GIUSEPPE MAZZINI Mazzini era intellettuale, filosofo, politico e anche rivoluzionario, uno dei “padri del<strong>la</strong> patria”, cioè uno di quegli uomini che hanno contribuito all’unificazione italiana. Egli ebbe un solo obiettivo: realizzare un'Italia unita, libera, indipendente e repubblicana. Nato nel 1805 a Genova, fin da piccolo è educato a sentimenti patriottici, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> madre; <strong>per</strong>ciò, si iscrive al<strong>la</strong> Carboneria, una società segreta, in cui conosce Giuseppe Garibaldi, ma nel 1830 viene arrestato. Nel 1831, fonda <strong>la</strong> “Giovane Italia”, una società segreta che non si nascondeva più ma si apriva al popolo, cercando affiliati, <strong>per</strong> ottenere <strong>la</strong> repubblica e <strong>la</strong> democrazia con guerra <strong>per</strong> bande. Il suo sogno era realizzare non solo un’Italia una, libera e indipendente, ma anche repubblicana (più di 100 anni dopo, nel 1946, dopo <strong>la</strong> seconda guerra mondiale, un referendum stabilirà il passaggio ad un nuovo tipo di governo, <strong>la</strong> repubblica). Nonostante il successo del movimento, nel 1833, <strong>la</strong> polizia piemontese riesce a fermare i moti rivoluzionari. Ma Mazzini non cede e, nel 1834 organizza di nuovo con Garibaldi una sommossa a Genova. Anche in questa occasione, le forze dell’ordine intervengono, il tutto fallisce, e Garibaldi fugge nell’America del Sud e Mazzini in Svizzera. Nel 1835 fonda il suo più grande movimento politico <strong>la</strong> "Giovine Europa ", nuova associazione fondata in Svizzera con esuli po<strong>la</strong>cchi e tedeschi dopo <strong>la</strong> fuga nel 1834.. Al<strong>la</strong> base del suo pensiero c'era <strong>la</strong> necessità di educare il popolo, poichè secondo lui l'ignoranza aveva portato ai fallimenti. Ma ne vivrà altri due: nel 1835 e nel 1836, con “<strong>la</strong> Giovane Europa”. Egli fugge di nuovo in Francia e in Inghilterra, mentre si chiede se tutti quei morti valgono <strong>la</strong> pena nel<strong>la</strong> riuscita del<strong>la</strong> sua impresa. Nel 1844, il dramma dei fratelli Bandiera, appartenenti al<strong>la</strong> Giovane Italia, uccisi brutalmente da contadini borbonici, nonostante fossero in missione di pace, fu il suo più grande fallimento. Nel 1849, dopo il fallimento dei moti del ’48, fonda con Armellini e Saffi, <strong>la</strong> repubblica romana; un'es<strong>per</strong>ienza significativa nel<strong>la</strong> storia dell'unificazione italiana (che rappresentava l'obiettivo finale del<strong>la</strong> Repubblica), cui partecipano molte figure di primo piano del Risorgimento, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli. In quei pochi mesi a Roma circo<strong>la</strong>no le idee democratiche mazziniane. Si applicano principi come il suffragio universale maschile, l'abolizione del<strong>la</strong> pena di morte e <strong>la</strong> libertà di culto, che saranno inseriti nelle carte costituzionali dell’ONU solo circa un secolo dopo, a conclusione del<strong>la</strong> 2^ guerra mondiale. Finalmente, dopo le numerose spinte di Mazzini e <strong>la</strong> Spedizione dei Mille del 1860, nel 1861 l’Italia viene unificata. Ma muore, tra i sensi di colpa <strong>per</strong> tanti amici morti, il 10 marzo 1872 a Pisa, sotto il falso nome di signor Brown, <strong>per</strong>chè <strong>ricerca</strong>to dalle polizie di tutta Europa. A quel tempo Mazzini era considerato sovversivo <strong>per</strong> le sue idee di un’ Italia unita, libera, indipendente e repubblicana e <strong>per</strong>chè compiva e ideava rivolte e attentati contro Carlo Alberto e Napoleone III. Oggi, viene considerato con Giuseppe Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele uno dei padri del<strong>la</strong> Patria poichè, con <strong>la</strong> sua azione aveva indicato una strada, minato <strong>la</strong> sicurezza dell’im<strong>per</strong>o austriaco, data a tanti patrioti <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza che il suo sogno si potesse raggiungere. “I have a dream…” Martin Luther King, dal discorso pronunciato da Martin Luther King a Washington, il 28 agosto 1963. A.Grossi- A. Pirgaru- 3^ C
Via C. Battisti Casalpusterlengo (LO) Via Battisti è ampia. Si apre con sicurezza dal sagrato del<strong>la</strong> chiesa di Sant’ Antonio <strong>per</strong> accompagnare il passante in un <strong>per</strong>corso di solidarietà, che nel<strong>la</strong> nostra città è il cuore pulsante: prima, <strong>la</strong> bottega di Altro Mercato <strong>per</strong> il commercio equo-solidale, poi, lo sportello del<strong>la</strong> Caritas, dove trova accoglienza ed aiuto chiunque abbia bisogno, infine, l’ oratorio, punto di raccolta, di gioco e di preghiera <strong>per</strong> ragazzi e famiglie. La via, con negozi nuovi (una <strong>la</strong>vanderia) ed antichi ( c’è <strong>la</strong> bottega di Croce che vende gustosi formaggi di produzione propria), si snoda con sicurezza verso <strong>la</strong> via mantovana, dopo aver <strong>la</strong>sciato antichi cortili e case dall’edilizia degli anni ’60 e ’70. Un giorna<strong>la</strong>io, una pizzeria, un ristorante e sbiaditi murales degli anni ’70 vedono concludersi <strong>la</strong> sua corsa. La stesura <strong>delle</strong> descrizioni è stata realizzata dagli alunni V. Campagnoli- M. Danelli- A. Grossi- - M. Leo -S. Maestroni- A. Novati- E. Tronconi- I. Pisati del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse 3^ C