento<br />
efficace.<br />
cessarono dall'allontanarle l'uno dall'altro.<br />
Questo vale soprattutto per la concezione<br />
della struttura della Chiesa. In<br />
Occidente il primato del Papa era il filo<br />
conduttore della dottrina sulla Chiesa.<br />
Invece l'Oriente rigettava questo<br />
primato, con sempre maggior vigore, e<br />
vedeva in esso l'eresia fondamentale<br />
dei Latini, e cioè il papismo. Inoltre<br />
l'Oriente ricusava come una innovazione,<br />
l'espressione, 1' espressione razionale<br />
delle verità della Fede quale la si<br />
praticava nella scolastica medioevale, e<br />
non manifestava nessuna simpatia per<br />
le nuove forme di pietà e di culto eucaristico,<br />
che fecero la loro apparizione<br />
in Occidente nel corso del secondo millennio.<br />
Esso considerava tutto questo<br />
come un tradimento della tradizione apostolica<br />
primitiva, come un abbandono<br />
della ortodossia immutabile e ovunque<br />
identica. Ma in effetti, anche l'Oriente<br />
stesso ha avuto una evoluzione<br />
nel corso del secondo milennio ed, in<br />
particolare, in ciò che concerne la concezione<br />
della struttura della Chiesa.<br />
L'idea che la Chiesa totale si compone<br />
di una moltitudine di Chiese nazionali<br />
autocefale, assolutamente indipendenti<br />
le une dalle altre, non esisteva<br />
ancora in Oriente nel corso dei primi<br />
dieci secoli. In quei tempi l'ideale<br />
era quello di una Chiesa unificata da<br />
un solo Impero. Quando questo Impero<br />
cadde in rovina, gli stati nazionali presero<br />
il suo posto. E ciascuno giustamente<br />
voleva avere la sua Chiesa completamente<br />
indipendente.<br />
Cerchiamo ora di meglio seguire lo<br />
sviluppo della nozione del primato nel-<br />
la Chiesa d'Occidente. GREGORIO VII,<br />
ispirato da un desiderio di riforma, liberò<br />
la Chiesa dalla tutela della autorità<br />
temporale, ma per contro, con lui<br />
comincia uno sviluppo verso una concezione<br />
unilaterale del principio monarchico<br />
nella Chiesa.<br />
Concezione unilaterale<br />
del principio monarchico<br />
Così disparvero a poco a poco quegli<br />
intermediari tra il potere centrale ed<br />
i Vescovi, che erano i Primati ed i Metropoliti,<br />
ultimi testimoni di una certa<br />
rassomiglianza con le strutture ecclesiastiche<br />
orientali. E si vide svilupparsi<br />
una monarchia assoluta d'ordine<br />
spirituale; a capo di una organizzazione<br />
tanto vasta quanto rigorosa. I Vescovi<br />
rischiavano di passare per funzionari<br />
subalterni di un Papa investito solo<br />
della pienezza del potere. Così ogni<br />
autorità della Chiesa aveva la sua origine<br />
in questa autorità suprema e non<br />
ne era che una partecipazione o una<br />
delegazione.<br />
In questa situazione i patriarchi e le<br />
autonomie tradizionali non trovarono<br />
più posto. L'Occidente si organizzò a<br />
suo modo, ma cercava anche di imporre<br />
le sue strutture ali' Oriente, senza<br />
tenere nessun conto della di lui propria<br />
mentalità. Da questa attitudine deriva<br />
una parte della responsabilità nel mantenimento<br />
della divisione. Un tentativo<br />
maldestro fu fatto durante il secondo<br />
Concilio di Lione del 1274, e precisamente<br />
nella professione di Fede di Michele<br />
PALEOLOGO, che fu imposto ai<br />
Greci, senza alcuna discussione. Per ra-<br />
Seduta di Consiglio deli'Assoc. <strong>Ex</strong> Aiunni nella Sala del Veronese<br />
a Monte Berico, presieduta dal Presidente Avv. Malipiero, P. Casella<br />
espone l'urgenza dell'azione antiateistica ed i criteri da adottare<br />
per poter esercitare un influsso efficace.<br />
gioni politiche, l'Imperatore aveva assolutamente<br />
bisogno di questa unione.<br />
In questo Credo è contenuta una proposizione<br />
concernente la pienezza del<br />
potere papale, che va molto più lontano<br />
dalla concezione anteriormente ammessa,<br />
e che non è nemmeno stata<br />
mantenuta nella definizione del primo<br />
Concilio VATICANO. Si diceva che la<br />
Chiesa romana aveva concesso i privilegi<br />
ai Patriarchi d'Oriente e aveva loro<br />
delegata una parte della propria autorità.<br />
L'autorità dei Vescovi era concepita<br />
come una semplice partecipazione<br />
alla autorità pastorale suprema del<br />
Papa.<br />
Se si adotta una interpretazione rigorosa<br />
di questo — ciò che forse non è<br />
necessario — si viene a fare dei Vescovi,<br />
semplici organi esecutivi del Papa,<br />
senza nessun diritto proprio, cosa che<br />
oggi non è più ammessa. Era evidente<br />
che l'Oriente non poteva né accettarle<br />
né adottarle. Per questo l'unione<br />
di LIONE era dall'inizio votata all'insuccesso.<br />
La conferenza terminò notando come<br />
una nuova era è cominciata con la fondazione<br />
della Congregazione di Propaganda<br />
Fide e l'interessamento di Papa<br />
Leone XIII che aprì la via al richiamo<br />
affettuoso di Giovanni XXIII e del<br />
Concilio Vaticano presente.<br />
Il ritorno all'unità non potrà divenire<br />
realtà che alla condizione che ciascuno<br />
divenga dapprima quello che deve<br />
essere: gli Ortodossi veramente fedeli<br />
alla vera Fede, i Cattolici pienamente<br />
aperti ali' Universalità.<br />
W. DE VRIES S.J.
SPUNTI ANTIATEISTICI<br />
L' ATEISMO<br />
Preferirei credere a tutte le favole<br />
della Leggenda, del Thalmud e del Corano,<br />
piuttosto di credere che questa<br />
grande macchina dell'universo, dove io<br />
scorgo un ordine così costante, si muova<br />
da sola e senza che un'intelligenza<br />
la guidi. Perciò Dio non ha mai compiuto<br />
miracoli per persuadere gli atei,<br />
essendo le sue stesse opere una dimostrazione<br />
apparente e continua della<br />
propria esistenza. Una filosofia superficiale<br />
fa accedere un poco ali' ateismo,<br />
ma una filosofia più profonda riconduce<br />
alla conoscenza di un Dio; perché<br />
fin che l'uomo nelle proprie contemplazioni<br />
non scorge che le cause secondarie<br />
che gli sembrano sparse e incoerenti,<br />
può fermarsi a queste e non essere<br />
tentato di innalzarsi oltre; ma quando<br />
egli considera la catena indissolubile<br />
che lega fra loro tutte queste cause, la<br />
loro mutua dipendenza, e, se è permesso<br />
di esprimersi in tal modo, la loro<br />
stretta confederazione, allora egli si eleva<br />
alla conoscenza di un grande Essere<br />
che, essendo lui stesso il vero legame<br />
di tutte le parti dell'universo, ha<br />
formato questo vasto sistema e lo conserva<br />
per la sua provvidenza. L'assurdità<br />
stessa delle opinioni della setta<br />
più sospetta di ateismo è la dimostrazione<br />
dell'esistenza di un Dio: voglio<br />
parlare della scuola di Leucippo, di Democrito<br />
e di Epicuro; perché mi sembra<br />
meno assurdo pensare che quattro<br />
elementi variabili, con una quinta essenza<br />
immutabile, messi al giusto posto<br />
e per tutt al'eternità, possano fare<br />
a meno di un Dio, che imaginare<br />
che un numero infinito di atomi o di<br />
elementi infinitamente piccoli e che<br />
non posseggono nessun centro determinato<br />
verso il quale essi possano tendere,<br />
abbiano potuto per il loro fortuito<br />
incontro e senza la direzione di una suprema<br />
intelligenza, produrre quel mirabile<br />
ordine che noi vediamo nell'universo.<br />
pii interessati al «non-dio»<br />
Noi troviamo nella Sacra Scrittura<br />
le ben note parole: «L'insensato ha detto<br />
in cuor suo : Non appartiene a Dio»<br />
(Sapienza, XII, 24). Badate che essa<br />
non dice che egli lo pensi, ma solamente<br />
che lo dice a se stesso; piuttosto come<br />
una cosa che egli si augura e che<br />
cerca di far credere, che non come una<br />
cosa di cui sia intimamente persuaso.<br />
I soli uomini che osano negare l'esistenza<br />
di Dio sono quelli che credono<br />
di essere interessati alla sua non-esistenza;<br />
e ciò che prova come l'ateismo<br />
sia più sulle labbra che in fondo al cuore,<br />
è il vedere che gli atei amano tanto<br />
il parlare della loro opinione: come se<br />
essi cercassero di appoggiarsi all'approvazione<br />
degli altri per sentirsi più forti.<br />
Se ne vedono che voglion far proseliti<br />
e che predicano la propria opinione<br />
con tanto entusiasmo e fanatismo<br />
quanto i settari; in altre parole, l'ateismo<br />
ha i propri missionari, come la religione;<br />
che dico?, ha perfino i propri<br />
martiri, che preferiscono subire il più<br />
terribile dei supplizi piuttosto che ritrattarsi.<br />
Se essi fossero veramente persuasi<br />
che Dio non esiste, una volta negatane<br />
l'esistenza, tutto sarebbe finito<br />
ed essi non avrebbero più nulla da dire;<br />
perché tormentarsi tanto per questa<br />
opinione negativa?...<br />
Cause dell'ateismo<br />
L'ateismo può avere varie cause. 1":<br />
Una troppo grande divisione di sentimenti<br />
e le dispute sulla religione, soprattutto<br />
quando esse si moltipllcano<br />
eccessivamente; perché, quando non vi<br />
sono che due opinioni e due partiti che<br />
le difendono, questa stessa opposizione<br />
infonde maggior zelo all'uno e all'altro.<br />
Ma se regna una grande diversità di opinioni,<br />
questa molteplicità fa nascere<br />
dei dubbi e prepara l'ateismo. 2° : La<br />
condotta scandalosa dei preti, quando<br />
essa arriva al punto che faceva dire a<br />
san Bernardo : « Non si deve più dire<br />
" tale il prete quale il popolo ", perché<br />
talora il prete è cento volte peggio del<br />
popolo ». 3° : Le frequenti irrisioni delle<br />
cose sante, il che estirpa da cuori il<br />
rispetto della religione. 4°: Infine le<br />
scienze e le lettere; soprattutto in tempo<br />
di pace e di prosperità; perché i torbidi<br />
e le avversità riconducono alla religione.<br />
L'ateismo snobilita l'uomo<br />
Coloro che negano l'esistenza di Dio<br />
si sforzano di abolire la più nobile prerogativa<br />
dell' uomo, perché l'uomo per<br />
il suo corpo è troppo simile ai bruti; e<br />
se per la sua anima non ha qualche somiglianzà<br />
con la divinità, non è altro<br />
che un animale vile e spregevole. Essi<br />
rovinano anche il vero fondamento della<br />
magnanimità e tutto ciò che può ele-<br />
vare la natura umana. Infatti voi vedete<br />
come anche un cane dia prova di coraggio<br />
e di generosità quando si sente<br />
sostenuto dal proprio padrone, che tiene<br />
per luogo di una divinità e di una<br />
natura superiore ; coraggio che certamente<br />
non avrebbe senza quella fiducia<br />
che gli ispira la presenza e l'appoggio<br />
di una natura migliore della propria.<br />
Ed è così che l'uomo che si sente ras-,<br />
sicurato dalla protezione della Divina<br />
Provvidenza, trae da questa opinione e<br />
dal sentimento che ne deriva, un vigore<br />
ed una fiducia alla quale la natura<br />
umana abbandonata a se stessa non saprebbe<br />
arrivare. Così l'ateismo, già odioso<br />
per mille ragioni, lo è soprattutto<br />
perché priva la natura umana del<br />
più potente mezzo che essa abbia di elevarsi<br />
al di sopra della propria naturale<br />
debolezza. Ed a questo riguardo le<br />
nazioni sono come gli individui; nessuna<br />
nazione mai ha uguagliato il popolo<br />
romano per elevatezza di sentimenti<br />
e magnanimità. Ascoltate lo stesso<br />
Cicerone che rivela la vera sorgente<br />
di tale grandezza d'animo:<br />
Nobili parole di Cicerone<br />
« Benché, o padri coscritti, noi si sia<br />
qualche volta un po' troppo amanti delle<br />
nostre istituzioni e di noi stessi, tuttavia<br />
qualunque sia il concetto che il<br />
popolo romano possa avere della propria<br />
superiorità naturale, poiché egli<br />
non è superiore agli spagnoli per il numero,<br />
ai galli per l'altezza della statura<br />
e la forza del corpo, ai cartaginesi<br />
per la furberia, ai greci per le scienze,<br />
le lettere e le arti, ed infine ai latini ed<br />
agli italiani per quell'innato amore alla<br />
libertà che sembra essere la caratteristica<br />
distintiva, l'istinto e quasi l'anima<br />
di tutti gli abitanti di quella contrada;<br />
se il romano ha vinto e sorpassato<br />
in tante cose tutte le nazioni conosciute,<br />
non è dunque a tali particolari<br />
qualità che egli deve le proprie vittorie<br />
ed il proprio ascendente, ma alla<br />
propria pietà, alla sola religione, a quella<br />
sola specie di scienza e di saggezza<br />
che consiste nel pensare e nel sentire<br />
che l'intero universo è mosso e governato<br />
dall'intelligenza e dalla volontà suprema<br />
degli dèi immortali ».<br />
FRANCESCO BACONE<br />
(1561-1626)<br />
— 17
Ricordate il fortissimo in cui scoppia il coro di<br />
tutti i Beati all'aprirsi del canto 27" del Paradiso?<br />
« Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo »<br />
cominciò « Gloria » tutto il paradiso,<br />
sì che m'inebriava il dolce canto.<br />
Le note dell'inno trasvolano, propagandosi, verso<br />
l'Empireo ; poi si quietano in una lirica beatitudine<br />
:<br />
Ciò ^ch' io vedeva mi sembrava un riso<br />
dell' universo...<br />
E' la sovrana visione di bellezza creata dalla<br />
Aspirazione » di quel Divino Artista che è lo Spirito<br />
Santo, a cui sono riferiti i tocchi della perfezione<br />
nelle opere di Do, e Sant'Agostino chiama « Bellezza<br />
delle cose belle ». Spirilo, idest, soffio, vento;<br />
spiro, aura, dirà il Manzoni, piacevole alito, la cui<br />
visita, fa fiore le aiuole in terra e in cielo.<br />
Reso omaggio alla Trinità col canto dell' inno,<br />
Dante vuole spiegarla teologicamente, capirne l'essenza.<br />
E nel canto 33", la sua fantasia cattolica, affascinata<br />
e ossessionata come farfalla dal lume, dal<br />
fiore colorato, indugia a contemplare la visione della<br />
Trinità nell'Unità; conoscerne la generazione, la<br />
nascita eterna, che è il suo modo di esistenza. (Ma<br />
20 ~<br />
DANTE<br />
E<br />
LA SANTA<br />
TRINITÀ<br />
Dante e la Redenzione<br />
| (Miniatura del Sec. XV! -<br />
Biblioteca Comunale di Perugia)<br />
la cosa che affascina noi, è la rispondenza meravigliosamente<br />
esatta tra il dogma e la visione poetica).<br />
Nella profonda e chiara sussistenza<br />
dell'Alto lume, parvemi tre giri<br />
di tre colori e o" una contenenza.<br />
E l'un da l'altro, come iri da iri<br />
parca riflesso, e il terzo parca foco<br />
che quinci e quindi ugualmente si spiri,<br />
Nel circolo, che appare insieme uno e triplice,<br />
Dante vede i tre giri, che sono le tre persone; di tre<br />
colori, che sono il diverso attributo di ciascuna; e<br />
l'eguaglianza della contenenza, che è la loro identità,<br />
o unità.<br />
L'un giro — il Figlio — appariva generato dall'altro<br />
— dal Padre — come iride da iride; ed il<br />
terzo —_ lo Spirito Santo — appariva come fuoco<br />
che spiri — che proceda — ugualmente dal Padre<br />
e dal Figlio :<br />
... e il terzo parca foco<br />
che quinci e quindi ugualmente si spiri.<br />
Qualcuno ha detto che l'ultimo verso pare ritmicamente<br />
sollevato dal soffio d'una potenza cosmica.
