di Letizia Chilelli - Campo de'fiori
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fotovideolab<br />
Un incontro nel bel mezzo della sua lunga<br />
pausa estiva a Corchiano. Una pausa da<br />
Roma probabilmente, visto che il lavoro lo<br />
accompagna comunque, con la tornée del<br />
Concerto Fotogramma in giro per l’Italia. E<br />
poi Corchiano è da sempre il suo luogo <strong>di</strong><br />
ispirazione; quello in cui comporre nella<br />
tranquillità della sua dependances, senza<br />
essere <strong>di</strong>sturbato da alcunché: solo il<br />
fiume compositivo a tenergli compagnia.<br />
Un incontro informale proprio in quella<br />
tana <strong>di</strong> lavoro, circondati dalle tante locan<strong>di</strong>ne<br />
dei films o degli spettacoli teatrali che<br />
ha realizzato o <strong>di</strong> cui ha composto la<br />
colonna sonora. Così, appesi al muro,<br />
sembrano ricordare lo spessore artistico <strong>di</strong><br />
un musicista, compositore, <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />
la cui fama è <strong>di</strong>ffusa in tutto il<br />
mondo e la cui storia personale coincide<br />
con tanta della storia del cinema e del teatro<br />
italiano.<br />
“Corchiano è il mio paese, lo considero<br />
come tale; ho vissuto la mia infanzia qui;<br />
torno a Corchiano per lavorare e compor-<br />
re o semplicemente per rilassarmi. Le<br />
vacanze <strong>di</strong> famiglia o le feste <strong>di</strong> Natale le<br />
abbiamo sempre trascorse qui, i miei figli<br />
sono cresciuti qui. Qui c’è la storia della<br />
mia famiglia, <strong>di</strong> mio padre, e sullo sfondo<br />
il sentore <strong>di</strong> una vita e <strong>di</strong> una Italia che<br />
altrove sembra essere scomparso”.<br />
Un Nicola Piovani ine<strong>di</strong>to, rilassato, che<br />
solo tra le righe lascia trasparire il suo<br />
amore infinito per la musica, la sua vita<br />
de<strong>di</strong>cata alla musica, quasi a confermare<br />
quella fama <strong>di</strong> “introverso” che si porta<br />
<strong>di</strong>etro da quando il Premio Oscar per la<br />
Miglior Colonna Sonora con il film “La vita<br />
è bella” <strong>di</strong> Roberto Benigni, lo ha portato<br />
alla ribalta della scena artistica italiana e al<br />
grande pubblico. Ma la sua storia <strong>di</strong> musicista<br />
non è solo lì.<br />
Inizia nel 1969, debuttando con il lungometraggio<br />
N.P. Il segreto <strong>di</strong> Silvano Agosti.<br />
Si avvia così una carriera che lo porta a<br />
collaborare con i maggiori registi italiani:<br />
Bellocchio, Monicelli, i fratelli Taviani,<br />
Moretti, Tornatore, Benigni e Fellini, che si<br />
<strong>di</strong> Tamara Gori<br />
foto Tommaso Le Pera<br />
è rivolto al musicista per i suoi ultimi tre<br />
film. Fra gli stranieri Ben Von Verbong, Pál<br />
Gábor, Dusan Makavejev, Bigas Luna, Jos<br />
Stelling, John Irvin, Sergej Bodrov, Philippe<br />
Lioret. Riceve inoltre tre David <strong>di</strong><br />
Donatello, per Ginger e Fred <strong>di</strong> Fellini, Caro<br />
<strong>di</strong>ario e La stanza del figlio <strong>di</strong> Moretti;<br />
quattro premi “Colonna sonora”, due Nastri<br />
d’argento e due Ciak d’oro. Con L’équipier<br />
<strong>di</strong> Philippe Lioret ottiene la “nomination” al<br />
César, il premio del pubblico e la menzione<br />
speciale della giuria al festival “Musique et<br />
cinéma” <strong>di</strong> Auxerre. Sin dall’inizio affianca<br />
al lavoro nel cinema quello per il teatro,<br />
scrivendo musiche <strong>di</strong> scena per gli allestimenti<br />
<strong>di</strong> Carlo Cecchi, Luca De Filippo,<br />
Maurizio Scaparro, Vittorio Gassman. Nel<br />
1989, con Luigi Magni e Pietro Garinei,<br />
crea per il Teatro Sistina la comme<strong>di</strong>a<br />
musicale I sette re <strong>di</strong> Roma . Come autore<br />
<strong>di</strong> canzoni, negli anni Settanta compone a<br />
quattro mani con Fabrizio De André gli<br />
album Non al denaro, non all’amore né al<br />
cielo e Storia <strong>di</strong> un impiegato.<br />
Alla fine degli anni Ottanta inizia il sodalizio<br />
artistico con lo scrittore Vincenzo<br />
Cerami. Insieme fondano la Compagnia<br />
della Luna, con l’intento <strong>di</strong> dare vita a un<br />
genere <strong>di</strong> teatro dove musica e parola<br />
abbiano pari <strong>di</strong>gnità e siano l’una sostegno<br />
dell’altra. I primi frutti <strong>di</strong> questa collaborazione<br />
sono La cantata del Fiore e La cantata<br />
del Buffo, unite in un unico spettacolo<br />
e presentate per quasi duecento repliche<br />
nei teatri <strong>di</strong> tutta Italia.<br />
Seguono Il signor Novecento (1992) e<br />
Canti <strong>di</strong> scena (1993). Nel 2000 debutta<br />
Concerto fotogramma , uno spettacolo in<br />
cui Piovani compen<strong>di</strong>a e traveste in forma<br />
teatrale trent’ anni <strong>di</strong> creazioni per il cinema.