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Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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PADOVA - VIA DDNATELLO, 16 - SETTEMBRE 1365<br />

TRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA - NUOVA SERIE


COLOMBE DEL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA EX ALUNNI - COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

A RAVENNA, CONTEMPLATE DA DANTE.<br />

SCUOLA DI RELIGIONE -PETRARCA<br />

— CERCO LA PACE<br />

SOMMARIO<br />

— L'INCONTRO COL REV. P. GENERALE<br />

— PROGRAMMI<br />

— IL CONGRESSO DI BAD GODESBERG<br />

— ORTODOSSIA E CATTOLICESIMO<br />

— DANTE E LA TRINITÀ'<br />

— « LA PICCOLA GALLARATE »<br />

— DAL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

— DALLA SCUOLA DI RELIGIONE<br />

— ANCORA CAREZZA<br />

— DEFUNTI<br />

— UNA BELLA PAGINA DI MANARA<br />

VALGIMIGLI<br />

— CINEFORUM<br />

— PETRARCA<br />

— VARIE<br />

NUOVA SERIE - N. 15<br />

DEL 1965 - N. 3 (SETTEMBRE)<br />

Direttore responsabile: ANTONIO COVI S. J.<br />

Redattore: CIPRIANO CASELLA S. J.<br />

Tip. A. Bolzonella - Piazza del Santo 14, Padova<br />

Cerco la pace ! f<br />

E' la risposta che dava un giorno Dante al fraticello portinaio di un Convento,<br />

che gli domandava : « Che cosa cercate ? ». — L'abbiamo imparata a conoscere<br />

fin da bambini questa risposta e ci viene sulle labbra in questi giorni<br />

nei quali il Santo Padre Paolo VI, dopo aver donata un croce d'oro da collocare<br />

sulla tomba del Poeta (quasi a riparazione delle incomprensioni del passato),<br />

si mette in viaggio per raggiungere l'O.N.U. con la stessa parola sulle<br />

labbra: cerco la pace!<br />

Ma quanta differenza tra le due richieste ! Dante cercava la pace per sé<br />

nella solitudine di un Convento, dove gli interessi materiali sono spenti e dove<br />

l'anima può anzitutto trovare la pace con Dio, senza la quale è impossibile<br />

la pace con se stesso e con gli uomini.<br />

Paolo VI va a cercarla non per sé, ma per il mondo, e non in una comunità<br />

religiosa, ma in una comunità politica in cerca sì di pace, ma assillata dagli<br />

interessi economici e sociali dai quali sogliono nascere le grandi conflagrazioni<br />

tra i popoli.<br />

E' certamente un'organizzazione meravigliosa l'O.N.U. Ha riunite 114 nazioni<br />

e sta affigliandone altre continuamente, tanto che fra non molto saranno<br />

126. E dopo vent'anni di vita compie il gesto magnifico di invitare il Papa<br />

nella sua sede a dare una consacrazione, si direbbe religiosa, alla sua attività.<br />

E non meno magnifico il gesto del Papa che accetta di recarvisi sia pure per<br />

un solo messaggio di pace!<br />

Sono i grandi miracoli che Dio compie nella storia della Sua Chiesa. Nel<br />

maggior splendore della sua storia profana il Pontificato, con Innocenze IH,<br />

accoglieva i popoli d'Europa che correvano ad affigliarsi alla Santa Sede per<br />

avere dalla Sua immensa potenza protezione e sicurezza.<br />

Oggi sono tutti i popoli del mondo, si può dire, che domandano al Papa,<br />

non eserciti, come al tempo delle Crociate, ma la luce di quella parola dell'Altissimo<br />

che ha promessa la pace agli uomini di buona volontà e quella preghiera<br />

che sola tanto spesso può calmare quelle bufere spaventose che straziano<br />

l'umanità.<br />

Lo Spirito Santo che guida la storia e parla attraverso il Concilio sembra<br />

prendere in giro con simili gesti i fari fumosi della scienza senza Dio.<br />

Quanti di noi ricordano la storia del secolo passato colle sue lotte gigantesche<br />

contro la Religione, con le esequie cantate infinite volte sul Papato, sulla<br />

Religione, su Dio proclamato morto da Nietzche, dobbiamo innalzare a Dio<br />

l'inno del ringraziamento, accompagnare il Papa con la preghiera perché la sua<br />

missione di pace e perché il denaro risparmiato con la pace vada a sollievo<br />

dei popoli straziati dalla fame, abbia ad essere efficace. Preghiamo perché la<br />

scienza cieca ritorni alla fede. Soprattutto comprendiamo la grande missione<br />

che Dio affida a noi cristiani tutti, di lavorare oggi con speciale fervore per<br />

il trionfo Suo sulla terra.<br />

C.


Il primo incontro del<br />

Rev. P. Generale<br />

Pietro Arrupe S. J.<br />

con la provincia<br />

Veneto Milanese<br />

I! P. Arrupe coi Padri di Milano radunati<br />

nella Galleria di S. Fedele.<br />

Il R. P. Generale venne a Milano il 25 agosto. Visitò la residenza di San Fedele con le sue numerose opere, il Collegio<br />

Leone XIII e la Facoltà Filosofica di Gallarate.. Radunò poi per un colloquio tutti i Padri della città e dintorni, ai<br />

quali espose il suo programma, i problemi che sta affrontando per rendere le nostre opere sempre più efficienti.<br />

« Si esige da noi un duplice ordine di considerazioni — ci disse —. Prima di tutto ci si presenta il problema della<br />

Compagnia in questo momento storico, per renderci conto della sua presente condizione e vedere se, con il passare del<br />

tempo, alcuni suoi elementi abbiano subito a poco a poco mutazioni e abbiano assunto quelle forme storiche che, cambiando<br />

le condizioni esterne del mondo, debbono essere adattate alle odierne circostanze.<br />

« Questo deve indurci a una profonda analisi della Compagnia, ad approfondire i suoi elementi essenziali ed immutabili;<br />

e, dopo averne presa accurata conoscenza, vedere in che modo possiamo adattarli alle esigenze del inondo d'oggi.<br />

E' vero che la Compagnia ha perso la sua mobilità? E' vero che la Compagnia ha perso la sua attualità?<br />

è L'altro ardin edi considerazioni ci induce a considerare l'aspetto del mondo e della Chiesa quale appare ai giorni<br />

t..: r\ *~ ^ :i 1-1 J i j._i~ -t —~i - ^ ' •* ' • - - - - --<br />

suoi principi? Dobbiamo affrontare tutti questi problemi con mente sincera ed aperta e con coraggio, per trovarne la<br />

soluzione.<br />

« Perché la Compagnia continui ad essere quello che per i nostri giorni Sant' Ignazio la desidera, deve alimentarsi<br />

dello spirito di quel quarto voto con cui promettiamo una speciale obbedienza al Sommo Pontefice. Questa ubbidienza,<br />

umile e filiale, deve essere la chiave della nostra mentalità soprannaturale e della efficacia del nostro lavoro per il Regno<br />

di Cristo. Quella fiducia e quella convinzione con cui il Santo Padre mi parlava della fedeltà della Compagnia credo<br />

debbano considerarsi come la vocazione attuale al servizio della S. Sede, cioè come la voce di Cristo il quale vuole<br />

che la Compagnia si mostri fedele e docile verso il suo Vicario in terra in questi momenti così difficili per la Chiesa.<br />

« La devozione di S. Ignazio verso la Chiesa ha avuto una certa evoluzione. Egli infatti, un po' alla volta, cominciò<br />

a confidare, meno in se stesso e più in Cristo e netta Chiesa. Specialmente dopo il pellegrinaggio in Palestina e dopo terminati<br />

gli studi, trovandosi incerto fra tante vie possibili, di giorno in giorno prese coscienza della necessità di una stella<br />

che illuminasse tutta la sua vita. E<br />

per lui questa stella fu la Chiesa gerarchica.<br />

Ogni giorno più egli vedeva in<br />

Cristo la Chiesa. Il suo supremo ideale<br />

era lavorare "in aiuto della Santa<br />

Chiesa " ».<br />

Padre Arrupe si congratulò poi col P.<br />

Provinciale per l'attività della Provincia<br />

e con tutti i Padri di Milano che<br />

hanno intraprese opere provvidenziali<br />

degne della città; promise di starci vicino<br />

per aiutarci ad incrementarle e ci<br />

lasciò con una larga benedizione propiziatrice<br />

di grazie.<br />

Il P. Casella invita il R. P. Generale<br />

sita anche a Padova.


PROGRAMMI<br />

LA NUOVA DATA DELLA FESTA<br />

DI S. IGNAZIO ALL'ANTONIANUM<br />

S. Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù,<br />

è festeggiato liturgicamente il 31 luglio, data che<br />

anticamente coincideva con la fine delle scuole.<br />

Oggi, in quel giorno, manca qualsiasi festività<br />

per le vacanze degli alunni e del pubblico.<br />

Sull' esempio di molti altri Collegi d'Italia, anche<br />

l'Antonianum trasporta la festa di S, Ignazio a<br />

data in cui tutte le opere sue sono in piena attività<br />

e precisamente al 6 novembre, festa liturgica di tutti<br />

i Santi della Compagnia di Gesù, trasferibile all'occorrenza<br />

nella Domenica dopo.<br />

Per quel giorno attendiamo a festeggiarlo, tutti<br />

gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>, gli <strong>Alunni</strong> e Amici <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

LA GIORNATA DANTESCA A RAVENNA...<br />

... annunciata nel numero passato <strong>dell'Antonianum</strong><br />

per la Domenica 10 Ottobre, viene differita alla<br />

Domenica 14 Novembre. Si manderà a parte l'invito<br />

dettagliato, in attesa che molti abbiano a parteciparvi.<br />

La Santa Messa verrà celebrata nella magnifica<br />

Chiesa di San Vitale da P. Guidubaldi S. J.<br />

noto per il suo volume su «Dante europeo». Conferenza<br />

nella sala Biblioteca Dantesca. Visita alla Basilica<br />

di S. Apollinare in Classe e pranzo al mare.<br />

INIZIATIVE CULTURALI<br />

La solenne chiusura dell'anno 1964 - 65, tenuta a Monte<br />

Berico di Vicenza, ebbe un esito felice. Più di un centinaio<br />

di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> erano presenti alla S. Messa celebrata da Padre<br />

Messori in Basilica, ed ottanta persone alla cena sociale<br />

a Montegal della.<br />

La riunione era stata preceduta da una seduta di Consiglio<br />

nella Sala del Veronese, in cui venne prospettata la<br />

attività culturale degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> durante l'anno 1965 - 66,<br />

secondo lo spirito della missione affidata dal Santo Padre<br />

ai Gesuiti contro l'ateismo. Si convenne di riprendere i Venerdì<br />

dello Spirito iniziati anni fa da P. Messori con la<br />

Congregazione Mariana Professionisti. Ora si estenderebbero<br />

anche agli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> di città. Verrebbero in essi discussi<br />

i problemi spirituali interessanti tutti.<br />

Verrebbe inoltre organizzata una equipe di oratori per<br />

tenere alcune conferenze di carattere cittadino, a Padova<br />

prima e poi nelle città dove gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> sono più numerosi<br />

e possano organizzare il pubblico.<br />

Si sta ora lavorando per concretare i temi che verranno<br />

comunicati sui fogli di invito.<br />

RIPRESA DEL CORSO BIBLICO<br />

P. Bassan riprende il Corso Biblico, iniziato l'anno scorso,<br />

che quest'anno avrà come tema «Messianismo e Messia».<br />

Sono 13 lezioni tenute dai proff. P. Carlo Martini e P.<br />

Stanislao Lyonnet della Compagnia eli Gesù e dai proff. Don<br />

Sebastiano Bovo e Don Salvatore Marsili dei Benedettini.<br />

La statua di S. Ignazio in S. Pietro di Roma.<br />

Le lezioni verranno tenute nella Sala-Teatro <strong>dell'Antonianum</strong>:<br />

alle ore 18.45 per gli studenti e alle ore 21 per il<br />

pubblico. Il calendario delle lezioni verrà comunicato quanto<br />

prima a quanti si iscriveranno.<br />

ATTIVITÀ' DELLA<br />

CONGREGAZIONE PROFESSIONISTI<br />

Ebbe inizio la sera del 1° Ottobre, Primo Venerdì del<br />

mese. In una seduta tenuta a metà <strong>Settembre</strong> il Consiglio<br />

ha precisato il programma per il nuovo anno. Al Primo<br />

Venerdì del mese funzione alle ore 21,30 con la S. Messa.<br />

Nei Venerdì successivi, sempre alle ore 21,30, funzione ascetica<br />

ordinaria. L'ultimo Venerdì del mese, Venerdì dello<br />

Spirito, con adunanza in sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> e discussione<br />

di problemi di attualità. Come l'anno scorso Ritiri<br />

Spirituali stagionali, con programma da fissarsi volta per<br />

volta ed estesi anche a tutti gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che desiderano<br />

vivere una vita spirituale più spiccata.<br />

Nella prossima elezione delle dignità e cariche il programma<br />

verrà maggiormente specificato. Il primo Ritiro<br />

Spirituale avrà luogo Sabato 9 e Domenica 10 Ottobre con<br />

meditazione al Sabato sera alle ore 21,30 all'Antonianum,<br />

ed il giorno dopo a Villa Immacolata di Terraglia alle ore<br />

9,30 e 11, intramezzate dalla S. Messa. Le Meditazioni verranno<br />

predicate questa volta da P. Insolera, Direttore Nazionale<br />

delle Congregazioni Mariane d'Italia, fatto venire<br />

apposta da Roma.


accanto alle due<br />

il Congresso di<br />

Roma, Madrid, Marsiglia, Vienna,<br />

Bad Godesberg : tappe successive<br />

dei nostri simpatici incontri congressuali<br />

a livello europeo.<br />

Quest'anno ci siamo dati appuntamento<br />

a Bad Godesberg, in Germania,<br />

sulle rive del Reno. La graziosa<br />

cittadina termale appare pittorescamente<br />

adagiata fra i colli e<br />

i boschi che in dolce declivio scendono,<br />

sulla riva sinistra, sino al maestoso<br />

fiume, sulla stessa direttrice<br />

per Bonn che dista soltanto sette<br />

chilometri.<br />

Di fronte, sulla riva destra, è situata<br />

la famosa regione del «Silbengebirge»<br />

con le molte selve, parchi,<br />

castelli, le caratteristiche «7 montagne»<br />

ed i rinomati centri di villeggiatura<br />

di Beuel, Koenigswinter,<br />

Petersberg, mete di frequenti riposi<br />

di tanti magnati e blasonati internazionali.<br />

Fra riva sinistra e riva destra, codesta<br />

zona Renana è senza dubbio<br />

una delle più rinomate e turisticamente<br />

più ricercate della Germania<br />

Federale. La vicinanza di Bonn e di<br />

Colonia ne rendono ancora più vivo<br />

l'interesse turistico.<br />

Di Bad Godesberg ricorderò che<br />

sono specialmente attraenti i dintorni<br />

collinari ove numerose sono le<br />

ricche ville sedi di consolati — data<br />

la vicinanza alla capitale — e<br />

dove risiede pure il Collegio S. Luigi<br />

dei Padri Gesuiti, ottima e razionale<br />

costruzione in mezzo al tanto<br />

verde di cui la terra tedesca è assai<br />

prodiga.<br />

A Bad Godesberg non manca, ovviamente,<br />

il «Burg», posto sopra un<br />

colle che domina la cittadina sino<br />

al sottostante fiume con una vista<br />

panoramica di ottimo effetto. Strano<br />

a dirsi ed a vedersi, il castello<br />

di Bad Godesberg non appare intatto<br />

e conservato nel suo vecchio e<br />

primitivo aspetto. I tedeschi, questa<br />

volta, hanno voluto imitare gli<br />

italiani e hanno inserito nel «Burg»,<br />

con notevole abilità architettonica,<br />

un lussuoso ristorante - albergo che<br />

non appare certo una nota stonata<br />

nell' insieme edilizio.<br />

Non mi sono informato, ma giurerei<br />

che in simile trasformazione<br />

vi sia stato lo zampino e l'estro di<br />

qualche architetto o, anche soltanto,<br />

di qualche albergatore nastrano.<br />

A Bad Godesberg siamo arrivati<br />

con un clima da aprile capriccioso<br />

e non certo con il solleone di luglio.<br />

Per chi fa il turista estivo non è poi<br />

un gran male il conforto del frescolino<br />

e di qualche garbata spruzzatine<br />

di pioggia.<br />

L'organizzazione perfetta<br />

Devo subito dirvi che l'organizzazione<br />

del Congresso si è rivelata impeccabile<br />

e, del resto, chi lo poteva<br />

mettere in dubbio ? Ricordando il<br />

Congresso del 1963 a Vienna vengono<br />

spontanei alcuni raffronti e —<br />

gli amici austriaci non ce ne vogliano<br />

— a Bad Godesberg la tecnica<br />

organizzativa è stata certamente superiore.<br />

Merito, anche, della magnifica<br />

«Stadthalle», con una razionalissima,<br />

ampia e moderna sala ove<br />

si tennero le sedute congressuali e<br />

con restaurant, terrazza e tanti qltri<br />

servizi logistici che la rendono<br />

efficientissima e ben adattabile a<br />

qualsiasi Congresso di notevole levatura.<br />

Ogni relazione veniva simultaneamente<br />

tradotta in francese, tedesco,<br />

spagnolo e italiano con una ricezione<br />

ottima attraverso le cuffie radiofoniche<br />

e di ogni relazione ci fu consegnata<br />

sollecitamente una copia<br />

stampata integralmente con la traduzione<br />

nelle varie lingue,<br />

blamente mancata a Bad Godesberg<br />

la cornice inarrivabile di sfarzo e di<br />

romantica signorilità imperiale che<br />

caratterizza la capitale austriaca.<br />

Ne ha quindi risentito anchce il programma<br />

«di contorno» al Congresso,<br />

assai più sobrio a Bad Godesberg<br />

Rispetto a Vienna, però, è indubnelle<br />

sue manifestazioni turistiche e,<br />

diciamo pure, mondane.


torri di Colonia<br />

Bad Godesberg<br />

In definitiva, il Congresso di quest'anno<br />

ha avuto il merito di essere<br />

tecnicamente più elaborato e culturalmente<br />

più impegnato, dando<br />

maggior posto ai lavori congressuali<br />

che agli svaghi e alle distrazioni.<br />

La partecipazione più modesta di<br />

signore e di familiari in genere, rispetto<br />

al Congresso di Vienna, costituiva<br />

certo un termometro fedele<br />

di codesta impronta più austera.<br />

Come a Vienna ci siamo ritrovati<br />

numerosi, provenienti da tante<br />

Nazioni europee : Germania, Austria,<br />

Svizzera, Francia, Belgio, 0landa,<br />

Spagna, Portogallo, Italia.<br />

Fra gli italiani, rappresentanti di<br />

Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli,<br />

Bari, Lecce, Catania, Palermo,<br />

Padova.<br />

Capeggiavano la nostra «troupe»<br />

il Padre Assistente, P. Giampietro<br />

S. J. con il Presidente, l'impeccabile<br />

e dinamico avvocato Adonnino di<br />

Roma, i Vice Presidenti avvocati Filippetto<br />

di Milano e Avallane di Napoli<br />

ed il Segretario Generale della<br />

Confederazione, avvocato Enzo Saia<br />

di Milano.<br />

In linea coi decreti del Concilio<br />

L'invito e l'introduzione, insieme,<br />

al tema del Congresso — « l'unità<br />

dei Cristiani » — era sintetizzato<br />

nel passo del Decreto Conciliare sull'Ecumenismo<br />

che dice: «Poiché oggi,<br />

per impulso della Grazia dello<br />

Spirito Santo, in più parti del mondo<br />

colla preghiera, la parola e l'opera<br />

si fanno molti sforzi per avvicinarsi<br />

a quella pienezza di unità<br />

che Gesù Cristo vuole, questo Santo<br />

Concilio esorta tutti i fedeli cattolici<br />

perché, riconoscendo i segni<br />

dei tempi, partecipino con slancio<br />

all'opera ecumenica».<br />

Non è compito mio l'esporvi ed<br />

il commentarvi il contenuto delle varie<br />

relazioni. Lo farà, in altro articolo,<br />

con molta maggior competenza<br />

ed autorità, il nostro carissimo<br />

P. Casella.<br />

Se qualcosa posso dirvi anch'io in<br />

modo assai sobrio e sintetico, ebbene,<br />

vi assicuro che il Congresso di<br />

Bad Godesberg ha costituito una<br />

nuova e preziosa esperienza, un'importante<br />

e necessaria acquisizione<br />

di problemi che ormai sono entrati<br />

nel vivo di un dibattito mondiale<br />

tanto appassionato quanto delicato<br />

e periglioso.<br />

Questa esperienza è stata particolarmente<br />

efficace per noi italiani<br />

perché — riconosciamolo con tutta<br />

franchezza — sentiamo ancora<br />

poco questo problema dell' unione<br />

ecumenica dei cristiani per il semplice<br />

motivo che esso, in Italia, praticamente<br />

non sussiste. Siamo cristiani<br />

cattolici fra cristiani cattolici<br />

e basta. Non viviamo a contatto di<br />

gomito con i fratelli della Chiesa<br />

separata, siano essi ortodossi, luterani,<br />

calvinisti, o altri ancora. In<br />

tante altre Nazioni europee, improntate<br />

ad un cattolicesimo «misto»,<br />

la situazione è invece ben diversa,<br />

le esigenze di unione sono<br />

più sentite, gli «incontri» assai più<br />

frequenti, i dibattiti sempre aperti.<br />

Ecco perché, anche per noi ex-alunni<br />

dei Padri Gesuiti, il Congresso di<br />

Bad Godesberg ha davvero costituito<br />

lo schiudersi di un orizzonte che<br />

soltanto intuivamo ma ancora non<br />

avevamo mai osservato nella sua<br />

sterminata complessità.<br />

Nessuno dubita che le coraggiose<br />

risoluzioni del Concilio Ecumenico<br />

avviato da Giovanni XXIII abbiano<br />

fatto cadere tante barriere e non<br />

pochi assurdi pregiudizi. Ma vi è<br />

anche il pericolo — e chi non lo conosce?<br />

— che codesta «apertura»<br />

o «aggiornamento» che dirsi voglia,<br />

attenui alquanto, più fuori del-<br />

I' Italia che in Italia, il senso vitale<br />

dell' obbedienza alla Gerarchia Ecclesiastica<br />

che sempre dovrebbe guidare<br />

l'azione del laicato cristiano.<br />

Ce ne siamo dolorosamente accorti<br />

nello stesso Congresso di Bad<br />

Godesberg constatando la intensità<br />

e la frequenza dei consensi da par-<br />

— 9


te dei presenti (pure, in maggioranza,<br />

cristiani cattolici) a certe affermazioni<br />

di parte Luterana che se<br />

da un lato suonavano invito all'accostamento<br />

e alla fraterna visione<br />

di un unico credo, dall' altro lato<br />

non accennavano ad alcun movimento<br />

concreto da certi e ben noti<br />

arroccamenti dogmatici evangelici.<br />

«L'ancoraggio» ad interpretazioni<br />

del tutto personali della Bibbia<br />

impera sempre come guida suprema<br />

di questi nostri fratelli di oltre<br />

Alpe.<br />

Né, purtroppo, abbiamo avuto la<br />

impressione che gli stessi abbiano<br />

attenuato quel certo senso di rivendicazione<br />

che deriva da un malinteso<br />

nazionalismo e da una storica,<br />

quanto senile e sorpassata, antipatia<br />

verso la Prima Sede Romana.<br />

Arriveremo, nonostante tutto, alla<br />

tanto auspicata intesa? Il passo<br />

che per primo è stato fatto da parte<br />

cristiana, darà i suoi frutti? Ci<br />

vorranno ancora anni, secoli? Quali<br />

gli angoli che noi cristiani laici siamo<br />

chiamati a smussare? Quale la<br />

parte e la guida della Gerarchia Ecclesiastica?<br />

Questi e tanti altri interrogativi<br />

dobbiamo porci e a Bad Godesberg,<br />

in effetti, sono stati posti e con molto<br />

merito e buona volontà si è tentato<br />

di darvi una risposta.<br />

Sono certo ardui quesiti da risolvere<br />

e di cui noi laici, in particolare<br />

noi ex-alunni dei Padri Gesuiti, dovremmo<br />

innanzi tutto prendere ampia<br />

e profonda conoscenza sotto<br />

l'insegnamento dei nostri Padri.<br />

Di tale impostazione primitivamente<br />

e fondamentalmente dottrinale<br />

non possiamo prescindere nel<br />

10 —<br />

Burg di Bad Godesberg.<br />

modo più assoluto, pena l'anarchia<br />

totale.<br />

La distinzione fra Chiesa Docente<br />

e Chiesa Discente resta più che<br />

mai viva ed attuale, nonostante i<br />

«conati liberistici» di alcuni cristiani<br />

cattolici che mal sopportano il<br />

dolce giogo di una obbedienza salutare.<br />

Aggiornare e progredire nell' unione<br />

dei cattolici non significa intaccare,<br />

nello sforzo di rinnovamento,<br />

cose e forme essenziali ed intangibili<br />

verità che sono fuori del tempo.<br />

Lo ha recentemente affermato<br />

in modo assai esplicito il Santo Padre<br />

Paolo VI rivolgendosi a quei settori<br />

del mondo cattolico che esasperano<br />

lo spirito dell' aggiornamento<br />

promosso da Giovanni XXIII con la<br />

indizione delle ossisi ecumeniche.<br />

Parole orientative del Papa<br />

Disse Paolo Vi rivolgendosi ai fedeli<br />

in Costei Gandolfo, l'I 1 agosto<br />

scorso: « Vi sono due modi per la<br />

Chiesa di mantenersi giovane: uno<br />

è quello di accostarsi al mondo che<br />

la circonda, di assumerne il linguaggio,<br />

i costumi, la mentalità, fin dove<br />

questo è compatibile con la natura<br />

e la missione della Chiesa, di<br />

inserirsi nella storia che passa, di<br />

«storicizzarsi». L'altro modo è quello<br />

per cui la Chiesa cerca in se stessa<br />

la vitalità inesauribile della sua<br />

verità, della sua coerenza tradizionale,<br />

della sua ricchezza spirituale.<br />

L'uno e l'altro modo — ha detto il<br />

Papa — sono buoni, purché siano<br />

saggiamente complementari.<br />

« Ma purtroppo talvolta, oggi —<br />

ha lamentato il Pontefice — in que-<br />

sto sforzo di rinnovamento, alcuni,<br />

mossi certamente da zelo sincero,<br />

si attengono al primo modo, dimenticando<br />

o trascurando il secondo.<br />

Avviene al/ora che molti sono tentati<br />

di credere vivo solociò che è<br />

nuovo, solo ciò che è moderno, solo<br />

ciò che si confonde con l'esperienza<br />

del mondo contemporaneo, e nasce<br />

d' istinto la tentazione di ripudiare<br />

ciò che ieri è stato fatto e<br />

pensato, di staccarsi dalla teologia<br />

e dalla disciplina tradizionale, di<br />

mettere tutto in questione come se<br />

si dovesse cominciare oggi a costruire<br />

la Chiesa, a rifare le sue dottrine<br />

partendo non tanto dai dati della<br />

rivelazione e della tradizione,<br />

quanto piuttosto dalle realtà temporali<br />

in cui si svolge la vita contemporanea,<br />

per dare inizio a nuove<br />

forme di pensiero, di spiritualità,<br />

di costume, col pretesto di infondere<br />

nel nostro cristianesimo una autenticità<br />

solo ora scoperta, e solo<br />

essa comprensibile agli uomini del<br />

nostro tempo.<br />

« Dapprima — ha osservato il<br />

Papa — questo processo di rinnovamento<br />

tocca e toglie cose e forme<br />

caduche; ma poi, in alcuni, arriva<br />

a intaccare cose e forme essenziali<br />

e intangibili nella Chiesa; e allora<br />

— ha concluso - v'è pericolo<br />

che, non volendo, la mentalità del<br />

riformatore si adatti, si faccia relativa<br />

a/le correnti di pensiero, di moda<br />

o del pensiero altrui ; e verità<br />

che sono fuori del tempo, perché divine,<br />

sono piegate ad uno storicismo<br />

che le priva talora del loro contenuto<br />

e della loro stabilità ».<br />

Commenti a tanta chiarezza di<br />

contenuto e di esposizione sarebbero<br />

dannosi ed inutili.<br />

Il Santo Padre ci ricorda ancora<br />

una volta che per condurre in porto<br />

l'unificazione dei cattolici si deve<br />

anzitutto prendere coscienza del<br />

problema, animati di carità e di<br />

comprensione, ma nella conoscenza<br />

più attenta del problema stesso. Il<br />

che significa che carità e fraternità<br />

non debbono sacrificare ed annullare<br />

dogma, tradizione, patrimonio<br />

culturale e soprattutto Ispirazione<br />

Divina.<br />

La conoscenza del problema del-<br />

I' unità dei cattolici deve avvenire<br />

progressivamente, con fermezza,<br />

senza deviazionismi dogmatici ma


Un'adunanza dell'assemblea.<br />

// tema del Congresso, «L'unità dei cristiani», scelto su consiglio dello stesso Cara. Bea che dell'ecumenismo è l'apostolo<br />

più fervente, importava una dettagliata esposizione della situazione delle principali correnti religiose con le quali<br />

sembra più facile il dialogo: la corrente ortodossa, quella calvinista e quella luterana.<br />

