di Letizia Chilelli - Campo de'fiori
di Letizia Chilelli - Campo de'fiori
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2<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Mille volte grazie a tutti quei personaggi dello spettacolo che hanno<br />
impreziosito, con le loro interviste, le nostre pagine.<br />
Grazie a Fabrizio Bracconeri, Lando Fiorini, Alfiero Alfieri, Gianfranco d’Angelo, Na<strong>di</strong>a Rinal<strong>di</strong>, Maria Bruni, Martufello, Heinz Beck,<br />
Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Arnoldo Foà, Pietro Longhi, Michela Andreozzi, Fabio Avaro, Gabriele Lavia, Antonio Giuliani,Nicola<br />
Piovani, Riccardo Fogli, Ileana Ghigne, Riccardo Garrone, Miranda Martino.
L’incontro su queste<br />
pagine con il<br />
grande maestro<br />
Nicola Piovani, mi<br />
Sandro Anselmi<br />
ha condotto al<br />
recente ricordo<br />
della struggente colonna sonora del film<br />
“La vita è bella”. Immagine e musica si<br />
sono sposate dando, ora tristezza, ora<br />
nostalgia, ora impotenza e rabbia, per quel<br />
determinismo razzista che ha portato a<br />
una delle più gran<strong>di</strong> stragi dell’umanità.<br />
L’inevitabilità e la predestinazione, sono<br />
alibi stupi<strong>di</strong> ed infondati che l’uomo invoca<br />
a pretesto delle sue aberrazioni e delle sue<br />
follie. Esso non è schiavo della storia, e l’ineluttabilità<br />
<strong>di</strong> una guerra non è tale perché<br />
essa è destinata comunque a verificarsi.<br />
L’uomo non è autore irresponsabile e<br />
semplice oggetto <strong>di</strong> chissà quale destino,<br />
Il crepuscolo dell’estate<br />
Trascorso il mese <strong>di</strong> Settembre cade il<br />
silenzio sui fragori dell’estate e l’autunno ci<br />
accoglie con i suoi cal<strong>di</strong> colori. Gli alberi e<br />
prati incominciano a perdere rigore e<br />
cadono, pian piano le prime foglie. Le giornate<br />
si accorciano ed il sole meno caldo<br />
affoga nell’orizzonte, regalando notti più<br />
fredde ed oscure. Il silenzio avvolge il<br />
paese ed il buio appena spezzato dalle luci<br />
delle finestre che si illuminano via via,<br />
nasconde le case e le loro mille storie tutte<br />
<strong>di</strong>verse.Storie spesso d’amore ma anche <strong>di</strong><br />
sofferenza e <strong>di</strong> malattia. Storie <strong>di</strong> gente<br />
comune che nutre speranze <strong>di</strong> giorni<br />
migliori. Storie <strong>di</strong> chi non ha, o non ha più<br />
un posto <strong>di</strong> lavoro. Storie al fini <strong>di</strong> chi invoca<br />
i miracoli in una rinnovata Fede.<br />
S’accenderanno poi i fuochi dell’inverno e<br />
nel caldo delle case si racconterà dell’estate<br />
passata e si parlerà <strong>di</strong> quella da venire.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />
I leaders, il potere, l’in<strong>di</strong>vidualismo<br />
la pace e l’amore<br />
ma è folle <strong>di</strong> potere e muove in<br />
<strong>di</strong>rezione contraria gli istinti umani<br />
più profon<strong>di</strong>, abolendo l’idea stessa<br />
della libertà. Ma esso da solo<br />
non può, non è capace, ha bisogno<br />
<strong>di</strong> un leader per mo<strong>di</strong>ficare la storia,<br />
nel bene o nel male. Le masse<br />
sono amorfe ed allora bisogna guidarle,<br />
manipolarle, comandarle in<br />
virtù <strong>di</strong> un progetto terreno o <strong>di</strong> un<br />
premio spirituale.<br />
I leaders, solo per imporre il loro<br />
successo, hanno piena responsabilità<br />
dei crimini più efferati sull’umanità<br />
e sfruttano gli eventi, quali le<br />
crisi, le frustrazioni e i timori <strong>di</strong> una<br />
collettività che attende <strong>di</strong> essere risollevata.<br />
L’uomo deve battersi, invece, per conquistare<br />
la sua libertà in<strong>di</strong>viduale, la tolleranza<br />
religiosa e razziale, la giustizia socia-<br />
le ed il rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani, e deve<br />
ridare un valore a questi principi che<br />
hanno oggi un suono falso, e far trionfare<br />
sopra ogni male l’AMORE.<br />
Questo numero <strong>di</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
è arrivato a<br />
60 pagine !!!<br />
Così è stato possibile esau<strong>di</strong>re il desiderio <strong>di</strong> altri valenti collaboratori che così vedono<br />
pubblicati i loro articoli. Sono nostri nuovi compagni <strong>di</strong> viaggio, l’Arch. Cristina Collettini<br />
che ci farà conoscere i nostri più bei monumenti ed il modo in cui essi vanno restaurati e<br />
conservati e la dott.ssa Lorena Rossi naturopata FINR che curerà la pagina <strong>di</strong> “Dialogo<br />
Naturale”.<br />
Mi vanto ancora <strong>di</strong> non aver mai trattato <strong>di</strong> “politica” né <strong>di</strong> polemica e <strong>di</strong> non<br />
aver mai ricevuto nessun contributo pubblico, cosicché il mio <strong>Campo</strong> de’ fiori è<br />
pulito, libero e vero.<br />
Tutto è reso possibile grazie ai miei meravigliosi sponsor che da soli, fanno esistere<br />
e crescere questa meravigliosa realtà che è volta solo all’ interesse del popolo ed in special<br />
modo a quello delle classi più deboli. Ringrazio tutti i locali pubblici e non che permettono<br />
la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’ fiori. Tutti i teatri <strong>di</strong> Roma ci chiedono sempre più<br />
copie e ci invitano alle prime che presenziamo con orgoglio e piacere.<br />
Riceviamo in redazione innumerevoli attestati <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> compiacimento con e-mail, lettere<br />
e telefonate e vogliamo ringraziare tutti, <strong>di</strong>cendovi che tutto ciò fa tanto bene e ci da forza per<br />
fare sempre meglio.<br />
La redazione<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori è <strong>di</strong>stribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica <strong>di</strong> Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino,<br />
Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura <strong>di</strong> Vetralla, Blera, Monte Romano,<br />
Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto,<br />
Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano,<br />
Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo <strong>di</strong> Porto,<br />
Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali <strong>di</strong> Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spe<strong>di</strong>to a tutti gli abbonati in Italia e all’estero,<br />
inviato ad Istituzioni Culturali e se<strong>di</strong> Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo.
fotovideolab<br />
Un incontro nel bel mezzo della sua lunga<br />
pausa estiva a Corchiano. Una pausa da<br />
Roma probabilmente, visto che il lavoro lo<br />
accompagna comunque, con la tornée del<br />
Concerto Fotogramma in giro per l’Italia. E<br />
poi Corchiano è da sempre il suo luogo <strong>di</strong><br />
ispirazione; quello in cui comporre nella<br />
tranquillità della sua dependances, senza<br />
essere <strong>di</strong>sturbato da alcunché: solo il<br />
fiume compositivo a tenergli compagnia.<br />
Un incontro informale proprio in quella<br />
tana <strong>di</strong> lavoro, circondati dalle tante locan<strong>di</strong>ne<br />
dei films o degli spettacoli teatrali che<br />
ha realizzato o <strong>di</strong> cui ha composto la<br />
colonna sonora. Così, appesi al muro,<br />
sembrano ricordare lo spessore artistico <strong>di</strong><br />
un musicista, compositore, <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />
la cui fama è <strong>di</strong>ffusa in tutto il<br />
mondo e la cui storia personale coincide<br />
con tanta della storia del cinema e del teatro<br />
italiano.<br />
“Corchiano è il mio paese, lo considero<br />
come tale; ho vissuto la mia infanzia qui;<br />
torno a Corchiano per lavorare e compor-<br />
re o semplicemente per rilassarmi. Le<br />
vacanze <strong>di</strong> famiglia o le feste <strong>di</strong> Natale le<br />
abbiamo sempre trascorse qui, i miei figli<br />
sono cresciuti qui. Qui c’è la storia della<br />
mia famiglia, <strong>di</strong> mio padre, e sullo sfondo<br />
il sentore <strong>di</strong> una vita e <strong>di</strong> una Italia che<br />
altrove sembra essere scomparso”.<br />
Un Nicola Piovani ine<strong>di</strong>to, rilassato, che<br />
solo tra le righe lascia trasparire il suo<br />
amore infinito per la musica, la sua vita<br />
de<strong>di</strong>cata alla musica, quasi a confermare<br />
quella fama <strong>di</strong> “introverso” che si porta<br />
<strong>di</strong>etro da quando il Premio Oscar per la<br />
Miglior Colonna Sonora con il film “La vita<br />
è bella” <strong>di</strong> Roberto Benigni, lo ha portato<br />
alla ribalta della scena artistica italiana e al<br />
grande pubblico. Ma la sua storia <strong>di</strong> musicista<br />
non è solo lì.<br />
Inizia nel 1969, debuttando con il lungometraggio<br />
N.P. Il segreto <strong>di</strong> Silvano Agosti.<br />
Si avvia così una carriera che lo porta a<br />
collaborare con i maggiori registi italiani:<br />
Bellocchio, Monicelli, i fratelli Taviani,<br />
Moretti, Tornatore, Benigni e Fellini, che si<br />
<strong>di</strong> Tamara Gori<br />
foto Tommaso Le Pera<br />
è rivolto al musicista per i suoi ultimi tre<br />
film. Fra gli stranieri Ben Von Verbong, Pál<br />
Gábor, Dusan Makavejev, Bigas Luna, Jos<br />
Stelling, John Irvin, Sergej Bodrov, Philippe<br />
Lioret. Riceve inoltre tre David <strong>di</strong><br />
Donatello, per Ginger e Fred <strong>di</strong> Fellini, Caro<br />
<strong>di</strong>ario e La stanza del figlio <strong>di</strong> Moretti;<br />
quattro premi “Colonna sonora”, due Nastri<br />
d’argento e due Ciak d’oro. Con L’équipier<br />
<strong>di</strong> Philippe Lioret ottiene la “nomination” al<br />
César, il premio del pubblico e la menzione<br />
speciale della giuria al festival “Musique et<br />
cinéma” <strong>di</strong> Auxerre. Sin dall’inizio affianca<br />
al lavoro nel cinema quello per il teatro,<br />
scrivendo musiche <strong>di</strong> scena per gli allestimenti<br />
<strong>di</strong> Carlo Cecchi, Luca De Filippo,<br />
Maurizio Scaparro, Vittorio Gassman. Nel<br />
1989, con Luigi Magni e Pietro Garinei,<br />
crea per il Teatro Sistina la comme<strong>di</strong>a<br />
musicale I sette re <strong>di</strong> Roma . Come autore<br />
<strong>di</strong> canzoni, negli anni Settanta compone a<br />
quattro mani con Fabrizio De André gli<br />
album Non al denaro, non all’amore né al<br />
cielo e Storia <strong>di</strong> un impiegato.<br />
Alla fine degli anni Ottanta inizia il sodalizio<br />
artistico con lo scrittore Vincenzo<br />
Cerami. Insieme fondano la Compagnia<br />
della Luna, con l’intento <strong>di</strong> dare vita a un<br />
genere <strong>di</strong> teatro dove musica e parola<br />
abbiano pari <strong>di</strong>gnità e siano l’una sostegno<br />
dell’altra. I primi frutti <strong>di</strong> questa collaborazione<br />
sono La cantata del Fiore e La cantata<br />
del Buffo, unite in un unico spettacolo<br />
e presentate per quasi duecento repliche<br />
nei teatri <strong>di</strong> tutta Italia.<br />
Seguono Il signor Novecento (1992) e<br />
Canti <strong>di</strong> scena (1993). Nel 2000 debutta<br />
Concerto fotogramma , uno spettacolo in<br />
cui Piovani compen<strong>di</strong>a e traveste in forma<br />
teatrale trent’ anni <strong>di</strong> creazioni per il cinema.
Nel 1998 viene eseguita per la prima volta<br />
al Teatro Mancinelli <strong>di</strong> Orvieto La Pietà ,<br />
stabat mater, dove la voce recitante è<br />
quella <strong>di</strong> Gigi Proietti e la voce soul è quella<br />
<strong>di</strong> Amii Stewart, accompagnati da un’orchestra<br />
<strong>di</strong> ventitré elementi.<br />
Nella Pasqua del 1999, su invito delle<br />
autorità palestinesi, La Pietà viene rappresentata<br />
alla citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> Betlemme<br />
come messaggio <strong>di</strong> pace tra i popoli della<br />
Terra Santa; nel 2004 è riproposta in una<br />
doppia rappresentazione nel territorio<br />
palestinese <strong>di</strong> Betlemme<br />
e in quello israeliano <strong>di</strong><br />
Tel Aviv.<br />
A questo seguono due<br />
opere realizzate su commissione:<br />
L’isola della<br />
luce, richiesta nel 2003<br />
dal governo greco per<br />
essere eseguita fra le<br />
rovine dell’isola <strong>di</strong> Delos,<br />
e Concha Bonita, una<br />
forma <strong>di</strong> spettacolo che<br />
si colloca a metà strada<br />
tra l’opera e la comme<strong>di</strong>a<br />
musicale; commissionata<br />
dal Théatre National de<br />
Chaillot, è stata applau<strong>di</strong>ta<br />
dal pubblico parigino<br />
e in seguito tradotta da<br />
Cerami e Piovani per l’e<strong>di</strong>zione<br />
italiana andata in<br />
scena all’Ambra Jovinelli<br />
<strong>di</strong> Roma nell’estate <strong>di</strong><br />
quest’anno. Quando lo incontro, Nicola<br />
Piovani è appena reduce dalla sesta e<strong>di</strong>zione<br />
del Fescennino d’Oro, una manifestazione<br />
musicale e teatrale che lo vede<br />
protagonista a Corchiano dal Duemila.<br />
“Una bella e<strong>di</strong>zione anche quest’anno;<br />
ogni volta con un pubblico sempre più<br />
coinvolto e che ormai è preparato ad<br />
aspettarsi qualcosa <strong>di</strong> speciale, da una<br />
manifestazione che sta acquistando ogni<br />
anno un respiro sempre più ampio per l’intera<br />
provincia. Quest’anno è stato premiato<br />
un artista, Davide Enia, che è sì una<br />
promessa del teatro italiano, ma è comunque<br />
già una rivelazione.<br />
Così come lo scorso anno con Ascanio<br />
Celestini, in parte già conosciuto, ma che<br />
nell’ultimo anno ha moltiplicato le sue<br />
apparizioni teatrali e televisive, non solo in<br />
Italia, ma anche all’estero e usando un linguaggio,<br />
il romanesco, che <strong>di</strong> certo non<br />
possiamo definire internazionale”.<br />
E quello del linguaggio, verbale e corporale,<br />
è l’elemento fondante del mondo teatrale;<br />
è ciò che caratterizza un personaggio,<br />
il suo modo <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> proporsi al<br />
pubblico, <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong> trasmettere<br />
emozioni. Per questo è anche <strong>di</strong>ventato<br />
elemento <strong>di</strong>scriminante e la ragion d’essere<br />
stessa del Fescennino.<br />
“Cinque anni fa l’allora sindaco <strong>di</strong><br />
Corchiano, Bengasi Battisti, mi chiese se<br />
ero <strong>di</strong>sponibile a partecipare all’inaugurazione<br />
<strong>di</strong> una nuova piazza a Corchiano,<br />
intitolata a mia zia Pina Piovani, attrice <strong>di</strong><br />
inizio secolo. In quel periodo alcuni stu<strong>di</strong><br />
da lui avviati sul territorio, avevano porta-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
to alla luce come la casa dove ci troviamo<br />
in questo momento potesse essere l’epicentro<br />
<strong>di</strong> quella che molti stu<strong>di</strong>osi affermano<br />
essere l’antica Fescennium. Del<br />
resto dei fescennini si parlava a scuola,<br />
come <strong>di</strong> quei canti lu<strong>di</strong>ci che avevano ispirato<br />
la tra<strong>di</strong>zione teatrale satirica dell’antica<br />
Roma, e comunque sempre in riferimento<br />
a gran<strong>di</strong> artisti popolari.<br />
Allo stesso Petrolini chiesero - Anche lei<br />
<strong>di</strong>scende <strong>di</strong>rettamente dai Fescennini? - E<br />
lui, nella più vera tra<strong>di</strong>zione satirica, rispo-<br />
se : - Io so solo che <strong>di</strong>scendo le scale <strong>di</strong><br />
casa mia -.<br />
Comunque, si pensò per questo al nome<br />
Fescennino d’Oro , come <strong>di</strong> un premio,<br />
non necessariamente annuale, da consegnare<br />
ad artisti che conservassero questa<br />
grande tra<strong>di</strong>zione teatrale satirica e che<br />
solo in parte avessero ricevuto i riconoscimenti<br />
che meritavano. Il primo fu Fiorenzo<br />
Fiorentini e mettemmo in scena il Concerto<br />
Fotogramma.<br />
A lui seguirono Anna <strong>Campo</strong>ra, Leopoldo<br />
Trieste, Massimo Wertmuller e poi gli ultimi<br />
due anni, con Ascanio Celestini e<br />
Davide Enia.<br />
Un premio importante, anche per coloro<br />
che compongono la giuria: Vincenzo<br />
Cerami, Curzio Maltese, Germano<br />
Mazzocchetti, Vincenzo Mollica, Mario<br />
Monicelli e Paila Pavese”.<br />
Un premio importante che sembra aver<br />
intrapreso una nuova strada: quella delle<br />
nuove promesse del teatro italiano. Autori<br />
e interpreti nuovi, ma con una personalità<br />
assolutamente ben definita e comprovata<br />
dallo spessore dei testi realizzati e dall’eco<br />
da essi prodotta.<br />
Una scelta inoltre che comprova una vivacità<br />
intellettuale da parte del Maestro<br />
Piovani, che rarissimamente si riscontra in<br />
un ambiente così agguerrito come quello<br />
del teatro; una curiosità innata nell’andare<br />
a verificare come si stia evolvendo la contemporaneità<br />
del linguaggio teatrale e dei<br />
suoi canali comunicativi.<br />
“Un interesse il mio che è innanzitutto<br />
quello dello spettatore che rimane colpito<br />
da tutto ciò che costituisce una novità. Poi<br />
è naturale che come musicista mi interessino<br />
alcuni autori piuttosto che altri, ma<br />
semplicemente perché corrispondono <strong>di</strong><br />
più a quello che è il mio senso <strong>di</strong> ricambio<br />
generazionale nel teatro e al mio senso <strong>di</strong><br />
mutamento del linguaggio e dell’espressione”.<br />
Una vita passata nel teatro la sua, fatta <strong>di</strong><br />
teatro e capace <strong>di</strong> descrivere il teatro nelle<br />
mille sfaccettature che lo caratterizzano.<br />
Un po’ come gli attori <strong>di</strong> un tempo, quelli<br />
che venivano da<br />
una scuola fatta <strong>di</strong><br />
gavetta e <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
maestri e capaci<br />
<strong>di</strong> arrivare al<br />
grande pubblico<br />
anche con il solo<br />
gesto <strong>di</strong> una<br />
mano o con un<br />
sopracciglio alzato,<br />
entrando in<br />
scena senza mai<br />
dare le spalle alla<br />
platea e in grado<br />
<strong>di</strong> richiamare un<br />
applauso interminabile.<br />
Così è la<br />
sua musica: la<br />
stessa capacità <strong>di</strong><br />
raccontare, <strong>di</strong> mimare<br />
una storia,<br />
foto Tommaso Le Pera<br />
5<br />
come una pergamena<br />
che si sroto-<br />
la man mano e che prescinde la parola.<br />
“Tante sono state le persone che mi hanno<br />
insegnato a parlare con la musica, dalle<br />
monachelle, al mio insegnante <strong>di</strong> pianoforte,<br />
ai tantissimi <strong>di</strong> composizione. Ma sicuramente<br />
quello che più <strong>di</strong> ogni altro ha<br />
segnato il mio essere musicista è stato il<br />
Maestro greco Manos Hadjidakis. Mi ricordo<br />
che si trovava a Roma per registrare la<br />
musica <strong>di</strong> un film americano e cercava un<br />
orchestratore; così mi chiamò.<br />
Fino a quando non è morto, pochi anni fa,<br />
mi ha sempre dato in<strong>di</strong>cazioni da maestro,<br />
che sono poi <strong>di</strong>ventate scambi sulla musica,<br />
senza i quali non avrei capito cose fondamentali<br />
che mi servono ogni giorno”.<br />
Una carriera, quella <strong>di</strong> Piovani, che si è<br />
sempre intrecciata con gran<strong>di</strong> personaggi<br />
della musica, del cinema e del teatro.<br />
Uno <strong>di</strong> questi è stato senz’altro il grande<br />
Fabrizio de André, con il quale Piovani ha<br />
collaborato per la realizzazione dei primi<br />
due gran<strong>di</strong> album, Non al denaro, non<br />
all’amore né al cielo e Storia <strong>di</strong> un impiegato.<br />
“E’ un’esperienza che ha riguardato<br />
gli inizi della mia carriera: io avevo 23 anni<br />
e realizzare gli arrangiamenti per quei due<br />
album era un’impresa titanica.<br />
Ma la cosa più bella è rendersi conto che<br />
quei due album hanno poi camminato da<br />
soli e tutt’ora vengono ascoltati anche da<br />
giovanissimi, come se non avessero età,<br />
come se non appartenessero al tempo.<br />
Con Fabrizio ho sempre conservato un<br />
rapporto affettivamente piacevole”.<br />
continua a pag. 6...
