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di Letizia Chilelli - Campo de'fiori

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2<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Mille volte grazie a tutti quei personaggi dello spettacolo che hanno<br />

impreziosito, con le loro interviste, le nostre pagine.<br />

Grazie a Fabrizio Bracconeri, Lando Fiorini, Alfiero Alfieri, Gianfranco d’Angelo, Na<strong>di</strong>a Rinal<strong>di</strong>, Maria Bruni, Martufello, Heinz Beck,<br />

Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Arnoldo Foà, Pietro Longhi, Michela Andreozzi, Fabio Avaro, Gabriele Lavia, Antonio Giuliani,Nicola<br />

Piovani, Riccardo Fogli, Ileana Ghigne, Riccardo Garrone, Miranda Martino.


L’incontro su queste<br />

pagine con il<br />

grande maestro<br />

Nicola Piovani, mi<br />

Sandro Anselmi<br />

ha condotto al<br />

recente ricordo<br />

della struggente colonna sonora del film<br />

“La vita è bella”. Immagine e musica si<br />

sono sposate dando, ora tristezza, ora<br />

nostalgia, ora impotenza e rabbia, per quel<br />

determinismo razzista che ha portato a<br />

una delle più gran<strong>di</strong> stragi dell’umanità.<br />

L’inevitabilità e la predestinazione, sono<br />

alibi stupi<strong>di</strong> ed infondati che l’uomo invoca<br />

a pretesto delle sue aberrazioni e delle sue<br />

follie. Esso non è schiavo della storia, e l’ineluttabilità<br />

<strong>di</strong> una guerra non è tale perché<br />

essa è destinata comunque a verificarsi.<br />

L’uomo non è autore irresponsabile e<br />

semplice oggetto <strong>di</strong> chissà quale destino,<br />

Il crepuscolo dell’estate<br />

Trascorso il mese <strong>di</strong> Settembre cade il<br />

silenzio sui fragori dell’estate e l’autunno ci<br />

accoglie con i suoi cal<strong>di</strong> colori. Gli alberi e<br />

prati incominciano a perdere rigore e<br />

cadono, pian piano le prime foglie. Le giornate<br />

si accorciano ed il sole meno caldo<br />

affoga nell’orizzonte, regalando notti più<br />

fredde ed oscure. Il silenzio avvolge il<br />

paese ed il buio appena spezzato dalle luci<br />

delle finestre che si illuminano via via,<br />

nasconde le case e le loro mille storie tutte<br />

<strong>di</strong>verse.Storie spesso d’amore ma anche <strong>di</strong><br />

sofferenza e <strong>di</strong> malattia. Storie <strong>di</strong> gente<br />

comune che nutre speranze <strong>di</strong> giorni<br />

migliori. Storie <strong>di</strong> chi non ha, o non ha più<br />

un posto <strong>di</strong> lavoro. Storie al fini <strong>di</strong> chi invoca<br />

i miracoli in una rinnovata Fede.<br />

S’accenderanno poi i fuochi dell’inverno e<br />

nel caldo delle case si racconterà dell’estate<br />

passata e si parlerà <strong>di</strong> quella da venire.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />

I leaders, il potere, l’in<strong>di</strong>vidualismo<br />

la pace e l’amore<br />

ma è folle <strong>di</strong> potere e muove in<br />

<strong>di</strong>rezione contraria gli istinti umani<br />

più profon<strong>di</strong>, abolendo l’idea stessa<br />

della libertà. Ma esso da solo<br />

non può, non è capace, ha bisogno<br />

<strong>di</strong> un leader per mo<strong>di</strong>ficare la storia,<br />

nel bene o nel male. Le masse<br />

sono amorfe ed allora bisogna guidarle,<br />

manipolarle, comandarle in<br />

virtù <strong>di</strong> un progetto terreno o <strong>di</strong> un<br />

premio spirituale.<br />

I leaders, solo per imporre il loro<br />

successo, hanno piena responsabilità<br />

dei crimini più efferati sull’umanità<br />

e sfruttano gli eventi, quali le<br />

crisi, le frustrazioni e i timori <strong>di</strong> una<br />

collettività che attende <strong>di</strong> essere risollevata.<br />

L’uomo deve battersi, invece, per conquistare<br />

la sua libertà in<strong>di</strong>viduale, la tolleranza<br />

religiosa e razziale, la giustizia socia-<br />

le ed il rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani, e deve<br />

ridare un valore a questi principi che<br />

hanno oggi un suono falso, e far trionfare<br />

sopra ogni male l’AMORE.<br />

Questo numero <strong>di</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

è arrivato a<br />

60 pagine !!!<br />

Così è stato possibile esau<strong>di</strong>re il desiderio <strong>di</strong> altri valenti collaboratori che così vedono<br />

pubblicati i loro articoli. Sono nostri nuovi compagni <strong>di</strong> viaggio, l’Arch. Cristina Collettini<br />

che ci farà conoscere i nostri più bei monumenti ed il modo in cui essi vanno restaurati e<br />

conservati e la dott.ssa Lorena Rossi naturopata FINR che curerà la pagina <strong>di</strong> “Dialogo<br />

Naturale”.<br />

Mi vanto ancora <strong>di</strong> non aver mai trattato <strong>di</strong> “politica” né <strong>di</strong> polemica e <strong>di</strong> non<br />

aver mai ricevuto nessun contributo pubblico, cosicché il mio <strong>Campo</strong> de’ fiori è<br />

pulito, libero e vero.<br />

Tutto è reso possibile grazie ai miei meravigliosi sponsor che da soli, fanno esistere<br />

e crescere questa meravigliosa realtà che è volta solo all’ interesse del popolo ed in special<br />

modo a quello delle classi più deboli. Ringrazio tutti i locali pubblici e non che permettono<br />

la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’ fiori. Tutti i teatri <strong>di</strong> Roma ci chiedono sempre più<br />

copie e ci invitano alle prime che presenziamo con orgoglio e piacere.<br />

Riceviamo in redazione innumerevoli attestati <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> compiacimento con e-mail, lettere<br />

e telefonate e vogliamo ringraziare tutti, <strong>di</strong>cendovi che tutto ciò fa tanto bene e ci da forza per<br />

fare sempre meglio.<br />

La redazione<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori è <strong>di</strong>stribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica <strong>di</strong> Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino,<br />

Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura <strong>di</strong> Vetralla, Blera, Monte Romano,<br />

Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto,<br />

Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano,<br />

Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo <strong>di</strong> Porto,<br />

Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali <strong>di</strong> Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spe<strong>di</strong>to a tutti gli abbonati in Italia e all’estero,<br />

inviato ad Istituzioni Culturali e se<strong>di</strong> Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo.


fotovideolab<br />

Un incontro nel bel mezzo della sua lunga<br />

pausa estiva a Corchiano. Una pausa da<br />

Roma probabilmente, visto che il lavoro lo<br />

accompagna comunque, con la tornée del<br />

Concerto Fotogramma in giro per l’Italia. E<br />

poi Corchiano è da sempre il suo luogo <strong>di</strong><br />

ispirazione; quello in cui comporre nella<br />

tranquillità della sua dependances, senza<br />

essere <strong>di</strong>sturbato da alcunché: solo il<br />

fiume compositivo a tenergli compagnia.<br />

Un incontro informale proprio in quella<br />

tana <strong>di</strong> lavoro, circondati dalle tante locan<strong>di</strong>ne<br />

dei films o degli spettacoli teatrali che<br />

ha realizzato o <strong>di</strong> cui ha composto la<br />

colonna sonora. Così, appesi al muro,<br />

sembrano ricordare lo spessore artistico <strong>di</strong><br />

un musicista, compositore, <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />

la cui fama è <strong>di</strong>ffusa in tutto il<br />

mondo e la cui storia personale coincide<br />

con tanta della storia del cinema e del teatro<br />

italiano.<br />

“Corchiano è il mio paese, lo considero<br />

come tale; ho vissuto la mia infanzia qui;<br />

torno a Corchiano per lavorare e compor-<br />

re o semplicemente per rilassarmi. Le<br />

vacanze <strong>di</strong> famiglia o le feste <strong>di</strong> Natale le<br />

abbiamo sempre trascorse qui, i miei figli<br />

sono cresciuti qui. Qui c’è la storia della<br />

mia famiglia, <strong>di</strong> mio padre, e sullo sfondo<br />

il sentore <strong>di</strong> una vita e <strong>di</strong> una Italia che<br />

altrove sembra essere scomparso”.<br />

Un Nicola Piovani ine<strong>di</strong>to, rilassato, che<br />

solo tra le righe lascia trasparire il suo<br />

amore infinito per la musica, la sua vita<br />

de<strong>di</strong>cata alla musica, quasi a confermare<br />

quella fama <strong>di</strong> “introverso” che si porta<br />

<strong>di</strong>etro da quando il Premio Oscar per la<br />

Miglior Colonna Sonora con il film “La vita<br />

è bella” <strong>di</strong> Roberto Benigni, lo ha portato<br />

alla ribalta della scena artistica italiana e al<br />

grande pubblico. Ma la sua storia <strong>di</strong> musicista<br />

non è solo lì.<br />

Inizia nel 1969, debuttando con il lungometraggio<br />

N.P. Il segreto <strong>di</strong> Silvano Agosti.<br />

Si avvia così una carriera che lo porta a<br />

collaborare con i maggiori registi italiani:<br />

Bellocchio, Monicelli, i fratelli Taviani,<br />

Moretti, Tornatore, Benigni e Fellini, che si<br />

<strong>di</strong> Tamara Gori<br />

foto Tommaso Le Pera<br />

è rivolto al musicista per i suoi ultimi tre<br />

film. Fra gli stranieri Ben Von Verbong, Pál<br />

Gábor, Dusan Makavejev, Bigas Luna, Jos<br />

Stelling, John Irvin, Sergej Bodrov, Philippe<br />

Lioret. Riceve inoltre tre David <strong>di</strong><br />

Donatello, per Ginger e Fred <strong>di</strong> Fellini, Caro<br />

<strong>di</strong>ario e La stanza del figlio <strong>di</strong> Moretti;<br />

quattro premi “Colonna sonora”, due Nastri<br />

d’argento e due Ciak d’oro. Con L’équipier<br />

<strong>di</strong> Philippe Lioret ottiene la “nomination” al<br />

César, il premio del pubblico e la menzione<br />

speciale della giuria al festival “Musique et<br />

cinéma” <strong>di</strong> Auxerre. Sin dall’inizio affianca<br />

al lavoro nel cinema quello per il teatro,<br />

scrivendo musiche <strong>di</strong> scena per gli allestimenti<br />

<strong>di</strong> Carlo Cecchi, Luca De Filippo,<br />

Maurizio Scaparro, Vittorio Gassman. Nel<br />

1989, con Luigi Magni e Pietro Garinei,<br />

crea per il Teatro Sistina la comme<strong>di</strong>a<br />

musicale I sette re <strong>di</strong> Roma . Come autore<br />

<strong>di</strong> canzoni, negli anni Settanta compone a<br />

quattro mani con Fabrizio De André gli<br />

album Non al denaro, non all’amore né al<br />

cielo e Storia <strong>di</strong> un impiegato.<br />

Alla fine degli anni Ottanta inizia il sodalizio<br />

artistico con lo scrittore Vincenzo<br />

Cerami. Insieme fondano la Compagnia<br />

della Luna, con l’intento <strong>di</strong> dare vita a un<br />

genere <strong>di</strong> teatro dove musica e parola<br />

abbiano pari <strong>di</strong>gnità e siano l’una sostegno<br />

dell’altra. I primi frutti <strong>di</strong> questa collaborazione<br />

sono La cantata del Fiore e La cantata<br />

del Buffo, unite in un unico spettacolo<br />

e presentate per quasi duecento repliche<br />

nei teatri <strong>di</strong> tutta Italia.<br />

Seguono Il signor Novecento (1992) e<br />

Canti <strong>di</strong> scena (1993). Nel 2000 debutta<br />

Concerto fotogramma , uno spettacolo in<br />

cui Piovani compen<strong>di</strong>a e traveste in forma<br />

teatrale trent’ anni <strong>di</strong> creazioni per il cinema.


Nel 1998 viene eseguita per la prima volta<br />

al Teatro Mancinelli <strong>di</strong> Orvieto La Pietà ,<br />

stabat mater, dove la voce recitante è<br />

quella <strong>di</strong> Gigi Proietti e la voce soul è quella<br />

<strong>di</strong> Amii Stewart, accompagnati da un’orchestra<br />

<strong>di</strong> ventitré elementi.<br />

Nella Pasqua del 1999, su invito delle<br />

autorità palestinesi, La Pietà viene rappresentata<br />

alla citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> Betlemme<br />

come messaggio <strong>di</strong> pace tra i popoli della<br />

Terra Santa; nel 2004 è riproposta in una<br />

doppia rappresentazione nel territorio<br />

palestinese <strong>di</strong> Betlemme<br />

e in quello israeliano <strong>di</strong><br />

Tel Aviv.<br />

A questo seguono due<br />

opere realizzate su commissione:<br />

L’isola della<br />

luce, richiesta nel 2003<br />

dal governo greco per<br />

essere eseguita fra le<br />

rovine dell’isola <strong>di</strong> Delos,<br />

e Concha Bonita, una<br />

forma <strong>di</strong> spettacolo che<br />

si colloca a metà strada<br />

tra l’opera e la comme<strong>di</strong>a<br />

musicale; commissionata<br />

dal Théatre National de<br />

Chaillot, è stata applau<strong>di</strong>ta<br />

dal pubblico parigino<br />

e in seguito tradotta da<br />

Cerami e Piovani per l’e<strong>di</strong>zione<br />

italiana andata in<br />

scena all’Ambra Jovinelli<br />

<strong>di</strong> Roma nell’estate <strong>di</strong><br />

quest’anno. Quando lo incontro, Nicola<br />

Piovani è appena reduce dalla sesta e<strong>di</strong>zione<br />

del Fescennino d’Oro, una manifestazione<br />

musicale e teatrale che lo vede<br />

protagonista a Corchiano dal Duemila.<br />

“Una bella e<strong>di</strong>zione anche quest’anno;<br />

ogni volta con un pubblico sempre più<br />

coinvolto e che ormai è preparato ad<br />

aspettarsi qualcosa <strong>di</strong> speciale, da una<br />

manifestazione che sta acquistando ogni<br />

anno un respiro sempre più ampio per l’intera<br />

provincia. Quest’anno è stato premiato<br />

un artista, Davide Enia, che è sì una<br />

promessa del teatro italiano, ma è comunque<br />

già una rivelazione.<br />

Così come lo scorso anno con Ascanio<br />

Celestini, in parte già conosciuto, ma che<br />

nell’ultimo anno ha moltiplicato le sue<br />

apparizioni teatrali e televisive, non solo in<br />

Italia, ma anche all’estero e usando un linguaggio,<br />

il romanesco, che <strong>di</strong> certo non<br />

possiamo definire internazionale”.<br />

E quello del linguaggio, verbale e corporale,<br />

è l’elemento fondante del mondo teatrale;<br />

è ciò che caratterizza un personaggio,<br />

il suo modo <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> proporsi al<br />

pubblico, <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong> trasmettere<br />

emozioni. Per questo è anche <strong>di</strong>ventato<br />

elemento <strong>di</strong>scriminante e la ragion d’essere<br />

stessa del Fescennino.<br />

“Cinque anni fa l’allora sindaco <strong>di</strong><br />

Corchiano, Bengasi Battisti, mi chiese se<br />

ero <strong>di</strong>sponibile a partecipare all’inaugurazione<br />

<strong>di</strong> una nuova piazza a Corchiano,<br />

intitolata a mia zia Pina Piovani, attrice <strong>di</strong><br />

inizio secolo. In quel periodo alcuni stu<strong>di</strong><br />

da lui avviati sul territorio, avevano porta-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

to alla luce come la casa dove ci troviamo<br />

in questo momento potesse essere l’epicentro<br />

<strong>di</strong> quella che molti stu<strong>di</strong>osi affermano<br />

essere l’antica Fescennium. Del<br />

resto dei fescennini si parlava a scuola,<br />

come <strong>di</strong> quei canti lu<strong>di</strong>ci che avevano ispirato<br />

la tra<strong>di</strong>zione teatrale satirica dell’antica<br />

Roma, e comunque sempre in riferimento<br />

a gran<strong>di</strong> artisti popolari.<br />

Allo stesso Petrolini chiesero - Anche lei<br />

<strong>di</strong>scende <strong>di</strong>rettamente dai Fescennini? - E<br />

lui, nella più vera tra<strong>di</strong>zione satirica, rispo-<br />

se : - Io so solo che <strong>di</strong>scendo le scale <strong>di</strong><br />

casa mia -.<br />

Comunque, si pensò per questo al nome<br />

Fescennino d’Oro , come <strong>di</strong> un premio,<br />

non necessariamente annuale, da consegnare<br />

ad artisti che conservassero questa<br />

grande tra<strong>di</strong>zione teatrale satirica e che<br />

solo in parte avessero ricevuto i riconoscimenti<br />

che meritavano. Il primo fu Fiorenzo<br />

Fiorentini e mettemmo in scena il Concerto<br />

Fotogramma.<br />

A lui seguirono Anna <strong>Campo</strong>ra, Leopoldo<br />

Trieste, Massimo Wertmuller e poi gli ultimi<br />

due anni, con Ascanio Celestini e<br />

Davide Enia.<br />

Un premio importante, anche per coloro<br />

che compongono la giuria: Vincenzo<br />

Cerami, Curzio Maltese, Germano<br />

Mazzocchetti, Vincenzo Mollica, Mario<br />

Monicelli e Paila Pavese”.<br />

Un premio importante che sembra aver<br />

intrapreso una nuova strada: quella delle<br />

nuove promesse del teatro italiano. Autori<br />

e interpreti nuovi, ma con una personalità<br />

assolutamente ben definita e comprovata<br />

dallo spessore dei testi realizzati e dall’eco<br />

da essi prodotta.<br />

Una scelta inoltre che comprova una vivacità<br />

intellettuale da parte del Maestro<br />

Piovani, che rarissimamente si riscontra in<br />

un ambiente così agguerrito come quello<br />

del teatro; una curiosità innata nell’andare<br />

a verificare come si stia evolvendo la contemporaneità<br />

del linguaggio teatrale e dei<br />

suoi canali comunicativi.<br />

“Un interesse il mio che è innanzitutto<br />

quello dello spettatore che rimane colpito<br />

da tutto ciò che costituisce una novità. Poi<br />

è naturale che come musicista mi interessino<br />

alcuni autori piuttosto che altri, ma<br />

semplicemente perché corrispondono <strong>di</strong><br />

più a quello che è il mio senso <strong>di</strong> ricambio<br />

generazionale nel teatro e al mio senso <strong>di</strong><br />

mutamento del linguaggio e dell’espressione”.<br />

Una vita passata nel teatro la sua, fatta <strong>di</strong><br />

teatro e capace <strong>di</strong> descrivere il teatro nelle<br />

mille sfaccettature che lo caratterizzano.<br />

Un po’ come gli attori <strong>di</strong> un tempo, quelli<br />

che venivano da<br />

una scuola fatta <strong>di</strong><br />

gavetta e <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

maestri e capaci<br />

<strong>di</strong> arrivare al<br />

grande pubblico<br />

anche con il solo<br />

gesto <strong>di</strong> una<br />

mano o con un<br />

sopracciglio alzato,<br />

entrando in<br />

scena senza mai<br />

dare le spalle alla<br />

platea e in grado<br />

<strong>di</strong> richiamare un<br />

applauso interminabile.<br />

Così è la<br />

sua musica: la<br />

stessa capacità <strong>di</strong><br />

raccontare, <strong>di</strong> mimare<br />

una storia,<br />

foto Tommaso Le Pera<br />

5<br />

come una pergamena<br />

che si sroto-<br />

la man mano e che prescinde la parola.<br />

“Tante sono state le persone che mi hanno<br />

insegnato a parlare con la musica, dalle<br />

monachelle, al mio insegnante <strong>di</strong> pianoforte,<br />

ai tantissimi <strong>di</strong> composizione. Ma sicuramente<br />

quello che più <strong>di</strong> ogni altro ha<br />

segnato il mio essere musicista è stato il<br />

Maestro greco Manos Hadjidakis. Mi ricordo<br />

che si trovava a Roma per registrare la<br />

musica <strong>di</strong> un film americano e cercava un<br />

orchestratore; così mi chiamò.<br />

Fino a quando non è morto, pochi anni fa,<br />

mi ha sempre dato in<strong>di</strong>cazioni da maestro,<br />

che sono poi <strong>di</strong>ventate scambi sulla musica,<br />

senza i quali non avrei capito cose fondamentali<br />

che mi servono ogni giorno”.<br />

Una carriera, quella <strong>di</strong> Piovani, che si è<br />

sempre intrecciata con gran<strong>di</strong> personaggi<br />

della musica, del cinema e del teatro.<br />

Uno <strong>di</strong> questi è stato senz’altro il grande<br />

Fabrizio de André, con il quale Piovani ha<br />

collaborato per la realizzazione dei primi<br />

due gran<strong>di</strong> album, Non al denaro, non<br />

all’amore né al cielo e Storia <strong>di</strong> un impiegato.<br />

“E’ un’esperienza che ha riguardato<br />

gli inizi della mia carriera: io avevo 23 anni<br />

e realizzare gli arrangiamenti per quei due<br />

album era un’impresa titanica.<br />

Ma la cosa più bella è rendersi conto che<br />

quei due album hanno poi camminato da<br />

soli e tutt’ora vengono ascoltati anche da<br />

giovanissimi, come se non avessero età,<br />

come se non appartenessero al tempo.<br />

Con Fabrizio ho sempre conservato un<br />

rapporto affettivamente piacevole”.<br />

continua a pag. 6...


6<br />

Da lì in poi è stato solo un crescendo <strong>di</strong><br />

esperienze, <strong>di</strong> opere realizzate, <strong>di</strong> successi<br />

e traguar<strong>di</strong> raggiunti, in ogni parte del<br />

mondo e quasi sempre a ridosso <strong>di</strong> momenti<br />

storici o avvenimenti epocali, quasi a<br />

riba<strong>di</strong>re che la musica è da sempre la<br />

colonna sonora della nostra vita, ma è<br />

altresì un linguaggio che non ha bisogno <strong>di</strong><br />

traduttori simultanei: è in grado da sé <strong>di</strong><br />

essere connubio <strong>di</strong> emotività <strong>di</strong>verse. “Sono<br />

tanti gli episo<strong>di</strong> che mi sono rimasti dentro<br />

l’anima, avvenimenti che mi hanno segnato<br />

come musicista. Uno <strong>di</strong> questi è stato la<br />

doppia rappresentazione de La Pietà nel<br />

territorio palestinese <strong>di</strong> Betlemme e in quello<br />

israeliano <strong>di</strong> Tel Aviv nel 2004. La Pietà<br />

è uno stabat mater per voce recitante, due<br />

cantanti, un soprano <strong>di</strong> coloratura e una<br />

voce soul, e un’orchestra <strong>di</strong> ventitré elementi.<br />

La rappresentammo il giorno prima in<br />

Israele e quello dopo in Palestina, come<br />

fosse un segno <strong>di</strong> pace tra i due popoli; ma<br />

allora non c’erano nemmeno quei minimi<br />

segnali <strong>di</strong> pacificazione che stiamo registrando<br />

in questi giorni, e la tensione la<br />

sentivi nell’aria. Ma quando hai la possibilità<br />

<strong>di</strong> unire il lavoro che fai a quello che succede<br />

nel mondo, allora dai un senso più<br />

alto a ciò che fai. Un altro importante evento<br />

fu il concerto che <strong>di</strong>ressi con la<br />

Filarmonica <strong>di</strong> Johannesburg a Pretoria,<br />

capitale del Sudafrica. Il gruppo era composto<br />

quasi completamente da bianchi, ma<br />

con batterista e bassista nero. Fino a sei<br />

mesi prima era ancora in vigore l’ Apartheid<br />

e non solo era impensabile vedere bianchi<br />

e neri suonare insieme, ma lo era ancora <strong>di</strong><br />

più vedere delle persone <strong>di</strong> colore entrare<br />

nell’au<strong>di</strong>torium come spettatori. E invece in<br />

quell’occasione la cantante era una bravissima<br />

interprete <strong>di</strong> Soweto, naturalmente<br />

nera, e mentre si lavorava insieme si sentiva<br />

l’emozione e la tensione ad<strong>di</strong>rittura tra i<br />

musicisti; per non parlare del pubblico che<br />

mai aveva visto un <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />

bianco abbracciare sul palco una cantante<br />

nera. Queste sono state emozioni vere, <strong>di</strong>f-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

ficilmente esprimibili, fortune che capitano<br />

raramente e che bisogna saper cogliere al<br />

volo”. Una carriera magistrale, caratterizzata<br />

dal premio Oscar per la Miglior Colonna<br />

Sonora per il film La vita è bella, <strong>di</strong> e con<br />

Roberto Benigni, nel 1999. Un avvenimento<br />

quello che ha portato il nome <strong>di</strong> Nicola<br />

Piovani alla ribalta del grande pubblico e<br />

foto T. Le Pera<br />

che, probabilmente, cambia una persona o<br />

un personaggio proprio per questo. “Spero<br />

che il premio oscar abbia influito poco sulla<br />

mia persona, o comunque il meno possibile.<br />

I premi sono gratificazioni e tutti viviamo<br />

<strong>di</strong> gratificazioni. Ricevere premi è una<br />

gioia, ma i premi non attengono alla<br />

sostanza del lavoro che fai; sono i lustrini e<br />

lo champagne.<br />

Quello che cambia un musicista sono le<br />

esperienze che fa e passare attraverso un<br />

film come La vita è bella, sul quale nessuno<br />

puntava, e vederlo invece amato e<br />

accolto in tutto il mondo; aver creduto in<br />

un’opera e vederla volare alto; quella è<br />

un’esperienza che ti cambia, una scommessa<br />

vinta. Nessuno avrebbe creduto che due<br />

autori comici come Cerami e Benigni avessero<br />

potuto raccontare una storia tragica<br />

come l’Olocausto e soprattutto che avessero<br />

potuto dargli una lettura ine<strong>di</strong>ta, come<br />

invece hanno saputo fare”. Ma quello con<br />

Benigni è un sodalizio artistico che continua:<br />

sono infatti <strong>di</strong> Piovani le musiche dell’<br />

ultimo film del regista toscano, La Tigre e il<br />

Dragone, nelle sale il prossimo 23 Ottobre.<br />

“Per quest’ultimo film ho consegnato le<br />

musiche il giorno prima del Fescennino<br />

d’Oro.<br />

E’ stato un lavoro lungo, che, come tutti i<br />

lavori sulla composizione <strong>di</strong> colonne sonore,<br />

conosce due aspetti: uno che definisco artigianale<br />

e che attiene all’elemento pratico<br />

del comporre musica; perciò devi leggere la<br />

sceneggiatura, conoscere il film, il montaggio,<br />

lavorare con il regista in moviola e<br />

decidere con lui dove mettere la musica e<br />

dove non inserirla. Poi c’è un’altra fase che<br />

è quella propria dell’ispirazione e che, proprio<br />

perché ispirazione non sono in grado <strong>di</strong><br />

spiegare; so solo che arriva e non puoi fare<br />

a meno <strong>di</strong> seguire il suo fiume, a volte felice,<br />

a volte un po’ zoppo”. Ma i programmi<br />

<strong>di</strong> Piovani continuano e lo vedono impegnato<br />

in maniera intensa nei prossimi mesi.<br />

“Ora sto partendo per Parigi dove ho in programma<br />

la composizione <strong>di</strong> una colonna<br />

sonora per un film. Poi riprenderò due lavori<br />

ai quali non partecipo <strong>di</strong>rettamente, ma<br />

<strong>di</strong> cui sono l’organizzatore: Semo o nun<br />

semo, su canzoni classiche romane, dalla<br />

fine <strong>di</strong> Settembre a Roma, e Concha Bonita,<br />

tradotta in Italiano da me e da Cerami la<br />

scorsa estate e che riprenderà con un<br />

debutto a Latina il prossimo Ottobre, per<br />

iniziare un tour <strong>di</strong> centoventi repliche per<br />

tutta Italia. Poi a Novembre in Germania<br />

per la composizione della colonna sonora <strong>di</strong><br />

Hotzenplotz il ladro, una favola per bambini<br />

tedesca, un po’ l’alter ego del Pinocchio<br />

italiano. Infine sto scrivendo una Cantata<br />

che vedrà la luce a Maggio”.<br />

Associazione Accademia Internazionale D’Italia<br />

(A.I.D.I.)<br />

www.campodefiori.biz<br />

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ci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali <strong>di</strong> essere stati<br />

contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su <strong>Campo</strong><br />

dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le<br />

persone incaricate a qualsiasi titolo, da <strong>Campo</strong> dè fiori, dovranno<br />

essere munite <strong>di</strong> autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata<br />

dal <strong>di</strong>rettore e contenente i dati anagrafici dell’incaricato stesso.<br />

L’incaricato dovra inoltre esibire un documento <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

<strong>Campo</strong> dè fiori<br />

è la più grande vetrina per i tuoi<br />

affari. La pubblicità su <strong>Campo</strong> dè<br />

fiori arriva e “porta bene” ed entra<br />

nelle case <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> lettori.<br />

TEL. 0761/513117<br />

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Sede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT)