Dante a dunque tutto affaccendato a guardare la<br />
verità nella sua bellezza rigorosamente geometrica;<br />
il dogma puro, in sé e per sé stante, che diventa verità<br />
intellettuale, definizione, il dogma librato come<br />
una geometrica costellazione óltre lo spazio dei suoi<br />
deli tolemaici, nel}' Empireo. E da buon geometra<br />
(manteniamo alla parola l'accento dantesco) ci da<br />
l'immensurabile misura dell'unità che è trinità, disegnandoci<br />
il circolo che è uno e triplice, triplice<br />
e uno.<br />
Il motivo dogmatico è calato nella figurazione<br />
geometrica, nel disegno esatto. Poi, la figurazione<br />
geometrica si sfa, il disegno ondeggia; e, per virtù<br />
di fantasia che è fede e amore, si fa musica, colore,<br />
colori, «tre giri di tre colori», colori accesi, fuoco:<br />
« e il terzo parea foco ».<br />
Questa è la poesia di Dante, teologizzante, teologia<br />
raggiata. Si pensa a quello che dice il Boccaccio<br />
nel suo Commento alla Commedia : « Dico<br />
che la Teologia e la poesia quasi una cosa si possono<br />
dire ; anzi che la Teologia niun altra cosa è<br />
che una poesia di Dio ». Poesia alleata di Dio.<br />
Dante s'inebria a guardare la difficile verità; direi<br />
quasi che gioca, se è da gioco che si fa giocondo;<br />
è giocondo della soluzione a cui è giunto:<br />
O luce eterna che sola in te sidi,<br />
sola t'intendi, e da te intelletta<br />
e intendente, te ami ed arridi.<br />
Ritorna quel gran « riso dell' universo » che in<br />
paradiso è un modo di spendere e di vivere. Anche<br />
la rima, la rima stessa, si fa luce ridente : « in te<br />
sidi - ed arridi ».<br />
Parlavo di gioco, che deriva ed è derivato da<br />
gioia; ed ecco farsi più palese nel canto 14°, dove<br />
il motivo della Trinità ci appare non più in forma<br />
di definizione dogmatica, ma in un ritmico ritorno<br />
di note sopra se stesse :<br />
Quell'uno e due e tre che sempre vive<br />
e sempre regna in tre e in due e in uno<br />
non circoscritto, e tutto circoscrive,<br />
Tre volte era cantato da ciascuno<br />
di quegli spirti...<br />
Cominciamo a divertirci, cioè a capire meglio.<br />
La Trinità, vista, in questa accensione lirica, non è<br />
più aritmetica ma è poetica rivelazione della verità.<br />
Quasi non è più un mistero ma un miracolo che<br />
diletta e affascina la mente. O, se resta mistero, ba-<br />
Tu /ose/era/ ogni coso diletta<br />
più caramente e questo è quello strale<br />
che l'arco dell'exilio pria saetta<br />
Domenico Peterlin<br />
(sec. XVIII) : Dante in esilio.<br />
(Par. XVII-55)<br />
sta amarlo per capirlo. E noi siamo nati per amare<br />
anche i misteri:<br />
E' chiaro che, parlando della Trinità, quello che<br />
si dice delle tre persone, va inteso anche per ciascuna<br />
di esse. Ma con che gioia Dante parla in particolare<br />
dello Spirito Santo, ispiratore delle opere<br />
d'amore, opera d'amore egli medesimo :<br />
Guardando nel suo Figlio con l'amore<br />
che l'uno e l'altro eternalmente spira<br />
lo primo ed ineffabile valore...<br />
Sua « spirazione » è l'incarnazione del Figlio :<br />
Fin che al Verbo di Dio discender piacque<br />
n' la natura unì a sé... in persona<br />
con l'atto sol del suo eterno amore...<br />
Sua ispirazione è la letizia in cui i Beati vivono<br />
in ogni Cielo. Dice Piccarda, nel cielo della luna:<br />
Li nostri affetti che solo infiammati<br />
son nel piacer dello Spirito Santo,<br />
letizian del suo ordine formati.<br />
E in terra è lui l'ispiratore degli eleganti pensieri,<br />
delle opere d'arte :<br />
Cesare fui e son Giustiniano<br />
che, per voler del primo amor eh' io sento<br />
d'entro le leggi trassi il troppo e il vano.<br />
// primo amore, l'eterno amore, il sommo amore,<br />
il caldo amore; questi sono i nomi dello Spirito<br />
Santo.<br />
Ora io non vorrei dire cosa troppo ardita affermando<br />
che nell'intima storia di Dio, il Padre ed il<br />
Figlio appaiono come prefiguratori dello Spirito<br />
Santo. Ma non questo volevano adombrare le parole<br />
di Gesù : « un giorno adorerete Dio nello Spirito<br />
»?<br />
In verità, al Padre e al Figlio siamo soliti dare<br />
figure antropomorfìchce, come dice Dante :<br />
Per questo la Scrittura condiscende<br />
a vostra facultade, e piedi e mano<br />
attribuisce a Dio, ed altro intende.<br />
Altro, cioè il trasfigurato, lo Spirito Santo : l'immagine<br />
più libera e più pura di Dio. Se Dio ha un<br />
sinonimo teologicamente esatto, questo è Spirito<br />
Santo; la terza persona che assorbe e assomma le<br />
altre due.<br />
CESARE ANGELINI
t*<br />
V<br />
ss<br />
JF ' '.'' "A '"'«.»,.-!"' -'••'"..<br />
lì decimo Convegno di Assistenti Universitari all'Antonianum organizzato dal Centro di Studi Filosofici di Gallarate.<br />
«La Piccola Gallarate»<br />
Dal 1945 agisce in Italia, nel<br />
campo degli studi fisolofici, il «Movimento<br />
di Gallarate». Nel tessuto<br />
annuale dei suoi convegni esso verifica<br />
e porta avanti una rigorosa<br />
opera di ricerca e di testimonianza<br />
alla quale sono interessati i docenti<br />
universitari che aderiscono alla concezione<br />
cristiana della vita. Il padre<br />
Carlo Giacon — che insieme ai professori<br />
Battaglia, Guzzo, Padovani,<br />
Sciacca e Stefanini si fece iniziatore<br />
fervido ed è coordinatore del Centro<br />
gallaratese — ricordando le origini<br />
del «Movimento» tra i problemi<br />
cruciali del dopoguerra, ha scritto<br />
: «Tutti si era ben consapevoli<br />
che, nella crisi e nel crollo conseguiti<br />
alle due guerre mondiali, anche<br />
per la filosofa si manifestava,<br />
come unico terreno saldo, di fronte<br />
a tante rovine materiali e spirituali,<br />
il Cristianesimo ».<br />
E infatti non era tempo per una<br />
pur degna accademia sulle possibilità<br />
e i limiti della filosofia cristiana;<br />
si trattava invece di assumersi il peso<br />
della ragione e di delineare i suoi<br />
compiti senza sospendere con ciò,<br />
ma rafforzando, il vincolo della fede<br />
nell'esperienza della Grazia. Dal<br />
di dentro di tale impegno sembrò<br />
di poter meglio intendere ed accogliere<br />
il dialogo col mondo moder-<br />
22 —<br />
no; e alla fine del primo incontro<br />
si potè affermare: «II Convegno è<br />
stato senza dubbio un'eloquente ed<br />
efficace testimonianza e documentazione<br />
della perenne e feconda vitalità<br />
del pensiero cristiano, tanto<br />
più eloquente ed efficace in quanto<br />
i Convenuti derivano da formazioni<br />
speculative le più diverse, e<br />
molti dal seno stesso delle correnti<br />
estreme della filosofia moderna e<br />
contemporanea. Esperti conoscitori<br />
di questo pensiero, essi non ne sono<br />
rimasti soddisfatti, e hanno cercato<br />
e trovato in un pensiero ispirantesi<br />
al Cristianesimo il superamento o il<br />
completamento da essi desiderato.<br />
Ora essi intendono invitare lo stesso<br />
pensiero moderno, che non raramente<br />
ha del tutto ignorato le ricchezze<br />
e le profondità del pensiero cristiano,<br />
a prenderne conoscenza diretta<br />
e autentica. Essi ritengono che<br />
solo così la speculazione filosofica<br />
possa aver diritto di far sentire la<br />
sua voce nell'opera della ricostruzione<br />
nel mondo dei beni della giustizia<br />
e della pace ».<br />
Da quell'inizio discende la concreta<br />
presenza cattolica nell'Università<br />
italiana: non poteva bastare la<br />
proclamazione di fede, urgeva anche<br />
l'effettivo esercizio di una indagine<br />
condotta in armonia con le<br />
verità rivelate per promuovere l'incremento<br />
professionale degli studi<br />
in quei cattolici chiamati alla riflessione<br />
filosofica e che intendevano<br />
porre se stessi, nella responsabilità<br />
della cattedra e della formazione,<br />
al servizio della cultura universitaria<br />
del nostro Paese. Si sa che non<br />
è possibile svolgere imprese di questo<br />
tipo senza una intesa umana e<br />
scientifica: da qui il senso di ogni<br />
«movimento», non solo di vocazione<br />
cristiana; basti pensare all'analoga<br />
azione che si è andata coagulando<br />
nell'Università e nell'editoria<br />
intorno ai centri di ispirazione marxista<br />
e laicista.<br />
Numerose realizzazioni del Centro<br />
di Gallarate testimoniano della<br />
sua capacità di espansione. Fra tutte,<br />
una merita oggi di essere messa<br />
in luce, mentre si compie il suo primo<br />
decennio: i Convegni, promossi<br />
sin dal 1952 a Padova, di Assistenti<br />
universitari di discipline filosofiche.<br />
E' nata da essi la «piccola Gallarate»,<br />
come è stato detto quasi per<br />
fissarne il ritmo e lo scopo. Difatti<br />
attraverso questi incontri e le connesse<br />
attività, nell'approfondimento<br />
di tesi e di contributi, si intendono<br />
preparare i quadri dell'insegnamento<br />
universitario.
Con un rapido profilo dei dieci<br />
convegni patavini, si può facilmente<br />
rintracciare nella nuova leva filosofica,<br />
insieme alla consapevolezza<br />
dei valori classici e cristiani, una<br />
competente e analitica attenzione<br />
nei confronti delle scuole odierne,<br />
delle metodologie e delle stesse «eresie».<br />
Il dialogo che a Gallerete si<br />
conduce a livello per così dire cattedratico<br />
(dato il ruolo effettivo che<br />
i convegnisti esercitano nella cultura<br />
italiana), trova efficace eco e<br />
qualche volta significativi precorrimenti<br />
nei contatti che la giovane generazione<br />
va curando a Padova di<br />
anno in anno.<br />
Si esprime qui il giusto convincimento<br />
che grave errore sarebbe<br />
mettersi a guardare il corso delle<br />
filosofie «mondane» da un angolo<br />
privilegiato di carisma e di salvezza,<br />
mentre per i cristiani — se lo<br />
fu già per Sacrate! — la filosofia<br />
dev'essere dialogo non apparente,<br />
ma reale, tra gli uomini.<br />
I temi dei convegni rispecchiano<br />
tale stile dialogico e vanno realizzando<br />
una ricca prospettiva teoretica.<br />
Nel 1945 i professori Padovani<br />
e Fabro introdussero al «concetto e<br />
valore di filosofia e storia» ponendo<br />
in tal modo le premesse critiche per<br />
ogni discorso ulteriore; mentre nel<br />
successivo incontro i professori Giacon<br />
e Prini guidarono i dibattiti sui<br />
concetti di causa, infinito, perfetto,<br />
atto, assoluto e delinearono i termini<br />
della «revisione odierna del problema<br />
gnoseologico». Altro argomento<br />
di impostazione fu celebrato<br />
nel terzo convegno, quando le relazioni<br />
dei professori Bontadini e Antonelli<br />
portarono a studiare il rapporto<br />
tra filosofia neoclassica e neoscolastica<br />
e richiamarono alla originarietà<br />
della metafisica nella quale<br />
si qualifica e prende consistenza<br />
ogni ricerca filosofica.<br />
Seguirono poi alcuni grandi temi<br />
esplorativi, ma nel tempo stesso sistematici,<br />
tesi a verificare il valore<br />
della tradizione a contatto della problematica<br />
nuova: nel 1959 i professori<br />
Pareyson e Moschetti offrirono<br />
agli Assistenti analisi acute e stimolanti<br />
su «storicità e personalità della<br />
filosofia» oltre che su «storicismo<br />
ed escatologismo»; nel 1960 i dibattiti<br />
ebbero come centro «il fondamento<br />
dell'obbligazione morale»<br />
sotto la guida dei professori Maz-<br />
P. Babolin, Assistente di Filosofia all'Università<br />
di Bologna, coi Colleghi.<br />
zantini e Mathieu; e nel 1961, a<br />
proposito di un argomento arduo —<br />
«spiritualità e immortalità dell'anima»<br />
— sulla base delle lezioni dettate<br />
dai professori Mazzantini e Pesce,<br />
emerse l'esigenza dimostrativa<br />
anche nei confronti di quei valori<br />
che sembrano, kantianamente, postulati<br />
dalla fede, ma incomprensibili<br />
alla ragione.<br />
Questo appello alla dimostrazione<br />
ha dato una certa organicità ai<br />
convegni degli ultimi quattro anni,<br />
attraverso i quali sembra svolgersi<br />
e perfezionarsi lo stesso discorso<br />
nella sua doppia valenza metodologica<br />
e metafisica. Nel 1962, infatti,<br />
i professori Selvaggi e Severino<br />
proposero specificamente la «teoria<br />
della dimostrazione», facendo<br />
ricorso anche ad alcuni testi di Dewey<br />
e Carnap; nel 1963 i professori<br />
Bongioanni e Sentinella interessarono<br />
il convegno intorno al «problema<br />
della comunicazione», traendo<br />
spunto, fra l'altro, da alcuni scritti<br />
di Jaspers; nel 1964 i professori<br />
Riondato e Campanale (quest'ultimo<br />
con ricchi commenti a Wittgenstein)<br />
trattarono dei fondamenti<br />
ontologici del linguaggio; e di recente,<br />
nel X" convegno, i professori<br />
Campanale e Rigabello hanno sancito,<br />
per così dire, la peculiarità<br />
della «piccola Gallarate» esplicitando<br />
il tema che da senso e struttura<br />
al «Movimento» stesso: la validità<br />
del discorso metafisico.<br />
Nel volgere di questo decennio,<br />
tramite i convegni patavini, non pochi<br />
giovani assistenti universitari si<br />
sono inseriti, con ottimi frutti, nella<br />
ricerca scientifica, alcuni utilizzando<br />
delle «borse di studio» presso la<br />
«Humboldt Stiftung», altri lavorando<br />
per la Enciclopedia filosofica<br />
promossa e curata dal Centro gallaratese,<br />
altri infine dedicandosi ai<br />
seminari delle varie Università italiane.<br />
I risultati degli stessi convegni<br />
entrano ormai nel dibattito filosofico<br />
attraverso la redazione annuale<br />
degli Atti, la cui pubblicazione,<br />
in pregiata forma, è affidata<br />
dal 1961 alla Editrice Gregoriana<br />
di Padova.<br />
Dette queste notizie, dovrebbe<br />
sembrare allarme retorico e pressoché<br />
inutile quello di chi lamenta<br />
la massiccia presenza dei filosofi<br />
marxisti nell'Università italiana e<br />
trascura lo sforzo dei cristiani per<br />
una più completa finalizzazione<br />
della filosofia e della civiltà. Ai cristiani,<br />
che pur vivono dei doni sovrarazionali,<br />
incombe il gusto e il<br />
dovere della ragione. In questo spirito,<br />
il Movimento di Gallarate e la<br />
nuova generazione filosofica che da<br />
esso promana ci appaiono innestati<br />
nella realtà storica odierna, protesi<br />
nel dialogo per dissolvere la tentazione<br />
del duello.<br />
ANGELO SCIVOLETTO
L'addio di Padre Fontana<br />
P. Fontana è stato mandato dai Superiori alla<br />
Casa di Esercizi «Villa Mater Dei» (Via Gonfalonieri,<br />
12 - Varese) dove il lavoro è meno preoccupante<br />
per la salute. Appena giunto là ha inviato la seguente<br />
lettera:<br />
Varese, 13 settembre 1965<br />
Amici carissimi,<br />
mi rivolgo un'ultima volta a voi con la mediazione<br />
di queste righe. Sarebbe stato più simpatico<br />
salutarvi di persona, uno ad uno; ma buone<br />
ragioni mi hanno suggerito una partenza in punta<br />
di piedi.<br />
Mi congedo senza discorsi, richiamandovi semplicemente<br />
ai temi spesso proposti nelle preghiere<br />
di comunità. In quelle sere vi esposi, senza retori-<br />
saluto del nuovo Padre Direttore<br />
Cari amici,<br />
chiamato all'ufficio già occupato dai Padri<br />
Magni, Casella, Messori, Colombo, Merlin, Masetto<br />
ed ultimamente da P. Fontana, invio a tutti il più<br />
cordiale saluto.<br />
Il mese di settembre per la direzione del Collegio<br />
è uno dei mesi dei ricordi più veri. <strong>Ex</strong>. alunni<br />
e studenti si fanno vivi in modo spesso commovente.<br />
Da pochi giorni è venuto un <strong>Ex</strong> di Brescia portando<br />
con sé ben quattro matricole alle quali volle<br />
far vedere le stanze che lui ed i suoi antichi compagni<br />
avevano abitato, dove avevano complottato i<br />
loro scherzi goliardici, dove li andava a trovare o<br />
«pescare» P. Colombo o qualche suo aiuto di turno.<br />
Sapeva delle innovazioni e ne era soddisfatto come<br />
chi ritrova — dopo tanto — una vecchia famiglia<br />
di amici che ha superate le difficoltà e fatto strada.<br />
Ogni volta che incontro un <strong>Ex</strong> e, soprattutto, uno<br />
studente che torna, ringrazio Dio ed i miei predecessori<br />
mentre domando al Cielo la grazia di non sciupare<br />
l'eredità, di concretare sempre più le direttive<br />
di miglioramento, non trascurando le linee caratte-<br />
24 —<br />
ca, ciò di cui ero profondamente convinto : rapporti<br />
formativi basati sulla sincerità e generosità, il<br />
vostro impegno a costruire la storia di oggi sui moduli<br />
evangelici.<br />
Mi è particolarmente gradito ringraziare ancora<br />
coloro che credettero alla possibilità di una comunità<br />
universitaria, non rassegnati al mezzo trotto<br />
del pensionato; quelli che mi sostennero nello sforzo<br />
di vivere tra voi come amico sincero fino in fondo,<br />
imparziale e amante della linearità.<br />
A tutti domando l'elemosina di un ricordo a Dio,<br />
perché serva validamente Cristo nella sua Chiesa.<br />
Ignazio Fontana S. J.<br />
ristiche di P. Fontana che cercò di far convergere<br />
lo sforzo degli studenti migliori, operanti attraverso<br />
la Consulta, col vivo desiderio dei Padri di migliorare<br />
sempre la vitalità formativa, intellettuale e spirituale<br />
<strong>dell'Antonianum</strong>.<br />
D'accordo con gli altri Padri del Collegio e con<br />
la Consulta cercheremo di migliorare sempre la scelta<br />
delle lezioni e conversazioni religiose; per una<br />
presenza e testimonianza sempre più viva del Collegio<br />
nella città e nella cittadella universitaria, intensificheremo<br />
i nostri incontri culturali in collaborazione<br />
con gli altri studenti e Collegi Universitari.<br />
Soprattutto però vorrei che quest'anno tutto<br />
l'Antonianum sia animato da quello spirito nuovo<br />
che il Concilio desidera dai laici in questo momento<br />
storico della Chiesa coinè vi dirò in una pagina<br />
più avanti di questo Antonianum.<br />
« I laici sono chiamati come membri vivi a contribuire<br />
con tutte le loro forze ricevute dalla bontà<br />
del Creatore e dalla grazia del Redentore, all'incremento<br />
della Chiesa e alla sua continua ascesa alla
santità.... Sono soprattutto chiamati a rendere presente<br />
ed operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle<br />
circostanze in cui essa non può diventare sale<br />
della terra senza di loro. Così ogni laico per ragione<br />
degli stessi doni ricevuti è testimonio ed insieme<br />
vivo strumento della stessa missione della Chiesa,<br />
secondo la misura con cui Cristo gli ha dato il<br />
suo dono » (Ef. 4, 7). Così la Costituzione Conciliare<br />
«De Ecclesia».<br />
Cari amici, vorrei che queste parole vi fossero<br />
sempre presenti anche nello studio perché le vostre<br />
lauree, quanto più saranno brillanti, tanto più vi<br />
metteranno in condizione di far onore a Dio ed operare<br />
per il Suo trionfo nel mondo.<br />
Con rinnovati saluti ed auguri di ogni bene<br />
Alberto Bassan S. J. P. Bassan con il Sindaco del Collegio e il R. P. Rettore.<br />
ringraziamento degli <strong>Alunni</strong> a Padre Fontana<br />