Siccome è molto difficile riassumere le conferenze che già sono estremamente riassuntive, per la vastità del problema<br />

che affrontano, pensiamo di offrire in saggio le tre conferenze principali.<br />

Presentiamo qui «Ortodossia e cattolicesimo», conferenza tenuta dal R. P. Wilhelm de Vries S.J. dell'Università Gregoriana<br />

di Roma. Nei prossimi numeri pubblicheremo le altre due.<br />

Ortodossia significa rettitudine nella<br />

Fede, Cattolicesimo significa universalità.<br />

Normalmente non dovrebbe esserci<br />

contraddizione tra queste due nozioni.<br />

In effetti, secondo la missione data<br />

da Cristo agli Apostoli, la vera Fede è<br />

destinata a tutti i popoli ed a tutte le<br />

creature. Essa è dunque, nella sua stessa<br />

essenza, universale. La Chiesa cattolica,<br />

che conserva la vera Fede come il<br />

suo più prezioso tesoro, non è, né latina,<br />

né greca, né slava, essa è proprio<br />

cattolica, il che vuoi dire universale,<br />

fatta per il mondo intero, accogliente<br />

per tutti i popoli, nella stessa maniera.<br />

Però quando si parla di ortodossia si<br />

intende designare la cristianità dell'Oriente<br />

bizantino ed il termine cattolicesimo<br />

si applica alla Chiesa cattolica<br />

dell'Occidente latino. Sino dalle origini<br />

l'Oriente e l'Occidente avevano nella<br />

Chiesa un loro carattere proprio. Tuttavia<br />

queste differenze che erano radicate<br />

nel particolare carattere dei Greci<br />

e dei Latini non avrebbero dovuto portare<br />

ad una divisione. Se vi sono stati<br />

tanti urti tra Oriente ed Occidente, e<br />

anche senza conservatorismi superficiali<br />

e sterili, ad opera « esclusiva<br />

», ritengo, della Chiesa Docente.<br />

Non vediamo altra via, anche se sarà<br />

giustamente necessaria la collaborazione<br />

« a latere » del laicato<br />

cattolico mediante una serie di iniziative<br />

che sono state ricordate anche<br />

a Bad Godesberg.<br />

Pensiamo che nessuna rivoluzio-<br />

se finalmente nella metà dell'undicesimo<br />

secolo si è arrivati alla rottura definitiva<br />

che dura tuttora, bisogna cercarne<br />

la causa nel fatto che e 1' Oriente<br />

e l'Occidente hanno considerato il<br />

loro modo di vivere e di pensare come<br />

il solo valido ed hanno tentato di imporlo<br />

all'altra parte. L'Impero Romano<br />

nei primi secoli della nostra era costituiva<br />

uno Stato fortemente centralizzato<br />

e presentava almeno esternamente<br />

un aspetto uniforme. In questo ambiente<br />

è nata e si è formata la Chiesa di<br />

Cristo. Però sotto la vernice esterna<br />

della cultura greco - romana si nascondeevano,<br />

sino dall'inizio, profonde differenze.<br />

Non possiamo analizzarle in<br />

questa breve esposizione, ma vogliamo<br />

solamente segnalare un aspetto che ha<br />

avuto una capitale importanza nella nascita<br />

della divisione, e cioè la differenza<br />

nella concezione della struttura della<br />

Chiesa. Nella coscienza dei Cristiani<br />

d'Oriente si trovano in primo piano le<br />

Chiese particolari, specialmente i Patriarcati<br />

di ROMA, di COSTANTINO-<br />

POLI, di ALESSANDRIA, di ANTIO-<br />

ne — tanto meno nel campo religioso<br />

— potrà avvenire se i popoli<br />

interessati non ne saranno intimamente<br />

convinti ed istruiti.<br />

A Bad Godesberg, intanto, abbiamo<br />

preso maggior coscienza e maggior<br />

conoscenza del problema. Sta<br />

a noi svilupparlo ulteriormente nella<br />

Carità ma anche nella Fede, interessandone<br />

le generazioni che ver-<br />

CHIA e di GERUSALEMME.<br />

La Chiesa universale è costituita dalla<br />

molteplicità delle Chiese particolari,<br />

che conservano la loro coesione nell'unità<br />

dell'impero, a capo del quale si<br />

trova, come vicario di Dio sulla terra,<br />

l'Imperatore, in quanto unto del Signore.<br />

Senza dubbio, non si passa sotto silenzio<br />

il primato del primo tra i Patriarchi,<br />

del Vescovo della città imperiale<br />

di Roma, dove già Pietro, il primo<br />

degli Apostoli, aveva governato la<br />

Chiesa ed aveva trovato la morte come<br />

martire. Più importante di questo<br />

primato appare tuttavia l'egemonia dell'Imperatore.<br />

Di fronte alla concezione<br />

della Chiesa imperiale - propria dall'Oriente<br />

- si erge il concetto della Chiesa<br />

Papale, dominante in Occidente.<br />

Diversità di carattere e sentimenti<br />

Nell'Oriente vi è una molteplicità di<br />

Chiese importanti, mentre nell'Occidente,<br />

ROMA, capitale dell'Impero, seggio<br />

del successore di Pietro, del Capo<br />

di tutta la Chiesa, domina tutto. Ed è<br />

per questo che nell'Occidente ci si abi-<br />

ranno e che raccoglieranno la nostra<br />

opera.<br />

Riprenderemo allora la discussione<br />

nel prossimo nostro Congresso?<br />

E' prematuro il dirlo, ma fin d'ora<br />

vi aspettiamo numerosi a Roma<br />

nel 1967 sotto la Presidenza Generale<br />

del nuovo eletto, il nostro avvocato<br />

Adonnino.<br />

G. BELLONI<br />

— 11


tua a vedere la Chiesa come una totalità<br />

che comprende, è vero, un certo<br />

numero di Chiese locali. Però in primo<br />

piano c'è l'unità, c'è l'insieme. E<br />

questa unità, è garantita dall'unico successore<br />

di Pietro, il Vescovo di ROMA,<br />

dall'unico capo della Chiesa universale<br />

che, in quanto tale, deve essere indipendente<br />

da ogni potere secolare, anche<br />

da quello dell'imperatore.<br />

Il Papa Gelasio, dal 492 al 496, fu il<br />

primo a sviluppare la teoria dei due<br />

poteri. Egli attribusce la priorità al potere<br />

spirituale di fronte al potere temporale.<br />

E non è per caso che questa<br />

teoria si è sviluppata in un'epoca nella<br />

quale il Papa aveva acquisito una indipendenza<br />

politica di fronte all'Imperatore.<br />

Era l'epoca nella quale regnava<br />

in Italia il Re TEODORICO IL GRAN-<br />

DE, re degli Ostrogoti. Poche decadi<br />

prima LEONE MAGNO aveva ancora<br />

riconosciuto ali' Imperatore un certo<br />

influsso in materia ecclesiastica e gli<br />

aveva anche attribuito una partecipazione<br />

al Sacerdozio. L'ulteriore evoluzione<br />

portava dapprima ad una nuova<br />

subordinazione politica del Papa di<br />

fronte all'Imperatore, poi ci fu la scomparsa<br />

della dominazione bizantina in Italia<br />

e l'alleanza del Papato con la dinastia<br />

del Franchi, che iniziava a prendere<br />

lo slancio. E questo portò, nella<br />

metà dell'ottavo secolo, alla rottura politica<br />

tra il Papato e Bisanzio. Ne troviamo<br />

una chiara manifestazione quando<br />

il Papa LEONE III impose, nella<br />

notte di Natale dell'anno 800, la corona<br />

imperiale a Carlo, re dei Franchi.<br />

Ormai in Occidente un nuovo Impero<br />

si oppose all'Impero di Oriente, che si<br />

era sempre considerato come l'unico<br />

Impero di tutta la Cristianità. Ormai<br />

la Chiesa Papale si opponeva alla Chiesa<br />

Imperiale. Il Papa divenne sempre<br />

più il capo supremo di tutta la Cristianità,<br />

che poteva disporre lui stesso della<br />

corona imperiale. Ormai era lui il<br />

Vicario di Dio sulla terra.<br />

Chiesa Papale e Chiesa Imperiale<br />

Nella concezione così differente della<br />

realità della Chiesa — da una parte<br />

Chiesa Papale, dall' altra parte Chiesa<br />

Imperiale — si trova sin dal principio<br />

il germe del conflitto. Ma questa differenza<br />

non avrebbe dovuto condurre necessariamente<br />

ad una divisione. Se vi<br />

fu divisione, lo si deve al fatto che le<br />

due parti davano un valore assoluto alle<br />

loro concezioni e non volevano vedere<br />

nell'altra ciò che vi era di valevole.<br />

La concezione orientale, come la formulava<br />

l'Imperatore GIUSTINIANO,<br />

riconosceva, è vero, il Papa come il primo<br />

di tutti i Preti. Ma i Preti, e, per<br />

conseguenza anche il Papa, sono subordinati<br />

all'Imperatore in quanto rappresentante<br />

di Dio sulla terra ; essi gli devono<br />

obbedienza incondizionata.<br />

14 —<br />

Ben presto un Papa, e fu VIGILIO,<br />

doveva sentire quello che ciò significava<br />

in concreto. GIUSTINIANO lo fece<br />

deportare a COSTANTINOPOLI, lo tenne<br />

prigioniero e lo sottopose a una tale<br />

pressione che egli si rassegnò finalmente<br />

ad accettare le proposizioni di<br />

Fede concepite dall'Imperatore. Egli<br />

ammise le concezioni dogmatiche del<br />

Concilio di COSTANTINOPOLI dell'anno<br />

553, che era stato convocato dall'Imperatore.<br />

Tutto questo fu la applicazione del<br />

principio che GIUSTINIANO aveva formulato<br />

nella novella 105 del suo codice<br />

: « l'Imperatore è inviato da Dio agli<br />

uomini come legge vivente». Ed ecco<br />

un altro esempio. L'Imperatore CO-<br />

STANZO II fece arrestare il Papa MAR-<br />

TINO I (dal 649 al 655) nel Palazzo del<br />

Laterano, poi lo fece deportare a CO-<br />

STANTINOPOLI e condannare all'esilio<br />

per il suo preteso tradimento. Il vero<br />

motivo era ben altro; il Papa si era<br />

opposto all'arbitrio dell'Imperatore che<br />

voleva intervenire in materia dogmatica.<br />

Ed ecco un terzo caso : l'Imperatore<br />

GIUSTINIANO II tentò di fare prigioniero<br />

il Papa SERGIO dopo il Concilio<br />

del 692, che ebbe luogo sotto la<br />

cupola del Palazzo imperiale, perché il<br />

Papa non voleva ratificare i decreti di<br />

quel sinodo, diretti contro l'Occidente.<br />

Egli dovette la sua salvezza al fatto che<br />

le milizie imperiali a RAVENNA ed<br />

anche a ROMA, rifiutarono di eseguire<br />

l'ordine dell'Imperatore.<br />

Scostamento dei Papi da Bisanzio<br />

E' evidente che questi incidenti ed<br />

altri simili accumulavano sempre maggiori<br />

rancori tra Oriente ed Occidente<br />

e finalmente ebbero il risultato che i<br />

Papi volsero definitivamente le spalle a<br />

BISANZIO. Ma per esser giusti, occorre<br />

considerare anche il rovescio della<br />

medaglia. Se gli Imperatori andavano<br />

troppo lontani nelle loro pretese, i Papi<br />

oltrepassavano pure la giusta misura.<br />

Una conseguenza logica della concezione<br />

di una Chiesa imperiale, era<br />

un certo primato del Vescovo di CO-<br />

STANTINOPOLI, poiché questa città<br />

era la nuova ROMA. A lungo andare<br />

si rivelava impossibile non giungere a<br />

questo. Ma per molti secoli i Papi rifiutarono<br />

— per motivi, è vero, comprensibili<br />

— di riconoscere questa evoluzione,<br />

e ciò non ha servito alla causa<br />

della pace.<br />

LEONE MAGNO protestò contro il<br />

Canone 28 del Concilio di CALCEDO-<br />

NIA del 451, che riconosceva al Vescovo<br />

di COSTANTINOPOLI, la nuova Roma,<br />

una presenza simile a quella del<br />

Vescovo della vecchia ROMA. Il Papa<br />

LEONE vide giustamente il pericolo<br />

che presentava questo principio d'una<br />

Chiesa imperiale, che era enunciato in<br />

questo canone. Ma ci si può domandare<br />

se la lotta di questo Papa, e dei suoi<br />

successori, contro le pretese di CO-<br />

STANTINOPOLI non abbia avvelenato<br />

senza necessità i rapporti tra l'Oriente<br />

e l'Occidente. D'altronde la teoria dei<br />

tre seggi di Pietro, che attribuiva a<br />

ROMA, ALESSANDRIA e ANTIOCHIA<br />

una preminenza esclusiva ,e che i Papi<br />

opponevano alle rivendicazioni dell'Oriente,<br />

era molto discutibile. Le proteste<br />

dei Papi non poterono impedire<br />

che il Canone 228 divenisse regola di<br />

diritto in Oriente.<br />

Il Papa Gelasio trattava il Patriarca<br />

di COSTANTINOPOLI come semplice<br />

suffraganeo del Metropolita di Eraclea<br />

in Tracia; questo procedimento offensivo<br />

accentuò inutilmente il conflitto<br />

tra ROMA e COSTANTINOPOLI; lo<br />

stesso dicasi per il Cardinale Umberto<br />

DA SILVA CANDIDA, legato di Leone<br />

IX, che nel 1054 depose sull' altare di<br />

S. Sofia a COSTANTINOPOLI la bolla<br />

di scomunica contro il Patriarca, che<br />

ancora rifiutava al Vescovo di Costantinopoli<br />

il titulo di patriarca. E fu solo<br />

il Papa Paolo VI ad accettare infine il<br />

titulo di Patriarca Ecumenico.<br />

Concezione di un primato<br />

troppo assoluto<br />

Ma aggravò la separazione oltre misura<br />

il tentativo del Papato di imporre<br />

all'Oriente la sua concezione di un primato<br />

sempre più assoluto e centralizzato.<br />

ROMA dimostrò sempre minore<br />

comprensione per l'autonomia tradizionale<br />

delle Chiese orientali ed in particolare<br />

dei Patriarcati. Anche in Occidente<br />

non si era concepita, sin dal principio,<br />

il primato come un potere centralizzato.<br />

Ancora al tempo di GREGO-<br />

RIO MAGNO, verso l'anno 600, i vari<br />

paesi d'Europa, ad eccezione dell' Italia<br />

cisalpina, beneficavano di una larga<br />

autonomia nel!' amministrazione ecclesiastica.<br />

Solo nel corso del IX secolo i<br />

Papi cominciarono ad intervenire in<br />

tutto l'Occidente come avevano abitudine<br />

di fare in Italia. Questa evoluzione<br />

fu favorita dai Decretali dello pseudo<br />

Isidoro, un falso sorto in Francia<br />

verso la metà del IX secolo, la cui<br />

principale tendenza mirava a proteggere<br />

i Vescovi particolari da un eccesso<br />

del potere del metropolita. Così si attribuì<br />

al Papa, lontano di Roma, il maggior<br />

potere possibile, nella speranza che,<br />

in pratica, non se ne servisse mai.<br />

Il Papa NICOLA I (858-867) sotto il<br />

cui pontificato si produsse, come si sa,<br />

la rottura col Patriarca di Costantinopoli,<br />

FOZIO, era un vigoroso difensore<br />

di un primato centralizazto. Egli tentò<br />

di imporre all'Oriente questa concezione<br />

e questo fu, a nostro avviso, la ragione<br />

più profonda della scissione. Se<br />

la sede di Pietro fosse stata occupata<br />

allora da un uomo meno energico e<br />

meno consapevole dei suoi privilegi,<br />

FOZIO avrebbe ottenuto la conferma


quantunque fosse stato eletto come laico,<br />

e ancora vivente il predecessore, e<br />

tutto il conflitto sarebbe stato evitato,<br />

perché i due impedimenti non presentavano<br />

a COSTANTINOPOLI un carattere<br />

eccezionale. Certamente FOZIO<br />

non era un santo, ma non era nemmeno<br />

quel malvagio ribelle qual'è descritto<br />

dalla penna di alcuni storici cattolici.<br />

Egli ricusò, e si comprende, una concezione<br />

del primato che era interamente<br />

nuova per lui. Il suo rivale IGNAZIO<br />

era d'altronde un avversario altrettanto<br />

accanito del primato così concepito.<br />

Nemmeno lui aveva intenzione di rinunciare,<br />

secondo l'ordine del Papa, alla<br />

Bulgaria, poiché credeva di avervi<br />

un diritto storico. In quell'epoca, l'idea<br />

della pentarchia era largamente diffusa<br />

a COSTANTINOPOLI. Intendiamo<br />

parlare eli questa concezione che cinque<br />

Patriarchii con uguali diritti sono<br />

chiamati a governare la Chiesa intera<br />

e che tra essi, il Patriarca di Roma è<br />

il primo. Del resto i Greci erano pronti,<br />

a richiesta di ROMA, a riesaminare<br />

il caso del Patriarca deposto, IGNAZIO,<br />

che era già stato eliminato da un Sinodo<br />

bizantino, ed a giudicarlo di nuovo<br />

in presenza del legato del Papa. Questa<br />

procedura era, in quei tempi, una<br />

concessione inaudita da parte eli BI-<br />

SANZIO. Ma secondo la concezione di<br />

ROMA, questo andava da sé.<br />

L'errore del Cardinale<br />

De Silva Candida<br />

Al tempo di Michele CERULARIO la<br />

scissione s'era ancora accentuata : questo<br />

Patriarca non aveva affatto l'intenzione<br />

di riconoscere al Papa un diritto<br />

divino al Primato, anche se accettava<br />

in linea di principio di commemorare<br />

eli nuovo il Papa nella liturgia; rna il<br />

Papa non poteva accontentarsi di questa<br />

presa di posizione senza sacrificare<br />

le prerogative date a Pietro e ai suoi<br />

successori, che implicano anche dei<br />

doveri. Il Cardinale Umberto de SIL-<br />

VA CANDIDA la cui missione era quella<br />

di ristabilire la pace già disturbata,<br />

contribuì al contrario a provocare la<br />

rottura definitiva per la sua incapacità<br />

a capire la reale situazione. Egli trattò<br />

il Patriarca di COSTANTINOPOLI<br />

come un ribelle, come un ribelle inferiore,<br />

dal quale pretese una sottomissione<br />

senza condizioni in nome del Papa.<br />

D'altronde, egli difese una concezione<br />

del primato che, sotto più di un<br />

aspetto, rifletteva la mentalità del suo<br />

tempo, e che si appoggiava sulla pretesa<br />

donazione di Costantino e sui Decretali<br />

dello pseudo-ISIDORO. Agli occhi<br />

di UMBERTO, ROMA — lo citiamo<br />

testualmente — era una testa che, come<br />

un re, si alza al di sopra di tutti gli<br />

inferiori, la madre di tutti, la cima che<br />

il Signore stesso ha innalzato, infine la<br />

origine del potere dell'Imperatore cri-<br />

Bartolomaeusmeister - 1500:<br />

La Fede di S. Tommaso Apostolo<br />

Museo Wallraf - Richartz (Colonia)<br />

stiano, e, di conseguenza, anche dell'Imperatore<br />

bizantino. Data una tale<br />

mentalità la rottura era inevitabile ed<br />

il Papa Giovanni XXIII aveva ragione<br />

quando diceva : « Le responsabilità sono<br />

divise ».<br />

Questo giudizio vale ancora meglio<br />

per il mantenimento della divisione,<br />

dopo che essa divenne una triste realtea.<br />

Tutti i tentativi per sormontare lo<br />

scisma tra l'Occidente e l'Oriente sono<br />

stati, nell'insieme, votati all'insuccesso.<br />

A dire il vero, il Cattolicesimo e l'Ortodossia<br />

oggi sono lontani l'uno dall'altro<br />

più che verso la metà dell' XI secolo.<br />

In quel periodo il Cristianesimo<br />

Occidentale e Orientale erano ancora<br />

due forme dello stesso cristianesimo<br />

nella Chiesa. Ma nel corso dei secoli<br />

che seguirono lo scisma, i! loro sviluppo<br />

non cessava dall'alìontanarli l'uno<br />

dall'altro. E ciascuna delle due parti<br />

irrigidiva la sua posizione divenendo<br />

infine una confessione che escludeva<br />

l'altra e la condannava.<br />

L'Ortodossia si congelava e aveva la<br />

tendenza a condannare ogni sviluppo<br />

del dogma nella Chiesa, perché essa vi<br />

vedeva una infedeltà inaccettabile verso<br />

la tradizione apostolica. Dopo l'uscita<br />

dell'Oriente dalla comunità visibile<br />

della Chiesa universale, si sviluppò nell'Occidente<br />

un cattolicesimo specificatamente<br />

latino, marcato dal carattere<br />

latino di alcuni pochi popoli. Questo<br />

cattolicesimo ristretto manifestò presto<br />

la tendenza a considerarsi come il<br />

cattolicesimo. Ci si azzardò a considerare<br />

come un ideale questo stato anormale<br />

nel quale la Chiesa universale visibile<br />

era ridotta alla sola Chiesa Latina.<br />

Si era sin da allora tentati ad<br />

identificare Cattolici e Latini. Così prese<br />

vita l'ideale di una Chiesa uniforme<br />

in tutte le manifestazioni.<br />

La tradizione latina<br />

come valore assoluto<br />

La maniera di fare dei Greci, che si<br />

consideravano come scismatici e anche<br />

eretici, passava per sospetta. Era più<br />

sicuro, in ogni caso, seguire il più fedelmente<br />

il modello della Chiesa Latina.<br />

Si considerava la tradizione latina<br />

come avente un valore assoluto. Tardivamente<br />

e molto lentamente l'Occidente<br />

è tuttavia arrivato a riconoscere il<br />

valore proprio della eredità spirituale<br />

delle Chiese Orientali.<br />

L'Occidente e l'Oriente si svilupparono,<br />

ma in direzioni differenti che non


CRONACA VARIA<br />

La Chiusura dell'anno a Monte Berico<br />

Come abbiamo detto nella pagina dei programmi, la chiusura<br />

dell'anno al Santuario di Monte Berico, dove ci siamo<br />

radunati il 15 luglio, è riuscito felicemente. Oltre un centinaio<br />

di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> furono presenti alla S. Messa in cui Padre<br />