8<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Riccardo Fogli<br />

40 anni <strong>di</strong> successi, ma non li <strong>di</strong>mostra<br />

Riccardo Fogli è nato a Pontedera (Pisa) il<br />

21 Ottobre 1947. Ha vinto un festival <strong>di</strong><br />

Sanremo, nel 1982 con “Storie <strong>di</strong> tutti i<br />

giorni”. Nasce, musicalmente, nel 1965,<br />

come bassista e cantante, con un gruppo<br />

beat <strong>di</strong> Piombino, gli Slenders. Dopo un<br />

anno, non ancora ventenne, accetta l’impegno<br />

a tempo pieno con un complesso<br />

che debuttava con ottime garanzie: i Pooh.<br />

Sette anni <strong>di</strong> rigida <strong>di</strong>sciplina professionale,<br />

centinaia <strong>di</strong> concerti, decine <strong>di</strong> incisioni<br />

e, in cambio, il successo collettivo, un<br />

nome che rappresentava quattro persone.<br />

Alla soglia del maggior successo Fogli si<br />

trovò ad attraversare un periodo <strong>di</strong> crisi<br />

personale, che lo porta ad abbandonare il<br />

gruppo e ricominciare da zero. Dopo varie<br />

<strong>di</strong>fficoltà raggiunge il successo come solista.<br />

La seria coscienza professionale e le<br />

doti naturali ne fanno un professionista in<br />

grado <strong>di</strong> adeguare alla propria personalità<br />

qualunque stile.<br />

Come nasce artisticamente Riccardo<br />

Fogli?<br />

Nasce casualmente. In famiglia nessuno<br />

aveva la pre<strong>di</strong>sposizione per la musica,<br />

tranne mia madre. Mia madre, che ora non<br />

c’è più, mi raccontava che quando faceva<br />

le pulizie in chiesa, con un <strong>di</strong>tino suonava<br />

l’organo della parrocchia e ne cantava le<br />

canzoncine. Credo mi abbia trasmesso lei<br />

questa passione. Vengo da Pontedera<br />

dove non c’era nulla, tranne che una palestra<br />

dove si giocava a ping pong, la<br />

“Piaggio” e la banda. Io ho suonato e stu-<br />

secondo da sx il Sindaco <strong>di</strong> Nepi Dott. Franco Vita con i rappresentanti della<br />

Pro Loco Nepi, Riccardo Fogli e Loredana Filoni<br />

<strong>di</strong>ato musica in banda, ho giocato a ping<br />

pong e lavorato alla “Piaggio”.<br />

A che punto è della sua carriera?<br />

…bella domanda!!! Stasera ad esempio<br />

come altre sere, sono il primo ad arrivare<br />

e l’ultimo ad andare via. Ogni giorno è<br />

un’avventura. Per cui mi sembra che non<br />

sia cambiato niente negli ultimi trent’anni.<br />

Questo può essere <strong>di</strong> buon auspicio affinché<br />

per i prossimi trent’anni io ci sia ancora<br />

e continui a fare il mio lavoro con passione.<br />

Stanotte ho fatto le cinque in sala <strong>di</strong><br />

incisione, perché qualcosa cresce sempre<br />

dentro <strong>di</strong> me.<br />

Sta preparando un nuovo <strong>di</strong>sco?<br />

…un’altra bella domanda!!! Purtroppo i<br />

<strong>di</strong>schi non si vendono, quin<strong>di</strong> asserire “lo<br />

sto preparando” sembra quasi una presunzione.<br />

Non è così facile! Ho l’energia, la<br />

voglia e la volontà <strong>di</strong> infilarmi in una sala<br />

<strong>di</strong> registrazione con gran<strong>di</strong> collaboratori,<br />

cercando <strong>di</strong> tirar fuori qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertente<br />

e <strong>di</strong> nuovo. Quelli come me hanno<br />

un passato tale che è <strong>di</strong>fficile farlo “scontrare”<br />

con il futuro. Quando arrivo in un<br />

teatro, o città, o paese, non mi chiedono<br />

quando esce un mio nuovo <strong>di</strong>sco, ma <strong>di</strong><br />

cantargli “Piccola Ketty”, io ne sono orgoglioso<br />

e gliela canto,me la canto, e so che<br />

quando andrò ad incidere il prossimo<br />

<strong>di</strong>sco, faranno dei paragoni. Non è facile.<br />

Qual è un traguardo che ancora non<br />

ha raggiunto?<br />

Non lo so. Non sono così ambizioso da<br />

sognare traguar<strong>di</strong> irraggiungibili. Grazia al<br />

cielo ne ho raggiunti parecchi. Un giorno<br />

mi piacerebbe fare un triathlon. A sessant’anni<br />

forse farò una gara <strong>di</strong> quelle dove si<br />

corre, si nuota e si va in bici. Io sono un<br />

maratoneta, ma mi limito a correre i quarantadue<br />

chilometri, vado un po’ in bici e<br />

nuoto anche un<br />

po’. L’idea <strong>di</strong> fare<br />

due o tre chilometri<br />

a nuoto e cento<br />

in bici mi piace.<br />

Quale esperienza<br />

ha tratto<br />

dalla partecipazione<br />

ad un reality?<br />

Che il reality è<br />

spietato! In televisione<br />

non si vede<br />

la verità. Il reality<br />

è un po’ come un<br />

carcere, dove alla<br />

fine ci si abitua e<br />

ci si organizza. C’è<br />

chi “<strong>di</strong>venta” mat-<br />

to, chi non ce la fà<br />

e si “suicida”! Dai<br />

reality si scappa,<br />

si spaccano le se<strong>di</strong>e, si <strong>di</strong>cono parolacce, si<br />

bestemmia e c’è chi ne esce bene e chi<br />

male. A me piaceva l’idea <strong>di</strong> confrontarmi<br />

in una nuova <strong>di</strong>sciplina, quella del “stiamo<br />

tutti insieme”, ci sfi<strong>di</strong>amo, cantando e ci<br />

sfi<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>aletticamente, quoti<strong>di</strong>anamen-<br />

Loredana Filoni e Riccardo Fogli<br />

te.<br />

Lo rifarebbe?<br />

No. Non lo rifarei mai più!<br />

Quali sono i suoi hobby?<br />

Amo la campagna. Mi piace potare gli ulivi,<br />

ma non produco olio, perché le olive maturano<br />

a Dicembre e in quel periodo non me<br />

la sento <strong>di</strong> raccoglierle, perché fa freddo e<br />

mi ammalerei, però i miei cento ulivi devono<br />

essere in or<strong>di</strong>ne. Inoltro corro e gioco a<br />

pallone. Sono il socio fondatore della<br />

Nazionale Cantanti, che non vuol <strong>di</strong>re giocare<br />

solo a pallone. E’ un contesto nel<br />

quale mi trovo bene.<br />

Che spettacoli ama vedere?<br />

Lo spettacolo più bello, secondo me, è<br />

quello della natura, il tramonto sul mare,<br />

specialmente ai Caraibi. Sono incantato,<br />

basta guardarsi intorno. Mi piacciono gli<br />

spettacoli popolari. Pre<strong>di</strong>ligo Moran<strong>di</strong> e<br />

Antonacci, e se li vedo mi godo i loro concerti.<br />

Ho l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> godermi quello che<br />

mangio e quello che vedo.<br />

Quali cantati stranieri pre<strong>di</strong>lige?<br />

Io sono un po’ all’antica, mi piacciono i<br />

Beatles e i Rolling Stones. Mi piacciono<br />

anche i Coldplay e gli artisti della nuova<br />

generazione.<br />

Progetti futuri?<br />

Così tanti che occorrerebbe tutto il suo<br />

giornale per scriverli. In realtà sono “giovane”,<br />

non ho ancora 58 anni!!<br />

Un ringraziamento particolare alla Pro-loco<br />

<strong>di</strong> Nepi.<br />

Loredana Filoni


Poter intervistare la signora Ghione, non<br />

solo è stato, per me, un’ onore, ma un<br />

grande insegnamento <strong>di</strong> vita! Ho seguito il<br />

suo teatro impegnato fin da giovanissima<br />

e, quin<strong>di</strong>, conosco alla perfezione i suoi<br />

eccezionali livelli interpretativi. Ma ho<br />

anche “scoperto”, in questo incontro, una<br />

donna dolcissima, meravigliosa, saggia, <strong>di</strong><br />

grande volontà e tenacia, molto altruista.<br />

Il pomeriggio con lei, mi ha pre<strong>di</strong>sposta ad<br />

una grande serenità e positività! Sono<br />

stata accolta, letteralmente, a “braccia<br />

aperte” dalla signora Ghione e da suo<br />

marito nella loro splen<strong>di</strong>da <strong>di</strong>mora. La cosa<br />

che, inoltre, mi ha colpita è la gran quantità<br />

<strong>di</strong> animali che popolano la loro abitazione:<br />

6 gatti, 5 conigli e 2 cani! Oltre a<br />

recitare, Ileana Ghione è anche regista, ed<br />

il rinomato teatro romano, a due passi da<br />

San Pietro, che porta il suo nome, è egregiamente<br />

gestito con il marito Christopher<br />

Axworthy.<br />

Nel 2001 il Presidente Ciampi le ha consegnato<br />

la croce <strong>di</strong> Grande Ufficiale della<br />

Repubblica, per meriti artistici. Su uno<br />

splen<strong>di</strong>do terrazzo <strong>di</strong> Roma, la signora<br />

Ghione si è “raccontata”.<br />

Cosa l’ha spinta a prendere un teatro<br />

a Roma?<br />

La molla è scattata da una serie <strong>di</strong> occasioni<br />

e circostanze che mi hanno spinta ad<br />

entrare in una cerchia <strong>di</strong> persone che allestivano<br />

un teatro. Mi sono unita a loro per<br />

rinnovare il teatro “Colosseo”. La mia compagnia<br />

è nata quando sono stata scritturata<br />

per la prima volta. Il produttore non se<br />

la sentì <strong>di</strong> portarci avanti in una tournee<br />

molto lunga, e così mia madre, sapendo<br />

che mi trovavo in un momento della vita<br />

molto grave, mi convinse ad assumermi la<br />

responsabilità <strong>di</strong> formare una compagnia<br />

in cui potevo essere la capo-comica. Non<br />

trovando seguaci in questa impresa, da<br />

sola, soltanto con l’appoggio <strong>di</strong> mia<br />

madre, ho iniziato questo iter. Alla fine<br />

della tournee che, fra l’altro, fu trionfale,<br />

coloro che ci avevano affittato le luci (io<br />

non avevo alcun materiale, ho affittato<br />

tutto) mi <strong>di</strong>ssero se volevo prendere il<br />

50% del “Colosseo” per poter recitare<br />

quando volevo. Debuttai con “Casa <strong>di</strong><br />

Bambola”. Questa rappresentazione ebbe<br />

molta fortuna, perché era un pezzo <strong>di</strong> un<br />

certo impegno e con materiale fornitomi<br />

dall’ ambasciata Norvegese. Partecipò una<br />

tale marea <strong>di</strong> pubblico, che fummo<br />

costretti a sospendere gli sconti festivi.<br />

L’anno successivo avremmo dovuto proseguire<br />

nelle rappresentazioni, ma, per <strong>di</strong>rla<br />

con un eufemismo, non si andò d’accordo.<br />

La cassiera del teatro, allora, mi suggerì <strong>di</strong><br />

andare a vedere questo vecchio teatro,<br />

nato come teatro Rosa, trasformato in<br />

cinema e chiuso da anni. Era stato pensato<br />

come un sogno, mai realizzato, dall’ingegner<br />

Rosa. Suo è stato il progetto del<br />

quartiere Prati. Egli aveva lasciato alle 4<br />

figlie questo teatro, dove sognava <strong>di</strong> cantare,<br />

dato che aveva una bella voce.<br />

Purtroppo per lui, invece, <strong>di</strong>venne un cinema,<br />

in seguito un cine-varietà con la compagnia<br />

De Filippo e i fratelli Maggio:<br />

Pupella, Rosalia e Dante.<br />

Qualche tempo dopo fu preso in gestione<br />

da Amati, che aveva un circuito cinematografico<br />

importantissimo, fra cui anche i<br />

cinema “Adriano” e “Gregory”. Per non<br />

fare concorrenza a se stesso, lo ridusse a<br />

quello che in gergo si <strong>di</strong>ce “pidocchietto” ,<br />

e gli ere<strong>di</strong> lo hanno tenuto chiuso per 6<br />

anni, poi, messo in ven<strong>di</strong>ta. Tutto il teatro<br />

italiano si avvicendo a vederlo. Qualche<br />

giorno prima anche Gassman era andato a<br />

visionarlo.<br />

Io era andata con mia madre e mi era scoraggiata,<br />

in quanto Gassman non aveva<br />

voluto prenderlo, perché necessitava <strong>di</strong><br />

due anni <strong>di</strong> restauri! Figurarsi se lo potevo<br />

fare io! Però l’indomani ci siamo guardate<br />

e abbiamo detto: “E’ questo!”. Quando<br />

sono iniziati i lavori io mi sedevo su una<br />

se<strong>di</strong>a e pensavo: “Qui, vorrei sentire della<br />

musica!” E poi mi è tornato in mente che<br />

io, in quel teatro “pidocchietto” ero venuta,<br />

mentre frequentavo l’ Accademia, con i<br />

miei compagni, mangiando pane e porchetta,<br />

a vedere “La terra trema” <strong>di</strong><br />

Visconti, che era <strong>di</strong>ventato un film d’essai.<br />

Sicuramente era stata una sorta <strong>di</strong> “richiamo”.<br />

Insomma sono state le circostanze a<br />

Incontro<br />

con il teatro<br />

<strong>di</strong> alta<br />

classe<br />

Ileana Ghione<br />

portarmi in questo teatro.<br />

Come ha scelto lo staff che lavora<br />

intorno a lei?<br />

Man mano ho incontrato della gente e<br />

“vivendo” si sceglie. E’ come nella vita: ho<br />

incontrato questa persona, mio marito,<br />

non so neanche io come! E’ un artista e<br />

una persona rara! Alleggerisce la persona<br />

che ama da tanti pensieri. Io non sarò mai<br />

abbastanza grata a chi mi ha “mandato”<br />

quest’ uomo! Per tornare alla scelta dello<br />

staff,è “il fiume della vita” che mi ha portato<br />

ad incontrare delle persone ed a scartarne<br />

altre. C’è stato un periodo in cui persone,<br />

delle quali avevo fiducia, mi hanno<br />

delusa, e , contrariamente, persone che mi<br />

hanno sorpresa. L’insegnamento che ne<br />

ho tratto è che non bisogna mai chiudersi<br />

, malgrado le esperienze negative, perché<br />

dopo il “temporale” arriva sempre un “raggio<br />

<strong>di</strong> sole”.<br />

Quali emozioni ricerca nella scelta<br />

dei suoi testi?<br />

Delle cose che possano parlare del destino<br />

dell’uomo, del mistero della nostra vita. Io,<br />

in fondo, quando leggo qualche testo, mi<br />

arricchisco e li scelgo se mi “<strong>di</strong>cono” qualcosa<br />

altrimenti non li metto in scena.


A volte, anche ridendo e scherzando si può<br />

<strong>di</strong>re molto! Scelgo, comunque, sempre la<br />

parola che è quella che “guarisce” e “uccide”.<br />

Una parola positiva può farci risalire<br />

dal buio, perché qualcuno ce l’ha detta o<br />

l’hai trovata dentro <strong>di</strong> te, attraverso chissà<br />

quali meandri. Voglio <strong>di</strong>re agli altri che la<br />

vita è bella, nel bene e nel male, perché<br />

noi siamo una cosa grande.<br />

Come si fa a <strong>di</strong>ventare un bravo attore<br />

<strong>di</strong> teatro?<br />

Bisogna amare davvero quello che si fa<br />

ed essere sinceri.<br />

E poi credo anche che bisogna<br />

nascere con un ipersensibilità un<br />

po’ speciale per questa cosa.<br />

L’attore è molto “delicato” e non<br />

si può “appoggiare” a degli schemi<br />

precisi. Si, c’è una tecnica<br />

per l’attore, ma guai a finire<br />

solo nella tecnica. Ti devi sempre<br />

mettere un po’ in <strong>di</strong>scussione<br />

e mettere anche in <strong>di</strong>scussione<br />

il modo in cui ti proponi, perché<br />

se la gente non “capisce” certe<br />

cose, forse non siamo riusciti a<br />

farci comprendere. Ci sono persone<br />

che lo vedono come un<br />

lavoro, dove si ottiene un grosso<br />

guadagno, c’è, poi, chi lo fa<br />

per edonismo, e così la prima<br />

ruga <strong>di</strong>venta un problema! Io so<br />

fare questo e basta. Se dovessi<br />

fare cose <strong>di</strong>verse da quelle che<br />

sento penso che potrei anche<br />

ammalarmi.<br />

Quanto è importante per lei<br />

la “sfida” dei testi classici <strong>di</strong><br />

teatro?<br />

Noi faremo “Ecuba” al Ghione, dal<br />

5 novembre al 4 <strong>di</strong>cembre. Ho voluto<br />

leggerla bene ed ho deciso <strong>di</strong> interpretarla.<br />

Magari vorrei proporre al regista<br />

<strong>di</strong> modernizzarla un po’, anche negli abiti.<br />

La storia è antica ma sempre attuale: questa<br />

donna affida il figlio (il cui padre è<br />

Priamo) ad un amico, con tutto il suo<br />

denaro, per i tempi duri, e invece questo<br />

le uccide il figlio tenendosi le ricchezze. Lei<br />

torna, incontra quest’uomo, sapendo<br />

quale atrocità ha commesso e si ven<strong>di</strong>ca,<br />

facendolo uccidere. Questo è un pezzo<br />

classico che mi piace molto.<br />

Quanto spazio c’è per le donne nel<br />

teatro?<br />

Non c’è molto spazio. Non siamo molto<br />

avvantaggiate. Se non rientri nei canoni<br />

fissi <strong>di</strong> figlia, parente, moglie o amante<br />

non c’è molto spazio, e quin<strong>di</strong> donne come<br />

me si rimboccano le maniche e lavorano<br />

sodo. E’ un po’ più dura, ma và bene così.<br />

Bisogna <strong>di</strong>rlo, la donna qui da noi è ancora<br />

molto, molto in<strong>di</strong>etro.<br />

Tre libri che suggerirebbe <strong>di</strong> leggere?<br />

Io in genere leggo i testi teatrali.<br />

I miei conterranei Gozzano e Pavese. E poi<br />

suggerirei <strong>di</strong> leggere i gran<strong>di</strong> classici dai<br />

“Promessi Sposi” in poi, per riappropriarci<br />

del linguaggio, perché ormai non sappiamo<br />

più parlare, abbiamo perso un patrimonio<br />

<strong>di</strong> parole che avevamo quando<br />

facevamo il Liceo.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />

Adesso stiamo inebetiti davanti alla televisione.<br />

La cosa che ha <strong>di</strong> bello il teatro è<br />

che tu partecipi perché contribuisci alla<br />

riuscita <strong>di</strong> quella serata. Cominciamo stanchi<br />

e terminiamo pieni <strong>di</strong> energia.<br />

Cosa ne pensa dei premi letterari?<br />

Ce ne sono tantissimi. Tanti scrivono.<br />

Ben vengano, ma, onestamente non so chi<br />

legge. Qui da noi si legge poco.<br />

I suoi hobby e le sue passioni quali<br />

sono?<br />

Io non ho dei veri e propri hobby. Uno<br />

potrebbe in un certo senso essere anche il<br />

teatro.<br />

Poi mi piace occuparmi dei miei vasi e dei<br />

miei animali, ho tantissimi gatti, cani e<br />

conigli.<br />

Ma il mio hobby insostituibile è il teatro.<br />

Possiede degli strumenti musicali?<br />

Si, abbiamo dei pianoforti, perché mio<br />

marito è musicista, anche io da ragazza ho<br />

stu<strong>di</strong>ato, fino a quando sono venuta in<br />

accademia. Ho frequentato il conservatorio,<br />

ma sono stata una allieva me<strong>di</strong>ocre<br />

perché suonavo maggiormente i pezzi che<br />

mi piacevano. Poi ho incontrato Chris, e mi<br />

sono appassionata <strong>di</strong> nuovo alla musica,<br />

quasi per “vicinanza”, e poi perché lui ha<br />

inserito al Ghione, una intensa attività<br />

musicale.<br />

Com’è il rapporto artistico con suo<br />

marito?<br />

Non ce ne accorgiamo neanche. Ci vogliamo<br />

tanto bene, ci stimiamo. Noi stiamo<br />

tanto bene insieme: ci siamo incontrati e<br />

più stiamo vicini, più ci piace.<br />

Con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo tutto. Vado ai suoi concerti.<br />

Mi piace conoscere i suoi amici. Ma lui fà<br />

altrettanto: mi segue, anche se alle volte<br />

non ne ha voglia. Lui si occupa anche <strong>di</strong><br />

tutte le questioni pratiche del teatro per<br />

alleggerire le mie giornate!<br />

Cosa ne pensa della mondanità?<br />

Penso che non mi riguarda come mondanità<br />

fine a sè stessa. Se poi la inten<strong>di</strong>amo<br />

come “mondo”, questo mi piace. Entrare in<br />

contatto, imparare dal mondo, ma certi<br />

formalismi che si leggono sulle riviste, no,<br />

non mi hanno mai riguardato. C’era una<br />

serata dove ero stata invitata, che ho<br />

evitato accuratamente, perché lo<br />

trovo uno spreco <strong>di</strong> tempo, io in<br />

fondo, sono una persona semplice,<br />

una grande lavoratrice.<br />

Delle attrici <strong>di</strong> oggi e delle veline<br />

cosa ne pensa?<br />

Può darsi anche che qualche velina<br />

<strong>di</strong>venti una Eleonora Duse, io non<br />

posso <strong>di</strong>rlo! Ai miei tempi non esistevano<br />

questo genere <strong>di</strong> personaggi<br />

e, comunque, non avrei mai desiderato<br />

fare una forma <strong>di</strong> spettacolo<br />

<strong>di</strong> questo tipo, mai, mai, mai. A me<br />

interessa il teatro, non il <strong>di</strong>vismo.<br />

In passato, facevo qualcosa in TV,<br />

come gli sceneggiati, ma erano sempre<br />

pezzi <strong>di</strong> teatro “adattati” alla<br />

televisione, perché non sarei stata<br />

capace <strong>di</strong> fare altro. Ognuno deve<br />

svolgere quello che è in grado <strong>di</strong><br />

fare, io so fare teatro e mi piace. Non<br />

critico alcuna forma <strong>di</strong> spettacolo<br />

anche se, onestamente trovo sia un<br />

decerebrare le persone attraverso<br />

messaggi che tali non sono. C’è una<br />

povertà <strong>di</strong> comunicazione con qualche<br />

immagine e degli esempi, come le soap<br />

opera dove si arriva a mille e passa puntate.<br />

Si fanno “resuscitare” i morti, i personaggi<br />

compiono azioni <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevoli. Ma<br />

fanno da modello per la società che si plasma<br />

su questo e non sa che stà passando<br />

la vita su cose che non esistono, <strong>di</strong>menticandosi<br />

<strong>di</strong> vivere. La gente “non vive”! Io<br />

ho una casa con oggetti, mobili che “viviamo”<br />

da 40 anni. Le cose le “uso”, il mazzo<br />

<strong>di</strong> fiori, che ricevo, lo faccio essiccare, per<br />

ricordo e lo conservo, e così tante altre<br />

cose.<br />

Per concludere, mi auguro <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre il<br />

teatro con “qualcuno”, e se la gente, dopo<br />

lo spettacolo serba qualche buon ricordo,<br />

significa che a qualcosa sono servita. Le<br />

<strong>di</strong>rò un’altra cosa, se non avessi fatto l’attrice,<br />

sarei andata a fare la missionaria nel<br />

terzo mondo, per questa idea che ho <strong>di</strong><br />

aiutarci e capire chi siamo e dove an<strong>di</strong>amo.<br />

E’ bellissimo conoscere la natura<br />

umana e anche sapere cos’ è un suono,<br />

una parola e il suo significato.<br />

Dott.ssa Loredana Filoni


<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />

“Tegole e fregole”<br />

una favola dei nostri giorni<br />

Il 4 Ottobre, giorno <strong>di</strong> San Francesco d’Assisi, “prima” al Salone Margherita della comme<strong>di</strong>a musicale con<br />

Riccardo Garrone e Miranda Martino. Monica Cirinnà presente alla conferenza stampa.<br />

Riccardo Garrone<br />

E’ stata fissata nel giorno del santo <strong>di</strong><br />

Assisi la “prima” della comme<strong>di</strong>a musicale<br />

“Tegole e fregole”- I gatti <strong>di</strong> Roma <strong>di</strong><br />

Silvestro Longo, Sergio Iovane e Marco<br />

Lupi. Gran<strong>di</strong> gli interpreti: Miranda Martino<br />

(cantante, attrice <strong>di</strong> teatro, <strong>di</strong> cinema e <strong>di</strong><br />

musical) e Riccardo Garrone ( attore a 360<br />

gra<strong>di</strong> dal grande cinema alla comme<strong>di</strong>a<br />

all’italiana, al teatro, fiction e pubblicità).<br />

Un folto gruppo <strong>di</strong> ballo composto da do<strong>di</strong>ci……..”gatti”.<br />

Musiche <strong>di</strong> Alberto Laurenti.<br />

Si replica fino al 30 Ottobre.<br />

La storia è ambientata nella vecchia Roma.<br />

Protagonista Marcella<br />

(Miranda Martino)<br />

un’anziana<br />

quanto arzilla “gattara”<br />

che abita in<br />

un piccolo attico a<br />

Trastevere.<br />

La donna, vedova è<br />

circondata da do<strong>di</strong>ci<br />

gatti che cura amorevolmente<br />

e che,<br />

con l’andare del<br />

tempo ha imparato<br />

a decifrare. Corteggiata<br />

da un<br />

nobile decadente,<br />

Augusto Colonna<br />

(Garrone), sofferente<br />

d’asma per<br />

tutti questi gatti, le<br />

proporrà <strong>di</strong> unire le<br />

loro solitu<strong>di</strong>ni. E in<br />

questa <strong>di</strong>atriba tra Augusto e i gatti, alla<br />

fine l’amore trionferà. La comme<strong>di</strong>a<br />

affronta importanti tematiche quale la solitu<strong>di</strong>ne<br />

degli anziani, la solidarietà, l’amore<br />

e il rispetto per gli animali.<br />

A presentare l’evento, con una rassegna<br />

stampa, Monica Cirinnà, vice presidente<br />

del Consiglio Comunale e Delegata del<br />

Sindaco <strong>di</strong> Roma per i <strong>di</strong>ritti degli animali.<br />

L’assessore Cirinnà ha contribuito a questa<br />

realizzazione con un fondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila<br />

euro, ritenuto più fruttuoso <strong>di</strong> una campagna<br />

pubblicitaria.<br />

“Il gatto rappresenta per Roma un citta<strong>di</strong>no<br />

a pieno titolo – spiega la delegata del<br />

Sindaco – e dato che ai giornalisti piacciono<br />

i numeri <strong>di</strong>rò che Roma è la capitale dei<br />

gatti in Europa. Noi abbiamo trecentomila<br />

gatti, dei quali centoottantamila abitano<br />

nelle case dei romani e gli altri centoventimila<br />

nelle colonie feline protette dall’amministrazione<br />

comunale e mantenute dagli<br />

stessi citta<strong>di</strong>ni”. Anche Miranda Martino ha<br />

confessato <strong>di</strong> essere una grande estimatrice<br />

<strong>di</strong> animali, i gatti in particolare. “Lo<br />

sguardo degli animali – ha detto – mi<br />

mette un senso <strong>di</strong> colpa, perché non si<br />

sanno <strong>di</strong>fendere! Questo ruolo mi esalta e<br />

mi terrorizza, ho dovuto imparare a<br />

memoria settantacinque pagine!”.<br />

Le musiche sono state scritte da Alberto<br />

Laurenti, alternando ballate d’amore a<br />

canzoni ritmiche, pensando al carattere<br />

dei gatti, alla loro aggressività e mobilità.<br />

Laurenti lavora da moltissimi anni alla canzone<br />

romana, ha fondato la “Piccola<br />

Orchestra Romana” ed è stato produttore<br />

<strong>di</strong> Sergio Centi, Gabriella Ferri e Franco<br />

Monica Cirinnà con la compagnia<br />

Miranda Martino<br />

Califano.<br />

Secondo il maestro, una nota a parte spetta<br />

al brano “Roma de notte”, in quanto<br />

merita al <strong>di</strong> là della comme<strong>di</strong>a. Il brano è<br />

splen<strong>di</strong>damente interpretato da Gabriella<br />

Scalise , già doppiatrice ufficiale della<br />

Disney e facente parte della “Piccola<br />

Orchestra Romana”. Un’ultima nota a cui,<br />

uno dei registi, Silvestro Longo, tiene particolarmente<br />

è che “in questo musical non<br />

vi è alcun accostamento a Cats, dove gli<br />

interpreti, bellissimi, cantavano.<br />

I nostri non cantano ma saltano! Hanno<br />

fatto quin<strong>di</strong>ci giorni<br />

<strong>di</strong> mimo con il<br />

coreografo Clau<strong>di</strong>o<br />

Meloni, proprio per<br />

non dare l’impressione<br />

<strong>di</strong> essere do<strong>di</strong>ci<br />

ballerini. Vedrete<br />

do<strong>di</strong>ci elementi<br />

che si muovono da<br />

gatti. Tutte le movenze<br />

feline in coreografia,<br />

saranno<br />

appunto movenze<br />

feline, non da umani,<br />

e questa è una<br />

caratteristica importante”.<br />

Spettacolo da vedere<br />

e da ”sentire”!<br />

Dott.ssa<br />

Loredana Filoni


Il Mar della tranquillità ......<br />

non è più tale !<br />

Nel 4° giorno <strong>di</strong> luna crescente....<br />

il<br />

ROCK SUONAPOTENTE<br />

E’ notizia <strong>di</strong> qualche mese fa che i cinesi si<br />

preparano, a breve, ad organizzare propri<br />

viaggi spaziali e relativi sbarchi sulla Luna,<br />

allestendo cosiddette missioni SHENZHOU,<br />

istruendo allo scopo anche rappresentanti<br />

del gentil sesso già definite “taikonaute”……<br />

Il “made in China” sarà, da quel momento,<br />

un fatto davvero universale… dalla base<br />

Luna partiranno esportatori… si.. si, esportatori<br />

e non esploratori, dagli occhi a mandorla<br />

per le mete più sperdute della galassia…<br />

alla conquista <strong>di</strong> nuovi territori commerciali…<br />

ma in Europa, Italia, più esattamente<br />

a Roma, il popolo del pianeta<br />

Rock, (vanta numerose “enclave” sparse<br />

sul pianeta Terra!!!), da oltre <strong>di</strong>eci anni, si<br />

è organizzato per vivere in perfetta armonia<br />

con … “4 Lunatici”, tributando loro ampi<br />

consensi, partecipando in massa, ai loro<br />

frequenti “parties lunari” e acquistando<br />

“<strong>di</strong>schetti…musicali” … quanto basta per…<br />

non farli tornare sulla Luna insod<strong>di</strong>sfatti!<br />

La “banda dei 4” … in controtendenza<br />

rispetto ai cinesi, è atterrata sul pianeta<br />

Rock nel 1994, sotto mentite spoglie,<br />

prendendo in prestito dalla nomenclatura<br />

zoologica il nome <strong>di</strong> un … ragno,<br />

“Neriene”, sbarcando e consumando, <strong>di</strong> li<br />

a poco, le prime “5 razioni musicali” necessarie<br />

per la loro permanenza sul “Rock”. C’è<br />

da <strong>di</strong>re che la missione, all’epoca, era stata<br />

stu<strong>di</strong>ata attentamente dai responsabili del<br />

progetto “GUG –GUG – GUG” (traduzione<br />

letterale dal Lunatico: corde tese e plettri<br />

ardenti) e ai partecipanti, reclutati tra giovani<br />

della “dark side lunare” che avevano<br />

risposto al bando <strong>di</strong> arruolamento … si<br />

richiedevano <strong>di</strong>verse doti, tra le quali l’abilità<br />

tecnica nell’uso <strong>di</strong> alcuni oggetti che i<br />

reclutatori, tipi che, si <strong>di</strong>ceva a voce <strong>di</strong><br />