Sapevamo, ma non ce ne rendevamo ben conto,<br />
quanto la qualità, le intime ed esterne difficoltà e<br />
la mole del lavoro sostenuto tutti questi anni per<br />
migliorare 1' «Antonianum», per toglierlo dal « suo<br />
buon trotto » metterlo a bel passo di corsa, avessero<br />
logorato P. Fontana. Non osavamo pensare che<br />
a un certo punto avrebbe dovuto anch'egli prendersi<br />
un necessario ed efficace riposo. Non ce l'aspettavamo.<br />
Quello che ci tocca di più è proprio questo : P.<br />
Fontana deve ora andare a riposare lontano da noi<br />
proprio perché ci è stato troppo vicino aderente e<br />
preveggente sulle nostre esigenze umane e spirituali.<br />
Il bene che ci ha fatto e che continua a operare<br />
nascostamente in noi, studenti e laureati usciti<br />
UN ESPERIMENTO PER CONSOLI-<br />
DARE LO SPIRITO DI FAMIGLIA<br />
DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
Quest'anno, tornando in Collegio, gli<br />
studenti troveranno una novità : i famosi<br />
« buoni mensa » sono stati eliminati,<br />
a titolo di esperimento fino a Natale.<br />
La Consulta, facendosi interprete<br />
dei desideri degli studenti, manifestatisi<br />
nelle periodiche riunioni collettive<br />
in Aula dei Cento, ha caldeggiato presso<br />
i Padri in sede di Consulta l'opportunità<br />
di tale provvedimento.<br />
Infatti, oltre ai ben noti inconvenienti<br />
pratici, rappresentati dalla nominativita<br />
e dalla progressività numerica dei<br />
buoni, appariva evidente l'incongruenza<br />
tra la retta annuale e la necessità di<br />
giustificarla attraverso la presentazione<br />
di questi tagliandi.<br />
Ma al di là dei problemi di natura<br />
tecnica attraverso la nostra proposta si<br />
è voluto che i Padri ci dessero la possibilità<br />
di dimostrare di aver raggiunto<br />
un preciso senso di responsabilità e di<br />
autocontrollo.<br />
Come detto ali' inizio, i Padri hanno<br />
aderito ben volentieri alla nostra richiesta;<br />
ma per ovvie ragioni di indole finanziaria,<br />
onde evitare un possibile pregiudizio<br />
della situazione economica del<br />
Collegio, in pieno accordo con noi, hanno<br />
ritenuto di effettuare un periodo di<br />
prova fino alle vacanze di Natale.<br />
Preso atto della buona volontà dei Padri<br />
e della fiducia che ci hanno accordato,<br />
noi vi invitiamo a meditare sull'im-<br />
dall'Antonianum, lo avvertiamo spesso. Ricorderemo<br />
allora anche i suoi atteggiamenti esternamente<br />
più caratteristici : i suoi « pontificali » in chiesa, i<br />
sereni colloqui in direzione, il suo essere così seriamente<br />
e cordialmente compreso dalla vita nostra<br />
di tutti i giorni, ... i lampi del suo cristianesimo<br />
« terribile » eppure tanto buono e profondo.<br />
Noi che restiamo, insieme ai laureati, lo ringraziamo<br />
di tutto e soprattutto per come ci ha insegnato<br />
ad amare il Signore e il prossimo.<br />
A Varese, la sua nuova casa di quest'anno di riposo<br />
e apostolato, ci auguriamo che ritrovi le forze<br />
e che ritorni qualche volta in mezzo a noi e ai<br />
suoi ex, per ridarci un po' di « carica ».<br />
Antonio Reposo<br />
portanza di questa decisione e sull' impegno<br />
che la Consulta si è assunta a nome<br />
di tutti voi, in modo che i buoni<br />
non rimangano che un ricordo.<br />
La Consulta vi invita caldamente a<br />
una scrupolosa onestà per il suo prestigio<br />
e affinchè si rinsaldi quel vero<br />
spirito di collaborazione e di famiglia<br />
che abbiamo iniziato ad instaurare in<br />
un anno di valido e intenso lavoro.<br />
Tanto più se alcuno desiderasse replicare<br />
una porzione sarà accontentato nei<br />
limiti delle possibilità.<br />
Certi che la innovazione troverà il vostro<br />
più largo consenso e appoggio, confidiamo<br />
nel comune senso di responsabilità<br />
che, solo può accrescere la nostra<br />
considerazione nei rapporti con i Padri.<br />
LA CONSULTA<br />
— 25
Per una ripresa di coscienza reciproca tra sacerdoti e laici<br />
«L'ora dei laici». E' uno slogan non<br />
nuovissimo. Ci ha pensato il Concilio a<br />
rinnovarlo e come ricrearlo dalle radici.<br />
Come tanti altri slogan nuovi in tema<br />
di vita cristiana ed ecclesiale (Chiesa missionaria,<br />
Chiesa dei poveri, Morale chiusa<br />
e morale aperta, ecc.) così anche « ora dei<br />
laici» può dire molto e dire niente. Può<br />
dire niente, anzi può falsare le prospettive,<br />
se lo si ripete superficialmente, avulso<br />
dalla sua complessa radice ecclesiale, come<br />
un ramo di dottrina strappato all'albero<br />
armonioso e vivo. Sbandierato così,<br />
si secca. Peggio, può provocare sensi di rivendicazione,<br />
di falsa autonomia, di una<br />
certa divisione. Esattamente il contrario<br />
dell'intenzione del Concilio.<br />
VERO SIGNIFICATO DELLO SLOGAN<br />
Può dire molto se si va nella profondità<br />
di queste intenzioni. Esse sono per rigorosa<br />
e ispirata fedeltà alla rivelazione,<br />
quelle di armonizzare, di distinguere tiene<br />
il compito della Chiesa gerarchica e dei<br />
sacerdoti da una parte, da quello dei laici<br />
dall'altra, per unire più saldamente e<br />
vitalmente sulla base dogmatica dell'unità<br />
della Chiesa in Cristo, sulla scia della<br />
esortazione di Cristo («siate una cosa tutti<br />
nel nome mio») e della dottrina ed esortazione<br />
di S. Paolo («sappiate che siete<br />
membra di un unico corpo che è il Cristo,<br />
e unico è lo Spirito di questo corpo,<br />
che si manifesta con diversi doni» e conseguentemente<br />
diversi compiti).<br />
Considerare la Costituzione sulla Chiesa<br />
come un documento quasi riservato alla<br />
Gerarchla e ai sacerdoti, sarebbe una<br />
ricaduta pigra e grave in una specie di<br />
pregiudizio antiecclesiale per non dire addirittura<br />
antiecclesiastico ed anticlericale,<br />
sia pure bonario e in buona fede. In fondo<br />
ribadirebbe ancora il pregiudizio per<br />
cui, sotto sotto, si considera la Chiesa come<br />
un malinteso regno di sacerdoti, composto<br />
di una oligarchia e di un esercito :<br />
una oligarchia per quanto vasta (Papa e<br />
Vescovi) che comanda l'esercito pacifico<br />
dei sacerdoti, del «clero»: il dominio del<br />
clero, insonima. Perpetuerebbe nei fedeli<br />
una pratica dissociazione dalla Chiesa,<br />
cioè da se stessi come veri cristiani. La<br />
Chiesa o è il Papa e i Vescovi e Sacerdoti<br />
e Fedeli uniti nel Cristo, o non è, poiché<br />
sarebbe — sul piano vitale e dinamico —<br />
un grande « capo » senza membra, senza<br />
un vero « corpo ». Diciamo di più, sarebbe<br />
un pratico dissociarsi da Cristo stesso,<br />
dal Cristo totale, uno scisma di fatto, meno<br />
clamoroso ma più sottile e più vasto e<br />
profondo di uno scisma giuridico ed ereticale.<br />
Lo scisma di fatto dei tiepidi, tanto<br />
più pericoloso quanto più in buona fede,<br />
sul quale ritorcerebbe il suo «Vae», il<br />
suo «Guai ai tiepidi» il mite e caritatevole<br />
Giovanni dell'Apocalisse.<br />
RAPPORTO TRA SACERDOTI E LAICI<br />
Qui tocchiamo un punto solo : il rapporto<br />
tra sacerdoti e laici, perché ci sembra<br />
di una basilare importanza, vorremmo<br />
dire «elementare» e vitale nell'ambito<br />
della relazione più alta tra i sommi<br />
gradi della Gerarchla (Papa e Vescovi uniti<br />
con lui) e il restante «popolo di Dio».<br />
Rapporto elementare e vitale in tutte le<br />
età : prima per la continua rinascita del<br />
popolo di Dio in Cristo, poi per la sua<br />
maturazione in Cristo, infine, raggiunta<br />
ifi L'ORA DEI LAICI<br />
la maturità che cerca in Cristo di raggiungere<br />
o avvicinarsi, meglio, a quella di<br />
Cristo, nella collaborazione matura all'edificazione<br />
del Corpo totale di Cristo che<br />
è la Chiesa. « Quando ero bambino, sentivo<br />
come un bambino, mi comportavo come<br />
un bambino, ma quando mi sono fatto<br />
un uomo, ragiono — spiritualmente —<br />
come un uomo », e cioè responsabile e<br />
corresponsabile del progresso di tutta la<br />
Chiesa di Cristo.<br />
Sbaglierebbe chi interpretasse l'importanza<br />
data dal Concilio ai Laici nell'ora<br />
attuale della Chiesa dalla Chiesa stessa,<br />
come essa intendesse semplicemente o di<br />
aiutare i sacerdoti o esonerarli dalla parte<br />
incresciosa di guide troppo pressanti e<br />
paternalistiche del gregge, perché questo<br />
riporterebbe al rischio che il clero si profanasse<br />
nella poco illuminata volontà di<br />
consacrare il mondo.<br />
IMPEGNO MAGGIORE PER TUTTI<br />
La verità è piuttosto che il Concilio<br />
impegna più di prima sia i Laici che anzitutto<br />
i Sacerdoti, perché li invita più in<br />
alto, a «raccogliersi» di più nella vita spirituale<br />
per essere migliori strumenti di vita,<br />
migliori «dottori» della parola di Dio,<br />
più raccolti ad accogliere i doni dello Spirito<br />
Santo, tra i quali c'è anche quello del<br />
Consiglio, e divenire guide spirituali e non<br />
direttamente temporali dell'azione dei laici,<br />
che dovranno, essi, per la maggior parte<br />
testimoniare nella famiglia, nella professione,<br />
nella vita sociale e politica, così<br />
da consacrare il mondo. Consacrare vuoi<br />
dire riordinarlo ed elevarlo, secondo i disegni<br />
e la volontà di Dio, a Dio in tutte<br />
le sue dimensioni e livelli e concretezze.<br />
Nelle equilibratissime parole della Costituzione<br />
della Chiesa non si trovano<br />
semplici espressioni o solo sistematizzazioni<br />
teologiche della dottrina della Chiesa,<br />
ma insieme un autentico programma<br />
di rinnovamento.<br />
Si leggano pure gli autori cristiani moderni<br />
più illuminati (Guardini, Bahner,<br />
De Lubac, Daniélou, Congar, Thils, Balducci)<br />
per cercarvi orientamenti sul «rinnovamento<br />
della Chiesa», su «una nuova<br />
sociologia cristiana», sulla «consacrazione<br />
delle realtà terrestri». Prima tuttavia e<br />
dopo queste letture bisogna andare ai testi<br />
fondamentali della Chiesa, al testo<br />
fondamentale «sulla Chiesa», con assidua<br />
e riscopritrice meditazione.<br />
MAGGIOR FIDUCIA<br />
NELLO SPIRITO SANTO<br />
E si scoprirà che la novità forse più<br />
grande non sta tanto nell'aggiornamento<br />
delle strutture, quanto nello spirito di fiducia<br />
della Chiesa attuale nello Spirito<br />
Santo. Concretamente un ritorno grandioso<br />
allo spirito di fiducia nella Promessa<br />
dello Spirito che animò la Chiesa primitiva,<br />
fiducia nei sacerdoti, fiducia nei laici,<br />
fiducia nella effettuabilità di un rapporto<br />
vitale e veramente spirituale tra laici<br />
e sacerdoti. Non un rapporto - ripetiamo<br />
- di sola tutela paternallstica e di appoggio<br />
come di figli perpetuamente minorenni,<br />
come tra leader di azione ed «agit<br />
prop», come tra dirigenti di azienda e subalterni<br />
timidi e servili, ma un rapporto<br />
tra padri esemplari e formatori con uomini<br />
e figli adulti cristianamente maturi<br />
e responsabili.<br />
Se osserviamo fin d'ora anche lo schema<br />
sulla libertà religiosa e quello sulla<br />
presenza della Chiesa nel mondo e per il<br />
mondo, si vede come essi rientrino coerentemente<br />
in questa linea. Qualcuno ha<br />
osservato che queste dichiarazioni sembrano<br />
mortificare l'azione missionaria. La<br />
risposta invece sembra che, al contrario<br />
esse la qualificano per così dire di più<br />
perché ribadisce con chiara affermazione<br />
la libertà dell'uomo secondo Dio, riconosce<br />
ancor più chiaramente la libertà e la<br />
forza dello Spirito Santo e invita non solo<br />
i missionari, ma.tutti i sacerdoti ed i<br />
laici ad essere più fedeli allo stesso Spirito,<br />
a testimoniarlo con maggior spirito e<br />
fiducia. Dice in altre parole : è con armi<br />
soprattutto spirituali, con la bontà e superiorità<br />
della testimonianza, quanto più<br />
possibile spontanea, che collaborerete allo<br />
Spirito, più che con armi non spirituali,<br />
intendendo con armi non spirituali ogni<br />
forma di costrizione che risenta di una<br />
specie di colbertismo spirituale indebito,<br />
di protezionismo.<br />
IL LAVORO DEI PADRI<br />
DELL'ANTONIANUM<br />
Già in previsione della recente chiarificazione<br />
del Concilio ed ora con ossequio<br />
riconoscente a queste stesse indicazioni<br />
ispirate, i Padri <strong>dell'Antonianum</strong> cercarono<br />
e cercano di rendere sempre più accessibili<br />
e solide le lezioni di cultura religiosa<br />
di introduzione viva alla S. Scrittura,<br />
desiderano riprendere la tradizione delle<br />
conversazione e dei dibattiti culturali che<br />
contribuiscono a mettere a fuoco la verità<br />
cristiana con ogni forma ed esigenza del<br />
pensiero attuale, per vedere quanto sia accettabile<br />
e quanto sia erroneo.<br />
Non basta per un universitario e futuro<br />
professionista cattolico sapere in qualche<br />
modo il catechismo solo per se stesso,<br />
ma bisogna che possieda la verità in modo<br />
da poterla difendere e proporre, dentro<br />
le sue possibilità, data occasione, in<br />
modo sicuro, chiaro ed efficace.<br />
Quanti sono di voi che si sentirebbero<br />
di sostenere un discorso con certi avversar!,<br />
quanti di voi saprebbero parlare o<br />
scrivere cristianamente a proposito dei<br />
problemi inerenti alla loro specialità? Un<br />
medico che sappia trattare i problemi del<br />
medico e della medicina secondo un vero<br />
spirito di verità e carità cristiana, un avvocato<br />
che sappia parlare o cominciare a<br />
scrivere con competenza ed efficacia sul<br />
complesso problema della giustizia cristiana<br />
?<br />
In ogni forma di testimonianza vale la<br />
dottrina sicura, ma vale anche la profonda<br />
persuasione soprattutto sul piano dell'espressione,<br />
che proviene anche e in modo<br />
determinante dal retto e profondo sentire<br />
oltre che dalla novità o forza intellettuale<br />
del pensiero.<br />
Con queste riflessioni non ho tracciato<br />
un programma concreto, ma lo spirito<br />
del programma, che è la cosa più importante<br />
perché ogni manifestazione concreta<br />
del programma dei Padri nel Collegio<br />
abbia un senso vero e cristiano.<br />
Quando ci si intende in linea di massima<br />
su certe impostazioni fondamentali<br />
la cordialità, la semplicità e spontaneità<br />
dei rapporti, lungi dal patirne, ne scaturiscono<br />
più vive. Alberto Bassan S. J.<br />
— 27
LA SCUOLA DI RELIGIONE HA INIZIO UFFICIA-<br />
LE LA DOMENICA 10 OTTOBRE, FESTA DI SAN<br />
FRANCESCO BORGIA.<br />
Con la ripresa delle Scuole Medie anche la Scuola di Religione<br />
riprende la sua vita regolare con tutte le sue attività.<br />
I suoi alunni si sono preparati con un ritiro spirituale:<br />
di tre giorni a Bassano quelli del liceo, con una giornata a<br />
Fraglia gli altri.<br />
P. Pretto invita tutte le famiglie degli alunni ad impegnarsi<br />
seriamente per la frequenza alle lezioni ed alle attività<br />
formative. Richiama l'importanza della lezione di<br />
Catechismo insegnato come oggi è necessario colle parole<br />
stesse rivolte dal Santo Padre Paolo VI il 26 luglio di quest'anno<br />
agli insegnanti di Religione per le Scuole Medie di<br />
Italia, radunatisi a Convegno presso l'Istituto di Pedagogia<br />
del Pontificio Ateneo Salesiano di Roma:<br />
Nuove esigenze dell' insegnamento catechistico<br />
« L'insegnamento religioso scolastico deve fare nuovi progressi,<br />
specialmente nell'attitudine di coloro che hanno la<br />
ventura di poterlo e di doverlo impartire. Lo esige, per non<br />
dir altro, la difficoltà stessa che tale insegnamento presenta.<br />
Non è da tutti saper insegnare come si conviene una religione,<br />
come la nostra, straordinariamente ricca di storia,<br />
di dottrina, di rapporti con la vita; una religione anzi che<br />
giustamente pretende d'identificarsi con la vita nel senso di<br />
Partenze e arrivi<br />
• Padre Tieppo si reca alla Facoltà Teologica di Chieri (Casa S. Antonio - Chieri<br />
- Torino) a terminare i suoi studi. Lo accompagna il ricordo riconoscente ed<br />
augurale degli <strong>Alunni</strong> della Scuola di Religione, soprattutto dei piccoli che per<br />
due anni lo ebbero tanto caro compagno dei loro giuochi e sollecito di venire<br />
incontro ai loro desideri.<br />
• Vengono a sostituire P. Tieppo il P. Diego Brunelle, già esperto nella assistenza<br />
ai giovani, ed il giovane P. Carlo Tartarini, nostro <strong>Ex</strong> Alunno, che conosce<br />
bene la nostra Scuola di Religione, il suo spirito, la sua vita, le sue necessità.<br />
Per l'assistenza agli studenti interni viene all'Antonianum il giovane Padre<br />
Teodoro Livraghi. Per studiare all'Università il P. Roberto Boroni.<br />
Sono venuti ancora all'Antonianum, per aiutare il P. Giacon nella pubblicazione<br />
della seconda edizione dell'«Enciclopedia Filosofica», i PP. Livio Pagello<br />
e Mario Colpo.<br />
Congratulazioni vivissime al P. A. Roncari, tanto<br />
ricordato alla Scuola di Religione, che ha celebrato<br />
la sua prima Messa nel passato Luglio.<br />
La vecchia Scuola<br />
di Religione<br />
(sospirosa<br />
di rinnovarsi<br />
ma quando?)<br />
attende gli alunni<br />
per il corso<br />
annuale<br />
di Religione<br />
costituire le più intime, le più autorevoli, le più efficaci le<br />
più beneficile, le più feconde ragioni informatrici dello spinto<br />
che le apre, come a soffio vitale, gioiosamente l'accesso.<br />
Un vero insegnamento religioso non è il semplice studio di<br />
un libro, non è la semplice esposizione della materia, non<br />
è un comune esercizio scolastico; anche se sobrio e delicatamente<br />
sensibile alle peculiari esigenze dell'ambiente in<br />
cui si svolge, l'insegnamento deve tradurre qualche cosa<br />
della sua spirituale sicurezza, qualche cosa della sua incomparabile<br />
umanità, qualche cosa della sua ineffabile verità.<br />
Una speciale «ars docendi»<br />
Esige una speciale ars docendi, una speciale pedagogia;<br />
a possedere la quale non basta la comune informazione,<br />
spesso approssimativa ed empirica, che può avere qualsiasi<br />
sacerdote o religioso, o qualsiasi laico religiosamente istruito.<br />
Troppi elementi culturali, didattici e soprattutto morali<br />
sono necessari per dare al maestro di religione il prestigio<br />
e l'efficacia che lo devono qualificare: non vi è forse pericolo<br />
che, mancando di lali specifici requisiti, l'insegnamento<br />
della religione riesca non solo infruttuoso, ma talvolta<br />
perfino nocivo? Il maestro di religione è un testimone; guai<br />
se non lo fosse con i carismi del sapere, della virtù e 'anche<br />
dell'abilità didattica, i quali devono conferire virtù persuasiva<br />
alla sua parola, anzi alla sua stessa presenza nella scuola.<br />
Sono cose conosciute e ripetute. Ma non mai abbastanza,<br />
finché non sia formata una profonda coscienza della missione<br />
del maestro di religione, non si sia formata una categoria<br />
di Insegnanti veramente competenti e votati a così alto<br />
e delicato ministero ».