Messori parlò della missione antiateistica affidata dal Santo<br />

Padre alla Compagnia, analizzando quali siano gli « slogan »<br />

popolari e le insinuazioni in giro per avvelenare le folle e<br />

staccarle dal vero culto di Dio.<br />

La S. Messa a Cortina<br />

A Cortina alla S. Messa di Domenica 8 Agosto erano presenti<br />

una sessantina di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>. Varie le circostanze di<br />

tempo che impedirono un maggior afflusso quest'anno, nonostante<br />

l'accurata organizzazione del Prof. Nino Ferro.<br />

P. Marcozzi nella S. Messa presentò Gesù che va incontro<br />

teneramente a tutte le sofferenze e alle necessità che incontra<br />

sulla Sua via, indice della sollecitudine eterna che il Padre<br />

Celeste ha per noi. Nella conferenza, tenuta dopo, parlò<br />

delle sue riflessioni scientìfiche sul problema dell'origine<br />

dell'uomo. Egli va ora in Africa per accertare fenomeni paleologici<br />

significativi. Al suo ritorno lo inviteremo a parlare<br />

delle sue esperienze qui in mezzo a noi, a Padova.<br />

Gli Esercizi di Bassano<br />

Come in passato, eravamo una ventina, venuti da varie<br />

parti, e furono tanto soddisfatti tutti.<br />

L'attrattiva di Villa San Giuseppe nella sua semplicità<br />

campagnola, nella sua calma interrotta solo dal murmure<br />

Brenta, dalle prediche calme e serene sui grandi problemi<br />

della vita, una forma serena di preghiera, una discussione<br />

conclusiva con l'intervento di altri Padri e con seria meditazione<br />

sulle esigenze del momento, erano un ambiente più<br />

che atto per risolvere cristianamente tanti problemi penosi<br />

della vita anche intima, a dare tanta luce per un orientamento<br />

efficace.<br />

cessarono dall'allontanarle l'uno dall'altro.<br />

Questo vale soprattutto per la concezione<br />

della struttura della Chiesa. In<br />

Occidente il primato del Papa era il filo<br />

conduttore della dottrina sulla Chiesa.<br />

Invece l'Oriente rigettava questo<br />

primato, con sempre maggior vigore, e<br />

vedeva in esso l'eresia fondamentale<br />

dei Latini, e cioè il papismo. Inoltre<br />

l'Oriente ricusava come una innovazione,<br />

l'espressione, 1' espressione razionale<br />

delle verità della Fede quale la si<br />

praticava nella scolastica medioevale, e<br />

non manifestava nessuna simpatia per<br />

le nuove forme di pietà e di culto eucaristico,<br />

che fecero la loro apparizione<br />

in Occidente nel corso del secondo millennio.<br />

Esso considerava tutto questo<br />

come un tradimento della tradizione apostolica<br />

primitiva, come un abbandono<br />

della ortodossia immutabile e ovunque<br />

identica. Ma in effetti, anche l'Oriente<br />

stesso ha avuto una evoluzione<br />

nel corso del secondo milennio ed, in<br />

particolare, in ciò che concerne la concezione<br />

della struttura della Chiesa.<br />

L'idea che la Chiesa totale si compone<br />

di una moltitudine di Chiese nazionali<br />

autocefale, assolutamente indipendenti<br />

le une dalle altre, non esisteva<br />

ancora in Oriente nel corso dei primi<br />

dieci secoli. In quei tempi l'ideale<br />

era quello di una Chiesa unificata da<br />

un solo Impero. Quando questo Impero<br />

cadde in rovina, gli stati nazionali presero<br />

il suo posto. E ciascuno giustamente<br />

voleva avere la sua Chiesa completamente<br />

indipendente.<br />

Cerchiamo ora di meglio seguire lo<br />

sviluppo della nozione del primato nel-<br />

la Chiesa d'Occidente. GREGORIO VII,<br />

ispirato da un desiderio di riforma, liberò<br />

la Chiesa dalla tutela della autorità<br />

temporale, ma per contro, con lui<br />

comincia uno sviluppo verso una concezione<br />

unilaterale del principio monarchico<br />

nella Chiesa.<br />

Concezione unilaterale<br />

del principio monarchico<br />

Così disparvero a poco a poco quegli<br />

intermediari tra il potere centrale ed<br />

i Vescovi, che erano i Primati ed i Metropoliti,<br />

ultimi testimoni di una certa<br />

rassomiglianza con le strutture ecclesiastiche<br />

orientali. E si vide svilupparsi<br />

una monarchia assoluta d'ordine<br />

spirituale; a capo di una organizzazione<br />

tanto vasta quanto rigorosa. I Vescovi<br />

rischiavano di passare per funzionari<br />

subalterni di un Papa investito solo<br />

della pienezza del potere. Così ogni<br />

autorità della Chiesa aveva la sua origine<br />

in questa autorità suprema e non<br />

ne era che una partecipazione o una<br />

delegazione.<br />

In questa situazione i patriarchi e le<br />

autonomie tradizionali non trovarono<br />

più posto. L'Occidente si organizzò a<br />

suo modo, ma cercava anche di imporre<br />

le sue strutture ali' Oriente, senza<br />

tenere nessun conto della di lui propria<br />

mentalità. Da questa attitudine deriva<br />

una parte della responsabilità nel mantenimento<br />

della divisione. Un tentativo<br />

maldestro fu fatto durante il secondo<br />

Concilio di Lione del 1274, e precisamente<br />

nella professione di Fede di Michele<br />

PALEOLOGO, che fu imposto ai<br />

Greci, senza alcuna discussione. Per ra-<br />

Seduta di Consiglio deli'Assoc. <strong>Ex</strong> Aiunni nella Sala del Veronese<br />

a Monte Berico, presieduta dal Presidente Avv. Malipiero, P. Casella<br />

espone l'urgenza dell'azione antiateistica ed i criteri da adottare<br />

per poter esercitare un influsso efficace.<br />

gioni politiche, l'Imperatore aveva assolutamente<br />

bisogno di questa unione.<br />

In questo Credo è contenuta una proposizione<br />

concernente la pienezza del<br />

potere papale, che va molto più lontano<br />

dalla concezione anteriormente ammessa,<br />

e che non è nemmeno stata<br />

mantenuta nella definizione del primo<br />

Concilio VATICANO. Si diceva che la<br />

Chiesa romana aveva concesso i privilegi<br />

ai Patriarchi d'Oriente e aveva loro<br />

delegata una parte della propria autorità.<br />

L'autorità dei Vescovi era concepita<br />

come una semplice partecipazione<br />

alla autorità pastorale suprema del<br />

Papa.<br />

Se si adotta una interpretazione rigorosa<br />

di questo — ciò che forse non è<br />

necessario — si viene a fare dei Vescovi,<br />

semplici organi esecutivi del Papa,<br />

senza nessun diritto proprio, cosa che<br />

oggi non è più ammessa. Era evidente<br />

che l'Oriente non poteva né accettarle<br />

né adottarle. Per questo l'unione<br />

di LIONE era dall'inizio votata all'insuccesso.<br />

La conferenza terminò notando come<br />

una nuova era è cominciata con la fondazione<br />

della Congregazione di Propaganda<br />

Fide e l'interessamento di Papa<br />

Leone XIII che aprì la via al richiamo<br />

affettuoso di Giovanni XXIII e del<br />

Concilio Vaticano presente.<br />

Il ritorno all'unità non potrà divenire<br />

realtà che alla condizione che ciascuno<br />

divenga dapprima quello che deve<br />

essere: gli Ortodossi veramente fedeli<br />

alla vera Fede, i Cattolici pienamente<br />

aperti ali' Universalità.<br />

W. DE VRIES S.J.


SPUNTI ANTIATEISTICI<br />

L' ATEISMO<br />

Preferirei credere a tutte le favole<br />

della Leggenda, del Thalmud e del Corano,<br />

piuttosto di credere che questa<br />

grande macchina dell'universo, dove io<br />

scorgo un ordine così costante, si muova<br />

da sola e senza che un'intelligenza<br />

la guidi. Perciò Dio non ha mai compiuto<br />

miracoli per persuadere gli atei,<br />

essendo le sue stesse opere una dimostrazione<br />

apparente e continua della<br />

propria esistenza. Una filosofia superficiale<br />

fa accedere un poco ali' ateismo,<br />

ma una filosofia più profonda riconduce<br />

alla conoscenza di un Dio; perché<br />

fin che l'uomo nelle proprie contemplazioni<br />

non scorge che le cause secondarie<br />

che gli sembrano sparse e incoerenti,<br />

può fermarsi a queste e non essere<br />

tentato di innalzarsi oltre; ma quando<br />

egli considera la catena indissolubile<br />

che lega fra loro tutte queste cause, la<br />

loro mutua dipendenza, e, se è permesso<br />

di esprimersi in tal modo, la loro<br />

stretta confederazione, allora egli si eleva<br />

alla conoscenza di un grande Essere<br />

che, essendo lui stesso il vero legame<br />

di tutte le parti dell'universo, ha<br />

formato questo vasto sistema e lo conserva<br />

per la sua provvidenza. L'assurdità<br />

stessa delle opinioni della setta<br />

più sospetta di ateismo è la dimostrazione<br />

dell'esistenza di un Dio: voglio<br />

parlare della scuola di Leucippo, di Democrito<br />

e di Epicuro; perché mi sembra<br />

meno assurdo pensare che quattro<br />

elementi variabili, con una quinta essenza<br />

immutabile, messi al giusto posto<br />

e per tutt al'eternità, possano fare<br />

a meno di un Dio, che imaginare<br />

che un numero infinito di atomi o di<br />

elementi infinitamente piccoli e che<br />

non posseggono nessun centro determinato<br />

verso il quale essi possano tendere,<br />

abbiano potuto per il loro fortuito<br />

incontro e senza la direzione di una suprema<br />

intelligenza, produrre quel mirabile<br />

ordine che noi vediamo nell'universo.<br />

pii interessati al «non-dio»<br />

Noi troviamo nella Sacra Scrittura<br />

le ben note parole: «L'insensato ha detto<br />

in cuor suo : Non appartiene a Dio»<br />

(Sapienza, XII, 24). Badate che essa<br />

non dice che egli lo pensi, ma solamente<br />

che lo dice a se stesso; piuttosto come<br />

una cosa che egli si augura e che<br />

cerca di far credere, che non come una<br />

cosa di cui sia intimamente persuaso.<br />

I soli uomini che osano negare l'esistenza<br />

di Dio sono quelli che credono<br />

di essere interessati alla sua non-esistenza;<br />

e ciò che prova come l'ateismo<br />

sia più sulle labbra che in fondo al cuore,<br />

è il vedere che gli atei amano tanto<br />

il parlare della loro opinione: come se<br />

essi cercassero di appoggiarsi all'approvazione<br />

degli altri per sentirsi più forti.<br />

Se ne vedono che voglion far proseliti<br />

e che predicano la propria opinione<br />

con tanto entusiasmo e fanatismo<br />

quanto i settari; in altre parole, l'ateismo<br />

ha i propri missionari, come la religione;<br />

che dico?, ha perfino i propri<br />

martiri, che preferiscono subire il più<br />

terribile dei supplizi piuttosto che ritrattarsi.<br />

Se essi fossero veramente persuasi<br />

che Dio non esiste, una volta negatane<br />

l'esistenza, tutto sarebbe finito<br />

ed essi non avrebbero più nulla da dire;<br />

perché tormentarsi tanto per questa<br />

opinione negativa?...<br />

Cause dell'ateismo<br />

L'ateismo può avere varie cause. 1":<br />

Una troppo grande divisione di sentimenti<br />

e le dispute sulla religione, soprattutto<br />

quando esse si moltipllcano<br />

eccessivamente; perché, quando non vi<br />

sono che due opinioni e due partiti che<br />

le difendono, questa stessa opposizione<br />

infonde maggior zelo all'uno e all'altro.<br />

Ma se regna una grande diversità di opinioni,<br />

questa molteplicità fa nascere<br />

dei dubbi e prepara l'ateismo. 2° : La<br />

condotta scandalosa dei preti, quando<br />

essa arriva al punto che faceva dire a<br />

san Bernardo : « Non si deve più dire<br />

" tale il prete quale il popolo ", perché<br />

talora il prete è cento volte peggio del<br />

popolo ». 3° : Le frequenti irrisioni delle<br />

cose sante, il che estirpa da cuori il<br />

rispetto della religione. 4°: Infine le<br />

scienze e le lettere; soprattutto in tempo<br />

di pace e di prosperità; perché i torbidi<br />

e le avversità riconducono alla religione.<br />

L'ateismo snobilita l'uomo<br />

Coloro che negano l'esistenza di Dio<br />

si sforzano di abolire la più nobile prerogativa<br />

dell' uomo, perché l'uomo per<br />

il suo corpo è troppo simile ai bruti; e<br />

se per la sua anima non ha qualche somiglianzà<br />

con la divinità, non è altro<br />

che un animale vile e spregevole. Essi<br />

rovinano anche il vero fondamento della<br />

magnanimità e tutto ciò che può ele-<br />

vare la natura umana. Infatti voi vedete<br />

come anche un cane dia prova di coraggio<br />

e di generosità quando si sente<br />

sostenuto dal proprio padrone, che tiene<br />

per luogo di una divinità e di una<br />

natura superiore ; coraggio che certamente<br />

non avrebbe senza quella fiducia<br />

che gli ispira la presenza e l'appoggio<br />

di una natura migliore della propria.<br />

Ed è così che l'uomo che si sente ras-,<br />

sicurato dalla protezione della Divina<br />

Provvidenza, trae da questa opinione e<br />

dal sentimento che ne deriva, un vigore<br />

ed una fiducia alla quale la natura<br />

umana abbandonata a se stessa non saprebbe<br />

arrivare. Così l'ateismo, già odioso<br />

per mille ragioni, lo è soprattutto<br />

perché priva la natura umana del<br />

più potente mezzo che essa abbia di elevarsi<br />

al di sopra della propria naturale<br />

debolezza. Ed a questo riguardo le<br />

nazioni sono come gli individui; nessuna<br />

nazione mai ha uguagliato il popolo<br />

romano per elevatezza di sentimenti<br />

e magnanimità. Ascoltate lo stesso<br />

Cicerone che rivela la vera sorgente<br />

di tale grandezza d'animo:<br />

Nobili parole di Cicerone<br />

« Benché, o padri coscritti, noi si sia<br />

qualche volta un po' troppo amanti delle<br />

nostre istituzioni e di noi stessi, tuttavia<br />

qualunque sia il concetto che il<br />

popolo romano possa avere della propria<br />

superiorità naturale, poiché egli<br />

non è superiore agli spagnoli per il numero,<br />

ai galli per l'altezza della statura<br />

e la forza del corpo, ai cartaginesi<br />

per la furberia, ai greci per le scienze,<br />

le lettere e le arti, ed infine ai latini ed<br />

agli italiani per quell'innato amore alla<br />

libertà che sembra essere la caratteristica<br />

distintiva, l'istinto e quasi l'anima<br />

di tutti gli abitanti di quella contrada;<br />

se il romano ha vinto e sorpassato<br />

in tante cose tutte le nazioni conosciute,<br />

non è dunque a tali particolari<br />

qualità che egli deve le proprie vittorie<br />

ed il proprio ascendente, ma alla<br />

propria pietà, alla sola religione, a quella<br />

sola specie di scienza e di saggezza<br />

che consiste nel pensare e nel sentire<br />

che l'intero universo è mosso e governato<br />

dall'intelligenza e dalla volontà suprema<br />

degli dèi immortali ».<br />

FRANCESCO BACONE<br />

(1561-1626)<br />

— 17


Ricordate il fortissimo in cui scoppia il coro di<br />

tutti i Beati all'aprirsi del canto 27" del Paradiso?<br />

« Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo »<br />

cominciò « Gloria » tutto il paradiso,<br />

sì che m'inebriava il dolce canto.<br />

Le note dell'inno trasvolano, propagandosi, verso<br />

l'Empireo ; poi si quietano in una lirica beatitudine<br />

:<br />

Ciò ^ch' io vedeva mi sembrava un riso<br />

dell' universo...<br />

E' la sovrana visione di bellezza creata dalla<br />

Aspirazione » di quel Divino Artista che è lo Spirito<br />

Santo, a cui sono riferiti i tocchi della perfezione<br />

nelle opere di Do, e Sant'Agostino chiama « Bellezza<br />

delle cose belle ». Spirilo, idest, soffio, vento;<br />

spiro, aura, dirà il Manzoni, piacevole alito, la cui<br />

visita, fa fiore le aiuole in terra e in cielo.<br />

Reso omaggio alla Trinità col canto dell' inno,<br />

Dante vuole spiegarla teologicamente, capirne l'essenza.<br />

E nel canto 33", la sua fantasia cattolica, affascinata<br />

e ossessionata come farfalla dal lume, dal<br />

fiore colorato, indugia a contemplare la visione della<br />

Trinità nell'Unità; conoscerne la generazione, la<br />

nascita eterna, che è il suo modo di esistenza. (Ma<br />

20 ~<br />

DANTE<br />

E<br />

LA SANTA<br />

TRINITÀ<br />

Dante e la Redenzione<br />

| (Miniatura del Sec. XV! -<br />

Biblioteca Comunale di Perugia)<br />

la cosa che affascina noi, è la rispondenza meravigliosamente<br />

esatta tra il dogma e la visione poetica).<br />

Nella profonda e chiara sussistenza<br />

dell'Alto lume, parvemi tre giri<br />

di tre colori e o" una contenenza.<br />

E l'un da l'altro, come iri da iri<br />

parca riflesso, e il terzo parca foco<br />

che quinci e quindi ugualmente si spiri,<br />

Nel circolo, che appare insieme uno e triplice,<br />

Dante vede i tre giri, che sono le tre persone; di tre<br />

colori, che sono il diverso attributo di ciascuna; e<br />

l'eguaglianza della contenenza, che è la loro identità,<br />

o unità.<br />

L'un giro — il Figlio — appariva generato dall'altro<br />

— dal Padre — come iride da iride; ed il<br />

terzo —_ lo Spirito Santo — appariva come fuoco<br />

che spiri — che proceda — ugualmente dal Padre<br />

e dal Figlio :<br />

... e il terzo parca foco<br />

che quinci e quindi ugualmente si spiri.<br />

Qualcuno ha detto che l'ultimo verso pare ritmicamente<br />

sollevato dal soffio d'una potenza cosmica.


Dante a dunque tutto affaccendato a guardare la<br />

verità nella sua bellezza rigorosamente geometrica;<br />

il dogma puro, in sé e per sé stante, che diventa verità<br />

intellettuale, definizione, il dogma librato come<br />

una geometrica costellazione óltre lo spazio dei suoi<br />

deli tolemaici, nel}' Empireo. E da buon geometra<br />

(manteniamo alla parola l'accento dantesco) ci da<br />

l'immensurabile misura dell'unità che è trinità, disegnandoci<br />

il circolo che è uno e triplice, triplice<br />

e uno.<br />

Il motivo dogmatico è calato nella figurazione<br />

geometrica, nel disegno esatto. Poi, la figurazione<br />

geometrica si sfa, il disegno ondeggia; e, per virtù<br />

di fantasia che è fede e amore, si fa musica, colore,<br />

colori, «tre giri di tre colori», colori accesi, fuoco:<br />

« e il terzo parea foco ».<br />

Questa è la poesia di Dante, teologizzante, teologia<br />

raggiata. Si pensa a quello che dice il Boccaccio<br />

nel suo Commento alla Commedia : « Dico<br />

che la Teologia e la poesia quasi una cosa si possono<br />

dire ; anzi che la Teologia niun altra cosa è<br />

che una poesia di Dio ». Poesia alleata di Dio.<br />

Dante s'inebria a guardare la difficile verità; direi<br />

quasi che gioca, se è da gioco che si fa giocondo;<br />

è giocondo della soluzione a cui è giunto:<br />

O luce eterna che sola in te sidi,<br />

sola t'intendi, e da te intelletta<br />

e intendente, te ami ed arridi.<br />

Ritorna quel gran « riso dell' universo » che in<br />

paradiso è un modo di spendere e di vivere. Anche<br />

la rima, la rima stessa, si fa luce ridente : « in te<br />

sidi - ed arridi ».<br />

Parlavo di gioco, che deriva ed è derivato da<br />

gioia; ed ecco farsi più palese nel canto 14°, dove<br />

il motivo della Trinità ci appare non più in forma<br />

di definizione dogmatica, ma in un ritmico ritorno<br />

di note sopra se stesse :<br />

Quell'uno e due e tre che sempre vive<br />

e sempre regna in tre e in due e in uno<br />

non circoscritto, e tutto circoscrive,<br />

Tre volte era cantato da ciascuno<br />

di quegli spirti...<br />

Cominciamo a divertirci, cioè a capire meglio.<br />

La Trinità, vista, in questa accensione lirica, non è<br />

più aritmetica ma è poetica rivelazione della verità.<br />

Quasi non è più un mistero ma un miracolo che<br />

diletta e affascina la mente. O, se resta mistero, ba-<br />

Tu /ose/era/ ogni coso diletta<br />

più caramente e questo è quello strale<br />

che l'arco dell'exilio pria saetta<br />

Domenico Peterlin<br />

(sec. XVIII) : Dante in esilio.<br />

(Par. XVII-55)<br />

sta amarlo per capirlo. E noi siamo nati per amare<br />

anche i misteri:<br />

E' chiaro che, parlando della Trinità, quello che<br />

si dice delle tre persone, va inteso anche per ciascuna<br />

di esse. Ma con che gioia Dante parla in particolare<br />

dello Spirito Santo, ispiratore delle opere<br />

d'amore, opera d'amore egli medesimo :<br />

Guardando nel suo Figlio con l'amore<br />

che l'uno e l'altro eternalmente spira<br />

lo primo ed ineffabile valore...<br />

Sua « spirazione » è l'incarnazione del Figlio :<br />

Fin che al Verbo di Dio discender piacque<br />

n' la natura unì a sé... in persona<br />

con l'atto sol del suo eterno amore...<br />

Sua ispirazione è la letizia in cui i Beati vivono<br />

in ogni Cielo. Dice Piccarda, nel cielo della luna:<br />

Li nostri affetti che solo infiammati<br />

son nel piacer dello Spirito Santo,<br />

letizian del suo ordine formati.<br />

E in terra è lui l'ispiratore degli eleganti pensieri,<br />

delle opere d'arte :<br />

Cesare fui e son Giustiniano<br />

che, per voler del primo amor eh' io sento<br />

d'entro le leggi trassi il troppo e il vano.<br />

// primo amore, l'eterno amore, il sommo amore,<br />

il caldo amore; questi sono i nomi dello Spirito<br />

Santo.<br />

Ora io non vorrei dire cosa troppo ardita affermando<br />

che nell'intima storia di Dio, il Padre ed il<br />

Figlio appaiono come prefiguratori dello Spirito<br />

Santo. Ma non questo volevano adombrare le parole<br />

di Gesù : « un giorno adorerete Dio nello Spirito<br />

»?<br />

In verità, al Padre e al Figlio siamo soliti dare<br />

figure antropomorfìchce, come dice Dante :<br />

Per questo la Scrittura condiscende<br />

a vostra facultade, e piedi e mano<br />

attribuisce a Dio, ed altro intende.<br />

Altro, cioè il trasfigurato, lo Spirito Santo : l'immagine<br />

più libera e più pura di Dio. Se Dio ha un<br />

sinonimo teologicamente esatto, questo è Spirito<br />

Santo; la terza persona che assorbe e assomma le<br />

altre due.<br />

CESARE ANGELINI


t*<br />

V<br />

ss<br />

JF ' '.'' "A '"'«.»,.-!"' -'••'"..<br />

lì decimo Convegno di Assistenti Universitari all'Antonianum organizzato dal Centro di Studi Filosofici di Gallarate.<br />

«La Piccola Gallarate»<br />

Dal 1945 agisce in Italia, nel<br />

campo degli studi fisolofici, il «Movimento<br />

di Gallarate». Nel tessuto<br />

annuale dei suoi convegni esso verifica<br />

e porta avanti una rigorosa<br />

opera di ricerca e di testimonianza<br />

alla quale sono interessati i docenti<br />

universitari che aderiscono alla concezione<br />

cristiana della vita. Il padre<br />

Carlo Giacon — che insieme ai professori<br />

Battaglia, Guzzo, Padovani,<br />

Sciacca e Stefanini si fece iniziatore<br />

fervido ed è coordinatore del Centro<br />

gallaratese — ricordando le origini<br />

del «Movimento» tra i problemi<br />

cruciali del dopoguerra, ha scritto<br />

: «Tutti si era ben consapevoli<br />

che, nella crisi e nel crollo conseguiti<br />

alle due guerre mondiali, anche<br />

per la filosofa si manifestava,<br />

come unico terreno saldo, di fronte<br />

a tante rovine materiali e spirituali,<br />

il Cristianesimo ».<br />

E infatti non era tempo per una<br />

pur degna accademia sulle possibilità<br />

e i limiti della filosofia cristiana;<br />

si trattava invece di assumersi il peso<br />

della ragione e di delineare i suoi<br />

compiti senza sospendere con ciò,<br />

ma rafforzando, il vincolo della fede<br />

nell'esperienza della Grazia. Dal<br />

di dentro di tale impegno sembrò<br />

di poter meglio intendere ed accogliere<br />

il dialogo col mondo moder-<br />

22 —<br />

no; e alla fine del primo incontro<br />

si potè affermare: «II Convegno è<br />

stato senza dubbio un'eloquente ed<br />

efficace testimonianza e documentazione<br />

della perenne e feconda vitalità<br />

del pensiero cristiano, tanto<br />

più eloquente ed efficace in quanto<br />

i Convenuti derivano da formazioni<br />

speculative le più diverse, e<br />

molti dal seno stesso delle correnti<br />

estreme della filosofia moderna e<br />

contemporanea. Esperti conoscitori<br />

di questo pensiero, essi non ne sono<br />

rimasti soddisfatti, e hanno cercato<br />

e trovato in un pensiero ispirantesi<br />

al Cristianesimo il superamento o il<br />

completamento da essi desiderato.<br />

Ora essi intendono invitare lo stesso<br />

pensiero moderno, che non raramente<br />

ha del tutto ignorato le ricchezze<br />

e le profondità del pensiero cristiano,<br />

a prenderne conoscenza diretta<br />

e autentica. Essi ritengono che<br />

solo così la speculazione filosofica<br />

possa aver diritto di far sentire la<br />

sua voce nell'opera della ricostruzione<br />

nel mondo dei beni della giustizia<br />

e della pace ».<br />

Da quell'inizio discende la concreta<br />

presenza cattolica nell'Università<br />

italiana: non poteva bastare la<br />

proclamazione di fede, urgeva anche<br />

l'effettivo esercizio di una indagine<br />

condotta in armonia con le<br />

verità rivelate per promuovere l'incremento<br />

professionale degli studi<br />

in quei cattolici chiamati alla riflessione<br />

filosofica e che intendevano<br />

porre se stessi, nella responsabilità<br />

della cattedra e della formazione,<br />

al servizio della cultura universitaria<br />

del nostro Paese. Si sa che non<br />

è possibile svolgere imprese di questo<br />

tipo senza una intesa umana e<br />

scientifica: da qui il senso di ogni<br />

«movimento», non solo di vocazione<br />

cristiana; basti pensare all'analoga<br />

azione che si è andata coagulando<br />

nell'Università e nell'editoria<br />

intorno ai centri di ispirazione marxista<br />

e laicista.<br />

Numerose realizzazioni del Centro<br />

di Gallarate testimoniano della<br />

sua capacità di espansione. Fra tutte,<br />

una merita oggi di essere messa<br />

in luce, mentre si compie il suo primo<br />

decennio: i Convegni, promossi<br />

sin dal 1952 a Padova, di Assistenti<br />

universitari di discipline filosofiche.<br />

E' nata da essi la «piccola Gallarate»,<br />

come è stato detto quasi per<br />

fissarne il ritmo e lo scopo. Difatti<br />

attraverso questi incontri e le connesse<br />

attività, nell'approfondimento<br />

di tesi e di contributi, si intendono<br />

preparare i quadri dell'insegnamento<br />

universitario.