Lunatico, avevano stu<strong>di</strong>ato non poco, chiamavano<br />

“strumenti musicali”, con particolare<br />

riguardo ai “cordofoni” e ai “membrano-<br />

IV<br />

foni”… dalla selezione, tremenda, filtrarono<br />

4 tipi… con la luna storta quel giorno e sicuramente<br />

nei giorni a venire… dai documenti<br />

<strong>di</strong> sbarco esibiti ai “buttadentro” del<br />

“varco planetario” <strong>di</strong> “Rock”, ai componenti<br />

dell’allegra combriccola risultavano essere<br />

stati attribuiti, dopo il processo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento<br />

previsto dalla procedura <strong>di</strong> Mother<br />

Miki Chessa...una voce dallo spazio<br />

Moon, “keep yourself alive, always!”i<br />

seguenti “identifycodes”: Mike & Laki<br />

anche detti Chessa Brothers, in precedenza<br />

abilissimi “creatori <strong>di</strong> crateri lunari”,<br />

riconvertitisi, per la missione, ad imbracciar<br />

chitarre, Alex “Julius” Giuliani, <strong>di</strong>rettore<br />

<strong>di</strong> ritmo al cantiere <strong>di</strong> “Mare Vaporum”,<br />

assegnato alla “macchina dei tempi” uma-<br />

Mr BJ da una foto d’archivio ritrovata<br />

sotto un cumulo <strong>di</strong> ... polvere lunare<br />

namente parlando… la batteria, ed ultimo<br />

ma non ultimo Mr Andrea “BJ” Caminiti,<br />

un fido collaboratore <strong>di</strong> “Julius” ai “Mare<br />

Vaporum”, ex “grattatore <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà della<br />

crosta lunare” successivamente trasferito al<br />

consolidamento delle pareti dei crateri e<br />

all’ingrassaggio delle trivelle perforanti <strong>di</strong><br />

“Mar Frigoris”, un tipo assai tosto, assoldato,<br />

dalla missione, al basso, con alto tasso<br />

d’infiammabilità….. aveva voluto espressamente<br />

che Mr. Precedessi su i suoi documenti<br />

<strong>di</strong> sbarco… <strong>di</strong>versamente sarebbe<br />

rimasto nei suoi crateri e tra le sue “polveri<br />

lunari”…. In fondo in fondo si trovava<br />

bene a dar giù “pneumatico”! Ai quattro,<br />

ben presto, le mentite spoglie <strong>di</strong> NERIENNE<br />

iniziarono a stare attillate e giunsero alla<br />

conclusione che si dovesse essere se stessi,<br />

fare “outing”….. insomma <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong><br />

LUNA<br />

<strong>di</strong> Carlo Cattani<br />

fronte al popolo <strong>di</strong> “Rock” <strong>di</strong> essere….<br />

Lunatici…. Orgogliosi Lunatici, positivi, uniti<br />

da profonda amicizia, con intenti amichevoli<br />

ma fermi a far valere i loro ideali <strong>di</strong><br />

coscienza e musicali; <strong>di</strong> seguito ad una ……<br />

celestiale riunione del 1996, con all’or<strong>di</strong>ne<br />

del giorno la questione “<strong>di</strong>versificazione del<br />

logo e sostituzione dell’appellativo del<br />

moniker: quale impatto sul popolo <strong>di</strong> Rock<br />

?”, scelsero <strong>di</strong> chiamarsi all’unanimità “IV<br />

LUNA” … e pare che quel giorno il primo<br />

essere del pianeta Rock che li incrociò con<br />

le nuove identità, <strong>di</strong> loro abbia detto:<br />

“questo è un piccolo passo per questi<br />

“4”…… ma un balzo gigante per noi<br />

Rockettari……” I “4” nella penombra<br />

della loro sala prove, elaborarono e assemblarono<br />

con molta perizia, nel 1997, uno<br />

“spruzzatore a nastro magnetico” identificato,<br />

nello loro carte <strong>di</strong> rapporto a “Base<br />

Luna” dal co<strong>di</strong>ce “PROMO 97”, caricato a<br />

“tre songs” con capacità sonora <strong>di</strong> circa 20<br />

minuti, che avrebbe consentito loro <strong>di</strong> sorvolare<br />

e <strong>di</strong>ffondere, sugli aspri territori <strong>di</strong><br />

“Me<strong>di</strong>aworld”, satellite principale del pianeta<br />

Rock, un fluido, il “NOTARIL”, già musicalmente<br />

consistente e creativo coraggiosamente<br />

ESALTATO dalla scelta <strong>di</strong> spargerlo<br />

al gusto dell’i<strong>di</strong>oma ITALIANO: “…… e<br />

dunque avanti con il primo passaggio,<br />

an<strong>di</strong>amoli a prendere!” pare avesse<br />

euforicamente esclamato Mr “BJ” ai coman<strong>di</strong><br />

dello “spruzzatore musicale”…. piccolo<br />

ma efficiente “gingillo magnetico”, perché<br />

la propagazione del materiale fu ampiamente<br />

ripagata dai responsi <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o “rock<br />

oriented”, rock magazines, fanzines, webzine…<br />

occasione <strong>di</strong> concerti… l’opera <strong>di</strong><br />

“<strong>di</strong>serbatura” dalla gramigna musicale <strong>di</strong>la<br />

IV LUNA live...nello scorso millennio<br />

gante, era finalmente ripresa! Tuttavia, la<br />

vita sul pianeta Rock, è risaputo, non è facile:<br />

anni duri e <strong>di</strong>fficili per i soci fondatori <strong>di</strong><br />

IV LUNA intenti a calcare la scena dovunque<br />

ci fosse stato un palco ad ospitarli! I<br />

“Germogli” <strong>di</strong> questo indefesso lavorio <strong>di</strong><br />

semina musicale, fatta <strong>di</strong> su e giù per palchi<br />

e ore <strong>di</strong> affiatamento in sala prove,<br />

sbocciano agli albori del 2000 con la realizzazione<br />

del primo documento <strong>di</strong>scografico<br />

ufficiale, “LIBERAMENTE”, un’autoproduzione<br />

che denota una qualità complessiva, <strong>di</strong>


sostanza musicale e <strong>di</strong> contorno (ve<strong>di</strong> l’artwork),<br />

<strong>di</strong> livello non comune…… le aspettative<br />

riposte già da anni da parte <strong>di</strong> lungimiranti<br />

recensori del “PROMO 97”, trovano<br />

ampi motivi <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione in questo cd <strong>di</strong><br />

6 tracce che vede la band percorrere, a<br />

bordo del suo nuovo “veicolo” con abilità <strong>di</strong><br />

conduzione, la superstrada del pianeta<br />

Rock. “LIBERA MENTE” , titolo/manifesto<br />

programmatico degli intenti della band,<br />

della volontà <strong>di</strong> “fuggire dai con<strong>di</strong>zionamenti<br />

sociali = prigione degli ideali”, suona<br />

laborioso negli “intrighi” strumentali e incede<br />

con passo pesante… un’ampia scelta <strong>di</strong><br />

“farciture” che esaltano la voglia <strong>di</strong> “far<br />

passare” all’au<strong>di</strong>ence gli stati d’animo delle<br />

composizioni, dei testi, particolarmente<br />

curati, tendenzialmente ermetici e “filanti”<br />

dal punto <strong>di</strong> vista della metrica, latori <strong>di</strong><br />

argomenti legati al quoti<strong>di</strong>ano vivere “vicino<br />

e lontano” , talvolta urlanti, talvolta delicatamente<br />

offerti dall’espressiva voce <strong>di</strong><br />

“Miki”. Il cd, caratterizzato da brani “fuori<br />

misura” rispetto ai 4 minuti classici, acme<br />

del percorso artistico ’94-2000, si eleva grazie<br />

a pezzi quali l’introduttiva “Balocco”, il<br />

seguente “Germogli” e la title track “Libera<br />

Mente”; l’opera è realizzata in un’atmosfera<br />

musicale “protetta” costituita da una miscela<br />

<strong>di</strong> generi dell’ampio spettro del rock, filiazioni<br />

quali il “doom”, il “gothic”, il progressive<br />

a sua volta <strong>di</strong>versamente sfaccettato<br />

(esalazioni <strong>di</strong> prog italiano dei ’70, riferimenti<br />

<strong>di</strong> metal progressive), heavy psich<br />

un’affumicatura al “vapor Blach Sabbath”<br />

Miki Chessa ... mentre ara i campi musicali<br />

data dai solenni riffs chitarristici made in<br />

“CHESSA BROTHERS”. Se scorrete in<br />

Internet troverete <strong>di</strong> tutto e <strong>di</strong> più per cercare<br />

<strong>di</strong> “arginare” il sound “Lunatico”… il<br />

giu<strong>di</strong>zio comunemente espresso è <strong>di</strong><br />

apprezzamento… e questo per una band è<br />

fondamentale…! I IV LUNA tesaurizzano<br />

tutto il vissuto <strong>di</strong> questa prima esperienza e<br />

critiche, concerti, aspettative, <strong>di</strong> proposte, li<br />

accompagnano alla realizzazione e successiva<br />

pubblicazione, agli inizi del 2004, del<br />

cd “D’INCANTO”. La novità principe è la<br />

realizzazione del nuovo progetto con il<br />

significativo sostegno dell’etichetta romana<br />

BLOND RECORDS <strong>di</strong>retta da Enrico<br />

Capuano, valido e multiforme musicista <strong>di</strong><br />

stanza nella capitale, che immette sul mercato<br />

un cd altamente competitivo per confezione<br />

e valenza artistica! Negli oltre 60<br />

min. <strong>di</strong> “D’INCANTO”, il gruppo intesse un<br />

“tappeto sonoro”, ad elevata tecnica esecutiva,<br />

dove la varietà decorativa dei brani, la<br />

loro forza suggestiva, fanno si che l’opera<br />

“sbrecci” l’ascoltatore, al meglio, dopo ripetuti<br />

ascolti. C’è il piacere <strong>di</strong> cogliere i “cambi<br />

<strong>di</strong> colore” in questa “voce della luna” e i “4<br />

maestri decoratori” realizzano un cd che<br />

potrà piacere ad un’ampia fetta del pubblico<br />

del pianeta Rock, soprattutto, da parte<br />

<strong>di</strong> rochers evoluti, amanti dei “lati ar<strong>di</strong>ti” del<br />

genere (hard/metal – prog – dark rochers…<br />

ci sono tutti?), desiderosi <strong>di</strong> decriptare gli<br />

“ululati”… alla IV LUNA e <strong>di</strong> seguire la ricchezza<br />

delle linee musicali! Un sound, quello<br />

catturato in questo cd che, a detta degli<br />

autori, sarà “ripetibile” dal vivo, perché il<br />

Laki Chessa... anche lassù qualcuno ci ama!<br />

processo creativo e la realizzazione tecnica<br />

hanno teso a privilegiare questa <strong>di</strong>mensione!<br />

Un lampioncino e delle fragili falene<br />

sono i testimoni del quoti<strong>di</strong>ano passaggio <strong>di</strong><br />

consegne, del “braccio <strong>di</strong> ferro”, tra il giorno<br />

e la notte… presto con la sua luce il<br />

fanale sarà padrone della situazione notturna…<br />

ma ora si sforza <strong>di</strong> emanare il suo flebile<br />

bagliore così confuso con l’ancora<br />

assorbente luce del tramonto… ma la IV<br />

LUNA non è confusa e ci inebria con la sua<br />

nuova atmosfera aprendo<br />

la manetta e spandendo, tanto per cominciare,<br />

il brano strumentale, “Allucinazioni”,<br />

dall’introduttivo rabbioso riff chitarristico,<br />

una arpione scagliato e conficcato nella<br />

dura scorza <strong>di</strong> noi rockettari, caratterizzato<br />

dalle evoluzioni della chitarra rampicante <strong>di</strong><br />

“LAKI” Chessa… il brano potrebbe rappresentare<br />

una sigla d’apertura (d’assalto!) per<br />

un programma ra<strong>di</strong>ofonico “specializzato…<br />

la “sostanza” successiva è in crescendo!<br />

Impietosi i “CHESSA Bros” annodano le loro<br />

chitarre, come l’or<strong>di</strong>to e la trama ben serrati<br />

<strong>di</strong> un tappeto, dove far risaltare la particolare<br />

rappresentazione vocale del versatile<br />

e potente “MIKI”, anche forti della giusta<br />

tensione dei “fili del tessuto <strong>di</strong> base”<br />

garantita da Julius “on drum” e BJ al basso.<br />

Ho apprezzato molto questo cd (si vede?),<br />

la sua generale compattezza e concretezza<br />

sonora, fortemente caratterizzata da passaggi<br />

aggressivi, ruvi<strong>di</strong>, epici, veloci, anche<br />

“maculati” da atmosfere sospese ed episo<strong>di</strong><br />

attenuati al mite suono <strong>di</strong> un arpeggio <strong>di</strong><br />

chitarra acustica (A pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>)… insomma<br />

una IV LUNA … piena <strong>di</strong> vitalità!<br />

Fase 2005: c’è qualcosa <strong>di</strong> nuovo oggi sulla<br />

IV LUNA… BJ è stato richiamato da base<br />

IV LUNA e<strong>di</strong>zione 2004 ...<br />

wanted dead or alive<br />

Luna per organizzare una nuova “brigata<br />

musicale”… il suo posto è stato rilevato da<br />

GIACOMO “Tris” CITRO … you are welcome!<br />

Così ricombatta la band alterna concerti alle<br />

sedute <strong>di</strong> registrazione del terzo cd la cui<br />

uscita è prevista per il 2006.<br />

Un consiglio: non arrischiatevi ad un incontro<br />

ravvicinato improvviso… cercateli <strong>di</strong>rettamente!<br />

www.quartaluna.com<br />

Julius ... non ho tempo ... non ho tempo<br />

devo andare<br />

La IV LUNA ... nella sua recente “faccia”<br />

RESTA DIVERSO, NON AVRAI PERSO<br />

(da “Dictator Me<strong>di</strong>a”/ IV LUNA)<br />

SCHEDA SINTETICA<br />

FORMAZIONE 2005 “Miki” Chessa – chitarra<br />

e voce solista, “Laki” Chessa – chitarra,<br />

Alex “Julius” Giuliani – batteria,<br />

Giacomo “Tris” Citro – basso.<br />

DISCOGRAFIA come “NERIENE”: NERIE-<br />

NE – demotape (1996), come “IV LUNA”:<br />

PROMO ’97 – nastro 3 tracce autoprodotto,<br />

LIBERA MENTE – cd autoprodotto 2000,<br />

D’INCANTO – cd (Blond Records) 2004<br />

Per informazioni sul gruppo ed acquisto<br />

CDs : www.quartaluna.com e mail:<br />

quartalunaciaoweb.it<br />

www.blondrecords.com


01100 Viterbo -<br />

P.zza Ver<strong>di</strong>, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: colb-viterbo@lisi-bartolomei.com<br />

Centro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: colb-tuscia@lisi-bartolomei.com<br />

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e-mail: colb-barisanpaolo@lisi-bartolomei.com


<strong>Campo</strong> de’ fiori 17<br />

Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />

Il Marchese del Grillo<br />

Molte persone conoscono<br />

il detto romanesco<br />

ciai le pigne in<br />

testa ma pochi, probabilmente,<br />

ne conoscono<br />

l’origine, ebbene<br />

si, anche in questo<br />

detto c’entra il famoso<br />

Marchese del<br />

<strong>di</strong> Riccardo Consoli<br />

Grillo, un nobile<br />

romano che amava<br />

impiegare la maggior parte del suo tempo<br />

escogitando scherzi <strong>di</strong> ogni genere.<br />

Impegnato, quasi a tempo pieno, in questo<br />

particolare lavoro egli amava prendere <strong>di</strong><br />

mira gli ebrei, vittime predestinate, che<br />

detestava cor<strong>di</strong>almente e che, dall’alto della<br />

Torre del suo Palazzo si <strong>di</strong>vertiva a prendere<br />

a sassate, essendo questi facilmente<br />

riconoscibili per lo sciamanno che erano<br />

costretti ad indossare, un cerchio <strong>di</strong> tessuto<br />

color giallo cucito sull’abito o un nastro portato<br />

sul cappello o su uno scialle.<br />

Il Rabbino Capo ebbe a lamentarsi più volte<br />

con il Papa per questi feroci scherzi, vere e<br />

proprie aggressioni, che tanto <strong>di</strong>vertivano il<br />

Marchese del Grillo, talchè il Pontefice chiamatolo<br />

a rapporto, lo rimproverò <strong>di</strong>cendogli:<br />

“se proprio non puoi farne a meno,<br />

getta loro della frutta”; il goliar<strong>di</strong>co<br />

Marchese non se lo fece ripetere due volte<br />

e da quel giorno, in luogo <strong>di</strong> sassi cominciò<br />

a lanciare grosse pigne sui malcapitati. Da<br />

allora, non a caso, questo detto vuole avere<br />

il senso <strong>di</strong> rimbecillimento della persona a<br />

cui ci si riferisce e ciò con riferimento alle<br />

conseguenze che può comportare una<br />

pigna lanciata dall’alto <strong>di</strong> una torre e ricevuta<br />

in testa.<br />

Il Marchese del Grillo, tipico rappresentante<br />

della nobiltà romana dei primi dell’ottocento,<br />

vive nel Palazzo <strong>di</strong> sua proprietà sito sull’attuale<br />

Salita del Grillo che da quella famiglia<br />

prende il nome e che, sviluppandosi a<br />

monte dei Mercati <strong>di</strong> Traiano, parte da<br />

Largo Magnanapoli per arrivare in Piazza<br />

del Grillo. Ai pie<strong>di</strong> della salita è ben visibile<br />

l’Arco dei Conti e, lungo la medesima è<br />

ancora possibile ammirare il poderoso fianco<br />

del Castello Caetani e<strong>di</strong>ficato nel corso<br />

del XIII secolo. Il Palazzo del Grillo è una<br />

pittoresca <strong>di</strong>mora settecentesca costituita<br />

da una facciata con un gran<strong>di</strong>oso portone<br />

barocco e due avancorpi, posteriormente, la<br />

parte centrale è unita alla Torre che originariamente<br />

costituiva un fortilizio me<strong>di</strong>ovale;<br />

come detto, questo Palazzo, che alla fine<br />

del secolo scorso fu anche l’abitazione del<br />

pittore Renato Guttuso, all’epoca era la<br />

signorile <strong>di</strong>mora del famosissimo Marchese<br />

la cui famiglia si sarebbe estinta successivamente<br />

a Capranica, che delle burla fece la<br />

sua attività principale. Volendo fornire<br />

qualche notizia inerente questo notevole<br />

e<strong>di</strong>ficio, ricor<strong>di</strong>amo il cortile, un giar<strong>di</strong>no<br />

pensile, famoso per le tre fontane che vi<br />

furono costruite e che venivano alimentate<br />

da una straor<strong>di</strong>naria sorgente dalla quale si<br />

<strong>di</strong>partiva una vena d’acqua che, infiltrandosi<br />

dalle pen<strong>di</strong>ci del Quirinale, scendeva fino<br />

ai posse<strong>di</strong>menti dei del Grillo che se ne servivano<br />

per il loro fabbisogni. La Torre, ancora<br />

superbamente conservata, fu e<strong>di</strong>ficata su<br />

progetto dell’architetto Marchionne Aretino,<br />

probabilmente nel 1223 e, salvo un brevissimo<br />

periodo, fu sempre Ghibellina e rappresentò<br />

la <strong>di</strong>fesa contro i Caetani, il<br />

Castello dei quali sorgeva nell’area dei Fori<br />

Traianei; la Torre originariamente dei<br />

Carboni passò ai Conti e, quin<strong>di</strong>, nel XVII<br />

secolo ai del Grillo e fu allora che il<br />

Marchese Cosmo nel 1675, vi fece aggiungere<br />

il coronamento arricchito da grifoni<br />

posti agli angoli, come ricorda un’epigrafe<br />

commerativa. Tutte le notizie relative al<br />

Marchese del Grillo che ci sono state tramandate<br />

sono prive <strong>di</strong> elementi certi <strong>di</strong> conferma,<br />

pare esistano dubbi persino sul<br />

nome <strong>di</strong> battesimo, pertanto, non possiamo<br />

essere certi ne del suo vero nome, ne della<br />

sua data <strong>di</strong> nascita, ne sotto quale Papa sia<br />

morto; sappiamo soltanto che egli, con le<br />

sue beffe, si <strong>di</strong>vertiva a sconvolgere il quieto<br />

vivere <strong>di</strong> Roma, beffe portate ai danni,<br />

oltre che delli giudei, anche <strong>di</strong> gente potente,<br />

superba e privilegiata.<br />

Ma è veramente esistito questo straor<strong>di</strong>nario<br />

personaggio che dall’alto della sua ricchezza<br />

e potenza architettava scherzi con<br />

squisita arte ironica, ribelle ad ogni regola<br />

del quieto vivere?<br />

Non potrebbe trattarsi, invece, <strong>di</strong> pura leggenda?<br />

Dalle uniche notizie, assunte dall’Archivio<br />

Capitolino, sappiamo con certezza che sono<br />

esistite due <strong>di</strong>stinte Casate del Grillo, vissute<br />

tra il seicento e l’ottocento; sappiamo<br />

che esiste il Palazzo, la tomba <strong>di</strong> famiglia e<br />

<strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> alcune tracce lasciateci dai<br />

cronisti dell’epoca; uno dei quali affermava:<br />

“…quantunque non mi sia riuscito <strong>di</strong><br />

apprendere, per quante ricerche abbia<br />

fatte, il suo nome né la data precisa della<br />

sua nascita, ho potuto verificare dalle affermazioni<br />

de’ suoi <strong>di</strong>scendenti che egli è un<br />

personaggio storico realmente esistito e<br />

che molte delle bizzarre avventure, dalla<br />

leggenda popolare unite al suo nome, fan<br />

parte effettivamente delle gesta compiute<br />

da quest’uomo che io sarei <strong>di</strong>sposto a chiamare<br />

l’ultimo e il più stravagante dei feudatari<br />

romani…”.<br />

L’ultimo e il più stravagante dei feudatari<br />

romani, <strong>di</strong>ce il cronista e, una figura del<br />

genere, non poteva <strong>di</strong> certo sfuggire al<br />

cinema. Il Marchese Onofrio del Grillo Duca<br />

<strong>di</strong> Bracciano, Guar<strong>di</strong>a Nobile e Cameriere<br />

Segreto <strong>di</strong> Sua Santità Pio VII, (Gregorio<br />

Luigi Barnaba Chiaramonti, 1800 – 1823),<br />

magistralmente impersonato dall’in<strong>di</strong>menticabile<br />

Alberto Sor<strong>di</strong> nella versione cinematografica<br />

del 1981, per la regia <strong>di</strong> Mario<br />

Monicelli, è una comme<strong>di</strong>a sboccata e<br />

<strong>di</strong>vertente che invade il terreno della satira<br />

papalina fino a quel momento regno incontrastato<br />

<strong>di</strong> Luigi Magni, altro grande regista<br />

della comme<strong>di</strong>a all’italiana.<br />

Il Marchese Onofrio del Grillo è il tipico rappresentante<br />

della nobiltà romana dei primi<br />

dell’ottocento, egli vive in una casa da<br />

fiaba, circondato da personaggi altrettanto<br />

fiabeschi che vivono ognuno in un mondo a<br />

se stante e che <strong>di</strong>fficilmente riescono ad<br />

inserirsi nella realtà. Accanto al Marchese<br />

Onofrio troviamo una madre, Marchesa del<br />

Grillo (Elena Valenzano Daskowa) affezionata,<br />

ostile e conservatrice; una parente<br />

povera <strong>di</strong> nome Genuflessa segretamente<br />

innamorata <strong>di</strong> Onofrio; una sorella Camilla<br />

costantemente afflitta da un alito fe<strong>di</strong>to,<br />

sposata e con un figlio; uno zio prete,<br />

Monsignor Terenzio (Piero Tor<strong>di</strong>), che ad<br />

ogni costo vuol vedere elevata agli onori<br />

degli Altari la Beata Quartina, una loro lontana<br />

parente; il Sacerdote della Casa Padre<br />

Sabino; un ragazzino, Pompeo costantemente<br />

assillato dall’idea <strong>di</strong> trovarsi in peccato<br />

mortale; un fedele e complice servitore<br />

tutto fare Ricciotto (Giorgio Gobbi), oltre<br />

che ascoltato consigliere, “…sa come se<br />

<strong>di</strong>ce Sor Marchese chi se gratta la fronte ci<br />

ha le corna pronte…”; un mite ebanista<br />

ebreo Aronne Piperno (Riccardo Billi), vittima<br />

predestinata degli scherzi del Marchese;<br />

un improbabile prete Don Bastiano (Flavio<br />

Bucci) sconsacrato a seguito <strong>di</strong> un omici<strong>di</strong>o<br />

e successivamente datosi alla macchia, ma<br />

sempre pronto ad autonominarsi alle più<br />

alte cariche ecclesiastiche “…Sor Marchese<br />

se vedete er Papa <strong>di</strong>tegli che se me gira la<br />

capoccia me faccio pure Vescovo, me faccio…”;<br />

un carbonaro Gasperino impersonato<br />

dallo stesso Alberto Sor<strong>di</strong> e, infine, Papa<br />

Pio VII cui da vita uno straor<strong>di</strong>nario Paolo<br />

Stoppa.<br />

continua a pag 19...