Quadro delle attività della Scuola di Religione<br />
LUNEDÌ'<br />
ore 14.30<br />
Apertura S. R.<br />
ore 18.00<br />
Religione<br />
2 a Sup. A-B<br />
ore 19.15<br />
Relig. 4 a Sup.<br />
Relig. 5 a Sup.<br />
ore 21.15<br />
S. Vinc. Univ.<br />
Adun.<br />
S. Vinc. Lic.<br />
Adun.<br />
1 ..„ mi "•-•;:•<br />
MARTEDÌ'<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Rugby Giov.<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Calcio l a Sq.<br />
ore 14.30<br />
Apertura S. R.<br />
ore 18.00<br />
Basket Allievi<br />
ore 18.30<br />
Relig. 3 a Sup. B<br />
3 a Sup. A<br />
ore 19.00<br />
Asci Cons. Dir.<br />
ore 21.00<br />
Asci<br />
Basket 2 a Sq.<br />
ore 21.15<br />
Coro 3 Pini<br />
Cinefonim<br />
Universitari<br />
MERCOLEDÌ'<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Rugby l a Sq. e<br />
Riserve<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Calcio Giov.<br />
ore 14.30<br />
Apertura S. R.<br />
ore 18.00<br />
Basket Jun.<br />
ore 18.30<br />
L.M.S. Adun.<br />
Cidros<br />
Adun. Capi<br />
ore 16.30<br />
C.M. Asp. Adun.<br />
ore 21.00<br />
Basket l a Sq.<br />
ore 21.15<br />
C.M. Universit.<br />
Sez. Cult.<br />
C.M. Liceo<br />
Gr. in St.<br />
GIOVEDÌ'<br />
ore 7.30<br />
S. Messa<br />
C.M. - Asci -<br />
Cidros<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Rugby Giov.<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Calcio l a Sq.<br />
ore 14.30<br />
Apertura S. R.<br />
ore 15.00<br />
Relig. 5 a Elem.<br />
e l a Media<br />
ore 18.00<br />
C.M. Liceo Ad.<br />
Basket Allievi<br />
Juniores<br />
ore 21.00<br />
Basket 2 a Sq.<br />
ore 21.15<br />
C.M. Univ. Ad.<br />
VENERDÌ'<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Rugby l a Sq. e<br />
Riserve<br />
ore 12.30<br />
15.00<br />
Calcio Giov.<br />
ore 15.00<br />
Cidros<br />
Adun. Stormo<br />
ore 18.00<br />
Basket Jun.<br />
ore 21.00<br />
Basket l a Sq.<br />
ore 21.15<br />
C.M. Profess.<br />
Clan Rovers<br />
SABATO<br />
ore 15.00<br />
Relig. 2 a Media<br />
3 a Media A - B<br />
Lupetti<br />
ore 17.00<br />
Cinefonim<br />
Studenti Medi<br />
ore 18.15<br />
Relig. l a Sup.<br />
A TJ<br />
- ±$<br />
ore 19.00<br />
Calcio l a Sq.<br />
ore 21.15<br />
C.M. Liceo<br />
Riun. Cons.<br />
Coro 3 Pini<br />
DOMENICA<br />
ore 8.00<br />
S. Messa Scout<br />
e Sportivi<br />
ore 9.00<br />
S. Messa<br />
Liceo Ginn.<br />
Medie<br />
Asci Attività<br />
ore 10.00<br />
C.M. Asp.<br />
Cons. Capi<br />
L.M.S.<br />
ore 10.30<br />
Riun. Sez. Cult.<br />
ore 11.00<br />
S. Messa<br />
degli Sportivi<br />
ore 11.40<br />
S. Messa<br />
C.M. Universit.<br />
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a) Via normale; b) Via Pedern; e) Via Piaz de Lago; d) Via Dulfer; e) Via Anna Maria<br />
Anche quest'anno a Carezza! Ci siamo arrangiati parie a Villa Pio X e parte nelle «dependances» del Latemar. Il<br />
Grand Hotel offrì invece ospitalità al Comm. Buffo che venne a visitarci più volte ed ali' Ing. Galtarossa che rimase alcuni<br />
giorni con noi ed aiutò F. Fiocchi a portare i piccolini fino al Passo Coronelle.<br />
Tre gruppi anche quest'anno. Nel terzo specializzato per Professionisti furono presenti circa 90 persone con un nugolo<br />
di frugoletti. Nei due gruppi precedenti erano stati presenti dai cinquanta ai sessanta ragazzi assistili da Padri Garbagnati,<br />
Tieppo, Benedetti, Pretto.<br />
Le belle ore trascorse dai rocciatori ce le ricorda qui l'amico Filippi.<br />
BELLE ESPERIENZE DI ROCCIA<br />
Dopo un inverno trascorso tra i libri,<br />
un'estate in montagna : Carezza naturalmente.<br />
Qui per alcuni c'è la noia, per altri<br />
la montagna, quella vera, quella tanto<br />
temuta dalle mamme e dal P. Pretto.<br />
Qui finalmente possiamo realizzare i<br />
nostri progetti, i nostri sogni. Già dall'anno<br />
precedente avevamo deciso di<br />
compiere alcune ascensioni, durante<br />
l'inverno il progetto è maturato; studiavamo<br />
a tavolino le varie vie, copiavamo<br />
schizzi e relazioni, chiedevamo<br />
consigli ai più esperti. Dopo di che voi<br />
penserete si sia fatto chi sa che, invece,<br />
come vedrete, il nostro programma era<br />
piuttosto modesto; dovete tener presente<br />
però che si arrampicava senza<br />
guida.<br />
SULLA RODA DEL DIAVOLO<br />
Finalmente il 19 Luglio cominciò la<br />
stagione. Si scelse, il solito Franco Fantin<br />
ed io, come prima via, il « Canale<br />
Ovest » sulla Roda del Diavolo, via che<br />
non presenta difficoltà superiori al 3",<br />
ma che per me è difficilissima perché<br />
lo scorso anno vi ebbi un incidente a<br />
sessanta metri circa dall'attacco. Quando<br />
si attaccò la via c'era il sole, si procedeva<br />
in alternata, cioè, come dice la<br />
stessa parola, alternandoci come capocorda.<br />
All'uscita del camino, che caratterizza<br />
questa via, cominciò a piovere,<br />
una provvidenziale grotta ci salvò, o almeno<br />
salvò Franco dall'acqua. Quando<br />
smise, partimmo tutti contenti ringraziando<br />
già la nostra buona sorte, quando<br />
cominciò a grandinare, niente più<br />
grotte purtroppo, solo in vetta ci accolse<br />
un po' di sole. Scendemmo poi<br />
al rifugio « Roda de Vael » dove il<br />
P. Benedetti, Toniolo, Nazari e Trevisan<br />
erano ad attenderci. Riprese la<br />
Terza Torre del Sella - Via John.<br />
pioggia, ma ormai con un tetto sopra<br />
e un minestrone davanti, mi sentivo<br />
sicuro. Sulla via del ritorno incontrammo<br />
la signora Nazari col cane ed alcuni<br />
amici ; li convincemmo ad abbandonare<br />
la loro mèta con lo spauracchio<br />
della pioggia e a tornare con noi,<br />
tra impensabili difficoltà. Il sentiero<br />
era tutto fango ; tra tombole e scivoloni<br />
vari, giungemmo finalmente a casa.<br />
Dopo tre ore di riposo si parte nuovamente:<br />
destinazione Passo Sella. La<br />
mancanza di fondi ci indusse a tentare<br />
con l'«auto-stop». Purtroppo non fummo<br />
fortunati ; in un'ora a Canazei, qui<br />
tre ore di sosta forzata ; col pollice ormai<br />
stanco trovammo un passaggio.<br />
Al Passo Sella erano circa le 13, non<br />
si mangiò per non perdere tempo : subito<br />
in bidonvia per giungere al rifugio<br />
« Demez » ; qui trovammo il P. Ciman<br />
con i suoi adepti e in fretta dicemmo<br />
: « Pollice Spigolo Nord » e si<br />
proseguì. E' questa una via molto graziosa<br />
di 4" sul gruppo delle Cinque Dita<br />
Sassolungo. In tre ore malgrado la nevicata<br />
e le crisi dovute al freddo giungemmo<br />
in vetta, ma dovemmo scendere<br />
subito perché s'era fatto tardi : calò<br />
la nebbia e a fatica si vedevano i chiodi<br />
per le corde doppie. Stremati arrivammo<br />
al « Demez » e poi al rifugio<br />
del Passo Sella stringendo i denti e la<br />
cinghia: dal mattino non si mangiava.<br />
Qui un tedesco buontempone al grido<br />
di « Berg hcil » (viva la montagna!) ci<br />
offrì parecchio vino e sigarette; vi assicuro<br />
che quella notte benché bagnato,<br />
ho dormito sodo.<br />
Il cattivo tempo ci tenne in casa, ma<br />
il 27 si riparte: Gruppo del Sella ter-
za torre la « Jahn », interessante via di<br />
terzo grado. Due cordate questa volta:<br />
io e Franco, Flavio Veronese e P. Garbagnati.<br />
Credo questa sia una via delle<br />
più belle, più aeree, tra quelle da me<br />
finora percorse. In cima arrivarono dopo<br />
di noi la guida Giovannino Demez<br />
con un cliente e con lui scendemmo.<br />
Un giorno di riposo e via. Questa<br />
volta si doveva arrivare al Passo Santner<br />
e da lì ci portammo per facili rocce<br />
all'attacco della « Piaz de Lago » sul Catinaccio,<br />
se fossimo riusciti a percorrerla<br />
sarebbe stata la più difficile da<br />
noi fatta: le difficoltà sono date di 4"<br />
e 4° superiore. Già l'attacco mi impegnò<br />
seriamente ; al terzo tiro di corda<br />
fui costretto a fare una greca, cioè una<br />
leggera deviazione, per poi rientrare.<br />
La stanchezza e le difficoltà ci opprimevano,<br />
non si ride più, finalmente<br />
arrivando in cresta urlai : « sono arrivato<br />
». Credo mi abbiano sentito fino a<br />
Trento. Poi di corsa fino in vetta. Ci<br />
stringemmo la mano, bastò questo per<br />
dirci tutto, per esprimere la mia riconoscenza<br />
al mio compagno. Scendemmo<br />
per la normale dopo aver urlato a<br />
quelli del rifugio di prepararci la pastasciutta.<br />
Scendendo al rifugio Vaiolet, incontrammo<br />
due « forti » di Padova : Gianni<br />
Mazzega e Lella Cesarin, con loro proseguimmo<br />
verso il rifugio; noi, tutti<br />
contenti raccontammo della nostra vittoria.<br />
LA FESTA DI S. IGNAZIO<br />
In quei giorni ricorreva la festa di<br />
S. Ignazio, che a Carezza si usa festeggiare<br />
col cenone innaffiato dal robusto<br />
vino della Regina e con giochi cui partecipano<br />
i piccoli. Da parecchi anni<br />
sono a Carezza per questa festa : da<br />
picolo mi divertivo a partecipare ai<br />
giochi, ora mi diverto ad organizzarli.<br />
Tra i vari giochi ha riscosso un enorme<br />
successo quello delle « Pignatte » :<br />
ricordo la faccia disgustata del ragaz-<br />
zine che fece cadere la Pignatta con<br />
segatura e vecchie foglie di insalata.<br />
Alla sera gran Tombola generale e ho<br />
perso la voce leggendo i numeri.<br />
VERSO LA WINKLER<br />
Passata la festa di S. Ignazio, tornammo<br />
alle montagne, P. Mendeni e<br />
Franco guidarono una « popolare » di<br />
ragazzini urlanti fino al passo Santner,<br />
poi mi raggiunse al rifugio Re Alberto<br />
dove io ero « borghesemente » arrivato<br />
dal rifugio Vaiolet, facendo cioè gran<br />
parte della strada in macchina. Dal rifugio<br />
partimmo con meta la « Winkler<br />
» per la via normale (4° sup. 4°);<br />
completavamo così la triade, l'anno<br />
scorso infatti avevamo fatto la « De<br />
Lago » e la « Stabler ». Dal basso i nostri<br />
amici ci guardano salire. Per farmi<br />
sentire da Franco dovevo urlare, la<br />
parete del Catinaccio che stava di fronte,<br />
rifletteva le parole e così poteva<br />
udirmi, insomma trasmettevo a mezzo<br />
eco, perché la parete strapiombante<br />
non permetteva lo scambio diretto degli<br />
ordini.<br />
Tornati al rifugio dovemmo aspettare<br />
la normale del Catinaccio.<br />
Le vie difficili e anche belle sono<br />
queste, ne ho fatte altre, ad esempio<br />
quella volta della « super-popolare » alla<br />
Torre Finestra o Cròz di S. Giuliana.<br />
Per arrivare all'attacco c'è un passaggio<br />
piuttosto impegnativo; lì i bambini<br />
cercarono in tutti i modi di uccidermi<br />
con sassi, valanghe e altro, allora<br />
cambiai strada e con alcuni fedeli salii<br />
alla base della torre per un camino.<br />
Qui aspettammo l'arrivo della massa.<br />
P. Garbagnati ne spedì parecchi sulla<br />
Roda del Diavolo col P. M. Buffa, i pochi<br />
rimasti salirono per la normale<br />
della Torre. Il bello cominciò quando<br />
si trattò di scendere in corda doppia.<br />
Meglio un film del terrore.<br />
Quindi ebbi la malsana idea di salire<br />
sul Dente Edward, vicino alla Torre<br />
Finestra, con Luciano Dal Zovo. Dopo<br />
•..... » " ; , ' * '•<br />
. • - > • • ' • . . .. ,.-, , , '<br />
Filippi e Fantin in sosta.<br />
di noi salì Emilie Pellizzaro che, poverino,<br />
lasciò cadere la corda costringendo<br />
Franco Fantin, il mio secondo nelle<br />
arrampicate precedenti, a riattrezzare<br />
la via. Seconda di Franco era la Marina<br />
Nazari. Fin qui tutto bene, ma<br />
poiché la corda era ancora in parete,<br />
altre persone vollero cimentarsi nell'ardua<br />
scalata (20 m. 4"): parte Eresia,<br />
ma al terzo chiodo non ebbe la forza<br />
di continuare e scese facendo onore al<br />
suo soprannome ; fu la volta poi di Gigi<br />
Millioni, che assicurato da me, afferratosi<br />
al primo chiodo dopo alcune eleganti<br />
flessioni cadde, rimanendo appeso<br />
alla corda. Io lo dovetti trattenere<br />
dall'alto finché P. Garbagnati lo ricondusse<br />
coi piedi sul solido.<br />
Poi con un altro tentato omicidio, da<br />
parte dei soliti ragazzini che facevano<br />
cadere enormi sassi, si concluse la gita.<br />
FRANCO FILIPPI<br />
L' Ing. Golfa rossa e Fabio Presca visitano Carezza. formidabili bambini dell' ultimo turno.