6<br />
Da lì in poi è stato solo un crescendo <strong>di</strong><br />
esperienze, <strong>di</strong> opere realizzate, <strong>di</strong> successi<br />
e traguar<strong>di</strong> raggiunti, in ogni parte del<br />
mondo e quasi sempre a ridosso <strong>di</strong> momenti<br />
storici o avvenimenti epocali, quasi a<br />
riba<strong>di</strong>re che la musica è da sempre la<br />
colonna sonora della nostra vita, ma è<br />
altresì un linguaggio che non ha bisogno <strong>di</strong><br />
traduttori simultanei: è in grado da sé <strong>di</strong><br />
essere connubio <strong>di</strong> emotività <strong>di</strong>verse. “Sono<br />
tanti gli episo<strong>di</strong> che mi sono rimasti dentro<br />
l’anima, avvenimenti che mi hanno segnato<br />
come musicista. Uno <strong>di</strong> questi è stato la<br />
doppia rappresentazione de La Pietà nel<br />
territorio palestinese <strong>di</strong> Betlemme e in quello<br />
israeliano <strong>di</strong> Tel Aviv nel 2004. La Pietà<br />
è uno stabat mater per voce recitante, due<br />
cantanti, un soprano <strong>di</strong> coloratura e una<br />
voce soul, e un’orchestra <strong>di</strong> ventitré elementi.<br />
La rappresentammo il giorno prima in<br />
Israele e quello dopo in Palestina, come<br />
fosse un segno <strong>di</strong> pace tra i due popoli; ma<br />
allora non c’erano nemmeno quei minimi<br />
segnali <strong>di</strong> pacificazione che stiamo registrando<br />
in questi giorni, e la tensione la<br />
sentivi nell’aria. Ma quando hai la possibilità<br />
<strong>di</strong> unire il lavoro che fai a quello che succede<br />
nel mondo, allora dai un senso più<br />
alto a ciò che fai. Un altro importante evento<br />
fu il concerto che <strong>di</strong>ressi con la<br />
Filarmonica <strong>di</strong> Johannesburg a Pretoria,<br />
capitale del Sudafrica. Il gruppo era composto<br />
quasi completamente da bianchi, ma<br />
con batterista e bassista nero. Fino a sei<br />
mesi prima era ancora in vigore l’ Apartheid<br />
e non solo era impensabile vedere bianchi<br />
e neri suonare insieme, ma lo era ancora <strong>di</strong><br />
più vedere delle persone <strong>di</strong> colore entrare<br />
nell’au<strong>di</strong>torium come spettatori. E invece in<br />
quell’occasione la cantante era una bravissima<br />
interprete <strong>di</strong> Soweto, naturalmente<br />
nera, e mentre si lavorava insieme si sentiva<br />
l’emozione e la tensione ad<strong>di</strong>rittura tra i<br />
musicisti; per non parlare del pubblico che<br />
mai aveva visto un <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />
bianco abbracciare sul palco una cantante<br />
nera. Queste sono state emozioni vere, <strong>di</strong>f-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
ficilmente esprimibili, fortune che capitano<br />
raramente e che bisogna saper cogliere al<br />
volo”. Una carriera magistrale, caratterizzata<br />
dal premio Oscar per la Miglior Colonna<br />
Sonora per il film La vita è bella, <strong>di</strong> e con<br />
Roberto Benigni, nel 1999. Un avvenimento<br />
quello che ha portato il nome <strong>di</strong> Nicola<br />
Piovani alla ribalta del grande pubblico e<br />
foto T. Le Pera<br />
che, probabilmente, cambia una persona o<br />
un personaggio proprio per questo. “Spero<br />
che il premio oscar abbia influito poco sulla<br />
mia persona, o comunque il meno possibile.<br />
I premi sono gratificazioni e tutti viviamo<br />
<strong>di</strong> gratificazioni. Ricevere premi è una<br />
gioia, ma i premi non attengono alla<br />
sostanza del lavoro che fai; sono i lustrini e<br />
lo champagne.<br />
Quello che cambia un musicista sono le<br />
esperienze che fa e passare attraverso un<br />
film come La vita è bella, sul quale nessuno<br />
puntava, e vederlo invece amato e<br />
accolto in tutto il mondo; aver creduto in<br />
un’opera e vederla volare alto; quella è<br />
un’esperienza che ti cambia, una scommessa<br />
vinta. Nessuno avrebbe creduto che due<br />
autori comici come Cerami e Benigni avessero<br />
potuto raccontare una storia tragica<br />
come l’Olocausto e soprattutto che avessero<br />
potuto dargli una lettura ine<strong>di</strong>ta, come<br />
invece hanno saputo fare”. Ma quello con<br />
Benigni è un sodalizio artistico che continua:<br />
sono infatti <strong>di</strong> Piovani le musiche dell’<br />
ultimo film del regista toscano, La Tigre e il<br />
Dragone, nelle sale il prossimo 23 Ottobre.<br />
“Per quest’ultimo film ho consegnato le<br />
musiche il giorno prima del Fescennino<br />
d’Oro.<br />
E’ stato un lavoro lungo, che, come tutti i<br />
lavori sulla composizione <strong>di</strong> colonne sonore,<br />
conosce due aspetti: uno che definisco artigianale<br />
e che attiene all’elemento pratico<br />
del comporre musica; perciò devi leggere la<br />
sceneggiatura, conoscere il film, il montaggio,<br />
lavorare con il regista in moviola e<br />
decidere con lui dove mettere la musica e<br />
dove non inserirla. Poi c’è un’altra fase che<br />
è quella propria dell’ispirazione e che, proprio<br />
perché ispirazione non sono in grado <strong>di</strong><br />
spiegare; so solo che arriva e non puoi fare<br />
a meno <strong>di</strong> seguire il suo fiume, a volte felice,<br />
a volte un po’ zoppo”. Ma i programmi<br />
<strong>di</strong> Piovani continuano e lo vedono impegnato<br />
in maniera intensa nei prossimi mesi.<br />
“Ora sto partendo per Parigi dove ho in programma<br />
la composizione <strong>di</strong> una colonna<br />
sonora per un film. Poi riprenderò due lavori<br />
ai quali non partecipo <strong>di</strong>rettamente, ma<br />
<strong>di</strong> cui sono l’organizzatore: Semo o nun<br />
semo, su canzoni classiche romane, dalla<br />
fine <strong>di</strong> Settembre a Roma, e Concha Bonita,<br />
tradotta in Italiano da me e da Cerami la<br />
scorsa estate e che riprenderà con un<br />
debutto a Latina il prossimo Ottobre, per<br />
iniziare un tour <strong>di</strong> centoventi repliche per<br />
tutta Italia. Poi a Novembre in Germania<br />
per la composizione della colonna sonora <strong>di</strong><br />
Hotzenplotz il ladro, una favola per bambini<br />
tedesca, un po’ l’alter ego del Pinocchio<br />
italiano. Infine sto scrivendo una Cantata<br />
che vedrà la luce a Maggio”.<br />
Associazione Accademia Internazionale D’Italia<br />
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essere munite <strong>di</strong> autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata<br />
dal <strong>di</strong>rettore e contenente i dati anagrafici dell’incaricato stesso.<br />
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è la più grande vetrina per i tuoi<br />
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8<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Riccardo Fogli<br />
40 anni <strong>di</strong> successi, ma non li <strong>di</strong>mostra<br />
Riccardo Fogli è nato a Pontedera (Pisa) il<br />
21 Ottobre 1947. Ha vinto un festival <strong>di</strong><br />
Sanremo, nel 1982 con “Storie <strong>di</strong> tutti i<br />
giorni”. Nasce, musicalmente, nel 1965,<br />
come bassista e cantante, con un gruppo<br />
beat <strong>di</strong> Piombino, gli Slenders. Dopo un<br />
anno, non ancora ventenne, accetta l’impegno<br />
a tempo pieno con un complesso<br />
che debuttava con ottime garanzie: i Pooh.<br />
Sette anni <strong>di</strong> rigida <strong>di</strong>sciplina professionale,<br />
centinaia <strong>di</strong> concerti, decine <strong>di</strong> incisioni<br />
e, in cambio, il successo collettivo, un<br />
nome che rappresentava quattro persone.<br />
Alla soglia del maggior successo Fogli si<br />
trovò ad attraversare un periodo <strong>di</strong> crisi<br />
personale, che lo porta ad abbandonare il<br />
gruppo e ricominciare da zero. Dopo varie<br />
<strong>di</strong>fficoltà raggiunge il successo come solista.<br />
La seria coscienza professionale e le<br />
doti naturali ne fanno un professionista in<br />
grado <strong>di</strong> adeguare alla propria personalità<br />
qualunque stile.<br />
Come nasce artisticamente Riccardo<br />
Fogli?<br />
Nasce casualmente. In famiglia nessuno<br />
aveva la pre<strong>di</strong>sposizione per la musica,<br />
tranne mia madre. Mia madre, che ora non<br />
c’è più, mi raccontava che quando faceva<br />
le pulizie in chiesa, con un <strong>di</strong>tino suonava<br />
l’organo della parrocchia e ne cantava le<br />
canzoncine. Credo mi abbia trasmesso lei<br />
questa passione. Vengo da Pontedera<br />
dove non c’era nulla, tranne che una palestra<br />
dove si giocava a ping pong, la<br />
“Piaggio” e la banda. Io ho suonato e stu-<br />
secondo da sx il Sindaco <strong>di</strong> Nepi Dott. Franco Vita con i rappresentanti della<br />
Pro Loco Nepi, Riccardo Fogli e Loredana Filoni<br />
<strong>di</strong>ato musica in banda, ho giocato a ping<br />
pong e lavorato alla “Piaggio”.<br />
A che punto è della sua carriera?<br />
…bella domanda!!! Stasera ad esempio<br />
come altre sere, sono il primo ad arrivare<br />
e l’ultimo ad andare via. Ogni giorno è<br />
un’avventura. Per cui mi sembra che non<br />
sia cambiato niente negli ultimi trent’anni.<br />
Questo può essere <strong>di</strong> buon auspicio affinché<br />
per i prossimi trent’anni io ci sia ancora<br />
e continui a fare il mio lavoro con passione.<br />
Stanotte ho fatto le cinque in sala <strong>di</strong><br />
incisione, perché qualcosa cresce sempre<br />
dentro <strong>di</strong> me.<br />
Sta preparando un nuovo <strong>di</strong>sco?<br />
…un’altra bella domanda!!! Purtroppo i<br />
<strong>di</strong>schi non si vendono, quin<strong>di</strong> asserire “lo<br />
sto preparando” sembra quasi una presunzione.<br />
Non è così facile! Ho l’energia, la<br />
voglia e la volontà <strong>di</strong> infilarmi in una sala<br />
<strong>di</strong> registrazione con gran<strong>di</strong> collaboratori,<br />
cercando <strong>di</strong> tirar fuori qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertente<br />
e <strong>di</strong> nuovo. Quelli come me hanno<br />
un passato tale che è <strong>di</strong>fficile farlo “scontrare”<br />
con il futuro. Quando arrivo in un<br />
teatro, o città, o paese, non mi chiedono<br />
quando esce un mio nuovo <strong>di</strong>sco, ma <strong>di</strong><br />
cantargli “Piccola Ketty”, io ne sono orgoglioso<br />
e gliela canto,me la canto, e so che<br />
quando andrò ad incidere il prossimo<br />
<strong>di</strong>sco, faranno dei paragoni. Non è facile.<br />
Qual è un traguardo che ancora non<br />
ha raggiunto?<br />
Non lo so. Non sono così ambizioso da<br />
sognare traguar<strong>di</strong> irraggiungibili. Grazia al<br />
cielo ne ho raggiunti parecchi. Un giorno<br />
mi piacerebbe fare un triathlon. A sessant’anni<br />
forse farò una gara <strong>di</strong> quelle dove si<br />
corre, si nuota e si va in bici. Io sono un<br />
maratoneta, ma mi limito a correre i quarantadue<br />
chilometri, vado un po’ in bici e<br />
nuoto anche un<br />
po’. L’idea <strong>di</strong> fare<br />
due o tre chilometri<br />
a nuoto e cento<br />
in bici mi piace.<br />
Quale esperienza<br />
ha tratto<br />
dalla partecipazione<br />
ad un reality?<br />
Che il reality è<br />
spietato! In televisione<br />
non si vede<br />
la verità. Il reality<br />
è un po’ come un<br />
carcere, dove alla<br />
fine ci si abitua e<br />
ci si organizza. C’è<br />
chi “<strong>di</strong>venta” mat-<br />
to, chi non ce la fà<br />
e si “suicida”! Dai<br />
reality si scappa,<br />
si spaccano le se<strong>di</strong>e, si <strong>di</strong>cono parolacce, si<br />
bestemmia e c’è chi ne esce bene e chi<br />
male. A me piaceva l’idea <strong>di</strong> confrontarmi<br />
in una nuova <strong>di</strong>sciplina, quella del “stiamo<br />
tutti insieme”, ci sfi<strong>di</strong>amo, cantando e ci<br />
sfi<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>aletticamente, quoti<strong>di</strong>anamen-<br />
Loredana Filoni e Riccardo Fogli<br />
te.<br />
Lo rifarebbe?<br />
No. Non lo rifarei mai più!<br />
Quali sono i suoi hobby?<br />
Amo la campagna. Mi piace potare gli ulivi,<br />
ma non produco olio, perché le olive maturano<br />
a Dicembre e in quel periodo non me<br />
la sento <strong>di</strong> raccoglierle, perché fa freddo e<br />
mi ammalerei, però i miei cento ulivi devono<br />
essere in or<strong>di</strong>ne. Inoltro corro e gioco a<br />
pallone. Sono il socio fondatore della<br />
Nazionale Cantanti, che non vuol <strong>di</strong>re giocare<br />
solo a pallone. E’ un contesto nel<br />
quale mi trovo bene.<br />
Che spettacoli ama vedere?<br />
Lo spettacolo più bello, secondo me, è<br />
quello della natura, il tramonto sul mare,<br />
specialmente ai Caraibi. Sono incantato,<br />
basta guardarsi intorno. Mi piacciono gli<br />
spettacoli popolari. Pre<strong>di</strong>ligo Moran<strong>di</strong> e<br />
Antonacci, e se li vedo mi godo i loro concerti.<br />
Ho l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> godermi quello che<br />
mangio e quello che vedo.<br />
Quali cantati stranieri pre<strong>di</strong>lige?<br />
Io sono un po’ all’antica, mi piacciono i<br />
Beatles e i Rolling Stones. Mi piacciono<br />
anche i Coldplay e gli artisti della nuova<br />
generazione.<br />
Progetti futuri?<br />
Così tanti che occorrerebbe tutto il suo<br />
giornale per scriverli. In realtà sono “giovane”,<br />
non ho ancora 58 anni!!<br />
Un ringraziamento particolare alla Pro-loco<br />
<strong>di</strong> Nepi.<br />
Loredana Filoni
Poter intervistare la signora Ghione, non<br />
solo è stato, per me, un’ onore, ma un<br />
grande insegnamento <strong>di</strong> vita! Ho seguito il<br />
suo teatro impegnato fin da giovanissima<br />
e, quin<strong>di</strong>, conosco alla perfezione i suoi<br />
eccezionali livelli interpretativi. Ma ho<br />
anche “scoperto”, in questo incontro, una<br />
donna dolcissima, meravigliosa, saggia, <strong>di</strong><br />
grande volontà e tenacia, molto altruista.<br />
Il pomeriggio con lei, mi ha pre<strong>di</strong>sposta ad<br />
una grande serenità e positività! Sono<br />
stata accolta, letteralmente, a “braccia<br />
aperte” dalla signora Ghione e da suo<br />
marito nella loro splen<strong>di</strong>da <strong>di</strong>mora. La cosa<br />
che, inoltre, mi ha colpita è la gran quantità<br />
<strong>di</strong> animali che popolano la loro abitazione:<br />
6 gatti, 5 conigli e 2 cani! Oltre a<br />
recitare, Ileana Ghione è anche regista, ed<br />
il rinomato teatro romano, a due passi da<br />
San Pietro, che porta il suo nome, è egregiamente<br />
gestito con il marito Christopher<br />
Axworthy.<br />
Nel 2001 il Presidente Ciampi le ha consegnato<br />
la croce <strong>di</strong> Grande Ufficiale della<br />
Repubblica, per meriti artistici. Su uno<br />
splen<strong>di</strong>do terrazzo <strong>di</strong> Roma, la signora<br />
Ghione si è “raccontata”.<br />
Cosa l’ha spinta a prendere un teatro<br />
a Roma?<br />
La molla è scattata da una serie <strong>di</strong> occasioni<br />
e circostanze che mi hanno spinta ad<br />
entrare in una cerchia <strong>di</strong> persone che allestivano<br />
un teatro. Mi sono unita a loro per<br />
rinnovare il teatro “Colosseo”. La mia compagnia<br />
è nata quando sono stata scritturata<br />
per la prima volta. Il produttore non se<br />
la sentì <strong>di</strong> portarci avanti in una tournee<br />
molto lunga, e così mia madre, sapendo<br />
che mi trovavo in un momento della vita<br />
molto grave, mi convinse ad assumermi la<br />
responsabilità <strong>di</strong> formare una compagnia<br />
in cui potevo essere la capo-comica. Non<br />
trovando seguaci in questa impresa, da<br />
sola, soltanto con l’appoggio <strong>di</strong> mia<br />
madre, ho iniziato questo iter. Alla fine<br />
della tournee che, fra l’altro, fu trionfale,<br />
coloro che ci avevano affittato le luci (io<br />
non avevo alcun materiale, ho affittato<br />
tutto) mi <strong>di</strong>ssero se volevo prendere il<br />
50% del “Colosseo” per poter recitare<br />
quando volevo. Debuttai con “Casa <strong>di</strong><br />
Bambola”. Questa rappresentazione ebbe<br />
molta fortuna, perché era un pezzo <strong>di</strong> un<br />
certo impegno e con materiale fornitomi<br />
dall’ ambasciata Norvegese. Partecipò una<br />
tale marea <strong>di</strong> pubblico, che fummo<br />
costretti a sospendere gli sconti festivi.<br />
L’anno successivo avremmo dovuto proseguire<br />
nelle rappresentazioni, ma, per <strong>di</strong>rla<br />
con un eufemismo, non si andò d’accordo.<br />
La cassiera del teatro, allora, mi suggerì <strong>di</strong><br />
andare a vedere questo vecchio teatro,<br />
nato come teatro Rosa, trasformato in<br />
cinema e chiuso da anni. Era stato pensato<br />
come un sogno, mai realizzato, dall’ingegner<br />
Rosa. Suo è stato il progetto del<br />
quartiere Prati. Egli aveva lasciato alle 4<br />
figlie questo teatro, dove sognava <strong>di</strong> cantare,<br />
dato che aveva una bella voce.<br />
Purtroppo per lui, invece, <strong>di</strong>venne un cinema,<br />
in seguito un cine-varietà con la compagnia<br />
De Filippo e i fratelli Maggio:<br />
Pupella, Rosalia e Dante.<br />
Qualche tempo dopo fu preso in gestione<br />
da Amati, che aveva un circuito cinematografico<br />
importantissimo, fra cui anche i<br />
cinema “Adriano” e “Gregory”. Per non<br />
fare concorrenza a se stesso, lo ridusse a<br />
quello che in gergo si <strong>di</strong>ce “pidocchietto” ,<br />
e gli ere<strong>di</strong> lo hanno tenuto chiuso per 6<br />
anni, poi, messo in ven<strong>di</strong>ta. Tutto il teatro<br />
italiano si avvicendo a vederlo. Qualche<br />
giorno prima anche Gassman era andato a<br />
visionarlo.<br />
Io era andata con mia madre e mi era scoraggiata,<br />
in quanto Gassman non aveva<br />
voluto prenderlo, perché necessitava <strong>di</strong><br />
due anni <strong>di</strong> restauri! Figurarsi se lo potevo<br />
fare io! Però l’indomani ci siamo guardate<br />
e abbiamo detto: “E’ questo!”. Quando<br />
sono iniziati i lavori io mi sedevo su una<br />
se<strong>di</strong>a e pensavo: “Qui, vorrei sentire della<br />
musica!” E poi mi è tornato in mente che<br />
io, in quel teatro “pidocchietto” ero venuta,<br />
mentre frequentavo l’ Accademia, con i<br />
miei compagni, mangiando pane e porchetta,<br />
a vedere “La terra trema” <strong>di</strong><br />
Visconti, che era <strong>di</strong>ventato un film d’essai.<br />
Sicuramente era stata una sorta <strong>di</strong> “richiamo”.<br />
Insomma sono state le circostanze a<br />
Incontro<br />
con il teatro<br />
<strong>di</strong> alta<br />
classe<br />
Ileana Ghione<br />
portarmi in questo teatro.<br />
Come ha scelto lo staff che lavora<br />
intorno a lei?<br />
Man mano ho incontrato della gente e<br />
“vivendo” si sceglie. E’ come nella vita: ho<br />
incontrato questa persona, mio marito,<br />
non so neanche io come! E’ un artista e<br />
una persona rara! Alleggerisce la persona<br />
che ama da tanti pensieri. Io non sarò mai<br />
abbastanza grata a chi mi ha “mandato”<br />
quest’ uomo! Per tornare alla scelta dello<br />
staff,è “il fiume della vita” che mi ha portato<br />
ad incontrare delle persone ed a scartarne<br />
altre. C’è stato un periodo in cui persone,<br />
delle quali avevo fiducia, mi hanno<br />
delusa, e , contrariamente, persone che mi<br />
hanno sorpresa. L’insegnamento che ne<br />
ho tratto è che non bisogna mai chiudersi<br />
, malgrado le esperienze negative, perché<br />
dopo il “temporale” arriva sempre un “raggio<br />
<strong>di</strong> sole”.<br />
Quali emozioni ricerca nella scelta<br />
dei suoi testi?<br />
Delle cose che possano parlare del destino<br />
dell’uomo, del mistero della nostra vita. Io,<br />
in fondo, quando leggo qualche testo, mi<br />
arricchisco e li scelgo se mi “<strong>di</strong>cono” qualcosa<br />
altrimenti non li metto in scena.
A volte, anche ridendo e scherzando si può<br />
<strong>di</strong>re molto! Scelgo, comunque, sempre la<br />
parola che è quella che “guarisce” e “uccide”.<br />
Una parola positiva può farci risalire<br />
dal buio, perché qualcuno ce l’ha detta o<br />
l’hai trovata dentro <strong>di</strong> te, attraverso chissà<br />
quali meandri. Voglio <strong>di</strong>re agli altri che la<br />
vita è bella, nel bene e nel male, perché<br />
noi siamo una cosa grande.<br />
Come si fa a <strong>di</strong>ventare un bravo attore<br />
<strong>di</strong> teatro?<br />
Bisogna amare davvero quello che si fa<br />
ed essere sinceri.<br />
E poi credo anche che bisogna<br />
nascere con un ipersensibilità un<br />
po’ speciale per questa cosa.<br />
L’attore è molto “delicato” e non<br />
si può “appoggiare” a degli schemi<br />
precisi. Si, c’è una tecnica<br />
per l’attore, ma guai a finire<br />
solo nella tecnica. Ti devi sempre<br />
mettere un po’ in <strong>di</strong>scussione<br />
e mettere anche in <strong>di</strong>scussione<br />
il modo in cui ti proponi, perché<br />
se la gente non “capisce” certe<br />
cose, forse non siamo riusciti a<br />
farci comprendere. Ci sono persone<br />
che lo vedono come un<br />
lavoro, dove si ottiene un grosso<br />
guadagno, c’è, poi, chi lo fa<br />
per edonismo, e così la prima<br />
ruga <strong>di</strong>venta un problema! Io so<br />
fare questo e basta. Se dovessi<br />
fare cose <strong>di</strong>verse da quelle che<br />
sento penso che potrei anche<br />
ammalarmi.<br />
Quanto è importante per lei<br />
la “sfida” dei testi classici <strong>di</strong><br />
teatro?<br />
Noi faremo “Ecuba” al Ghione, dal<br />
5 novembre al 4 <strong>di</strong>cembre. Ho voluto<br />
leggerla bene ed ho deciso <strong>di</strong> interpretarla.<br />
Magari vorrei proporre al regista<br />
<strong>di</strong> modernizzarla un po’, anche negli abiti.<br />
La storia è antica ma sempre attuale: questa<br />
donna affida il figlio (il cui padre è<br />
Priamo) ad un amico, con tutto il suo<br />
denaro, per i tempi duri, e invece questo<br />
le uccide il figlio tenendosi le ricchezze. Lei<br />
torna, incontra quest’uomo, sapendo<br />
quale atrocità ha commesso e si ven<strong>di</strong>ca,<br />
facendolo uccidere. Questo è un pezzo<br />
classico che mi piace molto.<br />
Quanto spazio c’è per le donne nel<br />
teatro?<br />
Non c’è molto spazio. Non siamo molto<br />
avvantaggiate. Se non rientri nei canoni<br />
fissi <strong>di</strong> figlia, parente, moglie o amante<br />
non c’è molto spazio, e quin<strong>di</strong> donne come<br />
me si rimboccano le maniche e lavorano<br />
sodo. E’ un po’ più dura, ma và bene così.<br />
Bisogna <strong>di</strong>rlo, la donna qui da noi è ancora<br />
molto, molto in<strong>di</strong>etro.<br />
Tre libri che suggerirebbe <strong>di</strong> leggere?<br />
Io in genere leggo i testi teatrali.<br />
I miei conterranei Gozzano e Pavese. E poi<br />
suggerirei <strong>di</strong> leggere i gran<strong>di</strong> classici dai<br />
“Promessi Sposi” in poi, per riappropriarci<br />
del linguaggio, perché ormai non sappiamo<br />
più parlare, abbiamo perso un patrimonio<br />
<strong>di</strong> parole che avevamo quando<br />
facevamo il Liceo.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />
Adesso stiamo inebetiti davanti alla televisione.<br />
La cosa che ha <strong>di</strong> bello il teatro è<br />
che tu partecipi perché contribuisci alla<br />
riuscita <strong>di</strong> quella serata. Cominciamo stanchi<br />
e terminiamo pieni <strong>di</strong> energia.<br />
Cosa ne pensa dei premi letterari?<br />
Ce ne sono tantissimi. Tanti scrivono.<br />
Ben vengano, ma, onestamente non so chi<br />
legge. Qui da noi si legge poco.<br />
I suoi hobby e le sue passioni quali<br />
sono?<br />
Io non ho dei veri e propri hobby. Uno<br />
potrebbe in un certo senso essere anche il<br />
teatro.<br />
Poi mi piace occuparmi dei miei vasi e dei<br />
miei animali, ho tantissimi gatti, cani e<br />
conigli.<br />
Ma il mio hobby insostituibile è il teatro.<br />
Possiede degli strumenti musicali?<br />
Si, abbiamo dei pianoforti, perché mio<br />
marito è musicista, anche io da ragazza ho<br />
stu<strong>di</strong>ato, fino a quando sono venuta in<br />
accademia. Ho frequentato il conservatorio,<br />
ma sono stata una allieva me<strong>di</strong>ocre<br />
perché suonavo maggiormente i pezzi che<br />
mi piacevano. Poi ho incontrato Chris, e mi<br />
sono appassionata <strong>di</strong> nuovo alla musica,<br />
quasi per “vicinanza”, e poi perché lui ha<br />
inserito al Ghione, una intensa attività<br />
musicale.<br />
Com’è il rapporto artistico con suo<br />
marito?<br />
Non ce ne accorgiamo neanche. Ci vogliamo<br />
tanto bene, ci stimiamo. Noi stiamo<br />
tanto bene insieme: ci siamo incontrati e<br />
più stiamo vicini, più ci piace.<br />
Con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo tutto. Vado ai suoi concerti.<br />
Mi piace conoscere i suoi amici. Ma lui fà<br />
altrettanto: mi segue, anche se alle volte<br />
non ne ha voglia. Lui si occupa anche <strong>di</strong><br />
tutte le questioni pratiche del teatro per<br />
alleggerire le mie giornate!<br />
Cosa ne pensa della mondanità?<br />
Penso che non mi riguarda come mondanità<br />
fine a sè stessa. Se poi la inten<strong>di</strong>amo<br />
come “mondo”, questo mi piace. Entrare in<br />
contatto, imparare dal mondo, ma certi<br />
formalismi che si leggono sulle riviste, no,<br />
non mi hanno mai riguardato. C’era una<br />
serata dove ero stata invitata, che ho<br />
evitato accuratamente, perché lo<br />
trovo uno spreco <strong>di</strong> tempo, io in<br />
fondo, sono una persona semplice,<br />
una grande lavoratrice.<br />
Delle attrici <strong>di</strong> oggi e delle veline<br />
cosa ne pensa?<br />
Può darsi anche che qualche velina<br />
<strong>di</strong>venti una Eleonora Duse, io non<br />
posso <strong>di</strong>rlo! Ai miei tempi non esistevano<br />
questo genere <strong>di</strong> personaggi<br />
e, comunque, non avrei mai desiderato<br />
fare una forma <strong>di</strong> spettacolo<br />
<strong>di</strong> questo tipo, mai, mai, mai. A me<br />
interessa il teatro, non il <strong>di</strong>vismo.<br />
In passato, facevo qualcosa in TV,<br />
come gli sceneggiati, ma erano sempre<br />
pezzi <strong>di</strong> teatro “adattati” alla<br />
televisione, perché non sarei stata<br />
capace <strong>di</strong> fare altro. Ognuno deve<br />
svolgere quello che è in grado <strong>di</strong><br />
fare, io so fare teatro e mi piace. Non<br />
critico alcuna forma <strong>di</strong> spettacolo<br />
anche se, onestamente trovo sia un<br />
decerebrare le persone attraverso<br />
messaggi che tali non sono. C’è una<br />
povertà <strong>di</strong> comunicazione con qualche<br />
immagine e degli esempi, come le soap<br />
opera dove si arriva a mille e passa puntate.<br />
Si fanno “resuscitare” i morti, i personaggi<br />
compiono azioni <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevoli. Ma<br />
fanno da modello per la società che si plasma<br />
su questo e non sa che stà passando<br />
la vita su cose che non esistono, <strong>di</strong>menticandosi<br />
<strong>di</strong> vivere. La gente “non vive”! Io<br />
ho una casa con oggetti, mobili che “viviamo”<br />
da 40 anni. Le cose le “uso”, il mazzo<br />
<strong>di</strong> fiori, che ricevo, lo faccio essiccare, per<br />
ricordo e lo conservo, e così tante altre<br />
cose.<br />
Per concludere, mi auguro <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre il<br />
teatro con “qualcuno”, e se la gente, dopo<br />
lo spettacolo serba qualche buon ricordo,<br />
significa che a qualcosa sono servita. Le<br />
<strong>di</strong>rò un’altra cosa, se non avessi fatto l’attrice,<br />
sarei andata a fare la missionaria nel<br />
terzo mondo, per questa idea che ho <strong>di</strong><br />
aiutarci e capire chi siamo e dove an<strong>di</strong>amo.<br />
E’ bellissimo conoscere la natura<br />
umana e anche sapere cos’ è un suono,<br />
una parola e il suo significato.<br />
Dott.ssa Loredana Filoni
<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />
“Tegole e fregole”<br />
una favola dei nostri giorni<br />
Il 4 Ottobre, giorno <strong>di</strong> San Francesco d’Assisi, “prima” al Salone Margherita della comme<strong>di</strong>a musicale con<br />
Riccardo Garrone e Miranda Martino. Monica Cirinnà presente alla conferenza stampa.<br />
Riccardo Garrone<br />
E’ stata fissata nel giorno del santo <strong>di</strong><br />
Assisi la “prima” della comme<strong>di</strong>a musicale<br />
“Tegole e fregole”- I gatti <strong>di</strong> Roma <strong>di</strong><br />
Silvestro Longo, Sergio Iovane e Marco<br />
Lupi. Gran<strong>di</strong> gli interpreti: Miranda Martino<br />
(cantante, attrice <strong>di</strong> teatro, <strong>di</strong> cinema e <strong>di</strong><br />
musical) e Riccardo Garrone ( attore a 360<br />
gra<strong>di</strong> dal grande cinema alla comme<strong>di</strong>a<br />
all’italiana, al teatro, fiction e pubblicità).<br />
Un folto gruppo <strong>di</strong> ballo composto da do<strong>di</strong>ci……..”gatti”.<br />
Musiche <strong>di</strong> Alberto Laurenti.<br />
Si replica fino al 30 Ottobre.<br />
La storia è ambientata nella vecchia Roma.<br />
Protagonista Marcella<br />
(Miranda Martino)<br />
un’anziana<br />