Con un rapido profilo dei dieci<br />

convegni patavini, si può facilmente<br />

rintracciare nella nuova leva filosofica,<br />

insieme alla consapevolezza<br />

dei valori classici e cristiani, una<br />

competente e analitica attenzione<br />

nei confronti delle scuole odierne,<br />

delle metodologie e delle stesse «eresie».<br />

Il dialogo che a Gallerete si<br />

conduce a livello per così dire cattedratico<br />

(dato il ruolo effettivo che<br />

i convegnisti esercitano nella cultura<br />

italiana), trova efficace eco e<br />

qualche volta significativi precorrimenti<br />

nei contatti che la giovane generazione<br />

va curando a Padova di<br />

anno in anno.<br />

Si esprime qui il giusto convincimento<br />

che grave errore sarebbe<br />

mettersi a guardare il corso delle<br />

filosofie «mondane» da un angolo<br />

privilegiato di carisma e di salvezza,<br />

mentre per i cristiani — se lo<br />

fu già per Sacrate! — la filosofia<br />

dev'essere dialogo non apparente,<br />

ma reale, tra gli uomini.<br />

I temi dei convegni rispecchiano<br />

tale stile dialogico e vanno realizzando<br />

una ricca prospettiva teoretica.<br />

Nel 1945 i professori Padovani<br />

e Fabro introdussero al «concetto e<br />

valore di filosofia e storia» ponendo<br />

in tal modo le premesse critiche per<br />

ogni discorso ulteriore; mentre nel<br />

successivo incontro i professori Giacon<br />

e Prini guidarono i dibattiti sui<br />

concetti di causa, infinito, perfetto,<br />

atto, assoluto e delinearono i termini<br />

della «revisione odierna del problema<br />

gnoseologico». Altro argomento<br />

di impostazione fu celebrato<br />

nel terzo convegno, quando le relazioni<br />

dei professori Bontadini e Antonelli<br />

portarono a studiare il rapporto<br />

tra filosofia neoclassica e neoscolastica<br />

e richiamarono alla originarietà<br />

della metafisica nella quale<br />

si qualifica e prende consistenza<br />

ogni ricerca filosofica.<br />

Seguirono poi alcuni grandi temi<br />

esplorativi, ma nel tempo stesso sistematici,<br />

tesi a verificare il valore<br />

della tradizione a contatto della problematica<br />

nuova: nel 1959 i professori<br />

Pareyson e Moschetti offrirono<br />

agli Assistenti analisi acute e stimolanti<br />

su «storicità e personalità della<br />

filosofia» oltre che su «storicismo<br />

ed escatologismo»; nel 1960 i dibattiti<br />

ebbero come centro «il fondamento<br />

dell'obbligazione morale»<br />

sotto la guida dei professori Maz-<br />

P. Babolin, Assistente di Filosofia all'Università<br />

di Bologna, coi Colleghi.<br />

zantini e Mathieu; e nel 1961, a<br />

proposito di un argomento arduo —<br />

«spiritualità e immortalità dell'anima»<br />

— sulla base delle lezioni dettate<br />

dai professori Mazzantini e Pesce,<br />

emerse l'esigenza dimostrativa<br />

anche nei confronti di quei valori<br />

che sembrano, kantianamente, postulati<br />

dalla fede, ma incomprensibili<br />

alla ragione.<br />

Questo appello alla dimostrazione<br />

ha dato una certa organicità ai<br />

convegni degli ultimi quattro anni,<br />

attraverso i quali sembra svolgersi<br />

e perfezionarsi lo stesso discorso<br />

nella sua doppia valenza metodologica<br />

e metafisica. Nel 1962, infatti,<br />

i professori Selvaggi e Severino<br />

proposero specificamente la «teoria<br />

della dimostrazione», facendo<br />

ricorso anche ad alcuni testi di Dewey<br />

e Carnap; nel 1963 i professori<br />

Bongioanni e Sentinella interessarono<br />

il convegno intorno al «problema<br />

della comunicazione», traendo<br />

spunto, fra l'altro, da alcuni scritti<br />

di Jaspers; nel 1964 i professori<br />

Riondato e Campanale (quest'ultimo<br />

con ricchi commenti a Wittgenstein)<br />

trattarono dei fondamenti<br />

ontologici del linguaggio; e di recente,<br />

nel X" convegno, i professori<br />

Campanale e Rigabello hanno sancito,<br />

per così dire, la peculiarità<br />

della «piccola Gallarate» esplicitando<br />

il tema che da senso e struttura<br />

al «Movimento» stesso: la validità<br />

del discorso metafisico.<br />

Nel volgere di questo decennio,<br />

tramite i convegni patavini, non pochi<br />

giovani assistenti universitari si<br />

sono inseriti, con ottimi frutti, nella<br />

ricerca scientifica, alcuni utilizzando<br />

delle «borse di studio» presso la<br />

«Humboldt Stiftung», altri lavorando<br />

per la Enciclopedia filosofica<br />

promossa e curata dal Centro gallaratese,<br />

altri infine dedicandosi ai<br />

seminari delle varie Università italiane.<br />

I risultati degli stessi convegni<br />

entrano ormai nel dibattito filosofico<br />

attraverso la redazione annuale<br />

degli Atti, la cui pubblicazione,<br />

in pregiata forma, è affidata<br />

dal 1961 alla Editrice Gregoriana<br />

di Padova.<br />

Dette queste notizie, dovrebbe<br />

sembrare allarme retorico e pressoché<br />

inutile quello di chi lamenta<br />

la massiccia presenza dei filosofi<br />

marxisti nell'Università italiana e<br />

trascura lo sforzo dei cristiani per<br />

una più completa finalizzazione<br />

della filosofia e della civiltà. Ai cristiani,<br />

che pur vivono dei doni sovrarazionali,<br />

incombe il gusto e il<br />

dovere della ragione. In questo spirito,<br />

il Movimento di Gallarate e la<br />

nuova generazione filosofica che da<br />

esso promana ci appaiono innestati<br />

nella realtà storica odierna, protesi<br />

nel dialogo per dissolvere la tentazione<br />

del duello.<br />

ANGELO SCIVOLETTO


L'addio di Padre Fontana<br />

P. Fontana è stato mandato dai Superiori alla<br />

Casa di Esercizi «Villa Mater Dei» (Via Gonfalonieri,<br />

12 - Varese) dove il lavoro è meno preoccupante<br />

per la salute. Appena giunto là ha inviato la seguente<br />

lettera:<br />

Varese, 13 settembre 1965<br />

Amici carissimi,<br />

mi rivolgo un'ultima volta a voi con la mediazione<br />

di queste righe. Sarebbe stato più simpatico<br />

salutarvi di persona, uno ad uno; ma buone<br />

ragioni mi hanno suggerito una partenza in punta<br />

di piedi.<br />

Mi congedo senza discorsi, richiamandovi semplicemente<br />

ai temi spesso proposti nelle preghiere<br />

di comunità. In quelle sere vi esposi, senza retori-<br />

saluto del nuovo Padre Direttore<br />

Cari amici,<br />

chiamato all'ufficio già occupato dai Padri<br />

Magni, Casella, Messori, Colombo, Merlin, Masetto<br />

ed ultimamente da P. Fontana, invio a tutti il più<br />

cordiale saluto.<br />

Il mese di settembre per la direzione del Collegio<br />

è uno dei mesi dei ricordi più veri. <strong>Ex</strong>. alunni<br />

e studenti si fanno vivi in modo spesso commovente.<br />

Da pochi giorni è venuto un <strong>Ex</strong> di Brescia portando<br />

con sé ben quattro matricole alle quali volle<br />

far vedere le stanze che lui ed i suoi antichi compagni<br />

avevano abitato, dove avevano complottato i<br />

loro scherzi goliardici, dove li andava a trovare o<br />

«pescare» P. Colombo o qualche suo aiuto di turno.<br />

Sapeva delle innovazioni e ne era soddisfatto come<br />

chi ritrova — dopo tanto — una vecchia famiglia<br />

di amici che ha superate le difficoltà e fatto strada.<br />

Ogni volta che incontro un <strong>Ex</strong> e, soprattutto, uno<br />

studente che torna, ringrazio Dio ed i miei predecessori<br />

mentre domando al Cielo la grazia di non sciupare<br />

l'eredità, di concretare sempre più le direttive<br />

di miglioramento, non trascurando le linee caratte-<br />

24 —<br />

ca, ciò di cui ero profondamente convinto : rapporti<br />

formativi basati sulla sincerità e generosità, il<br />

vostro impegno a costruire la storia di oggi sui moduli<br />

evangelici.<br />

Mi è particolarmente gradito ringraziare ancora<br />

coloro che credettero alla possibilità di una comunità<br />

universitaria, non rassegnati al mezzo trotto<br />

del pensionato; quelli che mi sostennero nello sforzo<br />

di vivere tra voi come amico sincero fino in fondo,<br />

imparziale e amante della linearità.<br />

A tutti domando l'elemosina di un ricordo a Dio,<br />

perché serva validamente Cristo nella sua Chiesa.<br />

Ignazio Fontana S. J.<br />

ristiche di P. Fontana che cercò di far convergere<br />

lo sforzo degli studenti migliori, operanti attraverso<br />

la Consulta, col vivo desiderio dei Padri di migliorare<br />

sempre la vitalità formativa, intellettuale e spirituale<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

D'accordo con gli altri Padri del Collegio e con<br />

la Consulta cercheremo di migliorare sempre la scelta<br />

delle lezioni e conversazioni religiose; per una<br />

presenza e testimonianza sempre più viva del Collegio<br />

nella città e nella cittadella universitaria, intensificheremo<br />

i nostri incontri culturali in collaborazione<br />

con gli altri studenti e Collegi Universitari.<br />

Soprattutto però vorrei che quest'anno tutto<br />

l'Antonianum sia animato da quello spirito nuovo<br />

che il Concilio desidera dai laici in questo momento<br />

storico della Chiesa coinè vi dirò in una pagina<br />

più avanti di questo Antonianum.<br />

« I laici sono chiamati come membri vivi a contribuire<br />

con tutte le loro forze ricevute dalla bontà<br />

del Creatore e dalla grazia del Redentore, all'incremento<br />

della Chiesa e alla sua continua ascesa alla


santità.... Sono soprattutto chiamati a rendere presente<br />

ed operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle<br />

circostanze in cui essa non può diventare sale<br />

della terra senza di loro. Così ogni laico per ragione<br />

degli stessi doni ricevuti è testimonio ed insieme<br />

vivo strumento della stessa missione della Chiesa,<br />

secondo la misura con cui Cristo gli ha dato il<br />

suo dono » (Ef. 4, 7). Così la Costituzione Conciliare<br />

«De Ecclesia».<br />

Cari amici, vorrei che queste parole vi fossero<br />

sempre presenti anche nello studio perché le vostre<br />

lauree, quanto più saranno brillanti, tanto più vi<br />

metteranno in condizione di far onore a Dio ed operare<br />

per il Suo trionfo nel mondo.<br />

Con rinnovati saluti ed auguri di ogni bene<br />

Alberto Bassan S. J. P. Bassan con il Sindaco del Collegio e il R. P. Rettore.<br />

ringraziamento degli <strong>Alunni</strong> a Padre Fontana<br />

Sapevamo, ma non ce ne rendevamo ben conto,<br />

quanto la qualità, le intime ed esterne difficoltà e<br />

la mole del lavoro sostenuto tutti questi anni per<br />

migliorare 1' «Antonianum», per toglierlo dal « suo<br />

buon trotto » metterlo a bel passo di corsa, avessero<br />

logorato P. Fontana. Non osavamo pensare che<br />

a un certo punto avrebbe dovuto anch'egli prendersi<br />

un necessario ed efficace riposo. Non ce l'aspettavamo.<br />

Quello che ci tocca di più è proprio questo : P.<br />

Fontana deve ora andare a riposare lontano da noi<br />

proprio perché ci è stato troppo vicino aderente e<br />

preveggente sulle nostre esigenze umane e spirituali.<br />

Il bene che ci ha fatto e che continua a operare<br />

nascostamente in noi, studenti e laureati usciti<br />

UN ESPERIMENTO PER CONSOLI-<br />

DARE LO SPIRITO DI FAMIGLIA<br />

DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

Quest'anno, tornando in Collegio, gli<br />

studenti troveranno una novità : i famosi<br />

« buoni mensa » sono stati eliminati,<br />

a titolo di esperimento fino a Natale.<br />

La Consulta, facendosi interprete<br />

dei desideri degli studenti, manifestatisi<br />

nelle periodiche riunioni collettive<br />

in Aula dei Cento, ha caldeggiato presso<br />

i Padri in sede di Consulta l'opportunità<br />

di tale provvedimento.<br />

Infatti, oltre ai ben noti inconvenienti<br />

pratici, rappresentati dalla nominativita<br />

e dalla progressività numerica dei<br />

buoni, appariva evidente l'incongruenza<br />

tra la retta annuale e la necessità di<br />

giustificarla attraverso la presentazione<br />

di questi tagliandi.<br />

Ma al di là dei problemi di natura<br />

tecnica attraverso la nostra proposta si<br />

è voluto che i Padri ci dessero la possibilità<br />

di dimostrare di aver raggiunto<br />

un preciso senso di responsabilità e di<br />

autocontrollo.<br />

Come detto ali' inizio, i Padri hanno<br />

aderito ben volentieri alla nostra richiesta;<br />

ma per ovvie ragioni di indole finanziaria,<br />

onde evitare un possibile pregiudizio<br />

della situazione economica del<br />

Collegio, in pieno accordo con noi, hanno<br />

ritenuto di effettuare un periodo di<br />

prova fino alle vacanze di Natale.<br />

Preso atto della buona volontà dei Padri<br />

e della fiducia che ci hanno accordato,<br />

noi vi invitiamo a meditare sull'im-<br />

dall'Antonianum, lo avvertiamo spesso. Ricorderemo<br />

allora anche i suoi atteggiamenti esternamente<br />

più caratteristici : i suoi « pontificali » in chiesa, i<br />

sereni colloqui in direzione, il suo essere così seriamente<br />

e cordialmente compreso dalla vita nostra<br />

di tutti i giorni, ... i lampi del suo cristianesimo<br />

« terribile » eppure tanto buono e profondo.<br />

Noi che restiamo, insieme ai laureati, lo ringraziamo<br />

di tutto e soprattutto per come ci ha insegnato<br />

ad amare il Signore e il prossimo.<br />

A Varese, la sua nuova casa di quest'anno di riposo<br />

e apostolato, ci auguriamo che ritrovi le forze<br />

e che ritorni qualche volta in mezzo a noi e ai<br />

suoi ex, per ridarci un po' di « carica ».<br />

Antonio Reposo<br />

portanza di questa decisione e sull' impegno<br />

che la Consulta si è assunta a nome<br />

di tutti voi, in modo che i buoni<br />

non rimangano che un ricordo.<br />

La Consulta vi invita caldamente a<br />

una scrupolosa onestà per il suo prestigio<br />

e affinchè si rinsaldi quel vero<br />

spirito di collaborazione e di famiglia<br />

che abbiamo iniziato ad instaurare in<br />

un anno di valido e intenso lavoro.<br />

Tanto più se alcuno desiderasse replicare<br />

una porzione sarà accontentato nei<br />

limiti delle possibilità.<br />

Certi che la innovazione troverà il vostro<br />

più largo consenso e appoggio, confidiamo<br />

nel comune senso di responsabilità<br />

che, solo può accrescere la nostra<br />

considerazione nei rapporti con i Padri.<br />

LA CONSULTA<br />

— 25


Per una ripresa di coscienza reciproca tra sacerdoti e laici<br />

«L'ora dei laici». E' uno slogan non<br />

nuovissimo. Ci ha pensato il Concilio a<br />

rinnovarlo e come ricrearlo dalle radici.<br />

Come tanti altri slogan nuovi in tema<br />

di vita cristiana ed ecclesiale (Chiesa missionaria,<br />

Chiesa dei poveri, Morale chiusa<br />

e morale aperta, ecc.) così anche « ora dei<br />

laici» può dire molto e dire niente. Può<br />

dire niente, anzi può falsare le prospettive,<br />

se lo si ripete superficialmente, avulso<br />

dalla sua complessa radice ecclesiale, come<br />

un ramo di dottrina strappato all'albero<br />

armonioso e vivo. Sbandierato così,<br />

si secca. Peggio, può provocare sensi di rivendicazione,<br />

di falsa autonomia, di una<br />

certa divisione. Esattamente il contrario<br />

dell'intenzione del Concilio.<br />

VERO SIGNIFICATO DELLO SLOGAN<br />

Può dire molto se si va nella profondità<br />

di queste intenzioni. Esse sono per rigorosa<br />

e ispirata fedeltà alla rivelazione,<br />

quelle di armonizzare, di distinguere tiene<br />

il compito della Chiesa gerarchica e dei<br />

sacerdoti da una parte, da quello dei laici<br />

dall'altra, per unire più saldamente e<br />

vitalmente sulla base dogmatica dell'unità<br />

della Chiesa in Cristo, sulla scia della<br />

esortazione di Cristo («siate una cosa tutti<br />

nel nome mio») e della dottrina ed esortazione<br />

di S. Paolo («sappiate che siete<br />

membra di un unico corpo che è il Cristo,<br />

e unico è lo Spirito di questo corpo,<br />

che si manifesta con diversi doni» e conseguentemente<br />

diversi compiti).<br />

Considerare la Costituzione sulla Chiesa<br />

come un documento quasi riservato alla<br />

Gerarchla e ai sacerdoti, sarebbe una<br />

ricaduta pigra e grave in una specie di<br />

pregiudizio antiecclesiale per non dire addirittura<br />

antiecclesiastico ed anticlericale,<br />

sia pure bonario e in buona fede. In fondo<br />

ribadirebbe ancora il pregiudizio per<br />

cui, sotto sotto, si considera la Chiesa come<br />

un malinteso regno di sacerdoti, composto<br />

di una oligarchia e di un esercito :<br />

una oligarchia per quanto vasta (Papa e<br />

Vescovi) che comanda l'esercito pacifico<br />

dei sacerdoti, del «clero»: il dominio del<br />

clero, insonima. Perpetuerebbe nei fedeli<br />

una pratica dissociazione dalla Chiesa,<br />

cioè da se stessi come veri cristiani. La<br />

Chiesa o è il Papa e i Vescovi e Sacerdoti<br />

e Fedeli uniti nel Cristo, o non è, poiché<br />

sarebbe — sul piano vitale e dinamico —<br />

un grande « capo » senza membra, senza<br />

un vero « corpo ». Diciamo di più, sarebbe<br />

un pratico dissociarsi da Cristo stesso,<br />

dal Cristo totale, uno scisma di fatto, meno<br />

clamoroso ma più sottile e più vasto e<br />

profondo di uno scisma giuridico ed ereticale.<br />

Lo scisma di fatto dei tiepidi, tanto<br />

più pericoloso quanto più in buona fede,<br />

sul quale ritorcerebbe il suo «Vae», il<br />

suo «Guai ai tiepidi» il mite e caritatevole<br />

Giovanni dell'Apocalisse.<br />

RAPPORTO TRA SACERDOTI E LAICI<br />

Qui tocchiamo un punto solo : il rapporto<br />

tra sacerdoti e laici, perché ci sembra<br />

di una basilare importanza, vorremmo<br />

dire «elementare» e vitale nell'ambito<br />

della relazione più alta tra i sommi<br />

gradi della Gerarchla (Papa e Vescovi uniti<br />

con lui) e il restante «popolo di Dio».<br />

Rapporto elementare e vitale in tutte le<br />

età : prima per la continua rinascita del<br />

popolo di Dio in Cristo, poi per la sua<br />

maturazione in Cristo, infine, raggiunta<br />

ifi L'ORA DEI LAICI<br />

la maturità che cerca in Cristo di raggiungere<br />

o avvicinarsi, meglio, a quella di<br />

Cristo, nella collaborazione matura all'edificazione<br />

del Corpo totale di Cristo che<br />

è la Chiesa. « Quando ero bambino, sentivo<br />

come un bambino, mi comportavo come<br />

un bambino, ma quando mi sono fatto<br />

un uomo, ragiono — spiritualmente —<br />

come un uomo », e cioè responsabile e<br />

corresponsabile del progresso di tutta la<br />

Chiesa di Cristo.<br />

Sbaglierebbe chi interpretasse l'importanza<br />

data dal Concilio ai Laici nell'ora<br />

attuale della Chiesa dalla Chiesa stessa,<br />

come essa intendesse semplicemente o di<br />

aiutare i sacerdoti o esonerarli dalla parte<br />

incresciosa di guide troppo pressanti e<br />

paternalistiche del gregge, perché questo<br />

riporterebbe al rischio che il clero si profanasse<br />

nella poco illuminata volontà di<br />

consacrare il mondo.<br />

IMPEGNO MAGGIORE PER TUTTI<br />

La verità è piuttosto che il Concilio<br />

impegna più di prima sia i Laici che anzitutto<br />

i Sacerdoti, perché li invita più in<br />

alto, a «raccogliersi» di più nella vita spirituale<br />

per essere migliori strumenti di vita,<br />

migliori «dottori» della parola di Dio,<br />

più raccolti ad accogliere i doni dello Spirito<br />

Santo, tra i quali c'è anche quello del<br />

Consiglio, e divenire guide spirituali e non<br />

direttamente temporali dell'azione dei laici,<br />

che dovranno, essi, per la maggior parte<br />

testimoniare nella famiglia, nella professione,<br />

nella vita sociale e politica, così<br />

da consacrare il mondo. Consacrare vuoi<br />

dire riordinarlo ed elevarlo, secondo i disegni<br />

e la volontà di Dio, a Dio in tutte<br />

le sue dimensioni e livelli e concretezze.<br />

Nelle equilibratissime parole della Costituzione<br />

della Chiesa non si trovano<br />

semplici espressioni o solo sistematizzazioni<br />

teologiche della dottrina della Chiesa,<br />

ma insieme un autentico programma<br />

di rinnovamento.<br />

Si leggano pure gli autori cristiani moderni<br />

più illuminati (Guardini, Bahner,<br />

De Lubac, Daniélou, Congar, Thils, Balducci)<br />

per cercarvi orientamenti sul «rinnovamento<br />

della Chiesa», su «una nuova<br />

sociologia cristiana», sulla «consacrazione<br />

delle realtà terrestri». Prima tuttavia e<br />

dopo queste letture bisogna andare ai testi<br />

fondamentali della Chiesa, al testo<br />

fondamentale «sulla Chiesa», con assidua<br />

e riscopritrice meditazione.<br />

MAGGIOR FIDUCIA<br />

NELLO SPIRITO SANTO<br />

E si scoprirà che la novità forse più<br />

grande non sta tanto nell'aggiornamento<br />

delle strutture, quanto nello spirito di fiducia<br />

della Chiesa attuale nello Spirito<br />

Santo. Concretamente un ritorno grandioso<br />

allo spirito di fiducia nella Promessa<br />

dello Spirito che animò la Chiesa primitiva,<br />

fiducia nei sacerdoti, fiducia nei laici,<br />

fiducia nella effettuabilità di un rapporto<br />

vitale e veramente spirituale tra laici<br />

e sacerdoti. Non un rapporto - ripetiamo<br />

- di sola tutela paternallstica e di appoggio<br />

come di figli perpetuamente minorenni,<br />

come tra leader di azione ed «agit<br />

prop», come tra dirigenti di azienda e subalterni<br />

timidi e servili, ma un rapporto<br />

tra padri esemplari e formatori con uomini<br />

e figli adulti cristianamente maturi<br />

e responsabili.<br />

Se osserviamo fin d'ora anche lo schema<br />

sulla libertà religiosa e quello sulla<br />

presenza della Chiesa nel mondo e per il<br />

mondo, si vede come essi rientrino coerentemente<br />

in questa linea. Qualcuno ha<br />

osservato che queste dichiarazioni sembrano<br />

mortificare l'azione missionaria. La<br />

risposta invece sembra che, al contrario<br />

esse la qualificano per così dire di più<br />

perché ribadisce con chiara affermazione<br />

la libertà dell'uomo secondo Dio, riconosce<br />

ancor più chiaramente la libertà e la<br />

forza dello Spirito Santo e invita non solo<br />

i missionari, ma.tutti i sacerdoti ed i<br />

laici ad essere più fedeli allo stesso Spirito,<br />

a testimoniarlo con maggior spirito e<br />

fiducia. Dice in altre parole : è con armi<br />

soprattutto spirituali, con la bontà e superiorità<br />

della testimonianza, quanto più<br />

possibile spontanea, che collaborerete allo<br />

Spirito, più che con armi non spirituali,<br />

intendendo con armi non spirituali ogni<br />

forma di costrizione che risenta di una<br />

specie di colbertismo spirituale indebito,<br />

di protezionismo.<br />

IL LAVORO DEI PADRI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

Già in previsione della recente chiarificazione<br />

del Concilio ed ora con ossequio<br />

riconoscente a queste stesse indicazioni<br />

ispirate, i Padri <strong>dell'Antonianum</strong> cercarono<br />

e cercano di rendere sempre più accessibili<br />

e solide le lezioni di cultura religiosa<br />

di introduzione viva alla S. Scrittura,<br />

desiderano riprendere la tradizione delle<br />

conversazione e dei dibattiti culturali che<br />

contribuiscono a mettere a fuoco la verità<br />

cristiana con ogni forma ed esigenza del<br />

pensiero attuale, per vedere quanto sia accettabile<br />

e quanto sia erroneo.<br />

Non basta per un universitario e futuro<br />

professionista cattolico sapere in qualche<br />

modo il catechismo solo per se stesso,<br />

ma bisogna che possieda la verità in modo<br />

da poterla difendere e proporre, dentro<br />

le sue possibilità, data occasione, in<br />

modo sicuro, chiaro ed efficace.<br />

Quanti sono di voi che si sentirebbero<br />

di sostenere un discorso con certi avversar!,<br />

quanti di voi saprebbero parlare o<br />

scrivere cristianamente a proposito dei<br />

problemi inerenti alla loro specialità? Un<br />

medico che sappia trattare i problemi del<br />

medico e della medicina secondo un vero<br />

spirito di verità e carità cristiana, un avvocato<br />

che sappia parlare o cominciare a<br />

scrivere con competenza ed efficacia sul<br />

complesso problema della giustizia cristiana<br />

?<br />

In ogni forma di testimonianza vale la<br />

dottrina sicura, ma vale anche la profonda<br />

persuasione soprattutto sul piano dell'espressione,<br />

che proviene anche e in modo<br />

determinante dal retto e profondo sentire<br />

oltre che dalla novità o forza intellettuale<br />

del pensiero.<br />

Con queste riflessioni non ho tracciato<br />

un programma concreto, ma lo spirito<br />

del programma, che è la cosa più importante<br />

perché ogni manifestazione concreta<br />

del programma dei Padri nel Collegio<br />

abbia un senso vero e cristiano.<br />

Quando ci si intende in linea di massima<br />

su certe impostazioni fondamentali<br />

la cordialità, la semplicità e spontaneità<br />

dei rapporti, lungi dal patirne, ne scaturiscono<br />

più vive. Alberto Bassan S. J.<br />

— 27


LA SCUOLA DI RELIGIONE HA INIZIO UFFICIA-<br />

LE LA DOMENICA 10 OTTOBRE, FESTA DI SAN<br />

FRANCESCO BORGIA.<br />

Con la ripresa delle Scuole Medie anche la Scuola di Religione<br />

riprende la sua vita regolare con tutte le sue attività.<br />

I suoi alunni si sono preparati con un ritiro spirituale:<br />

di tre giorni a Bassano quelli del liceo, con una giornata a<br />

Fraglia gli altri.<br />

P. Pretto invita tutte le famiglie degli alunni ad impegnarsi<br />

seriamente per la frequenza alle lezioni ed alle attività<br />

formative. Richiama l'importanza della lezione di<br />

Catechismo insegnato come oggi è necessario colle parole<br />

stesse rivolte dal Santo Padre Paolo VI il 26 luglio di quest'anno<br />

agli insegnanti di Religione per le Scuole Medie di<br />

Italia, radunatisi a Convegno presso l'Istituto di Pedagogia<br />

del Pontificio Ateneo Salesiano di Roma:<br />

Nuove esigenze dell' insegnamento catechistico<br />

« L'insegnamento religioso scolastico deve fare nuovi progressi,<br />

specialmente nell'attitudine di coloro che hanno la<br />

ventura di poterlo e di doverlo impartire. Lo esige, per non<br />

dir altro, la difficoltà stessa che tale insegnamento presenta.<br />

Non è da tutti saper insegnare come si conviene una religione,<br />

come la nostra, straordinariamente ricca di storia,<br />

di dottrina, di rapporti con la vita; una religione anzi che<br />

giustamente pretende d'identificarsi con la vita nel senso di<br />

Partenze e arrivi<br />

• Padre Tieppo si reca alla Facoltà Teologica di Chieri (Casa S. Antonio - Chieri<br />