Per sfuggire alla noia il Marchese Onofrio<br />

del Grillo, quasi sempre seguito dal fedele<br />

Ricciotto, si mescola spesso al popolo, frequentando<br />

bettole ed osterie e, proprio al<br />

termine <strong>di</strong> una <strong>di</strong> queste stravaganti serate,<br />

trova un ubriaco, certo Gasperino, carbonaro<br />

<strong>di</strong> professione, un suo sosia; tutto<br />

ciò non sembra vero al Marchese Onofrio<br />

che, detto fatto, lo raccoglie, lo trasporta a<br />

casa, lo fa lavare e profumare e, quin<strong>di</strong>,<br />

mette su una geniale farsa, tanto da far<br />

passare il malcapitato Gasperino per il<br />

Marchese del Grillo anche agli occhi dei<br />

suoi stessi parenti che non si accorgono<br />

della sostituzione, mentre Gasperino si<br />

adatta benissimo al personaggio.<br />

Siamo in piena occupazione francese e<br />

allorquando il Papa viene privato del potere<br />

temporale, il Marchese Onofrio del Grillo<br />

decide <strong>di</strong> lasciare Roma per raggiungere<br />

Parigi, ma durante il viaggio viene a conoscenza<br />

della caduta <strong>di</strong> Napoleone quin<strong>di</strong><br />

decide <strong>di</strong> fare ritorno, ma ecco la sorpresa,<br />

il Papa lo ha condannato a morte per<br />

<strong>di</strong>serzione e tra<strong>di</strong>mento avendo egli<br />

abbandonato il posto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a. Al suo<br />

posto viene arrestato il povero Gasperino<br />

che, ancora una volta, felice per essere<br />

stato scambiato per il Marchese del Grillo,<br />

ubriaco fra<strong>di</strong>cio si avvia verso il patibolo;<br />

“… la sera, dopo er lavoro, vado sempre<br />

all’osteria a famme un goccetto, ma finisce<br />

che invece <strong>di</strong> quarche bicchiere me ne<br />

bevo na botte; è allora comincio a volare e<br />

volo sempre più in arto e, dall’arto, vi vedo<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 19<br />

tutti piccoli, piccoli e vi piscio a tutti in<br />

testa…”. Il Marchese Onofrio, intanto,<br />

mescolato tra la folla, si trova ad assistere<br />

ai preliminari dell’esecuzione, non riesce a<br />

darsi pace all’idea che un innocente possa<br />

morire al suo posto, ma proprio quando<br />

decide <strong>di</strong> intervenire in favore del carbonaio<br />

l’esecuzione viene sospesa poiché si<br />

apprende che il Papa ha concesso la grazia.<br />

Questa la reazione del Pontefice che aveva<br />

voluto rispondere con uno scherzo a colui<br />

che dello scherzo ad ogni costo ne aveva<br />

fatto un’arte.<br />

Al medesimo tempo e nella medesima<br />

piazza, però, il Marchese Onofrio deve<br />

assistere alla esecuzione, questa volta<br />

vera, del caro Don Bastiano catturato dalle<br />

truppe pontificie ed è in questo frangente<br />

che il regista Mario Monicelli, complice la<br />

straor<strong>di</strong>naria bravura <strong>di</strong> Flavio Bucci, confeziona<br />

una delle pagine più <strong>di</strong>vertenti ed<br />

allo stesso tempo più patetiche dell’intera<br />

trasposizione cinematografica. Don<br />

Bastiano, prima <strong>di</strong> essere giustiziato, interrompe<br />

i preparativi del boia, prende la<br />

parola dal patibolo e, rivolgendosi ai romani,<br />

comunica che egli, nel momento in cui<br />

affronta la morte, vuole perdonare tutti:<br />

“…perdono il Papa che si crede il padrone<br />

dei cieli; perdono Napolione che si crede il<br />

padrone della terra; perdono il Boia che si<br />

crede il padrone della morte; ma soprattutto<br />

perdono voi tutti, figli miei, perchè<br />

non siete padroni <strong>di</strong> un c…”. In questa<br />

Roma Papalina, seriosa e bigotta il<br />

Marchese Onofrio del Grillo, il cui motto è:<br />

“Il grillo del Marchese sempre zompa, chi<br />

zompa allegramente bene campa”, proprio<br />

non si rassegna alla vita lugubre della sua<br />

casta e, così, consuma la sua esistenza in<br />

mezzo agli scherzi ed alle avventure senza<br />

risparmiare nessuno, nemmeno il Papa<br />

rischiando, come si è visto, persino la<br />

testa.<br />

Naturalmente i privilegiati sono sempre li<br />

giudei anche per il loro spiccato senso<br />

degli affari ed è su tale aspetto che il<br />

Marchese Onofrio molto spesso riesce a far<br />

leva, come nell’occasione in cui riesce a<br />

raggirare un ricco mercante ebreo facendogli<br />

credere che in una grotta abbandonata<br />

situata in uno dei suoi posse<strong>di</strong>menti<br />

sono stati rinvenuti alcuni grossi forzieri<br />

molto antichi pieni, integri e ancora sigillati.<br />

Si rende necessario, però, fissare il prezzo<br />

<strong>di</strong> acquisto che lo stesso Marchese fissa in<br />

un baiocco per ogni oggetto contenuto<br />

dentro i forzieri; il mercante ebreo accetta<br />

senza indugio alcuno la proposta, non<br />

solo, ma vuole garantirsi con un patto<br />

scritto che rappresenta la sua rovina, infatti,<br />

aperti i forieri, questi sono ricolmi <strong>di</strong><br />

spille; il mercante dove pagare una somma<br />

enorme anche se il Marchese la riduce<br />

notevolmente.<br />

Il Marchese Onofrio del Grillo ama si<br />

mischiarsi al popolo ma, allorquando le circostanze<br />

lo impongono, non <strong>di</strong>sdegna <strong>di</strong><br />

avvalersi della sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> nobile e<br />

dei privilegi che questa comporta come<br />

quando, allontanandosi dall’Osteria dove<br />

si trova camuffato da popolano, in compagnia<br />

del fido servitore Ricciotto, fattosi<br />

riconoscere dalle guar<strong>di</strong>e e dal Bargello,<br />

costì intervenuti per sedare una lite, rivolto<br />

agli altri avventori che vengono regolarm<br />

e n t e<br />

arrestati,<br />

così li conforta:<br />

“scusatemi<br />

tanto, ma<br />

io so io e<br />

voialtri<br />

non siete<br />

un c…”.


20<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Tesori d’Arte<br />

San Pietro - Via della Conciliazione<br />

“La bellissima facciata della basilica <strong>di</strong> San<br />

Pietro, splen<strong>di</strong>do esempio barocco del<br />

Maderno, andava sfortunatamente a<br />

coprire, a chi si accingeva ad entrare in<br />

chiesa, la magnifica cupola <strong>di</strong><br />

Michelangelo, simbolo del collegamento<br />

tra cielo e terra. Fu per risolvere questo<br />

problema che il Bernini ideò il colonnato<br />

che forma l’attuale piazza San Pietro. I<br />

due bracci, che idealmente avvolgono la<br />

cristianità intera, avevano soprattutto il<br />

compito <strong>di</strong> “spostare” l’accesso alla chiesa<br />

più avanti, ridando in tal modo alla cupola<br />

quella monumentalità che la <strong>di</strong>stingue su<br />

tutta Roma.”<br />

Ancora oggi ricordo quella lezione <strong>di</strong> storia<br />

dell’arte, così determinante per le scelte<br />

future <strong>di</strong> una giovane liceale. Per anni propensa<br />

al giornalismo e alla letteratura,<br />

proprio nei mesi decisivi per le scelte universitarie,<br />

il giro <strong>di</strong> boa: non più i testi<br />

classici, non le lettere antiche, che comunque<br />

rimarranno col tempo passioni trasversali,<br />

ma la matematica e l’arte del<br />

costruire, lo stu<strong>di</strong>o dei monumenti e la<br />

tutela dell’ambiente.<br />

Una scelta <strong>di</strong>fficile, per chi non aveva mai<br />

preso una matita in mano, ma mai rimpianta,<br />

nonostante le lunghe notti passate<br />

al tavolo da <strong>di</strong>segno, in compagnia <strong>di</strong><br />

un’instancabile ra<strong>di</strong>o.<br />

Durante gli anni universitari poi la ricerca<br />

<strong>di</strong> un compromesso tra l’interesse per l’architettura<br />

moderna e la stima per le gran<strong>di</strong><br />

opere del passato, le cui tracce indelebili<br />

sono così vive in un museo all’aperto<br />

quale è la città <strong>di</strong> Roma.<br />

Da qui la scelta del restauro dei monumenti<br />

, due anni <strong>di</strong> specializzazione durante<br />

i quali finalmente viene trovato quel<br />

compromesso. Sì, perché restauro è<br />

rispetto del passato, è riconoscimento dell’eccezionalità<br />

<strong>di</strong> un evento creativo ma è<br />

anche architettura esso stesso.<br />

Il concetto <strong>di</strong> restauro trova le sue ra<strong>di</strong>ci in<br />

un passato molto lontano, se si pensa che<br />

già il faraone Sethi II nel tempio grande <strong>di</strong><br />

Abu Simbel consolida con un supporto<br />

murario il braccio caduto della statua del<br />

suo predecessore, il faraone Ramses II.<br />

Forse Sethi II è legato al rispetto <strong>di</strong> un’immagine<br />

simbolica che va ben oltre la pietra<br />

ed è lungi da quel rispetto del passato<br />

e della sua storicità che è acquisizione<br />

moderna del restauro, ma ciononostante è<br />

un esempio <strong>di</strong> come gli uomini <strong>di</strong> tutti i<br />

tempi si siano sempre e comunque trovati<br />

a stabilire un rapporto, spesso contrastante,<br />

con il passato, con ciò che i nostri padri<br />

prima <strong>di</strong> noi hanno realizzato e che ne è<br />

poi <strong>di</strong>ventato un’immagine <strong>di</strong>stintiva nel<br />

tempo.<br />

Quante volte, <strong>di</strong> fronte ai gran<strong>di</strong> monumenti<br />

del passato, viene spontaneo chiedersi<br />

come in tempi più antichi si siano<br />

potute concepire opere che sono <strong>di</strong>venute<br />

spesso simboli delle nostre città!!<br />

Quello che spesso ci sfugge è che la nostra<br />

epoca è parte <strong>di</strong> una catena, è futuro<br />

rispetto al passato e, così facilmente,<br />

<strong>di</strong>venta passato per il futuro. Al <strong>di</strong> là del<br />

gioco <strong>di</strong> parole, quel che vorrei trasmettere<br />

è che quelli che per noi sono “monumenti”<br />

nascono in realtà per sod<strong>di</strong>sfare le<br />

esigenze quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> uomini vissuti in<br />

un’altra epoca e, allo stesso modo, le<br />

nostre strutture, così moderne, così lontane<br />

per noi dallo splendore passato, <strong>di</strong>venteranno<br />

in futuro testimonianza del nostro<br />

modo <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> un’epoca che, al pari<br />

Il Tempio <strong>di</strong> Abu Simbel<br />

Arch. Cristina Collettini<br />

delle altre, avrà contribuito al progre<strong>di</strong>re<br />

dell’umanità sulla terra.<br />

Perché restauriamo una chiesa, una villa<br />

romana, così come un <strong>di</strong>pinto, una scultura<br />

o i corre<strong>di</strong> funebri delle tombe etrusche?<br />

Vogliamo cercare <strong>di</strong> strapparle al<br />

tempo, farle rivivere, ma soprattutto<br />

vogliamo trarre da queste opere il loro<br />

significato più grande, quello <strong>di</strong> “testimonianza<br />

storica”. Sì, perché la chiesa, la<br />

villa, il <strong>di</strong>pinto, la scultura, il corredo funebre,<br />

e la lista potrebbe continuare ancora,<br />

sono come le pagine <strong>di</strong> un libro <strong>di</strong> storia,<br />

in grado <strong>di</strong> raccontarci dei nostri antenati<br />

e <strong>di</strong> permetterci <strong>di</strong> comprendere meglio<br />

quello che oggi siamo e come lo siamo<br />

<strong>di</strong>ventati.<br />

Di tutto ciò si dovrebbe tener conto quando<br />

si affronta il restauro <strong>di</strong> un’opera d’arte,<br />

coscienti che restaurare non vuol <strong>di</strong>re<br />

ricostruire ex novo, restaurare vuol <strong>di</strong>re in<br />

primo luogo comprendere l’opera, collocarla<br />

nel suo contesto storico, rendere<br />

esplicite tutte le notizie sul passato che<br />

esso ci trasmette. Il restauro è anche, o<br />

forse soprattutto, coscienza, perché intervenire<br />

male su un monumento, vuol <strong>di</strong>re<br />

alterare le fonti storiche o, ad<strong>di</strong>rittura,<br />

perdere una testimonianza del passato.<br />

Attraverso questo spazio vorrei sensibilizzare<br />

i lettori su questo tema così <strong>di</strong>ffuso e<br />

attuale ma purtroppo soggetto a tanta<br />

superficialità, come <strong>di</strong>mostra lo scempio<br />

dei ripristini <strong>di</strong> cui è oggetto buona parte<br />

del nostro patrimonio storico, affinchè il<br />

passato non sia avulso al nostro vivere<br />

quoti<strong>di</strong>ano, ma elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo in cui<br />

il nuovo e l’antico possono convivere senza<br />

entrare in competizione tra loro.


22<br />

<strong>di</strong><br />

M. Cristina Caponi<br />

Usa, 2005. Regia:<br />

Michael Bay; interpreti:<br />

Ewan Mc Gregor,<br />

Scarlett Johansson,<br />

Steve Buscemi;<br />

sceneggiatura:<br />

Caspian Tredwell<br />

Owen, Alex Kurtzman,<br />

Roberto Orci; fotografia:<br />

Mauro Fiore; musica:<br />

Steve Jablonski;<br />

produzione: M. Bay,<br />

Ian Bryce, WalterF. Parkes; <strong>di</strong>stribuzione:<br />

Warner Bros; durata: 2h e 16.<br />

Un’iridescente tonalità algida avviluppa, in<br />

maniera castigatissima, l’epidermide <strong>di</strong><br />

migliaia <strong>di</strong> persone, <strong>di</strong> ambedue i sessi.<br />

Una scansione <strong>di</strong> poche decine <strong>di</strong> fotogrammi<br />

sono sufficienti affinché questa<br />

madreperlacea gamma <strong>di</strong> colore s’imprima<br />

quale stereotipo del recente fantafilm eseguito<br />

da un regista, Michael Bay, abile nello<br />

sciroppare allo spettatore thrillers ad alto<br />

tasso d’adrenalina.<br />

Non a caso, nella filmografia del suddetto<br />

virtuoso delle scene d’azione, ci s’imbatte<br />

in titoli para<strong>di</strong>gmatici per la sua estrosità<br />

nel confezionare opere “fuoco e fiamme”,<br />

(ad esempio Armageddon e Peal Habour),<br />

non esattamente in grado <strong>di</strong> scandagliare<br />

in profon<strong>di</strong>tà la psiche umana. Nell’o<strong>di</strong>erno<br />

lungometraggio, il filmaker statunitense<br />

punta su un argomento d’inquietante<br />

attualità, paventando il rischio <strong>di</strong> una futura<br />

clonazione umana; tuttavia, evita oculatamente<br />

che il pubblico si lambicchi il cervello<br />

in filosofeggianti <strong>di</strong>scussioni sull’insostenibile<br />

leggerezza dell’essere umano. I<br />

protagonisti <strong>di</strong> quest’apologo sul cattivo<br />

uso della scienza si aggirano ignari della<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

THE ISLAND<br />

loro con<strong>di</strong>zione, l’esser figli <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o minore,<br />

all’alba <strong>di</strong> un ipotetico 2019; compiaciuti<br />

del fatto <strong>di</strong> appartenere alla schiera dei<br />

pochi sopravvissuti ad un’apocalittica calamità<br />

naturale, che ha deturpato in modo<br />

irrecuperabile l’aspetto della terra.<br />

Appagati della loro monotona esistenza in<br />

un lembo del mondo denuclearizzato, i personaggi<br />

principali Lincoln Six Echo (Ewan<br />

Mc Gregor) e Jordan Two Delta (Scarlett<br />

Johansson), insieme agli altri sopravvissuti,<br />

ignorano la verità che si cela nelle loro supposte<br />

identità. Puntualmente, gli uomini<br />

che affollano la citata area sicura, scalpitano<br />

<strong>di</strong> fronte al rendez vous settimanale <strong>di</strong><br />

un’ipotetica lotteria che promette loro <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>rizzarli nell’ultimo angolo <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so<br />

della terra, per ripopolarla. L’incipit da cui si<br />

snoda il film<br />

è legato in<br />

ultima analisi<br />

alla riffa:<br />

amara scopertaaspetta<br />

il giovane<br />

Lincoln Six<br />

Echo che<br />

apprenderà<br />

sulla sua<br />

pelle della<br />

natura utopica<br />

<strong>di</strong> questo<br />

macabro<br />

gioco <strong>di</strong> lancio<br />

<strong>di</strong> fumo<br />

negli occhi:<br />

egli e i suoi<br />

compagni<br />

non sono altro che cloni d’esseri umani.<br />

L’inesorabile sete <strong>di</strong> conoscenza, che afflige<br />

l’indole del protagonista è paragonabile a<br />

quella del filosofo del “mito della caverna”,<br />

contenuto nel sesto libro della Repubblica<br />

<strong>di</strong> Platone. Anche in questo caso, colui che<br />

si prefigge come obiettivo la verità, si stacca<br />

dagli ammennicoli del mondo sensibile,<br />

per raggiungere, dopo un lungo ed irto<br />

cammino, le idee e il Bene.<br />

In un genere <strong>di</strong> nicchia, quale la fantascienza,<br />

le doti artistiche d’Ewan Mc Gregor<br />

cozzano contro i dettami che un film <strong>di</strong> tale<br />

risma richiede. Ad una scialba performance<br />

dell’attore scozzese, fa eco una recitazione<br />

sottotono della sua patner femminile<br />

Scarlett Johnansson. Brilla notevolmente <strong>di</strong><br />

più la verve <strong>di</strong> caratterista <strong>di</strong> Steve<br />

Buscemi, attore feticcio dei fratelli Coen,<br />

seppur limitata nei recinti <strong>di</strong> un certo<br />

manierismo.<br />

Per uno spettatore che esige provare emozioni<br />

forti, ben al sicuro sulla sua poltrona<br />

in sala, è d’obbligo menzionare la scena<br />

dell’inseguimento sull’autotreno, dalla<br />

durata <strong>di</strong> ben 15 minuti, che si giova oltre<br />

dei veicoli su strada anche <strong>di</strong> roboanti elicotteri.<br />

Difficile, a conclusione della pellicola,<br />

ritenere “The island” un film riuscito,<br />

ben lontano dal progetto iniziale del regista<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere “ un film <strong>di</strong>vertente, capace <strong>di</strong><br />

trascinare il pubblico in una corsa mozzafiato”.<br />

Casomai, il pubblico desideri approfon<strong>di</strong>re<br />

il tema della clonazione, è preferibile<br />

rispolverare un successo <strong>di</strong> qualche anno<br />

fa, “Gattaca” <strong>di</strong> livello artistico decisamente<br />

migliore.<br />

Ai posteri l’ardua sentenza.


24<br />

Visto che nel nostro ultimo incontro ci<br />

siamo occupati <strong>di</strong> alcuni dei vini della<br />

nostra Regione, affrontiamo ora il <strong>di</strong>scorso<br />

su “quando” stappare una buona bottiglia.<br />

Se si tratta <strong>di</strong> bottiglie <strong>di</strong> vino rosso, le<br />

stapperemo con un certo atipico rispetto al<br />

momento in cui andranno consumate, in<br />

me<strong>di</strong>a un quarto d’ora, ma anche qualche<br />

ora prima, se il vino che andremo a servire<br />

è molto pregiato ed ha “maturato” molti<br />

anni <strong>di</strong> invecchiamento. L’apertura anticipata<br />

della bottiglia, serve per ossigenare il<br />

nostro vino.<br />

Se il vino non presenta malattie “serie”<br />

l’ossigenazione consentirà anche la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> piccole imperfezioni (come ad esempio<br />

il sentore <strong>di</strong> tappo), ma se il vino ha<br />

sostanziali malattie, anche l’ossigenazione<br />

sarà vana per il “recupero” della<br />

nostra bottiglia.<br />

I vini molto giovani, le tipologie”frizzante”<br />

e gli spumanti, vanno stappati<br />

al momento <strong>di</strong> servirli, altrimenti<br />

viene “spenta” la loro vivacità con la<br />

conseguente per<strong>di</strong>ta delle bollicine.<br />

Per questi vini occorre anche ricordare<br />

<strong>di</strong> avere l’accortezza <strong>di</strong> chiudere la<br />

bottiglia con gli appositi tappi dopo<br />

ogni giro <strong>di</strong> mescita.<br />

Per i rossi “importanti” come il Barolo,<br />

il Barbaresco e il Brunello <strong>di</strong><br />

Moltalcino, la teoria più <strong>di</strong>vulgata<br />

esige che le bottiglie vangano stappate<br />

dalle due alle sei ore prima, questo<br />

per consentire al vino <strong>di</strong> esprimere<br />

per intero tutto il suo bouquet.In questo<br />

caso, però, occorre tener conto <strong>di</strong><br />

una cosa a cui nessuno fa più caso,<br />

ma che è importantissima: in campagna<br />

la qualità dell’aria è <strong>di</strong>versa della<br />

città, tener stappata una bottiglia<br />

molte ore nei nostri appartamenti o<br />

nei nostri locali non è prudente più<br />

che altro per ragioni <strong>di</strong> smog, infatti il<br />

nostro vino tende ad “assorbire” le<br />

sostanze presenti nell’aria variando<br />

alcune volte colori, profumi e sapori.<br />

E’ altrettanto vero però il principio<br />

che una mezza bottiglia <strong>di</strong> Barolo,<br />

ben tappata e messa da parte per il<br />

giorno dopo, offre la possibilità <strong>di</strong><br />

bere un vino ugualmente valido e<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

L’angolo ... cin cin <strong>di</strong><br />

Quando stappare<br />

una bottiglia<br />

<strong>di</strong> vino<br />

forse anche migliore.<br />

Continuando il <strong>di</strong>scorso sui vini importanti<br />

e invecchiati per molti anni, per agevolare<br />

il contatto con l’aria e per <strong>di</strong>videre la parte<br />

liquida dal deposito solido, prima del servizio,<br />

non <strong>di</strong> rado, si esegue la decantazione.<br />

Per questa operazione è necessaria una<br />

caraffa incolore, preferibilmente <strong>di</strong> cristal-<br />

Peccato <strong>di</strong> uova.<br />

Se a cena non sai che fare,<br />

leggi qui ed inizia ad operare.<br />

Metti a bollire in un pentolino,<br />

acqua, sale e qualche uovo genuino.<br />

Mentre le uova sono a rassodare,<br />

il con<strong>di</strong>mento vai a preparare.<br />

Dentro all’insalatiera metti,<br />

prezzemolo, erba cipollina e menta a pezzetti.<br />

Trita tutto finemente,<br />

aggiungi senape lentamente.<br />

Per fare il tutto amalgamare,<br />

versa panna senza abbondare.<br />

Or le uova son pronte già,<br />

cerca <strong>di</strong> tagliare l’albume a metà.<br />

E al tuorlo, che hai ben schiacciato,<br />

ora aggiungi il preparato.<br />

Il con<strong>di</strong>mento è oramai fatto,<br />

dentro all’albume versa il tutto.<br />

Nel naso dei tuoi ospiti campeggia un gustoso<br />

odore,<br />

non indugiar e go<strong>di</strong>ti il delizioso sapore.<br />

Erminio Quadraroli<br />

<strong>Letizia</strong> <strong>Chilelli</strong><br />

lo, dalla capacità <strong>di</strong> circa un litro.<br />

Se, nel frattempo,ci accorgiamo che il<br />

nostro vino rosso sia ancora troppo freddo,<br />

la caraffa o più semplicemente il<br />

decanter, va scaldato immergendolo in<br />

acqua ben tiepida.<br />

Bisogna fare molta attenzione nel travasare<br />

il vino dalla bottiglia al decanter per evitare<br />

che i depositi originati dall’età del vino<br />

o dalla sua particolare struttura ricca <strong>di</strong><br />

tannini, non vadano a depositarsi dalla<br />

bottiglia sul fondo della nostra caraffa.<br />

La bottiglia, quin<strong>di</strong>, va osservata in controluce,<br />

aiutandosi con la fiamma <strong>di</strong> una candela<br />

per vedere il fondo. Poi, si inizia a<br />

versare il vino tenendo verso il basso il lato<br />

della bottiglia dove il deposito è maggiormente<br />

pronunciato.<br />

Il vino va versato molto lentamente,<br />

ma appena i primi residui del<br />

fondo si avvicinano al collo della<br />

bottiglia bisogna interrompere <strong>di</strong><br />

colpo il flusso e eliminare il residuo<br />

<strong>di</strong> vino: il vino in caraffa esprimerà<br />

allora tutta al sua brillantezza.<br />

Volendo dare un tocco finale, si<br />

potrebbe far roteare la candela<br />

attorno al decanter in modo che<br />

tutti possano apprezzare lo splen<strong>di</strong>do<br />

colore del vino che invoglierà<br />

la degustazione.<br />

Con questo sistema si possono<br />

recuperare vecchie o vecchissime<br />

bottiglie che sono rimaste a dormire<br />

in cantina, mentre meritano<br />

l’onore della tavola.<br />

Mi preme comunque ricordare che<br />

se il vino presenta depositi tartarici,<br />

si tratta <strong>di</strong> depositi naturali dei<br />

vini invecchiati o con strutture particolari,<br />

ma la maggior parte delle<br />

volte sanissimi e con colori, profumi<br />

e sapori che <strong>di</strong>fficilmente scorderemo.<br />

Appuntamento quin<strong>di</strong> al prossimo<br />

numero deve vedremo “come”<br />

stappare correttamente una bottiglia<br />

e <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> spumante.


26<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

La Rubrica dei Perchè<br />

Perchè sulle banconote, la parola EURO appare scritta con due alfabeti <strong>di</strong>versi?<br />

La prima curiosità<br />

della banconota<br />

Euro che<br />

intendo trattare<br />

riguarda la parola<br />

“EURO” che<br />

appare in basso<br />

<strong>di</strong> Arnaldo Ricci<br />

a sinistra e a<br />

destra <strong>di</strong> tutte le<br />

banconote in<br />

questione.<br />

Come si può notare, sotto la scritta<br />

“EURO” vi è un’altra parola che, con<br />

la mia tastiera, non posso <strong>di</strong>gitare, perché è<br />

scritta con l’alfabeto Greco. Ebbene quella<br />

parola è esattamente la traduzione in Greco<br />

della parola EURO, utilizzando ovviamente<br />

l’alfabeto greco.<br />

Prima <strong>di</strong> andare avanti, però, voglio fare una<br />

premessa che ci permette <strong>di</strong> capire la <strong>di</strong>fferenza<br />

fra l’alfabeto utilizzato da un popolo e<br />

la lingua da esso parlata.<br />

L’alfabeto si può definire: una serie <strong>di</strong> simboli<br />

che noi chiamiamo caratteri utilizzati per<br />

scrivere e <strong>di</strong> conseguenza per pronunciare le<br />

parole.<br />

La lingua invece si può definire : la combinazione<br />

in successione <strong>di</strong> questi caratteri che<br />

Storia e Geografia<br />

Qual’è la capitale del<br />

Venezuela ?<br />

i primi tre che indovinando, ne<br />

daranno comunicazione i redazione,<br />

riceveranno un simpatico<br />

omaggio offerto da SAMU<br />

Informatica<br />

determina il significato delle parole e <strong>di</strong> conseguenza<br />

del tipo <strong>di</strong> pronuncia.<br />

Ebbene fatta questa premessa, possiamo<br />

<strong>di</strong>re che negli stati dell’UE attuale, si parlano<br />

<strong>di</strong>verse lingue: Italiano, Francese,<br />

Tedesco, Olandese, Inglese, Finlandese,<br />

Portoghese, Fiammingo, Spagnolo. Tutte<br />

queste lingue elencate hanno una importante<br />

caratteristica in comune, cioè tutte utilizzano<br />

l’alfabeto LATINO!<br />

Esiste inoltre in Ue, un’altra lingua, parlata<br />

in Grecia, che non fa uso dell’alfabeto LATI-<br />

NO ma <strong>di</strong> quello GRECO!<br />

Ecco spiegato il perché della scritta con due<br />

alfabeti della parola EURO che appare su<br />

Tessuti<br />

Via Rio Fratta, 11<br />

Civita Castellana<br />

Tel. 0761.513946<br />

tutte le banconote.<br />

Adesso voglio parlare <strong>di</strong> un’altra caratteristica<br />

delle banconote in questione;<br />

se osservate una qualsiasi banconota,<br />

potete notare in basso a sinistra ed in<br />

alto a destra il numero <strong>di</strong> serie della<br />

banconota, preceduto da una lettera.<br />

Mi limiterò a spiegare solo il significato<br />

della lettera, perché sarebbe troppo<br />

complesso parlare del significato<br />

numerico.<br />

Ebbene, la lettera davanti al numero <strong>di</strong><br />

serie, serve semplicemente ad in<strong>di</strong>care<br />

lo stato dell’UE che ha messo in circolazione<br />

la banconota!<br />

Di seguito l’elenco delle lettere corrispondenti<br />

agli stati che hanno emesso la banconota.<br />

S-Italia, P-Olanda, Y-Grecia, X-<br />

Germania, R-Lussemburgo, Z-Belgio, L-<br />

Finlan<strong>di</strong>a,T-Irlanda,J*-Gran Bretagna,<br />

M-Portogallo, U-Francia, N-Austria, V-<br />

Spagna<br />

Da notare che la Gran Bretagna non fa parte<br />

della moneta comune ma comunque è stata<br />

riservata dalla BCE, la lettera J, qualora<br />

decidesse <strong>di</strong> farne parte!


