a passeggio per la citta'... alla ricerca delle nostre radici...

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02.06.2013 Views

M a r s a l a e i Mille Marsala è un comune italiano in provincia di Trapani, in Sicilia, e la spedizione dei Mille è un episodio del periodo risorgimentale italiano, avvenuto nel 1860 allorquando un corpo di volontari, protetto dal Piemonte, al comando di Giuseppe Garibaldi, partendo dalla spiaggia di Quarto, in Liguria, sbarcò in Sicilia, presso Marsala, e, contro la Real Marina duosiciliana e grazie anche alla Royal Navy britannica, conquistò il Regno delle Due Sicilie, permettendo l'annessione al nascente stato italiano. I Mille ( in un primo momento, avevano il nome di "Cacciatori delle Alpi") erano volontari, tutti uomini più una donna, Rosalia Montmasson, moglie di Francesco Crispi: secondo alcune fonti, 1089 ( di cui 443 provenienti dalla Lombardia), secondo altre fonti 1.162 alla partenza, 20.000 al momento dello sbarco sul continente e 35.000 nella fase finale. Essi sbarcarono a Marsala l'11 Maggio 1860 favoriti da diverse circostanze: - L’ APPOGGIO DEGLI INGLESI: la presenza di due navi da guerra inglesi, l'Argus e l'Intrepid, provenienti da Palermo, che incrociavano al largo di Marsala ed entrarono nel porto della città siciliana circa tre ore prima della comparsa dei legni piemontesi ( durante una riunione della Camera dei Comuni, il deputato inglese, sir Osborne, accusò il governo di aver favorito lo sbarco di Garibaldi a Marsala); - IL RITARDO DEI BORBONI: il sensibile ritardo con cui alcune navi da guerra borboniche, lo Stromboli, la Partenope ed il Capri, comandate da Acton, erano giunte nel porto di Marsala non contrastando immediatamente lo sbarco dei Mille. Sin dal 18 Aprile le forze borboniche erano già allertate sul possibile sbarco di Garibaldi, per questo avevano sparso varie colonne militari attorno alla Sicilia e vietavano la comunicazione col Piemonte. Garibaldi partì da Quarto, presso Genova, con due navi, il Lombardo e il Piemonte, che seguirono una rotta piuttosto strana verso le Egadi andando quasi sotto le coste tunisine; lì vennero scoperti dalla Marina duosiciliana. Garibaldi inizialmente puntò verso Sciacca, ma in seguito, avvertito dalle navi inglesi, approdò a Marsala. Le navi da guerra borboniche, lo Stromboli, il Partenope e il Capri, arrivarono in ritardo poichè un telegramma, forse uno stratagemma liberale, aveva annunciato che la flotta garibaldina si dirigeva verso Tunisi; in più persero del tempo per caricare a bordo dei cannoni. Arrivati non riuscirono a bombardare i garibaldini poichè delle navi inglesi lo impedivano avendo uomini al porto e coltivazioni d'uva nelle vicinanze; i borboni chiesero un'alleanza agli inglesi che rifiutarono. Il bombardamento successivo non portò a nessun risultato e non avendo fanti , poichè il piano era di anticipare i Mille e far affondare la flotta, le truppe duosiciliane si ritirarono dalle città, e Garibaldi potè continuare indisturbato la sua avanzata. L'accoglienza popolare di Marsala fu inaspettatamente fredda tanto che il garibaldino Giuseppe Bandi poté scrivere che i marsalesi li accolsero «su per giù come si accolgono i cani in chiesa». Il mazziniano Francesco Crispi, divenuto l'organizzatore politico di Garibaldi, prese immediatamente contatto con i rappresentanti del consiglio comunale marsalese, spingendoli a dichiarare che la casa reale dei Borbone aveva cessato di regnare sulla Sicilia e ad offrire al generale Garibaldi la dittatura dell'isola. Garibaldi accettò senza indugio e, a Salemi, si proclamò dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele Re d'Italia, compiendo il primo atto del suo governo dittatoriale. I garibaldini lasciarono Marsala e si inoltrarono rapidamente verso l'interno.A loro si unirono già il 12 giugno i volontari siciliani comandati dai fratelli Sant'Anna. I Mille, affiancati da da mezzo migliaio di siciliani ( 500 "picciotti"), ebbero un primo scontro nella battaglia di Calatafimi il 15 maggio, contro circa 4.000 soldati borbonici che, infine, indietreggiarono, sotto gli sguardi increduli dei Garibaldini che continuarono l’avanzata verso nord. Alberto Novati "I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare." (R. Magritte)

M a r s a l a e i Mille<br />

Marsa<strong>la</strong> è un comune italiano in provincia di Trapani, in Sicilia,<br />

e <strong>la</strong> spedizione dei Mille è un episodio del <strong>per</strong>iodo<br />

risorgimentale italiano, avvenuto nel 1860 allorquando un<br />

corpo di volontari, protetto dal Piemonte, al comando di<br />

Giuseppe Garibaldi, partendo dal<strong>la</strong> spiaggia di Quarto,<br />

in Liguria, sbarcò in Sicilia, presso Marsa<strong>la</strong>, e, contro <strong>la</strong> Real<br />