quanto arzilla “gattara”<br />
che abita in<br />
un piccolo attico a<br />
Trastevere.<br />
La donna, vedova è<br />
circondata da do<strong>di</strong>ci<br />
gatti che cura amorevolmente<br />
e che,<br />
con l’andare del<br />
tempo ha imparato<br />
a decifrare. Corteggiata<br />
da un<br />
nobile decadente,<br />
Augusto Colonna<br />
(Garrone), sofferente<br />
d’asma per<br />
tutti questi gatti, le<br />
proporrà <strong>di</strong> unire le<br />
loro solitu<strong>di</strong>ni. E in<br />
questa <strong>di</strong>atriba tra Augusto e i gatti, alla<br />
fine l’amore trionferà. La comme<strong>di</strong>a<br />
affronta importanti tematiche quale la solitu<strong>di</strong>ne<br />
degli anziani, la solidarietà, l’amore<br />
e il rispetto per gli animali.<br />
A presentare l’evento, con una rassegna<br />
stampa, Monica Cirinnà, vice presidente<br />
del Consiglio Comunale e Delegata del<br />
Sindaco <strong>di</strong> Roma per i <strong>di</strong>ritti degli animali.<br />
L’assessore Cirinnà ha contribuito a questa<br />
realizzazione con un fondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila<br />
euro, ritenuto più fruttuoso <strong>di</strong> una campagna<br />
pubblicitaria.<br />
“Il gatto rappresenta per Roma un citta<strong>di</strong>no<br />
a pieno titolo – spiega la delegata del<br />
Sindaco – e dato che ai giornalisti piacciono<br />
i numeri <strong>di</strong>rò che Roma è la capitale dei<br />
gatti in Europa. Noi abbiamo trecentomila<br />
gatti, dei quali centoottantamila abitano<br />
nelle case dei romani e gli altri centoventimila<br />
nelle colonie feline protette dall’amministrazione<br />
comunale e mantenute dagli<br />
stessi citta<strong>di</strong>ni”. Anche Miranda Martino ha<br />
confessato <strong>di</strong> essere una grande estimatrice<br />
<strong>di</strong> animali, i gatti in particolare. “Lo<br />
sguardo degli animali – ha detto – mi<br />
mette un senso <strong>di</strong> colpa, perché non si<br />
sanno <strong>di</strong>fendere! Questo ruolo mi esalta e<br />
mi terrorizza, ho dovuto imparare a<br />
memoria settantacinque pagine!”.<br />
Le musiche sono state scritte da Alberto<br />
Laurenti, alternando ballate d’amore a<br />
canzoni ritmiche, pensando al carattere<br />
dei gatti, alla loro aggressività e mobilità.<br />
Laurenti lavora da moltissimi anni alla canzone<br />
romana, ha fondato la “Piccola<br />
Orchestra Romana” ed è stato produttore<br />
<strong>di</strong> Sergio Centi, Gabriella Ferri e Franco<br />
Monica Cirinnà con la compagnia<br />
Miranda Martino<br />
Califano.<br />
Secondo il maestro, una nota a parte spetta<br />
al brano “Roma de notte”, in quanto<br />
merita al <strong>di</strong> là della comme<strong>di</strong>a. Il brano è<br />
splen<strong>di</strong>damente interpretato da Gabriella<br />
Scalise , già doppiatrice ufficiale della<br />
Disney e facente parte della “Piccola<br />
Orchestra Romana”. Un’ultima nota a cui,<br />
uno dei registi, Silvestro Longo, tiene particolarmente<br />
è che “in questo musical non<br />
vi è alcun accostamento a Cats, dove gli<br />
interpreti, bellissimi, cantavano.<br />
I nostri non cantano ma saltano! Hanno<br />
fatto quin<strong>di</strong>ci giorni<br />
<strong>di</strong> mimo con il<br />
coreografo Clau<strong>di</strong>o<br />
Meloni, proprio per<br />
non dare l’impressione<br />
<strong>di</strong> essere do<strong>di</strong>ci<br />
ballerini. Vedrete<br />
do<strong>di</strong>ci elementi<br />
che si muovono da<br />
gatti. Tutte le movenze<br />
feline in coreografia,<br />
saranno<br />
appunto movenze<br />
feline, non da umani,<br />
e questa è una<br />
caratteristica importante”.<br />
Spettacolo da vedere<br />
e da ”sentire”!<br />
Dott.ssa<br />
Loredana Filoni
Il Mar della tranquillità ......<br />
non è più tale !<br />
Nel 4° giorno <strong>di</strong> luna crescente....<br />
il<br />
ROCK SUONAPOTENTE<br />
E’ notizia <strong>di</strong> qualche mese fa che i cinesi si<br />
preparano, a breve, ad organizzare propri<br />
viaggi spaziali e relativi sbarchi sulla Luna,<br />
allestendo cosiddette missioni SHENZHOU,<br />
istruendo allo scopo anche rappresentanti<br />
del gentil sesso già definite “taikonaute”……<br />
Il “made in China” sarà, da quel momento,<br />
un fatto davvero universale… dalla base<br />
Luna partiranno esportatori… si.. si, esportatori<br />
e non esploratori, dagli occhi a mandorla<br />
per le mete più sperdute della galassia…<br />
alla conquista <strong>di</strong> nuovi territori commerciali…<br />
ma in Europa, Italia, più esattamente<br />
a Roma, il popolo del pianeta<br />
Rock, (vanta numerose “enclave” sparse<br />
sul pianeta Terra!!!), da oltre <strong>di</strong>eci anni, si<br />
è organizzato per vivere in perfetta armonia<br />
con … “4 Lunatici”, tributando loro ampi<br />
consensi, partecipando in massa, ai loro<br />
frequenti “parties lunari” e acquistando<br />
“<strong>di</strong>schetti…musicali” … quanto basta per…<br />
non farli tornare sulla Luna insod<strong>di</strong>sfatti!<br />
La “banda dei 4” … in controtendenza<br />
rispetto ai cinesi, è atterrata sul pianeta<br />
Rock nel 1994, sotto mentite spoglie,<br />
prendendo in prestito dalla nomenclatura<br />
zoologica il nome <strong>di</strong> un … ragno,<br />
“Neriene”, sbarcando e consumando, <strong>di</strong> li<br />
a poco, le prime “5 razioni musicali” necessarie<br />
per la loro permanenza sul “Rock”. C’è<br />
da <strong>di</strong>re che la missione, all’epoca, era stata<br />
stu<strong>di</strong>ata attentamente dai responsabili del<br />
progetto “GUG –GUG – GUG” (traduzione<br />
letterale dal Lunatico: corde tese e plettri<br />
ardenti) e ai partecipanti, reclutati tra giovani<br />
della “dark side lunare” che avevano<br />
risposto al bando <strong>di</strong> arruolamento … si<br />
richiedevano <strong>di</strong>verse doti, tra le quali l’abilità<br />
tecnica nell’uso <strong>di</strong> alcuni oggetti che i<br />
reclutatori, tipi che, si <strong>di</strong>ceva a voce <strong>di</strong><br />
Lunatico, avevano stu<strong>di</strong>ato non poco, chiamavano<br />
“strumenti musicali”, con particolare<br />
riguardo ai “cordofoni” e ai “membrano-<br />
IV<br />
foni”… dalla selezione, tremenda, filtrarono<br />
4 tipi… con la luna storta quel giorno e sicuramente<br />
nei giorni a venire… dai documenti<br />
<strong>di</strong> sbarco esibiti ai “buttadentro” del<br />
“varco planetario” <strong>di</strong> “Rock”, ai componenti<br />
dell’allegra combriccola risultavano essere<br />
stati attribuiti, dopo il processo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento<br />
previsto dalla procedura <strong>di</strong> Mother<br />
Miki Chessa...una voce dallo spazio<br />
Moon, “keep yourself alive, always!”i<br />
seguenti “identifycodes”: Mike & Laki<br />
anche detti Chessa Brothers, in precedenza<br />
abilissimi “creatori <strong>di</strong> crateri lunari”,<br />
riconvertitisi, per la missione, ad imbracciar<br />
chitarre, Alex “Julius” Giuliani, <strong>di</strong>rettore<br />
<strong>di</strong> ritmo al cantiere <strong>di</strong> “Mare Vaporum”,<br />
assegnato alla “macchina dei tempi” uma-<br />
Mr BJ da una foto d’archivio ritrovata<br />
sotto un cumulo <strong>di</strong> ... polvere lunare<br />
namente parlando… la batteria, ed ultimo<br />
ma non ultimo Mr Andrea “BJ” Caminiti,<br />
un fido collaboratore <strong>di</strong> “Julius” ai “Mare<br />
Vaporum”, ex “grattatore <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà della<br />
crosta lunare” successivamente trasferito al<br />
consolidamento delle pareti dei crateri e<br />
all’ingrassaggio delle trivelle perforanti <strong>di</strong><br />
“Mar Frigoris”, un tipo assai tosto, assoldato,<br />
dalla missione, al basso, con alto tasso<br />
d’infiammabilità….. aveva voluto espressamente<br />
che Mr. Precedessi su i suoi documenti<br />
<strong>di</strong> sbarco… <strong>di</strong>versamente sarebbe<br />
rimasto nei suoi crateri e tra le sue “polveri<br />
lunari”…. In fondo in fondo si trovava<br />
bene a dar giù “pneumatico”! Ai quattro,<br />
ben presto, le mentite spoglie <strong>di</strong> NERIENNE<br />
iniziarono a stare attillate e giunsero alla<br />
conclusione che si dovesse essere se stessi,<br />
fare “outing”….. insomma <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong><br />
LUNA<br />
<strong>di</strong> Carlo Cattani<br />
fronte al popolo <strong>di</strong> “Rock” <strong>di</strong> essere….<br />
Lunatici…. Orgogliosi Lunatici, positivi, uniti<br />
da profonda amicizia, con intenti amichevoli<br />
ma fermi a far valere i loro ideali <strong>di</strong><br />
coscienza e musicali; <strong>di</strong> seguito ad una ……<br />
celestiale riunione del 1996, con all’or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno la questione “<strong>di</strong>versificazione del<br />
logo e sostituzione dell’appellativo del<br />
moniker: quale impatto sul popolo <strong>di</strong> Rock<br />
?”, scelsero <strong>di</strong> chiamarsi all’unanimità “IV<br />
LUNA” … e pare che quel giorno il primo<br />
essere del pianeta Rock che li incrociò con<br />
le nuove identità, <strong>di</strong> loro abbia detto:<br />
“questo è un piccolo passo per questi<br />
“4”…… ma un balzo gigante per noi<br />
Rockettari……” I “4” nella penombra<br />
della loro sala prove, elaborarono e assemblarono<br />
con molta perizia, nel 1997, uno<br />
“spruzzatore a nastro magnetico” identificato,<br />
nello loro carte <strong>di</strong> rapporto a “Base<br />
Luna” dal co<strong>di</strong>ce “PROMO 97”, caricato a<br />
“tre songs” con capacità sonora <strong>di</strong> circa 20<br />
minuti, che avrebbe consentito loro <strong>di</strong> sorvolare<br />
e <strong>di</strong>ffondere, sugli aspri territori <strong>di</strong><br />
“Me<strong>di</strong>aworld”, satellite principale del pianeta<br />
Rock, un fluido, il “NOTARIL”, già musicalmente<br />
consistente e creativo coraggiosamente<br />
ESALTATO dalla scelta <strong>di</strong> spargerlo<br />
al gusto dell’i<strong>di</strong>oma ITALIANO: “…… e<br />
dunque avanti con il primo passaggio,<br />
an<strong>di</strong>amoli a prendere!” pare avesse<br />
euforicamente esclamato Mr “BJ” ai coman<strong>di</strong><br />
dello “spruzzatore musicale”…. piccolo<br />
ma efficiente “gingillo magnetico”, perché<br />
la propagazione del materiale fu ampiamente<br />
ripagata dai responsi <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o “rock<br />
oriented”, rock magazines, fanzines, webzine…<br />
occasione <strong>di</strong> concerti… l’opera <strong>di</strong><br />
“<strong>di</strong>serbatura” dalla gramigna musicale <strong>di</strong>la<br />
IV LUNA live...nello scorso millennio<br />
gante, era finalmente ripresa! Tuttavia, la<br />
vita sul pianeta Rock, è risaputo, non è facile:<br />
anni duri e <strong>di</strong>fficili per i soci fondatori <strong>di</strong><br />
IV LUNA intenti a calcare la scena dovunque<br />
ci fosse stato un palco ad ospitarli! I<br />
“Germogli” <strong>di</strong> questo indefesso lavorio <strong>di</strong><br />
semina musicale, fatta <strong>di</strong> su e giù per palchi<br />
e ore <strong>di</strong> affiatamento in sala prove,<br />
sbocciano agli albori del 2000 con la realizzazione<br />
del primo documento <strong>di</strong>scografico<br />
ufficiale, “LIBERAMENTE”, un’autoproduzione<br />
che denota una qualità complessiva, <strong>di</strong>
sostanza musicale e <strong>di</strong> contorno (ve<strong>di</strong> l’artwork),<br />
<strong>di</strong> livello non comune…… le aspettative<br />
riposte già da anni da parte <strong>di</strong> lungimiranti<br />
recensori del “PROMO 97”, trovano<br />
ampi motivi <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione in questo cd <strong>di</strong><br />
6 tracce che vede la band percorrere, a<br />
bordo del suo nuovo “veicolo” con abilità <strong>di</strong><br />
conduzione, la superstrada del pianeta<br />
Rock. “LIBERA MENTE” , titolo/manifesto<br />
programmatico degli intenti della band,<br />
della volontà <strong>di</strong> “fuggire dai con<strong>di</strong>zionamenti<br />
sociali = prigione degli ideali”, suona<br />
laborioso negli “intrighi” strumentali e incede<br />
con passo pesante… un’ampia scelta <strong>di</strong><br />
“farciture” che esaltano la voglia <strong>di</strong> “far<br />
passare” all’au<strong>di</strong>ence gli stati d’animo delle<br />
composizioni, dei testi, particolarmente<br />
curati, tendenzialmente ermetici e “filanti”<br />
dal punto <strong>di</strong> vista della metrica, latori <strong>di</strong><br />
argomenti legati al quoti<strong>di</strong>ano vivere “vicino<br />
e lontano” , talvolta urlanti, talvolta delicatamente<br />
offerti dall’espressiva voce <strong>di</strong><br />
“Miki”. Il cd, caratterizzato da brani “fuori<br />
misura” rispetto ai 4 minuti classici, acme<br />
del percorso artistico ’94-2000, si eleva grazie<br />
a pezzi quali l’introduttiva “Balocco”, il<br />
seguente “Germogli” e la title track “Libera<br />
Mente”; l’opera è realizzata in un’atmosfera<br />
musicale “protetta” costituita da una miscela<br />
<strong>di</strong> generi dell’ampio spettro del rock, filiazioni<br />
quali il “doom”, il “gothic”, il progressive<br />
a sua volta <strong>di</strong>versamente sfaccettato<br />
(esalazioni <strong>di</strong> prog italiano dei ’70, riferimenti<br />
<strong>di</strong> metal progressive), heavy psich<br />
un’affumicatura al “vapor Blach Sabbath”<br />
Miki Chessa ... mentre ara i campi musicali<br />
data dai solenni riffs chitarristici made in<br />
“CHESSA BROTHERS”. Se scorrete in<br />
Internet troverete <strong>di</strong> tutto e <strong>di</strong> più per cercare<br />
<strong>di</strong> “arginare” il sound “Lunatico”… il<br />
giu<strong>di</strong>zio comunemente espresso è <strong>di</strong><br />
apprezzamento… e questo per una band è<br />
fondamentale…! I IV LUNA tesaurizzano<br />
tutto il vissuto <strong>di</strong> questa prima esperienza e<br />
critiche, concerti, aspettative, <strong>di</strong> proposte, li<br />
accompagnano alla realizzazione e successiva<br />
pubblicazione, agli inizi del 2004, del<br />
cd “D’INCANTO”. La novità principe è la<br />
realizzazione del nuovo progetto con il<br />
significativo sostegno dell’etichetta romana<br />
BLOND RECORDS <strong>di</strong>retta da Enrico<br />
Capuano, valido e multiforme musicista <strong>di</strong><br />
stanza nella capitale, che immette sul mercato<br />
un cd altamente competitivo per confezione<br />
e valenza artistica! Negli oltre 60<br />
min. <strong>di</strong> “D’INCANTO”, il gruppo intesse un<br />
“tappeto sonoro”, ad elevata tecnica esecutiva,<br />
dove la varietà decorativa dei brani, la<br />
loro forza suggestiva, fanno si che l’opera<br />
“sbrecci” l’ascoltatore, al meglio, dopo ripetuti<br />
ascolti. C’è il piacere <strong>di</strong> cogliere i “cambi<br />
<strong>di</strong> colore” in questa “voce della luna” e i “4<br />
maestri decoratori” realizzano un cd che<br />
potrà piacere ad un’ampia fetta del pubblico<br />
del pianeta Rock, soprattutto, da parte<br />
<strong>di</strong> rochers evoluti, amanti dei “lati ar<strong>di</strong>ti” del<br />
genere (hard/metal – prog – dark rochers…<br />
ci sono tutti?), desiderosi <strong>di</strong> decriptare gli<br />
“ululati”… alla IV LUNA e <strong>di</strong> seguire la ricchezza<br />
delle linee musicali! Un sound, quello<br />
catturato in questo cd che, a detta degli<br />
autori, sarà “ripetibile” dal vivo, perché il<br />
Laki Chessa... anche lassù qualcuno ci ama!<br />
processo creativo e la realizzazione tecnica<br />
hanno teso a privilegiare questa <strong>di</strong>mensione!<br />
Un lampioncino e delle fragili falene<br />
sono i testimoni del quoti<strong>di</strong>ano passaggio <strong>di</strong><br />
consegne, del “braccio <strong>di</strong> ferro”, tra il giorno<br />
e la notte… presto con la sua luce il<br />
fanale sarà padrone della situazione notturna…<br />
ma ora si sforza <strong>di</strong> emanare il suo flebile<br />
bagliore così confuso con l’ancora<br />
assorbente luce del tramonto… ma la IV<br />
LUNA non è confusa e ci inebria con la sua<br />
nuova atmosfera aprendo<br />
la manetta e spandendo, tanto per cominciare,<br />
il brano strumentale, “Allucinazioni”,<br />
dall’introduttivo rabbioso riff chitarristico,<br />
una arpione scagliato e conficcato nella<br />
dura scorza <strong>di</strong> noi rockettari, caratterizzato<br />
dalle evoluzioni della chitarra rampicante <strong>di</strong><br />
“LAKI” Chessa… il brano potrebbe rappresentare<br />
una sigla d’apertura (d’assalto!) per<br />
un programma ra<strong>di</strong>ofonico “specializzato…<br />
la “sostanza” successiva è in crescendo!<br />
Impietosi i “CHESSA Bros” annodano le loro<br />
chitarre, come l’or<strong>di</strong>to e la trama ben serrati<br />
<strong>di</strong> un tappeto, dove far risaltare la particolare<br />
rappresentazione vocale del versatile<br />
e potente “MIKI”, anche forti della giusta<br />
tensione dei “fili del tessuto <strong>di</strong> base”<br />
garantita da Julius “on drum” e BJ al basso.<br />
Ho apprezzato molto questo cd (si vede?),<br />
la sua generale compattezza e concretezza<br />
sonora, fortemente caratterizzata da passaggi<br />
aggressivi, ruvi<strong>di</strong>, epici, veloci, anche<br />
“maculati” da atmosfere sospese ed episo<strong>di</strong><br />
attenuati al mite suono <strong>di</strong> un arpeggio <strong>di</strong><br />
chitarra acustica (A pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>)… insomma<br />
una IV LUNA … piena <strong>di</strong> vitalità!<br />
Fase 2005: c’è qualcosa <strong>di</strong> nuovo oggi sulla<br />
IV LUNA… BJ è stato richiamato da base<br />
IV LUNA e<strong>di</strong>zione 2004 ...<br />
wanted dead or alive<br />
Luna per organizzare una nuova “brigata<br />
musicale”… il suo posto è stato rilevato da<br />
GIACOMO “Tris” CITRO … you are welcome!<br />
Così ricombatta la band alterna concerti alle<br />
sedute <strong>di</strong> registrazione del terzo cd la cui<br />
uscita è prevista per il 2006.<br />
Un consiglio: non arrischiatevi ad un incontro<br />
ravvicinato improvviso… cercateli <strong>di</strong>rettamente!<br />
www.quartaluna.com<br />
Julius ... non ho tempo ... non ho tempo<br />
devo andare<br />
La IV LUNA ... nella sua recente “faccia”<br />
RESTA DIVERSO, NON AVRAI PERSO<br />
(da “Dictator Me<strong>di</strong>a”/ IV LUNA)<br />
SCHEDA SINTETICA<br />
FORMAZIONE 2005 “Miki” Chessa – chitarra<br />
e voce solista, “Laki” Chessa – chitarra,<br />
Alex “Julius” Giuliani – batteria,<br />
Giacomo “Tris” Citro – basso.<br />
DISCOGRAFIA come “NERIENE”: NERIE-<br />
NE – demotape (1996), come “IV LUNA”:<br />
PROMO ’97 – nastro 3 tracce autoprodotto,<br />
LIBERA MENTE – cd autoprodotto 2000,<br />
D’INCANTO – cd (Blond Records) 2004<br />
Per informazioni sul gruppo ed acquisto<br />
CDs : www.quartaluna.com e mail:<br />
quartalunaciaoweb.it<br />
www.blondrecords.com
01100 Viterbo -<br />
P.zza Ver<strong>di</strong>, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: colb-viterbo@lisi-bartolomei.com<br />
Centro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: colb-tuscia@lisi-bartolomei.com<br />
01030 Vallerano (VT) -<br />
Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: colb-valle@lisi-bartolomei.com<br />
01033 Civita Castellana (VT) -<br />
Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: colb-civita@lisi-bartolomei.com<br />
00169 Roma -<br />
Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 - Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988<br />
e-mail: colb-roma@lisi-bartolomei.com<br />
63037 Porto D’Ascoli (AP) -<br />
Centro Commerciale Portogrande - Via Pasubio, 144 - Tel./Fax 0735.753665<br />
e-mail: colb-portogrande@lisi-bartolomei.com<br />
70124 Bari -<br />
Centro Commerciale Carrefour - Viale L. Pasteur, 6 - Tel./Fax 080.5382652<br />
e-mail: colb-barisanpaolo@lisi-bartolomei.com
<strong>Campo</strong> de’ fiori 17<br />
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />
Il Marchese del Grillo<br />
Molte persone conoscono<br />
il detto romanesco<br />
ciai le pigne in<br />
testa ma pochi, probabilmente,<br />
ne conoscono<br />
l’origine, ebbene<br />
si, anche in questo<br />
detto c’entra il famoso<br />
Marchese del<br />
<strong>di</strong> Riccardo Consoli<br />
Grillo, un nobile<br />
romano che amava<br />
impiegare la maggior parte del suo tempo<br />
escogitando scherzi <strong>di</strong> ogni genere.<br />
Impegnato, quasi a tempo pieno, in questo<br />
particolare lavoro egli amava prendere <strong>di</strong><br />
mira gli ebrei, vittime predestinate, che<br />
detestava cor<strong>di</strong>almente e che, dall’alto della<br />
Torre del suo Palazzo si <strong>di</strong>vertiva a prendere<br />
a sassate, essendo questi facilmente<br />
riconoscibili per lo sciamanno che erano<br />
costretti ad indossare, un cerchio <strong>di</strong> tessuto<br />
color giallo cucito sull’abito o un nastro portato<br />
sul cappello o su uno scialle.<br />
Il Rabbino Capo ebbe a lamentarsi più volte<br />
con il Papa per questi feroci scherzi, vere e<br />
proprie aggressioni, che tanto <strong>di</strong>vertivano il<br />
Marchese del Grillo, talchè il Pontefice chiamatolo<br />
a rapporto, lo rimproverò <strong>di</strong>cendogli:<br />
“se proprio non puoi farne a meno,<br />
getta loro della frutta”; il goliar<strong>di</strong>co<br />
Marchese non se lo fece ripetere due volte<br />
e da quel giorno, in luogo <strong>di</strong> sassi cominciò<br />
a lanciare grosse pigne sui malcapitati. Da<br />
allora, non a caso, questo detto vuole avere<br />
il senso <strong>di</strong> rimbecillimento della persona a<br />
cui ci si riferisce e ciò con riferimento alle<br />
conseguenze che può comportare una<br />
pigna lanciata dall’alto <strong>di</strong> una torre e ricevuta<br />
in testa.<br />
Il Marchese del Grillo, tipico rappresentante<br />
della nobiltà romana dei primi dell’ottocento,<br />
vive nel Palazzo <strong>di</strong> sua proprietà sito sull’attuale<br />
Salita del Grillo che da quella famiglia<br />
prende il nome e che, sviluppandosi a<br />
monte dei Mercati <strong>di</strong> Traiano, parte da<br />
Largo Magnanapoli per arrivare in Piazza<br />
del Grillo. Ai pie<strong>di</strong> della salita è ben visibile<br />
l’Arco dei Conti e, lungo la medesima è<br />
ancora possibile ammirare il poderoso fianco<br />
del Castello Caetani e<strong>di</strong>ficato nel corso<br />
del XIII secolo. Il Palazzo del Grillo è una<br />
pittoresca <strong>di</strong>mora settecentesca costituita<br />
da una facciata con un gran<strong>di</strong>oso portone<br />
barocco e due avancorpi, posteriormente, la<br />
parte centrale è unita alla Torre che originariamente<br />
costituiva un fortilizio me<strong>di</strong>ovale;<br />
come detto, questo Palazzo, che alla fine<br />
del secolo scorso fu anche l’abitazione del<br />
pittore Renato Guttuso, all’epoca era la<br />
signorile <strong>di</strong>mora del famosissimo Marchese<br />
la cui famiglia si sarebbe estinta successivamente<br />
a Capranica, che delle burla fece la<br />
sua attività principale. Volendo fornire<br />
qualche notizia inerente questo notevole<br />
e<strong>di</strong>ficio, ricor<strong>di</strong>amo il cortile, un giar<strong>di</strong>no<br />
pensile, famoso per le tre fontane che vi<br />
furono costruite e che venivano alimentate<br />
da una straor<strong>di</strong>naria sorgente dalla quale si<br />
<strong>di</strong>partiva una vena d’acqua che, infiltrandosi<br />
dalle pen<strong>di</strong>ci del Quirinale, scendeva fino<br />
ai posse<strong>di</strong>menti dei del Grillo che se ne servivano<br />
per il loro fabbisogni. La Torre, ancora<br />
superbamente conservata, fu e<strong>di</strong>ficata su<br />
progetto dell’architetto Marchionne Aretino,<br />
probabilmente nel 1223 e, salvo un brevissimo<br />
periodo, fu sempre Ghibellina e rappresentò<br />
la <strong>di</strong>fesa contro i Caetani, il<br />
Castello dei quali sorgeva nell’area dei Fori<br />
Traianei; la Torre originariamente dei<br />
Carboni passò ai Conti e, quin<strong>di</strong>, nel XVII<br />
secolo ai del Grillo e fu allora che il<br />
Marchese Cosmo nel 1675, vi fece aggiungere<br />
il coronamento arricchito da grifoni<br />
posti agli angoli, come ricorda un’epigrafe<br />
commerativa. Tutte le notizie relative al<br />
Marchese del Grillo che ci sono state tramandate<br />
sono prive <strong>di</strong> elementi certi <strong>di</strong> conferma,<br />
pare esistano dubbi persino sul<br />
nome <strong>di</strong> battesimo, pertanto, non possiamo<br />
essere certi ne del suo vero nome, ne della<br />
sua data <strong>di</strong> nascita, ne sotto quale Papa sia<br />
morto; sappiamo soltanto che egli, con le<br />
sue beffe, si <strong>di</strong>vertiva a sconvolgere il quieto<br />
vivere <strong>di</strong> Roma, beffe portate ai danni,<br />
oltre che delli giudei, anche <strong>di</strong> gente potente,<br />
superba e privilegiata.<br />
Ma è veramente esistito questo straor<strong>di</strong>nario<br />
personaggio che dall’alto della sua ricchezza<br />
e potenza architettava scherzi con<br />
squisita arte ironica, ribelle ad ogni regola<br />
del quieto vivere?<br />
Non potrebbe trattarsi, invece, <strong>di</strong> pura leggenda?<br />
Dalle uniche notizie, assunte dall’Archivio<br />
Capitolino, sappiamo con certezza che sono<br />
esistite due <strong>di</strong>stinte Casate del Grillo, vissute<br />
tra il seicento e l’ottocento; sappiamo<br />
che esiste il Palazzo, la tomba <strong>di</strong> famiglia e<br />
<strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> alcune tracce lasciateci dai<br />
cronisti dell’epoca; uno dei quali affermava:<br />
“…quantunque non mi sia riuscito <strong>di</strong><br />
apprendere, per quante ricerche abbia<br />
fatte, il suo nome né la data precisa della<br />
sua nascita, ho potuto verificare dalle affermazioni<br />
de’ suoi <strong>di</strong>scendenti che egli è un<br />
personaggio storico realmente esistito e<br />
che molte delle bizzarre avventure, dalla<br />
leggenda popolare unite al suo nome, fan<br />
parte effettivamente delle gesta compiute<br />
da quest’uomo che io sarei <strong>di</strong>sposto a chiamare<br />
l’ultimo e il più stravagante dei feudatari<br />
romani…”.<br />
L’ultimo e il più stravagante dei feudatari<br />
romani, <strong>di</strong>ce il cronista e, una figura del<br />
genere, non poteva <strong>di</strong> certo sfuggire al<br />
cinema. Il Marchese Onofrio del Grillo Duca<br />
<strong>di</strong> Bracciano, Guar<strong>di</strong>a Nobile e Cameriere<br />
Segreto <strong>di</strong> Sua Santità Pio VII, (Gregorio<br />
Luigi Barnaba Chiaramonti, 1800 – 1823),<br />
magistralmente impersonato dall’in<strong>di</strong>menticabile<br />
Alberto Sor<strong>di</strong> nella versione cinematografica<br />
del 1981, per la regia <strong>di</strong> Mario<br />
Monicelli, è una comme<strong>di</strong>a sboccata e<br />
<strong>di</strong>vertente che invade il terreno della satira<br />
papalina fino a quel momento regno incontrastato<br />
<strong>di</strong> Luigi Magni, altro grande regista<br />
della comme<strong>di</strong>a all’italiana.<br />
Il Marchese Onofrio del Grillo è il tipico rappresentante<br />
della nobiltà romana dei primi<br />
dell’ottocento, egli vive in una casa da<br />
fiaba, circondato da personaggi altrettanto<br />
fiabeschi che vivono ognuno in un mondo a<br />
se stante e che <strong>di</strong>fficilmente riescono ad<br />
inserirsi nella realtà. Accanto al Marchese<br />
Onofrio troviamo una madre, Marchesa del<br />
Grillo (Elena Valenzano Daskowa) affezionata,<br />
ostile e conservatrice; una parente<br />
povera <strong>di</strong> nome Genuflessa segretamente<br />
innamorata <strong>di</strong> Onofrio; una sorella Camilla<br />
costantemente afflitta da un alito fe<strong>di</strong>to,<br />
sposata e con un figlio; uno zio prete,<br />
Monsignor Terenzio (Piero Tor<strong>di</strong>), che ad<br />
ogni costo vuol vedere elevata agli onori<br />
degli Altari la Beata Quartina, una loro lontana<br />
parente; il Sacerdote della Casa Padre<br />
Sabino; un ragazzino, Pompeo costantemente<br />
assillato dall’idea <strong>di</strong> trovarsi in peccato<br />
mortale; un fedele e complice servitore<br />
tutto fare Ricciotto (Giorgio Gobbi), oltre<br />
che ascoltato consigliere, “…sa come se<br />
<strong>di</strong>ce Sor Marchese chi se gratta la fronte ci<br />
ha le corna pronte…”; un mite ebanista<br />
ebreo Aronne Piperno (Riccardo Billi), vittima<br />
predestinata degli scherzi del Marchese;<br />
un improbabile prete Don Bastiano (Flavio<br />
Bucci) sconsacrato a seguito <strong>di</strong> un omici<strong>di</strong>o<br />
e successivamente datosi alla macchia, ma<br />
sempre pronto ad autonominarsi alle più<br />
alte cariche ecclesiastiche “…Sor Marchese<br />
se vedete er Papa <strong>di</strong>tegli che se me gira la<br />
capoccia me faccio pure Vescovo, me faccio…”;<br />
un carbonaro Gasperino impersonato<br />
dallo stesso Alberto Sor<strong>di</strong> e, infine, Papa<br />
Pio VII cui da vita uno straor<strong>di</strong>nario Paolo<br />
Stoppa.<br />
continua a pag 19...