Tutta la stampa è stata quest'anno, più degli anni scorsi,<br />
piuttosto aspra nei confronti della Mostra, che, se ha avuto<br />
degli evidenti difetti, non ha mancato però di risorse.<br />
I nostri appunti frettolosi (delle due settimane del Lido)<br />
e lo spazio sempre troppo tiranno della rivista non ci<br />
permettono un discorso largo, aperto, come vorremmo.<br />
Da vari anni ormai torniamo all'appuntamento del Lido<br />
e notiamo gli «alti e bassi» di una Mostra, che, se è vero<br />
che invecchia, è pur vero che offre un vasto panorama di<br />
opere e di correnti, davvero apprezzabili. Più valida, per esempio,<br />
almeno quest'anno, del Festival di Cannes, che, con<br />
una congerie di film sotto l'insegna (vecchia ormai) della<br />
«guerra», non era all'altezza qualitativa dei film di Venezia.<br />
L'insegna della Mostra, nella sua 26" edizione, era un'altra<br />
: l'amore. Ma il termine va preso in un senso vasto, il<br />
più possibile, fi vertice più alto (anche artisticamente) ci<br />
fu offerto dall'amore come l'ha inteso il grande Dreyer<br />
(nel solco tradizionale, del resto, della letteratura nordica,<br />
da fbsen a Strindberg), col suo autentico capolavoro Gerirud,<br />
ove traccia in pagine di calma ed altissima dignità,<br />
la grandezza della donna, pronta a stroncare — anche se<br />
con dolore — un affetto umano, quando si fermi alle soglie<br />
del corpo e non salga alle luci dello spirito.<br />
fi tema si diluisce poi nei deboli film sovietici Ho vent'anni<br />
e Fedeltà, che pur hanno il coraggio di mostrare un<br />
volto nuovo della gioventù d'oggi, in Russia, alla ricerca di<br />
un ideale «autentico», fi delicato film ceco Gli amori di una<br />
bionda (anche se con un culto palese per il libero amore)<br />
sa tracciare il timido quadro dei «primi amorì», con mano<br />
sicura. Ma poi l'amore scende alle passioni inquiete o strane,<br />
colte dal film di Goddard (Pierrat le fon) o, peggio, di<br />
Carnè (ormai al declino della sua vecchia arte) in Tre stanze<br />
a Manhattan. L'amore si incupisce infine e si fa triste<br />
rimpianto per la donna perduta, nel fiacco film di Ray //<br />
vile; trova tinte strane e paradossali nell'originale Michey<br />
One di A. Penn ; accenti patetici nel film coreano Saymong.<br />
La Francia, co! grazioso La vecchia signora spregevole, ha<br />
colto il tardivo amore verso la vita di una donna che il lavoro<br />
e la famiglia avevano privato d'ogni respiro di libertà.<br />
DEFICIENZA DEL FILM DI VISCONTI<br />
«VAGHE STELLE DELL'ORSA»<br />
Ma dove l'amore scade a passione, e tra le più turni, è<br />
nell'arido e stanco film di Visconti, Vaghe stelle dell'Orsa,<br />
in cui il pessimismo di tutta la sua opera ricalca un modulo<br />
che finisce per mettere a nudo la sua convenzionalità.<br />
Se al film non mancano, è vero, notevoli pregi formali<br />
(ma il dialogo e la recitazione della Cardinale un po' delu-<br />
34<br />
Venezia<br />
Una Mostra in crisi<br />
ma non senza<br />
promesse<br />
Appunti su un festival<br />
troppo discusso<br />
Scena di « ... e venne un Uomo ».<br />
dono), si può però aggiungere che ciò che gli manca è la<br />
sincerità dell' ispirazione, fi dramma del male, che la tragedia<br />
greca ha trattato con tanto «pudore» (che non c'è nel<br />
film) e soprattutto con una "catarsi" finale, che condanna<br />
esplicitamente il male stesso e chiama Dio o suoi messi (le<br />
Erinni) come vindice, trova nel film di Visconti solo note<br />
stridule, amare, e talora rivoltanti o assurde, dato che l'opera<br />
ha voluto risolutamente restare in un clima di incertezza<br />
o di equivoco, che finisce per farne un giallo, denso<br />
di inutili «suspense», almeno in taluni passaggi.<br />
Se il Leone fu dato a Visconti, si disse, fu per premiare<br />
tutta la sua opera ; ma non ci sembra motivo valido. Così<br />
si instaura un «sistema accademico» di premiazione per<br />
cui un regista, pur con la sua opera più infelice, ha assicurato<br />
la sua corona di alloro...<br />
fi vero Leone o non e' era quest'anno o se mai doveva<br />
esser dato al diligente Kurosawa ed al suo saldo (anche<br />
se non originale) Barbarossa. E ciò non tanto per la struttura<br />
piuttosto solida del film (e un po' all'americana, come<br />
fu ben detto), ma per quegli stupendi episodi che lo<br />
ingemmano e che ci riportano, di colpo, al Kurosawa migliore,<br />
quello di Rasho-mon.<br />
Perfetto, pur nella sua brevità, il tragico Film di A.<br />
Schneider, che tratteggia con rigore di stile lo sfacelo di<br />
un uomo solitario (B. Keaton). Bunuel ha ritentato, con<br />
rinnovato estro, la sua accusa sotterranea ali' inutilità della<br />
Chiesa e della sua presenza nel mondo moderno col suo<br />
vigoroso Simon del deserto (riferendosi al penitente stilita<br />
del IV secolo d. C.); ma mentre nella prima parte il film<br />
può considerarsi efficace e vivo (anche se con delle frecciate<br />
o acide o ingenue) resta poi sospeso e contradditorio<br />
nell' ultima e non riusciamo a capire quanto di inconscio<br />
rimpianto ci sia nel regista, forse, per quella salvezza che<br />
solo il cristianesimo può portare.<br />
La Russia ha fatto la sua bella figura, naturalmente, mostrandoci<br />
i due film che — ex aequo — han vinto il Festival<br />
di Mosca. Ma Guerra e Pace ha un po' deluso, anche<br />
se fastoso, perché non pare all'altezza del testo di Tolstoi,<br />
mentre invece il film di Zoltan Fabri Venti ore ha pregi superiori<br />
per il coraggio e il realismo della vicenda umana,<br />
anche se non scevra di sottile spirito di propaganda, appunto<br />
nello sforzo di «autocritica» del sistema comunista.<br />
Le opere fuori concorso apparvero in genere di più alto<br />
livello di quelle - solo undici - in concorso... Ma è il destino<br />
di Venezia: venire dopo tutti i Festival e darci quello<br />
che può darci. Ma è fuori dubbio che la Direzione «Chiarini»<br />
_ sc ha dato un impulso di tipo «culturale» alla Mostra<br />
— ha avviato però alla premiazione (anche se la Giu-
ia è indipendente da lui) opere che non erano degne de!<br />
glorioso Leone (né Deserto rosso l'anno scorso, né il film di<br />
Visconti quest'anno). Forse Venezia è solo lo specchio fedele<br />
di una crisi grave — di idee e tendenze — che soffre<br />
il cinema, oggi. Ma la crisi passerà. Perciò crediamo che<br />
Venezia abbia sempre un avvenire davanti a sé.<br />
«£ VENNE UN UOMO»: Timone d'oro di R.U.<br />
Tra i film «fuori concorso» figurava anche l'ultima opera<br />
di Ermanno Olmi, la tanto attesa rievocazione di Papa<br />
Giovanni dal titolo «E venne un Uomo».<br />
La critica non fu troppo benevola nei confronti di questo<br />
film ; ma ci pare a torto. Perché nessuno di noi si aspettava,<br />
né voleva una «ricostruzione biografica» rappresentata<br />
(ed era di cattivo gusto); né tanto meno una raccolta<br />
di pezzi di archivio, ben ricucita. Olmi scelse una strada<br />
«nuova», forse la sola possibile. Se mai il difetto del film<br />
è di aver trasformato, dopo un terzo del film, la simpatica<br />
figura del suo «Mediatore» (ottimamente reso da Rod Sieiger),<br />
che rievoca i ricordi del Papa e visita i luoghi della<br />
sua infanzia, nello stesso Pontefice, ma lasciandolo nei panni<br />
borghesi di prima. La parte poi dedicata al Pontificato<br />
è ridotta a pochi minuti, ma poteva e doveva avere uno sviluppo<br />
maggiore, sia pure in sintesi.<br />
Ad ogni modo il film ha meriti non comuni nella sua<br />
prima parte e nello spirito che vi circola dentro. Qui la ragione<br />
del bel «Timone d'Oro» che il Centro Relazioni Umane<br />
di Roma gli conferì.<br />
La giurìa, presieduta dall'Ecc. Avv. Ernesto Eula (Presidente<br />
del C.I.R.U.), e dal dr. F. Dorigo (redattore-capo di<br />
« Cineforum », dal dr. A. Polato, collaboratore della «Vita-<br />
Film» di Padova, dal Comm. G. Tessaro (regista di Roma,<br />
che l'anno scorso ottenne lo stesso premio col film «Parlerai»)<br />
e dal sottoscritto (come Segretario) assegnò il premio,<br />
così motivandolo : « perché con modernità di stile e<br />
viva partecipazione il film ha cercato di mettere in risalto<br />
la figura spirituale di Papa Giovanni XXIII e il suo costante<br />
sforzo di stabilire rapporti di pace e di bontà con tutti<br />
gli uomini ».<br />
Tutta la stampa italiana diede notizia, con gli altri premi<br />
«minori» anche di questo che fu, purtroppo, /'/ solo che<br />
toccò ad Olmi (che poteva avere anche quello della Fondazione<br />
S. Giorgio). Assente da Venezia alla fine della Mostra,<br />
Olmi ricevette da noi, ad Asiago (Vicenza), ove faceva le<br />
ferie, un telegramma di vive congratulazioni e la lieta notizia.<br />
Il bel timone d'oro, opera di un valente orafo, è stato<br />
esposto per tutto il tempo della Mostra, nell'apposita vetrina,<br />
all'ingresso del Palazzo e figurava... con orgoglio accanto<br />
al grande Leone, alle Coppe Volpi ed altri trofei. Esso<br />
sarà consegnato al regista in Novembre a Padova, in una<br />
manifestazione organizzata dal C. I. R. U., in collaborazione<br />
col « Centro Culturale Antonianum » di Padova. La giurìa<br />
ha inoltre segnalato il film « Barbarossa » per il « senso di<br />
coraggiosa solidarietà sociale che lo pervade ».<br />
Così s'è conclusa questa troppo discussa Mostra Veneziana,<br />
con un bilancio che è passivo per i premi dati, ma<br />
non per l'insieme delle opere. Ci auguriamo che l'esperienza<br />
di più di cinque lustri e una sincera apertura agli autentici<br />
valori dell'arte del cinema, senza concessioni di natura<br />
politica o commerciale, rialzino la bandiera della Mostra nel<br />
limpido cielo del Lido e la riportino ad essere, come fu nel<br />
passato, una gloriosa competizione di vera arte.<br />
Antonio Covi S. J.<br />
CI M EFORUM FLASH<br />
Già da un po' di tempo il nuovo Direttore del «Cinefonim»<br />
si è messo al lavoro per preparare una stagione cinematografica<br />
degna delle «gloriose tradizioni» (ci si passi<br />
il termine) del passato.<br />
Nel primo incontro, ai primi di <strong>Settembre</strong>, presieduto<br />
dal Prof. Viscidi, s'è cercato di fare una prima ampia scelta<br />
dei film (su 200 titoli), tenendo conto delle loro linee<br />
tematiche. Il direttivo era quasi al completo: oltre a Padre<br />
Covi (nuovo Direttore e non più Consulente Ecclesiastico<br />
del Cineforum) c'erano Bassignano, Franz, Mazzega<br />
(assenti giustificati: Bonini e Piccolo).<br />
Facendo il bilancio della stagione passata e con sotto<br />
gli occhi i preziosi «Referendum» del pubblico, si è giunti<br />
alla convinzione che ciò che ci viene chiesto è un «.cinema<br />
di qualità». In tal senso alcuni errori dell'annata scorsa<br />
non saranno certo ripetuti (ciclo del famoso «western»,<br />
ma con film deboli).<br />
La difficoltà grave però che si oppone a questa linea è<br />
che l'annata scorsa fu assai avara di film « di valore ». Ci<br />
vorrebbe la... arcaica lanterna di Diogene per trovarne<br />
qualcuno di buono veramente.<br />
Ed ecco allora l'idea (proposta in parte dai proff. Viscidi<br />
e Rizzo) di cercare, sì, dei film validi, ma soprattutto<br />
di riunirli in un gruppo unitario che potesse dare « un<br />
quadro » abbastanza completo di una tematica o eli una<br />
corrente.<br />
Sono nati così TRE CICLI che, almeno ci pare, corrispondono<br />
a queste esigenze. In primo piano, e ali' inizio,<br />
si son messi i problemi dell'uomo (il titolo è « L'uomo di<br />
fronte a se stesso») per cogliere le ombre e le luci, talora<br />
violente o cupe, della sua coscienza. Si spera allora di<br />
inserire (se le Ditte distributrici lo permetteranno) film<br />
come Zorba il greco, Momento della verità, La vita alla rovescia,<br />
Per il re e per la patria (che ripropone il caso dell'obbiettore<br />
di coscienza).<br />
L'altro ciclo sposta il campo e punta alla storia; si intitola:<br />
«Volti dell'America: ieri e oggi». Una felice ripresa<br />
del celebre film Piccolo Cesare e poi alcuni film politici<br />
(o di «fanta-politica») come Amaro sapore del potere, A<br />
prova di errore e l'eccellente America, America di E. Kazan.<br />
Ma in questo quadro, un po' serio, non mancherà la<br />
nota allegra, ed ecco lo spassoso, anche se prolisso, Questo<br />
pazzo... pazzo mondo.<br />
Dai primi di Marzo, e cioè nel periodo quaresimale, si<br />
è puntato su un soggetto a sfondo adatto ; ecco il terzo ciclo<br />
: « Vero e falso spiritualismo nel cinema d'oggi ». Le file<br />
qui si serrano e le opere degne sono rare ; ma si spera<br />
di dare il notevole film Cadine (che vinse a Cannes l'anno<br />
scorso), Al di là della vita, e nuel «falso storico» che è il<br />
film polacco, pur artisticamente valido, Madre Giovanna<br />
degli Angeli.<br />
— 35
Anche quest'anno si darà vita all'Informativa, che prescindendo<br />
da veri e propri cicli, estende le conoscenze del<br />
pubblico ad opere che meritano più di essere viste che di<br />
essere discusse.<br />
Anche il Cinefonim dei Liceali ha curato (come fa così<br />
bene da tre anni) il suo programma. Inizierà con un ciclo<br />
sul genere comico (Io e la donna, Pierino la peste, Billy<br />
il bugiardo) e poi toccherà il genere dei «problemi sociali»<br />
con Un treno fermo a Berlino, Giardino di gesso, Dura<br />
legge (Una patata, due patate), Lazzarillo di Tormes ecc.<br />
Il «Corso di cultura cinematografica», che sarà esteso a<br />
tutta la città, offrirà qualche «classico» della storia del cinema.<br />
Inizierà il 19 Febbraio e comprenderà una decina<br />
di lezioni, che verranno poi pubblicate, come si è fatto<br />
ogni anno.<br />
Come si vede... i progetti sono ambiziosi. Ma non dubitiamo<br />
che le realizzazioni non sappiano poi mantenere<br />
tante belle promesse...<br />
CIAK<br />
LA "VITA FILM" AL LAVORO<br />
"GIOVANI SOTTO INCHIESTA"<br />
HA AVUTO IL PRIMO "SI GIRA"<br />
Una notizia che rallegrerà gli amici ed i simpatizzanti<br />
della Associazione patavina «Vita-Film» è che l'atteso mediometraggio<br />
dal titolo suggestivo Giovani sotto inchiesta<br />
ha avuto in questi giorni il fatidico primo «giro di manovella»,<br />
a Roma, il suo primo «Motore, si gira!».<br />
La « Vita-Film », che è sorta a Padova tre anni fa, con<br />
schietto scopo apostolico (servirsi del cinema per fare del<br />
bene), ha visto coronata anche questa sua lunga attesa:<br />
un film in formato normale sul difficile tema degli Esercizi<br />
Spirituali, che le fu commissionato da ben 16 Case di<br />
Esercizi d'Italia : da Feltre a Torino, da Brescia ad Agrigento,<br />
da Reggio Emilia a Bassano. Solo sei di esse sono<br />
rette da PP. Gesuiti, le altre dieci sono del clero secolare.<br />
Esse hanno risposto ad un largo invito della nostra Associazione<br />
ed hanno regolarmente inviato una quota di partecipa^ione.<br />
Dal molto al poco, ognuna ha fatto quanto ha<br />
potuto. E molte ci hanno scritto che (piene di debiti come<br />
sono) ci facevano solo il dono (non poco prezioso) della<br />
loro preghiera!<br />
Ma non bastava questo comune sforzo per toccare l'alta<br />
meta di un milione e settecentomila lire che il film costa!<br />
Ed allora alcuni amici della «Vita-Film» (e non solo di Padova)<br />
hanno aderito al nostro appello, e così ci si è potuto<br />
avvicinare un po' alla quota necessaria. Anche un Ente<br />
della città ci è venuto incontro (la Banca Antoniana).<br />
Ed ora il «via» è già stato dato, dopo di aver raggiunto<br />
con un po' di sicurezza la... base finanziaria per il film (non<br />
ci piacciono certe avventure... da falsi cineasti!). Ma i lettore<br />
vorranno sapere come è nato questo film.<br />
In alcuni Incontri di Direttori di Case di Esercizi (a Vicenza,<br />
ad Assisi, dove nel Dicembre '64 si fondò la Federazione)<br />
si sentì vivo il bisogno di avere uno strumento «moderno»<br />
di propaganda dell'Opera. Allora entrò in scena la<br />
«Vita-Film» proponendo alle varie Case un primo soggetto:<br />
Verso la vita. Ma esso non piacque molto, perché troppo «a<br />
racconto». Si passò allora ad una formula più dinamica : il<br />
firn-inchiesta, che oggi è di moda (specie alla T.V.). Tale<br />
soggetto inviato alle Case ne vide consenzienti ben 16 e così<br />
il «via» fu dato.<br />
A metà <strong>Settembre</strong> venne a Padova, da Roma, il noto sceneggiatore<br />
(e critico cinematografico) avv. Luigi De Santis<br />
che, col P. Covi, stese in tre lunghi giorni il testo definitivo:<br />
un'ampia sceneggiatura con ben 38 scene diverse e 178<br />
inquadrature. Ma quei tre giorni raccoglievano il frutto di<br />
un mese di lavoro. Si trattava di condensare «dal vivo» un<br />
vasto lavoro di intervista fatta a sei Case di Esercizi a cen-<br />