28<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

L’angolo del Bebè<br />

Questo mese,<br />

affronterò un argomento<br />

<strong>di</strong> grande<br />

interesse per le<br />

mamme: i vaccini.<br />

Tratterò sui tempi<br />

e i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> somministrazione,<br />

la <strong>di</strong>fferenza<br />

tra vaccini<br />

obbligatori e facol-<br />

Dott.ssa Loredana Filoni<br />

tativi ed eventuali<br />

controin<strong>di</strong>cazioni.<br />

I vaccini proteggono il bambino da malattie<br />

che comporterebbero seri rischi per la<br />

sua salute, ma destano sempre un po’ <strong>di</strong><br />

preoccupazione nelle mamme!<br />

E’ comprensibile: si teme, infatti, che questi<br />

farmaci possano avere effetti collaterali.<br />

Anche il fatto che la somministrazione<br />

avvenga con una iniezione, causa qualche<br />

timore. Per iniziare, ve<strong>di</strong>amo quali sono, in<br />

Italia, i vaccini obbligatori:<br />

1) <strong>di</strong>fterite<br />

2)epatite B<br />

3) poliomielite<br />

4)tetano<br />

Quelli facoltativi ma raccomandati dal<br />

Ministero della Salute:<br />

1)haemophilus influenzae<br />

B<br />

2) pertosse<br />

3) morbillo<br />

4) rosolia<br />

5) parotite.<br />

Tutti i vaccini vengono somministrati con<br />

un’iniezione che può essere, sottocutanea<br />

(come l’antimorbillo, l’antirosolia e l’antiparotide),<br />

oppure intramuscolare (anti<strong>di</strong>fterica,<br />

antitetanica e antipertosse) .<br />

Anche l’antipolio che fino all’estate del<br />

2002 era per bocca, ora si pratica per via<br />

intramuscolare: il preparato tra<strong>di</strong>zionale,<br />

infatti, che conteneva il virus vivo attenuato,<br />

è stato sostituito dal vaccino salk, a<br />

base <strong>di</strong> virus uccisi. Questa formulazione,<br />

a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella per bocca, non espone<br />

i bimbi al rischio, anche se minimo, <strong>di</strong><br />

sviluppare la poliomielite in seguito alla<br />

vaccinazione.<br />

Inoltre quella per via orale, prevedeva la<br />

somministrazione <strong>di</strong> due dosi <strong>di</strong> preparato,<br />

mentre per la nuova, ne sono previste<br />

quattro. Il farmaco iniettabile è vantaggioso<br />

rispetto all’altro, perché non richiede<br />

due ore <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno prima dell’inoculazione<br />

e un’ora dopo e si può somministrare<br />

anche in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>arrea.<br />

I vaccini “raccomandati” non sono imposti<br />

ma sono comunque vivamente consigliati,<br />

dato che non sono meno importanti <strong>di</strong><br />

quelli obbligatori: rappresentano il migliore<br />

strumento per <strong>di</strong>fendere i piccoli, da<br />

malattie che, per la loro gravità o eventuali<br />

complicazioni, potrebbero comprometterne<br />

la salute. Tra queste il morbillo, che<br />

può causare un’encefalite (infiammazione<br />

del cervello). Per quanto concerne il<br />

<strong>di</strong>scorso della meningite che è, appunto,<br />

l’infiammazione delle tre membrane concentriche<br />

che avvolgono l’asse cerebro spinale,<br />

questa può essere causata da virus o<br />

batteri.<br />

Per le meningiti virali (60%) non esistono<br />

vaccini. I preparati a <strong>di</strong>sposizione servono<br />

a prevenire le tre più frequenti forme batteriche:<br />

da haemophilus influnenzae, da<br />

meningococco e da pneumococco.<br />

Attualmente tra le “raccomandate” c’è solo<br />

l’anti-haemophilus influenzae.<br />

Queste vaccinazioni non assicurano una<br />

protezione completa nei confronti della<br />

malattia, ma solo per il 20% delle meningiti,<br />

quelle causate dall’haemophilus, dallo<br />

pneumococco e dal meningococco. Il<br />

rischio <strong>di</strong> meningite da haemophilus<br />

influenzae <strong>di</strong> tipo B è particolarmente alto<br />

nei primi 2 anni <strong>di</strong> vita, perché il sistema<br />

immunitario non è ancora in grado <strong>di</strong> bloccare<br />

il batterio prima che produca seri<br />

danni.<br />

Per quanto riguarda il vaccino contro lo<br />

pneumococco, può essere utile sapere che<br />

non protegge solo dalla meningite, ma<br />

anche dalle forme gravi <strong>di</strong> otite e <strong>di</strong> polmonite<br />

che il germe può provocare.<br />

Cosa fare se il bimbo non stà bene il<br />

giorno della vaccinazione?<br />

Dipende dal <strong>di</strong>sturbo: un semplice raffreddore,<br />

una lieve <strong>di</strong>arrea o una leggera<br />

tosse, non sono controin<strong>di</strong>cazioni per il<br />

vaccino.<br />

Si può somministrarlo anche durante una<br />

cura con antibiotici o una convalescenza.<br />

Se invece il bambino ha la febbre, è meglio<br />

rimandare, per evitare che il sistema<br />

immunitario, già alle prese con un’infezione,<br />

risponda in maniera adeguata. Spesso<br />

si pensa che i vaccini siano controin<strong>di</strong>cati<br />

per i bambini che hanno manifestato una<br />

intolleranza alle uova, mentre in realtà la<br />

presenza delle proteine dell’uovo è così<br />

ridotta da non esporre i piccoli ad alcun<br />

pericolo.<br />

Solo i bimbi che hanno già manifestato sintomi<br />

<strong>di</strong> grave allergia (<strong>di</strong>fficoltà respiratorie,<br />

orticaria <strong>di</strong>ffusa, svenimento, gonfiore<br />

alla gola o alle labbra) non dovrebbero<br />

effettuare la vaccinazione: per loro è<br />

opportuno preferire preparati che non contengono<br />

proteine dell’uovo (la preparazione<br />

avviene su colture <strong>di</strong> cellule umane).<br />

Per quanto riguarda la rosolia, questa è<br />

una malattia banale, che però <strong>di</strong>venta<br />

molto pericolosa, se contratta durante la<br />

gravidanza, in quanto in grado <strong>di</strong> alterare<br />

lo sviluppo del feto. Le vaccinazioni possono<br />

provocare qualche lieve effetto collaterale,<br />

come arrossamenti nella zona <strong>di</strong> inoculazione,<br />

malessere generale, febbre, irritabilità,<br />

pianto altrimenti non giustificato.<br />

In genere questi <strong>di</strong>sturbi si presentano a<br />

partire da poche ore, fino a due giorni<br />

dopo la vaccinazione e scompaiono nel<br />

giro <strong>di</strong> qualche giorno.<br />

Non tutti i preparati danno una copertura<br />

assoluta: la protezione <strong>di</strong>pende dalla risposta<br />

in<strong>di</strong>viduale del sistema immunitario e<br />

dal tipo <strong>di</strong> vaccino.<br />

Ad esempio l’antipertosse e l’antitetanica<br />

non sono efficaci per sempre.<br />

Infine, i prematuri devono essere vaccinati<br />

attenendosi sempre alle date del calendario<br />

ufficiale, perché il loro sistema immunitario<br />

è già in grado <strong>di</strong> rispondere al vaccino.


Nel varcare la soglia del<br />

delizioso ristorante <strong>di</strong><br />

Monterosi (VT), sorto il<br />

1° Agosto 1994, si ha la<br />

sensazione <strong>di</strong> essere a<br />

casa propria. Candele<br />

su ogni tavolo, un<br />

meraviglioso camino,<br />

un bar, vari “ricor<strong>di</strong>” <strong>di</strong><br />

viaggio dei signori<br />

Roberto Lippi e Maria<br />

Gabriella Aita (i proprietari),<br />

la cura <strong>di</strong> ogni<br />

minimo particolare ce<br />

la rendono davvero<br />

amabile. La cosa che<br />

più aggrada il nostro<br />

palato è il tipo <strong>di</strong> cucina<br />

che la signora M.Gabriella cura personalmente,<br />

in ogni suo aspetto, sia dal punto<br />

<strong>di</strong> vista salutistico, sia da quello “visivo”,<br />

che non guasta. Qui si servono piatti sempre<br />

nuovi, <strong>di</strong> volta in volta ed a seconda<br />

del periodo dell’anno. E’ una cucina <strong>di</strong> alta<br />

qualità e genuinità. I prodotti sono tutti <strong>di</strong><br />

primissima scelta: pomodori, olio extra<br />

vergine <strong>di</strong><br />

oliva, sale iodato. Inoltre, i signori Lippi,<br />

hanno eliminato le tra<strong>di</strong>zionali friggitrici,<br />

sostituendole con il forno a raggi infrarossi<br />

(da non confondersi con il forno a<br />

microonde): si bagnano i prodotti con l’olio<br />

e si cucinano in questo forno. Il risultato<br />

è ottimo! Le varie specialità hanno<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 29<br />

Una gloriosa tra<strong>di</strong>zione gastronomica chiamata<br />

a cura <strong>di</strong><br />

Loredana Filoni e<br />

Francesco Antenore<br />

Il Ferro <strong>di</strong> Cavallo<br />

spesso, come<br />

base, i funghi porcini<br />

dei vicini Monti<br />

Cimini ed il tartufo<br />

<strong>di</strong> Norcia. Da provare i “cuori, baci e<br />

abbracci”: ravioli <strong>di</strong> formaggio con aggiunta<br />

<strong>di</strong> miele e gorgonzola, il tutto guarnito<br />

con spinaci freschi. E che <strong>di</strong>re delle<br />

“Spianarelle del Ferro <strong>di</strong> Cavallo” con funghi<br />

porcini e pancetta affumicata…!?!<br />

Una vera delizia!<br />

Per quanto concerne le carni,<br />

sono tutte nazionali, maremmane<br />

per la precisione, eccezion<br />

fatta per l’entrecote<br />

che è<br />

argentina (ottima<br />

anche questa).<br />

Chi optasse per la<br />

pizza qui trova il<br />

suo regno! Vari tipi,<br />

ma, soprattutto, “taglie<br />

forti”: la pizza “normale”<br />

è già più che abbondante,<br />

se poi si vuole “esagerare”<br />

c’è la maxi-pizza (tre volte il<br />

peso <strong>di</strong> quella normale). Da sottolineare<br />

che i piatti vengono<br />

preparati tutti al momento!<br />

Ottima carta dei vini, circa settanta,<br />

per tutti i gusti e tutte le<br />

tasche.<br />

L’ambiente è tranquillo,<br />

fresco d’estate e caldo d’inverno.<br />

I signori Lippi molto cor<strong>di</strong>ali e ospitali.<br />

Si cena al lume <strong>di</strong> candela. I coperti<br />

sono sessanta. Il riposo settimanale si<br />

effettua <strong>di</strong> Mercoledì e Giovedì.<br />

Il ristorante è provvisto, a pochi metri, <strong>di</strong><br />

un ampio parcheggio.<br />

Per una cena romantica, fra amici, <strong>di</strong> affari,<br />

ricorrenze varie, è un luogo da “gustare”<br />

fino in fondo!<br />

i signori Roberto e Maria Gabriella


32<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

CIAK SI GIRA<br />

Le avventure <strong>di</strong> Pinocchio<br />

<strong>di</strong> Roberto Moscioni<br />

“C’era una volta un<br />

pezzo <strong>di</strong> legno”....,<br />

cosi’, CARLO COLLO-<br />

DI, dà inizio a una<br />

delle favole piu’ belle<br />

della storia <strong>di</strong> tutti i<br />

tempi che ha emozionato,<br />

e che continuera’<br />

a farlo, milioni <strong>di</strong><br />

persone <strong>di</strong> tutto il<br />

mondo. Una storia<br />

che, con il sapore <strong>di</strong> una favola, ci racconta<br />

i problemi della <strong>di</strong>versita’, il contrasto<br />

tra il bene e il male, dell’ essere padri e<br />

dell’essere figli; incarnando tutto questo in<br />

una serie <strong>di</strong> personaggi, ognuno con un<br />

proprio significato morale e con un proprio<br />

spessore fiabesco. Geppetto, un povero<br />

falegname che vive in un piccolo paesino<br />

della TOSCANA, un giorno stanco<br />

del suo vivere in solitu<strong>di</strong>ne, decide<br />

<strong>di</strong> costruirsi un burattino a cui darà il<br />

nome <strong>di</strong> Pinocchio e la storia che segue<br />

Nino Manfre<strong>di</strong> (Geppetto) in una scena del film<br />

girata nel paese <strong>di</strong> Farnese<br />

la conosciamo tutti. La fiaba <strong>di</strong> Pinocchio e’<br />

stata la fiaba più imitata al mondo,e la più<br />

rappresentata in ogni tipo <strong>di</strong> salsa. Sapete<br />

a quando risale il primo film sul burattino<br />

toscano?... esattamente al 1911, all’epoca<br />

del cinema muto, per arrivare fino ai nostri<br />

giorni con il colossale film “Pinocchio” <strong>di</strong><br />

Roberto Benigni. Il film <strong>di</strong> cui vi parlerò in<br />

questo articolo, è quello del 1971 ovvero<br />

“Le avventure <strong>di</strong> Pinocchio” <strong>di</strong> Luigi<br />

Comencini che, insieme alla sceneggiatrice<br />

Suso Cecchi d’Amico, fece questa bellissima<br />

trasposizione cinematografica televi-<br />

Farnese - set scelto per la caserma dei Carabinieri<br />

Andrea Balestri nei panni <strong>di</strong> Pinocchio<br />

siva. Il film fu una delle prime fiction RAI<br />

a puntate coprodotta con la San Paolo<br />

film, girata quasi tutta in esterni, senza<br />

l’ausilio <strong>di</strong> teatri <strong>di</strong> posa e impiegando un<br />

cast tecnico ed artistico <strong>di</strong> notevole impor-<br />

Lo stesso luogo della scena<br />

in una immagine attuale<br />

tanza. Uno dei luoghi scelti a fare da cornice<br />

al film fu FARNESE, splen<strong>di</strong>do paesino<br />

in provincia <strong>di</strong> Viterbo, scelto dallo scenografo<br />

Piero Gherar<strong>di</strong>, che amava la Tuscia,<br />

e che fu, infatti, anche lo scenografo del<br />

film Brancaleone. Qui vennero girate molte<br />

delle scene del film come quelle della casa<br />

<strong>di</strong> mastro Geppetto, mastro Ciliegia, la<br />

caserma dei carabinieri, gli esterni della<br />

scuola e molto altro ancora. Ad impersonare<br />

il falegname Geppetto fu chiamato il<br />

grande Nino Manfre<strong>di</strong> che, invecchiato per<br />

l’occasione, darà un’ in<strong>di</strong>menticabile inter-<br />

Lo stesso luogo della scena<br />

in una immagine d’oggi<br />

pretazione. Per il ruolo <strong>di</strong> Pinocchio venne<br />

scelto il piccolo Andrea Balestri; per il<br />

Gatto e la Volpe furono chiamati gli in<strong>di</strong>menticabili<br />

Franco Franchi e Ciccio<br />

Ingrassia, perfetti nella parte; per il ruolo<br />

della Fata Turchina venne scelta la bellissima<br />

Gina Lollobrigida, per impersonare il<br />

giu<strong>di</strong>ce, Vittorio De Sica; per il ruolo <strong>di</strong><br />

Mangiafuoco, Lionel Stander e per il <strong>di</strong>rettorie<br />

del circo, Mario Adorf. Per i ruoli<br />

secondari, come ad esempio i due carabinieri<br />

e gli abitanti del paesino immaginario,<br />

vennero ingaggiati molti abitanti del<br />

luogo; ma <strong>di</strong> questo e <strong>di</strong> altre interessantissime<br />

curiosità parleremo nel prossimo<br />

numero .....<br />

Una scena del film al centro <strong>di</strong> Farnese<br />

Farnese - scena del film<br />

il set della foto soprastante in una foto attuale


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Comitato Tecnico Scientifico<br />

dell’Accademia Internazionale d’Italia (A.I.D.I.)<br />

Il comitato sta lavorando per elaborare una scheda sulla citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Civita Castellana che verrà<br />

pubblicata sul prossimo numero. Per far questo chie<strong>di</strong>amo alle Istituzioni, alla scuole, all’ospedale,<br />

alla gente comune, <strong>di</strong> darci una mano perché questo importante lavoro porti ad un<br />

risultato obiettivo ed utile a tutti.<br />

Ogni volta verrà elaborata la pagella del comune interessato ed assegnati i relativi “voti” <strong>di</strong> merito,<br />

in base ad una scala <strong>di</strong> valori fissi. Questo permetterà <strong>di</strong> paragonare i risultati dei comuni tra loro e<br />

premiare quelli più meritevoli.<br />

LE GUIDE DI CAMPO DE’ FIORI<br />

Partirà dal prossimo numero la rubrica “LE GUIDE DI CAMPO DE’ FIORI”. Conterrà la storia, le tra<strong>di</strong>zioni, il folklore, la<br />

gastronomia, l’economia, dei paesi che <strong>di</strong> volta in volta verranno sfogliati e monitorati. Scopriremo le loro bellezze e i<br />

loro monumenti consigliando i migliori itinerari.<br />

foto M. Topini<br />

L’oggetto Misterioso<br />

Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto misterioso riprodotto nella foto <strong>di</strong> lato. I primi cinque che lo indovineranno e ne daranno<br />

comunicazione in redazione, avranno <strong>di</strong>ritto a ricevere un premio offerto dal negozio IL QUADRIFOGLIO <strong>di</strong> Foggi Antonella.<br />

33


34<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Cari amici<br />

la storia <strong>di</strong> Noel si arricchisce sempre più <strong>di</strong> nuove avventure.<br />

Conservate gli inserti e... buona lettura<br />

dai vostri Cecilia e Federico<br />

soggetto e testo Sandro Anselmi<br />

continua sul prossimo numero


Centro <strong>di</strong> Diagnosi e Terapia Neuropsichiatrica,<br />

Psicologica, Logope<strong>di</strong>ca, Psicopedagogica<br />

Via T.Tasso 6/a - Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 0761.517522<br />

Dott.ssa Eleonora Tabarrini<br />

Psicologa,<br />

Psicofisiologa Clinica<br />

“In casa devo<br />

sempre fare tutto<br />

io, lui non prende<br />

mai un’iniziativa,<br />

non mi dà mai<br />

una mano; anche<br />

nell’educazione<br />

dei figli, nelle<br />

scelte quoti<strong>di</strong>ane,<br />

lui non c’è<br />

mai «Fai tu», mi<br />

<strong>di</strong>ce. Io sono<br />

stanca, ho mille<br />

cose da fare, uno<br />

stress altissimo,<br />

non ho mai tempo per me…” La donna seduta<br />

davanti a me ha circa trent’anni, forse qualcuno<br />

in più, ha un aspetto molto curato e, con<br />

uno sguardo carico <strong>di</strong> ansia mi chiede un aiuto<br />

per il marito: “ Lei deve darmi una mano, perché<br />

secondo me ha qualche problema; ha<br />

sempre bisogno che ci sia io a fargli le cose,<br />

anche le più stupide… se non ci fossi io non so<br />

cosa farebbe. Gli deve far capire che così le<br />

cose non possono andare, ad esempio…” e<br />

segue una lista abbastanza lunga <strong>di</strong> cose da<br />

“aggiustare”.<br />

La soluzione sembrerebbe facile: aiutare questa<br />

persona immatura ed irresponsabile a crescere,<br />

a <strong>di</strong>ventare più autonoma, a giocare un<br />

ruolo attivo nella vita <strong>di</strong> coppia e nel menage<br />

familiare. Stiamo ovviamente parlando del lui<br />

in questione. Bene, ammesso che fosse giusto<br />

e che si riuscisse ad operare questa metamorfosi,<br />

forse ci si troverebbe <strong>di</strong> fronte a qualcosa<br />

che ci spiazzerebbe. La signora, probabilmente,<br />

<strong>di</strong>rebbe qualcosa del genere: “Sì,<br />

certo, ora le cose sono molto cambiate, lui è<br />

molto <strong>di</strong>verso, apprezzo tutto quello che cerca<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 35<br />

La sicurezza <strong>di</strong> sentirsi in<strong>di</strong>spensabili<br />

<strong>di</strong> fare per me, ma… non lo so… mi manca<br />

qualcosa. È strano, è come se avessi perso<br />

l’entusiasmo, il trasporto <strong>di</strong> un tempo, lo vedo<br />

con altri occhi”, oppure: “ a volte penso che io<br />

non sia più così importante per lui, è cambiato<br />

troppo, sembra non aver più bisogno <strong>di</strong> me.<br />

Forse non mi ama più come prima”.<br />

Questa donna, come tante, passa la vita ad<br />

anticipare i bisogni delle persone che le stanno<br />

intorno: marito, figli, genitori, fratelli,<br />

amici. Le viene naturale, a volte le è necessario<br />

riuscire a sod<strong>di</strong>sfare i desideri e le aspettative<br />

degli altri, spesso ancora prima che gli<br />

altri possano fare delle richieste. Ad esempio,<br />

è lei che fa notare al marito quando è giunto<br />

il momento <strong>di</strong> cambiarsi la camicia, oppure, il<br />

figlio non fa in tempo a lasciare un oggetto<br />

fuori posto, che lei prontamente lo recupera e<br />

lo mette in or<strong>di</strong>ne, o ancora porta la colazione<br />

a letto al figlio anche se è arrabbiata con lui<br />

perché è rientrato troppo tar<strong>di</strong> e si giustifica<br />

con il marito <strong>di</strong>cendo che, se non facesse così,<br />

il figlio non mangerebbe.<br />

La signora non riesce a <strong>di</strong>re “no”, fino al punto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>venire in<strong>di</strong>spensabile per molta gente. Il<br />

risultato è che si troverà sempre circondata <strong>di</strong><br />

persone che “prendono, prendono e non<br />

danno mai”, o che danno tutto per scontato,<br />

non apprezzano nulla e, a volte, le mancano<br />

<strong>di</strong> rispetto (spesso infatti, le persone da aggiustare<br />

sono i figli).<br />

Invece <strong>di</strong> prendere in consegna figli o mariti,<br />

inviterei questa donna a riflettere un po’ su <strong>di</strong><br />

sé e su alcune considerazioni.<br />

Punto primo. Spesso concentrarsi sui problemi<br />

altrui e vivere in funzione del cambiamento<br />

salvifico che grazie a noi potrà compiersi,<br />

aiuta a non guardare dentro <strong>di</strong> sé, ad evitare<br />

<strong>di</strong> mettersi in <strong>di</strong>scussione, a non pensare ad<br />

aspetti <strong>di</strong> noi stessi che non accettiamo, che ci<br />

fanno star male perché non sono in sintonia<br />

con l’immagine che abbiamo <strong>di</strong> noi. Cosa succederebbe<br />

a questa signora che “non ha mai<br />

tempo per sé” se si fermasse un attimo e si<br />

guardasse allo specchio, invece <strong>di</strong> concentrar-<br />

si su chi le sta intorno? Forse non si piacerebbe<br />

poi così tanto, forse si scoprirebbe tutt’altro<br />

che perfetta e, <strong>di</strong>etro la maschera dell’ineccepibilità,<br />

vedrebbe parti <strong>di</strong> sé da tempo<br />

rimosse. Allora meglio non guardare; il meccanismo<br />

che scatta è quello della proiezione:<br />

le nostre parti negative e rimosse ten<strong>di</strong>amo ad<br />

attribuirle all’esterno - non sono io, è lui-, e ci<br />

sentiamo meglio cercando <strong>di</strong> migliorare gli<br />

altri.<br />

Punto secondo. Fino a quando vivrò in funzione<br />

della persona che amo, anticiperò i suoi<br />

bisogni, mi sostituirò a lui nelle scelte e nelle<br />

azioni, non <strong>di</strong>rò mai <strong>di</strong> no, la renderò assolutamente<br />

<strong>di</strong>pendente da me. Tutto ciò potrebbe<br />

essere molto faticoso, certo, ma mi permetterebbe<br />

<strong>di</strong> avere un controllo molto forte<br />

su <strong>di</strong> lei: <strong>di</strong>venendole in<strong>di</strong>spensabile, infatti,<br />

non correrei nessun rischio <strong>di</strong> essere lasciata,<br />

abbandonata.<br />

Un forte timore abbandonico, infatti, è spesso<br />

la molla che fa scattare la ben nota “sindrome<br />

della crocerossina” o la parallela “sindrome <strong>di</strong><br />

Onde Woman”; ho bisogno che gli altri abbiano<br />

bisogno <strong>di</strong> me, essendo sempre <strong>di</strong>sponibile,<br />

efficace, perfetta in tutto ciò che faccio,<br />

così nessuno potrà mai fare a meno <strong>di</strong> me,<br />

nessuno potrà rifiutarmi. Questo atteggiamento<br />

nasconde una scarsa autostima, la<br />

convinzione, spesso inconscia, <strong>di</strong> non valere<br />

molto. Se sono io la prima a non rispettarmi,<br />

a non concedermi uno spazio personale prioritario<br />

a tutto il resto, il messaggio che arriva<br />

a chi mi sta intorno, figli compresi, è che io<br />

vengo dopo <strong>di</strong> tutti, che non merito rispetto,<br />

che le cose che faccio, quin<strong>di</strong>, hanno poco<br />

valore.<br />

La mancanza <strong>di</strong> stima personale è spesso<br />

accompagnata dall’intima convinzione <strong>di</strong> non<br />

essere degni dell’amore dell’altro; “visto che<br />

non valgo molto e che in fondo non mi ritengo<br />

degna <strong>di</strong> amore, l’unico amore che potrò<br />

ottenere (e che merito) sarà quello legato al<br />

bisogno: sarò molto brava, sarò come tu mi<br />

vuoi, siccome non potresti mai amarmi per<br />

quella che sono, mi amerai per quello che faccio<br />

per te; mi renderò in<strong>di</strong>spensabile, tu avrai<br />

bisogno <strong>di</strong> me e non potrai mai lasciarmi, solo<br />

così sarò al sicuro. Parafrasando una famosa<br />

espressione della Norwood, “amare troppo”<br />

qualcuno significa non amare affatto sé stessi<br />

e, forse non poter amare nessuno, davvero.<br />

E’ possibile porre quesiti relativi agli interventi<br />

terapeutici e <strong>di</strong>agnostici e ricevere chiarimenti<br />

in proposito, visitando il sito<br />

www.centroceral.com , inviando una e-mail a<br />

info@centroceral.com , o chiamando al num.<br />

0761 517522


36<br />

“Porca miseria !<br />

Ancora …!” commentò<br />

ad alta voce il Signor G<br />

dopo aver aperto il frigorifero.<br />

“Ma che me lo fai<br />

apposta: non posso<br />

<strong>di</strong> Gianni Bracci neanche vederli e cosa<br />

trovo in frigo ? Broccoli<br />

! BROCCOLI !” , continuò,<br />

sempre ad alta voce, per farsi sentire<br />

dalla moglie. La Signora Carla stirava sommersa<br />

dalla solita montagna <strong>di</strong> panni, nella<br />

stanza vicina. Rispose con il tono paziente<br />

<strong>di</strong> chi si aspettava quella sfuriata:<br />

“Albertino, per esempio, li mangia”.<br />

Albertino, l’ultimo nato: aveva poco più <strong>di</strong><br />

quattro anni. “Tre cime <strong>di</strong> broccoli ? Vuoi<br />

farcelo <strong>di</strong>ventare, forse ? ” “Stavano in<br />

offerta speciale. Non hai sentito cosa <strong>di</strong>cono<br />

le associazioni dei consumatori: acquistare<br />

prodotti in promozione significa<br />

risparmiare fino al 40% sulla spesa quoti<strong>di</strong>ana”.<br />

“Ho capito…. va bene risparmiare<br />

su tutto ciò che consumi, ma quello che<br />

non ti piace, cosa lo compri a fare ?<br />

Mettere da parte qualche soldo per poi<br />

mangiare che è uno schifo: bella filosofia<br />

!” “Beh…” tentò ancora, timidamente, <strong>di</strong><br />

giustificarsi la moglie, comunque convinta<br />

delle sue ragioni:“Sono antitumorali, lo<br />

hanno detto al telegiornale. E poi, se pro-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Le (<strong>di</strong>s)avventure del signor G.<br />

CONSUMI<br />

prio avanzano, li porto a mia madre”. “Non<br />

vedo perché dovrei far mangiare ai miei<br />

suoceri prodotti antitumorali in offerta<br />

acquistati con i sol<strong>di</strong> del mio stipen<strong>di</strong>o”. “Il<br />

nostro stipen<strong>di</strong>o”. “ Vabbè, è mischiato.<br />

Come faccio a sapere se usi i miei o i tuoi<br />

sol<strong>di</strong>”. Silenzio. Questa volta la Signora<br />

Carla gli aveva concesso l’ultima parola.<br />

Miracolo. Si allungò sul <strong>di</strong>vano per rilassar-<br />

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />

SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00<br />

I miei dati<br />

Nome___ ____ ___ Cognome____________________Età_________CAP________Città________________________Prov._______<br />

Telefono______________________e-Mail________________________<br />

si un po’. Chiuse gli occhi affinchè il ricordo<br />

dei maccheroni fatti in casa che gli preparava<br />

sua madre potesse riemergere dall’oblio;<br />

li faceva sottili quanto bastava perché<br />

prendessero bene il sugo senza perdere<br />

consistenza e glieli serviva completamente<br />

ricoperti da una coltre <strong>di</strong> parmigiano:<br />

erano il piatto che preferiva in assoluto.<br />

D’altronde amava tutto quello che cucinava<br />

sua madre, altro che la zuppa <strong>di</strong><br />

cereali congelata o la pastasciutta precotta<br />

arraffazzonate in fretta e furia dalla<br />

moglie. In compenso il Signor G, volente<br />

o nolente, aveva imparato a mangiare le<br />

cose più <strong>di</strong>sparate. Per quanto fosse umanamente<br />

possibile cercava <strong>di</strong> non far sprecare<br />

nulla per due motivi: primo perché<br />

quel cibo veniva comprato con i sol<strong>di</strong> del<br />

suo (loro) stipen<strong>di</strong>o; secondo, perché gli<br />

avanzi sarebbero molto probabilmente<br />

finiti sul tavolo <strong>di</strong> sua suocera, cosa che,<br />

assolutamente, aborriva. Aveva appena<br />

ritirato la posta. Pensò bene <strong>di</strong> dargli uno<br />

sguardo. Tra una bolletta e l’altra, gran<strong>di</strong><br />

fogli patinati reclamizzavano i prodotti <strong>di</strong><br />

un ipermercato vicino casa sua. Li guardò<br />

stancamente, soprattutto per controllare<br />

se fossero scesi i prezzi <strong>di</strong> fotocamere <strong>di</strong>gitali<br />

e telefonini, ma ad un tratto i suoi<br />

occhi strabuzzarono su una parola inquietante:<br />

FAVE, fave surgelate in offerta.<br />

Guardò meglio: f…a…v…e !<br />

SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO<br />

Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00<br />

continua a pag. 59...<br />

Il regalo è per:<br />

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effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione<br />

Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />

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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto <strong>di</strong>sposto dalla legge n.<br />

675 del 31.12.1996 in materia <strong>di</strong> “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento<br />

dei dati è <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />

Data_______________Firma_____________________________________<br />

Per abbonarti puoi spe<strong>di</strong>re questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della<br />

Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)<br />

o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Vorrei incontrarti fra cent’anni<br />