Per sfuggire alla noia il Marchese Onofrio<br />
del Grillo, quasi sempre seguito dal fedele<br />
Ricciotto, si mescola spesso al popolo, frequentando<br />
bettole ed osterie e, proprio al<br />
termine <strong>di</strong> una <strong>di</strong> queste stravaganti serate,<br />
trova un ubriaco, certo Gasperino, carbonaro<br />
<strong>di</strong> professione, un suo sosia; tutto<br />
ciò non sembra vero al Marchese Onofrio<br />
che, detto fatto, lo raccoglie, lo trasporta a<br />
casa, lo fa lavare e profumare e, quin<strong>di</strong>,<br />
mette su una geniale farsa, tanto da far<br />
passare il malcapitato Gasperino per il<br />
Marchese del Grillo anche agli occhi dei<br />
suoi stessi parenti che non si accorgono<br />
della sostituzione, mentre Gasperino si<br />
adatta benissimo al personaggio.<br />
Siamo in piena occupazione francese e<br />
allorquando il Papa viene privato del potere<br />
temporale, il Marchese Onofrio del Grillo<br />
decide <strong>di</strong> lasciare Roma per raggiungere<br />
Parigi, ma durante il viaggio viene a conoscenza<br />
della caduta <strong>di</strong> Napoleone quin<strong>di</strong><br />
decide <strong>di</strong> fare ritorno, ma ecco la sorpresa,<br />
il Papa lo ha condannato a morte per<br />
<strong>di</strong>serzione e tra<strong>di</strong>mento avendo egli<br />
abbandonato il posto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a. Al suo<br />
posto viene arrestato il povero Gasperino<br />
che, ancora una volta, felice per essere<br />
stato scambiato per il Marchese del Grillo,<br />
ubriaco fra<strong>di</strong>cio si avvia verso il patibolo;<br />
“… la sera, dopo er lavoro, vado sempre<br />
all’osteria a famme un goccetto, ma finisce<br />
che invece <strong>di</strong> quarche bicchiere me ne<br />
bevo na botte; è allora comincio a volare e<br />
volo sempre più in arto e, dall’arto, vi vedo<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 19<br />
tutti piccoli, piccoli e vi piscio a tutti in<br />
testa…”. Il Marchese Onofrio, intanto,<br />
mescolato tra la folla, si trova ad assistere<br />
ai preliminari dell’esecuzione, non riesce a<br />
darsi pace all’idea che un innocente possa<br />
morire al suo posto, ma proprio quando<br />
decide <strong>di</strong> intervenire in favore del carbonaio<br />
l’esecuzione viene sospesa poiché si<br />
apprende che il Papa ha concesso la grazia.<br />
Questa la reazione del Pontefice che aveva<br />
voluto rispondere con uno scherzo a colui<br />
che dello scherzo ad ogni costo ne aveva<br />
fatto un’arte.<br />
Al medesimo tempo e nella medesima<br />
piazza, però, il Marchese Onofrio deve<br />
assistere alla esecuzione, questa volta<br />
vera, del caro Don Bastiano catturato dalle<br />
truppe pontificie ed è in questo frangente<br />
che il regista Mario Monicelli, complice la<br />
straor<strong>di</strong>naria bravura <strong>di</strong> Flavio Bucci, confeziona<br />
una delle pagine più <strong>di</strong>vertenti ed<br />
allo stesso tempo più patetiche dell’intera<br />
trasposizione cinematografica. Don<br />
Bastiano, prima <strong>di</strong> essere giustiziato, interrompe<br />
i preparativi del boia, prende la<br />
parola dal patibolo e, rivolgendosi ai romani,<br />
comunica che egli, nel momento in cui<br />
affronta la morte, vuole perdonare tutti:<br />
“…perdono il Papa che si crede il padrone<br />
dei cieli; perdono Napolione che si crede il<br />
padrone della terra; perdono il Boia che si<br />
crede il padrone della morte; ma soprattutto<br />
perdono voi tutti, figli miei, perchè<br />
non siete padroni <strong>di</strong> un c…”. In questa<br />
Roma Papalina, seriosa e bigotta il<br />
Marchese Onofrio del Grillo, il cui motto è:<br />
“Il grillo del Marchese sempre zompa, chi<br />
zompa allegramente bene campa”, proprio<br />
non si rassegna alla vita lugubre della sua<br />
casta e, così, consuma la sua esistenza in<br />
mezzo agli scherzi ed alle avventure senza<br />
risparmiare nessuno, nemmeno il Papa<br />
rischiando, come si è visto, persino la<br />
testa.<br />
Naturalmente i privilegiati sono sempre li<br />
giudei anche per il loro spiccato senso<br />
degli affari ed è su tale aspetto che il<br />
Marchese Onofrio molto spesso riesce a far<br />
leva, come nell’occasione in cui riesce a<br />
raggirare un ricco mercante ebreo facendogli<br />
credere che in una grotta abbandonata<br />
situata in uno dei suoi posse<strong>di</strong>menti<br />
sono stati rinvenuti alcuni grossi forzieri<br />
molto antichi pieni, integri e ancora sigillati.<br />
Si rende necessario, però, fissare il prezzo<br />
<strong>di</strong> acquisto che lo stesso Marchese fissa in<br />
un baiocco per ogni oggetto contenuto<br />
dentro i forzieri; il mercante ebreo accetta<br />
senza indugio alcuno la proposta, non<br />
solo, ma vuole garantirsi con un patto<br />
scritto che rappresenta la sua rovina, infatti,<br />
aperti i forieri, questi sono ricolmi <strong>di</strong><br />
spille; il mercante dove pagare una somma<br />
enorme anche se il Marchese la riduce<br />
notevolmente.<br />
Il Marchese Onofrio del Grillo ama si<br />
mischiarsi al popolo ma, allorquando le circostanze<br />
lo impongono, non <strong>di</strong>sdegna <strong>di</strong><br />
avvalersi della sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> nobile e<br />
dei privilegi che questa comporta come<br />
quando, allontanandosi dall’Osteria dove<br />
si trova camuffato da popolano, in compagnia<br />
del fido servitore Ricciotto, fattosi<br />
riconoscere dalle guar<strong>di</strong>e e dal Bargello,<br />
costì intervenuti per sedare una lite, rivolto<br />
agli altri avventori che vengono regolarm<br />
e n t e<br />
arrestati,<br />
così li conforta:<br />
“scusatemi<br />
tanto, ma<br />
io so io e<br />
voialtri<br />
non siete<br />
un c…”.
20<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Tesori d’Arte<br />
San Pietro - Via della Conciliazione<br />
“La bellissima facciata della basilica <strong>di</strong> San<br />
Pietro, splen<strong>di</strong>do esempio barocco del<br />
Maderno, andava sfortunatamente a<br />
coprire, a chi si accingeva ad entrare in<br />
chiesa, la magnifica cupola <strong>di</strong><br />
Michelangelo, simbolo del collegamento<br />
tra cielo e terra. Fu per risolvere questo<br />
problema che il Bernini ideò il colonnato<br />
che forma l’attuale piazza San Pietro. I<br />
due bracci, che idealmente avvolgono la<br />
cristianità intera, avevano soprattutto il<br />
compito <strong>di</strong> “spostare” l’accesso alla chiesa<br />
più avanti, ridando in tal modo alla cupola<br />
quella monumentalità che la <strong>di</strong>stingue su<br />
tutta Roma.”<br />
Ancora oggi ricordo quella lezione <strong>di</strong> storia<br />
dell’arte, così determinante per le scelte<br />
future <strong>di</strong> una giovane liceale. Per anni propensa<br />
al giornalismo e alla letteratura,<br />
proprio nei mesi decisivi per le scelte universitarie,<br />
il giro <strong>di</strong> boa: non più i testi<br />
classici, non le lettere antiche, che comunque<br />
rimarranno col tempo passioni trasversali,<br />
ma la matematica e l’arte del<br />
costruire, lo stu<strong>di</strong>o dei monumenti e la<br />
tutela dell’ambiente.<br />
Una scelta <strong>di</strong>fficile, per chi non aveva mai<br />
preso una matita in mano, ma mai rimpianta,<br />
nonostante le lunghe notti passate<br />
al tavolo da <strong>di</strong>segno, in compagnia <strong>di</strong><br />
un’instancabile ra<strong>di</strong>o.<br />
Durante gli anni universitari poi la ricerca<br />
<strong>di</strong> un compromesso tra l’interesse per l’architettura<br />
moderna e la stima per le gran<strong>di</strong><br />
opere del passato, le cui tracce indelebili<br />
sono così vive in un museo all’aperto<br />
quale è la città <strong>di</strong> Roma.<br />
Da qui la scelta del restauro dei monumenti<br />
, due anni <strong>di</strong> specializzazione durante<br />
i quali finalmente viene trovato quel<br />
compromesso. Sì, perché restauro è<br />
rispetto del passato, è riconoscimento dell’eccezionalità<br />
<strong>di</strong> un evento creativo ma è<br />
anche architettura esso stesso.<br />
Il concetto <strong>di</strong> restauro trova le sue ra<strong>di</strong>ci in<br />
un passato molto lontano, se si pensa che<br />
già il faraone Sethi II nel tempio grande <strong>di</strong><br />
Abu Simbel consolida con un supporto<br />
murario il braccio caduto della statua del<br />
suo predecessore, il faraone Ramses II.<br />
Forse Sethi II è legato al rispetto <strong>di</strong> un’immagine<br />
simbolica che va ben oltre la pietra<br />
ed è lungi da quel rispetto del passato<br />
e della sua storicità che è acquisizione<br />
moderna del restauro, ma ciononostante è<br />
un esempio <strong>di</strong> come gli uomini <strong>di</strong> tutti i<br />
tempi si siano sempre e comunque trovati<br />
a stabilire un rapporto, spesso contrastante,<br />
con il passato, con ciò che i nostri padri<br />
prima <strong>di</strong> noi hanno realizzato e che ne è<br />
poi <strong>di</strong>ventato un’immagine <strong>di</strong>stintiva nel<br />
tempo.<br />
Quante volte, <strong>di</strong> fronte ai gran<strong>di</strong> monumenti<br />
del passato, viene spontaneo chiedersi<br />
come in tempi più antichi si siano<br />
potute concepire opere che sono <strong>di</strong>venute<br />
spesso simboli delle nostre città!!<br />
Quello che spesso ci sfugge è che la nostra<br />
epoca è parte <strong>di</strong> una catena, è futuro<br />
rispetto al passato e, così facilmente,<br />
<strong>di</strong>venta passato per il futuro. Al <strong>di</strong> là del<br />
gioco <strong>di</strong> parole, quel che vorrei trasmettere<br />
è che quelli che per noi sono “monumenti”<br />
nascono in realtà per sod<strong>di</strong>sfare le<br />
esigenze quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> uomini vissuti in<br />
un’altra epoca e, allo stesso modo, le<br />
nostre strutture, così moderne, così lontane<br />
per noi dallo splendore passato, <strong>di</strong>venteranno<br />
in futuro testimonianza del nostro<br />
modo <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> un’epoca che, al pari<br />
Il Tempio <strong>di</strong> Abu Simbel<br />
Arch. Cristina Collettini<br />
delle altre, avrà contribuito al progre<strong>di</strong>re<br />
dell’umanità sulla terra.<br />
Perché restauriamo una chiesa, una villa<br />
romana, così come un <strong>di</strong>pinto, una scultura<br />
o i corre<strong>di</strong> funebri delle tombe etrusche?<br />
Vogliamo cercare <strong>di</strong> strapparle al<br />
tempo, farle rivivere, ma soprattutto<br />
vogliamo trarre da queste opere il loro<br />
significato più grande, quello <strong>di</strong> “testimonianza<br />
storica”. Sì, perché la chiesa, la<br />
villa, il <strong>di</strong>pinto, la scultura, il corredo funebre,<br />
e la lista potrebbe continuare ancora,<br />
sono come le pagine <strong>di</strong> un libro <strong>di</strong> storia,<br />
in grado <strong>di</strong> raccontarci dei nostri antenati<br />
e <strong>di</strong> permetterci <strong>di</strong> comprendere meglio<br />
quello che oggi siamo e come lo siamo<br />
<strong>di</strong>ventati.<br />
Di tutto ciò si dovrebbe tener conto quando<br />
si affronta il restauro <strong>di</strong> un’opera d’arte,<br />
coscienti che restaurare non vuol <strong>di</strong>re<br />
ricostruire ex novo, restaurare vuol <strong>di</strong>re in<br />
primo luogo comprendere l’opera, collocarla<br />
nel suo contesto storico, rendere<br />
esplicite tutte le notizie sul passato che<br />
esso ci trasmette. Il restauro è anche, o<br />
forse soprattutto, coscienza, perché intervenire<br />
male su un monumento, vuol <strong>di</strong>re<br />
alterare le fonti storiche o, ad<strong>di</strong>rittura,<br />
perdere una testimonianza del passato.<br />
Attraverso questo spazio vorrei sensibilizzare<br />
i lettori su questo tema così <strong>di</strong>ffuso e<br />
attuale ma purtroppo soggetto a tanta<br />
superficialità, come <strong>di</strong>mostra lo scempio<br />
dei ripristini <strong>di</strong> cui è oggetto buona parte<br />
del nostro patrimonio storico, affinchè il<br />
passato non sia avulso al nostro vivere<br />
quoti<strong>di</strong>ano, ma elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo in cui<br />
il nuovo e l’antico possono convivere senza<br />
entrare in competizione tra loro.
22<br />
<strong>di</strong><br />
M. Cristina Caponi<br />
Usa, 2005. Regia:<br />
Michael Bay; interpreti:<br />
Ewan Mc Gregor,<br />
Scarlett Johansson,<br />
Steve Buscemi;<br />
sceneggiatura:<br />
Caspian Tredwell<br />
Owen, Alex Kurtzman,<br />
Roberto Orci; fotografia:<br />
Mauro Fiore; musica:<br />
Steve Jablonski;<br />
produzione: M. Bay,<br />
Ian Bryce, WalterF. Parkes; <strong>di</strong>stribuzione:<br />
Warner Bros; durata: 2h e 16.<br />
Un’iridescente tonalità algida avviluppa, in<br />
maniera castigatissima, l’epidermide <strong>di</strong><br />
migliaia <strong>di</strong> persone, <strong>di</strong> ambedue i sessi.<br />
Una scansione <strong>di</strong> poche decine <strong>di</strong> fotogrammi<br />
sono sufficienti affinché questa<br />
madreperlacea gamma <strong>di</strong> colore s’imprima<br />
quale stereotipo del recente fantafilm eseguito<br />
da un regista, Michael Bay, abile nello<br />
sciroppare allo spettatore thrillers ad alto<br />
tasso d’adrenalina.<br />
Non a caso, nella filmografia del suddetto<br />
virtuoso delle scene d’azione, ci s’imbatte<br />
in titoli para<strong>di</strong>gmatici per la sua estrosità<br />
nel confezionare opere “fuoco e fiamme”,<br />
(ad esempio Armageddon e Peal Habour),<br />
non esattamente in grado <strong>di</strong> scandagliare<br />
in profon<strong>di</strong>tà la psiche umana. Nell’o<strong>di</strong>erno<br />
lungometraggio, il filmaker statunitense<br />
punta su un argomento d’inquietante<br />
attualità, paventando il rischio <strong>di</strong> una futura<br />
clonazione umana; tuttavia, evita oculatamente<br />
che il pubblico si lambicchi il cervello<br />
in filosofeggianti <strong>di</strong>scussioni sull’insostenibile<br />
leggerezza dell’essere umano. I<br />
protagonisti <strong>di</strong> quest’apologo sul cattivo<br />
uso della scienza si aggirano ignari della<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
THE ISLAND<br />
loro con<strong>di</strong>zione, l’esser figli <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o minore,<br />
all’alba <strong>di</strong> un ipotetico 2019; compiaciuti<br />
del fatto <strong>di</strong> appartenere alla schiera dei<br />
pochi sopravvissuti ad un’apocalittica calamità<br />
naturale, che ha deturpato in modo<br />
irrecuperabile l’aspetto della terra.<br />
Appagati della loro monotona esistenza in<br />
un lembo del mondo denuclearizzato, i personaggi<br />
principali Lincoln Six Echo (Ewan<br />
Mc Gregor) e Jordan Two Delta (Scarlett<br />
Johansson), insieme agli altri sopravvissuti,<br />
ignorano la verità che si cela nelle loro supposte<br />
identità. Puntualmente, gli uomini<br />
che affollano la citata area sicura, scalpitano<br />
<strong>di</strong> fronte al rendez vous settimanale <strong>di</strong><br />
un’ipotetica lotteria che promette loro <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzarli nell’ultimo angolo <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so<br />
della terra, per ripopolarla. L’incipit da cui si<br />
snoda il film<br />
è legato in<br />
ultima analisi<br />
alla riffa:<br />
amara scopertaaspetta<br />
il giovane<br />
Lincoln Six<br />
Echo che<br />
apprenderà<br />
sulla sua<br />
pelle della<br />
natura utopica<br />
<strong>di</strong> questo<br />
macabro<br />
gioco <strong>di</strong> lancio<br />
<strong>di</strong> fumo<br />
negli occhi:<br />
egli e i suoi<br />
compagni<br />
non sono altro che cloni d’esseri umani.<br />
L’inesorabile sete <strong>di</strong> conoscenza, che afflige<br />
l’indole del protagonista è paragonabile a<br />
quella del filosofo del “mito della caverna”,<br />
contenuto nel sesto libro della Repubblica<br />
<strong>di</strong> Platone. Anche in questo caso, colui che<br />
si prefigge come obiettivo la verità, si stacca<br />
dagli ammennicoli del mondo sensibile,<br />
per raggiungere, dopo un lungo ed irto<br />
cammino, le idee e il Bene.<br />
In un genere <strong>di</strong> nicchia, quale la fantascienza,<br />
le doti artistiche d’Ewan Mc Gregor<br />
cozzano contro i dettami che un film <strong>di</strong> tale<br />
risma richiede. Ad una scialba performance<br />
dell’attore scozzese, fa eco una recitazione<br />
sottotono della sua patner femminile<br />
Scarlett Johnansson. Brilla notevolmente <strong>di</strong><br />
più la verve <strong>di</strong> caratterista <strong>di</strong> Steve<br />
Buscemi, attore feticcio dei fratelli Coen,<br />
seppur limitata nei recinti <strong>di</strong> un certo<br />
manierismo.<br />
Per uno spettatore che esige provare emozioni<br />
forti, ben al sicuro sulla sua poltrona<br />
in sala, è d’obbligo menzionare la scena<br />
dell’inseguimento sull’autotreno, dalla<br />
durata <strong>di</strong> ben 15 minuti, che si giova oltre<br />
dei veicoli su strada anche <strong>di</strong> roboanti elicotteri.<br />
Difficile, a conclusione della pellicola,<br />
ritenere “The island” un film riuscito,<br />
ben lontano dal progetto iniziale del regista<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere “ un film <strong>di</strong>vertente, capace <strong>di</strong><br />
trascinare il pubblico in una corsa mozzafiato”.<br />
Casomai, il pubblico desideri approfon<strong>di</strong>re<br />
il tema della clonazione, è preferibile<br />
rispolverare un successo <strong>di</strong> qualche anno<br />
fa, “Gattaca” <strong>di</strong> livello artistico decisamente<br />
migliore.<br />
Ai posteri l’ardua sentenza.
24<br />
Visto che nel nostro ultimo incontro ci<br />
siamo occupati <strong>di</strong> alcuni dei vini della<br />
nostra Regione, affrontiamo ora il <strong>di</strong>scorso<br />
su “quando” stappare una buona bottiglia.<br />
Se si tratta <strong>di</strong> bottiglie <strong>di</strong> vino rosso, le<br />
stapperemo con un certo atipico rispetto al<br />
momento in cui andranno consumate, in<br />
me<strong>di</strong>a un quarto d’ora, ma anche qualche<br />
ora prima, se il vino che andremo a servire<br />
è molto pregiato ed ha “maturato” molti<br />
anni <strong>di</strong> invecchiamento. L’apertura anticipata<br />
della bottiglia, serve per ossigenare il<br />
nostro vino.<br />
Se il vino non presenta malattie “serie”<br />
l’ossigenazione consentirà anche la per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> piccole imperfezioni (come ad esempio<br />
il sentore <strong>di</strong> tappo), ma se il vino ha<br />
sostanziali malattie, anche l’ossigenazione<br />
sarà vana per il “recupero” della<br />
nostra bottiglia.<br />
I vini molto giovani, le tipologie”frizzante”<br />
e gli spumanti, vanno stappati<br />
al momento <strong>di</strong> servirli, altrimenti<br />
viene “spenta” la loro vivacità con la<br />
conseguente per<strong>di</strong>ta delle bollicine.<br />
Per questi vini occorre anche ricordare<br />
<strong>di</strong> avere l’accortezza <strong>di</strong> chiudere la<br />
bottiglia con gli appositi tappi dopo<br />
ogni giro <strong>di</strong> mescita.<br />
Per i rossi “importanti” come il Barolo,<br />
il Barbaresco e il Brunello <strong>di</strong><br />
Moltalcino, la teoria più <strong>di</strong>vulgata<br />
esige che le bottiglie vangano stappate<br />
dalle due alle sei ore prima, questo<br />
per consentire al vino <strong>di</strong> esprimere<br />
per intero tutto il suo bouquet.In questo<br />
caso, però, occorre tener conto <strong>di</strong><br />
una cosa a cui nessuno fa più caso,<br />
ma che è importantissima: in campagna<br />
la qualità dell’aria è <strong>di</strong>versa della<br />
città, tener stappata una bottiglia<br />
molte ore nei nostri appartamenti o<br />
nei nostri locali non è prudente più<br />
che altro per ragioni <strong>di</strong> smog, infatti il<br />
nostro vino tende ad “assorbire” le<br />
sostanze presenti nell’aria variando<br />
alcune volte colori, profumi e sapori.<br />
E’ altrettanto vero però il principio<br />
che una mezza bottiglia <strong>di</strong> Barolo,<br />
ben tappata e messa da parte per il<br />
giorno dopo, offre la possibilità <strong>di</strong><br />
bere un vino ugualmente valido e<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’angolo ... cin cin <strong>di</strong><br />
Quando stappare<br />
una bottiglia<br />
<strong>di</strong> vino<br />
forse anche migliore.<br />
Continuando il <strong>di</strong>scorso sui vini importanti<br />
e invecchiati per molti anni, per agevolare<br />
il contatto con l’aria e per <strong>di</strong>videre la parte<br />
liquida dal deposito solido, prima del servizio,<br />
non <strong>di</strong> rado, si esegue la decantazione.<br />
Per questa operazione è necessaria una<br />
caraffa incolore, preferibilmente <strong>di</strong> cristal-<br />
Peccato <strong>di</strong> uova.<br />
Se a cena non sai che fare,<br />
leggi qui ed inizia ad operare.<br />
Metti a bollire in un pentolino,<br />
acqua, sale e qualche uovo genuino.<br />
Mentre le uova sono a rassodare,<br />
il con<strong>di</strong>mento vai a preparare.<br />
Dentro all’insalatiera metti,<br />
prezzemolo, erba cipollina e menta a pezzetti.<br />
Trita tutto finemente,<br />
aggiungi senape lentamente.<br />
Per fare il tutto amalgamare,<br />
versa panna senza abbondare.<br />
Or le uova son pronte già,<br />
cerca <strong>di</strong> tagliare l’albume a metà.<br />
E al tuorlo, che hai ben schiacciato,<br />
ora aggiungi il preparato.<br />
Il con<strong>di</strong>mento è oramai fatto,<br />
dentro all’albume versa il tutto.<br />
Nel naso dei tuoi ospiti campeggia un gustoso<br />
odore,<br />
non indugiar e go<strong>di</strong>ti il delizioso sapore.<br />
Erminio Quadraroli<br />
<strong>Letizia</strong> <strong>Chilelli</strong><br />
lo, dalla capacità <strong>di</strong> circa un litro.<br />
Se, nel frattempo,ci accorgiamo che il<br />
nostro vino rosso sia ancora troppo freddo,<br />
la caraffa o più semplicemente il<br />
decanter, va scaldato immergendolo in<br />
acqua ben tiepida.<br />
Bisogna fare molta attenzione nel travasare<br />
il vino dalla bottiglia al decanter per evitare<br />
che i depositi originati dall’età del vino<br />
o dalla sua particolare struttura ricca <strong>di</strong><br />
tannini, non vadano a depositarsi dalla<br />
bottiglia sul fondo della nostra caraffa.<br />
La bottiglia, quin<strong>di</strong>, va osservata in controluce,<br />
aiutandosi con la fiamma <strong>di</strong> una candela<br />
per vedere il fondo. Poi, si inizia a<br />
versare il vino tenendo verso il basso il lato<br />
della bottiglia dove il deposito è maggiormente<br />
pronunciato.<br />
Il vino va versato molto lentamente,<br />
ma appena i primi residui del<br />
fondo si avvicinano al collo della<br />
bottiglia bisogna interrompere <strong>di</strong><br />
colpo il flusso e eliminare il residuo<br />
<strong>di</strong> vino: il vino in caraffa esprimerà<br />
allora tutta al sua brillantezza.<br />
Volendo dare un tocco finale, si<br />
potrebbe far roteare la candela<br />
attorno al decanter in modo che<br />
tutti possano apprezzare lo splen<strong>di</strong>do<br />
colore del vino che invoglierà<br />
la degustazione.<br />
Con questo sistema si possono<br />
recuperare vecchie o vecchissime<br />
bottiglie che sono rimaste a dormire<br />
in cantina, mentre meritano<br />
l’onore della tavola.<br />
Mi preme comunque ricordare che<br />
se il vino presenta depositi tartarici,<br />
si tratta <strong>di</strong> depositi naturali dei<br />
vini invecchiati o con strutture particolari,<br />
ma la maggior parte delle<br />
volte sanissimi e con colori, profumi<br />
e sapori che <strong>di</strong>fficilmente scorderemo.<br />
Appuntamento quin<strong>di</strong> al prossimo<br />
numero deve vedremo “come”<br />
stappare correttamente una bottiglia<br />
e <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> spumante.
26<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
La Rubrica dei Perchè<br />
Perchè sulle banconote, la parola EURO appare scritta con due alfabeti <strong>di</strong>versi?<br />
La prima curiosità<br />
della banconota<br />
Euro che<br />
intendo trattare<br />
riguarda la parola<br />
“EURO” che<br />
appare in basso<br />
<strong>di</strong> Arnaldo Ricci<br />
a sinistra e a<br />
destra <strong>di</strong> tutte le<br />
banconote in<br />
questione.<br />
Come si può notare, sotto la scritta<br />
“EURO” vi è un’altra parola che, con<br />
la mia tastiera, non posso <strong>di</strong>gitare, perché è<br />
scritta con l’alfabeto Greco. Ebbene quella<br />
parola è esattamente la traduzione in Greco<br />
della parola EURO, utilizzando ovviamente<br />
l’alfabeto greco.<br />
Prima <strong>di</strong> andare avanti, però, voglio fare una<br />
premessa che ci permette <strong>di</strong> capire la <strong>di</strong>fferenza<br />
fra l’alfabeto utilizzato da un popolo e<br />
la lingua da esso parlata.<br />
L’alfabeto si può definire: una serie <strong>di</strong> simboli<br />
che noi chiamiamo caratteri utilizzati per<br />
scrivere e <strong>di</strong> conseguenza per pronunciare le<br />
parole.<br />
La lingua invece si può definire : la combinazione<br />
in successione <strong>di</strong> questi caratteri che<br />
Storia e Geografia<br />
Qual’è la capitale del<br />
Venezuela ?<br />
i primi tre che indovinando, ne<br />
daranno comunicazione i redazione,<br />
riceveranno un simpatico<br />
omaggio offerto da SAMU<br />
Informatica<br />
determina il significato delle parole e <strong>di</strong> conseguenza<br />
del tipo <strong>di</strong> pronuncia.<br />
Ebbene fatta questa premessa, possiamo<br />
<strong>di</strong>re che negli stati dell’UE attuale, si parlano<br />
<strong>di</strong>verse lingue: Italiano, Francese,<br />
Tedesco, Olandese, Inglese, Finlandese,<br />
Portoghese, Fiammingo, Spagnolo. Tutte<br />
queste lingue elencate hanno una importante<br />
caratteristica in comune, cioè tutte utilizzano<br />
l’alfabeto LATINO!<br />
Esiste inoltre in Ue, un’altra lingua, parlata<br />
in Grecia, che non fa uso dell’alfabeto LATI-<br />
NO ma <strong>di</strong> quello GRECO!<br />
Ecco spiegato il perché della scritta con due<br />
alfabeti della parola EURO che appare su<br />
Tessuti<br />
Via Rio Fratta, 11<br />
Civita Castellana<br />
Tel. 0761.513946<br />
tutte le banconote.<br />
Adesso voglio parlare <strong>di</strong> un’altra caratteristica<br />
delle banconote in questione;<br />
se osservate una qualsiasi banconota,<br />
potete notare in basso a sinistra ed in<br />
alto a destra il numero <strong>di</strong> serie della<br />
banconota, preceduto da una lettera.<br />
Mi limiterò a spiegare solo il significato<br />
della lettera, perché sarebbe troppo<br />
complesso parlare del significato<br />
numerico.<br />
Ebbene, la lettera davanti al numero <strong>di</strong><br />
serie, serve semplicemente ad in<strong>di</strong>care<br />
lo stato dell’UE che ha messo in circolazione<br />
la banconota!<br />
Di seguito l’elenco delle lettere corrispondenti<br />
agli stati che hanno emesso la banconota.<br />
S-Italia, P-Olanda, Y-Grecia, X-<br />
Germania, R-Lussemburgo, Z-Belgio, L-<br />
Finlan<strong>di</strong>a,T-Irlanda,J*-Gran Bretagna,<br />
M-Portogallo, U-Francia, N-Austria, V-<br />
Spagna<br />
Da notare che la Gran Bretagna non fa parte<br />
della moneta comune ma comunque è stata<br />
riservata dalla BCE, la lettera J, qualora<br />
decidesse <strong>di</strong> farne parte!
