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madreterra numero 12 - dicembre 2010 - Madreterranews.it

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Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

di Cristoforo Bovi<br />

Bunarma, dopo aver<br />

I sostenuto <strong>numero</strong>se selezioni<br />

(403 band all’inizio…)<br />

avvenute sia sul web che<br />

tram<strong>it</strong>e selezioni live, conquistano<br />

la terza edizione<br />

del concorso Edison Change<br />

the Music tenutasi all’ex<br />

Propaganda di Milano, oggi<br />

LIMELIGHT il 24.11.<strong>2010</strong>, il<br />

cui primo premio consiste<br />

nella produzione e relativa<br />

promozione di un CD.<br />

Il contest musicale, primo<br />

progetto ad emissioni ZERO<br />

in Italia, nato con la cultura<br />

della sostenibil<strong>it</strong>à energetica<br />

della musica, si è avvalso di<br />

28<br />

PArlAndo di musiCA<br />

Steve Lukather:<br />

all’s well that end’s well<br />

Steve Lukather (L.A.<br />

21.10.’57), conosciuto da<br />

tutti come ch<strong>it</strong>arrista/cantante<br />

prima e, successivamente, bandleader<br />

indiscusso dei tOtO, è<br />

uno dei migliori e più quotati session<br />

man degli ultimo 30 anni.<br />

Vanta, infatti, collaborazioni<br />

con Leo Sayer, Boz Scaggs, Alice<br />

Cooper, Barbra Streisand, Pointer<br />

Sister, Michael McDonald, Cher,<br />

Cheap Trick, E.W. & F., Joni<br />

M<strong>it</strong>chell, Michael Jackson ecc...<br />

Egli non dimenticherà mai<br />

l’aneddoto creatosi quando mandò<br />

a quel paese Michael Jack-<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />

i BUNaRma vincono “ Edison Change The music <strong>2010</strong> “<br />

una giuria di elevato spessore,<br />

composta fra gli altri,<br />

da Elena Di Cioccio, Federica<br />

Gentile (RAI2), Franco Mussida<br />

(PFM), Nick The Nightfly<br />

(Radio Montecarlo), Piero<br />

Pelù, Magda Rodighiero (Edison),<br />

Enrico Ruggeri, Claudio<br />

Trotta (Barley Arts) …scusate<br />

se è poco.<br />

La direzione artistica del<br />

progetto è stata affidata al<br />

CPM di Milano, scuola storica<br />

di musica sorta nel 1984<br />

da una idea di Franco Mussida<br />

con l’aiuto economico<br />

dell’imprend<strong>it</strong>ore Giannino<br />

D’antonio.<br />

Il motto dei primi anni era<br />

“la scuola dei numeri UNO”;<br />

son, reo di averlo svegliato alle<br />

4 del mattino dicendogli: “ciao<br />

Steve, sono MJ, avrei un brano<br />

adatto a te…”. Luke, pensando<br />

fosse uno stupido scherzo, prese<br />

a male parole il povero Jackson<br />

sbattendogli il telefono in faccia.<br />

Ma ben presto si scusò con lo<br />

stesso quando capì che il brano<br />

in questione era “BEAT IT” che<br />

Lukather condivise equamente<br />

con Eddie Van Halen!!!!!<br />

Nonostante i <strong>numero</strong>si impegni,<br />

LUKE riesce a r<strong>it</strong>agliarsi una<br />

carriera solista.<br />

Pubblica, infatti <strong>numero</strong>si lavori,<br />

molto diversi tra loro, ma<br />

sempre caratterizzati dall’inconfondibile<br />

“LUKE-SOUND”.<br />

L’ultima fatica discografica<br />

usc<strong>it</strong>a nel mese di Ottobre <strong>2010</strong>,<br />

si int<strong>it</strong>ola “All’s well that end’s<br />

well”, viene da lui stesso defin<strong>it</strong>a<br />

“la migliore che io abbia mai<br />

fatto...”.<br />

Nonostante la “ modesta “ affermazione<br />

di LUKE, effettivamente<br />

dopo 2/3 ascolti, l’album<br />

coinvolge l’ascoltatore in maniera<br />

impressionante.<br />

Il brano iniziale Darkness in my<br />

in effetti gli insegnanti che<br />

si sono alternati alle varie<br />

cattedre, rappresentano il<br />

meglio che la musica <strong>it</strong>aliana<br />

abbia mai offerto.<br />

I brani che la band Palmese<br />

ha fatto ascoltare con<br />

maggior frequenza nelle varie<br />

serate live (03.11. Conte<br />

Staccio di Roma; 07.11. Salumeria<br />

della Musica di Milano,<br />

sono stati: La danza dell’<br />

acqua, L’onda, Fotosintesi<br />

(con video annesso che in<br />

finale ha fatto la differenza)<br />

e, nella serata conclusiva,<br />

Rrichiàmu e L’uccisione di<br />

Dragut Rais cantate totalmente<br />

in dialetto, spiazzando<br />

pos<strong>it</strong>ivamente un po’ tut-<br />

World sembra, per 1 minuto e<br />

53 secondi, un brano “AMBIENT”<br />

, ma un riff allucinante ci introduce<br />

sub<strong>it</strong>o dopo nella melodia<br />

Lukatheriana più tipica.<br />

In Flash in the Pan si riscontrano<br />

influenze Hendrixiane miscelate<br />

a Southern Rock e Funk:<br />

insomma adrenalina pura.<br />

Brody’s, sostenuta da un eccellente<br />

groove di batteria, comincia<br />

come un qualsiasi brano<br />

di S.R.V. Stevie ray Vaughan ,<br />

ma r<strong>it</strong>orna presto sui passi tipici<br />

di quei tOtO che tanto amiamo.<br />

On my Way Home, ci rinnova la<br />

passione di LUKE per gli StEELY<br />

DAN e Donald Fagen, ma con suoni<br />

addir<strong>it</strong>tura più ricercati (?).<br />

Non mancano le ballads, delle<br />

quali Lukather è il mago assoluto,<br />

una più bella dell’altra con assoli<br />

da manuale (che riempiranno i<br />

books degli studenti della Berklee<br />

ed anche quelli dei meno fortunati<br />

che studiano a casa…).<br />

Lavoro, quindi, molto bello e<br />

piacevole da ascoltare, sia per i<br />

nostalgici dei Toto che per i palati<br />

molto più tranquilli.<br />

Bravo LUKE!<br />

C. B.<br />

ti, soprattutto Mussida, che<br />

premiandoli ha detto loro:<br />

“...ci è piaciuto molto<br />

il vostro particolarissimo<br />

sound, misto tra sapori med<strong>it</strong>erranei<br />

e rock”, BRAVI.<br />

Non ci resta che complimentarci<br />

con i nostri ragazzi<br />

per quanto hanno appena<br />

conquistato, augurando loro<br />

che questo sia un ulteriore<br />

passo avanti per la defin<strong>it</strong>iva<br />

consacrazione.<br />

Acquistare il loro ultimo<br />

Cd per Natale, non sarebbe<br />

male, vero???<br />

Forse lo mer<strong>it</strong>ano.<br />

Grazie Bunarma, CRIS.<br />

www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 29<br />

Racconta Stefano Benni :<br />

“ Ai miei tempi non avevamo<br />

la televisione ,ma avevamo<br />

un camino ,e davanti al camino<br />

c’era un nonno acceso che raccontava”<br />

Anche ora che impera la televisione<br />

c’e’ il rischio per i giovani,<br />

che un nonno inizi “la favola”,<br />

esordendo con “ai miei tempi”(<br />

e che i suoi occhi si illuminino<br />

come le luci delle feste di Natale<br />

) e soprattutto esterni ammonimenti<br />

e rimbrotti.<br />

Il nonno saccente ricorda che il<br />

pallone era di cuoio ripieno di<br />

stoppa, in Cina.<br />

Gli Egiziani del tempo dei faraoni<br />

lo fecero di paglia o di bucce<br />

di grano e lo avvolsero in tela<br />

colorata.<br />

I greci ed i romani usavano una<br />

vescica di bue gonfiata e cuc<strong>it</strong>a.<br />

Gli europei nel Medio Evo e del<br />

Rinascimento si disputavano una<br />

palla ovale,imbott<strong>it</strong>a di crine.<br />

Nelle Americhe la palla era fatta<br />

di caucciù e le part<strong>it</strong>e erano disputate<br />

nelle cerimonie religiose<br />

sotto i templi Incas od Atzechi fra<br />

abili guerrieri che poi venivano uccisi in caso di v<strong>it</strong>toria per propiziare<br />

la pioggia.<br />

La camera d’aria in gomma, gonfiata soffiando, e ricoperta di cuoio,<br />

nacque a metà del secolo scorso grazie all’ingegno di Charles Goodyear,<br />

un americano del Connecticut.<br />

Correva e questo era il verbo giusto per ricordare il nostro giovanile<br />

anno 1960 e la palmese dopo lustri eroici di storia calcistica, aveva<br />

dovuto interrompere le attiv<strong>it</strong>à sportive.<br />

Noi ragazzi seguivamo un pallone nei vari cortili della Matrice, del<br />

Carmine ed addir<strong>it</strong>tura (ed ora sembra impossibile visto il traffico di<br />

oggi) nella piazzetta San Rocco, in piazza Cavour o nella piazza Martiri<br />

d’Ungheria del Liceo Classico.<br />

Si lasciavano i libri dal calzolaio amico Mastro Pietro De Salvo e con<br />

mattoni o scatole da scarpe delim<strong>it</strong>avamo le porte.<br />

In attesa del <strong>numero</strong> sufficiente di ragazzi per iniziare a giocare,<br />

ci si allenava al quadrato, gioco-tennis praticato negli spazi dei lastroni<br />

di cemento che cost<strong>it</strong>uivano le nostre strade e delim<strong>it</strong>ati da<br />

strisce nere di catrame.<br />

Non si davano appuntamenti, ma tutti sapevano dove un pallone<br />

dettava la sua legge<br />

ed in una cerimonia spontanea ed atea, si consacravano i sol<strong>it</strong>i idoli.<br />