tinaia di ragazzi e signorine, prima e dopo i loro Corsi di<br />
Tre giorni... Ne uscirono 5 rulli di magnetofono (qualcosa<br />
come 10 ore di interviste!). Ricopiato tutto a macchina, si<br />
fece una scelta di una cinquantina di testi più efficaci ai<br />
fini del film. E questi entrarono poi di filato, tali e quali,<br />
nel dialogo. Ma De Santis non volle fare una sfilza di scenette<br />
a domanda e risposta. Ed ecco la «cornice» del film,<br />
cioè un filo conduttore che è dato da un giovane giornalista,<br />
che passa «in incognito» tre giorni in una Villa e fa...<br />
per così dire i suoi Esercizi, annotando tutto. Il suo articolo<br />
nascerà dal vivo delle sue esperienze dirette.<br />
La équipe del film è in parte la stessa che girò a Padova<br />
(Noventa) il documentario Parlerai di Giovanni Tessaro<br />
(che da un anno gira per le sale della penisola ed in<br />
questi giorni ha ottenuto l'ambito « Premio di Qualità » da<br />
parte del Ministero dello Spettacolo). La regìa del cortometraggio<br />
(durerà 25 minuti) è di P. Covi, che come Operatore<br />
avrà il capacissimo Nino Cristiani (l'operatore di<br />
Visconti per Vaghe stelle dell'Orsa); aiuto - operatore : A.<br />
Battiferri. La parte del giornalista (dopo un riuscito «provino»)<br />
è stata affidata al concittadino Attilio Angelini. Le<br />
scene si stanno girando tutte a Roma, parte con i giovani<br />
dell' Istituto Massimo e comparse. Si girerà per due settimane<br />
e alla fine anche nella ex-Casa di Esercizi, vicino alla<br />
Curia Generalizia dei PP. Gesuiti, in Via Penitenzieri 20.<br />
Da quelle ampie terrazze si domina tutta Roma e il «carrello»<br />
potrà sfogarsi a riprenderla seguendo i giovani esercitanti...<br />
Il montaggio sarà curato da Giovanni Tessaro; le musiche<br />
composte dal Maestro Ferri. La prima copia si prevede<br />
pronta ai primi di Novembre e Padova avrà naturalmente<br />
l'onore dell' «anteprima»...<br />
Il piccolo seme gettato dalla «Vita-Film» da i suoi primi<br />
frutti : ci auguriamo che la lieta semina continui e faccia<br />
del bene...<br />
D. L.<br />
Toshiro Mifune nel film « La sfida dei Samurai ».<br />
— 37
Dr. Pietro Nosori Or. Francesco Mafie!<br />
Dr. Ing. Pietro Tono Rag. Ferruccio Monselesan<br />
Dr. Raoul Dolcini Marcella Vaccata<br />
1 ì'.'ì : ,<br />
Roberto Garcea<br />
A sinistra : il P. Benedetti che celebra la S.<br />
Messa sulla roccia donde Roberto è caduto.<br />
'<br />
AL CIELO<br />
• II notaio avv. prof. PIERO NOSARI morì alla fine<br />
d'aprile a 65 anni dopo una vita dedicata alla professione,<br />
alla famiglia, alla comunità. Cattolico fiero e dinamico,<br />
fu vicepresidente dei giovani di A.C., ispettore<br />
del C.L.N. per la Valle Calepio, commissario prefettizio<br />
ad Adrara S. M., sindaco ad Ostio Sotto, consigliere<br />
provinciale. In questi ultimi anni era stato membro<br />
del consiglio d'amministrazione dell' O. P. Calepio<br />
Ricotti e dell' O. P. Celati di Trescore. Si dedicò in particolare<br />
come Presidente alla Pia Casa di ricovero della<br />
Clementina. Nato ad Osio il 1" gennaio del 1900, fu,<br />
come universitario di Legge, all'Antonianum per qualche<br />
anno. La morte è stata un edificante abbandonarsi<br />
nelle mani di Dio dopo un lungo calvario di speranze<br />
e delusioni. La serenità, la rassegnazione e la<br />
fortezza cristiana caratterizzano il suo sereno tramonto,<br />
esempio luminoso di grandezza d'animo e di superiorità<br />
morale.<br />
• II dr. FRANCESCO MAFFEI : «ne ho un caro ricordo<br />
per l'amicizia che mi legava a lui, quando si lavorava<br />
assieme nella « Sezione Missionaria » della Congregazione.<br />
Era sempre attivo in ogni occasione, specie<br />
quando si trattava di cooperare per la raccolta di<br />
offerte. Bicordo le corse dal Pensionato alla Piazza del<br />
Duomo, nei due giorni e due notti in cui era a Padova<br />
la grande reliquia del braccio di S. Francesco Saverio.<br />
Gli si vedeva in viso la gioia di vendere le cartoline<br />
ed i libri pubblicati dalle Missioni di Venezia.<br />
Laureatosi, fece il militare in Africa dove venne fatto<br />
prigioniero di guerra. Ritornato in patria nel 1946 divenne<br />
agente assicurativo di una Società di Milano.<br />
Fu sempre amico della Congregaz. <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />
Ci ha lasciato a 57 anni lasciando la moglie e due figli.<br />
La Mamma nostra Celeste lo avrà chiamato a sé,<br />
in premio delle sue opere buone ». a. me.<br />
• L'ing. PIETRO TONO morì a 48 anni nel passato<br />
luglio a Bologna, colpito dal male inesorabile, lasciando<br />
nel pianto la moglie e due figli. Nato ad Este, si<br />
era laureato a Ferrara. Impiegato a Milano nella Pirelli<br />
vi lavorò per 25 anni riportando la medaglia d'argento<br />
per la sua fedeltà al lavoro. Appena giunto a<br />
Milano conobbe il gruppo dei nostri <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> padovani<br />
e diede la sua adesione frequentando le nostre<br />
adunanze fino a che non dovette per lavoro trasefrirsi<br />
a Pizzighettone. Assistito amorosamente dalla moglie,<br />
dal fratello Assistente alla Clinica chirurgica di Bologna,<br />
dai parenti Ferro e Paoletti, manifesto la sue fede<br />
cristiana accostandosi più volte ai SS. Sacramenti.<br />
I suoi funerali ad Este furono un solenne tributo di<br />
affetto e riconoscenza, mentre la sua vita di sacrificio<br />
per la famiglia e la sua bontà ce lo fanno pensare<br />
maturo per la gloria celeste.<br />
• II rag. FERRUCCIO MONSELESAN, defunto il 17<br />
agosto a Borea di Cadore. lo ricordo piccolino, magro,<br />
vivacissimo, con due occhi ravvivati da una niente sveglia.<br />
Scorazzava nel parco del Pensionato, sempre pronto<br />
ai giucchi più movimentati e alle iniziative più dinamiche.<br />
Raggiunto il diploma di ragioniere, malgrado<br />
un gravissimo incidente che lo lasciò sfigurato e<br />
privo dell'uso di un occhio, trovò nella fede e nel nella<br />
sua grande volontà il coraggio di riprendere a vivere,<br />
raggiunse una notevole posizione. Si sposò, crebbe<br />
sette figli e non disarmò nemmeno davanti alla cecità<br />
che a poco a poco si faceva completa. Anzi, proprio<br />
quando ormai il suo mondo visivo era ridotto solo<br />
a tenui ombre, ricoprì cariche pubbliche e riuscì a<br />
organizzare nuove iniziative di lavoro per l'avvenire<br />
dei suoi figliuoli. Sebbene lontano, tra i monti del Cadore,<br />
non dimenticò mai il Pensionato dei suoi anni<br />
giovanili. Anzi proprio da quello che qui aveva imparato,<br />
trasse la forza per superare dolori e difficoltà,<br />
lasciando alla sua grande famiglia un luminoso insegnamento<br />
di fede, di rettitudine e di intelligente forza<br />
d'animo. Moriva serenamente a Borea di Cadore<br />
il 17 agosto. - B. L.<br />
• Dr. RAOUL DOLCINI. Si spegneva nel passato mese<br />
di Agosto a Brescia all'età di 54 anni. Era stato alla<br />
Scuola di Religione e si laureò in Medicina fermandosi<br />
a Padova come Assistente di ruolo nella Facoltà<br />
di Neurologia. Fece tutta la guerra di Albania e Grecia.<br />
Rientrato in patria esercitò la sua professione per
PREGHIERA<br />
O Signore ! Come io vivo e soffro, essi<br />
vissero e soffrirono e passarono come<br />
io passerò.<br />
O Signore! Crebbi in mezzo a loro,<br />
non compresi un tempo che cosa fosse<br />
vivere senza di loro, ed oggi più non<br />
comprendo che cosa sia vivere con loro.<br />
Dove sono essi, o Signore?<br />
Talvolta nelle voci che ascolto mi pare<br />
che la loro voce risuoni ; talvolta di<br />
notte la paura mi penetra; guardo attorno<br />
come se fossero presso di me, e<br />
il momento passa e non v'è nessuno !<br />
Oh! da loro riposo sul petto tuo, o<br />
Signore. Jìssi nel tempo peccarono, ma<br />
ora stanno inginocchiati ai Tuoi piedi<br />
per l'eternità.<br />
Tu sei l'amore unico, Tu sei il Padre<br />
loro, il Padre nostro Tu sei. Siamo stati<br />
creati dall'alito dell'amore Tuo, viviamo<br />
in esso, vivremo in esso in eterno.<br />
Tu nella tua misericordia ci ami, o Signore<br />
!<br />
E i loro brevi giorni furono pieni di<br />
affanni; passarono su questa valle non<br />
ricordando donde venissero, non sapendo<br />
dove andassero, confidando soltanto<br />
nel nome Tuo, e nella sventura sospirarono<br />
verso di Te.<br />
Perdona, oh ! perdona loro, Signore.<br />
Il male li circondò, ma non era nei loro<br />
cuori. Se dubitarono di Te, ciò fu ad<br />
essi tormento. Se conobbero la voluttà,<br />
ciò fu ad essi tormento. Se riposero la<br />
alcuni anni prima a Vogherà e poi a Bergamo. Recatosi quindi a<br />
Brescia, sia in una cllnica che con lo studio privato lavorò immensamente,<br />
specialmente dopo che si accorse, per deficienze<br />
cardiache, che la sua vita non sarebbe stata lunga. Voleva lasciare<br />
una posizione sicura alla moglie ed ai figli. Uomo di fede,<br />
lasciò un esempio di vita cristiana sincera, ammirata da<br />
quanti lo conobbero e lo amarono.<br />
• MARCELLO VACCATO, stroncò la sua vita diciannovenne<br />
in moto contro un'auto. Ragazzo benvoluto da tutti, fin da piccolo<br />
aveva frequentata la Scuola di Religione. Negli ultimi anni<br />
si era recato nel Collegio Pilippin per prepararsi meglio agli<br />
esami di maturità. Ivi si diportò da ottimo collegiale tanto che<br />
1 suoi superiori lo piansero e scrissero di lui ripetuti elogi. Accolto<br />
nella Cappella della Scuola di Religione, venne salutato<br />
dagli amici e compagni con omaggio crescente di fiori e ai piedi<br />
della nostra Madonna ricevette la benedizione funebre arricchita<br />
dalle preghiere dei tanti che lo avevano caro.<br />
• ROBERTO GARCEA. Come fu triste la sera di S. Lorenzo!<br />
Eravamo sull'imbrunire alla seggiovia di Carezza, insieme al Ministro<br />
Gui e varie persone amiche, in attesa della salma del povero<br />
Roberto accompagnata dal dr. Mosconi che, col dr. Emillia<br />
dell' Università di Modena e con Don Cattin dell' Università del<br />
S. Cuore, tutti valenti alpinisti, ospiti di Val di Passa, sotto la<br />
guida del custode del Rifugio, C. Del Monego, l'avevano raccolta<br />
calandosi a doppia corda dalle roccie. In triste corteo poi ci recammo<br />
a Vigo, dove la salma venne pulita e bendata in modo<br />
da presentarla ai genitori che erano stati chiamati da Padova<br />
e sarebbero arrivati nella stessa notte. Il dr. Maistri, Procuratore<br />
della Repubblica di Padova, accorso subito dalla vicina sede<br />
di vacanza, si pose in relazione col Procuratore della Repubblica<br />
di Trento per poter trasportare subito il giorno dopo la<br />
salma a Padova, dove sarebbe stata accolta nella Cappella <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />
in attesa del funerale. Povero Roberto! Non era<br />
in giro con ragazze, come è stato variamente scritto sui giornali.<br />
Aveva dato brillantemente l'esame di maturità e per sollievo si<br />
era iscritto al campo mobile del suo clan spiritualmente assistito<br />
dal P. Ballis. Dopo il campo venne invitato dagli amici<br />
Mosconi e Gui in Pozza di Fassa, per una gita sulle roccie di<br />
Roda di Vael. La gita non era per nulla pericolosa ma vicino<br />
alla vetta li colse un terribile temporale ed un fulmine lo tramortì<br />
facendolo precipitare per oltre 100 metri di roccia. Sul<br />
posto dov'era caduto è stata celebrata pochi giorni dopo la San-<br />
loro speranza in scopi e piaceri terreni,<br />
ciò fu ad essi tormento... E per ogni loro<br />
sorriso cento lagrime versarono, o<br />
Signore !<br />
Nella comprensione della Tua sapienza<br />
la luce che li illuminò fu tremante<br />
e sperduta fra le tenebre. Il mondo fu<br />
per essi un enigma e il mistero dei misteri.<br />
A tastoni avanzarono, ma quando<br />
fugacemente si incontrarono con la Tua<br />
gloria Ti riconobbero e amarono i Tuoi<br />
favori. Perdona loro, o Signore!<br />
Se tuttora per le colpe si travagliano<br />
lontano da Te, privi delle gioie celesti,<br />
se tuttora non è spezzata la catena dei<br />
loro destini, se sanno ancora ciò che<br />
sono le lacrime e i sospiri, oh! abbrevia<br />
i momenti della loro prova, e, come<br />
io oggi prego per essi, concedi, o Signore,<br />
che un giorno coloro che io lascerò<br />
sulla terra preghino per me. Congiungimi<br />
un giorno, o Signore, a coloro che<br />
io conobbi e amai sulla terra, affinchè<br />
insieme viviamo e in Te, per i secoli<br />
dei secoli. Amen.<br />
SEQUENZA<br />
Se io perdessi ogni illusione e ogni<br />
conforto, ancora in Te confiderei, o Signore<br />
!<br />
Se gli uomini che mi devono affetto<br />
e protezione insorgessero contro di me,<br />
ancora in Te confiderei, o Signore !<br />
Se il mondo mi respingesse e facesse<br />
strazio di me, ancora in Te confiderei,<br />
o Signore !<br />
Se i cuori in cui credetti mi ingannassero<br />
e mi tradissero, ancora in Te<br />
confiderei, o Signore !<br />
Se rifugio in alcuna anima non potessi<br />
trovare, ancora in Te confiderei,<br />
o Signore !<br />
Se si abbattesse su di me la malvagità<br />
umana e il dolore del cuore e le<br />
sofferenze del corpo, ancora in Te confiderei,<br />
o Signore !<br />
Se i figli miei si scordassero del mio<br />
amore, ancora in Te confiderei, o Signore<br />
!<br />
Se coloro che io stimai nobili diventassero<br />
vili, ancora in Te confiderei, o<br />
Signore !<br />
Se Tu mi togliessi la casa,la bellezza<br />
e i beni terrestri, ancora in Te confiderei,<br />
o Signore!<br />
Se morissi senza che una mano stringesse<br />
per l'ultima volta la mia, senza il<br />
saluto di nessuno, ancora in Te confiderei,<br />
o Signore !<br />
Poiché Tu sei il primo, l'unico, il più<br />
alto amore; poiché tutti gli amori dei<br />
cuori sulla terra non sono che rivoli<br />
che scorrono dal mare del Tuo splendore,<br />
poiché Tu mi salverai quando i miei<br />
giorni saranno contati e consolerai il<br />
desolato mio spirito che Tu inviasti in<br />
questo mio corpo per un fugace momento,<br />
poiché Tu non abbandoni l'opera<br />
delle tue mani, del tuo pensiero, la<br />
tua creatura che qui piange e geme verso<br />
di Te. Amen.<br />
Sigismondo Krasinski<br />
Serittore polacco (1812-1859)<br />
ta Messa da P. Benedetti. « Nel trigesimo — scrive Padre Ballis<br />
— si sono trovati gli Scouts del suo clan, che con lui avevano<br />
camminato per i sentieri delle Dolomiti del Brenta fino a<br />
tre giorni prima della sua morte, per una veglia a suo ricordo.<br />
Lo hanno rievocato in tutti i momenti di vita comune, tutti ammati<br />
e commossi dalla sua limpidezza e bontà. Quando gli si<br />
chiedeva un piacere, quando esponeva il suo parere, il suo sì<br />
era chiaro, onesto fino in fondo. « Ed ora dipende da me » mi<br />
disse dopo una conversazione sui problemi del suo futuro. E rimasi<br />
colpito dalla franchezza delle sue parole. « Dobbiamo tener<br />
presente che Dio è Padre di tutti e che perciò siamo uniti<br />
anche ai trapassati » aveva detto qualche sera prima attorno al<br />
fuoco. Dobbiamo dire con le lacrime agli occhi : era maturo<br />
per il cielo.<br />
* * *<br />
PIANGONO LA MORTE :<br />
— della sposa : il prof. Pasquale Pennisi di S. Margherita.<br />
Aveva appena perduto da un anno il papa e la mamma quando<br />
venne straziato dalla morte della moglie N. D. Elda Pennisi<br />
Bouis, avvenuta dopo 42 mesi dal manifestarsi di un male tremendo<br />
sopportato con fede cristiana profonda.<br />
— della mamma : l'avv. Giorgio Benettin, F avv. Pasquale<br />
Dolfin, il dr. Arturo Panteccbi, Luciano Benedetti.<br />
— del papi, : i fratelli dr. ing.ri Antonio e Gianluigi Sassudelli,<br />
i fratelli dr. Ugo e Castone Munaron, lo studente interno<br />
Giacomo Minuti.<br />
— della figlia : il rag. Cav. Gastone Filippi. La figlia Carla<br />
si era laureata in scienze ed era sposata da un anno col prof.<br />
Italo Filosofo che la piange amaramente.<br />
— del fratello Franco, il dr. Danilo Silvestrini e del fratello<br />
Enzo, Giorgio Giuliano.<br />
— della sorella : i fratelli proff. Guglielmo, Guido e Antonio<br />
Foffani.<br />
A tutti le più vive condoglianze e la preghiera ai suffragio<br />
da parte dei Padri e degli amici <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />
Giunge ali' ultimo momento la dolorosa notizia della morte<br />
a Lonato dello studente interno Paolo Soldo, ed a Merano del-<br />
1' <strong>Ex</strong> Alunno dr. Enesto Sgaravatti. Ne daremo maggior notizia<br />
nel prossimo numero.<br />
In memoria del compianto dr. Raoul Dolcini, fratello del V.<br />
Presidente avv. Walter, l'Istituto di Credito Fondiario delle Venezie<br />
offrì L. 200.000 (duecentomila) per le opere caritative <strong>dell'Antonianum</strong>.