28<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’angolo del Bebè<br />
Questo mese,<br />
affronterò un argomento<br />
<strong>di</strong> grande<br />
interesse per le<br />
mamme: i vaccini.<br />
Tratterò sui tempi<br />
e i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> somministrazione,<br />
la <strong>di</strong>fferenza<br />
tra vaccini<br />
obbligatori e facol-<br />
Dott.ssa Loredana Filoni<br />
tativi ed eventuali<br />
controin<strong>di</strong>cazioni.<br />
I vaccini proteggono il bambino da malattie<br />
che comporterebbero seri rischi per la<br />
sua salute, ma destano sempre un po’ <strong>di</strong><br />
preoccupazione nelle mamme!<br />
E’ comprensibile: si teme, infatti, che questi<br />
farmaci possano avere effetti collaterali.<br />
Anche il fatto che la somministrazione<br />
avvenga con una iniezione, causa qualche<br />
timore. Per iniziare, ve<strong>di</strong>amo quali sono, in<br />
Italia, i vaccini obbligatori:<br />
1) <strong>di</strong>fterite<br />
2)epatite B<br />
3) poliomielite<br />
4)tetano<br />
Quelli facoltativi ma raccomandati dal<br />
Ministero della Salute:<br />
1)haemophilus influenzae<br />
B<br />
2) pertosse<br />
3) morbillo<br />
4) rosolia<br />
5) parotite.<br />
Tutti i vaccini vengono somministrati con<br />
un’iniezione che può essere, sottocutanea<br />
(come l’antimorbillo, l’antirosolia e l’antiparotide),<br />
oppure intramuscolare (anti<strong>di</strong>fterica,<br />
antitetanica e antipertosse) .<br />
Anche l’antipolio che fino all’estate del<br />
2002 era per bocca, ora si pratica per via<br />
intramuscolare: il preparato tra<strong>di</strong>zionale,<br />
infatti, che conteneva il virus vivo attenuato,<br />
è stato sostituito dal vaccino salk, a<br />
base <strong>di</strong> virus uccisi. Questa formulazione,<br />
a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella per bocca, non espone<br />
i bimbi al rischio, anche se minimo, <strong>di</strong><br />
sviluppare la poliomielite in seguito alla<br />
vaccinazione.<br />
Inoltre quella per via orale, prevedeva la<br />
somministrazione <strong>di</strong> due dosi <strong>di</strong> preparato,<br />
mentre per la nuova, ne sono previste<br />
quattro. Il farmaco iniettabile è vantaggioso<br />
rispetto all’altro, perché non richiede<br />
due ore <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno prima dell’inoculazione<br />
e un’ora dopo e si può somministrare<br />
anche in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>arrea.<br />
I vaccini “raccomandati” non sono imposti<br />
ma sono comunque vivamente consigliati,<br />
dato che non sono meno importanti <strong>di</strong><br />
quelli obbligatori: rappresentano il migliore<br />
strumento per <strong>di</strong>fendere i piccoli, da<br />
malattie che, per la loro gravità o eventuali<br />
complicazioni, potrebbero comprometterne<br />
la salute. Tra queste il morbillo, che<br />
può causare un’encefalite (infiammazione<br />
del cervello). Per quanto concerne il<br />
<strong>di</strong>scorso della meningite che è, appunto,<br />
l’infiammazione delle tre membrane concentriche<br />
che avvolgono l’asse cerebro spinale,<br />
questa può essere causata da virus o<br />
batteri.<br />
Per le meningiti virali (60%) non esistono<br />
vaccini. I preparati a <strong>di</strong>sposizione servono<br />
a prevenire le tre più frequenti forme batteriche:<br />
da haemophilus influnenzae, da<br />
meningococco e da pneumococco.<br />
Attualmente tra le “raccomandate” c’è solo<br />
l’anti-haemophilus influenzae.<br />
Queste vaccinazioni non assicurano una<br />
protezione completa nei confronti della<br />
malattia, ma solo per il 20% delle meningiti,<br />
quelle causate dall’haemophilus, dallo<br />
pneumococco e dal meningococco. Il<br />
rischio <strong>di</strong> meningite da haemophilus<br />
influenzae <strong>di</strong> tipo B è particolarmente alto<br />
nei primi 2 anni <strong>di</strong> vita, perché il sistema<br />
immunitario non è ancora in grado <strong>di</strong> bloccare<br />
il batterio prima che produca seri<br />
danni.<br />
Per quanto riguarda il vaccino contro lo<br />
pneumococco, può essere utile sapere che<br />
non protegge solo dalla meningite, ma<br />
anche dalle forme gravi <strong>di</strong> otite e <strong>di</strong> polmonite<br />
che il germe può provocare.<br />
Cosa fare se il bimbo non stà bene il<br />
giorno della vaccinazione?<br />
Dipende dal <strong>di</strong>sturbo: un semplice raffreddore,<br />
una lieve <strong>di</strong>arrea o una leggera<br />
tosse, non sono controin<strong>di</strong>cazioni per il<br />
vaccino.<br />
Si può somministrarlo anche durante una<br />
cura con antibiotici o una convalescenza.<br />
Se invece il bambino ha la febbre, è meglio<br />
rimandare, per evitare che il sistema<br />
immunitario, già alle prese con un’infezione,<br />
risponda in maniera adeguata. Spesso<br />
si pensa che i vaccini siano controin<strong>di</strong>cati<br />
per i bambini che hanno manifestato una<br />
intolleranza alle uova, mentre in realtà la<br />
presenza delle proteine dell’uovo è così<br />
ridotta da non esporre i piccoli ad alcun<br />
pericolo.<br />
Solo i bimbi che hanno già manifestato sintomi<br />
<strong>di</strong> grave allergia (<strong>di</strong>fficoltà respiratorie,<br />
orticaria <strong>di</strong>ffusa, svenimento, gonfiore<br />
alla gola o alle labbra) non dovrebbero<br />
effettuare la vaccinazione: per loro è<br />
opportuno preferire preparati che non contengono<br />
proteine dell’uovo (la preparazione<br />
avviene su colture <strong>di</strong> cellule umane).<br />
Per quanto riguarda la rosolia, questa è<br />
una malattia banale, che però <strong>di</strong>venta<br />
molto pericolosa, se contratta durante la<br />
gravidanza, in quanto in grado <strong>di</strong> alterare<br />
lo sviluppo del feto. Le vaccinazioni possono<br />
provocare qualche lieve effetto collaterale,<br />
come arrossamenti nella zona <strong>di</strong> inoculazione,<br />
malessere generale, febbre, irritabilità,<br />
pianto altrimenti non giustificato.<br />
In genere questi <strong>di</strong>sturbi si presentano a<br />
partire da poche ore, fino a due giorni<br />
dopo la vaccinazione e scompaiono nel<br />
giro <strong>di</strong> qualche giorno.<br />
Non tutti i preparati danno una copertura<br />
assoluta: la protezione <strong>di</strong>pende dalla risposta<br />
in<strong>di</strong>viduale del sistema immunitario e<br />
dal tipo <strong>di</strong> vaccino.<br />
Ad esempio l’antipertosse e l’antitetanica<br />
non sono efficaci per sempre.<br />
Infine, i prematuri devono essere vaccinati<br />
attenendosi sempre alle date del calendario<br />
ufficiale, perché il loro sistema immunitario<br />
è già in grado <strong>di</strong> rispondere al vaccino.
Nel varcare la soglia del<br />
delizioso ristorante <strong>di</strong><br />
Monterosi (VT), sorto il<br />
1° Agosto 1994, si ha la<br />
sensazione <strong>di</strong> essere a<br />
casa propria. Candele<br />
su ogni tavolo, un<br />
meraviglioso camino,<br />
un bar, vari “ricor<strong>di</strong>” <strong>di</strong><br />
viaggio dei signori<br />
Roberto Lippi e Maria<br />
Gabriella Aita (i proprietari),<br />
la cura <strong>di</strong> ogni<br />
minimo particolare ce<br />
la rendono davvero<br />
amabile. La cosa che<br />
più aggrada il nostro<br />
palato è il tipo <strong>di</strong> cucina<br />
che la signora M.Gabriella cura personalmente,<br />
in ogni suo aspetto, sia dal punto<br />
<strong>di</strong> vista salutistico, sia da quello “visivo”,<br />
che non guasta. Qui si servono piatti sempre<br />
nuovi, <strong>di</strong> volta in volta ed a seconda<br />
del periodo dell’anno. E’ una cucina <strong>di</strong> alta<br />
qualità e genuinità. I prodotti sono tutti <strong>di</strong><br />
primissima scelta: pomodori, olio extra<br />
vergine <strong>di</strong><br />
oliva, sale iodato. Inoltre, i signori Lippi,<br />
hanno eliminato le tra<strong>di</strong>zionali friggitrici,<br />
sostituendole con il forno a raggi infrarossi<br />
(da non confondersi con il forno a<br />
microonde): si bagnano i prodotti con l’olio<br />
e si cucinano in questo forno. Il risultato<br />
è ottimo! Le varie specialità hanno<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 29<br />
Una gloriosa tra<strong>di</strong>zione gastronomica chiamata<br />
a cura <strong>di</strong><br />
Loredana Filoni e<br />
Francesco Antenore<br />
Il Ferro <strong>di</strong> Cavallo<br />
spesso, come<br />
base, i funghi porcini<br />
dei vicini Monti<br />
Cimini ed il tartufo<br />
<strong>di</strong> Norcia. Da provare i “cuori, baci e<br />
abbracci”: ravioli <strong>di</strong> formaggio con aggiunta<br />
<strong>di</strong> miele e gorgonzola, il tutto guarnito<br />
con spinaci freschi. E che <strong>di</strong>re delle<br />
“Spianarelle del Ferro <strong>di</strong> Cavallo” con funghi<br />
porcini e pancetta affumicata…!?!<br />
Una vera delizia!<br />
Per quanto concerne le carni,<br />
sono tutte nazionali, maremmane<br />
per la precisione, eccezion<br />
fatta per l’entrecote<br />
che è<br />
argentina (ottima<br />
anche questa).<br />
Chi optasse per la<br />
pizza qui trova il<br />
suo regno! Vari tipi,<br />
ma, soprattutto, “taglie<br />
forti”: la pizza “normale”<br />
è già più che abbondante,<br />
se poi si vuole “esagerare”<br />
c’è la maxi-pizza (tre volte il<br />
peso <strong>di</strong> quella normale). Da sottolineare<br />
che i piatti vengono<br />
preparati tutti al momento!<br />
Ottima carta dei vini, circa settanta,<br />
per tutti i gusti e tutte le<br />
tasche.<br />
L’ambiente è tranquillo,<br />
fresco d’estate e caldo d’inverno.<br />
I signori Lippi molto cor<strong>di</strong>ali e ospitali.<br />
Si cena al lume <strong>di</strong> candela. I coperti<br />
sono sessanta. Il riposo settimanale si<br />
effettua <strong>di</strong> Mercoledì e Giovedì.<br />
Il ristorante è provvisto, a pochi metri, <strong>di</strong><br />
un ampio parcheggio.<br />
Per una cena romantica, fra amici, <strong>di</strong> affari,<br />
ricorrenze varie, è un luogo da “gustare”<br />
fino in fondo!<br />
i signori Roberto e Maria Gabriella
32<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
CIAK SI GIRA<br />
Le avventure <strong>di</strong> Pinocchio<br />
<strong>di</strong> Roberto Moscioni<br />
“C’era una volta un<br />
pezzo <strong>di</strong> legno”....,<br />
cosi’, CARLO COLLO-<br />
DI, dà inizio a una<br />
delle favole piu’ belle<br />
della storia <strong>di</strong> tutti i<br />
tempi che ha emozionato,<br />
e che continuera’<br />
a farlo, milioni <strong>di</strong><br />
persone <strong>di</strong> tutto il<br />
mondo. Una storia<br />
che, con il sapore <strong>di</strong> una favola, ci racconta<br />
i problemi della <strong>di</strong>versita’, il contrasto<br />
tra il bene e il male, dell’ essere padri e<br />
dell’essere figli; incarnando tutto questo in<br />
una serie <strong>di</strong> personaggi, ognuno con un<br />
proprio significato morale e con un proprio<br />
spessore fiabesco. Geppetto, un povero<br />
falegname che vive in un piccolo paesino<br />
della TOSCANA, un giorno stanco<br />
del suo vivere in solitu<strong>di</strong>ne, decide<br />
<strong>di</strong> costruirsi un burattino a cui darà il<br />
nome <strong>di</strong> Pinocchio e la storia che segue<br />
Nino Manfre<strong>di</strong> (Geppetto) in una scena del film<br />
girata nel paese <strong>di</strong> Farnese<br />
la conosciamo tutti. La fiaba <strong>di</strong> Pinocchio e’<br />
stata la fiaba più imitata al mondo,e la più<br />
rappresentata in ogni tipo <strong>di</strong> salsa. Sapete<br />
a quando risale il primo film sul burattino<br />
toscano?... esattamente al 1911, all’epoca<br />
del cinema muto, per arrivare fino ai nostri<br />
giorni con il colossale film “Pinocchio” <strong>di</strong><br />
Roberto Benigni. Il film <strong>di</strong> cui vi parlerò in<br />
questo articolo, è quello del 1971 ovvero<br />
“Le avventure <strong>di</strong> Pinocchio” <strong>di</strong> Luigi<br />
Comencini che, insieme alla sceneggiatrice<br />
Suso Cecchi d’Amico, fece questa bellissima<br />
trasposizione cinematografica televi-<br />
Farnese - set scelto per la caserma dei Carabinieri<br />
Andrea Balestri nei panni <strong>di</strong> Pinocchio<br />
siva. Il film fu una delle prime fiction RAI<br />
a puntate coprodotta con la San Paolo<br />
film, girata quasi tutta in esterni, senza<br />
l’ausilio <strong>di</strong> teatri <strong>di</strong> posa e impiegando un<br />
cast tecnico ed artistico <strong>di</strong> notevole impor-<br />
Lo stesso luogo della scena<br />
in una immagine attuale<br />
tanza. Uno dei luoghi scelti a fare da cornice<br />
al film fu FARNESE, splen<strong>di</strong>do paesino<br />
in provincia <strong>di</strong> Viterbo, scelto dallo scenografo<br />
Piero Gherar<strong>di</strong>, che amava la Tuscia,<br />
e che fu, infatti, anche lo scenografo del<br />
film Brancaleone. Qui vennero girate molte<br />
delle scene del film come quelle della casa<br />
<strong>di</strong> mastro Geppetto, mastro Ciliegia, la<br />
caserma dei carabinieri, gli esterni della<br />
scuola e molto altro ancora. Ad impersonare<br />
il falegname Geppetto fu chiamato il<br />
grande Nino Manfre<strong>di</strong> che, invecchiato per<br />
l’occasione, darà un’ in<strong>di</strong>menticabile inter-<br />
Lo stesso luogo della scena<br />
in una immagine d’oggi<br />
pretazione. Per il ruolo <strong>di</strong> Pinocchio venne<br />
scelto il piccolo Andrea Balestri; per il<br />
Gatto e la Volpe furono chiamati gli in<strong>di</strong>menticabili<br />
Franco Franchi e Ciccio<br />
Ingrassia, perfetti nella parte; per il ruolo<br />
della Fata Turchina venne scelta la bellissima<br />
Gina Lollobrigida, per impersonare il<br />
giu<strong>di</strong>ce, Vittorio De Sica; per il ruolo <strong>di</strong><br />
Mangiafuoco, Lionel Stander e per il <strong>di</strong>rettorie<br />
del circo, Mario Adorf. Per i ruoli<br />
secondari, come ad esempio i due carabinieri<br />
e gli abitanti del paesino immaginario,<br />
vennero ingaggiati molti abitanti del<br />
luogo; ma <strong>di</strong> questo e <strong>di</strong> altre interessantissime<br />
curiosità parleremo nel prossimo<br />
numero .....<br />
Una scena del film al centro <strong>di</strong> Farnese<br />
Farnese - scena del film<br />
il set della foto soprastante in una foto attuale
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Comitato Tecnico Scientifico<br />
dell’Accademia Internazionale d’Italia (A.I.D.I.)<br />
Il comitato sta lavorando per elaborare una scheda sulla citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Civita Castellana che verrà<br />
pubblicata sul prossimo numero. Per far questo chie<strong>di</strong>amo alle Istituzioni, alla scuole, all’ospedale,<br />
alla gente comune, <strong>di</strong> darci una mano perché questo importante lavoro porti ad un<br />
risultato obiettivo ed utile a tutti.<br />
Ogni volta verrà elaborata la pagella del comune interessato ed assegnati i relativi “voti” <strong>di</strong> merito,<br />
in base ad una scala <strong>di</strong> valori fissi. Questo permetterà <strong>di</strong> paragonare i risultati dei comuni tra loro e<br />
premiare quelli più meritevoli.<br />
LE GUIDE DI CAMPO DE’ FIORI<br />
Partirà dal prossimo numero la rubrica “LE GUIDE DI CAMPO DE’ FIORI”. Conterrà la storia, le tra<strong>di</strong>zioni, il folklore, la<br />
gastronomia, l’economia, dei paesi che <strong>di</strong> volta in volta verranno sfogliati e monitorati. Scopriremo le loro bellezze e i<br />
loro monumenti consigliando i migliori itinerari.<br />
foto M. Topini<br />
L’oggetto Misterioso<br />
Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto misterioso riprodotto nella foto <strong>di</strong> lato. I primi cinque che lo indovineranno e ne daranno<br />
comunicazione in redazione, avranno <strong>di</strong>ritto a ricevere un premio offerto dal negozio IL QUADRIFOGLIO <strong>di</strong> Foggi Antonella.<br />
33
34<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Cari amici<br />
la storia <strong>di</strong> Noel si arricchisce sempre più <strong>di</strong> nuove avventure.<br />
Conservate gli inserti e... buona lettura<br />
dai vostri Cecilia e Federico<br />
soggetto e testo Sandro Anselmi<br />
continua sul prossimo numero
Centro <strong>di</strong> Diagnosi e Terapia Neuropsichiatrica,<br />
Psicologica, Logope<strong>di</strong>ca, Psicopedagogica<br />
Via T.Tasso 6/a - Civita Castellana (VT)<br />
Tel. 0761.517522<br />
Dott.ssa Eleonora Tabarrini<br />
Psicologa,<br />
Psicofisiologa Clinica<br />
“In casa devo<br />
sempre fare tutto<br />
io, lui non prende<br />
mai un’iniziativa,<br />
non mi dà mai<br />
una mano; anche<br />
nell’educazione<br />
dei figli, nelle<br />
scelte quoti<strong>di</strong>ane,<br />
lui non c’è<br />
mai «Fai tu», mi<br />
<strong>di</strong>ce. Io sono<br />
stanca, ho mille<br />
cose da fare, uno<br />
stress altissimo,<br />
non ho mai tempo per me…” La donna seduta<br />
davanti a me ha circa trent’anni, forse qualcuno<br />
in più, ha un aspetto molto curato e, con<br />
uno sguardo carico <strong>di</strong> ansia mi chiede un aiuto<br />
per il marito: “ Lei deve darmi una mano, perché<br />
secondo me ha qualche problema; ha<br />
sempre bisogno che ci sia io a fargli le cose,<br />
anche le più stupide… se non ci fossi io non so<br />
cosa farebbe. Gli deve far capire che così le<br />
cose non possono andare, ad esempio…” e<br />
segue una lista abbastanza lunga <strong>di</strong> cose da<br />
“aggiustare”.<br />
La soluzione sembrerebbe facile: aiutare questa<br />
persona immatura ed irresponsabile a crescere,<br />
a <strong>di</strong>ventare più autonoma, a giocare un<br />
ruolo attivo nella vita <strong>di</strong> coppia e nel menage<br />
familiare. Stiamo ovviamente parlando del lui<br />
in questione. Bene, ammesso che fosse giusto<br />
e che si riuscisse ad operare questa metamorfosi,<br />
forse ci si troverebbe <strong>di</strong> fronte a qualcosa<br />
che ci spiazzerebbe. La signora, probabilmente,<br />
<strong>di</strong>rebbe qualcosa del genere: “Sì,<br />
certo, ora le cose sono molto cambiate, lui è<br />
molto <strong>di</strong>verso, apprezzo tutto quello che cerca<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 35<br />
La sicurezza <strong>di</strong> sentirsi in<strong>di</strong>spensabili<br />
<strong>di</strong> fare per me, ma… non lo so… mi manca<br />
qualcosa. È strano, è come se avessi perso<br />
l’entusiasmo, il trasporto <strong>di</strong> un tempo, lo vedo<br />
con altri occhi”, oppure: “ a volte penso che io<br />
non sia più così importante per lui, è cambiato<br />
troppo, sembra non aver più bisogno <strong>di</strong> me.<br />
Forse non mi ama più come prima”.<br />
Questa donna, come tante, passa la vita ad<br />
anticipare i bisogni delle persone che le stanno<br />
intorno: marito, figli, genitori, fratelli,<br />
amici. Le viene naturale, a volte le è necessario<br />
riuscire a sod<strong>di</strong>sfare i desideri e le aspettative<br />
degli altri, spesso ancora prima che gli<br />
altri possano fare delle richieste. Ad esempio,<br />
è lei che fa notare al marito quando è giunto<br />
il momento <strong>di</strong> cambiarsi la camicia, oppure, il<br />
figlio non fa in tempo a lasciare un oggetto<br />
fuori posto, che lei prontamente lo recupera e<br />
lo mette in or<strong>di</strong>ne, o ancora porta la colazione<br />
a letto al figlio anche se è arrabbiata con lui<br />
perché è rientrato troppo tar<strong>di</strong> e si giustifica<br />
con il marito <strong>di</strong>cendo che, se non facesse così,<br />
il figlio non mangerebbe.<br />
La signora non riesce a <strong>di</strong>re “no”, fino al punto<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>venire in<strong>di</strong>spensabile per molta gente. Il<br />
risultato è che si troverà sempre circondata <strong>di</strong><br />
persone che “prendono, prendono e non<br />
danno mai”, o che danno tutto per scontato,<br />
non apprezzano nulla e, a volte, le mancano<br />
<strong>di</strong> rispetto (spesso infatti, le persone da aggiustare<br />
sono i figli).<br />
Invece <strong>di</strong> prendere in consegna figli o mariti,<br />
inviterei questa donna a riflettere un po’ su <strong>di</strong><br />
sé e su alcune considerazioni.<br />
Punto primo. Spesso concentrarsi sui problemi<br />
altrui e vivere in funzione del cambiamento<br />
salvifico che grazie a noi potrà compiersi,<br />
aiuta a non guardare dentro <strong>di</strong> sé, ad evitare<br />
<strong>di</strong> mettersi in <strong>di</strong>scussione, a non pensare ad<br />
aspetti <strong>di</strong> noi stessi che non accettiamo, che ci<br />
fanno star male perché non sono in sintonia<br />
con l’immagine che abbiamo <strong>di</strong> noi. Cosa succederebbe<br />
a questa signora che “non ha mai<br />
tempo per sé” se si fermasse un attimo e si<br />
guardasse allo specchio, invece <strong>di</strong> concentrar-<br />
si su chi le sta intorno? Forse non si piacerebbe<br />
poi così tanto, forse si scoprirebbe tutt’altro<br />
che perfetta e, <strong>di</strong>etro la maschera dell’ineccepibilità,<br />
vedrebbe parti <strong>di</strong> sé da tempo<br />
rimosse. Allora meglio non guardare; il meccanismo<br />
che scatta è quello della proiezione:<br />
le nostre parti negative e rimosse ten<strong>di</strong>amo ad<br />
attribuirle all’esterno - non sono io, è lui-, e ci<br />
sentiamo meglio cercando <strong>di</strong> migliorare gli<br />
altri.<br />
Punto secondo. Fino a quando vivrò in funzione<br />
della persona che amo, anticiperò i suoi<br />
bisogni, mi sostituirò a lui nelle scelte e nelle<br />
azioni, non <strong>di</strong>rò mai <strong>di</strong> no, la renderò assolutamente<br />
<strong>di</strong>pendente da me. Tutto ciò potrebbe<br />
essere molto faticoso, certo, ma mi permetterebbe<br />
<strong>di</strong> avere un controllo molto forte<br />
su <strong>di</strong> lei: <strong>di</strong>venendole in<strong>di</strong>spensabile, infatti,<br />
non correrei nessun rischio <strong>di</strong> essere lasciata,<br />
abbandonata.<br />
Un forte timore abbandonico, infatti, è spesso<br />
la molla che fa scattare la ben nota “sindrome<br />
della crocerossina” o la parallela “sindrome <strong>di</strong><br />
Onde Woman”; ho bisogno che gli altri abbiano<br />
bisogno <strong>di</strong> me, essendo sempre <strong>di</strong>sponibile,<br />
efficace, perfetta in tutto ciò che faccio,<br />
così nessuno potrà mai fare a meno <strong>di</strong> me,<br />
nessuno potrà rifiutarmi. Questo atteggiamento<br />
nasconde una scarsa autostima, la<br />
convinzione, spesso inconscia, <strong>di</strong> non valere<br />
molto. Se sono io la prima a non rispettarmi,<br />
a non concedermi uno spazio personale prioritario<br />
a tutto il resto, il messaggio che arriva<br />
a chi mi sta intorno, figli compresi, è che io<br />
vengo dopo <strong>di</strong> tutti, che non merito rispetto,<br />
che le cose che faccio, quin<strong>di</strong>, hanno poco<br />
valore.<br />
La mancanza <strong>di</strong> stima personale è spesso<br />
accompagnata dall’intima convinzione <strong>di</strong> non<br />
essere degni dell’amore dell’altro; “visto che<br />
non valgo molto e che in fondo non mi ritengo<br />
degna <strong>di</strong> amore, l’unico amore che potrò<br />
ottenere (e che merito) sarà quello legato al<br />
bisogno: sarò molto brava, sarò come tu mi<br />
vuoi, siccome non potresti mai amarmi per<br />
quella che sono, mi amerai per quello che faccio<br />
per te; mi renderò in<strong>di</strong>spensabile, tu avrai<br />
bisogno <strong>di</strong> me e non potrai mai lasciarmi, solo<br />
così sarò al sicuro. Parafrasando una famosa<br />
espressione della Norwood, “amare troppo”<br />
qualcuno significa non amare affatto sé stessi<br />
e, forse non poter amare nessuno, davvero.<br />
E’ possibile porre quesiti relativi agli interventi<br />
terapeutici e <strong>di</strong>agnostici e ricevere chiarimenti<br />
in proposito, visitando il sito<br />
www.centroceral.com , inviando una e-mail a<br />
info@centroceral.com , o chiamando al num.<br />
0761 517522
36<br />
“Porca miseria !<br />
Ancora …!” commentò<br />
ad alta voce il Signor G<br />
dopo aver aperto il frigorifero.<br />
“Ma che me lo fai<br />
apposta: non posso<br />
<strong>di</strong> Gianni Bracci neanche vederli e cosa<br />
trovo in frigo ? Broccoli<br />
! BROCCOLI !” , continuò,<br />
sempre ad alta voce, per farsi sentire<br />
dalla moglie. La Signora Carla stirava sommersa<br />
dalla solita montagna <strong>di</strong> panni, nella<br />
stanza vicina. Rispose con il tono paziente<br />
<strong>di</strong> chi si aspettava quella sfuriata:<br />
“Albertino, per esempio, li mangia”.<br />
Albertino, l’ultimo nato: aveva poco più <strong>di</strong><br />
quattro anni. “Tre cime <strong>di</strong> broccoli ? Vuoi<br />
farcelo <strong>di</strong>ventare, forse ? ” “Stavano in<br />
offerta speciale. Non hai sentito cosa <strong>di</strong>cono<br />
le associazioni dei consumatori: acquistare<br />
prodotti in promozione significa<br />
risparmiare fino al 40% sulla spesa quoti<strong>di</strong>ana”.<br />
“Ho capito…. va bene risparmiare<br />
su tutto ciò che consumi, ma quello che<br />
non ti piace, cosa lo compri a fare ?<br />
Mettere da parte qualche soldo per poi<br />
mangiare che è uno schifo: bella filosofia<br />
!” “Beh…” tentò ancora, timidamente, <strong>di</strong><br />
giustificarsi la moglie, comunque convinta<br />
delle sue ragioni:“Sono antitumorali, lo<br />
hanno detto al telegiornale. E poi, se pro-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Le (<strong>di</strong>s)avventure del signor G.<br />
CONSUMI<br />
prio avanzano, li porto a mia madre”. “Non<br />
vedo perché dovrei far mangiare ai miei<br />
suoceri prodotti antitumorali in offerta<br />
acquistati con i sol<strong>di</strong> del mio stipen<strong>di</strong>o”. “Il<br />
nostro stipen<strong>di</strong>o”. “ Vabbè, è mischiato.<br />
Come faccio a sapere se usi i miei o i tuoi<br />
sol<strong>di</strong>”. Silenzio. Questa volta la Signora<br />
Carla gli aveva concesso l’ultima parola.<br />
Miracolo. Si allungò sul <strong>di</strong>vano per rilassar-<br />
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />
SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00<br />
I miei dati<br />
Nome___ ____ ___ Cognome____________________Età_________CAP________Città________________________Prov._______<br />
Telefono______________________e-Mail________________________<br />
si un po’. Chiuse gli occhi affinchè il ricordo<br />
dei maccheroni fatti in casa che gli preparava<br />
sua madre potesse riemergere dall’oblio;<br />
li faceva sottili quanto bastava perché<br />
prendessero bene il sugo senza perdere<br />
consistenza e glieli serviva completamente<br />
ricoperti da una coltre <strong>di</strong> parmigiano:<br />
erano il piatto che preferiva in assoluto.<br />
D’altronde amava tutto quello che cucinava<br />
sua madre, altro che la zuppa <strong>di</strong><br />
cereali congelata o la pastasciutta precotta<br />
arraffazzonate in fretta e furia dalla<br />
moglie. In compenso il Signor G, volente<br />
o nolente, aveva imparato a mangiare le<br />
cose più <strong>di</strong>sparate. Per quanto fosse umanamente<br />
possibile cercava <strong>di</strong> non far sprecare<br />
nulla per due motivi: primo perché<br />
quel cibo veniva comprato con i sol<strong>di</strong> del<br />
suo (loro) stipen<strong>di</strong>o; secondo, perché gli<br />
avanzi sarebbero molto probabilmente<br />
finiti sul tavolo <strong>di</strong> sua suocera, cosa che,<br />
assolutamente, aborriva. Aveva appena<br />
ritirato la posta. Pensò bene <strong>di</strong> dargli uno<br />
sguardo. Tra una bolletta e l’altra, gran<strong>di</strong><br />
fogli patinati reclamizzavano i prodotti <strong>di</strong><br />
un ipermercato vicino casa sua. Li guardò<br />
stancamente, soprattutto per controllare<br />
se fossero scesi i prezzi <strong>di</strong> fotocamere <strong>di</strong>gitali<br />
e telefonini, ma ad un tratto i suoi<br />
occhi strabuzzarono su una parola inquietante:<br />
FAVE, fave surgelate in offerta.<br />
Guardò meglio: f…a…v…e !<br />
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO<br />
Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00<br />
continua a pag. 59...<br />
Il regalo è per:<br />
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effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione<br />
Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />
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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto <strong>di</strong>sposto dalla legge n.<br />
675 del 31.12.1996 in materia <strong>di</strong> “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento<br />
dei dati è <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />
Data_______________Firma_____________________________________<br />
Per abbonarti puoi spe<strong>di</strong>re questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della<br />
Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />
o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Vorrei incontrarti fra cent’anni<br />
E’ una grande famiglia <strong>di</strong> cinque generazioni<br />
quella <strong>di</strong> Maria Giuseppina Proietti,<br />
nata ad Amelia il 26 Settembre del 1905.<br />
Insieme a sua figlia, ai suoi quattro nipoti,<br />
agli otto pronipoti e ai tre figli dei pronipoti,<br />
Maria Giuseppina ha spento 100 candeline,<br />
contornata dall’affetto dei suoi cari.<br />
Giuseppina arriva a Civita Castellana all’età<br />
<strong>di</strong> quattro anni, insieme ai genitori e ai<br />
suoi quattro fratelli.<br />
Pur vivendo una vita fatta <strong>di</strong> stenti e <strong>di</strong><br />
faticoso lavoro nelle campagne, con due<br />
conflitti bellici che hanno stretto la morsa<br />
della fame e della paura sulla nostra Italia,<br />
nonna Giuseppina ha vissuto una vita<br />
Maria Giuseppina, il giorno del suo compleanno, insieme alla figlia Anna<br />
semplice ma felice, nonostante i tempi.<br />
Conosce Ottorino Ricci che <strong>di</strong>venta suo<br />
marito e dalla loro felice unione nascono<br />
Anna e Italo, scomparso da qualche anno.<br />
L’affetto che nonna Giuseppina ha saputo<br />
dare ai suoi figli e ai suoi nipoti, la ripaga<br />
oggi <strong>di</strong> un’altrettanto affetto che i suoi cari<br />
le rivolgono ogni giorno. Giuseppina infatti,<br />
vivendo con la figlia, con una nipote e<br />
due pronipoti, viene accu<strong>di</strong>ta con tanto<br />
amore e con la devozione <strong>di</strong> cui, le persone<br />
della sua età, hanno bisogno.<br />
Quando si incontrano persone come<br />
nonna Giuseppina viene spontaneo chiedersi<br />
cosa si provi ad avere cento anni, se<br />
ci si può rendere<br />
conto <strong>di</strong> aver raggiunto<br />
un secolo <strong>di</strong><br />
vita, se insieme<br />
alle tante esperienze<br />
vissute, ai fatti<br />
della storia, sia<br />
cambiato qualcosa<br />
nel carattere, nei<br />
sentimenti, nel<br />
rapporto con le<br />
altre persone.<br />
Guardando <strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> se, ci si rende<br />
conto degli anni<br />
trascorsi?<br />
Come si riesce a<br />
creare un legame<br />
tra i primi anni<br />
della propria vita<br />
con quelli che si<br />
vivono attualmente,<br />
in cui tutto è<br />
cambiato e anche<br />
le persone sono<br />
<strong>di</strong>verse?<br />
Come immaginiamo<br />
<strong>di</strong> essere noi a<br />
cento anni, cosa ci<br />
aspetterà raggiunta<br />
l’età <strong>di</strong> cento<br />
anni, ammesso e<br />
non concesso che<br />
ci sia data la facoltà<br />
<strong>di</strong> arrivare a<br />
questa età?<br />
Cento anni sono<br />
Maria Giuseppina Proietti a 88 anni<br />
37<br />
davvero tanti e per rendersene conto<br />
basta aprire un libro <strong>di</strong> storia e leggerne<br />
tutti gli avvenimenti, le scoperte, i <strong>di</strong>sastri,<br />
le conquiste.<br />
Ma chi questi cento anni li vive in prima<br />
persona ha la facoltà <strong>di</strong> rendersi conto <strong>di</strong><br />
cosa ha veramente vissuto? Di quanta storia<br />
è passata sopra <strong>di</strong> sé e quanta ne ha<br />
creata a sua volta?<br />
Sicuramente nonna Giuseppina questi anni<br />
li ha vissuti con tanta semplicità, con quella<br />
semplicità <strong>di</strong> cui noi non siamo più capaci.<br />
Avrà sicuramente gustato ogni suo giorno<br />
vissuto, avrà visto spuntare l’alba e calare<br />
il sole con occhi sognanti e avrà gioito dei<br />
suoi figli e dei suoi cari, cosa che non sappiamo<br />
fare più noi.<br />
Da parte nostra non possiamo che fare gli<br />
auguri a nonna Giuseppina per i suoi cento<br />
anni e augurarle tanta buona salute per il<br />
futuro, con la speranza che possa trasmetterci<br />
il segreto della longevità. Ma forse lo<br />
ha già fatto e non ce ne siamo accorti.<br />
Forse il segreto della longevità stà nel vivere<br />
la vita “in semplicità”.<br />
Cristina Evangelisti<br />
Vivaci occhietti, ra<strong>di</strong> baffetti, musino<br />
acuto, capo orecchiuto, denti voraci,<br />
pie<strong>di</strong> fugaci, coda sottile, forma gentile,<br />
<strong>di</strong>rlo m’è d’uopo, io sono il.........<br />
I primi cinque che telefonando in redazione<br />
daranno la soluzione dell’indovinello, riceveranno<br />
un simpatico omaggio offerto da<br />
L’ANGOLO DEI DESIDERI
38<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Amarcord - pronto......chi parla?<br />
Egle Alba Nelli sull’ingesso del centralino<br />
in Piazza Matteotti a Civita Castellana<br />
(Foto Archivio Nelli)<br />
Che bella quella pubblicità in cui si immaginano<br />
le nuove tecnologie della telecomunicazione<br />
al servizio del grande Gandhi.<br />
Oggi le <strong>di</strong>stanze sono state annullate dai<br />
molteplici mezzi <strong>di</strong> comunicazione quali la<br />
telefonia fissa, quella mobile, la rete web…<br />
Certo che la <strong>di</strong>fferenza fra noi e i nostri<br />
nonni è ben visibile. Una volta ci si affidava<br />
alle Regie Poste Italiane per scambiarsi<br />
notizie con i nostri cari lontani e quante<br />
belle cartoline inviate magari dal fronte <strong>di</strong><br />
guerra alle care mamme e alle fidanzate.<br />
Ma anche l’Italia, soprattutto dopo la prima<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, dovette stare al passo coi<br />
tempi. Iniziarono a comparire i primi centralini<br />
telefonici in cui le mani esperte <strong>di</strong><br />
graziose signorine, in camice nero, staccavano<br />
e riattaccavano spinotti su un complesso<br />
apparecchio che collegava una linea<br />
telefonica con l’altra e dal quale, le stesse,<br />
potevano, a loro <strong>di</strong>screzione, restare o<br />
meno in ascolto della telefonata facendone<br />
scaturire, magari, qualche pettegolezzo.<br />
Qualche illustre citta<strong>di</strong>no iniziò ad avere,<br />
presso la sua abitazione, la linea telefonica<br />
tanto che, L’Avv. Mario Panetta <strong>di</strong> Viterbo,<br />
nel 1913, in<strong>di</strong>cava sulla sua carta intestata<br />
“Telefono n. 43”. E ancora, nel 1929, lo stu<strong>di</strong>o<br />
legale Avv. Marco Morelli <strong>di</strong> Civita<br />
Castellana scriveva sulla sua intestazione<br />
“Tel. Interprovinciale n. 31”. Come si può<br />
notare dal numero telefonico, gli apparecchi<br />
in circolazione in quel periodo erano<br />
molto rari. Cominciarono poi a comparire,<br />
nei luoghi pubblici, generalmente nei bar, i<br />
primi apparecchi telefonici neri, appesi alla<br />
parete, con la cornetta appoggiata in verticale<br />
ed i numeri che dovevano essere composti<br />
per mezzo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sco, forato in corrispondenza<br />
<strong>di</strong> ogni numero, che si doveva<br />
far girare in senso orario. Bastava inserire<br />
un gettone (<strong>di</strong> metallo rotondo con una<br />
scanalatura su un lato e due nell’altro), che<br />
generalmente veniva fornito dal barista,<br />
<strong>di</strong>etro il corrispettivo valore in denaro, per<br />
poter accedere alla linea e, con la faccia<br />
rivolta verso il muro ed una flebile voce, si<br />
cercava <strong>di</strong> evitare che i presenti, potessero<br />
ascoltare la conversazione. Per chi se lo<br />
poteva permettere, il telefono incominciò<br />
ad apparire anche nelle case ed ecco allora<br />
che, generalmente posto nell’ingresso, il<br />
grosso, nero oggetto <strong>di</strong> lusso, incominciò a<br />
<strong>di</strong>ventare la <strong>di</strong>sperazione <strong>di</strong> quei genitori<br />
che, con figlie femmine in età da marito,<br />
dovevano subire il suono <strong>di</strong> quel classico<br />
trillo a tutte le ore del giorno. Come <strong>di</strong>menticare<br />
i fantastici film all’italiana con Ave<br />
Ninchi, Totò, Alberto Sor<strong>di</strong>… in cui attorno<br />
al telefono appeso nell’ingresso si creava<br />
tutta una scena comica?<br />
Con gli anni il telefono assunse forme <strong>di</strong>verse,<br />
<strong>di</strong>venne molto più piccolo, <strong>di</strong> colore grigio<br />
ed in seguito il <strong>di</strong>sco dei numeri venne<br />
sostituito dalla tastiera, per la gioia <strong>di</strong> quelle<br />
donne che, fanatiche delle unghie lunghe,<br />
rischiavano <strong>di</strong> spezzarle ogni volta che<br />
dovevano infilare l’ in<strong>di</strong>ce nei buchi per<br />
comporre i numeri.<br />
Nel periodo che và dagli anni ’80 agli anni<br />
’90 tutto è cambiato velocemente, i telefoni<br />
hanno assunto le più stravaganti forme,<br />
il classico trillo è stato sostituito dalle suonerie<br />
più fantasiose e ad<strong>di</strong>rittura…… al telefono<br />
“è stato tagliato il filo”.<br />
A Civita Castellana, forse pochi ricorderanno,<br />
il centralino telefonico era stato collocato<br />
sotto il palazzo comunale in Piazza<br />
Matteotti, proprio in quei locali che, all’ingresso<br />
del comune, si trovano sulla destra.<br />
Egle Alba Nelli, per circa venticinque anni,<br />
dagli anni ’40 al ’65, vi ha svolto il ruolo <strong>di</strong><br />
centralinista/telefonista in quello che veniva<br />
chiamato l’ufficio della TETI. In alcuni articoli<br />
dei primi decenni del novecento risulta<br />
che vennero fatti collegamenti telefonici fra<br />
i paesi del cosiddetto “mandamento” <strong>di</strong><br />
Civita Castellana (Nepi, Castel Sant’Elia,<br />
Fabrica <strong>di</strong> Roma, Faleri, Calcata, Gallese<br />
ecc) con Viterbo e Roma. Sembra, inoltre<br />
che la manutenzione delle linee telefoniche<br />
fu assegnata in appalto proprio ad un citta<strong>di</strong>no<br />
<strong>di</strong> Civita Castellana (tale Paolelli).(notizie<br />
storiche – Prof.ssa Patrizia Fantera).<br />
In aiuto <strong>di</strong> Egle Alba Nelli venne assunta più<br />
tar<strong>di</strong> anche Leonia Nelli. Il lavoro della centralinista<br />
consisteva all’epoca, oltre che nel<br />
una bellissima foto <strong>di</strong> Egle Alba Nelli<br />
(Foto Archivio Nelli)<br />
raccogliere la telefonata, anche <strong>di</strong> andare a<br />
chiamare la persona alla quale questa era<br />
<strong>di</strong>retta. La persona veniva fatta accomodare<br />
all’interno della cabina chiusa da una<br />
pesante porta e poi le veniva passata la<br />
linea. Quante telefonate sono partite da<br />
quella centralina telefonica e quante ne<br />
sono arrivate con la gioia <strong>di</strong> ricevere una<br />
lieta notizia o col timore <strong>di</strong> riceverne una<br />
brutta. Ma il periodo d’afflusso maggiore la<br />
centralina l’ebbe negli anni in cui “la gente<br />
<strong>di</strong> Puglia” immigrò a Civita Castellana per<br />
portare mano d’opera ai campi <strong>di</strong> tabacco.<br />
Il Sabato, la Domenica e nei giorni <strong>di</strong> festa,<br />
questi si recavano ai telefoni pubblici per<br />
poter chiamare i loro cari che, a loro volta,<br />
venivano chiamati “<strong>di</strong> corsa” da un’altra<br />
centralinista che, affaticata e col cuore in<br />
gola per la corsa, chiamava l’interessato e<br />
gli <strong>di</strong>ceva:<br />
“corri… c’è tua sorella al telefono”.<br />
Cristina Evangelisti
Lorena Rossi<br />
T. 339.8742336<br />
Free Dance Trainer,<br />
Naturopata FINR<br />
formazione Istituto<br />
Me<strong>di</strong>cina<br />
Psicosomatica RIZA<br />
Consulente presso<br />
L’ERBAVOGLIO<br />
Dialogo Naturale<br />
Erbe Amiche e trattamenti per il Corpo, per il Cuore, per la Mente<br />
Ancora molte foglie sono<br />
ver<strong>di</strong> sugli alberi, le giornate<br />
<strong>di</strong>ventano sempre<br />
più corte e fresche ed il<br />
nostro intero organismo<br />
si prepara all’inverno.<br />
La natura ci offre<br />
costantemente con la<br />
sua forza e la sua<br />
grazia molti rime<strong>di</strong><br />
per prevenire e spesso<br />
curare i <strong>di</strong>sagi che<br />
possono manifestarsi<br />
a livello fisico, psichico<br />
, emozionale.<br />
Ci insegna la Me<strong>di</strong>cina<br />
Tra<strong>di</strong>zionale Cinese<br />
come l’autunno gradualmente<br />
spegne il vortico-<br />
so caldo movimento dell’estate per preparare<br />
alla quiete del freddo invernale, quando le<br />
energie della natura riposano sotto la neve,<br />
per ricaricarsi e riesplodere <strong>di</strong> mille colori e<br />
profumi in primavera.<br />
È dunque buona norma prepararsi.<br />
È il momento per depurare l’organismo<br />
dallo stress <strong>di</strong> tutto un anno <strong>di</strong> lavoro ed<br />
assicurarsi un buon livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fese<br />
immunitarie per cominciarne uno nuovo.<br />
Come una macchina funziona al suo meglio<br />
quando i vari filtri sono puliti,cosi il nostro<br />
organismo, dotato <strong>di</strong> organi emuntori, che<br />
mantengono scorrevole il circuito,così da<br />
poter sfruttare al meglio i nutrienti introdotti<br />
con l’alimentazione e gli eventuali integratori.<br />
Fin dall’antichità l’Uomo ha potuto<br />
sperimentare le proprietà terapeutiche delle<br />
piante me<strong>di</strong>cinali, che oggi vengono valorizzate<br />
dalla più moderna ricerca scientifica <strong>di</strong><br />
laboratorio. Stabilito che una corretta alimentazione<br />
ed un regolare movimento fisico sono<br />
alla base <strong>di</strong> una vita sana, è possibile usufruire<br />
della <strong>di</strong>spensa della Natura con tisane,<br />
gemmoderivati, olii essenziali, oligoelementi,<br />
nutrienti,vitamine, come con sottili rime<strong>di</strong><br />
vibrazionali: l’omeopatia,la floriterapia,la cromoterapia<br />
e la cristalloterapia, Tecniche antiche<br />
e moderne ad approccio corporeo: movimento,<br />
massaggio,affascinante e completo<br />
quello psicosomatico.<br />
Agopuntura, Kinesiologia applicata.<br />
La scelta è vasta ma non semplicistica, avvalersi<br />
<strong>di</strong> un consulente preparato pre<strong>di</strong>spone ad<br />
un più veloce e buon risultato.<br />
Dunque per prepararci all’inverno pensiamo<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 39<br />
ad alleggerire un po’ il fegato, lo stomaco e<br />
la milza; liberare regolarmente l’intestino,<br />
sostenere i reni,(organo-funzione <strong>di</strong> primaria<br />
importanza nella Me<strong>di</strong>cina Tra<strong>di</strong>zionale<br />
Cinese) ed i polmoni,in vista anche dell’inevitabile<br />
stress e sovralimentazione natalizia e<br />
dello scambio affettuoso <strong>di</strong> virus influenzali!!<br />
Attraverso il test kinesilogico,come con<br />
l’iri<strong>di</strong>ologia, meto<strong>di</strong> d’indagine non invasivi<br />
ed economici, è possibile in<strong>di</strong>viduare quali<br />
squilibri o blocchi energetici partecipano<br />
del <strong>di</strong>sagio che ci affligge,che cerca <strong>di</strong> comunicare<br />
con noi,che, come ci spiega la moderna<br />
visione olistica della psicosomatica,può<br />
rappresentare una significativa funzione mo<strong>di</strong>ficante<br />
nella nostra vita.<br />
E’ possibile intervenire sostenendoci con i<br />
dolci rime<strong>di</strong> della fitoterapia, della floriterapia,<br />
con il profondo potere evocativo dell’aro-<br />
materpia, e con la cromoterapia la cristalloterapia<br />
e fondamentale, come <strong>di</strong>cevano i nostri<br />
avi: “Mens sana in corpore sano”con l’attività<br />
fisica che deve essere regolare.Niente torture<br />
spacca cuore,spacca schiena,ma un appropriato<br />
movimento,in<strong>di</strong>spensabile alla buona<br />
funzionalità <strong>di</strong> tutto l’apparato circolatorio,<br />
arterioso, venoso e linfatico: parliamo <strong>di</strong><br />
cuore,<strong>di</strong> insonnia ma anche <strong>di</strong> cellulite o <strong>di</strong><br />
costipazione intestinale come <strong>di</strong> efficienza<br />
mentale e basilare per l’apparato scheletrico<br />
motorio.<br />
È possibile intraprendere una <strong>di</strong>eta senza soffrire!!<br />
Creandola su misura,calibrando con<br />
l’ausilio <strong>di</strong> tisane,fiori <strong>di</strong> Bach,cristalloterapia e<br />
qual si voglia rime<strong>di</strong>o naturale che il corpo ci<br />
chiede.<br />
Impariamo a <strong>di</strong>alogare con noi stessi, a percepire<br />
l’Unicità <strong>di</strong> Corpo, Cuore, Mente, anche<br />
attraverso il metodo FREE DANCE, semplici e<br />
piacevoli esercizi psicofisici, in modo da<br />
riconoscere i segnali che in continuazione il<br />
nostro corpo ci invia, <strong>di</strong>vertendoci a tempo <strong>di</strong><br />
musica,in compagnia, tonificando il tono<br />
muscolare,il cuore,mantenendo flessibili articolazioni,<br />
i legamenti, la mente, liberamente<br />
danzando.<br />
In questa rubrica ogni mese faremo amicizia<br />
con una pianta officinale,con un Fiore <strong>di</strong><br />
Bach,un olio essenziale,un colore,un cristallo<br />
ed approfon<strong>di</strong>remo tecniche <strong>di</strong>agnostiche e<br />
terapeutiche naturali, felici <strong>di</strong> rispondere alle<br />
vostre eventuali domande o riflessioni.<br />
Nella nostra Erboristeria sarà semplice farsi<br />
preparare una tisana depurativa,<strong>di</strong>uretica, o<br />
espettorante..farsi consigliare per rafforzare le<br />
<strong>di</strong>fese immunitarie con sciroppo o pastiglie a<br />
base <strong>di</strong> Propoli Echinacea e Rosa Canina, ad<br />
esempio, affinché il freddo non ci aggre<strong>di</strong>sca.<br />
Vi voglio parlare oggi del Tarassaco e del<br />
Ginepro, due piante comunemente utilizzate<br />
con proprietà terapeutiche importanti.<br />
La prima aiuta il fegato stimolando il flusso<br />
biliare, migliora la <strong>di</strong>gestione, stimola la <strong>di</strong>uresi,<br />
aiuta la pelle.<br />
Il secondo, sotto forma <strong>di</strong> macerato glicolico,<br />
oltre a proteggere le cellule del fegato, stimola<br />
le funzioni renali ed interviene nella cura<br />
dell’apparato articolare gastrointestinale, delle<br />
arterie e del metabolismo.<br />
Tra i fiori <strong>di</strong> Bach pren<strong>di</strong>amo in considerazione<br />
Walnut,per i cambiamenti,la nuova<br />
scuola,il nuovo lavoro, il nuovo; tra i<br />
Californiani Dill per gli eccessivi stimoli.<br />
Tra gli oli essenziali la menta stimola e<br />
rilassa allo stesso tempo, può essere utile in<br />
questo periodo <strong>di</strong> nuove partenze,ed il cumino<br />
stimolante e riscaldante utile per i gonfiori<br />
addominali.<br />
Il colore della stagione sarà le sfumature <strong>di</strong><br />
giallo e rosso l’arancio la terra bruna,l’energia<br />
del Sole nel suo aspetto autunnale..<br />
Ripeteremo sempre che ogni caso è a se:<br />
siamo tutti <strong>di</strong>versi,con storie <strong>di</strong>verse nel<br />
nostro corpo e situazioni emotive variabili che<br />
influenzano significativamente la risposta al<br />
rime<strong>di</strong>o prescelto. Dunque consultare un<br />
esperto del settore è sempre la miglior scelta.<br />
Il fai da te comporta sempre dei rischi.<br />
Iniziamo ogni giornata cercando <strong>di</strong> fare delle<br />
profonde e sincere respirazioni,<br />
mobilitando la schiena,il bacino,le braccia,le<br />
spalle,allargando i polmoni,<br />
butta via le sigarette, e cerca <strong>di</strong> fare qualche<br />
passo con ritmo, così da stimolare la circolazione<br />
ed il buon umore. Non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong><br />
sorridere alla Vita,ti risponderà come uno<br />
specchio!!
40<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il KARATE e le donne<br />
Negli ultimi<br />
anni si sta verificandoun’inversione<br />
<strong>di</strong> tendenza<br />
che, finalmente,<br />
smentisce l’errataconvinzione<br />
che il Karate<br />
sia una <strong>di</strong>sciplina<br />
riservata<br />
esclusivamente<br />
ad un pubblico<br />
maschile. Sempre<br />
più donne<br />
<strong>di</strong> ogni età si<br />
avvicinano e si<br />
appassionano<br />
alla nostra <strong>di</strong>sciplina,<br />
ma<br />
nonostante<br />
questo sono<br />
Maestra Roberta Mercuri<br />
ancora molte<br />
quelle che ne<br />
restano lontane solo perché influenzate da<br />
pregiu<strong>di</strong>zi e informazioni errate.<br />
Nell’immaginario collettivo persiste ancora la<br />
convinzione che le Arti Marziali siano esibizioni<br />
<strong>di</strong> forza bruta o, nella migliore delle<br />
ipotesi, se ne evidenzia, in maniera estremamente<br />
riduttiva, il solo aspetto legato alla<br />
<strong>di</strong>fesa personale. Proviamo allora a fare<br />
chiarezza su cosa sia realmente il Karate e<br />
prepariamoci a sfatare i falsi miti... Nel<br />
Karate tra<strong>di</strong>zionale e nello Shotokai in particolare<br />
la forza fisica non conta. Le tecniche<br />
apprese insegnano a non opporre mai forza<br />
alla forza ma a sfruttare l’attacco dell’avversario<br />
per neutralizzarne la pericolosità.<br />
L’allenamento costante favorisce l’acquisizione<br />
<strong>di</strong> un corpo sano e flessibile e accresce la<br />
fiducia in se stessi, conferendo calma e sere-<br />
nità e rendendo così inutile ogni esibizione <strong>di</strong><br />
forza. Non c’è mai brutalità né violenza ma<br />
sincerità, rispetto, autocontrollo e continuo<br />
sforzo <strong>di</strong> automiglioramento e crescita interiore.<br />
Il Karate non è solo pratica fisica, è<br />
una <strong>di</strong>sciplina attraverso la quale si prende<br />
coscienza dello stretto legame tra corpo e<br />
psiche, si avverte il legame causale tra i<br />
movimenti del corpo e la propria personalità<br />
ed è per tutti, uomini e donne, un’occasione<br />
per iniziare un viaggio alla scoperta <strong>di</strong> se<br />
stessi. Praticare Karate significa innanzitutto<br />
spogliarsi del vissuto quoti<strong>di</strong>ano - pregiu<strong>di</strong>zi,<br />
maschere, paure, ansie - per migliorarsi e<br />
superare i propri limiti, imparare a credere<br />
nelle proprie capacità, senza ostentazione,<br />
ed avere in mente che il primo avversario è<br />
sempre e solo dentro <strong>di</strong> noi. Da questa considerazione<br />
è facile comprendere che il<br />
Karate è adatto a tutti, uomini, donne e<br />
bambini e che quello che conta è la <strong>di</strong>sposizione<br />
interiore. Durante l’allenamento non<br />
importa se <strong>di</strong> fronte si ha un uomo o una<br />
donna e le donne non hanno indulgenze in<br />
considerazione della propria natura. Nella<br />
pratica si annullano<br />
le <strong>di</strong>fferenze perché<br />
il fine è comune:<br />
l’allenamento del<br />
corpo e della<br />
mente, il rispetto<br />
ed il progresso<br />
comune. Uno dei<br />
falsi miti vuole le<br />
donne come fisicamente<br />
inadatte alla<br />
pratica delle arti<br />
marziali. Se è vero<br />
che gli uomini sono<br />
per natura fisicamente<br />
più forti, le<br />
donne sono in gene-<br />
re più veloci e più sciolte, due caratteristiche<br />
che nel Karate sono a <strong>di</strong>r poco fondamentali<br />
e ben più importanti della forza fisica. Per<br />
contestare poi l’errata convinzione che la<br />
pratica del Karate possa compromettere la<br />
femminilità basterebbe semplicemente<br />
osservare le ragazze che praticano da molti<br />
anni insieme a noi per rendersi conto dell’assur<strong>di</strong>tà<br />
<strong>di</strong> tale affermazione. La preparazione<br />
atletica propedeutica al Karate, ed il Karate<br />
stesso, favoriscono soprattutto l’allungamento<br />
dei gran<strong>di</strong> gruppi muscolari, e li potenziano<br />
senza gonfiarli. Oltre a questo la pratica<br />
del Karate fortifica significativamente i<br />
muscoli dell’addome e della schiena, migliorando<br />
la postura ed il portamento. Il kata è<br />
un esercizio <strong>di</strong> grande eleganza particolarmente<br />
in<strong>di</strong>cato per le donne, e per il kumite<br />
non bisogna necessariamente <strong>di</strong>ventare dei<br />
gorilla.<br />
Per questo motivo, per una Karateka essere<br />
donna non deve <strong>di</strong>ventare un alibi per lavorare<br />
<strong>di</strong> meno o con minore impegno, o per<br />
puntare ad obiettivi meno ambiziosi.<br />
la Maestra Roberta Mercuri durante un’esibizione
<strong>Campo</strong> de’ fiori 41<br />
Come eravamo<br />
Nocchie, castagne, uva - “profumi e sapori che non si <strong>di</strong>menticano”<br />
L’autunno è ormai<br />
alle porte e sui<br />
campi della nostra<br />
zona si celebrano gli<br />
antichissimi riti della<br />
vendemmia e della<br />
raccolta <strong>di</strong> nocciole<br />
e castagne. Questi<br />
frutti qui nel viterbese<br />
sono particolarmente<br />
pregiati, data<br />
<strong>di</strong> Alessandro Soli<br />
la particolare esposizione<br />
delle coltivazioni<br />
e il clima quasi sempre “benevolo” che<br />
li ha resi famosi nel mondo. Le nocciole dei<br />
Cimini sono tra le migliori su scala mon<strong>di</strong>ale,<br />
non <strong>di</strong>mentichiamo che fin dagli anni<br />
’50, la Perugina e le più importanti industrie<br />
dolciarie, prelevavano a “piene mani”<br />
“’e nocchie nostre” che <strong>di</strong>venivano materia<br />
prima per i dolci prodotti su scala industriale.<br />
Primo fra tutti l’inimitabile “Bacio”<br />
confezionato abilmente con la nocciola intera<br />
a chiusura dell’ impasto <strong>di</strong> cioccolato<br />
frammisto a nocciole tritate, ed incartato<br />
sull’altrettanto famoso bigliettino che riportava<br />
una frase d’amore, in genere tratta dal<br />
Cyrano <strong>di</strong> E. Rostand. Se pensiamo al<br />
successo che il Bacio ha avuto in tutto il<br />
mondo, e che negli anni non ha mo<strong>di</strong>ficato<br />
mai la sua confezione, ebbene dobbiamo<br />
esserne orgogliosi, perché come <strong>di</strong>cevo l’ingre<strong>di</strong>ente<br />
principe veniva e forse ancora<br />
viene dalla nostra terra. Che <strong>di</strong>re poi delle<br />
nostre Castagne, rinomati i “marroni”<br />
prodotti qui sui Cimini, anch’essi assorbiti<br />
dalle industrie del settore, che li lavorano e<br />
manipolano in mille mo<strong>di</strong>, nella produzione<br />
<strong>di</strong> dolci classici dal caratteristico sapore. Ma<br />
permettetemi <strong>di</strong> soffermarmi sull’uso particolare<br />
che si fa ancora dopo secoli, e nello<br />
stesso modo,<br />
della castagna:<br />
la calda, dolce,<br />
unica e romantica“Caldarrosta”.<br />
Sfido<br />
chiunque a <strong>di</strong>re<br />
<strong>di</strong> non aver mai<br />
assaggiato e<br />
gustato, specialmente<br />
all’arrivo<br />
dei primi fred<strong>di</strong>,<br />
queste tipiche<br />
castagne, cotte<br />
arrosto (da qui il<br />
loro nome) su<br />
quella particolare<br />
padella dal fondo<br />
forato che rende<br />
questo frutto inimitabile nel sapore e nel<br />
calore che fisicamente ti dà. Perché anche<br />
in questa epoca <strong>di</strong> riscaldamento tecnologico<br />
programmato, senti ancora il bisogno <strong>di</strong><br />
provare sui tuoi polpastrelli intirizziti il piacere<br />
<strong>di</strong> sbucciare la caldarrosta, che hai<br />
prelevato dal “cartoccio del callarostaro”.<br />
Ho lasciato per ultima l’Uva il frutto<br />
più famoso, quello che richiede durante<br />
l’anno cure particolari da parte dei produttori,<br />
ma che dà loro le più gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni,<br />
se l’annata è buona, perché grazie a<br />
vitigni antichi e selezionati riescono a portare<br />
in tavola vini <strong>di</strong> buona levatura. Non<br />
posso non andare in<strong>di</strong>etro nel tempo quando<br />
parlo <strong>di</strong> uva, dalla vendemmia fatta a<br />
mano oggi come allora, alla pigiatura<br />
una volta fatta con i pie<strong>di</strong>, ormai anacronistica,<br />
ma così particolare, e via via a<br />
tutte le fasi interme<strong>di</strong>e prima <strong>di</strong> bere il vino<br />
finito. Voglio però ricordare il caratteristico<br />
sapore che ci dava il mangiare ”pane e<br />
uva”, anche se non è più <strong>di</strong> moda, provatelo,<br />
vi assicuro che gusterete qualcosa <strong>di</strong><br />
particolare (io lo facevo col “pizzutello”<br />
ovvero l’uva detta zi bibbo quella appuntita,<br />
che personalmente coglievo nel giar<strong>di</strong>no<br />
della trattoria <strong>di</strong> mio nonno Giano). Che<br />
<strong>di</strong>re del dolce Mosto, uva appena pigiata<br />
anch’essa dal sapore particolare, ottimo<br />
lassativo, il tutto aspettando l’11<br />
Novembre: San Martino quando “ogni<br />
mosto <strong>di</strong>venta vino”.<br />
Ma quello è il primo vino, adatto per le<br />
castagne e piccole merende <strong>di</strong> cantina ,<br />
vino giovane ancora dolciastro, non filtrato<br />
un po’ torbido. Poi col freddo <strong>di</strong>verrà sua<br />
maestà Re Vino, con tutta la sua forza e la<br />
sua gradazione, che lo renderà unico nell’accompagnare<br />
sulla tavola deliziosi antipasti<br />
ed arrosti robusti. Sapete amici mentre<br />
sto terminando questo pezzo a me è venuta<br />
fame e a Voi?