- Torino) a terminare i suoi studi. Lo accompagna il ricordo riconoscente ed<br />

augurale degli <strong>Alunni</strong> della Scuola di Religione, soprattutto dei piccoli che per<br />

due anni lo ebbero tanto caro compagno dei loro giuochi e sollecito di venire<br />

incontro ai loro desideri.<br />

• Vengono a sostituire P. Tieppo il P. Diego Brunelle, già esperto nella assistenza<br />

ai giovani, ed il giovane P. Carlo Tartarini, nostro <strong>Ex</strong> Alunno, che conosce<br />

bene la nostra Scuola di Religione, il suo spirito, la sua vita, le sue necessità.<br />

Per l'assistenza agli studenti interni viene all'Antonianum il giovane Padre<br />

Teodoro Livraghi. Per studiare all'Università il P. Roberto Boroni.<br />

Sono venuti ancora all'Antonianum, per aiutare il P. Giacon nella pubblicazione<br />

della seconda edizione dell'«Enciclopedia Filosofica», i PP. Livio Pagello<br />

e Mario Colpo.<br />

Congratulazioni vivissime al P. A. Roncari, tanto<br />

ricordato alla Scuola di Religione, che ha celebrato<br />

la sua prima Messa nel passato Luglio.<br />

La vecchia Scuola<br />

di Religione<br />

(sospirosa<br />

di rinnovarsi<br />

ma quando?)<br />

attende gli alunni<br />

per il corso<br />

annuale<br />

di Religione<br />

costituire le più intime, le più autorevoli, le più efficaci le<br />

più beneficile, le più feconde ragioni informatrici dello spinto<br />

che le apre, come a soffio vitale, gioiosamente l'accesso.<br />

Un vero insegnamento religioso non è il semplice studio di<br />

un libro, non è la semplice esposizione della materia, non<br />

è un comune esercizio scolastico; anche se sobrio e delicatamente<br />

sensibile alle peculiari esigenze dell'ambiente in<br />

cui si svolge, l'insegnamento deve tradurre qualche cosa<br />

della sua spirituale sicurezza, qualche cosa della sua incomparabile<br />

umanità, qualche cosa della sua ineffabile verità.<br />

Una speciale «ars docendi»<br />

Esige una speciale ars docendi, una speciale pedagogia;<br />

a possedere la quale non basta la comune informazione,<br />

spesso approssimativa ed empirica, che può avere qualsiasi<br />

sacerdote o religioso, o qualsiasi laico religiosamente istruito.<br />

Troppi elementi culturali, didattici e soprattutto morali<br />

sono necessari per dare al maestro di religione il prestigio<br />

e l'efficacia che lo devono qualificare: non vi è forse pericolo<br />

che, mancando di lali specifici requisiti, l'insegnamento<br />

della religione riesca non solo infruttuoso, ma talvolta<br />

perfino nocivo? Il maestro di religione è un testimone; guai<br />

se non lo fosse con i carismi del sapere, della virtù e 'anche<br />

dell'abilità didattica, i quali devono conferire virtù persuasiva<br />

alla sua parola, anzi alla sua stessa presenza nella scuola.<br />

Sono cose conosciute e ripetute. Ma non mai abbastanza,<br />

finché non sia formata una profonda coscienza della missione<br />

del maestro di religione, non si sia formata una categoria<br />

di Insegnanti veramente competenti e votati a così alto<br />

e delicato ministero ».


Quadro delle attività della Scuola di Religione<br />

LUNEDÌ'<br />

ore 14.30<br />

Apertura S. R.<br />

ore 18.00<br />

Religione<br />

2 a Sup. A-B<br />

ore 19.15<br />

Relig. 4 a Sup.<br />

Relig. 5 a Sup.<br />

ore 21.15<br />

S. Vinc. Univ.<br />

Adun.<br />

S. Vinc. Lic.<br />

Adun.<br />

1 ..„ mi "•-•;:•<br />

MARTEDÌ'<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Rugby Giov.<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Calcio l a Sq.<br />

ore 14.30<br />

Apertura S. R.<br />

ore 18.00<br />

Basket Allievi<br />

ore 18.30<br />

Relig. 3 a Sup. B<br />

3 a Sup. A<br />

ore 19.00<br />

Asci Cons. Dir.<br />

ore 21.00<br />

Asci<br />

Basket 2 a Sq.<br />

ore 21.15<br />

Coro 3 Pini<br />

Cinefonim<br />

Universitari<br />

MERCOLEDÌ'<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Rugby l a Sq. e<br />

Riserve<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Calcio Giov.<br />

ore 14.30<br />

Apertura S. R.<br />

ore 18.00<br />

Basket Jun.<br />

ore 18.30<br />

L.M.S. Adun.<br />

Cidros<br />

Adun. Capi<br />

ore 16.30<br />

C.M. Asp. Adun.<br />

ore 21.00<br />

Basket l a Sq.<br />

ore 21.15<br />

C.M. Universit.<br />

Sez. Cult.<br />

C.M. Liceo<br />

Gr. in St.<br />

GIOVEDÌ'<br />

ore 7.30<br />

S. Messa<br />

C.M. - Asci -<br />

Cidros<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Rugby Giov.<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Calcio l a Sq.<br />

ore 14.30<br />

Apertura S. R.<br />

ore 15.00<br />

Relig. 5 a Elem.<br />

e l a Media<br />

ore 18.00<br />

C.M. Liceo Ad.<br />

Basket Allievi<br />

Juniores<br />

ore 21.00<br />

Basket 2 a Sq.<br />

ore 21.15<br />

C.M. Univ. Ad.<br />

VENERDÌ'<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Rugby l a Sq. e<br />

Riserve<br />

ore 12.30<br />

15.00<br />

Calcio Giov.<br />

ore 15.00<br />

Cidros<br />

Adun. Stormo<br />

ore 18.00<br />

Basket Jun.<br />

ore 21.00<br />

Basket l a Sq.<br />

ore 21.15<br />

C.M. Profess.<br />

Clan Rovers<br />

SABATO<br />

ore 15.00<br />

Relig. 2 a Media<br />

3 a Media A - B<br />

Lupetti<br />

ore 17.00<br />

Cinefonim<br />

Studenti Medi<br />

ore 18.15<br />

Relig. l a Sup.<br />

A TJ<br />

- ±$<br />

ore 19.00<br />

Calcio l a Sq.<br />

ore 21.15<br />

C.M. Liceo<br />

Riun. Cons.<br />

Coro 3 Pini<br />

DOMENICA<br />

ore 8.00<br />

S. Messa Scout<br />

e Sportivi<br />

ore 9.00<br />

S. Messa<br />

Liceo Ginn.<br />

Medie<br />

Asci Attività<br />

ore 10.00<br />

C.M. Asp.<br />

Cons. Capi<br />

L.M.S.<br />

ore 10.30<br />

Riun. Sez. Cult.<br />

ore 11.00<br />

S. Messa<br />

degli Sportivi<br />

ore 11.40<br />

S. Messa<br />

C.M. Universit.<br />

A CORTINA D'AMPEZZO<br />

\L<br />

KIIMDERHEIM<br />

casa per bambini<br />

da uno a sei anni di età<br />

aperta tutto l'anno<br />

è una villa padronale,<br />

sita sui prati di Ronco,<br />

con ampio parco.<br />

Dispone di soli venticinque<br />

posti<br />

li pediatra - puericultore<br />

vive in casa<br />

Scivere o telefonare all'<strong>Ex</strong> Alunno :<br />

Dr. R. GARDIN - IL SOLE<br />

Kinderheim - Cortina<br />

Telefoni 2425 - 2103


" •<br />

Cafinaecio do! Passo Santner.<br />

a) Via normale; b) Via Pedern; e) Via Piaz de Lago; d) Via Dulfer; e) Via Anna Maria<br />

Anche quest'anno a Carezza! Ci siamo arrangiati parie a Villa Pio X e parte nelle «dependances» del Latemar. Il<br />

Grand Hotel offrì invece ospitalità al Comm. Buffo che venne a visitarci più volte ed ali' Ing. Galtarossa che rimase alcuni<br />

giorni con noi ed aiutò F. Fiocchi a portare i piccolini fino al Passo Coronelle.<br />

Tre gruppi anche quest'anno. Nel terzo specializzato per Professionisti furono presenti circa 90 persone con un nugolo<br />

di frugoletti. Nei due gruppi precedenti erano stati presenti dai cinquanta ai sessanta ragazzi assistili da Padri Garbagnati,<br />

Tieppo, Benedetti, Pretto.<br />

Le belle ore trascorse dai rocciatori ce le ricorda qui l'amico Filippi.<br />

BELLE ESPERIENZE DI ROCCIA<br />

Dopo un inverno trascorso tra i libri,<br />

un'estate in montagna : Carezza naturalmente.<br />

Qui per alcuni c'è la noia, per altri<br />

la montagna, quella vera, quella tanto<br />

temuta dalle mamme e dal P. Pretto.<br />

Qui finalmente possiamo realizzare i<br />

nostri progetti, i nostri sogni. Già dall'anno<br />

precedente avevamo deciso di<br />

compiere alcune ascensioni, durante<br />

l'inverno il progetto è maturato; studiavamo<br />

a tavolino le varie vie, copiavamo<br />

schizzi e relazioni, chiedevamo<br />

consigli ai più esperti. Dopo di che voi<br />

penserete si sia fatto chi sa che, invece,<br />

come vedrete, il nostro programma era<br />

piuttosto modesto; dovete tener presente<br />

però che si arrampicava senza<br />

guida.<br />

SULLA RODA DEL DIAVOLO<br />

Finalmente il 19 Luglio cominciò la<br />

stagione. Si scelse, il solito Franco Fantin<br />

ed io, come prima via, il « Canale<br />

Ovest » sulla Roda del Diavolo, via che<br />

non presenta difficoltà superiori al 3",<br />

ma che per me è difficilissima perché<br />

lo scorso anno vi ebbi un incidente a<br />

sessanta metri circa dall'attacco. Quando<br />

si attaccò la via c'era il sole, si procedeva<br />

in alternata, cioè, come dice la<br />

stessa parola, alternandoci come capocorda.<br />

All'uscita del camino, che caratterizza<br />

questa via, cominciò a piovere,<br />

una provvidenziale grotta ci salvò, o almeno<br />

salvò Franco dall'acqua. Quando<br />

smise, partimmo tutti contenti ringraziando<br />

già la nostra buona sorte, quando<br />

cominciò a grandinare, niente più<br />

grotte purtroppo, solo in vetta ci accolse<br />

un po' di sole. Scendemmo poi<br />

al rifugio « Roda de Vael » dove il<br />

P. Benedetti, Toniolo, Nazari e Trevisan<br />

erano ad attenderci. Riprese la<br />

Terza Torre del Sella - Via John.<br />

pioggia, ma ormai con un tetto sopra<br />

e un minestrone davanti, mi sentivo<br />

sicuro. Sulla via del ritorno incontrammo<br />

la signora Nazari col cane ed alcuni<br />

amici ; li convincemmo ad abbandonare<br />

la loro mèta con lo spauracchio<br />

della pioggia e a tornare con noi,<br />

tra impensabili difficoltà. Il sentiero<br />

era tutto fango ; tra tombole e scivoloni<br />

vari, giungemmo finalmente a casa.<br />

Dopo tre ore di riposo si parte nuovamente:<br />

destinazione Passo Sella. La<br />

mancanza di fondi ci indusse a tentare<br />

con l'«auto-stop». Purtroppo non fummo<br />

fortunati ; in un'ora a Canazei, qui<br />

tre ore di sosta forzata ; col pollice ormai<br />

stanco trovammo un passaggio.<br />

Al Passo Sella erano circa le 13, non<br />

si mangiò per non perdere tempo : subito<br />

in bidonvia per giungere al rifugio<br />

« Demez » ; qui trovammo il P. Ciman<br />

con i suoi adepti e in fretta dicemmo<br />

: « Pollice Spigolo Nord » e si<br />

proseguì. E' questa una via molto graziosa<br />

di 4" sul gruppo delle Cinque Dita<br />

Sassolungo. In tre ore malgrado la nevicata<br />

e le crisi dovute al freddo giungemmo<br />

in vetta, ma dovemmo scendere<br />

subito perché s'era fatto tardi : calò<br />

la nebbia e a fatica si vedevano i chiodi<br />

per le corde doppie. Stremati arrivammo<br />

al « Demez » e poi al rifugio<br />

del Passo Sella stringendo i denti e la<br />

cinghia: dal mattino non si mangiava.<br />

Qui un tedesco buontempone al grido<br />

di « Berg hcil » (viva la montagna!) ci<br />

offrì parecchio vino e sigarette; vi assicuro<br />

che quella notte benché bagnato,<br />

ho dormito sodo.<br />

Il cattivo tempo ci tenne in casa, ma<br />

il 27 si riparte: Gruppo del Sella ter-


za torre la « Jahn », interessante via di<br />

terzo grado. Due cordate questa volta:<br />

io e Franco, Flavio Veronese e P. Garbagnati.<br />

Credo questa sia una via delle<br />

più belle, più aeree, tra quelle da me<br />

finora percorse. In cima arrivarono dopo<br />

di noi la guida Giovannino Demez<br />

con un cliente e con lui scendemmo.<br />

Un giorno di riposo e via. Questa<br />

volta si doveva arrivare al Passo Santner<br />

e da lì ci portammo per facili rocce<br />

all'attacco della « Piaz de Lago » sul Catinaccio,<br />

se fossimo riusciti a percorrerla<br />

sarebbe stata la più difficile da<br />

noi fatta: le difficoltà sono date di 4"<br />

e 4° superiore. Già l'attacco mi impegnò<br />

seriamente ; al terzo tiro di corda<br />

fui costretto a fare una greca, cioè una<br />

leggera deviazione, per poi rientrare.<br />

La stanchezza e le difficoltà ci opprimevano,<br />

non si ride più, finalmente<br />

arrivando in cresta urlai : « sono arrivato<br />

». Credo mi abbiano sentito fino a<br />

Trento. Poi di corsa fino in vetta. Ci<br />

stringemmo la mano, bastò questo per<br />

dirci tutto, per esprimere la mia riconoscenza<br />

al mio compagno. Scendemmo<br />

per la normale dopo aver urlato a<br />

quelli del rifugio di prepararci la pastasciutta.<br />

Scendendo al rifugio Vaiolet, incontrammo<br />

due « forti » di Padova : Gianni<br />

Mazzega e Lella Cesarin, con loro proseguimmo<br />

verso il rifugio; noi, tutti<br />

contenti raccontammo della nostra vittoria.<br />

LA FESTA DI S. IGNAZIO<br />

In quei giorni ricorreva la festa di<br />

S. Ignazio, che a Carezza si usa festeggiare<br />

col cenone innaffiato dal robusto<br />

vino della Regina e con giochi cui partecipano<br />

i piccoli. Da parecchi anni<br />

sono a Carezza per questa festa : da<br />

picolo mi divertivo a partecipare ai<br />

giochi, ora mi diverto ad organizzarli.<br />

Tra i vari giochi ha riscosso un enorme<br />

successo quello delle « Pignatte » :<br />

ricordo la faccia disgustata del ragaz-<br />

zine che fece cadere la Pignatta con<br />

segatura e vecchie foglie di insalata.<br />

Alla sera gran Tombola generale e ho<br />

perso la voce leggendo i numeri.<br />

VERSO LA WINKLER<br />

Passata la festa di S. Ignazio, tornammo<br />

alle montagne, P. Mendeni e<br />

Franco guidarono una « popolare » di<br />

ragazzini urlanti fino al passo Santner,<br />

poi mi raggiunse al rifugio Re Alberto<br />

dove io ero « borghesemente » arrivato<br />

dal rifugio Vaiolet, facendo cioè gran<br />

parte della strada in macchina. Dal rifugio<br />

partimmo con meta la « Winkler<br />

» per la via normale (4° sup. 4°);<br />

completavamo così la triade, l'anno<br />

scorso infatti avevamo fatto la « De<br />

Lago » e la « Stabler ». Dal basso i nostri<br />

amici ci guardano salire. Per farmi<br />

sentire da Franco dovevo urlare, la<br />

parete del Catinaccio che stava di fronte,<br />

rifletteva le parole e così poteva<br />

udirmi, insomma trasmettevo a mezzo<br />

eco, perché la parete strapiombante<br />

non permetteva lo scambio diretto degli<br />

ordini.<br />

Tornati al rifugio dovemmo aspettare<br />

la normale del Catinaccio.<br />

Le vie difficili e anche belle sono<br />

queste, ne ho fatte altre, ad esempio<br />

quella volta della « super-popolare » alla<br />

Torre Finestra o Cròz di S. Giuliana.<br />

Per arrivare all'attacco c'è un passaggio<br />

piuttosto impegnativo; lì i bambini<br />

cercarono in tutti i modi di uccidermi<br />

con sassi, valanghe e altro, allora<br />

cambiai strada e con alcuni fedeli salii<br />

alla base della torre per un camino.<br />

Qui aspettammo l'arrivo della massa.<br />

P. Garbagnati ne spedì parecchi sulla<br />

Roda del Diavolo col P. M. Buffa, i pochi<br />

rimasti salirono per la normale<br />

della Torre. Il bello cominciò quando<br />

si trattò di scendere in corda doppia.<br />

Meglio un film del terrore.<br />

Quindi ebbi la malsana idea di salire<br />

sul Dente Edward, vicino alla Torre<br />

Finestra, con Luciano Dal Zovo. Dopo<br />

•..... » " ; , ' * '•<br />

. • - > • • ' • . . .. ,.-, , , '<br />

Filippi e Fantin in sosta.<br />

di noi salì Emilie Pellizzaro che, poverino,<br />

lasciò cadere la corda costringendo<br />

Franco Fantin, il mio secondo nelle<br />

arrampicate precedenti, a riattrezzare<br />

la via. Seconda di Franco era la Marina<br />

Nazari. Fin qui tutto bene, ma<br />

poiché la corda era ancora in parete,<br />

altre persone vollero cimentarsi nell'ardua<br />

scalata (20 m. 4"): parte Eresia,<br />

ma al terzo chiodo non ebbe la forza<br />

di continuare e scese facendo onore al<br />

suo soprannome ; fu la volta poi di Gigi<br />

Millioni, che assicurato da me, afferratosi<br />

al primo chiodo dopo alcune eleganti<br />

flessioni cadde, rimanendo appeso<br />

alla corda. Io lo dovetti trattenere<br />

dall'alto finché P. Garbagnati lo ricondusse<br />

coi piedi sul solido.<br />

Poi con un altro tentato omicidio, da<br />

parte dei soliti ragazzini che facevano<br />

cadere enormi sassi, si concluse la gita.<br />

FRANCO FILIPPI<br />

L' Ing. Golfa rossa e Fabio Presca visitano Carezza. formidabili bambini dell' ultimo turno.