E’ una grande famiglia <strong>di</strong> cinque generazioni<br />

quella <strong>di</strong> Maria Giuseppina Proietti,<br />

nata ad Amelia il 26 Settembre del 1905.<br />

Insieme a sua figlia, ai suoi quattro nipoti,<br />

agli otto pronipoti e ai tre figli dei pronipoti,<br />

Maria Giuseppina ha spento 100 candeline,<br />

contornata dall’affetto dei suoi cari.<br />

Giuseppina arriva a Civita Castellana all’età<br />

<strong>di</strong> quattro anni, insieme ai genitori e ai<br />

suoi quattro fratelli.<br />

Pur vivendo una vita fatta <strong>di</strong> stenti e <strong>di</strong><br />

faticoso lavoro nelle campagne, con due<br />

conflitti bellici che hanno stretto la morsa<br />

della fame e della paura sulla nostra Italia,<br />

nonna Giuseppina ha vissuto una vita<br />

Maria Giuseppina, il giorno del suo compleanno, insieme alla figlia Anna<br />

semplice ma felice, nonostante i tempi.<br />

Conosce Ottorino Ricci che <strong>di</strong>venta suo<br />

marito e dalla loro felice unione nascono<br />

Anna e Italo, scomparso da qualche anno.<br />

L’affetto che nonna Giuseppina ha saputo<br />

dare ai suoi figli e ai suoi nipoti, la ripaga<br />

oggi <strong>di</strong> un’altrettanto affetto che i suoi cari<br />

le rivolgono ogni giorno. Giuseppina infatti,<br />

vivendo con la figlia, con una nipote e<br />

due pronipoti, viene accu<strong>di</strong>ta con tanto<br />

amore e con la devozione <strong>di</strong> cui, le persone<br />

della sua età, hanno bisogno.<br />

Quando si incontrano persone come<br />

nonna Giuseppina viene spontaneo chiedersi<br />

cosa si provi ad avere cento anni, se<br />

ci si può rendere<br />

conto <strong>di</strong> aver raggiunto<br />

un secolo <strong>di</strong><br />

vita, se insieme<br />

alle tante esperienze<br />

vissute, ai fatti<br />

della storia, sia<br />

cambiato qualcosa<br />

nel carattere, nei<br />

sentimenti, nel<br />

rapporto con le<br />

altre persone.<br />

Guardando <strong>di</strong>etro<br />

<strong>di</strong> se, ci si rende<br />

conto degli anni<br />

trascorsi?<br />

Come si riesce a<br />

creare un legame<br />

tra i primi anni<br />

della propria vita<br />

con quelli che si<br />

vivono attualmente,<br />

in cui tutto è<br />

cambiato e anche<br />

le persone sono<br />

<strong>di</strong>verse?<br />

Come immaginiamo<br />

<strong>di</strong> essere noi a<br />

cento anni, cosa ci<br />

aspetterà raggiunta<br />

l’età <strong>di</strong> cento<br />

anni, ammesso e<br />

non concesso che<br />

ci sia data la facoltà<br />

<strong>di</strong> arrivare a<br />

questa età?<br />

Cento anni sono<br />

Maria Giuseppina Proietti a 88 anni<br />

37<br />

davvero tanti e per rendersene conto<br />

basta aprire un libro <strong>di</strong> storia e leggerne<br />

tutti gli avvenimenti, le scoperte, i <strong>di</strong>sastri,<br />

le conquiste.<br />

Ma chi questi cento anni li vive in prima<br />

persona ha la facoltà <strong>di</strong> rendersi conto <strong>di</strong><br />

cosa ha veramente vissuto? Di quanta storia<br />

è passata sopra <strong>di</strong> sé e quanta ne ha<br />

creata a sua volta?<br />

Sicuramente nonna Giuseppina questi anni<br />

li ha vissuti con tanta semplicità, con quella<br />

semplicità <strong>di</strong> cui noi non siamo più capaci.<br />

Avrà sicuramente gustato ogni suo giorno<br />

vissuto, avrà visto spuntare l’alba e calare<br />

il sole con occhi sognanti e avrà gioito dei<br />

suoi figli e dei suoi cari, cosa che non sappiamo<br />

fare più noi.<br />

Da parte nostra non possiamo che fare gli<br />

auguri a nonna Giuseppina per i suoi cento<br />

anni e augurarle tanta buona salute per il<br />

futuro, con la speranza che possa trasmetterci<br />

il segreto della longevità. Ma forse lo<br />

ha già fatto e non ce ne siamo accorti.<br />

Forse il segreto della longevità stà nel vivere<br />

la vita “in semplicità”.<br />

Cristina Evangelisti<br />

Vivaci occhietti, ra<strong>di</strong> baffetti, musino<br />

acuto, capo orecchiuto, denti voraci,<br />

pie<strong>di</strong> fugaci, coda sottile, forma gentile,<br />

<strong>di</strong>rlo m’è d’uopo, io sono il.........<br />

I primi cinque che telefonando in redazione<br />

daranno la soluzione dell’indovinello, riceveranno<br />

un simpatico omaggio offerto da<br />

L’ANGOLO DEI DESIDERI


38<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Amarcord - pronto......chi parla?<br />

Egle Alba Nelli sull’ingesso del centralino<br />

in Piazza Matteotti a Civita Castellana<br />

(Foto Archivio Nelli)<br />

Che bella quella pubblicità in cui si immaginano<br />

le nuove tecnologie della telecomunicazione<br />

al servizio del grande Gandhi.<br />

Oggi le <strong>di</strong>stanze sono state annullate dai<br />

molteplici mezzi <strong>di</strong> comunicazione quali la<br />

telefonia fissa, quella mobile, la rete web…<br />

Certo che la <strong>di</strong>fferenza fra noi e i nostri<br />

nonni è ben visibile. Una volta ci si affidava<br />

alle Regie Poste Italiane per scambiarsi<br />

notizie con i nostri cari lontani e quante<br />

belle cartoline inviate magari dal fronte <strong>di</strong><br />

guerra alle care mamme e alle fidanzate.<br />

Ma anche l’Italia, soprattutto dopo la prima<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale, dovette stare al passo coi<br />

tempi. Iniziarono a comparire i primi centralini<br />

telefonici in cui le mani esperte <strong>di</strong><br />

graziose signorine, in camice nero, staccavano<br />

e riattaccavano spinotti su un complesso<br />

apparecchio che collegava una linea<br />

telefonica con l’altra e dal quale, le stesse,<br />

potevano, a loro <strong>di</strong>screzione, restare o<br />

meno in ascolto della telefonata facendone<br />

scaturire, magari, qualche pettegolezzo.<br />

Qualche illustre citta<strong>di</strong>no iniziò ad avere,<br />

presso la sua abitazione, la linea telefonica<br />

tanto che, L’Avv. Mario Panetta <strong>di</strong> Viterbo,<br />

nel 1913, in<strong>di</strong>cava sulla sua carta intestata<br />

“Telefono n. 43”. E ancora, nel 1929, lo stu<strong>di</strong>o<br />

legale Avv. Marco Morelli <strong>di</strong> Civita<br />

Castellana scriveva sulla sua intestazione<br />

“Tel. Interprovinciale n. 31”. Come si può<br />

notare dal numero telefonico, gli apparecchi<br />

in circolazione in quel periodo erano<br />

molto rari. Cominciarono poi a comparire,<br />

nei luoghi pubblici, generalmente nei bar, i<br />

primi apparecchi telefonici neri, appesi alla<br />

parete, con la cornetta appoggiata in verticale<br />

ed i numeri che dovevano essere composti<br />

per mezzo <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sco, forato in corrispondenza<br />

<strong>di</strong> ogni numero, che si doveva<br />

far girare in senso orario. Bastava inserire<br />

un gettone (<strong>di</strong> metallo rotondo con una<br />

scanalatura su un lato e due nell’altro), che<br />

generalmente veniva fornito dal barista,<br />

<strong>di</strong>etro il corrispettivo valore in denaro, per<br />

poter accedere alla linea e, con la faccia<br />

rivolta verso il muro ed una flebile voce, si<br />

cercava <strong>di</strong> evitare che i presenti, potessero<br />

ascoltare la conversazione. Per chi se lo<br />

poteva permettere, il telefono incominciò<br />

ad apparire anche nelle case ed ecco allora<br />

che, generalmente posto nell’ingresso, il<br />

grosso, nero oggetto <strong>di</strong> lusso, incominciò a<br />

<strong>di</strong>ventare la <strong>di</strong>sperazione <strong>di</strong> quei genitori<br />

che, con figlie femmine in età da marito,<br />

dovevano subire il suono <strong>di</strong> quel classico<br />

trillo a tutte le ore del giorno. Come <strong>di</strong>menticare<br />

i fantastici film all’italiana con Ave<br />

Ninchi, Totò, Alberto Sor<strong>di</strong>… in cui attorno<br />

al telefono appeso nell’ingresso si creava<br />

tutta una scena comica?<br />

Con gli anni il telefono assunse forme <strong>di</strong>verse,<br />

<strong>di</strong>venne molto più piccolo, <strong>di</strong> colore grigio<br />

ed in seguito il <strong>di</strong>sco dei numeri venne<br />

sostituito dalla tastiera, per la gioia <strong>di</strong> quelle<br />

donne che, fanatiche delle unghie lunghe,<br />

rischiavano <strong>di</strong> spezzarle ogni volta che<br />

dovevano infilare l’ in<strong>di</strong>ce nei buchi per<br />

comporre i numeri.<br />

Nel periodo che và dagli anni ’80 agli anni<br />

’90 tutto è cambiato velocemente, i telefoni<br />

hanno assunto le più stravaganti forme,<br />

il classico trillo è stato sostituito dalle suonerie<br />

più fantasiose e ad<strong>di</strong>rittura…… al telefono<br />

“è stato tagliato il filo”.<br />

A Civita Castellana, forse pochi ricorderanno,<br />

il centralino telefonico era stato collocato<br />

sotto il palazzo comunale in Piazza<br />

Matteotti, proprio in quei locali che, all’ingresso<br />

del comune, si trovano sulla destra.<br />

Egle Alba Nelli, per circa venticinque anni,<br />

dagli anni ’40 al ’65, vi ha svolto il ruolo <strong>di</strong><br />

centralinista/telefonista in quello che veniva<br />

chiamato l’ufficio della TETI. In alcuni articoli<br />

dei primi decenni del novecento risulta<br />

che vennero fatti collegamenti telefonici fra<br />

i paesi del cosiddetto “mandamento” <strong>di</strong><br />

Civita Castellana (Nepi, Castel Sant’Elia,<br />

Fabrica <strong>di</strong> Roma, Faleri, Calcata, Gallese<br />

ecc) con Viterbo e Roma. Sembra, inoltre<br />

che la manutenzione delle linee telefoniche<br />

fu assegnata in appalto proprio ad un citta<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> Civita Castellana (tale Paolelli).(notizie<br />

storiche – Prof.ssa Patrizia Fantera).<br />

In aiuto <strong>di</strong> Egle Alba Nelli venne assunta più<br />

tar<strong>di</strong> anche Leonia Nelli. Il lavoro della centralinista<br />

consisteva all’epoca, oltre che nel<br />

una bellissima foto <strong>di</strong> Egle Alba Nelli<br />

(Foto Archivio Nelli)<br />

raccogliere la telefonata, anche <strong>di</strong> andare a<br />

chiamare la persona alla quale questa era<br />

<strong>di</strong>retta. La persona veniva fatta accomodare<br />

all’interno della cabina chiusa da una<br />

pesante porta e poi le veniva passata la<br />

linea. Quante telefonate sono partite da<br />

quella centralina telefonica e quante ne<br />

sono arrivate con la gioia <strong>di</strong> ricevere una<br />

lieta notizia o col timore <strong>di</strong> riceverne una<br />

brutta. Ma il periodo d’afflusso maggiore la<br />

centralina l’ebbe negli anni in cui “la gente<br />

<strong>di</strong> Puglia” immigrò a Civita Castellana per<br />

portare mano d’opera ai campi <strong>di</strong> tabacco.<br />

Il Sabato, la Domenica e nei giorni <strong>di</strong> festa,<br />

questi si recavano ai telefoni pubblici per<br />

poter chiamare i loro cari che, a loro volta,<br />

venivano chiamati “<strong>di</strong> corsa” da un’altra<br />

centralinista che, affaticata e col cuore in<br />

gola per la corsa, chiamava l’interessato e<br />

gli <strong>di</strong>ceva:<br />

“corri… c’è tua sorella al telefono”.<br />

Cristina Evangelisti


Lorena Rossi<br />

T. 339.8742336<br />

Free Dance Trainer,<br />

Naturopata FINR<br />

formazione Istituto<br />

Me<strong>di</strong>cina<br />

Psicosomatica RIZA<br />

Consulente presso<br />

L’ERBAVOGLIO<br />

Dialogo Naturale<br />

Erbe Amiche e trattamenti per il Corpo, per il Cuore, per la Mente<br />

Ancora molte foglie sono<br />

ver<strong>di</strong> sugli alberi, le giornate<br />

<strong>di</strong>ventano sempre<br />

più corte e fresche ed il<br />

nostro intero organismo<br />

si prepara all’inverno.<br />

La natura ci offre<br />

costantemente con la<br />

sua forza e la sua<br />

grazia molti rime<strong>di</strong><br />

per prevenire e spesso<br />

curare i <strong>di</strong>sagi che<br />

possono manifestarsi<br />

a livello fisico, psichico<br />

, emozionale.<br />

Ci insegna la Me<strong>di</strong>cina<br />

Tra<strong>di</strong>zionale Cinese<br />

come l’autunno gradualmente<br />

spegne il vortico-<br />

so caldo movimento dell’estate per preparare<br />

alla quiete del freddo invernale, quando le<br />

energie della natura riposano sotto la neve,<br />

per ricaricarsi e riesplodere <strong>di</strong> mille colori e<br />

profumi in primavera.<br />

È dunque buona norma prepararsi.<br />

È il momento per depurare l’organismo<br />

dallo stress <strong>di</strong> tutto un anno <strong>di</strong> lavoro ed<br />

assicurarsi un buon livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fese<br />

immunitarie per cominciarne uno nuovo.<br />

Come una macchina funziona al suo meglio<br />

quando i vari filtri sono puliti,cosi il nostro<br />

organismo, dotato <strong>di</strong> organi emuntori, che<br />

mantengono scorrevole il circuito,così da<br />

poter sfruttare al meglio i nutrienti introdotti<br />

con l’alimentazione e gli eventuali integratori.<br />

Fin dall’antichità l’Uomo ha potuto<br />

sperimentare le proprietà terapeutiche delle<br />

piante me<strong>di</strong>cinali, che oggi vengono valorizzate<br />

dalla più moderna ricerca scientifica <strong>di</strong><br />

laboratorio. Stabilito che una corretta alimentazione<br />

ed un regolare movimento fisico sono<br />

alla base <strong>di</strong> una vita sana, è possibile usufruire<br />

della <strong>di</strong>spensa della Natura con tisane,<br />

gemmoderivati, olii essenziali, oligoelementi,<br />

nutrienti,vitamine, come con sottili rime<strong>di</strong><br />

vibrazionali: l’omeopatia,la floriterapia,la cromoterapia<br />

e la cristalloterapia, Tecniche antiche<br />

e moderne ad approccio corporeo: movimento,<br />

massaggio,affascinante e completo<br />

quello psicosomatico.<br />

Agopuntura, Kinesiologia applicata.<br />

La scelta è vasta ma non semplicistica, avvalersi<br />

<strong>di</strong> un consulente preparato pre<strong>di</strong>spone ad<br />

un più veloce e buon risultato.<br />

Dunque per prepararci all’inverno pensiamo<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 39<br />

ad alleggerire un po’ il fegato, lo stomaco e<br />

la milza; liberare regolarmente l’intestino,<br />

sostenere i reni,(organo-funzione <strong>di</strong> primaria<br />

importanza nella Me<strong>di</strong>cina Tra<strong>di</strong>zionale<br />

Cinese) ed i polmoni,in vista anche dell’inevitabile<br />

stress e sovralimentazione natalizia e<br />

dello scambio affettuoso <strong>di</strong> virus influenzali!!<br />

Attraverso il test kinesilogico,come con<br />

l’iri<strong>di</strong>ologia, meto<strong>di</strong> d’indagine non invasivi<br />

ed economici, è possibile in<strong>di</strong>viduare quali<br />

squilibri o blocchi energetici partecipano<br />

del <strong>di</strong>sagio che ci affligge,che cerca <strong>di</strong> comunicare<br />

con noi,che, come ci spiega la moderna<br />

visione olistica della psicosomatica,può<br />

rappresentare una significativa funzione mo<strong>di</strong>ficante<br />

nella nostra vita.<br />

E’ possibile intervenire sostenendoci con i<br />

dolci rime<strong>di</strong> della fitoterapia, della floriterapia,<br />

con il profondo potere evocativo dell’aro-<br />

materpia, e con la cromoterapia la cristalloterapia<br />

e fondamentale, come <strong>di</strong>cevano i nostri<br />

avi: “Mens sana in corpore sano”con l’attività<br />

fisica che deve essere regolare.Niente torture<br />

spacca cuore,spacca schiena,ma un appropriato<br />

movimento,in<strong>di</strong>spensabile alla buona<br />

funzionalità <strong>di</strong> tutto l’apparato circolatorio,<br />

arterioso, venoso e linfatico: parliamo <strong>di</strong><br />

cuore,<strong>di</strong> insonnia ma anche <strong>di</strong> cellulite o <strong>di</strong><br />

costipazione intestinale come <strong>di</strong> efficienza<br />

mentale e basilare per l’apparato scheletrico<br />

motorio.<br />

È possibile intraprendere una <strong>di</strong>eta senza soffrire!!<br />

Creandola su misura,calibrando con<br />

l’ausilio <strong>di</strong> tisane,fiori <strong>di</strong> Bach,cristalloterapia e<br />

qual si voglia rime<strong>di</strong>o naturale che il corpo ci<br />

chiede.<br />

Impariamo a <strong>di</strong>alogare con noi stessi, a percepire<br />

l’Unicità <strong>di</strong> Corpo, Cuore, Mente, anche<br />

attraverso il metodo FREE DANCE, semplici e<br />

piacevoli esercizi psicofisici, in modo da<br />

riconoscere i segnali che in continuazione il<br />

nostro corpo ci invia, <strong>di</strong>vertendoci a tempo <strong>di</strong><br />

musica,in compagnia, tonificando il tono<br />

muscolare,il cuore,mantenendo flessibili articolazioni,<br />

i legamenti, la mente, liberamente<br />

danzando.<br />

In questa rubrica ogni mese faremo amicizia<br />

con una pianta officinale,con un Fiore <strong>di</strong><br />

Bach,un olio essenziale,un colore,un cristallo<br />

ed approfon<strong>di</strong>remo tecniche <strong>di</strong>agnostiche e<br />

terapeutiche naturali, felici <strong>di</strong> rispondere alle<br />

vostre eventuali domande o riflessioni.<br />

Nella nostra Erboristeria sarà semplice farsi<br />

preparare una tisana depurativa,<strong>di</strong>uretica, o<br />

espettorante..farsi consigliare per rafforzare le<br />

<strong>di</strong>fese immunitarie con sciroppo o pastiglie a<br />

base <strong>di</strong> Propoli Echinacea e Rosa Canina, ad<br />

esempio, affinché il freddo non ci aggre<strong>di</strong>sca.<br />

Vi voglio parlare oggi del Tarassaco e del<br />

Ginepro, due piante comunemente utilizzate<br />

con proprietà terapeutiche importanti.<br />

La prima aiuta il fegato stimolando il flusso<br />

biliare, migliora la <strong>di</strong>gestione, stimola la <strong>di</strong>uresi,<br />

aiuta la pelle.<br />

Il secondo, sotto forma <strong>di</strong> macerato glicolico,<br />

oltre a proteggere le cellule del fegato, stimola<br />

le funzioni renali ed interviene nella cura<br />

dell’apparato articolare gastrointestinale, delle<br />

arterie e del metabolismo.<br />

Tra i fiori <strong>di</strong> Bach pren<strong>di</strong>amo in considerazione<br />

Walnut,per i cambiamenti,la nuova<br />

scuola,il nuovo lavoro, il nuovo; tra i<br />

Californiani Dill per gli eccessivi stimoli.<br />

Tra gli oli essenziali la menta stimola e<br />

rilassa allo stesso tempo, può essere utile in<br />

questo periodo <strong>di</strong> nuove partenze,ed il cumino<br />

stimolante e riscaldante utile per i gonfiori<br />

addominali.<br />

Il colore della stagione sarà le sfumature <strong>di</strong><br />

giallo e rosso l’arancio la terra bruna,l’energia<br />

del Sole nel suo aspetto autunnale..<br />

Ripeteremo sempre che ogni caso è a se:<br />

siamo tutti <strong>di</strong>versi,con storie <strong>di</strong>verse nel<br />

nostro corpo e situazioni emotive variabili che<br />

influenzano significativamente la risposta al<br />

rime<strong>di</strong>o prescelto. Dunque consultare un<br />

esperto del settore è sempre la miglior scelta.<br />

Il fai da te comporta sempre dei rischi.<br />

Iniziamo ogni giornata cercando <strong>di</strong> fare delle<br />

profonde e sincere respirazioni,<br />

mobilitando la schiena,il bacino,le braccia,le<br />

spalle,allargando i polmoni,<br />

butta via le sigarette, e cerca <strong>di</strong> fare qualche<br />

passo con ritmo, così da stimolare la circolazione<br />

ed il buon umore. Non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong><br />

sorridere alla Vita,ti risponderà come uno<br />

specchio!!


40<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Il KARATE e le donne<br />

Negli ultimi<br />

anni si sta verificandoun’inversione<br />

<strong>di</strong> tendenza<br />

che, finalmente,<br />

smentisce l’errataconvinzione<br />

che il Karate<br />

sia una <strong>di</strong>sciplina<br />

riservata<br />

esclusivamente<br />

ad un pubblico<br />

maschile. Sempre<br />

più donne<br />

<strong>di</strong> ogni età si<br />

avvicinano e si<br />

appassionano<br />

alla nostra <strong>di</strong>sciplina,<br />

ma<br />

nonostante<br />

questo sono<br />

Maestra Roberta Mercuri<br />

ancora molte<br />

quelle che ne<br />

restano lontane solo perché influenzate da<br />

pregiu<strong>di</strong>zi e informazioni errate.<br />

Nell’immaginario collettivo persiste ancora la<br />

convinzione che le Arti Marziali siano esibizioni<br />

<strong>di</strong> forza bruta o, nella migliore delle<br />

ipotesi, se ne evidenzia, in maniera estremamente<br />

riduttiva, il solo aspetto legato alla<br />

<strong>di</strong>fesa personale. Proviamo allora a fare<br />

chiarezza su cosa sia realmente il Karate e<br />

prepariamoci a sfatare i falsi miti... Nel<br />

Karate tra<strong>di</strong>zionale e nello Shotokai in particolare<br />

la forza fisica non conta. Le tecniche<br />

apprese insegnano a non opporre mai forza<br />

alla forza ma a sfruttare l’attacco dell’avversario<br />

per neutralizzarne la pericolosità.<br />

L’allenamento costante favorisce l’acquisizione<br />

<strong>di</strong> un corpo sano e flessibile e accresce la<br />

fiducia in se stessi, conferendo calma e sere-<br />

nità e rendendo così inutile ogni esibizione <strong>di</strong><br />

forza. Non c’è mai brutalità né violenza ma<br />

sincerità, rispetto, autocontrollo e continuo<br />

sforzo <strong>di</strong> automiglioramento e crescita interiore.<br />

Il Karate non è solo pratica fisica, è<br />

una <strong>di</strong>sciplina attraverso la quale si prende<br />

coscienza dello stretto legame tra corpo e<br />

psiche, si avverte il legame causale tra i<br />

movimenti del corpo e la propria personalità<br />

ed è per tutti, uomini e donne, un’occasione<br />

per iniziare un viaggio alla scoperta <strong>di</strong> se<br />

stessi. Praticare Karate significa innanzitutto<br />

spogliarsi del vissuto quoti<strong>di</strong>ano - pregiu<strong>di</strong>zi,<br />

maschere, paure, ansie - per migliorarsi e<br />

superare i propri limiti, imparare a credere<br />

nelle proprie capacità, senza ostentazione,<br />

ed avere in mente che il primo avversario è<br />

sempre e solo dentro <strong>di</strong> noi. Da questa considerazione<br />

è facile comprendere che il<br />

Karate è adatto a tutti, uomini, donne e<br />

bambini e che quello che conta è la <strong>di</strong>sposizione<br />

interiore. Durante l’allenamento non<br />

importa se <strong>di</strong> fronte si ha un uomo o una<br />

donna e le donne non hanno indulgenze in<br />

considerazione della propria natura. Nella<br />

pratica si annullano<br />

le <strong>di</strong>fferenze perché<br />

il fine è comune:<br />

l’allenamento del<br />

corpo e della<br />

mente, il rispetto<br />

ed il progresso<br />

comune. Uno dei<br />

falsi miti vuole le<br />

donne come fisicamente<br />

inadatte alla<br />

pratica delle arti<br />

marziali. Se è vero<br />

che gli uomini sono<br />

per natura fisicamente<br />

più forti, le<br />

donne sono in gene-<br />

re più veloci e più sciolte, due caratteristiche<br />

che nel Karate sono a <strong>di</strong>r poco fondamentali<br />

e ben più importanti della forza fisica. Per<br />

contestare poi l’errata convinzione che la<br />

pratica del Karate possa compromettere la<br />

femminilità basterebbe semplicemente<br />

osservare le ragazze che praticano da molti<br />

anni insieme a noi per rendersi conto dell’assur<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> tale affermazione. La preparazione<br />

atletica propedeutica al Karate, ed il Karate<br />

stesso, favoriscono soprattutto l’allungamento<br />

dei gran<strong>di</strong> gruppi muscolari, e li potenziano<br />

senza gonfiarli. Oltre a questo la pratica<br />

del Karate fortifica significativamente i<br />

muscoli dell’addome e della schiena, migliorando<br />

la postura ed il portamento. Il kata è<br />

un esercizio <strong>di</strong> grande eleganza particolarmente<br />

in<strong>di</strong>cato per le donne, e per il kumite<br />

non bisogna necessariamente <strong>di</strong>ventare dei<br />

gorilla.<br />

Per questo motivo, per una Karateka essere<br />

donna non deve <strong>di</strong>ventare un alibi per lavorare<br />

<strong>di</strong> meno o con minore impegno, o per<br />

puntare ad obiettivi meno ambiziosi.<br />

la Maestra Roberta Mercuri durante un’esibizione


<strong>Campo</strong> de’ fiori 41<br />

Come eravamo<br />

Nocchie, castagne, uva - “profumi e sapori che non si <strong>di</strong>menticano”<br />

L’autunno è ormai<br />

alle porte e sui<br />

campi della nostra<br />

zona si celebrano gli<br />

antichissimi riti della<br />

vendemmia e della<br />

raccolta <strong>di</strong> nocciole<br />

e castagne. Questi<br />

frutti qui nel viterbese<br />

sono particolarmente<br />

pregiati, data<br />

<strong>di</strong> Alessandro Soli<br />

la particolare esposizione<br />

delle coltivazioni<br />

e il clima quasi sempre “benevolo” che<br />

li ha resi famosi nel mondo. Le nocciole dei<br />

Cimini sono tra le migliori su scala mon<strong>di</strong>ale,<br />

non <strong>di</strong>mentichiamo che fin dagli anni<br />

’50, la Perugina e le più importanti industrie<br />

dolciarie, prelevavano a “piene mani”<br />

“’e nocchie nostre” che <strong>di</strong>venivano materia<br />

prima per i dolci prodotti su scala industriale.<br />

Primo fra tutti l’inimitabile “Bacio”<br />

confezionato abilmente con la nocciola intera<br />

a chiusura dell’ impasto <strong>di</strong> cioccolato<br />

frammisto a nocciole tritate, ed incartato<br />

sull’altrettanto famoso bigliettino che riportava<br />

una frase d’amore, in genere tratta dal<br />

Cyrano <strong>di</strong> E. Rostand. Se pensiamo al<br />

successo che il Bacio ha avuto in tutto il<br />

mondo, e che negli anni non ha mo<strong>di</strong>ficato<br />

mai la sua confezione, ebbene dobbiamo<br />

esserne orgogliosi, perché come <strong>di</strong>cevo l’ingre<strong>di</strong>ente<br />

principe veniva e forse ancora<br />

viene dalla nostra terra. Che <strong>di</strong>re poi delle<br />

nostre Castagne, rinomati i “marroni”<br />

prodotti qui sui Cimini, anch’essi assorbiti<br />

dalle industrie del settore, che li lavorano e<br />

manipolano in mille mo<strong>di</strong>, nella produzione<br />

<strong>di</strong> dolci classici dal caratteristico sapore. Ma<br />

permettetemi <strong>di</strong> soffermarmi sull’uso particolare<br />

che si fa ancora dopo secoli, e nello<br />

stesso modo,<br />

della castagna:<br />

la calda, dolce,<br />

unica e romantica“Caldarrosta”.<br />

Sfido<br />

chiunque a <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong> non aver mai<br />

assaggiato e<br />

gustato, specialmente<br />

all’arrivo<br />

dei primi fred<strong>di</strong>,<br />

queste tipiche<br />

castagne, cotte<br />

arrosto (da qui il<br />

loro nome) su<br />

quella particolare<br />

padella dal fondo<br />

forato che rende<br />

questo frutto inimitabile nel sapore e nel<br />

calore che fisicamente ti dà. Perché anche<br />

in questa epoca <strong>di</strong> riscaldamento tecnologico<br />

programmato, senti ancora il bisogno <strong>di</strong><br />

provare sui tuoi polpastrelli intirizziti il piacere<br />

<strong>di</strong> sbucciare la caldarrosta, che hai<br />

prelevato dal “cartoccio del callarostaro”.<br />

Ho lasciato per ultima l’Uva il frutto<br />

più famoso, quello che richiede durante<br />

l’anno cure particolari da parte dei produttori,<br />

ma che dà loro le più gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni,<br />

se l’annata è buona, perché grazie a<br />

vitigni antichi e selezionati riescono a portare<br />

in tavola vini <strong>di</strong> buona levatura. Non<br />

posso non andare in<strong>di</strong>etro nel tempo quando<br />

parlo <strong>di</strong> uva, dalla vendemmia fatta a<br />

mano oggi come allora, alla pigiatura<br />

una volta fatta con i pie<strong>di</strong>, ormai anacronistica,<br />

ma così particolare, e via via a<br />

tutte le fasi interme<strong>di</strong>e prima <strong>di</strong> bere il vino<br />

finito. Voglio però ricordare il caratteristico<br />

sapore che ci dava il mangiare ”pane e<br />

uva”, anche se non è più <strong>di</strong> moda, provatelo,<br />

vi assicuro che gusterete qualcosa <strong>di</strong><br />

particolare (io lo facevo col “pizzutello”<br />

ovvero l’uva detta zi bibbo quella appuntita,<br />

che personalmente coglievo nel giar<strong>di</strong>no<br />

della trattoria <strong>di</strong> mio nonno Giano). Che<br />

<strong>di</strong>re del dolce Mosto, uva appena pigiata<br />

anch’essa dal sapore particolare, ottimo<br />

lassativo, il tutto aspettando l’11<br />

Novembre: San Martino quando “ogni<br />

mosto <strong>di</strong>venta vino”.<br />

Ma quello è il primo vino, adatto per le<br />

castagne e piccole merende <strong>di</strong> cantina ,<br />

vino giovane ancora dolciastro, non filtrato<br />

un po’ torbido. Poi col freddo <strong>di</strong>verrà sua<br />

maestà Re Vino, con tutta la sua forza e la<br />

sua gradazione, che lo renderà unico nell’accompagnare<br />

sulla tavola deliziosi antipasti<br />

ed arrosti robusti. Sapete amici mentre<br />

sto terminando questo pezzo a me è venuta<br />

fame e a Voi?