42<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
“Due ruote” per passione<br />
Dicono che con la passione per qualcosa ci<br />
si nasca, e allora il nostro Fabio Spitoni è<br />
nato certamente con la passione per la<br />
moto; ma c’è anche cresciuto.<br />
Infatti ha respirato fin da piccolo i gas <strong>di</strong><br />
scarico, l’odore dell’olio bruciato, della<br />
gomma surriscaldata, ha avuto nelle orecchie<br />
il rombo dei motori perché aiutava i<br />
suoi fratelli più gran<strong>di</strong> nella messa a punto<br />
delle loro moto, perché anche<br />
loro avevano questo amore.<br />
Voleva provare l’emozione <strong>di</strong> correre<br />
in un circuito per emulare i<br />
suoi eroi Capirossi, Biagi e altri.<br />
Tutto questo gli è riuscito quest’anno<br />
correndo sulle maggiori<br />
piste italiane: Maggione, Misano<br />
e Vallelunga e facendo salti mortali<br />
per essere presente<br />
anche sul lavoro.<br />
Anche il <strong>di</strong>scorso<br />
economico è molto<br />
pesante perché le<br />
spese per la manutenzione<br />
dalla moto e per i viaggi sono<br />
molto alte e Fabio paga tutto <strong>di</strong><br />
tasca propria, non avendo<br />
ancora uno sponsor.<br />
Tutti i suoi sacrifici sono stati<br />
ripagati con un meritato terzo<br />
posto sul circuito <strong>di</strong> Vallelunga,<br />
in sella ad una Suzuki GSX-R<br />
classe 600 nel trofeo nazionale<br />
amatori Giacobetti, <strong>di</strong>sputatosi<br />
lo scorso 4 Settembre e<br />
che gli ha fruttato un quarto posto assoluto<br />
nella classifica nazionale.<br />
Il prossimo impegno per il nostro centauro<br />
sarà per il 9 Novembre a Misano, per l’ultima<br />
gara del campionato.<br />
A sostenerlo, naturalmente, ci sarà il<br />
Motor-Club Faleri <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma e tutti<br />
i suoi amici-fans capeggiati dal suo piccolo<br />
nipotino Riccardo.<br />
Al nostro campione tutti i più cari auguri <strong>di</strong><br />
una rosea carriera.<br />
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Civita Castellana (VT)<br />
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Vi abbiamo parlato il mese scorso<br />
dell’apertura della prima scuola <strong>di</strong><br />
danza a Civita Castellana <strong>di</strong>retta<br />
dal Maestro Tuccio Rigano.<br />
In questo mese la Honey ha dato<br />
<strong>di</strong>mostrazione dell’alta qualità e<br />
professionalità dei Docenti della<br />
scuola impartendo lezioni <strong>di</strong>mostrative<br />
che hanno riscontrato un enorme<br />
successo.<br />
Alle lezioni dei Docenti si sono<br />
alternate lezioni <strong>di</strong>mostrative dei<br />
Professionisti Ospiti che seguiranno<br />
il percorso <strong>di</strong>dattico della scuola<br />
durante l’anno accademico.<br />
Artisti come Cristina Gangalanti per<br />
il Modern Jazz, Andrea Iacopini e<br />
Alessandro Pustizzi per hip hop<br />
hanno entusiasmato le fortunate<br />
ragazze che sono riuscite a fare<br />
lezione con loro.<br />
Grande successo ha ricevuto anche<br />
la lezione <strong>di</strong> Pas De Deux tenuta da<br />
Tuccio Rigano in collaborazione con<br />
ballerini professionisti dell’AID <strong>di</strong><br />
Roma finita in un lunghissimo<br />
applauso da parte delle estasiate<br />
partecipanti.<br />
Auguri Honey!<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
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L’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo <strong>di</strong>versa decisione della redazione<br />
Una giovane promessa della musica<br />
Riccardo Orizio<br />
nasce il 27<br />
Dicembre<br />
1985. Inizia lo<br />
stu<strong>di</strong>o del pianoforte<br />
all’età<br />
<strong>di</strong> nove anni,<br />
presso l’Accademia<br />
Muzio<br />
Clementi <strong>di</strong> CivitaCastellana,<br />
sotto la<br />
guida del Maestro<br />
Roberto<br />
Finucci e si<br />
<strong>di</strong>stingue subito<br />
per la <strong>di</strong>ligenza<br />
e l’applicazione.<br />
La sua<br />
naturale pre<strong>di</strong>sposizione<br />
lo<br />
porta a coronare<br />
con facilità la<br />
carriera scolastica e si <strong>di</strong>ploma a pieni voti presso l’Accademia <strong>di</strong> Santa Cecilia, lo scorso 18<br />
Settembre. Il suo repertorio naturale è Chopin e la sua ispirazione è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un valente<br />
concertista. Auguri da mamma Cinzia, papà Tonino, tutti gli amici e la redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’<br />
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regolamento o che, a suo insindacabile giu<strong>di</strong>zio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche.<br />
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riportate con la presente cedola.<br />
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43
44<br />
22 Settembre 1943 – 22 Settembre 2005.<br />
Sessantadue anni, ormai, ci separano dalla<br />
trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Cefalonia, isola greca del mare<br />
Jonio, uno degli episo<strong>di</strong> più tragici della<br />
Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale e della storia<br />
militare italiana. Una delle pagine più buie<br />
della nazione e delle forze armate.<br />
Sulla vicenda <strong>di</strong> Cefalonia e sull’ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ecimila soldati italiani ad opera dei tedeschi,<br />
sono stati organizzati <strong>di</strong>battiti, convegni,<br />
mostre e pubblicati una serie interminabile<br />
<strong>di</strong> articoli, libri e saggi. Non ultimi,<br />
film e sceneggiati televisivi, <strong>di</strong> recente produzione.<br />
Agli “storici” la <strong>di</strong>samina dei fatti connessi.<br />
Ricordare i caduti il nostro obiettivo.<br />
La 33^ Divisione <strong>di</strong> Fanteria da montagna<br />
“Acqui”, venne allestita a Merano il<br />
15 Dicembre 1938 ed era costituita da un<br />
comando <strong>di</strong>visione, dal 17° e 18°<br />
Reggimento <strong>di</strong> Fanteria su tre battaglioni<br />
ciascuno, dal 33° Reggimento Artiglieria,<br />
dal 33° Battaglione Mortai, dalla 33^<br />
Compagnia Anticarro, da due compagnie<br />
del genio e dai servizi <strong>di</strong> sanità della 44^<br />
sezione.<br />
La <strong>di</strong>visione, all’atto della sua costituzione,<br />
risultava composta da 450 ufficiali, 600<br />
sottufficiali e 11.000 soldati.<br />
L’11 Giugno 1940, all’indomani della<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Gino Miccini, Alfredo Rossi, Roberto Severini,<br />
Isidoro Mangini, Enzo Gentili<br />
Civitonici nella <strong>di</strong>visione “ACQUI” a Cefalonia<br />
Porto <strong>di</strong> Corfù - Settembre 1943<br />
<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra alla Francia, venne<br />
impiegata sul fronte francese.<br />
Nel Luglio del ’40, ritornò in Italia, dove<br />
rimase a <strong>di</strong>sposizione dello Stato Maggiore<br />
per futuri impieghi tattici e venne in parte<br />
smobilitata con alcuni reparti congedati o<br />
trasferiti ad altre unità.<br />
Il 28 Ottobre 1940, quando Mussolini decise<br />
<strong>di</strong> attaccare l’Albania e la Grecia, la <strong>di</strong>visione<br />
venne prontamente ricostituita con<br />
soldati delle classi più giovani, 1919 –<br />
1923, e il 15 Novembre 1940 fu impiegata<br />
nelle operazioni militari nei Balcani.<br />
Il 29 Aprile 1941, la Divisione “Acqui”,<br />
sbarcò nell’isola <strong>di</strong> Corfù e dopo pochi<br />
giorni prese il totale controllo <strong>di</strong> tutte le<br />
isole joniche, dove rimase fino a tragici<br />
giorni del Settembre 1943.<br />
Le isole greche del mare Jonio, poste <strong>di</strong><br />
fronte alla Grecia e all’estremo sud<br />
dell’Italia, sono composte da Corfù,<br />
Cefalonia, Santa Maura, Zacinto e da una<br />
serie minore <strong>di</strong> piccole isole con un numero<br />
esiguo <strong>di</strong> abitanti.<br />
Contesti territoriali <strong>di</strong> elevato valore strategico<br />
per il controllo dei convogli militari nel<br />
Me<strong>di</strong>terraneo e dello stretto <strong>di</strong> Corinto,<br />
poco <strong>di</strong>stante.<br />
La composizione sociale delle varie unità,<br />
vedeva una netta predominanza <strong>di</strong> soldati<br />
Prof. Arch. Enea Cisbani<br />
del Nord Italia, Piemonte – Veneto –<br />
Lombar<strong>di</strong>a, una <strong>di</strong>screta presenza del<br />
Centro Italia, Umbria – Toscana – Lazio e<br />
una modesta percentuale <strong>di</strong> militari provenienti<br />
dal sud della penisola.<br />
Le classi arruolate nel 1940 erano quelle<br />
del 1919, 1920, 1922 e 1923: una <strong>di</strong>visione<br />
composta, dunque, da giovani ragazzi,<br />
in quanto nel Luglio 1940, <strong>di</strong> ritorno dalla<br />
campagna <strong>di</strong> Francia, furono poste in congedo<br />
le classi più anziane del 1915, 1916<br />
e 1917.<br />
Dalle ricerche, tuttora in corso, presso gli<br />
archivi militari e grazie anche al fattivo<br />
contributo della locale Sezione dei Marinai<br />
d’Italia “Alberto Zilli”, si è potuto verificare<br />
che ben cinque furono i giovani <strong>di</strong> Civita<br />
Castellana arruolati nella Divisione<br />
“Acqui”: soldati semplici GINO MICCINI,<br />
ALFREDO ROSSI, ROBERTO SEVERI-<br />
NI, Tenente Me<strong>di</strong>co ISIDORO MANGINI<br />
e il Tenente ENZO GENTILI.<br />
Altri documenti archiviali, incerti e frammentari,<br />
in<strong>di</strong>cano, forse, la presenza <strong>di</strong><br />
altri due concitta<strong>di</strong>ni: Girolamo FIORA-<br />
NI e Fernando NOBILI.<br />
Ulteriori ricerche, risolveranno il <strong>di</strong>lemma.<br />
GINO MICCINI, ALFREDO ROSSI,<br />
ROBERTO SEVERINI, ISIDORO MAN-<br />
GINI al Settembre del 1943 sono, dunque,<br />
presenti sull’Isola <strong>di</strong> Cefalonia, eccettuato<br />
il Tenente ENZO GENTILI, <strong>di</strong>slocato<br />
sull’Isola <strong>di</strong> Corfù in quanto comandante<br />
della 2^ Compagnia del 33° Battaglione<br />
Mortai da 81.<br />
Complicata e <strong>di</strong>fficile la ricostruzione delle<br />
singole biografie, in parte desunte dai<br />
documenti militari.<br />
TENENTE MEDICO ISIDORO MANGI-<br />
NI: nato a Parigi il 27 Maggio 1921, residente<br />
a Civita Castellana in Corso Umberto<br />
I n.104, attuale corso Bruno Buozzi,<br />
Me<strong>di</strong>co impiegato nell’Ospedale Andosilla,<br />
Ufficiale Me<strong>di</strong>co della 44^ sezione<br />
Sanità.<br />
SOLDATO SEMPLICE GINO MICCINI:<br />
nato a Civita Castellana il 23 Novembre<br />
Indovina L’Artista<br />
Di lato è riportato un particolare<br />
<strong>di</strong> un famoso quadro.<br />
Sai <strong>di</strong>re chi l’ha <strong>di</strong>pinto?<br />
I primi tre che indovineranno<br />
e lo comunicheranno in redazione,<br />
riceveranno un<br />
simpatico omaggio offerto<br />
dal Centro Parati <strong>di</strong> Selli<br />
Vittorio
<strong>Campo</strong> de’ fiori 45<br />
1923 e residente in via Falisca n.11, ceramista,<br />
1^ Compagnia del 24° Battaglione Genio<br />
aggregato alla Divisione “Acqui”.<br />
SOLDATO SEMPLICE ALFREDO ROSSI: nato<br />
a Civita Castellana il 16 Ottobre 1919 e residente<br />
in via Quintana n.10, ceramista, 1°<br />
Battaglione del 17° Reggimento Fanteria.<br />
SOLDATO SEMPLICE ROBERTO SEVERINI:<br />
nato a Civita Castellana il 17 Agosto 1915 e residente<br />
in via Panico n.45, artigiano, 1°<br />
Battaglione del 17° Reggimento Fanteria.<br />
TENENTE ENZO GENTILI: nato a Civita<br />
Castellana il 25 Febbraio 1913 e residente in via<br />
dello Scasato n. 35 , impiegato, Comandante<br />
2^ Compagnia del 33° Battaglione Mortai<br />
da 81.<br />
L’Otto Settembre 1943 viene firmato l’Armistizio<br />
con gli alleati e la Divisione “Acqui” al comando<br />
del Generale ANTONIO GANDIN, (1891-<br />
1943), si trova sulle Isole <strong>di</strong> Cefalonia e Corfù<br />
abbandonata al suo destino, senza alcuna <strong>di</strong>rettiva<br />
dello Stato Maggiore, senza appoggio aereo<br />
e navale, con scarso equipaggiamento militare e<br />
sottoposta alle nefaste conseguenze delle considerevoli<br />
truppe tedesche, presenti sulle isole unitamente<br />
a quelle italiane e decise a ven<strong>di</strong>carsi<br />
degli Italiani.<br />
Quando i tedeschi intimano la consegna delle<br />
armi, la Divisione “Acqui” attacca prontamente<br />
con il 17° e 18° Reggimento <strong>di</strong> Fanteria le<br />
caserme dove i nazisti erano acquartierati e li<br />
costringe alla resa.<br />
Lo Stato Maggiore Tedesco a Berlino, stupito<br />
dalla pronta reazione italiana, invia a Cefalonia la<br />
Divisione <strong>di</strong> Fanteria da Montagna “Edelweiss”,<br />
unità d’elitè dell’esercito tedesco, composta da<br />
soldati austriaci, altoatesini, croati e rumeni, che<br />
grazie all’appoggio aereo e navale impegna la<br />
Divisione “Acqui” in aspri combattimenti.<br />
Dal 13 al 22 Settembre durò la resistenza italiana<br />
e dopo i successi dei primi giorni, schiacciati<br />
da forze preponderanti, il Generale GANDIN,<br />
chiese la resa delle sue unità.<br />
I prigionieri italiani, soldati e sottufficiali, furono<br />
fucilati e massacrati dai tedeschi e le salme bruciate<br />
o buttate nei pozzi e nelle grotte carsiche.<br />
Gli Ufficiali vennero tutti fucilati, i loro corpi legati<br />
con il filo spinato e gettati in mare.<br />
Dopo gli ecci<strong>di</strong> si salvarono soltanto 11 Ufficiali,<br />
dei 450 effettivi, 15 su 600 sottufficiali e 1.250<br />
soldati si 11.500.<br />
Il Tenente Isidoro Mangini viene fucilato il 23<br />
Settembre 1943 alla “Casa Rossa”. Gino Miccini<br />
muore l’otto settembre 1943 nei primi giorni <strong>di</strong><br />
combattimento. Alfredo Rossi e Roberto<br />
Severini il 23 Settembre 1943, insieme, furono<br />
condotti, con i superstiti dei loro reparti a<br />
Troianata – località <strong>di</strong> Cefalonia – qui trucidati<br />
dalle mitragliatrici tedesche e i loro corpi bruciati<br />
con la benzina. Il Tenente Enzo Gentili è<br />
l’unico superstite della compagine civitonica. Fatto prigioniero, viene condotto nei campi <strong>di</strong> concentramento in Polonia e Germania<br />
dove il 10 Maggio 1945 viene liberato dagli inglesi nel campo <strong>di</strong> concentramento <strong>di</strong> Bergen Belsen. Dal Diario del Tenente Gentili:….<br />
“Nel maggio 1943, venni in licenza. Mi trovavo in Grecia, isola <strong>di</strong> Corfù. Il nostro reparto XXXIII Btg mortai da 81 si stabilì nell’Isola <strong>di</strong><br />
Corfù con il comando del settore nord a Scriperion circa 30 Km. a nord <strong>di</strong> Corfù…dove comandavo la 2^ compagnia del suddetto Btg.<br />
A Brin<strong>di</strong>si cenai con il Generale GANDIN e dopo le presentazioni <strong>di</strong> rito mi chiese <strong>di</strong> quale Città fossi e nel <strong>di</strong>chiarare Civita Castellana<br />
mi <strong>di</strong>sse che conosceva molto bene il luogo. La mattina molto presto ci recammo all’Idroscalo e partimmo con l’idrovolante, io per Corfù<br />
e il Generale per Cefalonia, ove era la sede del Comando Divisione……… Fatto prigioniero, non ho fatto la fine dei miei colleghi e <strong>di</strong> circa<br />
10mila soldati massacrati a Cefalonia dai tedeschi ed anche a Corfù nel Settembre 1943 e deportato nei campi <strong>di</strong> concentramento in<br />
Germania con l’incubo continuo <strong>di</strong> essere fucilato…….ancora una volta ringrazio il Padre Eterno e mentre saluto tutti i superstiti della<br />
Divisione “Acqui”, rivolgo una preghiera per tutti i caduti della Divisione stessa……”. Enzo Gentili – nominato dopo i fatti Tenente<br />
Colonnello – si è spento in Civita Castellana il 25 Giugno 2003.<br />
Civita Castellana, eccettuata la Città <strong>di</strong> Acqui Terme dove ha sede la fondazione de<strong>di</strong>cata alla <strong>di</strong>visione da cui prende il nome, è l’unica<br />
Citta<strong>di</strong>na Italiana che de<strong>di</strong>ca una via ai Martiri <strong>di</strong> Cefalonia: è l’attuale tratto che collega Piazza <strong>di</strong> Vittorio con via Enrico Minio.
46<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Le “Consorelle” <strong>di</strong> Civita Castellana<br />
Le “Consorelle dell’Addolorata” è un gruppo<br />
<strong>di</strong> signore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa età, dalle più giovanissime<br />
alle più mature, che si sono<br />
costituite nel 2002 con la redazione <strong>di</strong> uno<br />
statuto e con l’impegno <strong>di</strong> essere al servizio<br />
della chiesa.<br />
“Il nome <strong>di</strong> “Consorelle dell’Addolorata”<br />
nasce dalla comune devozione per la<br />
Madonna nella quale si riscontra la storia<br />
<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> noi che, come Maria dopo<br />
“l’eccomi” pronunciato nell’Annunciazione,<br />
offriamo noi stesse per i nostri figli.<br />
Lo spirito che ha animato la costituzione <strong>di</strong><br />
questo gruppo, oltre che il desiderio <strong>di</strong><br />
prendere esempio da Maria, è stata la<br />
volontà <strong>di</strong> riscoprire le antiche tra<strong>di</strong>zioni,<br />
quando le nostre nonne,mamme, zie si<br />
riunivano per partecipare a gruppi <strong>di</strong> preghiera<br />
e processioni.”<br />
Già nel 1988 si era formato un gruppo <strong>di</strong><br />
signore provenienti sia dall’Azione<br />
Cattolica sia dalle Dame <strong>di</strong> San Vincenzo,<br />
con il nome <strong>di</strong> “Consorelle” che partecipavano<br />
alla processione del Venerdì Santo<br />
indossando un grembiule ed un velo nero.<br />
Pian piano questa usanza si era andata<br />
perdendo, fino appunto al 2002 con la<br />
riorganizzazione <strong>di</strong> questa associazione e<br />
grazie all’approvazione del parroco Don<br />
Giuseppe Bellamaria.<br />
Ad oggi le “Consorelle dell’Addolorata”<br />
sono composte da più <strong>di</strong> venti elementi<br />
che cercano <strong>di</strong> portare avanti questa<br />
comunione partecipando a tutte le processioni<br />
e organizzando gruppi <strong>di</strong> preghiera e<br />
servizi per la Chiesa.<br />
“Questa breve presentazione vuole essere<br />
<strong>di</strong> invito a quante si riconoscono in certi<br />
valori e abbiano voglia <strong>di</strong> unirsi al nostro<br />
gruppo e alle quali <strong>di</strong>amo appuntamento<br />
presso la Cattedrale <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Maggiore.”