Tutta la stampa è stata quest'anno, più degli anni scorsi,<br />

piuttosto aspra nei confronti della Mostra, che, se ha avuto<br />

degli evidenti difetti, non ha mancato però di risorse.<br />

I nostri appunti frettolosi (delle due settimane del Lido)<br />

e lo spazio sempre troppo tiranno della rivista non ci<br />

permettono un discorso largo, aperto, come vorremmo.<br />

Da vari anni ormai torniamo all'appuntamento del Lido<br />

e notiamo gli «alti e bassi» di una Mostra, che, se è vero<br />

che invecchia, è pur vero che offre un vasto panorama di<br />

opere e di correnti, davvero apprezzabili. Più valida, per esempio,<br />

almeno quest'anno, del Festival di Cannes, che, con<br />

una congerie di film sotto l'insegna (vecchia ormai) della<br />

«guerra», non era all'altezza qualitativa dei film di Venezia.<br />

L'insegna della Mostra, nella sua 26" edizione, era un'altra<br />

: l'amore. Ma il termine va preso in un senso vasto, il<br />

più possibile, fi vertice più alto (anche artisticamente) ci<br />

fu offerto dall'amore come l'ha inteso il grande Dreyer<br />

(nel solco tradizionale, del resto, della letteratura nordica,<br />

da fbsen a Strindberg), col suo autentico capolavoro Gerirud,<br />

ove traccia in pagine di calma ed altissima dignità,<br />

la grandezza della donna, pronta a stroncare — anche se<br />

con dolore — un affetto umano, quando si fermi alle soglie<br />

del corpo e non salga alle luci dello spirito.<br />

fi tema si diluisce poi nei deboli film sovietici Ho vent'anni<br />

e Fedeltà, che pur hanno il coraggio di mostrare un<br />

volto nuovo della gioventù d'oggi, in Russia, alla ricerca di<br />

un ideale «autentico», fi delicato film ceco Gli amori di una<br />

bionda (anche se con un culto palese per il libero amore)<br />

sa tracciare il timido quadro dei «primi amorì», con mano<br />

sicura. Ma poi l'amore scende alle passioni inquiete o strane,<br />

colte dal film di Goddard (Pierrat le fon) o, peggio, di<br />

Carnè (ormai al declino della sua vecchia arte) in Tre stanze<br />

a Manhattan. L'amore si incupisce infine e si fa triste<br />

rimpianto per la donna perduta, nel fiacco film di Ray //<br />

vile; trova tinte strane e paradossali nell'originale Michey<br />

One di A. Penn ; accenti patetici nel film coreano Saymong.<br />

La Francia, co! grazioso La vecchia signora spregevole, ha<br />

colto il tardivo amore verso la vita di una donna che il lavoro<br />

e la famiglia avevano privato d'ogni respiro di libertà.<br />

DEFICIENZA DEL FILM DI VISCONTI<br />

«VAGHE STELLE DELL'ORSA»<br />

Ma dove l'amore scade a passione, e tra le più turni, è<br />

nell'arido e stanco film di Visconti, Vaghe stelle dell'Orsa,<br />

in cui il pessimismo di tutta la sua opera ricalca un modulo<br />

che finisce per mettere a nudo la sua convenzionalità.<br />

Se al film non mancano, è vero, notevoli pregi formali<br />

(ma il dialogo e la recitazione della Cardinale un po' delu-<br />

34<br />

Venezia<br />

Una Mostra in crisi<br />

ma non senza<br />

promesse<br />

Appunti su un festival<br />

troppo discusso<br />

Scena di « ... e venne un Uomo ».<br />

dono), si può però aggiungere che ciò che gli manca è la<br />

sincerità dell' ispirazione, fi dramma del male, che la tragedia<br />

greca ha trattato con tanto «pudore» (che non c'è nel<br />

film) e soprattutto con una "catarsi" finale, che condanna<br />

esplicitamente il male stesso e chiama Dio o suoi messi (le<br />

Erinni) come vindice, trova nel film di Visconti solo note<br />

stridule, amare, e talora rivoltanti o assurde, dato che l'opera<br />

ha voluto risolutamente restare in un clima di incertezza<br />

o di equivoco, che finisce per farne un giallo, denso<br />

di inutili «suspense», almeno in taluni passaggi.<br />

Se il Leone fu dato a Visconti, si disse, fu per premiare<br />

tutta la sua opera ; ma non ci sembra motivo valido. Così<br />

si instaura un «sistema accademico» di premiazione per<br />

cui un regista, pur con la sua opera più infelice, ha assicurato<br />

la sua corona di alloro...<br />

fi vero Leone o non e' era quest'anno o se mai doveva<br />

esser dato al diligente Kurosawa ed al suo saldo (anche<br />

se non originale) Barbarossa. E ciò non tanto per la struttura<br />

piuttosto solida del film (e un po' all'americana, come<br />

fu ben detto), ma per quegli stupendi episodi che lo<br />

ingemmano e che ci riportano, di colpo, al Kurosawa migliore,<br />

quello di Rasho-mon.<br />

Perfetto, pur nella sua brevità, il tragico Film di A.<br />

Schneider, che tratteggia con rigore di stile lo sfacelo di<br />

un uomo solitario (B. Keaton). Bunuel ha ritentato, con<br />

rinnovato estro, la sua accusa sotterranea ali' inutilità della<br />

Chiesa e della sua presenza nel mondo moderno col suo<br />

vigoroso Simon del deserto (riferendosi al penitente stilita<br />

del IV secolo d. C.); ma mentre nella prima parte il film<br />

può considerarsi efficace e vivo (anche se con delle frecciate<br />

o acide o ingenue) resta poi sospeso e contradditorio<br />

nell' ultima e non riusciamo a capire quanto di inconscio<br />

rimpianto ci sia nel regista, forse, per quella salvezza che<br />

solo il cristianesimo può portare.<br />

La Russia ha fatto la sua bella figura, naturalmente, mostrandoci<br />

i due film che — ex aequo — han vinto il Festival<br />

di Mosca. Ma Guerra e Pace ha un po' deluso, anche<br />

se fastoso, perché non pare all'altezza del testo di Tolstoi,<br />

mentre invece il film di Zoltan Fabri Venti ore ha pregi superiori<br />

per il coraggio e il realismo della vicenda umana,<br />

anche se non scevra di sottile spirito di propaganda, appunto<br />

nello sforzo di «autocritica» del sistema comunista.<br />

Le opere fuori concorso apparvero in genere di più alto<br />

livello di quelle - solo undici - in concorso... Ma è il destino<br />

di Venezia: venire dopo tutti i Festival e darci quello<br />

che può darci. Ma è fuori dubbio che la Direzione «Chiarini»<br />

_ sc ha dato un impulso di tipo «culturale» alla Mostra<br />

— ha avviato però alla premiazione (anche se la Giu-


ia è indipendente da lui) opere che non erano degne de!<br />

glorioso Leone (né Deserto rosso l'anno scorso, né il film di<br />

Visconti quest'anno). Forse Venezia è solo lo specchio fedele<br />

di una crisi grave — di idee e tendenze — che soffre<br />

il cinema, oggi. Ma la crisi passerà. Perciò crediamo che<br />

Venezia abbia sempre un avvenire davanti a sé.<br />

«£ VENNE UN UOMO»: Timone d'oro di R.U.<br />

Tra i film «fuori concorso» figurava anche l'ultima opera<br />

di Ermanno Olmi, la tanto attesa rievocazione di Papa<br />

Giovanni dal titolo «E venne un Uomo».<br />

La critica non fu troppo benevola nei confronti di questo<br />

film ; ma ci pare a torto. Perché nessuno di noi si aspettava,<br />

né voleva una «ricostruzione biografica» rappresentata<br />

(ed era di cattivo gusto); né tanto meno una raccolta<br />

di pezzi di archivio, ben ricucita. Olmi scelse una strada<br />

«nuova», forse la sola possibile. Se mai il difetto del film<br />

è di aver trasformato, dopo un terzo del film, la simpatica<br />

figura del suo «Mediatore» (ottimamente reso da Rod Sieiger),<br />

che rievoca i ricordi del Papa e visita i luoghi della<br />

sua infanzia, nello stesso Pontefice, ma lasciandolo nei panni<br />

borghesi di prima. La parte poi dedicata al Pontificato<br />

è ridotta a pochi minuti, ma poteva e doveva avere uno sviluppo<br />

maggiore, sia pure in sintesi.<br />

Ad ogni modo il film ha meriti non comuni nella sua<br />

prima parte e nello spirito che vi circola dentro. Qui la ragione<br />

del bel «Timone d'Oro» che il Centro Relazioni Umane<br />

di Roma gli conferì.<br />

La giurìa, presieduta dall'Ecc. Avv. Ernesto Eula (Presidente<br />

del C.I.R.U.), e dal dr. F. Dorigo (redattore-capo di<br />

« Cineforum », dal dr. A. Polato, collaboratore della «Vita-<br />

Film» di Padova, dal Comm. G. Tessaro (regista di Roma,<br />

che l'anno scorso ottenne lo stesso premio col film «Parlerai»)<br />

e dal sottoscritto (come Segretario) assegnò il premio,<br />

così motivandolo : « perché con modernità di stile e<br />

viva partecipazione il film ha cercato di mettere in risalto<br />

la figura spirituale di Papa Giovanni XXIII e il suo costante<br />

sforzo di stabilire rapporti di pace e di bontà con tutti<br />

gli uomini ».<br />

Tutta la stampa italiana diede notizia, con gli altri premi<br />

«minori» anche di questo che fu, purtroppo, /'/ solo che<br />

toccò ad Olmi (che poteva avere anche quello della Fondazione<br />

S. Giorgio). Assente da Venezia alla fine della Mostra,<br />

Olmi ricevette da noi, ad Asiago (Vicenza), ove faceva le<br />

ferie, un telegramma di vive congratulazioni e la lieta notizia.<br />

Il bel timone d'oro, opera di un valente orafo, è stato<br />

esposto per tutto il tempo della Mostra, nell'apposita vetrina,<br />

all'ingresso del Palazzo e figurava... con orgoglio accanto<br />

al grande Leone, alle Coppe Volpi ed altri trofei. Esso<br />

sarà consegnato al regista in Novembre a Padova, in una<br />

manifestazione organizzata dal C. I. R. U., in collaborazione<br />

col « Centro Culturale Antonianum » di Padova. La giurìa<br />

ha inoltre segnalato il film « Barbarossa » per il « senso di<br />

coraggiosa solidarietà sociale che lo pervade ».<br />

Così s'è conclusa questa troppo discussa Mostra Veneziana,<br />

con un bilancio che è passivo per i premi dati, ma<br />

non per l'insieme delle opere. Ci auguriamo che l'esperienza<br />

di più di cinque lustri e una sincera apertura agli autentici<br />

valori dell'arte del cinema, senza concessioni di natura<br />

politica o commerciale, rialzino la bandiera della Mostra nel<br />

limpido cielo del Lido e la riportino ad essere, come fu nel<br />

passato, una gloriosa competizione di vera arte.<br />

Antonio Covi S. J.<br />

CI M EFORUM FLASH<br />

Già da un po' di tempo il nuovo Direttore del «Cinefonim»<br />

si è messo al lavoro per preparare una stagione cinematografica<br />

degna delle «gloriose tradizioni» (ci si passi<br />

il termine) del passato.<br />

Nel primo incontro, ai primi di <strong>Settembre</strong>, presieduto<br />

dal Prof. Viscidi, s'è cercato di fare una prima ampia scelta<br />

dei film (su 200 titoli), tenendo conto delle loro linee<br />

tematiche. Il direttivo era quasi al completo: oltre a Padre<br />

Covi (nuovo Direttore e non più Consulente Ecclesiastico<br />

del Cineforum) c'erano Bassignano, Franz, Mazzega<br />

(assenti giustificati: Bonini e Piccolo).<br />

Facendo il bilancio della stagione passata e con sotto<br />

gli occhi i preziosi «Referendum» del pubblico, si è giunti<br />

alla convinzione che ciò che ci viene chiesto è un «.cinema<br />

di qualità». In tal senso alcuni errori dell'annata scorsa<br />

non saranno certo ripetuti (ciclo del famoso «western»,<br />

ma con film deboli).<br />

La difficoltà grave però che si oppone a questa linea è<br />

che l'annata scorsa fu assai avara di film « di valore ». Ci<br />

vorrebbe la... arcaica lanterna di Diogene per trovarne<br />

qualcuno di buono veramente.<br />

Ed ecco allora l'idea (proposta in parte dai proff. Viscidi<br />

e Rizzo) di cercare, sì, dei film validi, ma soprattutto<br />

di riunirli in un gruppo unitario che potesse dare « un<br />

quadro » abbastanza completo di una tematica o eli una<br />

corrente.<br />

Sono nati così TRE CICLI che, almeno ci pare, corrispondono<br />

a queste esigenze. In primo piano, e ali' inizio,<br />

si son messi i problemi dell'uomo (il titolo è « L'uomo di<br />

fronte a se stesso») per cogliere le ombre e le luci, talora<br />

violente o cupe, della sua coscienza. Si spera allora di<br />

inserire (se le Ditte distributrici lo permetteranno) film<br />

come Zorba il greco, Momento della verità, La vita alla rovescia,<br />

Per il re e per la patria (che ripropone il caso dell'obbiettore<br />

di coscienza).<br />

L'altro ciclo sposta il campo e punta alla storia; si intitola:<br />

«Volti dell'America: ieri e oggi». Una felice ripresa<br />

del celebre film Piccolo Cesare e poi alcuni film politici<br />

(o di «fanta-politica») come Amaro sapore del potere, A<br />

prova di errore e l'eccellente America, America di E. Kazan.<br />

Ma in questo quadro, un po' serio, non mancherà la<br />

nota allegra, ed ecco lo spassoso, anche se prolisso, Questo<br />

pazzo... pazzo mondo.<br />

Dai primi di Marzo, e cioè nel periodo quaresimale, si<br />

è puntato su un soggetto a sfondo adatto ; ecco il terzo ciclo<br />

: « Vero e falso spiritualismo nel cinema d'oggi ». Le file<br />

qui si serrano e le opere degne sono rare ; ma si spera<br />

di dare il notevole film Cadine (che vinse a Cannes l'anno<br />

scorso), Al di là della vita, e nuel «falso storico» che è il<br />

film polacco, pur artisticamente valido, Madre Giovanna<br />

degli Angeli.<br />

— 35


Anche quest'anno si darà vita all'Informativa, che prescindendo<br />

da veri e propri cicli, estende le conoscenze del<br />

pubblico ad opere che meritano più di essere viste che di<br />

essere discusse.<br />

Anche il Cinefonim dei Liceali ha curato (come fa così<br />

bene da tre anni) il suo programma. Inizierà con un ciclo<br />

sul genere comico (Io e la donna, Pierino la peste, Billy<br />

il bugiardo) e poi toccherà il genere dei «problemi sociali»<br />

con Un treno fermo a Berlino, Giardino di gesso, Dura<br />

legge (Una patata, due patate), Lazzarillo di Tormes ecc.<br />

Il «Corso di cultura cinematografica», che sarà esteso a<br />

tutta la città, offrirà qualche «classico» della storia del cinema.<br />

Inizierà il 19 Febbraio e comprenderà una decina<br />

di lezioni, che verranno poi pubblicate, come si è fatto<br />

ogni anno.<br />

Come si vede... i progetti sono ambiziosi. Ma non dubitiamo<br />

che le realizzazioni non sappiano poi mantenere<br />

tante belle promesse...<br />

CIAK<br />

LA "VITA FILM" AL LAVORO<br />

"GIOVANI SOTTO INCHIESTA"<br />

HA AVUTO IL PRIMO "SI GIRA"<br />

Una notizia che rallegrerà gli amici ed i simpatizzanti<br />

della Associazione patavina «Vita-Film» è che l'atteso mediometraggio<br />

dal titolo suggestivo Giovani sotto inchiesta<br />

ha avuto in questi giorni il fatidico primo «giro di manovella»,<br />

a Roma, il suo primo «Motore, si gira!».<br />

La « Vita-Film », che è sorta a Padova tre anni fa, con<br />

schietto scopo apostolico (servirsi del cinema per fare del<br />

bene), ha visto coronata anche questa sua lunga attesa:<br />

un film in formato normale sul difficile tema degli Esercizi<br />

Spirituali, che le fu commissionato da ben 16 Case di<br />

Esercizi d'Italia : da Feltre a Torino, da Brescia ad Agrigento,<br />

da Reggio Emilia a Bassano. Solo sei di esse sono<br />

rette da PP. Gesuiti, le altre dieci sono del clero secolare.<br />

Esse hanno risposto ad un largo invito della nostra Associazione<br />

ed hanno regolarmente inviato una quota di partecipa^ione.<br />

Dal molto al poco, ognuna ha fatto quanto ha<br />

potuto. E molte ci hanno scritto che (piene di debiti come<br />

sono) ci facevano solo il dono (non poco prezioso) della<br />

loro preghiera!<br />

Ma non bastava questo comune sforzo per toccare l'alta<br />

meta di un milione e settecentomila lire che il film costa!<br />

Ed allora alcuni amici della «Vita-Film» (e non solo di Padova)<br />

hanno aderito al nostro appello, e così ci si è potuto<br />

avvicinare un po' alla quota necessaria. Anche un Ente<br />

della città ci è venuto incontro (la Banca Antoniana).<br />

Ed ora il «via» è già stato dato, dopo di aver raggiunto<br />

con un po' di sicurezza la... base finanziaria per il film (non<br />

ci piacciono certe avventure... da falsi cineasti!). Ma i lettore<br />

vorranno sapere come è nato questo film.<br />

In alcuni Incontri di Direttori di Case di Esercizi (a Vicenza,<br />

ad Assisi, dove nel Dicembre '64 si fondò la Federazione)<br />

si sentì vivo il bisogno di avere uno strumento «moderno»<br />

di propaganda dell'Opera. Allora entrò in scena la<br />

«Vita-Film» proponendo alle varie Case un primo soggetto:<br />

Verso la vita. Ma esso non piacque molto, perché troppo «a<br />

racconto». Si passò allora ad una formula più dinamica : il<br />

firn-inchiesta, che oggi è di moda (specie alla T.V.). Tale<br />

soggetto inviato alle Case ne vide consenzienti ben 16 e così<br />

il «via» fu dato.<br />

A metà <strong>Settembre</strong> venne a Padova, da Roma, il noto sceneggiatore<br />

(e critico cinematografico) avv. Luigi De Santis<br />

che, col P. Covi, stese in tre lunghi giorni il testo definitivo:<br />

un'ampia sceneggiatura con ben 38 scene diverse e 178<br />

inquadrature. Ma quei tre giorni raccoglievano il frutto di<br />

un mese di lavoro. Si trattava di condensare «dal vivo» un<br />

vasto lavoro di intervista fatta a sei Case di Esercizi a cen-<br />

tinaia di ragazzi e signorine, prima e dopo i loro Corsi di<br />

Tre giorni... Ne uscirono 5 rulli di magnetofono (qualcosa<br />

come 10 ore di interviste!). Ricopiato tutto a macchina, si<br />

fece una scelta di una cinquantina di testi più efficaci ai<br />

fini del film. E questi entrarono poi di filato, tali e quali,<br />

nel dialogo. Ma De Santis non volle fare una sfilza di scenette<br />

a domanda e risposta. Ed ecco la «cornice» del film,<br />

cioè un filo conduttore che è dato da un giovane giornalista,<br />

che passa «in incognito» tre giorni in una Villa e fa...<br />

per così dire i suoi Esercizi, annotando tutto. Il suo articolo<br />

nascerà dal vivo delle sue esperienze dirette.<br />

La équipe del film è in parte la stessa che girò a Padova<br />

(Noventa) il documentario Parlerai di Giovanni Tessaro<br />

(che da un anno gira per le sale della penisola ed in<br />

questi giorni ha ottenuto l'ambito « Premio di Qualità » da<br />

parte del Ministero dello Spettacolo). La regìa del cortometraggio<br />

(durerà 25 minuti) è di P. Covi, che come Operatore<br />

avrà il capacissimo Nino Cristiani (l'operatore di<br />

Visconti per Vaghe stelle dell'Orsa); aiuto - operatore : A.<br />

Battiferri. La parte del giornalista (dopo un riuscito «provino»)<br />

è stata affidata al concittadino Attilio Angelini. Le<br />

scene si stanno girando tutte a Roma, parte con i giovani<br />

dell' Istituto Massimo e comparse. Si girerà per due settimane<br />

e alla fine anche nella ex-Casa di Esercizi, vicino alla<br />

Curia Generalizia dei PP. Gesuiti, in Via Penitenzieri 20.<br />

Da quelle ampie terrazze si domina tutta Roma e il «carrello»<br />

potrà sfogarsi a riprenderla seguendo i giovani esercitanti...<br />

Il montaggio sarà curato da Giovanni Tessaro; le musiche<br />

composte dal Maestro Ferri. La prima copia si prevede<br />

pronta ai primi di Novembre e Padova avrà naturalmente<br />

l'onore dell' «anteprima»...<br />

Il piccolo seme gettato dalla «Vita-Film» da i suoi primi<br />

frutti : ci auguriamo che la lieta semina continui e faccia<br />

del bene...<br />

D. L.<br />

Toshiro Mifune nel film « La sfida dei Samurai ».<br />

— 37


Dr. Pietro Nosori Or. Francesco Mafie!<br />

Dr. Ing. Pietro Tono Rag. Ferruccio Monselesan<br />

Dr. Raoul Dolcini Marcella Vaccata<br />

1 ì'.'ì : ,<br />

Roberto Garcea<br />

A sinistra : il P. Benedetti che celebra la S.<br />

Messa sulla roccia donde Roberto è caduto.<br />

'<br />

AL CIELO<br />

• II notaio avv. prof. PIERO NOSARI morì alla fine<br />

d'aprile a 65 anni dopo una vita dedicata alla professione,<br />

alla famiglia, alla comunità. Cattolico fiero e dinamico,<br />

fu vicepresidente dei giovani di A.C., ispettore<br />

del C.L.N. per la Valle Calepio, commissario prefettizio<br />

ad Adrara S. M., sindaco ad Ostio Sotto, consigliere<br />

provinciale. In questi ultimi anni era stato membro<br />

del consiglio d'amministrazione dell' O. P. Calepio<br />

Ricotti e dell' O. P. Celati di Trescore. Si dedicò in particolare<br />

come Presidente alla Pia Casa di ricovero della<br />

Clementina. Nato ad Osio il 1" gennaio del 1900, fu,<br />

come universitario di Legge, all'Antonianum per qualche<br />

anno. La morte è stata un edificante abbandonarsi<br />

nelle mani di Dio dopo un lungo calvario di speranze<br />

e delusioni. La serenità, la rassegnazione e la<br />

fortezza cristiana caratterizzano il suo sereno tramonto,<br />

esempio luminoso di grandezza d'animo e di superiorità<br />

morale.<br />

• II dr. FRANCESCO MAFFEI : «ne ho un caro ricordo<br />

per l'amicizia che mi legava a lui, quando si lavorava<br />

assieme nella « Sezione Missionaria » della Congregazione.<br />

Era sempre attivo in ogni occasione, specie<br />

quando si trattava di cooperare per la raccolta di<br />

offerte. Bicordo le corse dal Pensionato alla Piazza del<br />

Duomo, nei due giorni e due notti in cui era a Padova<br />

la grande reliquia del braccio di S. Francesco Saverio.<br />

Gli si vedeva in viso la gioia di vendere le cartoline<br />

ed i libri pubblicati dalle Missioni di Venezia.<br />

Laureatosi, fece il militare in Africa dove venne fatto<br />

prigioniero di guerra. Ritornato in patria nel 1946 divenne<br />

agente assicurativo di una Società di Milano.<br />

Fu sempre amico della Congregaz. <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

Ci ha lasciato a 57 anni lasciando la moglie e due figli.<br />

La Mamma nostra Celeste lo avrà chiamato a sé,<br />

in premio delle sue opere buone ». a. me.<br />

• L'ing. PIETRO TONO morì a 48 anni nel passato<br />

luglio a Bologna, colpito dal male inesorabile, lasciando<br />

nel pianto la moglie e due figli. Nato ad Este, si<br />

era laureato a Ferrara. Impiegato a Milano nella Pirelli<br />

vi lavorò per 25 anni riportando la medaglia d'argento<br />

per la sua fedeltà al lavoro. Appena giunto a<br />

Milano conobbe il gruppo dei nostri <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> padovani<br />

e diede la sua adesione frequentando le nostre<br />

adunanze fino a che non dovette per lavoro trasefrirsi<br />

a Pizzighettone. Assistito amorosamente dalla moglie,<br />

dal fratello Assistente alla Clinica chirurgica di Bologna,<br />

dai parenti Ferro e Paoletti, manifesto la sue fede<br />

cristiana accostandosi più volte ai SS. Sacramenti.<br />

I suoi funerali ad Este furono un solenne tributo di<br />

affetto e riconoscenza, mentre la sua vita di sacrificio<br />

per la famiglia e la sua bontà ce lo fanno pensare<br />

maturo per la gloria celeste.<br />

• II rag. FERRUCCIO MONSELESAN, defunto il 17<br />

agosto a Borea di Cadore. lo ricordo piccolino, magro,<br />

vivacissimo, con due occhi ravvivati da una niente sveglia.<br />

Scorazzava nel parco del Pensionato, sempre pronto<br />

ai giucchi più movimentati e alle iniziative più dinamiche.<br />

Raggiunto il diploma di ragioniere, malgrado<br />

un gravissimo incidente che lo lasciò sfigurato e<br />

privo dell'uso di un occhio, trovò nella fede e nel nella<br />

sua grande volontà il coraggio di riprendere a vivere,<br />

raggiunse una notevole posizione. Si sposò, crebbe<br />

sette figli e non disarmò nemmeno davanti alla cecità<br />

che a poco a poco si faceva completa. Anzi, proprio<br />

quando ormai il suo mondo visivo era ridotto solo<br />

a tenui ombre, ricoprì cariche pubbliche e riuscì a<br />

organizzare nuove iniziative di lavoro per l'avvenire<br />

dei suoi figliuoli. Sebbene lontano, tra i monti del Cadore,<br />

non dimenticò mai il Pensionato dei suoi anni<br />

giovanili. Anzi proprio da quello che qui aveva imparato,<br />

trasse la forza per superare dolori e difficoltà,<br />

lasciando alla sua grande famiglia un luminoso insegnamento<br />

di fede, di rettitudine e di intelligente forza<br />

d'animo. Moriva serenamente a Borea di Cadore<br />

il 17 agosto. - B. L.<br />

• Dr. RAOUL DOLCINI. Si spegneva nel passato mese<br />

di Agosto a Brescia all'età di 54 anni. Era stato alla<br />

Scuola di Religione e si laureò in Medicina fermandosi<br />

a Padova come Assistente di ruolo nella Facoltà<br />

di Neurologia. Fece tutta la guerra di Albania e Grecia.<br />

Rientrato in patria esercitò la sua professione per


PREGHIERA<br />

O Signore ! Come io vivo e soffro, essi<br />

vissero e soffrirono e passarono come<br />

io passerò.<br />

O Signore! Crebbi in mezzo a loro,<br />

non compresi un tempo che cosa fosse<br />

vivere senza di loro, ed oggi più non<br />

comprendo che cosa sia vivere con loro.<br />

Dove sono essi, o Signore?<br />

Talvolta nelle voci che ascolto mi pare<br />

che la loro voce risuoni ; talvolta di<br />

notte la paura mi penetra; guardo attorno<br />

come se fossero presso di me, e<br />

il momento passa e non v'è nessuno !<br />

Oh! da loro riposo sul petto tuo, o<br />

Signore. Jìssi nel tempo peccarono, ma<br />

ora stanno inginocchiati ai Tuoi piedi<br />

per l'eternità.<br />

Tu sei l'amore unico, Tu sei il Padre<br />

loro, il Padre nostro Tu sei. Siamo stati<br />

creati dall'alito dell'amore Tuo, viviamo<br />

in esso, vivremo in esso in eterno.<br />

Tu nella tua misericordia ci ami, o Signore<br />

!<br />

E i loro brevi giorni furono pieni di<br />

affanni; passarono su questa valle non<br />

ricordando donde venissero, non sapendo<br />

dove andassero, confidando soltanto<br />

nel nome Tuo, e nella sventura sospirarono<br />

verso di Te.<br />

Perdona, oh ! perdona loro, Signore.<br />

Il male li circondò, ma non era nei loro<br />

cuori. Se dubitarono di Te, ciò fu ad<br />

essi tormento. Se conobbero la voluttà,<br />

ciò fu ad essi tormento. Se riposero la<br />

alcuni anni prima a Vogherà e poi a Bergamo. Recatosi quindi a<br />

Brescia, sia in una cllnica che con lo studio privato lavorò immensamente,<br />

specialmente dopo che si accorse, per deficienze<br />

cardiache, che la sua vita non sarebbe stata lunga. Voleva lasciare<br />

una posizione sicura alla moglie ed ai figli. Uomo di fede,<br />

lasciò un esempio di vita cristiana sincera, ammirata da<br />

quanti lo conobbero e lo amarono.<br />

• MARCELLO VACCATO, stroncò la sua vita diciannovenne<br />

in moto contro un'auto. Ragazzo benvoluto da tutti, fin da piccolo<br />

aveva frequentata la Scuola di Religione. Negli ultimi anni<br />

si era recato nel Collegio Pilippin per prepararsi meglio agli<br />

esami di maturità. Ivi si diportò da ottimo collegiale tanto che<br />

1 suoi superiori lo piansero e scrissero di lui ripetuti elogi. Accolto<br />

nella Cappella della Scuola di Religione, venne salutato<br />

dagli amici e compagni con omaggio crescente di fiori e ai piedi<br />

della nostra Madonna ricevette la benedizione funebre arricchita<br />

dalle preghiere dei tanti che lo avevano caro.<br />

• ROBERTO GARCEA. Come fu triste la sera di S. Lorenzo!<br />

Eravamo sull'imbrunire alla seggiovia di Carezza, insieme al Ministro<br />

Gui e varie persone amiche, in attesa della salma del povero<br />

Roberto accompagnata dal dr. Mosconi che, col dr. Emillia<br />

dell' Università di Modena e con Don Cattin dell' Università del<br />

S. Cuore, tutti valenti alpinisti, ospiti di Val di Passa, sotto la<br />

guida del custode del Rifugio, C. Del Monego, l'avevano raccolta<br />

calandosi a doppia corda dalle roccie. In triste corteo poi ci recammo<br />

a Vigo, dove la salma venne pulita e bendata in modo<br />

da presentarla ai genitori che erano stati chiamati da Padova<br />

e sarebbero arrivati nella stessa notte. Il dr. Maistri, Procuratore<br />

della Repubblica di Padova, accorso subito dalla vicina sede<br />

di vacanza, si pose in relazione col Procuratore della Repubblica<br />

di Trento per poter trasportare subito il giorno dopo la<br />

salma a Padova, dove sarebbe stata accolta nella Cappella <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