SABATO SANTO<br />
La dolce creatura, chi non sapeva, nessuno avrebbe<br />
detto che fosse così ammalata e così prossima ormai<br />
alla fine. Aveva ancora i suoi capelli bruni e freschi,<br />
il volto colorito e disteso e senza nessuna ombra<br />
di quegli incavi di pallore che si vedono tanto spesso,<br />
anche in malati non gravi, agli angoli delle narici o intorno<br />
alle palpebre o nelle tempie. Entrando io nella<br />
stanza, e movendo ella i grandi occhi per sorridermi<br />
e salutarmi, pareva che anche il capo si movesse; la<br />
sua stessa immobilità pareva un abbandonato riposo<br />
e non l'irrigidimento del male. Solo la mano destra,<br />
appoggiata lungo il corpo fuori del lenzuolo, aveva<br />
qualche cosa di stentato e di offeso e quasi di assottigliato,<br />
specie nell'attaccatura del pollice, come se il<br />
sangue non bastasse più a nutrirla; le dita e il polso,<br />
a riguardarli, si sentiva che erano fermi, che dentro<br />
non vi scorreva più la volontà di sollevarsi.<br />
lo mi siedevo in una seggiolino bassa accanto a<br />
lei; mettevo una mia mano sopra la sua a coprirla e<br />
scaldarla, chinavo il capo vicino al suo, nel guanciale:<br />
stavamo ore così. L'animo ritornava al tempo dei<br />
pigri risvegli mattutini, quando mi accostavo a odorare<br />
i suoi capelli e a respirare, presso la nuca, sotto l'orecchio,<br />
il tepore della sua pelle, che sapeva di aria<br />
e di pulizia come a premere il volta sul petto di una<br />
rondinino caduta e stretta nel pugno.<br />
40<br />
Una<br />
bella pagina<br />
di Manara<br />
Valgimigli<br />
Da quando aveva recuperata la parola, amava ripetere<br />
concime anni e memorie del nostro vivere insieme,<br />
le città diverse del nostro peregrinare, le molte e<br />
varie vicende, i nostri figlioli piccolini. Che vita chiara<br />
la nostra, e semplice e aperta, e senza equivoci, senza<br />
astuzie e malizie! E' più facile, credo, costruire a propria<br />
immagine la propria donna che non i figli. E più<br />
gli anni passano più la donna diviene tua, di chiarezza<br />
di devozione di tenerezza. E più lunga è la strada<br />
più l'unione si fa salda. E allora, se uno dei due si ferma,<br />
l'altro seguita male il suo cammino da solo.<br />
— Lo sai che domani è Pasqua? — Mi guardò<br />
lieta. — Allora oggi - disse - tra poco, sciolgono le<br />
campane.<br />
Per le alte finestre della camera entrava la primavera<br />
già calda. Soffi di aria leggera muovevano le<br />
tende nel sole. Le finestre davano, come dicono ad<br />
Asolo, sopra la riva: cioè sopra un colle in pendio che<br />
tra mezzo altri colli scendeva giù fino al piano di Montebelluna<br />
e alle Torri di Castelfranco. Più lontano, i<br />
giorni sereni, anche si vedevano di Padova gli alberi<br />
di Pro' della Valle e le cupole di Santa Giustina e del<br />
Santo. Qua e là per i colli e negli orti biancheggiavano<br />
meli e ciliegi in fiore. Si udivano forbiciate secche<br />
di contabini che potavano e campani di vacche al pascolo.<br />
— Ti ricordi, mi disse, quel giorno, a Massa, che<br />
tu scrivevi, e le campane non le sentisti, e non venisti
da noi subito come facevi sempre, e i ragazzi a cercarti<br />
e chiamarti per timore che le campane smettessero<br />
di suonare prima di trovarti, e ci precipitammo<br />
tutti nello studio, e Bisìn, che aveva le manine bagnate<br />
perché voleva lui bagnati gli occhi prima di me, ti<br />
si arrampicò addosso sopra la seggiola, e ti spruzzò di<br />
acqua anche le carte che stavi scrivendo, e tu... lo<br />
sgridasti?<br />
Intanto, sulla porta, si era affacciata la figlia.<br />
- Buon giorno, mamma. — E aggiunse: — Sono<br />
qui. -- Come per dire: — Oggi, quelli che possiamo<br />
essere con te, povera mamma, ci siamo tutti.<br />
Non era, lei, religiosa. Finché potè la madre, seguitò<br />
mansueta, per farle piacere, alcune pratiche di<br />
chiesa. Aveva una sua intelligenza lucida e asciutta<br />
che respingeva forme di misticismo e di mistero; e<br />
una sua severità di costume che mal tollerava debolezze<br />
e abbandoni di sentimento. Accettò il male suo<br />
e le sventure di casa come necessità di natura; con<br />
una rassegnazione pacata e ragionata che fu sempre<br />
fino all'ultimo, in quel fragile corpo la sua forza ferma<br />
e sicura. Era superiore sempre agli avvenimenti,<br />
quali fossero, e chiunque ne fosse toccato. Ma senza<br />
durezza e senza amarezza; anzi, con soavità sorridente;<br />
se mai, certe volte, con una punta appena visibile<br />
di ironia che dava un sapore più umano alla<br />
sua stessa accettazione e rassegnazione.<br />
II "I!uni fri! l'ini"<br />
...è stato invitato a metà maggio ad<br />
esibirsi nel Teatro del Collegio Leone<br />
XIII di Milano, capace di oltre mille<br />
spettatori. La sala era gremita e il coro<br />
ebbe il successo di moltissimi applausi.<br />
Era presente anche Luciano Rosada,<br />
Maestro dell'Orchestra Stabile del Teatro<br />
della Scala di Milano, che scrisse<br />
subito al Maestro Malatesta:<br />
«... Non voglio tardare per rallegrarmi<br />
dell'ottima esecuzione del Vs. concerto<br />
all'Istituto Leone XIII di Milano.<br />
Intonazione perfetta, bellissimi suoni e<br />
interpretazione musicalissima - hanno<br />
dimostrato l'ottimo grado raggiunto<br />
del Coro.<br />
Mi auguro di aver presto occasione<br />
di risentirvi ».<br />
Il Coro aveva ricevuto i migliori elogi<br />
anche dal Maestro Lino Liviabella,<br />
Direttore del Conservatorio di Musica<br />
«G. B. Martini» di Bologna, Presidente<br />
della Giuria del X Concorso Nazionale<br />
di Canti Alpini a Lecco, dove il Coro<br />
riportò la vittoria su tutte le squadre<br />
concorrenti. Il Liviabella scrisse al Malatesta<br />
:<br />
« ...Ritengo la vostra vittoria più che<br />
meritata per la passione e competenza<br />
massimamente da Lei dimostrata nel<br />
condurre ad una eccellente fusione e a<br />
un rimarchevole spirito interpretazionale<br />
dei canti dotata d'una sensibilità non<br />
comune e di quella particolare fraterna<br />
intesa tanto necessaria per portare nel<br />
piano artistico la propria passione per<br />
Stavamo ai piedi del letto; ed ecco, dalle chiese,<br />
squillarono i primi rintocchi. E qui vidi cosa inattesa.<br />
Tante volte, negli anni lontani, la sera avevo veduta<br />
la madre, china sul letto dell'uno o dell'altro dei figli<br />
bambini; e gli prendeva la mano e gliela guidava,<br />
sulla fronte, sulla spalla sinistra, sull adestra, con le<br />
parole del segno della croce. E ora la figlia prese lei<br />
della madre la mano destra, la mano lesa, la mano<br />
senza vita, e gliela portò sulla fronte e su le spalle<br />
nel segno della croce, suggerendo le parole devote; e<br />
la madre ripeteva, guardando la figlia, seguendo i gesti,<br />
con un leggero impaccio e balbettio infantile, In<br />
nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.<br />
Venne l'estate e un mattino la madre si spense.<br />
Andai dalla figlia. Vidi negli occhi aperti e fissi che<br />
aveva capito, che aveva sentito.<br />
— Dopo, — le dissi.<br />
E quando la ebbi composta, ritornai.<br />
— Andiamo, se vuoi, dalla mamma. —<br />
Giaceva nel suo letto con le mani in croce: tutte<br />
due uguali, ora. Ma nel volto era come quando il mattino<br />
entravamo in camera a salutarla. Ma così vivo era<br />
nel volto il suo sorriso, così illuminata era la sua fronte,<br />
che ci parve cosa miracolosa.<br />
— Babbo, se non crediamo ora non crederemo<br />
mai più. —<br />
Da «II Mantello di Cebete» - 1944<br />
la musica. Ritengo la Coralità l'espressione<br />
più nobile della società umana.<br />
A Lei e al Coro padovano «Tre Pini»<br />
che tale espressione hanno raggiunto<br />
con un meritato primato, i più cordiali<br />
auguri di vita e di scena »<br />
Coro festeggiato dal R. P. Merliti, Rettore del Collegio Leone XIII.<br />
— 41
II magnifico slancio di Beppino Stefano!!/ in un incontro nazionale... Ma il papa, Comm.<br />
Alfonso, spera che Ugo (il figlio minore) lo superi...<br />
CONSIGLIO GENERALE<br />
DELL'U.S. PETRARCA<br />
(9 settembre 1965)<br />
Presenti : prof. Michele Arslan, comm.<br />
Bruno Pollazzi, ing. Giacomo Galtarossa,<br />
sig. Leonzio Pizzo, dott. Ubaldo Allegro,<br />
cav. Rino Bedeschi, gr. uff. Benvenuto<br />
Bisello, comm. Rino Carraro, cav.<br />
Giacomo Castorina, comm. Amedeo Dalle<br />
Molle, dott. Marcelle Pacco, ing. Giovanni<br />
Galtarossa, dott. Armando Gavagni,<br />
sig. Alfredo Lazzarini, rag. Giusep-<br />
42 —<br />
pe Longato, rag. Angelo Mocellini, dott.<br />
Giancarlo Rossi, Comm. Cesare Rizzato,<br />
comm. Alfonso Stefanelli, gr. uff. Ferdinando<br />
Stimamiglio, e dott. Antonio<br />
Valle.<br />
Assenti giustificati : comm. Mario<br />
Barbieri, sig. Fortunato Buffo, e sig.<br />
Francesco Carraretto.<br />
La riunione ha inizio alle ore 22 presso<br />
l'Antonianum e presenzia il Rettore<br />
Padre Ambrogio Tremolada ed il Padre<br />
Pretto, direttore della Scuola di<br />
Religione.<br />
Il Petrarca I<br />
e le sue I<br />
speranze<br />
Il Presidente prof. Arslan apre la seduta<br />
porgendo il più cordiale benvenuto<br />
ai nuovi Consiglieri, indicati nella<br />
fotografia accanto, ai quali consegna il<br />
distintivo d'oro dell' U. S. Petrarca.<br />
Fa un breve cenno di storia della nostra<br />
Polisportiva mettendo in risalto il<br />
valore che ha per i giovani lo sport particolarmente<br />
dal punto di vista moraleeducativo.<br />
Dovere quindi di ogni cittadino fare<br />
qualcosa per questi giovani come in<br />
questo caso fanno i Consiglieri del Pe-
,:<br />
R. P. Rettore - dr. Pacco - cav. Bedeschi - rag. Mocellini - ing. Gianni Galtarossa - prof. Arslan<br />
trarca. - Ringraziamento ali' ing. Giacomo<br />
Galtarossa per la nuova svolta data<br />
alla sezione Pallacanestro per la quale<br />
si è perciò resa indispensabile l'autonomia<br />
di tutte le sezioni del «Petrarca»:<br />
Basket, Rugby e Calcio.<br />
I Presidenti delle singole Sezioni dovranno<br />
essere affiancati, nell'espletamento<br />
del loro incarico, da tre o quattro<br />
Consiglieri.<br />
Dopo questa premessa di carattere<br />
strutturale di tutta l'U. S. Petrarca, il<br />
prof. Arslan pone in discussione il bilancio<br />
della Sezione Rugby che viene<br />
approvato dal Consiglio.<br />
Prende poi la parola l'ing. Galtarossa<br />
nella sua qualità di Presidente della<br />
Sezione Basket e dopo aver ringraziato<br />
il Presidente Generale per tutto<br />
l'appoggio che egli da alla soluzione di<br />
tutti i problemi dell' U. S. Petrarca, informa<br />
il Consiglio sul lavoro svolto finora<br />
dalla sua Sezione per cercare di<br />
allinearsi, almeno in parte, alle altre<br />
società di pallacanestro.<br />
Assunzione quindi di un allenatore<br />
di valore e di un giocatore americano.<br />
Incremento del vivaio da dove potere<br />
attingere nuove linfe.<br />
Espone infine il bilancio preventivo<br />
per l'anno 1965 - 66 che viene accettato.<br />
II sig. Pizzo, Presidente della Sezione<br />
Calcio, espone per ultimo il programma<br />
della sua Sezione e non nasconde<br />
al Consiglio che intende — con<br />
l'aiuto di valenti collaboratori — dare<br />
un incremento maggiore di quanto sia<br />
stato dato finora. Per fare ciò chiede<br />
la collaborazione di qualche Consigliere<br />
Generale. Viene proposto il dr. Marcelle<br />
Pacco che accetta.<br />
Infine viene discusso e approvato il<br />
bilancio preventivo della Sezione.<br />
La riunione termina con l'intervento<br />
del Padre Rettore — Padre Tremolada<br />
— che a nome di tutti i Padri <strong>dell'Antonianum</strong><br />
ringrazia vivamente i si-<br />
... Complemento alfa seduta organizzativa.<br />
gnori Consiglieri per l'appoggio che essi<br />
danno a favore dei giovani.<br />
NESSUNA LESIONE DEL<br />
DILETTANTISMO<br />
(rilievo del R. P. Pretto)<br />
L'Unione Sportiva «Petrarca» non ha<br />
ammainato la bandiera del dilettantismo.<br />
E' una affermazione che può essere<br />
compresa in modo perfetto da coloro<br />
che non si formalizzano su parole,<br />
ma sovrastano con un' interpretazionc<br />
adeguata ai tempi.<br />
I petrarchini di qualunque «Sezione»<br />
essi siano, possono assicurare che nel<br />
proprio sport sono, relativamente agli<br />
stessi sport praticati in Italia, giocatori<br />
dilettanti.<br />
Le novità del Basket sono sembrate<br />
ai consueti e immancabili censori, una<br />
lesione alla regola dilettantistica petrarchina.<br />
Ma un esame attento e spassionato<br />
della situazione cestistica italiana<br />
li convincerebbe facilmente che<br />
gli amici del Basket sono sostanzialmente<br />
dilettanti e che i premi che essi<br />
possono percepire non costituiscono<br />
che un semplice incentivo nei confronti<br />
degli stipendi veri e propri che tutte<br />
le Società cestistiche italiane che partecipano<br />
al campionato di serie A e B,<br />
consegnano ai propri atleti.<br />
La generosità e la passione dei Dirigenti<br />
Petrarchini, a cui tutti <strong>dell'Antonianum</strong><br />
dobbiamo sincera e profonda<br />
stima e riconoscenza, permetterà che i<br />
nostri giovani possano sanamente godere<br />
di spettacoli sportivi ad alto livello.<br />
NOTE DI SEGRETERIA<br />
Con la nuova impostazione strutturale<br />
dell' U. S. Petrarca che ha avuto inizio<br />
da diversi mesi, tutte le Sezioni si<br />
sono messe al lavoro per predisporre<br />
in tempo utile, il programma di attività<br />
pre-campionato.<br />
BASKET:<br />
II campionato avrà inizio il 24 ottobre<br />
1965.<br />
Il prof. A. Nicolic - allenatore del Basket.<br />
Era allenatore della squadra Nazionale -Iugoslava<br />
che ha diretto in 279 incontri internazionali.<br />
Douglas Moe, il migliore giocatore americano<br />
in Italia, conquista fortunata dell'ing.<br />
Galtarossa.
FIORI D'ARANCIO<br />
Hanno annunciato il loro matrimonio :<br />
MAGGIO<br />
Silini dr. Matteo con la sig.na Silvana Bertolini<br />
LUGLIO<br />
Arslan dr. Ermanno con la dr. Maria Grazia Bossi - Pavia<br />
Di Bello dr. Carlo con la sig.na Maria Pia Consiglio - Pordenone<br />
Paganini ing. Giorgio con la sig.na Adriana Brunati<br />
Testa avv. Lorenzo con la sg.na Laura Pari<br />
Chiesa dr. Gianfranco con la sig.na Antonia Felicetti<br />
Veronesi ing. Gaetano con la sig.na Angela Maria Cassata<br />
AGOSTO<br />
Torre ing. Nicola con la sig.na Laura De Martis - Sassari<br />
Ferlin dr. Giorgio con la dr. Maria Teresa Sivieri<br />
SETTEMBRE<br />
Menato dr. Ruggero con la dr. Marisa Brunetta<br />
Vanzo dr. Giorgio con la sig.na Stei'ania Tommasina - Lendinara<br />
(Rovigo)<br />
Mazzoncini dr. Roberto con la dr. Maria Rosaria Di Giovine<br />
- Brescia<br />
Saraceni dr. Carlo con la dr. Luisa Zanovelio - Fraglia<br />
Sturare rag. Remiglio con la sig.na Laura Romaro<br />
Dopo la partecipazione al «Trofeo Lovari»<br />
di Lucca che ha visto vincitrice<br />
la nostra squadra, il programma delle<br />
partite amichevoli è il seguente :<br />
23 settembre a Rovigo contro il San<br />
Giovanni Bosco; il 26 ottobre a Caste!franco;<br />
28 ottobre al Palazzetto contro<br />
la Reyer Venezia con inizio alle 21,15;<br />
3 ottobre ore 17,30 al Palazzetto contro<br />
il Simmenthal; 6 ottobre ore 21,15 incontro<br />
di ritorno a Venezia contro la<br />
Reyer; 14 ottobre ore 21,30 a Bologna<br />
contro la Fides; 17 ottobre a Ravenna<br />
contro il «G. S. Robur» di Ravenna; 20<br />
ottobre al Palazzetto ore 21,15 contro la<br />
Unione Ginnastica Goriziana. Con questa<br />
partita termina il programma precampionato.<br />
44 ~<br />
CALCIO:<br />
Onorificenze<br />
II campionato avrà inizio domenica 3<br />
ottobre 1965.<br />
Il sig. Pizzo, Presidente della Sezione,<br />
dopo essersi consultato con i suoi<br />
collaboratori ha riconfermato quale allenatore<br />
della prima squadra il signor<br />
Bressa e allenatore della squadra giovanile<br />
e allievi il sig. Lucio Brutto.<br />
Il programma della prima squadra è<br />
stato così varato :<br />
19 settembre amichevole a Cittadella<br />
contro la Cittadellese. Nelle domeniche<br />
successive incontri con la squadra di<br />
Chiesanuova ed altre a giudizio dell'allenatore.<br />
Nello scorso inverno il comm. Aldo Travain organizzava<br />
nella Sala-Teatro <strong>dell'Antonianum</strong> una « Tavola Rotonda»<br />
sul tema: «II pensiero degli universitari stranieri sullo<br />
sport attuato e praticato dagli studenti italiani ». Pubblichiamo<br />
qui la fotografia presa allora per congratularci con<br />
lui dell'onorificenza ricevuta recentemente dal Presidente<br />
della Repubblica che lo ha nominato Grand' Uff. della Repubblica<br />
in premio delle sue molteplici attività sportive.<br />
Presidente del C.O.N.I. e Presidente del «Panathlon», è<br />
stato nominato anche dirigente nazionale del Comitato Olimpico<br />
per la cinematografia sportiva e scelto dal «Conseil<br />
d'Europe» a rappresentare il Panathlon Internazionale nella<br />
Commissione per la «Lutte contre le dooping».<br />
* Ci congratuliamo sinceramente anche con l'<strong>Ex</strong> Alunno<br />
Prof. Angelo Spanio di Venezia che ha ricevuto in riconoscimento<br />
delle sue attività la medaglia d'oro da parte del<br />
Ministro della Sanità, e col Dr. Fausto Cipanl che ha conseguita<br />
la libera docenza in Ostetricia.<br />
Bevilacqua Cengia dr. Giuseppe con la sig.na Marta Biasiolo<br />
Zaltron dr. Dario con la sig.na Emanuela Ceiita - Feltre<br />
Ferrino dr. Giampiero con la sig.na Maria Novella Zancan<br />
Guarnieri dr. Giampaolo con la sig.na M. Luisa Favaretti<br />
Riello Pera dr. proc. Giovanni con la sig.na Anna Maria Urso<br />
Amarelli<br />
Puchetti Francesco con la sig.na Bona Arboit<br />
Melara dr. Dante con la sig.na Imeria Maria Pincella<br />
OTTOBRE<br />
Fagiuoli dr. Giovanni con la sig.na Giovanna Morassutti<br />
Solbiati ing. Tommaso con la dr. Gabriella Radice - Varese<br />
CULLE<br />
Annunciano la nascita di :<br />
Giulia e Stefano: Lisa e Giovannino Dezza con Giuseppe<br />
e Giovanna<br />
Stefano :<br />
il fratellino Marco Amato<br />
Elena :<br />
Ada e Luigi Porciani<br />
Luigi :<br />
Gabriele e Bruna Nicolini<br />
Ada:<br />
Giovanni e Rolanda Bidoli<br />
Francesca: Liliana e Luigi A. Sambin<br />
Roberto :<br />
il fratellino Luigi Portalone<br />
Giovanni Francesco Paolo e Vanna Lovo<br />
Alessandra : Alberto e Maria Teresa Carenza<br />
L' attività giovanile inizierà verso la<br />
fine di ottobre o al massimo ai primi<br />
di novembre.<br />
RUGBY:<br />
Con l'avvento della Commissione tecnica<br />
Valvassori-Geremia-Ponchia nuovo<br />
entusiasmo si è creato nella Sezione.<br />
Gli allenamenti, iniziati il 3 settebre,<br />
continuano con maggior intensità.<br />
II campionato avrà inizio il 17 ottobre<br />
1965.<br />
Partite amichevoli pre - campionato :<br />
19 settembre al Campo Tre Pini contro<br />
la Rugby Brescia; 26 settembre a Brescia<br />
incontro di ritorno ; 3 ottobre contro<br />
la Rugby Venezia al Tre Pini.