42<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

“Due ruote” per passione<br />

Dicono che con la passione per qualcosa ci<br />

si nasca, e allora il nostro Fabio Spitoni è<br />

nato certamente con la passione per la<br />

moto; ma c’è anche cresciuto.<br />

Infatti ha respirato fin da piccolo i gas <strong>di</strong><br />

scarico, l’odore dell’olio bruciato, della<br />

gomma surriscaldata, ha avuto nelle orecchie<br />

il rombo dei motori perché aiutava i<br />

suoi fratelli più gran<strong>di</strong> nella messa a punto<br />

delle loro moto, perché anche<br />

loro avevano questo amore.<br />

Voleva provare l’emozione <strong>di</strong> correre<br />

in un circuito per emulare i<br />

suoi eroi Capirossi, Biagi e altri.<br />

Tutto questo gli è riuscito quest’anno<br />

correndo sulle maggiori<br />

piste italiane: Maggione, Misano<br />

e Vallelunga e facendo salti mortali<br />

per essere presente<br />

anche sul lavoro.<br />

Anche il <strong>di</strong>scorso<br />

economico è molto<br />

pesante perché le<br />

spese per la manutenzione<br />

dalla moto e per i viaggi sono<br />

molto alte e Fabio paga tutto <strong>di</strong><br />

tasca propria, non avendo<br />

ancora uno sponsor.<br />

Tutti i suoi sacrifici sono stati<br />

ripagati con un meritato terzo<br />

posto sul circuito <strong>di</strong> Vallelunga,<br />

in sella ad una Suzuki GSX-R<br />

classe 600 nel trofeo nazionale<br />

amatori Giacobetti, <strong>di</strong>sputatosi<br />

lo scorso 4 Settembre e<br />

che gli ha fruttato un quarto posto assoluto<br />

nella classifica nazionale.<br />

Il prossimo impegno per il nostro centauro<br />

sarà per il 9 Novembre a Misano, per l’ultima<br />

gara del campionato.<br />

A sostenerlo, naturalmente, ci sarà il<br />

Motor-Club Faleri <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma e tutti<br />

i suoi amici-fans capeggiati dal suo piccolo<br />

nipotino Riccardo.<br />

Al nostro campione tutti i più cari auguri <strong>di</strong><br />

una rosea carriera.<br />

Via della Repubblica, 6<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel e Fax<br />

0761.51.32.17<br />

e-mail:<br />

camponiricambi@libero.it


Vi abbiamo parlato il mese scorso<br />

dell’apertura della prima scuola <strong>di</strong><br />

danza a Civita Castellana <strong>di</strong>retta<br />

dal Maestro Tuccio Rigano.<br />

In questo mese la Honey ha dato<br />

<strong>di</strong>mostrazione dell’alta qualità e<br />

professionalità dei Docenti della<br />

scuola impartendo lezioni <strong>di</strong>mostrative<br />

che hanno riscontrato un enorme<br />

successo.<br />

Alle lezioni dei Docenti si sono<br />

alternate lezioni <strong>di</strong>mostrative dei<br />

Professionisti Ospiti che seguiranno<br />

il percorso <strong>di</strong>dattico della scuola<br />

durante l’anno accademico.<br />

Artisti come Cristina Gangalanti per<br />

il Modern Jazz, Andrea Iacopini e<br />

Alessandro Pustizzi per hip hop<br />

hanno entusiasmato le fortunate<br />

ragazze che sono riuscite a fare<br />

lezione con loro.<br />

Grande successo ha ricevuto anche<br />

la lezione <strong>di</strong> Pas De Deux tenuta da<br />

Tuccio Rigano in collaborazione con<br />

ballerini professionisti dell’AID <strong>di</strong><br />

Roma finita in un lunghissimo<br />

applauso da parte delle estasiate<br />

partecipanti.<br />

Auguri Honey!<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

ANNUNCI ECONOMICI GRATUITI<br />

PER PRIVATI<br />

a pagamento per <strong>di</strong>tte o società<br />

Tel. Fax 0761.513117<br />

Cedola da ritagliare e spe<strong>di</strong>re<br />

L’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo <strong>di</strong>versa decisione della redazione<br />

Una giovane promessa della musica<br />

Riccardo Orizio<br />

nasce il 27<br />

Dicembre<br />

1985. Inizia lo<br />

stu<strong>di</strong>o del pianoforte<br />

all’età<br />

<strong>di</strong> nove anni,<br />

presso l’Accademia<br />

Muzio<br />

Clementi <strong>di</strong> CivitaCastellana,<br />

sotto la<br />

guida del Maestro<br />

Roberto<br />

Finucci e si<br />

<strong>di</strong>stingue subito<br />

per la <strong>di</strong>ligenza<br />

e l’applicazione.<br />

La sua<br />

naturale pre<strong>di</strong>sposizione<br />

lo<br />

porta a coronare<br />

con facilità la<br />

carriera scolastica e si <strong>di</strong>ploma a pieni voti presso l’Accademia <strong>di</strong> Santa Cecilia, lo scorso 18<br />

Settembre. Il suo repertorio naturale è Chopin e la sua ispirazione è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un valente<br />

concertista. Auguri da mamma Cinzia, papà Tonino, tutti gli amici e la redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori.<br />

Compilate qui il vs annuncio gratuito<br />

e spe<strong>di</strong>telo in busta chiusa a<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

P.za della Liberazione n. 2 - 01033<br />

Civita Castellana (VT)<br />

oppure mandate un Fax al n. 0761.513117<br />

o una e-mail a info@campodefiori.biz<br />

TESTO (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni)........................................................................................................................................<br />

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Gli annunci gratuiti sono esclusivamente riservati a privati. <strong>Campo</strong> de’ fiori non è responsabile<br />

per la qualitià e la veri<strong>di</strong>cità delle inserzioni.<br />

A garanzia dei lettori, <strong>Campo</strong> de’ fiori si riserva il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> NON PUBBLICARE annunci non conformi al presente<br />

regolamento o che, a suo insindacabile giu<strong>di</strong>zio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche.<br />

Gli inserzionisti prendono atto che, a richiesta dell’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria, <strong>Campo</strong> de’ fiori fornirà tutte le notizie<br />

riportate con la presente cedola.<br />

COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................<br />

Via.................................................................Città.....................................................................<br />

Tel....................................................................Firma................................................................<br />

43


44<br />

22 Settembre 1943 – 22 Settembre 2005.<br />

Sessantadue anni, ormai, ci separano dalla<br />

trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Cefalonia, isola greca del mare<br />

Jonio, uno degli episo<strong>di</strong> più tragici della<br />

Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale e della storia<br />

militare italiana. Una delle pagine più buie<br />

della nazione e delle forze armate.<br />

Sulla vicenda <strong>di</strong> Cefalonia e sull’ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ecimila soldati italiani ad opera dei tedeschi,<br />

sono stati organizzati <strong>di</strong>battiti, convegni,<br />

mostre e pubblicati una serie interminabile<br />

<strong>di</strong> articoli, libri e saggi. Non ultimi,<br />

film e sceneggiati televisivi, <strong>di</strong> recente produzione.<br />

Agli “storici” la <strong>di</strong>samina dei fatti connessi.<br />

Ricordare i caduti il nostro obiettivo.<br />

La 33^ Divisione <strong>di</strong> Fanteria da montagna<br />

“Acqui”, venne allestita a Merano il<br />

15 Dicembre 1938 ed era costituita da un<br />

comando <strong>di</strong>visione, dal 17° e 18°<br />

Reggimento <strong>di</strong> Fanteria su tre battaglioni<br />

ciascuno, dal 33° Reggimento Artiglieria,<br />

dal 33° Battaglione Mortai, dalla 33^<br />

Compagnia Anticarro, da due compagnie<br />

del genio e dai servizi <strong>di</strong> sanità della 44^<br />

sezione.<br />

La <strong>di</strong>visione, all’atto della sua costituzione,<br />

risultava composta da 450 ufficiali, 600<br />

sottufficiali e 11.000 soldati.<br />

L’11 Giugno 1940, all’indomani della<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Gino Miccini, Alfredo Rossi, Roberto Severini,<br />

Isidoro Mangini, Enzo Gentili<br />

Civitonici nella <strong>di</strong>visione “ACQUI” a Cefalonia<br />

Porto <strong>di</strong> Corfù - Settembre 1943<br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra alla Francia, venne<br />

impiegata sul fronte francese.<br />

Nel Luglio del ’40, ritornò in Italia, dove<br />

rimase a <strong>di</strong>sposizione dello Stato Maggiore<br />

per futuri impieghi tattici e venne in parte<br />

smobilitata con alcuni reparti congedati o<br />

trasferiti ad altre unità.<br />

Il 28 Ottobre 1940, quando Mussolini decise<br />

<strong>di</strong> attaccare l’Albania e la Grecia, la <strong>di</strong>visione<br />

venne prontamente ricostituita con<br />

soldati delle classi più giovani, 1919 –<br />

1923, e il 15 Novembre 1940 fu impiegata<br />

nelle operazioni militari nei Balcani.<br />

Il 29 Aprile 1941, la Divisione “Acqui”,<br />

sbarcò nell’isola <strong>di</strong> Corfù e dopo pochi<br />

giorni prese il totale controllo <strong>di</strong> tutte le<br />

isole joniche, dove rimase fino a tragici<br />

giorni del Settembre 1943.<br />

Le isole greche del mare Jonio, poste <strong>di</strong><br />

fronte alla Grecia e all’estremo sud<br />

dell’Italia, sono composte da Corfù,<br />

Cefalonia, Santa Maura, Zacinto e da una<br />

serie minore <strong>di</strong> piccole isole con un numero<br />

esiguo <strong>di</strong> abitanti.<br />

Contesti territoriali <strong>di</strong> elevato valore strategico<br />

per il controllo dei convogli militari nel<br />

Me<strong>di</strong>terraneo e dello stretto <strong>di</strong> Corinto,<br />

poco <strong>di</strong>stante.<br />

La composizione sociale delle varie unità,<br />

vedeva una netta predominanza <strong>di</strong> soldati<br />

Prof. Arch. Enea Cisbani<br />

del Nord Italia, Piemonte – Veneto –<br />

Lombar<strong>di</strong>a, una <strong>di</strong>screta presenza del<br />

Centro Italia, Umbria – Toscana – Lazio e<br />

una modesta percentuale <strong>di</strong> militari provenienti<br />

dal sud della penisola.<br />

Le classi arruolate nel 1940 erano quelle<br />

del 1919, 1920, 1922 e 1923: una <strong>di</strong>visione<br />

composta, dunque, da giovani ragazzi,<br />

in quanto nel Luglio 1940, <strong>di</strong> ritorno dalla<br />

campagna <strong>di</strong> Francia, furono poste in congedo<br />

le classi più anziane del 1915, 1916<br />

e 1917.<br />

Dalle ricerche, tuttora in corso, presso gli<br />

archivi militari e grazie anche al fattivo<br />

contributo della locale Sezione dei Marinai<br />

d’Italia “Alberto Zilli”, si è potuto verificare<br />

che ben cinque furono i giovani <strong>di</strong> Civita<br />

Castellana arruolati nella Divisione<br />

“Acqui”: soldati semplici GINO MICCINI,<br />

ALFREDO ROSSI, ROBERTO SEVERI-<br />

NI, Tenente Me<strong>di</strong>co ISIDORO MANGINI<br />

e il Tenente ENZO GENTILI.<br />

Altri documenti archiviali, incerti e frammentari,<br />

in<strong>di</strong>cano, forse, la presenza <strong>di</strong><br />

altri due concitta<strong>di</strong>ni: Girolamo FIORA-<br />

NI e Fernando NOBILI.<br />

Ulteriori ricerche, risolveranno il <strong>di</strong>lemma.<br />

GINO MICCINI, ALFREDO ROSSI,<br />

ROBERTO SEVERINI, ISIDORO MAN-<br />

GINI al Settembre del 1943 sono, dunque,<br />

presenti sull’Isola <strong>di</strong> Cefalonia, eccettuato<br />

il Tenente ENZO GENTILI, <strong>di</strong>slocato<br />

sull’Isola <strong>di</strong> Corfù in quanto comandante<br />

della 2^ Compagnia del 33° Battaglione<br />

Mortai da 81.<br />

Complicata e <strong>di</strong>fficile la ricostruzione delle<br />

singole biografie, in parte desunte dai<br />

documenti militari.<br />

TENENTE MEDICO ISIDORO MANGI-<br />

NI: nato a Parigi il 27 Maggio 1921, residente<br />

a Civita Castellana in Corso Umberto<br />

I n.104, attuale corso Bruno Buozzi,<br />

Me<strong>di</strong>co impiegato nell’Ospedale Andosilla,<br />

Ufficiale Me<strong>di</strong>co della 44^ sezione<br />

Sanità.<br />

SOLDATO SEMPLICE GINO MICCINI:<br />

nato a Civita Castellana il 23 Novembre<br />

Indovina L’Artista<br />

Di lato è riportato un particolare<br />

<strong>di</strong> un famoso quadro.<br />

Sai <strong>di</strong>re chi l’ha <strong>di</strong>pinto?<br />

I primi tre che indovineranno<br />

e lo comunicheranno in redazione,<br />

riceveranno un<br />

simpatico omaggio offerto<br />

dal Centro Parati <strong>di</strong> Selli<br />

Vittorio


<strong>Campo</strong> de’ fiori 45<br />

1923 e residente in via Falisca n.11, ceramista,<br />

1^ Compagnia del 24° Battaglione Genio<br />

aggregato alla Divisione “Acqui”.<br />

SOLDATO SEMPLICE ALFREDO ROSSI: nato<br />

a Civita Castellana il 16 Ottobre 1919 e residente<br />

in via Quintana n.10, ceramista, 1°<br />

Battaglione del 17° Reggimento Fanteria.<br />

SOLDATO SEMPLICE ROBERTO SEVERINI:<br />

nato a Civita Castellana il 17 Agosto 1915 e residente<br />

in via Panico n.45, artigiano, 1°<br />

Battaglione del 17° Reggimento Fanteria.<br />

TENENTE ENZO GENTILI: nato a Civita<br />

Castellana il 25 Febbraio 1913 e residente in via<br />

dello Scasato n. 35 , impiegato, Comandante<br />

2^ Compagnia del 33° Battaglione Mortai<br />

da 81.<br />

L’Otto Settembre 1943 viene firmato l’Armistizio<br />

con gli alleati e la Divisione “Acqui” al comando<br />

del Generale ANTONIO GANDIN, (1891-<br />

1943), si trova sulle Isole <strong>di</strong> Cefalonia e Corfù<br />

abbandonata al suo destino, senza alcuna <strong>di</strong>rettiva<br />

dello Stato Maggiore, senza appoggio aereo<br />

e navale, con scarso equipaggiamento militare e<br />

sottoposta alle nefaste conseguenze delle considerevoli<br />

truppe tedesche, presenti sulle isole unitamente<br />

a quelle italiane e decise a ven<strong>di</strong>carsi<br />

degli Italiani.<br />

Quando i tedeschi intimano la consegna delle<br />

armi, la Divisione “Acqui” attacca prontamente<br />

con il 17° e 18° Reggimento <strong>di</strong> Fanteria le<br />

caserme dove i nazisti erano acquartierati e li<br />

costringe alla resa.<br />

Lo Stato Maggiore Tedesco a Berlino, stupito<br />

dalla pronta reazione italiana, invia a Cefalonia la<br />

Divisione <strong>di</strong> Fanteria da Montagna “Edelweiss”,<br />

unità d’elitè dell’esercito tedesco, composta da<br />

soldati austriaci, altoatesini, croati e rumeni, che<br />

grazie all’appoggio aereo e navale impegna la<br />

Divisione “Acqui” in aspri combattimenti.<br />

Dal 13 al 22 Settembre durò la resistenza italiana<br />

e dopo i successi dei primi giorni, schiacciati<br />

da forze preponderanti, il Generale GANDIN,<br />

chiese la resa delle sue unità.<br />

I prigionieri italiani, soldati e sottufficiali, furono<br />

fucilati e massacrati dai tedeschi e le salme bruciate<br />

o buttate nei pozzi e nelle grotte carsiche.<br />

Gli Ufficiali vennero tutti fucilati, i loro corpi legati<br />

con il filo spinato e gettati in mare.<br />

Dopo gli ecci<strong>di</strong> si salvarono soltanto 11 Ufficiali,<br />

dei 450 effettivi, 15 su 600 sottufficiali e 1.250<br />

soldati si 11.500.<br />

Il Tenente Isidoro Mangini viene fucilato il 23<br />

Settembre 1943 alla “Casa Rossa”. Gino Miccini<br />

muore l’otto settembre 1943 nei primi giorni <strong>di</strong><br />

combattimento. Alfredo Rossi e Roberto<br />

Severini il 23 Settembre 1943, insieme, furono<br />

condotti, con i superstiti dei loro reparti a<br />

Troianata – località <strong>di</strong> Cefalonia – qui trucidati<br />

dalle mitragliatrici tedesche e i loro corpi bruciati<br />

con la benzina. Il Tenente Enzo Gentili è<br />

l’unico superstite della compagine civitonica. Fatto prigioniero, viene condotto nei campi <strong>di</strong> concentramento in Polonia e Germania<br />

dove il 10 Maggio 1945 viene liberato dagli inglesi nel campo <strong>di</strong> concentramento <strong>di</strong> Bergen Belsen. Dal Diario del Tenente Gentili:….<br />

“Nel maggio 1943, venni in licenza. Mi trovavo in Grecia, isola <strong>di</strong> Corfù. Il nostro reparto XXXIII Btg mortai da 81 si stabilì nell’Isola <strong>di</strong><br />

Corfù con il comando del settore nord a Scriperion circa 30 Km. a nord <strong>di</strong> Corfù…dove comandavo la 2^ compagnia del suddetto Btg.<br />

A Brin<strong>di</strong>si cenai con il Generale GANDIN e dopo le presentazioni <strong>di</strong> rito mi chiese <strong>di</strong> quale Città fossi e nel <strong>di</strong>chiarare Civita Castellana<br />

mi <strong>di</strong>sse che conosceva molto bene il luogo. La mattina molto presto ci recammo all’Idroscalo e partimmo con l’idrovolante, io per Corfù<br />

e il Generale per Cefalonia, ove era la sede del Comando Divisione……… Fatto prigioniero, non ho fatto la fine dei miei colleghi e <strong>di</strong> circa<br />

10mila soldati massacrati a Cefalonia dai tedeschi ed anche a Corfù nel Settembre 1943 e deportato nei campi <strong>di</strong> concentramento in<br />

Germania con l’incubo continuo <strong>di</strong> essere fucilato…….ancora una volta ringrazio il Padre Eterno e mentre saluto tutti i superstiti della<br />

Divisione “Acqui”, rivolgo una preghiera per tutti i caduti della Divisione stessa……”. Enzo Gentili – nominato dopo i fatti Tenente<br />

Colonnello – si è spento in Civita Castellana il 25 Giugno 2003.<br />

Civita Castellana, eccettuata la Città <strong>di</strong> Acqui Terme dove ha sede la fondazione de<strong>di</strong>cata alla <strong>di</strong>visione da cui prende il nome, è l’unica<br />

Citta<strong>di</strong>na Italiana che de<strong>di</strong>ca una via ai Martiri <strong>di</strong> Cefalonia: è l’attuale tratto che collega Piazza <strong>di</strong> Vittorio con via Enrico Minio.


46<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Le “Consorelle” <strong>di</strong> Civita Castellana<br />

Le “Consorelle dell’Addolorata” è un gruppo<br />

<strong>di</strong> signore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa età, dalle più giovanissime<br />

alle più mature, che si sono<br />

costituite nel 2002 con la redazione <strong>di</strong> uno<br />

statuto e con l’impegno <strong>di</strong> essere al servizio<br />

della chiesa.<br />

“Il nome <strong>di</strong> “Consorelle dell’Addolorata”<br />

nasce dalla comune devozione per la<br />

Madonna nella quale si riscontra la storia<br />

<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> noi che, come Maria dopo<br />

“l’eccomi” pronunciato nell’Annunciazione,<br />

offriamo noi stesse per i nostri figli.<br />

Lo spirito che ha animato la costituzione <strong>di</strong><br />

questo gruppo, oltre che il desiderio <strong>di</strong><br />

prendere esempio da Maria, è stata la<br />

volontà <strong>di</strong> riscoprire le antiche tra<strong>di</strong>zioni,<br />

quando le nostre nonne,mamme, zie si<br />

riunivano per partecipare a gruppi <strong>di</strong> preghiera<br />

e processioni.”<br />

Già nel 1988 si era formato un gruppo <strong>di</strong><br />

signore provenienti sia dall’Azione<br />

Cattolica sia dalle Dame <strong>di</strong> San Vincenzo,<br />

con il nome <strong>di</strong> “Consorelle” che partecipavano<br />

alla processione del Venerdì Santo<br />

indossando un grembiule ed un velo nero.<br />

Pian piano questa usanza si era andata<br />

perdendo, fino appunto al 2002 con la<br />

riorganizzazione <strong>di</strong> questa associazione e<br />

grazie all’approvazione del parroco Don<br />

Giuseppe Bellamaria.<br />

Ad oggi le “Consorelle dell’Addolorata”<br />

sono composte da più <strong>di</strong> venti elementi<br />

che cercano <strong>di</strong> portare avanti questa<br />

comunione partecipando a tutte le processioni<br />

e organizzando gruppi <strong>di</strong> preghiera e<br />

servizi per la Chiesa.<br />

“Questa breve presentazione vuole essere<br />

<strong>di</strong> invito a quante si riconoscono in certi<br />

valori e abbiano voglia <strong>di</strong> unirsi al nostro<br />

gruppo e alle quali <strong>di</strong>amo appuntamento<br />

presso la Cattedrale <strong>di</strong> Santa Maria<br />

Maggiore.”


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

“Incontro <strong>di</strong> sapori...” al Castellaccio<br />

Grande successo ha ottenuto la manifestazione<br />

“Incontro <strong>di</strong> sapori in un Triangolo<br />

me<strong>di</strong>evale”, organizzata in collaborazione<br />

con FLAMEDIA, per far conoscere la Tuscia<br />

dal punto <strong>di</strong> vista gastronomico.<br />

La serata si è svolta nella suggestiva area<br />

del “Castellaccio” (Civita Castellana), ricostruendo<br />

l’atmosfera tipica del periodo<br />

me<strong>di</strong>evale con musiche del tempo e uomini<br />

e donne in abiti dell’epoca.<br />

Il Castellaccio è stato illuminato in ogni<br />

angolo con torce e candele e la storia, che<br />

rende il sito unico nel suo genere, ha contribuito<br />

a far apprezzare a tutti i presenti<br />

questa splen<strong>di</strong>da realtà della nostra citta<strong>di</strong>na.<br />

Numerosi anche gli ospiti, da personaggi<br />

della TV, come Marco Liorni ed il cuoco <strong>di</strong><br />

RAI UNO Andrea Golino, a quelli dell’industria<br />

e dell’azienda ospedaliera.<br />

Visto il grande successo l’Associazione<br />

Culturale Il Castellaccio, organizzerà per la<br />

prossima stagione primavera – estate, altri<br />

eventi a tema ed offre la possibilità <strong>di</strong> prenotare<br />

l’area per feste private, catering,<br />

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Il PERSONAGGIO MISTERIOSO<br />

Vi invitiamo ad indovinare il personaggio<br />

miserioso riprodotto<br />

nella foto accanto.<br />

I primi cinque che lo<br />

identificheranno e ne<br />

daranno comunicazione<br />

in redazione, riceveranno<br />

un simpatico omaggio<br />

offerto dalla profumeria<br />

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47


48<br />

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<strong>di</strong> Sandro Anselmi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 51<br />

Una “Fabrica” <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong><br />

storie e immagini <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma<br />

Il ribollir dei vini<br />

Finita la raccolta<br />

delle nocciole, esse<br />

erano state essiccate<br />

al sole ed imballate<br />

nei sacchi <strong>di</strong><br />

iuta che, riempiti<br />

fino all’orlo, erano<br />

stati cuciti con lo<br />

spago e poi stipati<br />

nei magazzini.<br />

L’ultima frutta dell’estate<br />

era stata<br />

consumata, insieme<br />

ai primi grappoli d’uva, in compagnia dei<br />

“tozzetti” e dei “cazzotti” sulle tavole imban<strong>di</strong>te<br />

delle Feste Patronali dei SS Matteo e<br />

Giustino e, tutta quella che restava, veniva<br />

trasformata in succhi <strong>di</strong> frutta e marmellate<br />

che le donne, con pazienza e sapienza, preparavano<br />

ogni anno per l’inverno. Le dosi<br />

erano sempre quelle e la conservazione classica<br />

“a bagno Maria”. Era oramai tempo <strong>di</strong><br />

vendemmia ed allora quasi tutto il paese si<br />

mobilitava per quella raccolta che era, senza<br />

dubbio, la più laboriosa <strong>di</strong> tutte. Nelle cantine<br />

si incominciavano a preparare i tini, le<br />

botti, i bigonci, la barella per trasportarli, la<br />

macchina per macinare l’uva ed il torchio.<br />

Tutto veniva perfettamente lavato e, nelle<br />

botti gran<strong>di</strong>,<br />

vi si entrava<br />

ad<strong>di</strong>rittura<br />

dentro per<br />

spazzolarle<br />

con la brusca<br />

e, poi,<br />

v enivano<br />

sciacquate<br />

ruotandole<br />

pian piano.<br />

La persona<br />

più esperta<br />

e <strong>di</strong> buon<br />

olfatto, si<br />

assicurava<br />

che alla fine<br />

dell’operazione,<br />

non<br />

Antonio Santini<br />

vi fossero<br />

più odori <strong>di</strong><br />

muffe, <strong>di</strong> rasine, <strong>di</strong><br />

aceto… ed essa<br />

era chiamata un<br />

po’ da tutto il vicinato<br />

perché esprimesse<br />

il suo giu<strong>di</strong>zio.<br />

Venivano<br />

accesi per ultimo<br />

degli zolfanelli,<br />

dentro le botti,<br />

perché risultassero<br />

così idonee alla<br />

conservazione del<br />

vino. Per le piccole<br />

riparazioni alle<br />

doghe, provvedevano<br />

<strong>di</strong>rettamente<br />

i conta<strong>di</strong>ni con<br />

l’applicazione <strong>di</strong><br />

cemento che riusciva<br />

a tappare le<br />

piccole falle, ma per i danni più gran<strong>di</strong> si<br />

doveva ricorrere al “bottaro”. C’era allora nel<br />

paese un personaggio molto noto che svolgeva<br />

con esperienza questa attività ed esso<br />

era Antonio Santini, detto “o bottaro”. Era in<br />

via dell’Asilo dove allora c’erano molti negozi<br />

e molte botteghe artigiane, dal calzolaio, al<br />

ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> varechina e saponi, al “molinaro”<br />

che vendeva la farina, all’orefice. Antonio<br />

aveva bottega proprio davanti al monastero<br />

delle suore e lavorava quasi sempre per strada,<br />

davanti al suo ingresso, per via della<br />

mole delle botti che doveva riparare. Doveva<br />

cambiare le doghe rovinate, forgiare i cerchi<br />

logorati e calibrarne la scampanatura, conoscendo<br />

bene il mestiere del fabbro e quello <strong>di</strong><br />

maestro d’ascia. La fucina era sempre accesa<br />

ed il ferro battuto con forza, sprigionava<br />

luminose scintille, meraviglia dei bambini<br />

che, appena usciti dall’asilo delle suore, si<br />

fermavano, curiosi, a guardare. Era un uomo<br />

corpulento e deciso ma, quando suonava il<br />

clarino nella banda del paese, addolciva il<br />

suo carattere soffiando con grazia nello strumento<br />

e, siccome era anche il riven<strong>di</strong>tore<br />

ambulante della sua rinomata porchetta, che<br />

fu la prima del paese, veniva spesso invitato<br />

ad eseguire la Polka, con il concertino della<br />

banda, che venne ribattezzata così “la<br />

Antonio e Floro al lavoro<br />

Porchetta <strong>di</strong> Antonio”. La sua famiglia ha proseguito<br />

con la musica e con il legno e tutti i<br />

suoi componenti hanno militato, ed alcuni<br />

militano ancora, nella banda del paese e tutti<br />

invece, sono occupati presso l’omonimo<br />

mobilificio.<br />

Antonio ed Emilio Santini<br />

al banco della porchetta


52<br />

L’angolo<br />

Misterioso<br />

Nella foto sopra è riprodotta una via <strong>di</strong> Civita<br />

Castellana. I primi tre che la identificheranno<br />

e ne daranno comunicazione in redazione,<br />

avranno <strong>di</strong>ritto a ricevere un premio offerto<br />

dalla Vinicola Mancini<br />

Via M.Masci,19<br />

Civita Castellana (VT)<br />

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESS<br />

Tantissimi auguri alla<br />

piccola Alessandra<br />

Caccetta che ha compiuto<br />

5 anni il 5<br />

Ottobre. Auguri dalla<br />

mamma Gina, il papà<br />

Roberto, il nonno<br />

Duilio, le nonne<br />

Pasqualina e Raffaella,<br />

dagli zii e i cuginetti<br />

Il 28 Settembre 2005 hanno festeggiato<br />

25 anni <strong>di</strong> matrimonio<br />

PAOLA e ANTONIO CAON<br />

A due genitori favolosi auguri dai figli<br />

Stefano e Alessandro<br />

Buon Compleanno<br />

a Stefano Caon<br />

che l’ 11 Ottobre<br />

compie 18 anni<br />

Tanti cari auguri<br />

per tutto ciò che<br />

desideri da<br />

mamma Paola<br />

Papà Antonio e<br />

il fratello<br />

Alessandro<br />

Tantissimi auguri<br />

a<br />

<strong>Letizia</strong><br />

che l’8 Ottobre<br />

ha compiuto<br />

quattro mesi<br />

da mamma e papà<br />

Cecilia e Federico<br />

Anselmi<br />

augurano buon<br />

compleanno alla loro<br />

mamma Roberta che ha<br />

compiuto gli anni il 2<br />

Ottobre. Auguri dal<br />

marito, dai parenti e<br />

dalla redazione<br />

Un’infinità <strong>di</strong> auguri a nonno<br />

Alfonso Fantera<br />

che il 28 Agosto ha spento 95 candeline<br />

da parte dei figli, nipoti, pronipoti e<br />

tutti i parenti.<br />

Un’augurio particolare dalla redazione <strong>di</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Tantissimi auguri<br />

a<br />

Marco De Angelis<br />

che il 17<br />

Settembre<br />

ha compiuto<br />

1 anno<br />

dalla mamma, il<br />

papà e i nonni.<br />

La redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

si congratula con il collaboratore<br />

Erminio Quadroroli per aver<br />

vinto il premio letterario<br />

RONCIO D’ORO <strong>di</strong> Ronciglione,<br />

per il secondo anno consecutivo<br />

ed il premio letterario<br />

UNA ROSA PER SANTA ROSA<br />

<strong>di</strong> Viterbo<br />

La redazione <strong>di</strong> <strong>Campo</strong> de fiori<br />

augura Buon<br />

Compleanno<br />

alla collaboratrice<br />

Maria<br />

Cristina<br />

Caponi che ha<br />

compiuto gli<br />

anni il 28<br />

Settembre


<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />

AGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI MESSAGGI<br />

Il 29<br />

Settembre<br />

2005<br />

hanno festeggiato<br />

50 anni<br />

<strong>di</strong> matrimonio<br />

Amalia Nenci<br />

e Antonio<br />

Marconi.<br />

Auguri dai figli,<br />

le nuore ed i nipoti<br />

Non ci sono ultimamente amori così lunghi, eppure<br />

ancora esiste quel rispetto e pazienza <strong>di</strong> un tempo.<br />

Io me ne accorgo guardando i miei nonni nei miei tre<strong>di</strong>ci<br />

anni. Ci sono stati giorni in cui li ho visti litigare,<br />

ma sono così buffi che mi scappa da ridere. Nonna è<br />

più chiacchierona e più pignola, nonno stà zitto e l’ascolta,<br />

poi però borbotta e se ne và. Io intanto credo<br />

che sono proprio due piccoli angeli nonostante l’età,<br />

perché sono molto protettivi nei nostri confronti.<br />

Sì perché noi siamo quattro nipoti e siamo tutti speciali<br />

per loro, ma anche i nonni sono una parte speciale<br />

<strong>di</strong> noi che non cancelleremo più.<br />

I NONNI NON DOVREBBERO MAI LASCIARCI.<br />

Vi vogliamo tanto bene.<br />

poesia per i nonni<br />

Antonio Marconi <strong>di</strong> anni 13<br />

Tantissimi auguri a<br />

Don Clau<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> Corchiano che<br />

festeggia<br />

25 anni <strong>di</strong> sacerdozio.<br />

Con affetto i suoi<br />

parrocchiani e la<br />

redazione <strong>di</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Tantissimi Auguri a<br />