in attesa del funerale. Povero Roberto! Non era<br />

in giro con ragazze, come è stato variamente scritto sui giornali.<br />

Aveva dato brillantemente l'esame di maturità e per sollievo si<br />

era iscritto al campo mobile del suo clan spiritualmente assistito<br />

dal P. Ballis. Dopo il campo venne invitato dagli amici<br />

Mosconi e Gui in Pozza di Fassa, per una gita sulle roccie di<br />

Roda di Vael. La gita non era per nulla pericolosa ma vicino<br />

alla vetta li colse un terribile temporale ed un fulmine lo tramortì<br />

facendolo precipitare per oltre 100 metri di roccia. Sul<br />

posto dov'era caduto è stata celebrata pochi giorni dopo la San-<br />

loro speranza in scopi e piaceri terreni,<br />

ciò fu ad essi tormento... E per ogni loro<br />

sorriso cento lagrime versarono, o<br />

Signore !<br />

Nella comprensione della Tua sapienza<br />

la luce che li illuminò fu tremante<br />

e sperduta fra le tenebre. Il mondo fu<br />

per essi un enigma e il mistero dei misteri.<br />

A tastoni avanzarono, ma quando<br />

fugacemente si incontrarono con la Tua<br />

gloria Ti riconobbero e amarono i Tuoi<br />

favori. Perdona loro, o Signore!<br />

Se tuttora per le colpe si travagliano<br />

lontano da Te, privi delle gioie celesti,<br />

se tuttora non è spezzata la catena dei<br />

loro destini, se sanno ancora ciò che<br />

sono le lacrime e i sospiri, oh! abbrevia<br />

i momenti della loro prova, e, come<br />

io oggi prego per essi, concedi, o Signore,<br />

che un giorno coloro che io lascerò<br />

sulla terra preghino per me. Congiungimi<br />

un giorno, o Signore, a coloro che<br />

io conobbi e amai sulla terra, affinchè<br />

insieme viviamo e in Te, per i secoli<br />

dei secoli. Amen.<br />

SEQUENZA<br />

Se io perdessi ogni illusione e ogni<br />

conforto, ancora in Te confiderei, o Signore<br />

!<br />

Se gli uomini che mi devono affetto<br />

e protezione insorgessero contro di me,<br />

ancora in Te confiderei, o Signore !<br />

Se il mondo mi respingesse e facesse<br />

strazio di me, ancora in Te confiderei,<br />

o Signore !<br />

Se i cuori in cui credetti mi ingannassero<br />

e mi tradissero, ancora in Te<br />

confiderei, o Signore !<br />

Se rifugio in alcuna anima non potessi<br />

trovare, ancora in Te confiderei,<br />

o Signore !<br />

Se si abbattesse su di me la malvagità<br />

umana e il dolore del cuore e le<br />

sofferenze del corpo, ancora in Te confiderei,<br />

o Signore !<br />

Se i figli miei si scordassero del mio<br />

amore, ancora in Te confiderei, o Signore<br />

!<br />

Se coloro che io stimai nobili diventassero<br />

vili, ancora in Te confiderei, o<br />

Signore !<br />

Se Tu mi togliessi la casa,la bellezza<br />

e i beni terrestri, ancora in Te confiderei,<br />

o Signore!<br />

Se morissi senza che una mano stringesse<br />

per l'ultima volta la mia, senza il<br />

saluto di nessuno, ancora in Te confiderei,<br />

o Signore !<br />

Poiché Tu sei il primo, l'unico, il più<br />

alto amore; poiché tutti gli amori dei<br />

cuori sulla terra non sono che rivoli<br />

che scorrono dal mare del Tuo splendore,<br />

poiché Tu mi salverai quando i miei<br />

giorni saranno contati e consolerai il<br />

desolato mio spirito che Tu inviasti in<br />

questo mio corpo per un fugace momento,<br />

poiché Tu non abbandoni l'opera<br />

delle tue mani, del tuo pensiero, la<br />

tua creatura che qui piange e geme verso<br />

di Te. Amen.<br />

Sigismondo Krasinski<br />

Serittore polacco (1812-1859)<br />

ta Messa da P. Benedetti. « Nel trigesimo — scrive Padre Ballis<br />

— si sono trovati gli Scouts del suo clan, che con lui avevano<br />

camminato per i sentieri delle Dolomiti del Brenta fino a<br />

tre giorni prima della sua morte, per una veglia a suo ricordo.<br />

Lo hanno rievocato in tutti i momenti di vita comune, tutti ammati<br />

e commossi dalla sua limpidezza e bontà. Quando gli si<br />

chiedeva un piacere, quando esponeva il suo parere, il suo sì<br />

era chiaro, onesto fino in fondo. « Ed ora dipende da me » mi<br />

disse dopo una conversazione sui problemi del suo futuro. E rimasi<br />

colpito dalla franchezza delle sue parole. « Dobbiamo tener<br />

presente che Dio è Padre di tutti e che perciò siamo uniti<br />

anche ai trapassati » aveva detto qualche sera prima attorno al<br />

fuoco. Dobbiamo dire con le lacrime agli occhi : era maturo<br />

per il cielo.<br />

* * *<br />

PIANGONO LA MORTE :<br />

— della sposa : il prof. Pasquale Pennisi di S. Margherita.<br />

Aveva appena perduto da un anno il papa e la mamma quando<br />

venne straziato dalla morte della moglie N. D. Elda Pennisi<br />

Bouis, avvenuta dopo 42 mesi dal manifestarsi di un male tremendo<br />

sopportato con fede cristiana profonda.<br />

— della mamma : l'avv. Giorgio Benettin, F avv. Pasquale<br />

Dolfin, il dr. Arturo Panteccbi, Luciano Benedetti.<br />

— del papi, : i fratelli dr. ing.ri Antonio e Gianluigi Sassudelli,<br />

i fratelli dr. Ugo e Castone Munaron, lo studente interno<br />

Giacomo Minuti.<br />

— della figlia : il rag. Cav. Gastone Filippi. La figlia Carla<br />

si era laureata in scienze ed era sposata da un anno col prof.<br />

Italo Filosofo che la piange amaramente.<br />

— del fratello Franco, il dr. Danilo Silvestrini e del fratello<br />

Enzo, Giorgio Giuliano.<br />

— della sorella : i fratelli proff. Guglielmo, Guido e Antonio<br />

Foffani.<br />

A tutti le più vive condoglianze e la preghiera ai suffragio<br />

da parte dei Padri e degli amici <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

Giunge ali' ultimo momento la dolorosa notizia della morte<br />

a Lonato dello studente interno Paolo Soldo, ed a Merano del-<br />

1' <strong>Ex</strong> Alunno dr. Enesto Sgaravatti. Ne daremo maggior notizia<br />

nel prossimo numero.<br />

In memoria del compianto dr. Raoul Dolcini, fratello del V.<br />

Presidente avv. Walter, l'Istituto di Credito Fondiario delle Venezie<br />

offrì L. 200.000 (duecentomila) per le opere caritative <strong>dell'Antonianum</strong>.


SABATO SANTO<br />

La dolce creatura, chi non sapeva, nessuno avrebbe<br />

detto che fosse così ammalata e così prossima ormai<br />

alla fine. Aveva ancora i suoi capelli bruni e freschi,<br />

il volto colorito e disteso e senza nessuna ombra<br />

di quegli incavi di pallore che si vedono tanto spesso,<br />

anche in malati non gravi, agli angoli delle narici o intorno<br />

alle palpebre o nelle tempie. Entrando io nella<br />

stanza, e movendo ella i grandi occhi per sorridermi<br />

e salutarmi, pareva che anche il capo si movesse; la<br />

sua stessa immobilità pareva un abbandonato riposo<br />

e non l'irrigidimento del male. Solo la mano destra,<br />

appoggiata lungo il corpo fuori del lenzuolo, aveva<br />

qualche cosa di stentato e di offeso e quasi di assottigliato,<br />

specie nell'attaccatura del pollice, come se il<br />

sangue non bastasse più a nutrirla; le dita e il polso,<br />

a riguardarli, si sentiva che erano fermi, che dentro<br />

non vi scorreva più la volontà di sollevarsi.<br />

lo mi siedevo in una seggiolino bassa accanto a<br />

lei; mettevo una mia mano sopra la sua a coprirla e<br />

scaldarla, chinavo il capo vicino al suo, nel guanciale:<br />

stavamo ore così. L'animo ritornava al tempo dei<br />

pigri risvegli mattutini, quando mi accostavo a odorare<br />

i suoi capelli e a respirare, presso la nuca, sotto l'orecchio,<br />

il tepore della sua pelle, che sapeva di aria<br />

e di pulizia come a premere il volta sul petto di una<br />

rondinino caduta e stretta nel pugno.<br />

40<br />

Una<br />

bella pagina<br />

di Manara<br />

Valgimigli<br />

Da quando aveva recuperata la parola, amava ripetere<br />

concime anni e memorie del nostro vivere insieme,<br />

le città diverse del nostro peregrinare, le molte e<br />

varie vicende, i nostri figlioli piccolini. Che vita chiara<br />

la nostra, e semplice e aperta, e senza equivoci, senza<br />

astuzie e malizie! E' più facile, credo, costruire a propria<br />

immagine la propria donna che non i figli. E più<br />

gli anni passano più la donna diviene tua, di chiarezza<br />

di devozione di tenerezza. E più lunga è la strada<br />

più l'unione si fa salda. E allora, se uno dei due si ferma,<br />

l'altro seguita male il suo cammino da solo.<br />

— Lo sai che domani è Pasqua? — Mi guardò<br />

lieta. — Allora oggi - disse - tra poco, sciolgono le<br />

campane.<br />

Per le alte finestre della camera entrava la primavera<br />

già calda. Soffi di aria leggera muovevano le<br />

tende nel sole. Le finestre davano, come dicono ad<br />

Asolo, sopra la riva: cioè sopra un colle in pendio che<br />

tra mezzo altri colli scendeva giù fino al piano di Montebelluna<br />

e alle Torri di Castelfranco. Più lontano, i<br />

giorni sereni, anche si vedevano di Padova gli alberi<br />

di Pro' della Valle e le cupole di Santa Giustina e del<br />

Santo. Qua e là per i colli e negli orti biancheggiavano<br />

meli e ciliegi in fiore. Si udivano forbiciate secche<br />

di contabini che potavano e campani di vacche al pascolo.<br />

— Ti ricordi, mi disse, quel giorno, a Massa, che<br />

tu scrivevi, e le campane non le sentisti, e non venisti


da noi subito come facevi sempre, e i ragazzi a cercarti<br />

e chiamarti per timore che le campane smettessero<br />

di suonare prima di trovarti, e ci precipitammo<br />

tutti nello studio, e Bisìn, che aveva le manine bagnate<br />

perché voleva lui bagnati gli occhi prima di me, ti<br />

si arrampicò addosso sopra la seggiola, e ti spruzzò di<br />

acqua anche le carte che stavi scrivendo, e tu... lo<br />

sgridasti?<br />

Intanto, sulla porta, si era affacciata la figlia.<br />

- Buon giorno, mamma. — E aggiunse: — Sono<br />

qui. -- Come per dire: — Oggi, quelli che possiamo<br />

essere con te, povera mamma, ci siamo tutti.<br />

Non era, lei, religiosa. Finché potè la madre, seguitò<br />

mansueta, per farle piacere, alcune pratiche di<br />

chiesa. Aveva una sua intelligenza lucida e asciutta<br />

che respingeva forme di misticismo e di mistero; e<br />

una sua severità di costume che mal tollerava debolezze<br />

e abbandoni di sentimento. Accettò il male suo<br />

e le sventure di casa come necessità di natura; con<br />

una rassegnazione pacata e ragionata che fu sempre<br />

fino all'ultimo, in quel fragile corpo la sua forza ferma<br />

e sicura. Era superiore sempre agli avvenimenti,<br />

quali fossero, e chiunque ne fosse toccato. Ma senza<br />

durezza e senza amarezza; anzi, con soavità sorridente;<br />

se mai, certe volte, con una punta appena visibile<br />

di ironia che dava un sapore più umano alla<br />

sua stessa accettazione e rassegnazione.<br />

II "I!uni fri! l'ini"<br />

...è stato invitato a metà maggio ad<br />

esibirsi nel Teatro del Collegio Leone<br />

XIII di Milano, capace di oltre mille<br />

spettatori. La sala era gremita e il coro<br />

ebbe il successo di moltissimi applausi.<br />

Era presente anche Luciano Rosada,<br />

Maestro dell'Orchestra Stabile del Teatro<br />

della Scala di Milano, che scrisse<br />

subito al Maestro Malatesta:<br />

«... Non voglio tardare per rallegrarmi<br />

dell'ottima esecuzione del Vs. concerto<br />

all'Istituto Leone XIII di Milano.<br />

Intonazione perfetta, bellissimi suoni e<br />

interpretazione musicalissima - hanno<br />

dimostrato l'ottimo grado raggiunto<br />

del Coro.<br />

Mi auguro di aver presto occasione<br />

di risentirvi ».<br />

Il Coro aveva ricevuto i migliori elogi<br />

anche dal Maestro Lino Liviabella,<br />

Direttore del Conservatorio di Musica<br />

«G. B. Martini» di Bologna, Presidente<br />

della Giuria del X Concorso Nazionale<br />

di Canti Alpini a Lecco, dove il Coro<br />

riportò la vittoria su tutte le squadre<br />

concorrenti. Il Liviabella scrisse al Malatesta<br />

:<br />

« ...Ritengo la vostra vittoria più che<br />

meritata per la passione e competenza<br />

massimamente da Lei dimostrata nel<br />

condurre ad una eccellente fusione e a<br />

un rimarchevole spirito interpretazionale<br />

dei canti dotata d'una sensibilità non<br />

comune e di quella particolare fraterna<br />

intesa tanto necessaria per portare nel<br />

piano artistico la propria passione per<br />

Stavamo ai piedi del letto; ed ecco, dalle chiese,<br />

squillarono i primi rintocchi. E qui vidi cosa inattesa.<br />

Tante volte, negli anni lontani, la sera avevo veduta<br />

la madre, china sul letto dell'uno o dell'altro dei figli<br />

bambini; e gli prendeva la mano e gliela guidava,<br />

sulla fronte, sulla spalla sinistra, sull adestra, con le<br />

parole del segno della croce. E ora la figlia prese lei<br />

della madre la mano destra, la mano lesa, la mano<br />

senza vita, e gliela portò sulla fronte e su le spalle<br />

nel segno della croce, suggerendo le parole devote; e<br />

la madre ripeteva, guardando la figlia, seguendo i gesti,<br />

con un leggero impaccio e balbettio infantile, In<br />

nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.<br />

Venne l'estate e un mattino la madre si spense.<br />

Andai dalla figlia. Vidi negli occhi aperti e fissi che<br />

aveva capito, che aveva sentito.<br />

— Dopo, — le dissi.<br />

E quando la ebbi composta, ritornai.<br />

— Andiamo, se vuoi, dalla mamma. —<br />

Giaceva nel suo letto con le mani in croce: tutte<br />

due uguali, ora. Ma nel volto era come quando il mattino<br />

entravamo in camera a salutarla. Ma così vivo era<br />

nel volto il suo sorriso, così illuminata era la sua fronte,<br />

che ci parve cosa miracolosa.<br />

— Babbo, se non crediamo ora non crederemo<br />

mai più. —<br />

Da «II Mantello di Cebete» - 1944<br />

la musica. Ritengo la Coralità l'espressione<br />

più nobile della società umana.<br />

A Lei e al Coro padovano «Tre Pini»<br />

che tale espressione hanno raggiunto<br />

con un meritato primato, i più cordiali<br />

auguri di vita e di scena »<br />

Coro festeggiato dal R. P. Merliti, Rettore del Collegio Leone XIII.<br />

— 41


II magnifico slancio di Beppino Stefano!!/ in un incontro nazionale... Ma il papa, Comm.<br />

Alfonso, spera che Ugo (il figlio minore) lo superi...<br />

CONSIGLIO GENERALE<br />

DELL'U.S. PETRARCA<br />

(9 settembre 1965)<br />

Presenti : prof. Michele Arslan, comm.<br />

Bruno Pollazzi, ing. Giacomo Galtarossa,<br />

sig. Leonzio Pizzo, dott. Ubaldo Allegro,<br />

cav. Rino Bedeschi, gr. uff. Benvenuto<br />

Bisello, comm. Rino Carraro, cav.<br />

Giacomo Castorina, comm. Amedeo Dalle<br />

Molle, dott. Marcelle Pacco, ing. Giovanni<br />

Galtarossa, dott. Armando Gavagni,<br />

sig. Alfredo Lazzarini, rag. Giusep-<br />

42 —<br />

pe Longato, rag. Angelo Mocellini, dott.<br />

Giancarlo Rossi, Comm. Cesare Rizzato,<br />

comm. Alfonso Stefanelli, gr. uff. Ferdinando<br />

Stimamiglio, e dott. Antonio<br />

Valle.<br />

Assenti giustificati : comm. Mario<br />

Barbieri, sig. Fortunato Buffo, e sig.<br />

Francesco Carraretto.<br />

La riunione ha inizio alle ore 22 presso<br />

l'Antonianum e presenzia il Rettore<br />

Padre Ambrogio Tremolada ed il Padre<br />

Pretto, direttore della Scuola di<br />

Religione.<br />

Il Petrarca I<br />

e le sue I<br />

speranze<br />

Il Presidente prof. Arslan apre la seduta<br />

porgendo il più cordiale benvenuto<br />

ai nuovi Consiglieri, indicati nella<br />

fotografia accanto, ai quali consegna il<br />

distintivo d'oro dell' U. S. Petrarca.<br />

Fa un breve cenno di storia della nostra<br />

Polisportiva mettendo in risalto il<br />

valore che ha per i giovani lo sport particolarmente<br />

dal punto di vista moraleeducativo.<br />

Dovere quindi di ogni cittadino fare<br />

qualcosa per questi giovani come in<br />

questo caso fanno i Consiglieri del Pe-


,:<br />

R. P. Rettore - dr. Pacco - cav. Bedeschi - rag. Mocellini - ing. Gianni Galtarossa - prof. Arslan<br />

trarca. - Ringraziamento ali' ing. Giacomo<br />

Galtarossa per la nuova svolta data<br />

alla sezione Pallacanestro per la quale<br />

si è perciò resa indispensabile l'autonomia<br />

di tutte le sezioni del «Petrarca»:<br />

Basket, Rugby e Calcio.<br />

I Presidenti delle singole Sezioni dovranno<br />

essere affiancati, nell'espletamento<br />

del loro incarico, da tre o quattro<br />

Consiglieri.<br />

Dopo questa premessa di carattere<br />

strutturale di tutta l'U. S. Petrarca, il<br />

prof. Arslan pone in discussione il bilancio<br />

della Sezione Rugby che viene<br />

approvato dal Consiglio.<br />

Prende poi la parola l'ing. Galtarossa<br />

nella sua qualità di Presidente della<br />

Sezione Basket e dopo aver ringraziato<br />

il Presidente Generale per tutto<br />

l'appoggio che egli da alla soluzione di<br />

tutti i problemi dell' U. S. Petrarca, informa<br />

il Consiglio sul lavoro svolto finora<br />

dalla sua Sezione per cercare di<br />

allinearsi, almeno in parte, alle altre<br />

società di pallacanestro.<br />

Assunzione quindi di un allenatore<br />

di valore e di un giocatore americano.<br />

Incremento del vivaio da dove potere<br />

attingere nuove linfe.<br />

Espone infine il bilancio preventivo<br />

per l'anno 1965 - 66 che viene accettato.<br />

II sig. Pizzo, Presidente della Sezione<br />

Calcio, espone per ultimo il programma<br />

della sua Sezione e non nasconde<br />

al Consiglio che intende — con<br />

l'aiuto di valenti collaboratori — dare<br />

un incremento maggiore di quanto sia<br />

stato dato finora. Per fare ciò chiede<br />

la collaborazione di qualche Consigliere<br />

Generale. Viene proposto il dr. Marcelle<br />

Pacco che accetta.<br />

Infine viene discusso e approvato il<br />

bilancio preventivo della Sezione.<br />

La riunione termina con l'intervento<br />

del Padre Rettore — Padre Tremolada<br />

— che a nome di tutti i Padri <strong>dell'Antonianum</strong><br />

ringrazia vivamente i si-<br />

... Complemento alfa seduta organizzativa.<br />

gnori Consiglieri per l'appoggio che essi<br />

danno a favore dei giovani.<br />

NESSUNA LESIONE DEL<br />

DILETTANTISMO<br />

(rilievo del R. P. Pretto)<br />

L'Unione Sportiva «Petrarca» non ha<br />

ammainato la bandiera del dilettantismo.<br />

E' una affermazione che può essere<br />

compresa in modo perfetto da coloro<br />

che non si formalizzano su parole,<br />

ma sovrastano con un' interpretazionc<br />

adeguata ai tempi.<br />

I petrarchini di qualunque «Sezione»<br />

essi siano, possono assicurare che nel<br />

proprio sport sono, relativamente agli<br />

stessi sport praticati in Italia, giocatori<br />

dilettanti.<br />

Le novità del Basket sono sembrate<br />

ai consueti e immancabili censori, una<br />

lesione alla regola dilettantistica petrarchina.<br />

Ma un esame attento e spassionato<br />

della situazione cestistica italiana<br />

li convincerebbe facilmente che<br />

gli amici del Basket sono sostanzialmente<br />

dilettanti e che i premi che essi<br />

possono percepire non costituiscono<br />

che un semplice incentivo nei confronti<br />

degli stipendi veri e propri che tutte<br />

le Società cestistiche italiane che partecipano<br />

al campionato di serie A e B,<br />

consegnano ai propri atleti.<br />

La generosità e la passione dei Dirigenti<br />

Petrarchini, a cui tutti <strong>dell'Antonianum</strong><br />

dobbiamo sincera e profonda<br />

stima e riconoscenza, permetterà che i<br />

nostri giovani possano sanamente godere<br />

di spettacoli sportivi ad alto livello.<br />

NOTE DI SEGRETERIA<br />

Con la nuova impostazione strutturale<br />

dell' U. S. Petrarca che ha avuto inizio<br />

da diversi mesi, tutte le Sezioni si<br />

sono messe al lavoro per predisporre<br />

in tempo utile, il programma di attività<br />

pre-campionato.<br />

BASKET:<br />

II campionato avrà inizio il 24 ottobre<br />

1965.<br />

Il prof. A. Nicolic - allenatore del Basket.<br />

Era allenatore della squadra Nazionale -Iugoslava<br />

che ha diretto in 279 incontri internazionali.<br />

Douglas Moe, il migliore giocatore americano<br />

in Italia, conquista fortunata dell'ing.<br />

Galtarossa.