Marina duosiciliana e grazie anche al<strong>la</strong> Royal Navy britannica,<br />

conquistò il Regno <strong>delle</strong> Due Sicilie, <strong>per</strong>mettendo l'annessione<br />

al nascente stato italiano.<br />

I Mille ( in un primo momento, avevano il nome di<br />

"Cacciatori <strong>delle</strong> Alpi") erano volontari, tutti uomini più<br />

una donna, Rosalia Montmasson, moglie di Francesco Crispi: secondo alcune fonti, 1089 ( di cui 443<br />

provenienti dal<strong>la</strong> Lombardia), secondo altre fonti 1.162 al<strong>la</strong> partenza, 20.000 al momento dello sbarco sul<br />

continente e 35.000 nel<strong>la</strong> fase finale.<br />

Essi sbarcarono a Marsa<strong>la</strong> l'11 Maggio 1860 favoriti da diverse circostanze:<br />

- L’ APPOGGIO DEGLI INGLESI: <strong>la</strong> presenza di due navi da guerra inglesi, l'Argus e l'Intrepid, provenienti<br />

da Palermo, che incrociavano al <strong>la</strong>rgo di Marsa<strong>la</strong> ed entrarono nel porto del<strong>la</strong> città siciliana circa tre ore prima del<strong>la</strong><br />

comparsa dei legni piemontesi ( durante una riunione del<strong>la</strong> Camera dei Comuni, il deputato inglese, sir Osborne, accusò<br />

il governo di aver favorito lo sbarco di Garibaldi a Marsa<strong>la</strong>);<br />

- IL RITARDO DEI BORBONI: il sensibile ritardo con cui alcune navi da guerra borboniche, lo Stromboli,<br />

<strong>la</strong> Partenope ed il Capri, comandate da Acton, erano giunte nel porto di Marsa<strong>la</strong> non contrastando<br />

immediatamente lo sbarco dei Mille.<br />

Sin dal 18 Aprile le forze borboniche erano già allertate sul possibile sbarco di Garibaldi, <strong>per</strong><br />

questo avevano sparso varie colonne militari attorno al<strong>la</strong> Sicilia e vietavano <strong>la</strong> comunicazione col<br />

Piemonte. Garibaldi partì da Quarto, presso Genova, con due navi, il Lombardo e il Piemonte, che<br />

seguirono una rotta piuttosto strana verso le Egadi andando quasi sotto le coste tunisine; lì vennero sco<strong>per</strong>ti<br />

dal<strong>la</strong> Marina duosiciliana. Garibaldi inizialmente puntò verso Sciacca, ma in seguito, avvertito dalle navi<br />

inglesi, approdò a Marsa<strong>la</strong>. Le navi da guerra borboniche, lo Stromboli, il Partenope e il Capri, arrivarono<br />

in ritardo poichè un telegramma, forse uno stratagemma liberale, aveva annunciato che <strong>la</strong> flotta garibaldina<br />

si dirigeva verso Tunisi; in più <strong>per</strong>sero del tempo <strong>per</strong> caricare a bordo dei cannoni. Arrivati non riuscirono a<br />

bombardare i garibaldini poichè <strong>delle</strong> navi inglesi lo impedivano avendo uomini al porto e coltivazioni<br />

d'uva nelle vicinanze; i borboni chiesero un'alleanza agli inglesi che rifiutarono. Il bombardamento<br />

successivo non portò a nessun risultato e non avendo fanti , poichè il piano era di anticipare i Mille e far<br />

affondare <strong>la</strong> flotta, le truppe duosiciliane si ritirarono dalle città, e Garibaldi potè continuare<br />

indisturbato <strong>la</strong> sua avanzata. L'accoglienza popo<strong>la</strong>re di Marsa<strong>la</strong> fu inaspettatamente fredda tanto che<br />

il garibaldino Giuseppe Bandi poté scrivere che i marsalesi li accolsero «su <strong>per</strong> giù come si accolgono i<br />

cani in chiesa». Il mazziniano Francesco Crispi, divenuto l'organizzatore politico di Garibaldi, prese<br />

immediatamente contatto con i rappresentanti del consiglio comunale marsalese, spingendoli a dichiarare<br />

che <strong>la</strong> casa reale dei Borbone aveva cessato di regnare sul<strong>la</strong> Sicilia e ad offrire al generale Garibaldi <strong>la</strong><br />

dittatura dell'iso<strong>la</strong>. Garibaldi accettò senza indugio e, a Salemi, si proc<strong>la</strong>mò dittatore del<strong>la</strong> Sicilia in<br />

nome di Vittorio Emanuele Re d'Italia, compiendo il primo atto del suo governo dittatoriale.<br />

I garibaldini <strong>la</strong>sciarono Marsa<strong>la</strong> e si inoltrarono rapidamente verso l'interno.A loro si unirono già il 12<br />

giugno i volontari siciliani comandati dai fratelli Sant'Anna. I Mille, affiancati da da mezzo migliaio<br />

di siciliani ( 500 "picciotti"), ebbero un primo scontro nel<strong>la</strong> battaglia di Ca<strong>la</strong>tafimi il 15 maggio, contro<br />

circa 4.000 soldati borbonici che, infine, indietreggiarono, sotto gli sguardi increduli dei Garibaldini che<br />

continuarono l’avanzata verso nord.<br />

Alberto Novati<br />

"I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare."<br />

(R. Magritte)

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