Sonia Bonamin che ha<br />

compiuto gli anni il 24<br />

Settembre e a Aldo<br />

Papini che ha compiuto<br />

gli anni l’ 8<br />

Settembre<br />

dalle loro famiglie e<br />

dalla redazione <strong>di</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Il 5 Settembre è<br />

arrivata la cicogna a<br />

casa <strong>di</strong> Perla e<br />

Alessandro<br />

Menichelli,<br />

con lei portava il<br />

piccolo ALESSIO<br />

Tantissimi auguri<br />

dai nonni, gli zii,<br />

i bisnonni e tutti<br />

i parenti<br />

Un’infinità <strong>di</strong> auguri<br />

a Elena Del<br />

Priore che compie<br />

gli anni il 5<br />

Novembre dalla<br />

mamma, il papà, il<br />

fratello Davide, la<br />

sorella Barbara e<br />

dalla nonna<br />

L’11 Settembre<br />

Italo Quintiliani e Assunta Sanapo<br />

<strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma hanno festeggiato<br />

50 anni <strong>di</strong> matrimonio<br />

tantissimi auguri dai figli<br />

Stefania, Stefano, Luigina e Fabrizio<br />

<strong>di</strong> una lunga vita insieme e piena <strong>di</strong> serenità.<br />

Tanti auguri a<br />

Michele Bonamin<br />

che il 28<br />

Settembre ha compiuto<br />

7 anni, dalla<br />

mamma Floriana, il<br />

papà Carlo,<br />

la sorella Sonia, il<br />

fratello Giancarlo e<br />

Aldo.<br />

Tantissimi auguri <strong>di</strong> Buon<br />

Compleanno a<br />

Davide Del Priore<br />

che compie gli anni il<br />

18 Ottobre dalla mamma,<br />

il papà, le sorelle Elena e<br />

Barbara e la nonna<br />

Simone Morelli riceverà<br />

il Battesimo l’8 Ottobre.<br />

Per il nipote maschio più<br />

bello, auguri da tutta la<br />

famiglia Pellegrini.<br />

Auguri per il tuo<br />

battesimo da zia<br />

Veronica, zia Barbara,<br />

zio Rodolfo, zia Monica,<br />

zio Paolo, zia Emanuela,<br />

zio Luca, nonna Luisa e<br />

nonno Ettore.<br />

Il 1 Ottobre<br />

Martina<br />

Carlaccini<br />

ha compiuto<br />

1 anno.<br />

Auguri dalla<br />

mamma, il<br />

papà, i nonni,<br />

gli zii e i<br />

cuginetti.


54<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

IL NOSTRO ERMINIO QUADRAROLI HA FATTO BIS<br />

per il secondo anno consecutivo ha riportato la vittoria del prestigioso premio letterario<br />

RONCIO D’ORO<br />

L’OSTERIA<br />

a fraschetta e ‘na foijetta<br />

Ronciglione<br />

Ronciò: ‘o paese d’ ‘i pallonari…<br />

Nissuno sa bbè perché cce chiamono cossì:<br />

quarcheduno <strong>di</strong>ce perché ciàvemomo ‘na<br />

fabbrica de pallò, quelli che vanno suppe r’<br />

aria ppè capisse…e quarchedun’ antro perché<br />

simo sparucò.<br />

Si uno de Craparola cià ‘na gorfe, uno de<br />

Ronciò cià ‘o mercedesse…si uno de Sutri va<br />

‘n bicicretta, uno de Ronciò sse butta co’ ‘o<br />

dertaplano da su pp’’o monte…si uno de<br />

Crapanica cià ‘n’ appartamento co’ 30 mila<br />

euri de mutuo, uno de Ronciò cià ‘na villa a<br />

tre ppiani…tutta pignorata!!!<br />

Ma ‘o pobblema ppiù grosso de Ronciò sò ‘e<br />

feste!!!<br />

Cce n’avimo tarmente tante che, certe vorte,<br />

quarcheduna se ‘ccavalla ppure!!!<br />

Defatti nun essennoce nissun giorno libbero<br />

hanno deciso de fa l’innaugurazziò de ‘n’osteria<br />

‘o primo de novembre…cioè ‘o giorno<br />

d’ ‘i Santi.<br />

‘Nsomma!!! Ppiù che ‘n’ osteria, pare ‘na cantina!!!<br />

Ggino, ‘n vecchietto ‘n po’ ‘ngobbito dall’età<br />

edè sempre uno d’ ‘i primi a ‘rrivà quanno se<br />

tratta de beva e magnà a gratisse…<br />

Ma…quanno ropre ‘a porta dell’osteria, cià<br />

‘na sorpresa granne: vede Cencio, ‘n amico<br />

suo che edèrono anni che aveva da metta<br />

piede llì ppè drento…<br />

<strong>di</strong>ce Ggino ‘ntanto che co’ ‘na<br />

mano se pija ‘na se<strong>di</strong>a e co’ l’antra arzata<br />

edè pronto aggià a chieda ‘na foijetta de vino<br />

rosso… ><br />

E Cencio che aggià quarche bicchieretto se<br />

l’era fatto: ><br />

Ggino ppe’ natura ciàveva sempre ‘a battuta<br />

pronta: >.<br />

‘Ntanto Cencio sse strofina ‘a pepara aggià<br />

bella rossa e lle <strong>di</strong>ce: >. E Ggino ‘ntanto che sse tira su ‘e mani-<br />

che d’’a camicia: , e, rivorgennose a tutti,<br />

.<br />

Gino se sbottona ‘o colletto d’’a camicia e<br />

‘ncomincia: >…ricconta<br />

‘ntanto che move ‘ste<br />

mano come ‘n attore de teatro.. .<br />

‘Ntanto i quartini piano piano <strong>di</strong>ventono<br />

mezzi litri e l’atmosfera se arza de livello…se<br />

da ‘lle parti passasse ‘no ‘stemio se ‘mbriacherebbe<br />

solo a sentì ‘a puzza de l’aliti!!!<br />

> <strong>di</strong>ce<br />

Ggino ‘ntanto che sse strofina l’occhi che lle<br />

s’ erono fatti ciuchi ciuchi…>.<br />

Peppino che ‘o conosce bbè ‘lle <strong>di</strong>ce: ><br />

Mentre che llo poro Ggino parla, se sentono<br />

certi rumoretti strani…de stommico…de<br />

panze che…lle fanno ‘n concerto che levete!!<br />

Ma…quello ricconta come si gniente fusse…:<br />

>, cominciono a venì i<br />

roscioli e ‘a voce <strong>di</strong>venta grossa... .<br />

A Umberto ‘lle piace stuzzicà ‘e persone e<br />

facennose spazio co’ ‘e gommitate tra ‘a<br />

ggente, se ‘vvecina e ‘ncomincia: .<br />

E Ggino che edèra ggià ‘rrivato a sbottonasse<br />

‘o terzo bottò d’’a camicia: >.<br />

Quarcheduno ‘ncomincia a ‘ccennese ‘na<br />

sigheretta e l’osteria edè ‘na centrale a carbone….quanno…tutto<br />

‘n botto sse sentono ‘n<br />

po’ de femmine da strillà…. e ….tra tutte, ‘na<br />

voce : >.<br />

Dunca, Sarafina edèra ‘a moije de Ggino che<br />

stava sempre a giocà a tomboletta drento a<br />

‘na stanzetta llì vecino all’osteria…<br />

Che occasiò ppè <strong>di</strong>vertisse ‘n po’ co’ Ggino!!!<br />

Defatti Toto, che ‘ntanto s’era portato pupò<br />

‘nnanzi <strong>di</strong>ce: >, ppoi sfoijanno ‘n<br />

giornale, ><br />

><br />

Ormai Ggino edè carico de vino e nun ije la<br />

fa ppiù mmanco a chiacchierà: >, strilla co’ ‘a<br />

speranza che quarcheduno lle risponnesse,<br />

.<br />

Da dereto a ‘n mucchio de ggente sse sente<br />

‘na voce: >.<br />

Ggino, ‘llunga ‘o collo come ‘no struzzo…>,<br />

singhiozza ‘n pochetto e continua: >.<br />

E Ggino, poro martire, sse arza da ‘lla se<strong>di</strong>a<br />

senza manco finisse ‘o bicchieretto de chiantino:<br />

.<br />

Allora Cencio pè stuzzicallo pupo’: ><br />

><br />

E Cencio che se sente de vena bbona: ><br />

><br />

E Cencio co’ l’occhietto vispo: >.<br />

by Tamara


Siamo giunti all’ultimo capitolo della storia<br />

della banda “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano. Eravamo<br />

rimasti ad uno dei momenti più tragici della<br />

storia del mondo: lo scoppio della Seconda<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Anche se Corchiano non<br />

venne toccato <strong>di</strong>rettamente dai bombardamenti,<br />

la paura incombente che potesse succedere<br />

qualcosa anche qui fece passare,<br />

almeno temporaneamente, la voglia <strong>di</strong> suonare.<br />

L’amore per la musica è comunque<br />

molto forte e, non appena terminò la Guerra,<br />

una delle prime cose che si pensò <strong>di</strong> fare fu<br />

riorganizzare la banda musicale. Attraverso<br />

l’armonia delle note si volevano cancellare i<br />

brutti ricor<strong>di</strong> e ritrovare la serenità dei tempi<br />

passati. I vecchi musicisti si riunirono, rimisero<br />

in funzione i propri strumenti accantonati,<br />

rispolverarono i vecchi spartiti mai<br />

<strong>di</strong>menticati. A prendere in mano le re<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

questo carro fu il giovane maestro Lilio<br />

Narduzzi, <strong>di</strong>scendente da una famiglia <strong>di</strong><br />

musicisti <strong>di</strong> Vallerano, <strong>di</strong>plomato in fagotto e<br />

composizione. Con lui ebbe inizio l’ascesa<br />

della banda musicale “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano,<br />

che raggiunse il suo periodo <strong>di</strong> massimo<br />

splendore eseguendo un vasto repertorio <strong>di</strong><br />

musica melodrammatica e sinfonica. La<br />

banda era ormai avviata e apprezzata da<br />

tutti. Così il maestro Narduzzi, visti gli ottimi<br />

risultati che era stato in grado <strong>di</strong> ottenere,<br />

volle puntare più in alto per la sua professione<br />

e decise <strong>di</strong> partecipare al concorso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> banda nella città siciliana <strong>di</strong><br />

Randazzo. Le sue gran<strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> certo non<br />

lo tra<strong>di</strong>rono e ottenne meritatamente quel<br />

posto, abbandonando Corchiano alla volta<br />

della Sicilia. Dopo aver fatto tanto non pote-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 55<br />

Storia <strong>di</strong> una banda ultracentenaria<br />

continua da <strong>Campo</strong> de’ fiori n. 20 ...<br />

Corchiano<br />

va lasciare il suo gruppo senza un valido nocchiero<br />

e propose, in qualità <strong>di</strong> vice <strong>di</strong>rettore,<br />

uno dei migliori elementi della comitiva,<br />

Giuseppe Giustozzi, nell’attesa che si fosse<br />

fatto avanti un maestro qualificato. Eletto<br />

all’unanimità anche dai suoi colleghi,<br />

Giustozzi accettò, ma allo stesso tempo decise<br />

<strong>di</strong> chiamare un suo conoscente per svolgere,<br />

almeno saltuariamente,<br />

il compito<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore: il<br />

maestro Raimontini<br />

Giovanni, Maresciallo<br />

del 3° Reggimento<br />

Granatieri<br />

<strong>di</strong> Viterbo. Questi<br />

però, dopo un<br />

breve periodo <strong>di</strong><br />

prova, a causa dello<br />

scarso compenso<br />

che riceveva, con il<br />

quale riusciva a<br />

malapena a coprire<br />

le spese per il viaggio,<br />

lasciò la banda<br />

in mano a Giustozzi,<br />

che da vice<strong>di</strong>rettore passò ad essere definitivamente<br />

<strong>di</strong>rettore a tutti gli effetti. Dal 1952<br />

al 1987, per ben trentacinque anni Peppino<br />

tenne alto e arricchì il lavoro dei suoi predecessori.<br />

Oltre che per le sue spiccate doti<br />

artistiche è ammirato e stimato veramente<br />

da tutti per le sue elevate qualità morali e per<br />

il suo forte senso del dovere. Un uomo<br />

straor<strong>di</strong>nario, profondamente preparato dal<br />

punto <strong>di</strong> vista culturale e musicale, grande<br />

maestro anche <strong>di</strong> vita, con il quale è sempre<br />

<strong>di</strong> Ermelinda Benedetti<br />

un piacere per me intrattenersi. Paziente e<br />

forte allo stesso tempo. Fu per molti anni<br />

anche insegnante <strong>di</strong> musica alle scuole elementari<br />

e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Fabrica <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong><br />

Corchiano. Grazie alla sua preparazione, si<br />

cimentò nella composizione <strong>di</strong> numerosi<br />

motivi. Tra tutti è bene citare il celebre “Inno<br />

a S. Biagio”, eseguito a tutt’oggi non solo<br />

dalla banda <strong>di</strong> Corchiano ma anche dalle<br />

bande dei paesi limitrofi. De<strong>di</strong>cò proprio tutta<br />

la sua vita alla musica. La banda non avrebbe<br />

potuto avere maestro migliore per un così<br />

lungo e proficuo periodo <strong>di</strong> tempo. All’età <strong>di</strong><br />

75 anni, sponte sua, il maestro Giustozzi, un<br />

po’ rammaricato ma tanto orgoglioso del suo<br />

operato, decise <strong>di</strong> ritirarsi e lasciar spazio a<br />

qualcuno più giovane <strong>di</strong> lui. Per quell’occasione,<br />

in segno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne,<br />

l’Amministrazione comunale organizzò una<br />

festa <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o durante la quale lui stesso<br />

designò come suo successore il maestro<br />

Carlo Alberto Campana, uno dei suoi allievi<br />

pre<strong>di</strong>letti, che però non proseguì a lungo<br />

questa strada. A partire da quest’ultimo,<br />

infatti, i <strong>di</strong>rettori che si susseguirono ricopri-<br />

rono mandati molto brevi e, purtroppo, la<br />

banda non riuscì a mantenere la gloria che<br />

aveva raggiunto in tutti questi anni passati,<br />

grazie all’impegno e alla passione dei vecchi<br />

musicanti, attraversando un periodo <strong>di</strong> forte<br />

crisi e instabilità. Solo da tre anni a questa<br />

parte, con il giovane e appassionato maestro<br />

Alessandro Achilli, <strong>di</strong>plomato in pianoforte al<br />

Conservatorio dell’Aquila “Alfredo Casella”, la<br />

situazione sembra tornare a risollevarsi. Il<br />

gruppo conta ben quarantatrè elementi. Si è<br />

arricchito <strong>di</strong> tanti ragazzi, che hanno riscoperto<br />

la bellezza <strong>di</strong> suonare insieme e danno<br />

man forte ai veterani, così innamorati della<br />

musica da non poter pensare <strong>di</strong> abbandonarla.<br />

E chissà che la banda <strong>di</strong> Corchiano non<br />

riesca a raggiungere <strong>di</strong> nuovo il prestigio <strong>di</strong><br />

una volta, quando l’arte del suono era veramente<br />

l’unica via d’uscita dalla monotonia del<br />

lavoro quoti<strong>di</strong>ano, l’unico momento per ritrovarsi<br />

in compagnia e nasceva dal cuore.<br />

E allora lunga vita e grande successo alla<br />

banda “G. Ver<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Corchiano.


56<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album dei ricor<strong>di</strong><br />

4 Settembre 1955 - civitonici in gita a Tuscania - Foto del Geom. Roberto Pieri<br />

Civita Castellana 1966<br />

V elementare - sez. A<br />

foto del Sig. Roberto Ercolini<br />

In pie<strong>di</strong> da sx: Francesco<br />

Pedatella, Marco Crescenzi,<br />

Franco Palamides, Mario Fiorani,<br />

Maestro Francesco Mattei, Fausto<br />

Sanapo, Mario Prezzavento,<br />

Cesare Cacchioli, Ermanno<br />

Ciccarella, Alessandro Angeletti,<br />

Sergio Colella, Carlo Belloni,<br />

Santoboni<br />

in basso da sx: Carlo Costanzelli,<br />

Roberto Ercolini, Clau<strong>di</strong>o<br />

Bernar<strong>di</strong>ni, Mario Micheli,<br />

Roberto Fidaleo, Giovanni<br />

Saviotti, Luigi Morganti, Ivan<br />

Matteo Cavalieri, Carlo To<strong>di</strong>ni,<br />

Gerardo Sanapo, Sergio Carabelli,<br />

Clau<strong>di</strong>o D’abbondanza


Vita Citta<strong>di</strong>na<br />

16 Settembre - Civita Castellana<br />

Corteo Storico e Processione dei SS Martiri<br />

Marciano e Giovanni<br />

(foto M. Topini)<br />

Viterbo 25 Settembre<br />

Suggestiva esibizione delle frecce tricolore<br />

(foto Sonia Bonamin)<br />

foto Ioncoli<br />

foto M. Topini<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Civita Castellana<br />

Marco Liorni, durante le feste Patronali dei SS Martiri<br />

Marciano e Giovanni, ha partecipato ad una serata <strong>di</strong><br />

degustazioni gastronomiche della Tuscia<br />

Carmina non dant panem...<br />

Il mese <strong>di</strong> agosto per Ronciglione è stato il mese<br />

della cultura. Le devastate mura della Chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Andrea e la suggestiva Piazza degli Angeli, sono<br />

state lo scenario <strong>di</strong> due avvenimenti che hanno<br />

affrescato con dolci colori il cielo del paese cimino<br />

oppresso da una densa caligine. Il giorno 20 ago-<br />

sto si è svolta la XII a e<strong>di</strong>zione del premio letterario<br />

nazionale “Roncio D’oro” che, pur sotto la minaccia <strong>di</strong> un imminente acquazzone, ha regalato ad<br />

autori e spettatori forti emozioni e grande <strong>di</strong>vertimento. La XII a e<strong>di</strong>zione ha visto salire sul gra<strong>di</strong>no<br />

più alto del po<strong>di</strong>o, per il secondo anno consecutivo, Quadraroli Erminio che esibendosi in un duetto<br />

con il “naso rosso” Mario Palazzi ha fatto rivivere ironicamente una realtà ronciglionese oramai scomparsa<br />

con l’opera “L’Osteria”. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> una settimana i Borghi Me<strong>di</strong>evali sono stati la cornice ideale<br />

per la presentazione del libro “Ronciglione in…canto” scritto da Silvano Boldrini. In esso, sottoforma<br />

<strong>di</strong> versi, è raccolta la storia <strong>di</strong> Ronciglione. Alla maniera dantesca, l’autore del libro ha voluto<br />

incontrare, nell’al<strong>di</strong>là, i personaggi che nel bene e nel male hanno lasciato la loro impronta sul cammino<br />

dalla storia del nostro bel paese incastonato come una perla all’interno dei monti cimini. Visto<br />

l’enorme successo delle due manifestazioni culturali, è lecito rimettere la penna su un antico detto<br />

latino: carmina non dant panem….sed gloriam! Dott. Erminio Quadraroli<br />

Vite parallele Il tempo che lentamente smussa e opacizza i ricor<strong>di</strong> rendendoli quasi invisibili alla nostra<br />

mente, nella città <strong>di</strong> Ronciglione non è riuscito a cancellare due tra<strong>di</strong>zioni tanto affascinanti quanto <strong>di</strong>verse<br />

tra loro. Il <strong>di</strong>pinto già <strong>di</strong> per se accattivante dell’estate ronciglionese è stato reso ancor più perfetto<br />

da due usanze centenarie: la corsa dei berberi e la Processione <strong>di</strong> San Bartolomeo. Come ogni anno per<br />

le vie del paese, scrutati dai nervosi occhi degli spettatori assiepati <strong>di</strong>etro le transenne, hanno galoppato<br />

dei bellissimi cavalli senza fantino. Questi veloci animali hanno regalato uno spettacolo reso ancor più<br />

affascinante dal risulta incerto. L’ascesa <strong>di</strong> Corso Umberto I, non è stata giu<strong>di</strong>ce severo della corsa, ma<br />

dolce consolatrice <strong>di</strong> chi tutto l’anno si de<strong>di</strong>ca alla cura dei purosangue: Sopran Vic della scuderia La Pace<br />

e Laterite della scuderia <strong>di</strong> Montecavallo sono state classificate prime ad ex equo. Negli stessi giorni, più<br />

precisamente il 24 agosto, si è svolta suggestiva ed emozionante Processione <strong>di</strong> San Bartolomeo.<br />

Facchini in <strong>di</strong>visa, hanno trasportato per le vie del paese, accompagnati dalla Banda Citta<strong>di</strong>na, dai Parroci<br />

e dalle Confraternite del luogo, la statua del Patrono ben fissata su una “macchina” risalente al <strong>di</strong>ciottesimo<br />

secolo. Da sempre, a Ronciglione, la Processione non è soltanto un momento religioso, ma anche<br />

un’ occasione per scambiare due chiacchiere con amici lontani che ritornano al paese solo per far vibrare<br />

le loro mani al passaggio del nostro Santo Patrono: San Bartolomeo Questi due avvenimenti affondano<br />

le loro ra<strong>di</strong>ci nella storia che ancora continuano a percorrere…parallelamente. Dott.E. Quadraroli<br />

57<br />

Civita Castellana<br />

concerto <strong>di</strong> DJ Francesco<br />

che si è fatto fotografare insieme a<br />

Michele Moscioni (a dx) e con un altro<br />

piccolo fans<br />

Castel Sant’Elia 24.09.2005<br />

Si è tenuta una manifestazione <strong>di</strong><br />

Karate (organizzata dalla palestra<br />

Okinawa) in ricordo <strong>di</strong> Alberto Galletti<br />

(allievo della palestra), prematuramente<br />

scomparso il 1° Maggio 2002 insieme<br />

alla sua fidanzata Tiziana, mentre<br />

praticavano il Bangjn Jamping.<br />

Alla manifestazione hanno partecipato<br />

i genitori e la sorella <strong>di</strong> Alberto.


58<br />

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...continua da pag. 36<br />

Eh sì, c’era scritto proprio così, peraltro surgelate.<br />

Il pensierò andò imme<strong>di</strong>atamente<br />

alla cosiddetta “scafata”. A pensarci bene,<br />

nonostante fosse un piatto della sua adorata<br />

mamma, non l’aveva mai sopportata<br />

quella zuppa <strong>di</strong> legumi - le fave, in <strong>di</strong>aletto<br />

chiamati “scafi”- dall’aspetto e dall’odore<br />

(per i suoi gusti) nauseabondo. Non poteva<br />

rischiare che sua moglie acquistasse qualche<br />

chilo <strong>di</strong> quell’ insignificante prodotto<br />

agricolo in offerta, anche perché cosa<br />

avrebbe potuto cucinarci se non ….la scafata<br />

? Distrusse quel giornalino della pubblicità.<br />

Non sod<strong>di</strong>sfatto, scese <strong>di</strong> sotto con lo<br />

zaino del figlio grande e sequestrò tutti<br />

quelli delle cassette postali del suo condominio;<br />

poi, visto che c’era, fece finta <strong>di</strong><br />

gironzolare per avvicinarsi ai portoni delle<br />

palazzine limitrofe e requisire furtivamente<br />

tutte le malefiche riviste pubblicitarie del<br />

circondario. Quin<strong>di</strong> rovesciò il frutto del<br />

reato (sempre che sia reato <strong>di</strong>fendersi da<br />

chi ti vuole rifilare schifezze con la scusa<br />

dell’offerta) dentro un secchio dell’immon<strong>di</strong>zia:<br />

avrebbe voluto bruciare il tutto, secchio<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 59<br />

compreso, ma si trattenne, rendendosi<br />

conto che la cosa gli stava prendendo un po’<br />

troppo la mano. Rientrò a casa con lo<br />

sguardo fiero e sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> chi ha compiuto<br />

fino in fondo il proprio dovere <strong>di</strong> marito<br />

padre uomo citta<strong>di</strong>no e consumatore,<br />

senonchè, non appena aprì la porta, trovò la<br />

suocera con un giornalino della reclame<br />

sotto il braccio. Quel giornalino della reclame.<br />

Quello con le fave surgelate in promozione<br />

che lui aveva minuziosamente fatto<br />

sparire dall’isolato. Ed era venuta proprio<br />

per accompagnare la figlia a fare la spesa.<br />

La salutò con una smorfia, ricambiato. Un<br />

profondo stato <strong>di</strong> depressione si era impadronito<br />

del suo animo. Non aveva più voglia<br />

<strong>di</strong> combattere contro tutto e tutti, moglie e<br />

suocera e sconti del <strong>di</strong>scount compresi.<br />

Avrebbe solo voluto fuggire via, il più lontano<br />

possibile da quella casa, da quella suocera<br />

e, soprattutto, da una serie <strong>di</strong> cene a<br />

base <strong>di</strong> fave surgelate. Non gli restava che<br />

allungarsi sul <strong>di</strong>vano, prostrato, e chiudere<br />

gli occhi affinchè l’immagine dei maccheroni<br />

fumanti che gli preparava sua madre<br />

potesse riemergere dall’oblio.<br />

Lo Stu<strong>di</strong>o Legale dell’ Avv. Aldo Piras -<br />

Patrocinante in Cassazione<br />

ha stipulato una convenzione con<br />

<strong>Campo</strong> de’fiori<br />

con la quale, tutti i lettori, avranno <strong>di</strong>ritto a n. 3 consulenze gratuite<br />

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ed Attualità e<strong>di</strong>to<br />

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Sandro Anselmi<br />

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Sandro Anselmi<br />

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Redazione<br />

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E<strong>di</strong>toriale:<br />

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del 2/6/89<br />

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