FIORI D'ARANCIO<br />

Hanno annunciato il loro matrimonio :<br />

MAGGIO<br />

Silini dr. Matteo con la sig.na Silvana Bertolini<br />

LUGLIO<br />

Arslan dr. Ermanno con la dr. Maria Grazia Bossi - Pavia<br />

Di Bello dr. Carlo con la sig.na Maria Pia Consiglio - Pordenone<br />

Paganini ing. Giorgio con la sig.na Adriana Brunati<br />

Testa avv. Lorenzo con la sg.na Laura Pari<br />

Chiesa dr. Gianfranco con la sig.na Antonia Felicetti<br />

Veronesi ing. Gaetano con la sig.na Angela Maria Cassata<br />

AGOSTO<br />

Torre ing. Nicola con la sig.na Laura De Martis - Sassari<br />

Ferlin dr. Giorgio con la dr. Maria Teresa Sivieri<br />

SETTEMBRE<br />

Menato dr. Ruggero con la dr. Marisa Brunetta<br />

Vanzo dr. Giorgio con la sig.na Stei'ania Tommasina - Lendinara<br />

(Rovigo)<br />

Mazzoncini dr. Roberto con la dr. Maria Rosaria Di Giovine<br />

- Brescia<br />

Saraceni dr. Carlo con la dr. Luisa Zanovelio - Fraglia<br />

Sturare rag. Remiglio con la sig.na Laura Romaro<br />

Dopo la partecipazione al «Trofeo Lovari»<br />

di Lucca che ha visto vincitrice<br />

la nostra squadra, il programma delle<br />

partite amichevoli è il seguente :<br />

23 settembre a Rovigo contro il San<br />

Giovanni Bosco; il 26 ottobre a Caste!franco;<br />

28 ottobre al Palazzetto contro<br />

la Reyer Venezia con inizio alle 21,15;<br />

3 ottobre ore 17,30 al Palazzetto contro<br />

il Simmenthal; 6 ottobre ore 21,15 incontro<br />

di ritorno a Venezia contro la<br />

Reyer; 14 ottobre ore 21,30 a Bologna<br />

contro la Fides; 17 ottobre a Ravenna<br />

contro il «G. S. Robur» di Ravenna; 20<br />

ottobre al Palazzetto ore 21,15 contro la<br />

Unione Ginnastica Goriziana. Con questa<br />

partita termina il programma precampionato.<br />

44 ~<br />

CALCIO:<br />

Onorificenze<br />

II campionato avrà inizio domenica 3<br />

ottobre 1965.<br />

Il sig. Pizzo, Presidente della Sezione,<br />

dopo essersi consultato con i suoi<br />

collaboratori ha riconfermato quale allenatore<br />

della prima squadra il signor<br />

Bressa e allenatore della squadra giovanile<br />

e allievi il sig. Lucio Brutto.<br />

Il programma della prima squadra è<br />

stato così varato :<br />

19 settembre amichevole a Cittadella<br />

contro la Cittadellese. Nelle domeniche<br />

successive incontri con la squadra di<br />

Chiesanuova ed altre a giudizio dell'allenatore.<br />

Nello scorso inverno il comm. Aldo Travain organizzava<br />

nella Sala-Teatro <strong>dell'Antonianum</strong> una « Tavola Rotonda»<br />

sul tema: «II pensiero degli universitari stranieri sullo<br />

sport attuato e praticato dagli studenti italiani ». Pubblichiamo<br />

qui la fotografia presa allora per congratularci con<br />

lui dell'onorificenza ricevuta recentemente dal Presidente<br />

della Repubblica che lo ha nominato Grand' Uff. della Repubblica<br />

in premio delle sue molteplici attività sportive.<br />

Presidente del C.O.N.I. e Presidente del «Panathlon», è<br />

stato nominato anche dirigente nazionale del Comitato Olimpico<br />

per la cinematografia sportiva e scelto dal «Conseil<br />

d'Europe» a rappresentare il Panathlon Internazionale nella<br />

Commissione per la «Lutte contre le dooping».<br />

* Ci congratuliamo sinceramente anche con l'<strong>Ex</strong> Alunno<br />

Prof. Angelo Spanio di Venezia che ha ricevuto in riconoscimento<br />

delle sue attività la medaglia d'oro da parte del<br />

Ministro della Sanità, e col Dr. Fausto Cipanl che ha conseguita<br />

la libera docenza in Ostetricia.<br />

Bevilacqua Cengia dr. Giuseppe con la sig.na Marta Biasiolo<br />

Zaltron dr. Dario con la sig.na Emanuela Ceiita - Feltre<br />

Ferrino dr. Giampiero con la sig.na Maria Novella Zancan<br />

Guarnieri dr. Giampaolo con la sig.na M. Luisa Favaretti<br />

Riello Pera dr. proc. Giovanni con la sig.na Anna Maria Urso<br />

Amarelli<br />

Puchetti Francesco con la sig.na Bona Arboit<br />

Melara dr. Dante con la sig.na Imeria Maria Pincella<br />

OTTOBRE<br />

Fagiuoli dr. Giovanni con la sig.na Giovanna Morassutti<br />

Solbiati ing. Tommaso con la dr. Gabriella Radice - Varese<br />

CULLE<br />

Annunciano la nascita di :<br />

Giulia e Stefano: Lisa e Giovannino Dezza con Giuseppe<br />

e Giovanna<br />

Stefano :<br />

il fratellino Marco Amato<br />

Elena :<br />

Ada e Luigi Porciani<br />

Luigi :<br />

Gabriele e Bruna Nicolini<br />

Ada:<br />

Giovanni e Rolanda Bidoli<br />

Francesca: Liliana e Luigi A. Sambin<br />

Roberto :<br />

il fratellino Luigi Portalone<br />

Giovanni Francesco Paolo e Vanna Lovo<br />

Alessandra : Alberto e Maria Teresa Carenza<br />

L' attività giovanile inizierà verso la<br />

fine di ottobre o al massimo ai primi<br />

di novembre.<br />

RUGBY:<br />

Con l'avvento della Commissione tecnica<br />

Valvassori-Geremia-Ponchia nuovo<br />

entusiasmo si è creato nella Sezione.<br />

Gli allenamenti, iniziati il 3 settebre,<br />

continuano con maggior intensità.<br />

II campionato avrà inizio il 17 ottobre<br />

1965.<br />

Partite amichevoli pre - campionato :<br />

19 settembre al Campo Tre Pini contro<br />

la Rugby Brescia; 26 settembre a Brescia<br />

incontro di ritorno ; 3 ottobre contro<br />

la Rugby Venezia al Tre Pini.


Elenco finale degli iscritti per il 1964-65<br />

Accordi dr. Carlo *<br />

Agosto dr. Italo<br />

Agosto dr. Toni<br />

Alberini gen. Raoul<br />

Alfonsi ing. Aurelio<br />

Alfonsi cav. Giuseppe<br />

Aliprandi dr. Francesco<br />

Aìtichieri dr. Luciano<br />

Ambrosetti ing. Luigi<br />

Andò on. avv. Oscar<br />

Anse/mi dr. Paolo<br />

Anselmo dr. Giuseppe<br />

Apsrgi dr. Francesco<br />

Apsrgi rag. Sergio<br />

Ardizzone ing. Antonio<br />

Armiento rag. Mario *<br />

Arslan prò/. Michele *<br />

Azzi dr. Angelo<br />

Azzolin cav. Aurelio<br />

Baccagliti! prof. Mario<br />

Saggio dr. Edoardo *<br />

Saggio ing. Francesco<br />

Saggio Giovanni<br />

Saggio dr. Ignazio *<br />

Baggio dr. Paolo<br />

Barbe dr. Marcella<br />

Barbieri dr. Antonio<br />

Barbieri prof. Bruno *<br />

Barbieri prof. Egisto *<br />

Bordigato col. Gino<br />

Borgnino Cesare<br />

Boschetti avv. Ezio<br />

Boschi dr. Giorgio *<br />

Bottecchia ing. Giovanni *<br />

Bovo prof. Guerrino<br />

Brigenti dr. Rina *<br />

Brunelli avv. Giovanni<br />

Succhi ing. Renato<br />

Burelli dr. D'ino<br />

Busnardo dr. Benedetto<br />

Cacciavillani prof. Bruno<br />

Caldera dr. Eugenio<br />

Caldesi-Valeri dr. Giuseppe<br />

Calore geom. Giovanni<br />

Calzolari dr. Guido<br />

Canavotto ing. Giuseppe<br />

Candeo dr. ing. Antonluigi<br />

Coniato Giampaolo<br />

Cantarutti prof. Federico *<br />

Conte/e dr. Francesco<br />

Caporella Amedeo<br />

Capovilla Enrico<br />

Capovilla dr. Giorgio<br />

Carbone ing. Ernesto<br />

Carbognin prof. Giovanni<br />

Carbognin rag. Giunto<br />

Carbognin dr. Giusto<br />

Cardin dr. Giuseppe<br />

Cinstto cav. Guelfo<br />

Cipriani dr. Franco<br />

Ciralli dr. Bruno<br />

C/raso dr. Gaetano *<br />

Coiazzi prof. Luigi *<br />

Collesei dr. Corrado<br />

Colò dr. Arnaldo<br />

Colucci dr. Giuseppe<br />

Covi rag. Luigi<br />

Covi rag. Pietro<br />

Crestani dr. Venceslao<br />

Da Col dr. Antonio<br />

Da Col ing. Mario<br />

Dal Brun comm. Lucio<br />

Dal Covalo Mons. Antonio<br />

Dal Porto cav. Alberto<br />

Daniele dr. Carlo Alberto<br />

Danieletto dr. Raffaele<br />

D'Arcais Flores dr. Giovanni<br />

D'Arcais Flores prof. Giuseppe<br />

Davanzo Giuseppe<br />

De Besi ing. Alessio *<br />

De Siasi dr. prof. Sergio<br />

De Boni geom. Antonio<br />

De Boni Bruno<br />

De Faveri Tron Gildo *<br />

De Fra/a ing. Mario<br />

De Lucchi Tot/<br />

De Marco ing. Alberto *<br />

Filippi rag. Castone *<br />

Filippi dr. Silvio<br />

Foffano ing. Renato *<br />

Fontana Giovanni *<br />

Foratti dr. Fausto<br />

Formentin co. dr. Michele<br />

Fracanzani e.te Lodovìco *<br />

Franceschetto dr. Giuseppe<br />

Frascella dr. Pietro<br />

Frasson Franco Paolo *<br />

Frigo Costante<br />

Fritegotto rag. Giulio<br />

Furio/i ing. Gianluigi<br />

Gaia Giovanni<br />

Gaja dr. Piero<br />

Gaiotti dr. Angelo<br />

Galeazza m." Michelangelo<br />

Galimberti dr. Antonio<br />

Galimberti dr. Giulio<br />

Gallo ing. Mario<br />

Gamba Antonio<br />

Garcea ing. Anselmo<br />

Garcea dr. ing. Antonio<br />

Garcea ing. Felice<br />

Garcea ing. Giampaolo<br />

Geremia Guglielmo<br />

Ghezzo dr. Floriano<br />

Giacich dr. Walter<br />

Giocamela avv. Bruno *<br />

Con l'ottobre cominciano le iscrizioni per Fanno 65-66=iscrizione L. 3000 con agenda L 4000<br />

Barbieri dr. Enzo<br />

Barbieri ing. Riccardo<br />

Barcelìoni-Corte ing. Vincenzo<br />

Bùrnabò ing. Silvano<br />

Baroni dr. Franco<br />

Bartolomei prof. Giuseppe<br />

Battagliard dr. Alberto<br />

Battagliard Castone<br />

Bozzolo ing. Giorgio<br />

Belloni avv. Alberto<br />

Beghin dr. ing. Gianni *<br />

Belloni avv. Giorgio<br />

Belloni prof. Giuseppe *<br />

Senati dr. Roberto<br />

Bianchini avv. Bernardo<br />

Bianchini dr. Francesco<br />

Bisello gr. uff. rag. Benvenuto<br />

Boatta dr. Agostino<br />

Bocchese ing. Franco<br />

Bodini dr. Giovanni<br />

Bolzonella Carlo<br />

Bompiani prof. Giandomenico<br />

Bona/ti ing. Alfredo *<br />

Bonaiti ing. Pino *<br />

Bonatti-Savorgnan dr. Carlo<br />

Bonetti dr. Leo<br />

Bonìfazi rag. Giuseppe<br />

Benino dr. Raffaele<br />

Boniver prof. Giuseppe<br />

Carenza prof. Nino<br />

Caretta rag. Guglielmo<br />

Corion prof. Carlo<br />

Carlotto rag. Oscar<br />

Caron sen. dr. Giuseppe<br />

Carrara avv. Giuseppe *<br />

Cartolari dr. Cristoforo<br />

Casale dr. Renzo *<br />

Cassin rag. Paolo<br />

Cassìnis e.fé Carlo<br />

Castagna Bernardi rag. Gius.<br />

Castagna rag. Giulio<br />

Castellani Antonio<br />

Castellani di Sermeti dr. Luigi<br />

Catemario ing. Guido *<br />

Cavaggioni dr. Nino<br />

Cavallari prof. Vittorio<br />

Cavalli ing. Ferdinando<br />

Cavinato Carlo<br />

Cazzala ing. Luciano<br />

Ceschi dr. ing. Stanislao<br />

Cestarollo ing. Gianni *<br />

Chasen dr. Wolf *<br />

Checchi arch. Marcella<br />

Cheula prof. Pietro<br />

Chiesa dr. Domenico *<br />

Chiesa dr. Mario<br />

Chino dr. Alberto<br />

Cioccio prof. Giacinto<br />

De Marco ing. Carlo *<br />

De Santis geom. Giuseppe<br />

De Sisti rag. Gino *<br />

De Toni ing. Arnaldo<br />

De Zanche ing. Giampietro<br />

De Zuccata nob. Luigi<br />

De Zuccata ing. Paolo<br />

Di Nicolo ing. Antonio<br />

Dolcetta dr. Mario *<br />

Donati dr. Giulio<br />

Dolcini dr. Raoul *<br />

Dolcini avv. Walter *<br />

Dolfin avv. Pasquale<br />

Doriguzzi Aldo<br />

Dorma/ dr. Lamberto *<br />

Ederle avv. Giuseppe<br />

Egano d'Arzignano dr. Mario<br />

Estrafallaces dr. Aldo<br />

Fabbri-Colabich ing. Giuseppe<br />

Fabbri-Colabich dr. Piergiovanni<br />

Fognarii' rag. Carlo<br />

Fagnanì ing. Sandro<br />

Fatomo ing. Castone *<br />

Fantechi dr. Arturo<br />

Ferrara ing. Paolo<br />

Ferri e.te ing. Francesco<br />

Ferro dr. Bartolomeo<br />

Ferro prof. Ottone *<br />

Feruglio prof. Francesco *<br />

Giacomelli rag. Guido<br />

Giocameli! avv. Marco<br />

Giacomelli avv. Vittorio<br />

Giacon Angelo<br />

Giordani dr. Michele<br />

Giron dr. Giampietro<br />

Giudice avv. Pietro<br />

Giuriato rag. Franco<br />

Gabbato dr. Alberto<br />

Goitardo dr. Antonio<br />

Gottardo dr. Giuseppe<br />

Gracis avv. Mario<br />

Grassivaro ing. Enzo<br />

Grego dr. Gianguido<br />

Griffoni rag. Giuseppe *<br />

Gramo dr. Giorgio<br />

Guaran Guido<br />

Guzzon dr. Adalgiso<br />

Guzzon prof. Vittorio<br />

Inga ing. Enzo Franco *<br />

La Rocca dr. Carlo<br />

Laverda dr. Francesco *<br />

Lazzarin prof. Antonio<br />

Lechi e.te dr. Francesco<br />

Limena dr. Gianfranco<br />

Limena Paolo<br />

Lion dr. Paolo<br />

Loredan e.te ;ng. Iseppo<br />

Lorenzoni dr. Giangiorgio<br />

— 45


Lorenzoni avv. Luigi<br />

Lorenzoni dr. Renzo<br />

Lorini cav. Bruno<br />

Lotti dr. Francesco<br />

Lavato rag. Giovanni<br />

Lavo dr. Paolo<br />

Lui ing. Guido<br />

Luise prò/. Renato<br />

Luxardo dr. Gianni *<br />

Maestre///' prof. Giuseppe<br />

Maggia dr. Alessandro<br />

Maggia avv. G/'no<br />

Maggia ing. Marcellino<br />

Maggia avv. Piero<br />

Maggioni prof. Giorgio *<br />

Maggioni dr. Giuseppe<br />

Magnano dr. Pasquale<br />

Magni dr. Pietro<br />

Magrini dr. Carlo<br />

Ma/atesta Gianni *<br />

Malipiero avv. Giorgio *<br />

Manzoni march. Costantino<br />

Marangoni dr. Carlo<br />

Marchetti ing. Antonio<br />

Marcozzì avv. Alberto<br />

Marcucci dr. ing. Franco<br />

Mari dr. Luigi<br />

Marino cav. Luigi<br />

Mariotto geom. Giovanni *<br />

Martini Giacomo<br />

Marzo/o ing. Paolo<br />

Mazzo rag. Giorgio<br />

Mazzo cav. Silvio<br />

Mazzoncini col. Renzo<br />

Mazzucato Giorgio<br />

Monnet ing. Àdriano *<br />

Monnet cav. Augusto *<br />

Montanari cav. Valentino<br />

Montalto dr. Vittorio<br />

Montesi dr. Leonardo *<br />

Morandi ing. Don Francesco<br />

Morassutti dr. Franco *<br />

Morassutti ing. Giovanni *<br />

Morassutti comm. Giuseppe *<br />

Morassutti Paolo *<br />

Moro dr. Angelo<br />

Motta prof. Antonio<br />

Mozzi dr. Carlo<br />

Munaron dr. Castone *<br />

Munegato ing. Antonio<br />

Nalin dr. Antonio *<br />

Nalin dr. Edoardo<br />

Nalin dr. Ettore<br />

Napoli avv. Guido<br />

Narpozzi prof. Antonio<br />

Negro rag. Ugo *<br />

Nicolis ing. Lino<br />

Olivi avv. Marcella *<br />

Paccagnella prof. Bruno<br />

Paccagnella cav. uff. Igino<br />

Paganini ing. Giorgio<br />

Pallaro avv. Guido<br />

Palumbo-Fossati nob. Carlo<br />

Palma dr. Cioncarlo<br />

Paolucci dr. ing. Antonio *<br />

Parenzan prof. Lucio<br />

Pavan dr. Giorgio<br />

Pavoni dr. G. Franco<br />

Pedrazzoli ing. Giuseppe<br />

Peghin ing. Gianni *<br />

Rabolini ing. Claudio *<br />

Rajmondi cav. Giacinto<br />

Ramaschi ing. Renzo<br />

Rampazzo dr. Giuseppe<br />

Rampazzo-Malin ing. Roberto<br />

Ramigni cav. Leone *<br />

Rasi dr. Pierandrea<br />

Ravagnan ing. Cioncarlo<br />

Ravagnan dr. Giuseppe<br />

Ravagnan dr. Vittorio<br />

Reato Antonio<br />

Ricciardi ing. Dante<br />

Riedel dr. Angelo<br />

Riva ing. Filippo *<br />

Rivoltella dr. *<br />

Rizzo rag. Gino<br />

Rodighiero dr. Giancarlo<br />

Rodighiero dr. Vincenzo<br />

Rohr ing. Alberto<br />

Rohr dr. Antonio<br />

Somaro ing. Giorgio<br />

Romiati Riccardo *<br />

Ronco dr. Antonio<br />

Ronconi Antonio *<br />

Rosa dr. Lino<br />

Rossetto cav. Antonio *<br />

Rostoni ing. Tino<br />

Ruzza rag. Luigi<br />

Ruzzante rag. Antonio<br />

Sacchetto comm. Tullio<br />

Saggin ing. Francesco<br />

Saggin on. dr. Mario<br />

Salmazo dr. Giorgio<br />

Salvadei dr. Aldo<br />

Salvagnini dr. Antonio<br />

Stoppato avv. Lorenzo<br />

Stoppato ing. Luigi<br />

Taioli dr. Ernesto<br />

Taioli Luciano<br />

Talaretti geom. Italo<br />

Tantinì dr. danni<br />

Tanzi avv. Nulla<br />

Tartarini rag. Mario<br />

Tessero comm. Giovanni<br />

Testa Don Antonio<br />

Tiso Carlo<br />

Todeschini dr. Gregario<br />

Toffano dr. Giorgio<br />

Tolda cav. Antonio<br />

Toniolo prof. Gianfranco *<br />

Toniolo dr. Giuseppe<br />

Toniolo prof. Lucio<br />

Tono dr. Pietro<br />

Tonzig avv. Giorgio *<br />

Tormene Antonio<br />

Torresini gr. uff. Federico<br />

Trentin rag. Giovanni<br />

Usigli ing. Arrigo<br />

Valenti dr. Bruno<br />

Vasoin dr. Luigi *<br />

Vedua Angelo<br />

Ventura Franco<br />

Vento/tiri/' Antonio<br />

Venturini ing. Piero<br />

Veronese dr. Giuseppe<br />

Vianello dr. Attilio<br />

Visentini Aldo<br />

Viviani Otello<br />

Volpi geom. Emanuele<br />

Volpi Ermenegildo<br />

Con l'ottobre cominciano le iscrizioni per l'anno 65-66=iscrizione L. 3000 con agenda L. 4000<br />

Mazzuccato dr. Guido<br />

Mazzucato dr. Ugo<br />

Menegazzi Antonio<br />

Meneghini avv. Giulio<br />

Meneghini dr. Giancarlo<br />

Meneghini ing. Mario<br />

Menini avv. Bruno<br />

Menin dr. Luigi<br />

Mercato// Luigi<br />

Mer/in dr. Luigi *<br />

Mesirca ing. Renato<br />

Messenio dr. Pietro<br />

Michelini Averardo<br />

Mingatti rag. Edoardo<br />

Mingatti geom. Giancarlo<br />

Mingatti cav. rag. Giovanni<br />

Mingatti Paolo<br />

Mioni prof. Giovanni<br />

Missaglia Ferruccio *<br />

Missaglia Italo<br />

Missaglia Orione<br />

Miste dr. Domenico<br />

Mistrello comm. Piero *<br />

Molena rag. Pietro<br />

Molinario ing. Vittorio<br />

Pellizzaro avv. Aldo<br />

Pellizzaro /sic/oro<br />

Peratoner dr. Giambattista<br />

Perin Antonio<br />

Perini Luciano<br />

Perissi/lotto Giovanni<br />

Perruca dr. /ci/io *<br />

/ Peruzzi rag. Mario<br />

Fiordi dr. Wa/ter<br />

Piatto rag. Giuseppe<br />

Pinter dr. Lajos<br />

Piassi com. rag. Antonio<br />

Poggi dr. Carlo<br />

Poggi ing. Giorgio<br />

Poliedri dr. Pietro<br />

Ponchia Ivano *<br />

Prandstraller dr. Leone<br />

Fresca Fabio *<br />

Pretto dr. Graziano *<br />

Pretti dr. Giampietro<br />

Fratti dr. Gustavo *<br />

Puchettì dr. Orto<br />

Puggina dr. Annibale<br />

Puglisi dr. Alfredo<br />

Quaglio dr. prof. Gianluigi<br />

Santinello dr. Ferdinando<br />

Santinello dr. Giovanni<br />

Santon dr. ing. Eliodoro<br />

Sattin dr. Paolo<br />

Scalco dr. Ernesto<br />

Scalco dr. Luigi<br />

Scarpari dr. Silvio<br />

Schiano col. Emilia *<br />

Schiesari ing. Pietro<br />

Scianti dr. Valerio<br />

Se/toni ing. Ezio *<br />

Semenza dr. Edoardo<br />

Sgaravatti dr. Alberto<br />

Sgaravatti rag. Fausto *<br />

Sguotti dr. ing. Antonio<br />

Silvestrini dr. Donilo<br />

Simonetti prof. Luigi *<br />

Siviera dr. Arnaldo<br />

Smania ing. Amedeo *<br />

Solimbergo Bruno<br />

Solimbergo rag. Diego<br />

Soranzo Franco<br />

Sormani dr. Giuseppe *<br />

Squarcino col. Mario<br />

Stivanello rag. Bruno<br />

Wiel prof. Pierantonio<br />

Zaccaria prof. Vittorio<br />

Zoocoria dr. Mario<br />

Zambotto Pietro<br />

Zancan prof. Bernardo<br />

Zancan prof. Lanfranco *<br />

Zannini dr. Àdriano *<br />

Zannini Gianantonio<br />

Zannoni dr. Gianfernando<br />

Zanovello rag. Giulio<br />

Zappala ing. Giuseppe<br />

Zaffa rag. Giorgio *<br />

Zaffa prof. Pierluigi<br />

Zaupa prof. Paolo<br />

Zennari dr. Bruno *<br />

Zeni dr. Guido<br />

Zermann prof. A. Mario<br />

Zi/iotto Umberto<br />

Ziller Franco<br />

Zillo dr. Alberto<br />

Zocca dr. Arrigo<br />

Zotti dr. Enzo *<br />

L'asterisco segnala coloro che hanno versato una quota d'iscrizione superiore o sovvenuto alla Rivista con interessamento pubblicitario.<br />

Grazie anche agli amici che hanno fatte offerte per l'Antonianum.<br />

46 —


Coloro che non sono<br />

ancora iscritti<br />

sono pregati<br />

di affrettarsi<br />

L. 3000 iscrizione semplice<br />

L. 4000 iscrizione con l'Agenda<br />

Cari <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>,<br />

aiutatemi a far bene l'Antonianum,<br />

sì che possa uscire regolarmente<br />

ogni tre mesi sempre più bello ed interessante<br />

!<br />

Aiutatemi, mandandomi notizie interessanti,<br />

fotografie che possono essere<br />

gradite a tutti, segnalandomi articoli di<br />

attualità che ritenete bene far conoscere<br />

a tutti. Soprattutto voi professionisti<br />

arrivati, «di grido», mandatemi qualche<br />

articolo sulle vostre esperienze professionali<br />

che saranno lette volentieri oltre<br />

che dagli amici, dai giovani che aspettano<br />

direttive per la vita, frutto più che<br />

di teorie studiate sui libri, sbocciate dalla<br />

realtà scottante del giorno.<br />

Aiutatemi anche finanziariamente<br />

perché non ho nessun fondo a disposizione.<br />

I famosi milioni dei Gesuiti oggi,<br />

non si sa per quale magica metamorfosi,<br />

si sono trasformati in un fondo di debiti...<br />

senza fondo.<br />

Vivo di giorno in giorno, di quello<br />

che mi manda la Provvidenza attraverso<br />

Voi.<br />

Come aiutare l'Antonianum ?<br />

Con la regolare iscrizione.<br />

Con qualche offerta sostenitrice, coloro<br />

che lo possono.<br />

Pubblicheremo d'ora innanzi i nominativi<br />

di quelli che faranno qualche cosa<br />

in più della semplice iscrizione.<br />

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La presente ricevuta non è valida se non porta nell'apposito spazio<br />

il cartellino gommato numerato.<br />

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Con la pubblicità sia sull' «Antonianum»<br />

che sull'Agenda.<br />

L' « Antonianum >> va a circa tremila<br />

indirizzi di professionisti, in gran parte<br />

a Padova, nel Veneto e nella Lombardia,<br />

ma anche a Torino, Genova, Roma,<br />

Napoli, Sicilia. E' una buona pubblicità!<br />

Con un amico si tratta più volentieri.<br />

L' Agenda va diffusa tra tutti gli <strong>Ex</strong><br />

<strong>Alunni</strong> dei Gesuiti d' Italia, che sono varie<br />

migliaia. Va inoltre ai Segretariati degli<br />

<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> della Compagnia che esistono<br />

nelle principali città del mondo,<br />

per cui la pubblicità sull'Agenda assume<br />

un valore internazionale, molto apprezzato.<br />

Per la pubblicità l'Antonianum mette<br />

a disposizione annualmente o intere facciate<br />

o frazioni di facciata. Per le formalità<br />

intendersi direttamente con la Redazione.<br />

Aiutare l'Antonianum che viene man-<br />

dato anche a quelli che non si iscrivono<br />

significa esercitare un vero apostolato<br />

di amicizia che finisce per conquidere<br />

a poco a poco anche i più ritrosi.<br />

DIALOGO INTELLIGENTE<br />

— Sei in regola coli' iscrizione?<br />

— Purtroppo no; da alcuni anni non<br />

me ne sono curato, ma cerco di rimediare<br />

subito mandando una buona offerta<br />

col Conto corrente qui accanto.<br />

— E tu sei in regola?<br />

— Purtroppo nemmeno io, ma ti<br />

imito subito.

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