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
“Incontro <strong>di</strong> sapori...” al Castellaccio<br />
Grande successo ha ottenuto la manifestazione<br />
“Incontro <strong>di</strong> sapori in un Triangolo<br />
me<strong>di</strong>evale”, organizzata in collaborazione<br />
con FLAMEDIA, per far conoscere la Tuscia<br />
dal punto <strong>di</strong> vista gastronomico.<br />
La serata si è svolta nella suggestiva area<br />
del “Castellaccio” (Civita Castellana), ricostruendo<br />
l’atmosfera tipica del periodo<br />
me<strong>di</strong>evale con musiche del tempo e uomini<br />
e donne in abiti dell’epoca.<br />
Il Castellaccio è stato illuminato in ogni<br />
angolo con torce e candele e la storia, che<br />
rende il sito unico nel suo genere, ha contribuito<br />
a far apprezzare a tutti i presenti<br />
questa splen<strong>di</strong>da realtà della nostra citta<strong>di</strong>na.<br />
Numerosi anche gli ospiti, da personaggi<br />
della TV, come Marco Liorni ed il cuoco <strong>di</strong><br />
RAI UNO Andrea Golino, a quelli dell’industria<br />
e dell’azienda ospedaliera.<br />
Visto il grande successo l’Associazione<br />
Culturale Il Castellaccio, organizzerà per la<br />
prossima stagione primavera – estate, altri<br />
eventi a tema ed offre la possibilità <strong>di</strong> prenotare<br />
l’area per feste private, catering,<br />
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Il PERSONAGGIO MISTERIOSO<br />
Vi invitiamo ad indovinare il personaggio<br />
miserioso riprodotto<br />
nella foto accanto.<br />
I primi cinque che lo<br />
identificheranno e ne<br />
daranno comunicazione<br />
in redazione, riceveranno<br />
un simpatico omaggio<br />
offerto dalla profumeria<br />
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<strong>Campo</strong> de’ fiori 51<br />
Una “Fabrica” <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong><br />
storie e immagini <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma<br />
Il ribollir dei vini<br />
Finita la raccolta<br />
delle nocciole, esse<br />
erano state essiccate<br />
al sole ed imballate<br />
nei sacchi <strong>di</strong><br />
iuta che, riempiti<br />
fino all’orlo, erano<br />
stati cuciti con lo<br />
spago e poi stipati<br />
nei magazzini.<br />
L’ultima frutta dell’estate<br />
era stata<br />
consumata, insieme<br />
ai primi grappoli d’uva, in compagnia dei<br />
“tozzetti” e dei “cazzotti” sulle tavole imban<strong>di</strong>te<br />
delle Feste Patronali dei SS Matteo e<br />
Giustino e, tutta quella che restava, veniva<br />
trasformata in succhi <strong>di</strong> frutta e marmellate<br />
che le donne, con pazienza e sapienza, preparavano<br />
ogni anno per l’inverno. Le dosi<br />
erano sempre quelle e la conservazione classica<br />
“a bagno Maria”. Era oramai tempo <strong>di</strong><br />
vendemmia ed allora quasi tutto il paese si<br />
mobilitava per quella raccolta che era, senza<br />
dubbio, la più laboriosa <strong>di</strong> tutte. Nelle cantine<br />
si incominciavano a preparare i tini, le<br />
botti, i bigonci, la barella per trasportarli, la<br />
macchina per macinare l’uva ed il torchio.<br />
Tutto veniva perfettamente lavato e, nelle<br />
botti gran<strong>di</strong>,<br />
vi si entrava<br />
ad<strong>di</strong>rittura<br />
dentro per<br />
spazzolarle<br />
con la brusca<br />
e, poi,<br />
v enivano<br />
sciacquate<br />
ruotandole<br />
pian piano.<br />
La persona<br />
più esperta<br />
e <strong>di</strong> buon<br />
olfatto, si<br />
assicurava<br />
che alla fine<br />
dell’operazione,<br />
non<br />
Antonio Santini<br />
vi fossero<br />
più odori <strong>di</strong><br />
muffe, <strong>di</strong> rasine, <strong>di</strong><br />
aceto… ed essa<br />
era chiamata un<br />
po’ da tutto il vicinato<br />
perché esprimesse<br />
il suo giu<strong>di</strong>zio.<br />
Venivano<br />
accesi per ultimo<br />
degli zolfanelli,<br />
dentro le botti,<br />
perché risultassero<br />
così idonee alla<br />
conservazione del<br />
vino. Per le piccole<br />
riparazioni alle<br />
doghe, provvedevano<br />
<strong>di</strong>rettamente<br />
i conta<strong>di</strong>ni con<br />
l’applicazione <strong>di</strong><br />
cemento che riusciva<br />
a tappare le<br />
piccole falle, ma per i danni più gran<strong>di</strong> si<br />
doveva ricorrere al “bottaro”. C’era allora nel<br />
paese un personaggio molto noto che svolgeva<br />
con esperienza questa attività ed esso<br />
era Antonio Santini, detto “o bottaro”. Era in<br />
via dell’Asilo dove allora c’erano molti negozi<br />
e molte botteghe artigiane, dal calzolaio, al<br />
ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> varechina e saponi, al “molinaro”<br />
che vendeva la farina, all’orefice. Antonio<br />
aveva bottega proprio davanti al monastero<br />
delle suore e lavorava quasi sempre per strada,<br />
davanti al suo ingresso, per via della<br />
mole delle botti che doveva riparare. Doveva<br />
cambiare le doghe rovinate, forgiare i cerchi<br />
logorati e calibrarne la scampanatura, conoscendo<br />
bene il mestiere del fabbro e quello <strong>di</strong><br />
maestro d’ascia. La fucina era sempre accesa<br />
ed il ferro battuto con forza, sprigionava<br />
luminose scintille, meraviglia dei bambini<br />
che, appena usciti dall’asilo delle suore, si<br />
fermavano, curiosi, a guardare. Era un uomo<br />
corpulento e deciso ma, quando suonava il<br />
clarino nella banda del paese, addolciva il<br />
suo carattere soffiando con grazia nello strumento<br />
e, siccome era anche il riven<strong>di</strong>tore<br />
ambulante della sua rinomata porchetta, che<br />
fu la prima del paese, veniva spesso invitato<br />
ad eseguire la Polka, con il concertino della<br />
banda, che venne ribattezzata così “la<br />
Antonio e Floro al lavoro<br />
Porchetta <strong>di</strong> Antonio”. La sua famiglia ha proseguito<br />
con la musica e con il legno e tutti i<br />
suoi componenti hanno militato, ed alcuni<br />
militano ancora, nella banda del paese e tutti<br />
invece, sono occupati presso l’omonimo<br />
mobilificio.<br />
Antonio ed Emilio Santini<br />
al banco della porchetta
52<br />
L’angolo<br />
Misterioso<br />
Nella foto sopra è riprodotta una via <strong>di</strong> Civita<br />
Castellana. I primi tre che la identificheranno<br />
e ne daranno comunicazione in redazione,<br />
avranno <strong>di</strong>ritto a ricevere un premio offerto<br />
dalla Vinicola Mancini<br />
Via M.Masci,19<br />
Civita Castellana (VT)<br />
T.0761.513182 Ab.T.0761.517601<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESS<br />
Tantissimi auguri alla<br />
piccola Alessandra<br />
Caccetta che ha compiuto<br />
5 anni il 5<br />
Ottobre. Auguri dalla<br />
mamma Gina, il papà<br />
Roberto, il nonno<br />
Duilio, le nonne<br />
Pasqualina e Raffaella,<br />
dagli zii e i cuginetti<br />
Il 28 Settembre 2005 hanno festeggiato<br />
25 anni <strong>di</strong> matrimonio<br />
PAOLA e ANTONIO CAON<br />
A due genitori favolosi auguri dai figli<br />
Stefano e Alessandro<br />
Buon Compleanno<br />
a Stefano Caon<br />
che l’ 11 Ottobre<br />
compie 18 anni<br />
Tanti cari auguri<br />
per tutto ciò che<br />
desideri da<br />
mamma Paola<br />
Papà Antonio e<br />
il fratello<br />
Alessandro<br />
Tantissimi auguri<br />
a<br />
<strong>Letizia</strong><br />
che l’8 Ottobre<br />
ha compiuto<br />
quattro mesi<br />
da mamma e papà<br />
Cecilia e Federico<br />
Anselmi<br />
augurano buon<br />
compleanno alla loro<br />
mamma Roberta che ha<br />
compiuto gli anni il 2<br />
Ottobre. Auguri dal<br />
marito, dai parenti e<br />
dalla redazione<br />
Un’infinità <strong>di</strong> auguri a nonno<br />
Alfonso Fantera<br />
che il 28 Agosto ha spento 95 candeline<br />
da parte dei figli, nipoti, pronipoti e<br />
tutti i parenti.<br />
Un’augurio particolare dalla redazione <strong>di</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Tantissimi auguri<br />
a<br />
Marco De Angelis<br />
che il 17<br />
Settembre<br />
ha compiuto<br />
1 anno<br />
dalla mamma, il<br />
papà e i nonni.<br />
La redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
si congratula con il collaboratore<br />
Erminio Quadroroli per aver<br />
vinto il premio letterario<br />
RONCIO D’ORO <strong>di</strong> Ronciglione,<br />
per il secondo anno consecutivo<br />
ed il premio letterario<br />
UNA ROSA PER SANTA ROSA<br />
<strong>di</strong> Viterbo<br />
La redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de fiori<br />
augura Buon<br />
Compleanno<br />
alla collaboratrice<br />
Maria<br />
Cristina<br />
Caponi che ha<br />
compiuto gli<br />
anni il 28<br />
Settembre
<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />
AGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI<br />
Il 29<br />
Settembre<br />
2005<br />
hanno festeggiato<br />
50 anni<br />
<strong>di</strong> matrimonio<br />
Amalia Nenci<br />
e Antonio<br />
Marconi.<br />
Auguri dai figli,<br />
le nuore ed i nipoti<br />
Non ci sono ultimamente amori così lunghi, eppure<br />
ancora esiste quel rispetto e pazienza <strong>di</strong> un tempo.<br />
Io me ne accorgo guardando i miei nonni nei miei tre<strong>di</strong>ci<br />
anni. Ci sono stati giorni in cui li ho visti litigare,<br />
ma sono così buffi che mi scappa da ridere. Nonna è<br />
più chiacchierona e più pignola, nonno stà zitto e l’ascolta,<br />
poi però borbotta e se ne và. Io intanto credo<br />
che sono proprio due piccoli angeli nonostante l’età,<br />
perché sono molto protettivi nei nostri confronti.<br />
Sì perché noi siamo quattro nipoti e siamo tutti speciali<br />
per loro, ma anche i nonni sono una parte speciale<br />
<strong>di</strong> noi che non cancelleremo più.<br />
I NONNI NON DOVREBBERO MAI LASCIARCI.<br />
Vi vogliamo tanto bene.<br />
poesia per i nonni<br />
Antonio Marconi <strong>di</strong> anni 13<br />
Tantissimi auguri a<br />
Don Clau<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> Corchiano che<br />
festeggia<br />
25 anni <strong>di</strong> sacerdozio.<br />
Con affetto i suoi<br />
parrocchiani e la<br />
redazione <strong>di</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Tantissimi Auguri a<br />
Sonia Bonamin che ha<br />
compiuto gli anni il 24<br />
Settembre e a Aldo<br />
Papini che ha compiuto<br />
gli anni l’ 8<br />
Settembre<br />
dalle loro famiglie e<br />
dalla redazione <strong>di</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il 5 Settembre è<br />
arrivata la cicogna a<br />
casa <strong>di</strong> Perla e<br />
Alessandro<br />
Menichelli,<br />
con lei portava il<br />
piccolo ALESSIO<br />
Tantissimi auguri<br />
dai nonni, gli zii,<br />
i bisnonni e tutti<br />
i parenti<br />
Un’infinità <strong>di</strong> auguri<br />
a Elena Del<br />
Priore che compie<br />
gli anni il 5<br />
Novembre dalla<br />
mamma, il papà, il<br />
fratello Davide, la<br />
sorella Barbara e<br />
dalla nonna<br />
L’11 Settembre<br />
Italo Quintiliani e Assunta Sanapo<br />
<strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma hanno festeggiato<br />
50 anni <strong>di</strong> matrimonio<br />
tantissimi auguri dai figli<br />
Stefania, Stefano, Luigina e Fabrizio<br />
<strong>di</strong> una lunga vita insieme e piena <strong>di</strong> serenità.<br />
Tanti auguri a<br />
Michele Bonamin<br />
che il 28<br />
Settembre ha compiuto<br />
7 anni, dalla<br />
mamma Floriana, il<br />
papà Carlo,<br />
la sorella Sonia, il<br />
fratello Giancarlo e<br />
Aldo.<br />
Tantissimi auguri <strong>di</strong> Buon<br />
Compleanno a<br />
Davide Del Priore<br />
che compie gli anni il<br />
18 Ottobre dalla mamma,<br />
il papà, le sorelle Elena e<br />
Barbara e la nonna<br />
Simone Morelli riceverà<br />
il Battesimo l’8 Ottobre.<br />
Per il nipote maschio più<br />
bello, auguri da tutta la<br />
famiglia Pellegrini.<br />
Auguri per il tuo<br />
battesimo da zia<br />
Veronica, zia Barbara,<br />
zio Rodolfo, zia Monica,<br />
zio Paolo, zia Emanuela,<br />
zio Luca, nonna Luisa e<br />
nonno Ettore.<br />
Il 1 Ottobre<br />
Martina<br />
Carlaccini<br />
ha compiuto<br />
1 anno.<br />
Auguri dalla<br />
mamma, il<br />
papà, i nonni,<br />
gli zii e i<br />
cuginetti.
54<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
IL NOSTRO ERMINIO QUADRAROLI HA FATTO BIS<br />
per il secondo anno consecutivo ha riportato la vittoria del prestigioso premio letterario<br />
RONCIO D’ORO<br />
L’OSTERIA<br />
a fraschetta e ‘na foijetta<br />
Ronciglione<br />
Ronciò: ‘o paese d’ ‘i pallonari…<br />
Nissuno sa bbè perché cce chiamono cossì:<br />
quarcheduno <strong>di</strong>ce perché ciàvemomo ‘na<br />
fabbrica de pallò, quelli che vanno suppe r’<br />
aria ppè capisse…e quarchedun’ antro perché<br />
simo sparucò.<br />
Si uno de Craparola cià ‘na gorfe, uno de<br />
Ronciò cià ‘o mercedesse…si uno de Sutri va<br />
‘n bicicretta, uno de Ronciò sse butta co’ ‘o<br />
dertaplano da su pp’’o monte…si uno de<br />
Crapanica cià ‘n’ appartamento co’ 30 mila<br />
euri de mutuo, uno de Ronciò cià ‘na villa a<br />
tre ppiani…tutta pignorata!!!<br />
Ma ‘o pobblema ppiù grosso de Ronciò sò ‘e<br />
feste!!!<br />
Cce n’avimo tarmente tante che, certe vorte,<br />
quarcheduna se ‘ccavalla ppure!!!<br />
Defatti nun essennoce nissun giorno libbero<br />
hanno deciso de fa l’innaugurazziò de ‘n’osteria<br />
‘o primo de novembre…cioè ‘o giorno<br />
d’ ‘i Santi.<br />
‘Nsomma!!! Ppiù che ‘n’ osteria, pare ‘na cantina!!!<br />
Ggino, ‘n vecchietto ‘n po’ ‘ngobbito dall’età<br />
edè sempre uno d’ ‘i primi a ‘rrivà quanno se<br />
tratta de beva e magnà a gratisse…<br />
Ma…quanno ropre ‘a porta dell’osteria, cià<br />
‘na sorpresa granne: vede Cencio, ‘n amico<br />
suo che edèrono anni che aveva da metta<br />
piede llì ppè drento…<br />
<strong>di</strong>ce Ggino ‘ntanto che co’ ‘na<br />
mano se pija ‘na se<strong>di</strong>a e co’ l’antra arzata<br />
edè pronto aggià a chieda ‘na foijetta de vino<br />
rosso… ><br />
E Cencio che aggià quarche bicchieretto se<br />
l’era fatto: ><br />
Ggino ppe’ natura ciàveva sempre ‘a battuta<br />
pronta: >.<br />
‘Ntanto Cencio sse strofina ‘a pepara aggià<br />
bella rossa e lle <strong>di</strong>ce: >. E Ggino ‘ntanto che sse tira su ‘e mani-<br />
che d’’a camicia: , e, rivorgennose a tutti,<br />
.<br />
Gino se sbottona ‘o colletto d’’a camicia e<br />
‘ncomincia: >…ricconta<br />
‘ntanto che move ‘ste<br />
mano come ‘n attore de teatro.. .<br />
‘Ntanto i quartini piano piano <strong>di</strong>ventono<br />
mezzi litri e l’atmosfera se arza de livello…se<br />
da ‘lle parti passasse ‘no ‘stemio se ‘mbriacherebbe<br />
solo a sentì ‘a puzza de l’aliti!!!<br />
> <strong>di</strong>ce<br />
Ggino ‘ntanto che sse strofina l’occhi che lle<br />
s’ erono fatti ciuchi ciuchi…>.<br />
Peppino che ‘o conosce bbè ‘lle <strong>di</strong>ce: ><br />
Mentre che llo poro Ggino parla, se sentono<br />
certi rumoretti strani…de stommico…de<br />
panze che…lle fanno ‘n concerto che levete!!<br />
Ma…quello ricconta come si gniente fusse…:<br />
>, cominciono a venì i<br />
roscioli e ‘a voce <strong>di</strong>venta grossa... .<br />
A Umberto ‘lle piace stuzzicà ‘e persone e<br />
facennose spazio co’ ‘e gommitate tra ‘a<br />
ggente, se ‘vvecina e ‘ncomincia: .<br />
E Ggino che edèra ggià ‘rrivato a sbottonasse<br />
‘o terzo bottò d’’a camicia: >.<br />
Quarcheduno ‘ncomincia a ‘ccennese ‘na<br />
sigheretta e l’osteria edè ‘na centrale a carbone….quanno…tutto<br />
‘n botto sse sentono ‘n<br />
po’ de femmine da strillà…. e ….tra tutte, ‘na<br />
voce : >.<br />
Dunca, Sarafina edèra ‘a moije de Ggino che<br />
stava sempre a giocà a tomboletta drento a<br />
‘na stanzetta llì vecino all’osteria…<br />
Che occasiò ppè <strong>di</strong>vertisse ‘n po’ co’ Ggino!!!<br />
Defatti Toto, che ‘ntanto s’era portato pupò<br />
‘nnanzi <strong>di</strong>ce: >, ppoi sfoijanno ‘n<br />
giornale, ><br />
><br />
Ormai Ggino edè carico de vino e nun ije la<br />
fa ppiù mmanco a chiacchierà: >, strilla co’ ‘a<br />
speranza che quarcheduno lle risponnesse,<br />
.<br />
Da dereto a ‘n mucchio de ggente sse sente<br />
‘na voce: >.<br />
Ggino, ‘llunga ‘o collo come ‘no struzzo…>,<br />
singhiozza ‘n pochetto e continua: >.<br />
E Ggino, poro martire, sse arza da ‘lla se<strong>di</strong>a<br />
senza manco finisse ‘o bicchieretto de chiantino:<br />
.<br />
Allora Cencio pè stuzzicallo pupo’: ><br />
><br />
E Cencio che se sente de vena bbona: ><br />
><br />
E Cencio co’ l’occhietto vispo: >.<br />
by Tamara
Siamo giunti all’ultimo capitolo della storia<br />
della banda “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano. Eravamo<br />
rimasti ad uno dei momenti più tragici della<br />
storia del mondo: lo scoppio della Seconda<br />
Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Anche se Corchiano non<br />
venne toccato <strong>di</strong>rettamente dai bombardamenti,<br />
la paura incombente che potesse succedere<br />
qualcosa anche qui fece passare,<br />
almeno temporaneamente, la voglia <strong>di</strong> suonare.<br />
L’amore per la musica è comunque<br />
molto forte e, non appena terminò la Guerra,<br />
una delle prime cose che si pensò <strong>di</strong> fare fu<br />
riorganizzare la banda musicale. Attraverso<br />
l’armonia delle note si volevano cancellare i<br />
brutti ricor<strong>di</strong> e ritrovare la serenità dei tempi<br />
passati. I vecchi musicisti si riunirono, rimisero<br />
in funzione i propri strumenti accantonati,<br />
rispolverarono i vecchi spartiti mai<br />
<strong>di</strong>menticati. A prendere in mano le re<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
questo carro fu il giovane maestro Lilio<br />
Narduzzi, <strong>di</strong>scendente da una famiglia <strong>di</strong><br />
musicisti <strong>di</strong> Vallerano, <strong>di</strong>plomato in fagotto e<br />
composizione. Con lui ebbe inizio l’ascesa<br />
della banda musicale “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano,<br />
che raggiunse il suo periodo <strong>di</strong> massimo<br />
splendore eseguendo un vasto repertorio <strong>di</strong><br />
musica melodrammatica e sinfonica. La<br />
banda era ormai avviata e apprezzata da<br />
tutti. Così il maestro Narduzzi, visti gli ottimi<br />
risultati che era stato in grado <strong>di</strong> ottenere,<br />
volle puntare più in alto per la sua professione<br />
e decise <strong>di</strong> partecipare al concorso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> banda nella città siciliana <strong>di</strong><br />
Randazzo. Le sue gran<strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> certo non<br />
lo tra<strong>di</strong>rono e ottenne meritatamente quel<br />
posto, abbandonando Corchiano alla volta<br />
della Sicilia. Dopo aver fatto tanto non pote-<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 55<br />
Storia <strong>di</strong> una banda ultracentenaria<br />
continua da <strong>Campo</strong> de’ fiori n. 20 ...<br />
Corchiano<br />
va lasciare il suo gruppo senza un valido nocchiero<br />
e propose, in qualità <strong>di</strong> vice <strong>di</strong>rettore,<br />
uno dei migliori elementi della comitiva,<br />
Giuseppe Giustozzi, nell’attesa che si fosse<br />
fatto avanti un maestro qualificato. Eletto<br />
all’unanimità anche dai suoi colleghi,<br />
Giustozzi accettò, ma allo stesso tempo decise<br />
<strong>di</strong> chiamare un suo conoscente per svolgere,<br />
almeno saltuariamente,<br />
il compito<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore: il<br />
maestro Raimontini<br />
Giovanni, Maresciallo<br />
del 3° Reggimento<br />
Granatieri<br />
<strong>di</strong> Viterbo. Questi<br />
però, dopo un<br />
breve periodo <strong>di</strong><br />
prova, a causa dello<br />
scarso compenso<br />
che riceveva, con il<br />
quale riusciva a<br />
malapena a coprire<br />
le spese per il viaggio,<br />
lasciò la banda<br />
in mano a Giustozzi,<br />
che da vice<strong>di</strong>rettore passò ad essere definitivamente<br />
<strong>di</strong>rettore a tutti gli effetti. Dal 1952<br />
al 1987, per ben trentacinque anni Peppino<br />
tenne alto e arricchì il lavoro dei suoi predecessori.<br />
Oltre che per le sue spiccate doti<br />
artistiche è ammirato e stimato veramente<br />
da tutti per le sue elevate qualità morali e per<br />
il suo forte senso del dovere. Un uomo<br />
straor<strong>di</strong>nario, profondamente preparato dal<br />
punto <strong>di</strong> vista culturale e musicale, grande<br />
maestro anche <strong>di</strong> vita, con il quale è sempre<br />
<strong>di</strong> Ermelinda Benedetti<br />
un piacere per me intrattenersi. Paziente e<br />
forte allo stesso tempo. Fu per molti anni<br />
anche insegnante <strong>di</strong> musica alle scuole elementari<br />
e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong><br />
Corchiano. Grazie alla sua preparazione, si<br />
cimentò nella composizione <strong>di</strong> numerosi<br />
motivi. Tra tutti è bene citare il celebre “Inno<br />
a S. Biagio”, eseguito a tutt’oggi non solo<br />
dalla banda <strong>di</strong> Corchiano ma anche dalle<br />
bande dei paesi limitrofi. De<strong>di</strong>cò proprio tutta<br />
la sua vita alla musica. La banda non avrebbe<br />
potuto avere maestro migliore per un così<br />
lungo e proficuo periodo <strong>di</strong> tempo. All’età <strong>di</strong><br />
75 anni, sponte sua, il maestro Giustozzi, un<br />
po’ rammaricato ma tanto orgoglioso del suo<br />
operato, decise <strong>di</strong> ritirarsi e lasciar spazio a<br />
qualcuno più giovane <strong>di</strong> lui. Per quell’occasione,<br />
in segno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne,<br />
l’Amministrazione comunale organizzò una<br />
festa <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o durante la quale lui stesso<br />
designò come suo successore il maestro<br />
Carlo Alberto Campana, uno dei suoi allievi<br />
pre<strong>di</strong>letti, che però non proseguì a lungo<br />
questa strada. A partire da quest’ultimo,<br />
infatti, i <strong>di</strong>rettori che si susseguirono ricopri-<br />
rono mandati molto brevi e, purtroppo, la<br />
banda non riuscì a mantenere la gloria che<br />
aveva raggiunto in tutti questi anni passati,<br />
grazie all’impegno e alla passione dei vecchi<br />
musicanti, attraversando un periodo <strong>di</strong> forte<br />
crisi e instabilità. Solo da tre anni a questa<br />
parte, con il giovane e appassionato maestro<br />
Alessandro Achilli, <strong>di</strong>plomato in pianoforte al<br />
Conservatorio dell’Aquila “Alfredo Casella”, la<br />
situazione sembra tornare a risollevarsi. Il<br />
gruppo conta ben quarantatrè elementi. Si è<br />
arricchito <strong>di</strong> tanti ragazzi, che hanno riscoperto<br />
la bellezza <strong>di</strong> suonare insieme e danno<br />
man forte ai veterani, così innamorati della<br />
musica da non poter pensare <strong>di</strong> abbandonarla.<br />
E chissà che la banda <strong>di</strong> Corchiano non<br />
riesca a raggiungere <strong>di</strong> nuovo il prestigio <strong>di</strong><br />
una volta, quando l’arte del suono era veramente<br />
l’unica via d’uscita dalla monotonia del<br />
lavoro quoti<strong>di</strong>ano, l’unico momento per ritrovarsi<br />
in compagnia e nasceva dal cuore.<br />
E allora lunga vita e grande successo alla<br />
banda “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano.
56<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album dei ricor<strong>di</strong><br />
4 Settembre 1955 - civitonici in gita a Tuscania - Foto del Geom. Roberto Pieri<br />
Civita Castellana 1966<br />
V elementare - sez. A<br />
foto del Sig. Roberto Ercolini<br />
In pie<strong>di</strong> da sx: Francesco<br />
Pedatella, Marco Crescenzi,<br />
Franco Palamides, Mario Fiorani,<br />
Maestro Francesco Mattei, Fausto<br />
Sanapo, Mario Prezzavento,<br />
Cesare Cacchioli, Ermanno<br />
Ciccarella, Alessandro Angeletti,<br />
Sergio Colella, Carlo Belloni,<br />
Santoboni<br />
in basso da sx: Carlo Costanzelli,<br />
Roberto Ercolini, Clau<strong>di</strong>o<br />
Bernar<strong>di</strong>ni, Mario Micheli,<br />
Roberto Fidaleo, Giovanni<br />
Saviotti, Luigi Morganti, Ivan<br />
Matteo Cavalieri, Carlo To<strong>di</strong>ni,<br />
Gerardo Sanapo, Sergio Carabelli,<br />
Clau<strong>di</strong>o D’abbondanza
Vita Citta<strong>di</strong>na<br />
16 Settembre - Civita Castellana<br />
Corteo Storico e Processione dei SS Martiri<br />
Marciano e Giovanni<br />
(foto M. Topini)<br />
Viterbo 25 Settembre<br />
Suggestiva esibizione delle frecce tricolore<br />
(foto Sonia Bonamin)<br />
foto Ioncoli<br />
foto M. Topini<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Civita Castellana<br />
Marco Liorni, durante le feste Patronali dei SS Martiri<br />
Marciano e Giovanni, ha partecipato ad una serata <strong>di</strong><br />
degustazioni gastronomiche della Tuscia<br />
Carmina non dant panem...<br />
Il mese <strong>di</strong> agosto per Ronciglione è stato il mese<br />
della cultura. Le devastate mura della Chiesa <strong>di</strong> S.<br />
Andrea e la suggestiva Piazza degli Angeli, sono<br />
state lo scenario <strong>di</strong> due avvenimenti che hanno<br />
affrescato con dolci colori il cielo del paese cimino<br />
oppresso da una densa caligine. Il giorno 20 ago-<br />
sto si è svolta la XII a e<strong>di</strong>zione del premio letterario<br />
nazionale “Roncio D’oro” che, pur sotto la minaccia <strong>di</strong> un imminente acquazzone, ha regalato ad<br />
autori e spettatori forti emozioni e grande <strong>di</strong>vertimento. La XII a e<strong>di</strong>zione ha visto salire sul gra<strong>di</strong>no<br />
più alto del po<strong>di</strong>o, per il secondo anno consecutivo, Quadraroli Erminio che esibendosi in un duetto<br />
con il “naso rosso” Mario Palazzi ha fatto rivivere ironicamente una realtà ronciglionese oramai scomparsa<br />
con l’opera “L’Osteria”. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> una settimana i Borghi Me<strong>di</strong>evali sono stati la cornice ideale<br />
per la presentazione del libro “Ronciglione in…canto” scritto da Silvano Boldrini. In esso, sottoforma<br />
<strong>di</strong> versi, è raccolta la storia <strong>di</strong> Ronciglione. Alla maniera dantesca, l’autore del libro ha voluto<br />
incontrare, nell’al<strong>di</strong>là, i personaggi che nel bene e nel male hanno lasciato la loro impronta sul cammino<br />
dalla storia del nostro bel paese incastonato come una perla all’interno dei monti cimini. Visto<br />
l’enorme successo delle due manifestazioni culturali, è lecito rimettere la penna su un antico detto<br />
latino: carmina non dant panem….sed gloriam! Dott. Erminio Quadraroli<br />
Vite parallele Il tempo che lentamente smussa e opacizza i ricor<strong>di</strong> rendendoli quasi invisibili alla nostra<br />
mente, nella città <strong>di</strong> Ronciglione non è riuscito a cancellare due tra<strong>di</strong>zioni tanto affascinanti quanto <strong>di</strong>verse<br />
tra loro. Il <strong>di</strong>pinto già <strong>di</strong> per se accattivante dell’estate ronciglionese è stato reso ancor più perfetto<br />
da due usanze centenarie: la corsa dei berberi e la Processione <strong>di</strong> San Bartolomeo. Come ogni anno per<br />
le vie del paese, scrutati dai nervosi occhi degli spettatori assiepati <strong>di</strong>etro le transenne, hanno galoppato<br />
dei bellissimi cavalli senza fantino. Questi veloci animali hanno regalato uno spettacolo reso ancor più<br />
affascinante dal risulta incerto. L’ascesa <strong>di</strong> Corso Umberto I, non è stata giu<strong>di</strong>ce severo della corsa, ma<br />
dolce consolatrice <strong>di</strong> chi tutto l’anno si de<strong>di</strong>ca alla cura dei purosangue: Sopran Vic della scuderia La Pace<br />
e Laterite della scuderia <strong>di</strong> Montecavallo sono state classificate prime ad ex equo. Negli stessi giorni, più<br />
precisamente il 24 agosto, si è svolta suggestiva ed emozionante Processione <strong>di</strong> San Bartolomeo.<br />
Facchini in <strong>di</strong>visa, hanno trasportato per le vie del paese, accompagnati dalla Banda Citta<strong>di</strong>na, dai Parroci<br />
e dalle Confraternite del luogo, la statua del Patrono ben fissata su una “macchina” risalente al <strong>di</strong>ciottesimo<br />
secolo. Da sempre, a Ronciglione, la Processione non è soltanto un momento religioso, ma anche<br />
un’ occasione per scambiare due chiacchiere con amici lontani che ritornano al paese solo per far vibrare<br />
le loro mani al passaggio del nostro Santo Patrono: San Bartolomeo Questi due avvenimenti affondano<br />
le loro ra<strong>di</strong>ci nella storia che ancora continuano a percorrere…parallelamente. Dott.E. Quadraroli<br />
57<br />
Civita Castellana<br />
concerto <strong>di</strong> DJ Francesco<br />
che si è fatto fotografare insieme a<br />
Michele Moscioni (a dx) e con un altro<br />
piccolo fans<br />
Castel Sant’Elia 24.09.2005<br />
Si è tenuta una manifestazione <strong>di</strong><br />
Karate (organizzata dalla palestra<br />
Okinawa) in ricordo <strong>di</strong> Alberto Galletti<br />
(allievo della palestra), prematuramente<br />
scomparso il 1° Maggio 2002 insieme<br />
alla sua fidanzata Tiziana, mentre<br />
praticavano il Bangjn Jamping.<br />
Alla manifestazione hanno partecipato<br />
i genitori e la sorella <strong>di</strong> Alberto.
58<br />
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pagata. Dato inizio lavori.
...continua da pag. 36<br />
Eh sì, c’era scritto proprio così, peraltro surgelate.<br />
Il pensierò andò imme<strong>di</strong>atamente<br />
alla cosiddetta “scafata”. A pensarci bene,<br />
nonostante fosse un piatto della sua adorata<br />
mamma, non l’aveva mai sopportata<br />
quella zuppa <strong>di</strong> legumi - le fave, in <strong>di</strong>aletto<br />
chiamati “scafi”- dall’aspetto e dall’odore<br />
(per i suoi gusti) nauseabondo. Non poteva<br />
rischiare che sua moglie acquistasse qualche<br />
chilo <strong>di</strong> quell’ insignificante prodotto<br />
agricolo in offerta, anche perché cosa<br />
avrebbe potuto cucinarci se non ….la scafata<br />
? Distrusse quel giornalino della pubblicità.<br />
Non sod<strong>di</strong>sfatto, scese <strong>di</strong> sotto con lo<br />
zaino del figlio grande e sequestrò tutti<br />
quelli delle cassette postali del suo condominio;<br />
poi, visto che c’era, fece finta <strong>di</strong><br />
gironzolare per avvicinarsi ai portoni delle<br />
palazzine limitrofe e requisire furtivamente<br />
tutte le malefiche riviste pubblicitarie del<br />
circondario. Quin<strong>di</strong> rovesciò il frutto del<br />
reato (sempre che sia reato <strong>di</strong>fendersi da<br />
chi ti vuole rifilare schifezze con la scusa<br />
dell’offerta) dentro un secchio dell’immon<strong>di</strong>zia:<br />
avrebbe voluto bruciare il tutto, secchio<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 59<br />
compreso, ma si trattenne, rendendosi<br />
conto che la cosa gli stava prendendo un po’<br />
troppo la mano. Rientrò a casa con lo<br />
sguardo fiero e sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> chi ha compiuto<br />
fino in fondo il proprio dovere <strong>di</strong> marito<br />
padre uomo citta<strong>di</strong>no e consumatore,<br />
senonchè, non appena aprì la porta, trovò la<br />
suocera con un giornalino della reclame<br />
sotto il braccio. Quel giornalino della reclame.<br />
Quello con le fave surgelate in promozione<br />
che lui aveva minuziosamente fatto<br />
sparire dall’isolato. Ed era venuta proprio<br />
per accompagnare la figlia a fare la spesa.<br />
La salutò con una smorfia, ricambiato. Un<br />
profondo stato <strong>di</strong> depressione si era impadronito<br />
del suo animo. Non aveva più voglia<br />
<strong>di</strong> combattere contro tutto e tutti, moglie e<br />
suocera e sconti del <strong>di</strong>scount compresi.<br />
Avrebbe solo voluto fuggire via, il più lontano<br />
possibile da quella casa, da quella suocera<br />
e, soprattutto, da una serie <strong>di</strong> cene a<br />
base <strong>di</strong> fave surgelate. Non gli restava che<br />
allungarsi sul <strong>di</strong>vano, prostrato, e chiudere<br />
gli occhi affinchè l’immagine dei maccheroni<br />
fumanti che gli preparava sua madre<br />
potesse riemergere dall’oblio.<br />
Lo Stu<strong>di</strong>o Legale dell’ Avv. Aldo Piras -<br />
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