Elenco finale degli iscritti per il 1964-65<br />
Accordi dr. Carlo *<br />
Agosto dr. Italo<br />
Agosto dr. Toni<br />
Alberini gen. Raoul<br />
Alfonsi ing. Aurelio<br />
Alfonsi cav. Giuseppe<br />
Aliprandi dr. Francesco<br />
Aìtichieri dr. Luciano<br />
Ambrosetti ing. Luigi<br />
Andò on. avv. Oscar<br />
Anse/mi dr. Paolo<br />
Anselmo dr. Giuseppe<br />
Apsrgi dr. Francesco<br />
Apsrgi rag. Sergio<br />
Ardizzone ing. Antonio<br />
Armiento rag. Mario *<br />
Arslan prò/. Michele *<br />
Azzi dr. Angelo<br />
Azzolin cav. Aurelio<br />
Baccagliti! prof. Mario<br />
Saggio dr. Edoardo *<br />
Saggio ing. Francesco<br />
Saggio Giovanni<br />
Saggio dr. Ignazio *<br />
Baggio dr. Paolo<br />
Barbe dr. Marcella<br />
Barbieri dr. Antonio<br />
Barbieri prof. Bruno *<br />
Barbieri prof. Egisto *<br />
Bordigato col. Gino<br />
Borgnino Cesare<br />
Boschetti avv. Ezio<br />
Boschi dr. Giorgio *<br />
Bottecchia ing. Giovanni *<br />
Bovo prof. Guerrino<br />
Brigenti dr. Rina *<br />
Brunelli avv. Giovanni<br />
Succhi ing. Renato<br />
Burelli dr. D'ino<br />
Busnardo dr. Benedetto<br />
Cacciavillani prof. Bruno<br />
Caldera dr. Eugenio<br />
Caldesi-Valeri dr. Giuseppe<br />
Calore geom. Giovanni<br />
Calzolari dr. Guido<br />
Canavotto ing. Giuseppe<br />
Candeo dr. ing. Antonluigi<br />
Coniato Giampaolo<br />
Cantarutti prof. Federico *<br />
Conte/e dr. Francesco<br />
Caporella Amedeo<br />
Capovilla Enrico<br />
Capovilla dr. Giorgio<br />
Carbone ing. Ernesto<br />
Carbognin prof. Giovanni<br />
Carbognin rag. Giunto<br />
Carbognin dr. Giusto<br />
Cardin dr. Giuseppe<br />
Cinstto cav. Guelfo<br />
Cipriani dr. Franco<br />
Ciralli dr. Bruno<br />
C/raso dr. Gaetano *<br />
Coiazzi prof. Luigi *<br />
Collesei dr. Corrado<br />
Colò dr. Arnaldo<br />
Colucci dr. Giuseppe<br />
Covi rag. Luigi<br />
Covi rag. Pietro<br />
Crestani dr. Venceslao<br />
Da Col dr. Antonio<br />
Da Col ing. Mario<br />
Dal Brun comm. Lucio<br />
Dal Covalo Mons. Antonio<br />
Dal Porto cav. Alberto<br />
Daniele dr. Carlo Alberto<br />
Danieletto dr. Raffaele<br />
D'Arcais Flores dr. Giovanni<br />
D'Arcais Flores prof. Giuseppe<br />
Davanzo Giuseppe<br />
De Besi ing. Alessio *<br />
De Siasi dr. prof. Sergio<br />
De Boni geom. Antonio<br />
De Boni Bruno<br />
De Faveri Tron Gildo *<br />
De Fra/a ing. Mario<br />
De Lucchi Tot/<br />
De Marco ing. Alberto *<br />
Filippi rag. Castone *<br />
Filippi dr. Silvio<br />
Foffano ing. Renato *<br />
Fontana Giovanni *<br />
Foratti dr. Fausto<br />
Formentin co. dr. Michele<br />
Fracanzani e.te Lodovìco *<br />
Franceschetto dr. Giuseppe<br />
Frascella dr. Pietro<br />
Frasson Franco Paolo *<br />
Frigo Costante<br />
Fritegotto rag. Giulio<br />
Furio/i ing. Gianluigi<br />
Gaia Giovanni<br />
Gaja dr. Piero<br />
Gaiotti dr. Angelo<br />
Galeazza m." Michelangelo<br />
Galimberti dr. Antonio<br />
Galimberti dr. Giulio<br />
Gallo ing. Mario<br />
Gamba Antonio<br />
Garcea ing. Anselmo<br />
Garcea dr. ing. Antonio<br />
Garcea ing. Felice<br />
Garcea ing. Giampaolo<br />
Geremia Guglielmo<br />
Ghezzo dr. Floriano<br />
Giacich dr. Walter<br />
Giocamela avv. Bruno *<br />
Con l'ottobre cominciano le iscrizioni per Fanno 65-66=iscrizione L. 3000 con agenda L 4000<br />
Barbieri dr. Enzo<br />
Barbieri ing. Riccardo<br />
Barcelìoni-Corte ing. Vincenzo<br />
Bùrnabò ing. Silvano<br />
Baroni dr. Franco<br />
Bartolomei prof. Giuseppe<br />
Battagliard dr. Alberto<br />
Battagliard Castone<br />
Bozzolo ing. Giorgio<br />
Belloni avv. Alberto<br />
Beghin dr. ing. Gianni *<br />
Belloni avv. Giorgio<br />
Belloni prof. Giuseppe *<br />
Senati dr. Roberto<br />
Bianchini avv. Bernardo<br />
Bianchini dr. Francesco<br />
Bisello gr. uff. rag. Benvenuto<br />
Boatta dr. Agostino<br />
Bocchese ing. Franco<br />
Bodini dr. Giovanni<br />
Bolzonella Carlo<br />
Bompiani prof. Giandomenico<br />
Bona/ti ing. Alfredo *<br />
Bonaiti ing. Pino *<br />
Bonatti-Savorgnan dr. Carlo<br />
Bonetti dr. Leo<br />
Bonìfazi rag. Giuseppe<br />
Benino dr. Raffaele<br />
Boniver prof. Giuseppe<br />
Carenza prof. Nino<br />
Caretta rag. Guglielmo<br />
Corion prof. Carlo<br />
Carlotto rag. Oscar<br />
Caron sen. dr. Giuseppe<br />
Carrara avv. Giuseppe *<br />
Cartolari dr. Cristoforo<br />
Casale dr. Renzo *<br />
Cassin rag. Paolo<br />
Cassìnis e.fé Carlo<br />
Castagna Bernardi rag. Gius.<br />
Castagna rag. Giulio<br />
Castellani Antonio<br />
Castellani di Sermeti dr. Luigi<br />
Catemario ing. Guido *<br />
Cavaggioni dr. Nino<br />
Cavallari prof. Vittorio<br />
Cavalli ing. Ferdinando<br />
Cavinato Carlo<br />
Cazzala ing. Luciano<br />
Ceschi dr. ing. Stanislao<br />
Cestarollo ing. Gianni *<br />
Chasen dr. Wolf *<br />
Checchi arch. Marcella<br />
Cheula prof. Pietro<br />
Chiesa dr. Domenico *<br />
Chiesa dr. Mario<br />
Chino dr. Alberto<br />
Cioccio prof. Giacinto<br />
De Marco ing. Carlo *<br />
De Santis geom. Giuseppe<br />
De Sisti rag. Gino *<br />
De Toni ing. Arnaldo<br />
De Zanche ing. Giampietro<br />
De Zuccata nob. Luigi<br />
De Zuccata ing. Paolo<br />
Di Nicolo ing. Antonio<br />
Dolcetta dr. Mario *<br />
Donati dr. Giulio<br />
Dolcini dr. Raoul *<br />
Dolcini avv. Walter *<br />
Dolfin avv. Pasquale<br />
Doriguzzi Aldo<br />
Dorma/ dr. Lamberto *<br />
Ederle avv. Giuseppe<br />
Egano d'Arzignano dr. Mario<br />
Estrafallaces dr. Aldo<br />
Fabbri-Colabich ing. Giuseppe<br />
Fabbri-Colabich dr. Piergiovanni<br />
Fognarii' rag. Carlo<br />
Fagnanì ing. Sandro<br />
Fatomo ing. Castone *<br />
Fantechi dr. Arturo<br />
Ferrara ing. Paolo<br />
Ferri e.te ing. Francesco<br />
Ferro dr. Bartolomeo<br />
Ferro prof. Ottone *<br />
Feruglio prof. Francesco *<br />
Giacomelli rag. Guido<br />
Giocameli! avv. Marco<br />
Giacomelli avv. Vittorio<br />
Giacon Angelo<br />
Giordani dr. Michele<br />
Giron dr. Giampietro<br />
Giudice avv. Pietro<br />
Giuriato rag. Franco<br />
Gabbato dr. Alberto<br />
Goitardo dr. Antonio<br />
Gottardo dr. Giuseppe<br />
Gracis avv. Mario<br />
Grassivaro ing. Enzo<br />
Grego dr. Gianguido<br />
Griffoni rag. Giuseppe *<br />
Gramo dr. Giorgio<br />
Guaran Guido<br />
Guzzon dr. Adalgiso<br />
Guzzon prof. Vittorio<br />
Inga ing. Enzo Franco *<br />
La Rocca dr. Carlo<br />
Laverda dr. Francesco *<br />
Lazzarin prof. Antonio<br />
Lechi e.te dr. Francesco<br />
Limena dr. Gianfranco<br />
Limena Paolo<br />
Lion dr. Paolo<br />
Loredan e.te ;ng. Iseppo<br />
Lorenzoni dr. Giangiorgio<br />
— 45
Lorenzoni avv. Luigi<br />
Lorenzoni dr. Renzo<br />
Lorini cav. Bruno<br />
Lotti dr. Francesco<br />
Lavato rag. Giovanni<br />
Lavo dr. Paolo<br />
Lui ing. Guido<br />
Luise prò/. Renato<br />
Luxardo dr. Gianni *<br />
Maestre///' prof. Giuseppe<br />
Maggia dr. Alessandro<br />
Maggia avv. G/'no<br />
Maggia ing. Marcellino<br />
Maggia avv. Piero<br />
Maggioni prof. Giorgio *<br />
Maggioni dr. Giuseppe<br />
Magnano dr. Pasquale<br />
Magni dr. Pietro<br />
Magrini dr. Carlo<br />
Ma/atesta Gianni *<br />
Malipiero avv. Giorgio *<br />
Manzoni march. Costantino<br />
Marangoni dr. Carlo<br />
Marchetti ing. Antonio<br />
Marcozzì avv. Alberto<br />
Marcucci dr. ing. Franco<br />
Mari dr. Luigi<br />
Marino cav. Luigi<br />
Mariotto geom. Giovanni *<br />
Martini Giacomo<br />
Marzo/o ing. Paolo<br />
Mazzo rag. Giorgio<br />
Mazzo cav. Silvio<br />
Mazzoncini col. Renzo<br />
Mazzucato Giorgio<br />
Monnet ing. Àdriano *<br />
Monnet cav. Augusto *<br />
Montanari cav. Valentino<br />
Montalto dr. Vittorio<br />
Montesi dr. Leonardo *<br />
Morandi ing. Don Francesco<br />
Morassutti dr. Franco *<br />
Morassutti ing. Giovanni *<br />
Morassutti comm. Giuseppe *<br />
Morassutti Paolo *<br />
Moro dr. Angelo<br />
Motta prof. Antonio<br />
Mozzi dr. Carlo<br />
Munaron dr. Castone *<br />
Munegato ing. Antonio<br />
Nalin dr. Antonio *<br />
Nalin dr. Edoardo<br />
Nalin dr. Ettore<br />
Napoli avv. Guido<br />
Narpozzi prof. Antonio<br />
Negro rag. Ugo *<br />
Nicolis ing. Lino<br />
Olivi avv. Marcella *<br />
Paccagnella prof. Bruno<br />
Paccagnella cav. uff. Igino<br />
Paganini ing. Giorgio<br />
Pallaro avv. Guido<br />
Palumbo-Fossati nob. Carlo<br />
Palma dr. Cioncarlo<br />
Paolucci dr. ing. Antonio *<br />
Parenzan prof. Lucio<br />
Pavan dr. Giorgio<br />
Pavoni dr. G. Franco<br />
Pedrazzoli ing. Giuseppe<br />
Peghin ing. Gianni *<br />
Rabolini ing. Claudio *<br />
Rajmondi cav. Giacinto<br />
Ramaschi ing. Renzo<br />
Rampazzo dr. Giuseppe<br />
Rampazzo-Malin ing. Roberto<br />
Ramigni cav. Leone *<br />
Rasi dr. Pierandrea<br />
Ravagnan ing. Cioncarlo<br />
Ravagnan dr. Giuseppe<br />
Ravagnan dr. Vittorio<br />
Reato Antonio<br />
Ricciardi ing. Dante<br />
Riedel dr. Angelo<br />
Riva ing. Filippo *<br />
Rivoltella dr. *<br />
Rizzo rag. Gino<br />
Rodighiero dr. Giancarlo<br />
Rodighiero dr. Vincenzo<br />
Rohr ing. Alberto<br />
Rohr dr. Antonio<br />
Somaro ing. Giorgio<br />
Romiati Riccardo *<br />
Ronco dr. Antonio<br />
Ronconi Antonio *<br />
Rosa dr. Lino<br />
Rossetto cav. Antonio *<br />
Rostoni ing. Tino<br />
Ruzza rag. Luigi<br />
Ruzzante rag. Antonio<br />
Sacchetto comm. Tullio<br />
Saggin ing. Francesco<br />
Saggin on. dr. Mario<br />
Salmazo dr. Giorgio<br />
Salvadei dr. Aldo<br />
Salvagnini dr. Antonio<br />
Stoppato avv. Lorenzo<br />
Stoppato ing. Luigi<br />
Taioli dr. Ernesto<br />
Taioli Luciano<br />
Talaretti geom. Italo<br />
Tantinì dr. danni<br />
Tanzi avv. Nulla<br />
Tartarini rag. Mario<br />
Tessero comm. Giovanni<br />
Testa Don Antonio<br />
Tiso Carlo<br />
Todeschini dr. Gregario<br />
Toffano dr. Giorgio<br />
Tolda cav. Antonio<br />
Toniolo prof. Gianfranco *<br />
Toniolo dr. Giuseppe<br />
Toniolo prof. Lucio<br />
Tono dr. Pietro<br />
Tonzig avv. Giorgio *<br />
Tormene Antonio<br />
Torresini gr. uff. Federico<br />
Trentin rag. Giovanni<br />
Usigli ing. Arrigo<br />
Valenti dr. Bruno<br />
Vasoin dr. Luigi *<br />
Vedua Angelo<br />
Ventura Franco<br />
Vento/tiri/' Antonio<br />
Venturini ing. Piero<br />
Veronese dr. Giuseppe<br />
Vianello dr. Attilio<br />
Visentini Aldo<br />
Viviani Otello<br />
Volpi geom. Emanuele<br />
Volpi Ermenegildo<br />
Con l'ottobre cominciano le iscrizioni per l'anno 65-66=iscrizione L. 3000 con agenda L. 4000<br />
Mazzuccato dr. Guido<br />
Mazzucato dr. Ugo<br />
Menegazzi Antonio<br />
Meneghini avv. Giulio<br />
Meneghini dr. Giancarlo<br />
Meneghini ing. Mario<br />
Menini avv. Bruno<br />
Menin dr. Luigi<br />
Mercato// Luigi<br />
Mer/in dr. Luigi *<br />
Mesirca ing. Renato<br />
Messenio dr. Pietro<br />
Michelini Averardo<br />
Mingatti rag. Edoardo<br />
Mingatti geom. Giancarlo<br />
Mingatti cav. rag. Giovanni<br />
Mingatti Paolo<br />
Mioni prof. Giovanni<br />
Missaglia Ferruccio *<br />
Missaglia Italo<br />
Missaglia Orione<br />
Miste dr. Domenico<br />
Mistrello comm. Piero *<br />
Molena rag. Pietro<br />
Molinario ing. Vittorio<br />
Pellizzaro avv. Aldo<br />
Pellizzaro /sic/oro<br />
Peratoner dr. Giambattista<br />
Perin Antonio<br />
Perini Luciano<br />
Perissi/lotto Giovanni<br />
Perruca dr. /ci/io *<br />
/ Peruzzi rag. Mario<br />
Fiordi dr. Wa/ter<br />
Piatto rag. Giuseppe<br />
Pinter dr. Lajos<br />
Piassi com. rag. Antonio<br />
Poggi dr. Carlo<br />
Poggi ing. Giorgio<br />
Poliedri dr. Pietro<br />
Ponchia Ivano *<br />
Prandstraller dr. Leone<br />
Fresca Fabio *<br />
Pretto dr. Graziano *<br />
Pretti dr. Giampietro<br />
Fratti dr. Gustavo *<br />
Puchettì dr. Orto<br />
Puggina dr. Annibale<br />
Puglisi dr. Alfredo<br />
Quaglio dr. prof. Gianluigi<br />
Santinello dr. Ferdinando<br />
Santinello dr. Giovanni<br />
Santon dr. ing. Eliodoro<br />
Sattin dr. Paolo<br />
Scalco dr. Ernesto<br />
Scalco dr. Luigi<br />
Scarpari dr. Silvio<br />
Schiano col. Emilia *<br />
Schiesari ing. Pietro<br />
Scianti dr. Valerio<br />
Se/toni ing. Ezio *<br />
Semenza dr. Edoardo<br />
Sgaravatti dr. Alberto<br />
Sgaravatti rag. Fausto *<br />
Sguotti dr. ing. Antonio<br />
Silvestrini dr. Donilo<br />
Simonetti prof. Luigi *<br />
Siviera dr. Arnaldo<br />
Smania ing. Amedeo *<br />
Solimbergo Bruno<br />
Solimbergo rag. Diego<br />
Soranzo Franco<br />
Sormani dr. Giuseppe *<br />
Squarcino col. Mario<br />
Stivanello rag. Bruno<br />
Wiel prof. Pierantonio<br />
Zaccaria prof. Vittorio<br />
Zoocoria dr. Mario<br />
Zambotto Pietro<br />
Zancan prof. Bernardo<br />
Zancan prof. Lanfranco *<br />
Zannini dr. Àdriano *<br />
Zannini Gianantonio<br />
Zannoni dr. Gianfernando<br />
Zanovello rag. Giulio<br />
Zappala ing. Giuseppe<br />
Zaffa rag. Giorgio *<br />
Zaffa prof. Pierluigi<br />
Zaupa prof. Paolo<br />
Zennari dr. Bruno *<br />
Zeni dr. Guido<br />
Zermann prof. A. Mario<br />
Zi/iotto Umberto<br />
Ziller Franco<br />
Zillo dr. Alberto<br />
Zocca dr. Arrigo<br />
Zotti dr. Enzo *<br />
L'asterisco segnala coloro che hanno versato una quota d'iscrizione superiore o sovvenuto alla Rivista con interessamento pubblicitario.<br />
Grazie anche agli amici che hanno fatte offerte per l'Antonianum.<br />
46 —
Coloro che non sono<br />
ancora iscritti<br />
sono pregati<br />
di affrettarsi<br />
L. 3000 iscrizione semplice<br />
L. 4000 iscrizione con l'Agenda<br />
Cari <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>,<br />
aiutatemi a far bene l'Antonianum,<br />
sì che possa uscire regolarmente<br />
ogni tre mesi sempre più bello ed interessante<br />
!<br />
Aiutatemi, mandandomi notizie interessanti,<br />
fotografie che possono essere<br />
gradite a tutti, segnalandomi articoli di<br />
attualità che ritenete bene far conoscere<br />
a tutti. Soprattutto voi professionisti<br />
arrivati, «di grido», mandatemi qualche<br />
articolo sulle vostre esperienze professionali<br />
che saranno lette volentieri oltre<br />
che dagli amici, dai giovani che aspettano<br />
direttive per la vita, frutto più che<br />
di teorie studiate sui libri, sbocciate dalla<br />
realtà scottante del giorno.<br />
Aiutatemi anche finanziariamente<br />
perché non ho nessun fondo a disposizione.<br />
I famosi milioni dei Gesuiti oggi,<br />
non si sa per quale magica metamorfosi,<br />
si sono trasformati in un fondo di debiti...<br />
senza fondo.<br />
Vivo di giorno in giorno, di quello<br />
che mi manda la Provvidenza attraverso<br />
Voi.<br />
Come aiutare l'Antonianum ?<br />
Con la regolare iscrizione.<br />
Con qualche offerta sostenitrice, coloro<br />
che lo possono.<br />
Pubblicheremo d'ora innanzi i nominativi<br />
di quelli che faranno qualche cosa<br />
in più della semplice iscrizione.<br />
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il cartellino gommato numerato.<br />
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Con la pubblicità sia sull' «Antonianum»<br />
che sull'Agenda.<br />
L' « Antonianum >> va a circa tremila<br />
indirizzi di professionisti, in gran parte<br />
a Padova, nel Veneto e nella Lombardia,<br />
ma anche a Torino, Genova, Roma,<br />
Napoli, Sicilia. E' una buona pubblicità!<br />
Con un amico si tratta più volentieri.<br />
L' Agenda va diffusa tra tutti gli <strong>Ex</strong><br />
<strong>Alunni</strong> dei Gesuiti d' Italia, che sono varie<br />
migliaia. Va inoltre ai Segretariati degli<br />
<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> della Compagnia che esistono<br />
nelle principali città del mondo,<br />
per cui la pubblicità sull'Agenda assume<br />
un valore internazionale, molto apprezzato.<br />
Per la pubblicità l'Antonianum mette<br />
a disposizione annualmente o intere facciate<br />
o frazioni di facciata. Per le formalità<br />
intendersi direttamente con la Redazione.<br />
Aiutare l'Antonianum che viene man-<br />
dato anche a quelli che non si iscrivono<br />
significa esercitare un vero apostolato<br />
di amicizia che finisce per conquidere<br />
a poco a poco anche i più ritrosi.<br />
DIALOGO INTELLIGENTE<br />
— Sei in regola coli' iscrizione?<br />
— Purtroppo no; da alcuni anni non<br />
me ne sono curato, ma cerco di rimediare<br />
subito mandando una buona offerta<br />
col Conto corrente qui accanto.<br />
— E tu sei in regola?<br />
— Purtroppo nemmeno io, ma ti<br />
imito subito.