Un pallone non colorato e leggero come quello di oggi, ma uno marrone<br />

con una piega dura ed appunt<strong>it</strong>a piena di grossi lacci, che nei<br />

campi di terra bagnata, si trasformava in una boccia durissima che<br />

preso di testa dal t<strong>it</strong>ubante e riottoso stopper gli provocava immancabilmente<br />

la visione della Madonna di Lourdes.<br />

I calzettoni troppo larghi scendevano sulle caviglie alla moda Sivori<br />

ed i pantaloni erano troppo corti con le bretelle (quelli vecchi e<br />

stinti usati da bambini) o grandi e cadenti perchè dismessi da tempo<br />

dai padri.<br />

Sopra l’immancabile canottiera di quei tempi alla Marlon Brando,<br />

una maglietta di un colore e sfumature dello stesso colore per gli<br />

altri giocatori della squadra.<br />

Nei momenti piu’ felici finalmente organizzati in squadra il buon Cecio,<br />

custode del campo sportivo, tirava fuori dal depos<strong>it</strong>o scarpe<br />

di cuoio di indefinibile colore e lacci spaiati, che mun<strong>it</strong>e di appos<strong>it</strong>i<br />

chiodi lunghi ed appunt<strong>it</strong>i perforanti l’imbott<strong>it</strong>ura, ci torturano per<br />

tutta la part<strong>it</strong>a (e noi z<strong>it</strong>ti, muti e contenti).<br />

Queste scarpe magiche si trasformavano con il terriccio del campo<br />

bagnato in blocchi di cemento, che davano straordinaria forza al nostro<br />

tiro in porta scoccato con gambe non palestrate di giovani ragazzi.<br />

Il portiere mai molto alto, ma robusto era sol<strong>it</strong>o portare dei grandi<br />

pantaloni neri imbott<strong>it</strong>i da garze e cotone, per attutire tuffi che a<br />

noi sembravano quelli di Buffon o di Ghezzi<br />

Momenti spensierati e sereni di un certo meraviglioso periodo della<br />

nostra v<strong>it</strong>a che, come dicono tutti i nonni, non torneranno piu’.<br />

intorno Allo sPort<br />

Anno 1 Nr. <strong>12</strong> Dicembre <strong>2010</strong><br />

Palmi&Dintorni<br />

MadreTerra<br />

I rAGAzzI DELLA VIA PaaL ... mi<br />

di Gianfranco Lucente<br />

Un bel giorno alcuni ragazzi sol<strong>it</strong>i giocare fuori dal campo sportivo<br />

sorseggiando la m<strong>it</strong>ica gazzosa dei fratelli oMellino osarono entrare<br />

nel glorioso Lopresti.<br />

Lo videro abbandonato, sporco e rigoglioso di ricca vegetazione con<br />

arbusti che arrivavano alle nostre spalle.<br />

fu un fischio e tutti i ragazzi della Via paal ... mi, avevano deciso,<br />

dopo aver organizzato la prima olimpiade c<strong>it</strong>tadina sull’entusiasmo<br />

di quella di roma del 1960, di utilizzare le stesse medaglie, per dare<br />

inizio al primo torneo calcistico c<strong>it</strong>tadino e di riunirsi in rioni (anno<br />

1962).<br />

Ramazze e detersivi rubati a casa per pulire gli spogliatoi, falcetti<br />

per tagliare gli arbusti ed una vecchia porta con la rete per appianare<br />

il terreno, calce per tracciare a mano linee non certo dir<strong>it</strong>te e<br />

delim<strong>it</strong>are il campo .<br />

Tutto era pronto e nel frattempo avevamo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o otto squadre di<br />

11 elementi :<br />

Il Successo di Orlando – maglia bleu<br />

Il Carmine di Carlo Nastri maglia azzurra<br />

La c<strong>it</strong>tadella di Carmelo Saffioti detto Akim - maglia bianco-nera<br />

La squadra di Seminara di V<strong>it</strong>etta maglia azzurra<br />

I lupetti della Virtus di Lacquan<strong>it</strong>i, Amoroso (e con un ragazzino Alberto<br />

Arb<strong>it</strong>rio, futuro giocatore di Serie A ) con maglietta viola e scudetto<br />

tricolore microscopico.<br />

Il Piave di Parisi e Tripodina maglia verde<br />

La Iossa e Rione Pille forse con la maglia della Sampdoria e se dimentico<br />

i nomi dovete scusare la mia scarsa memoria, ma sono trascorsi<br />

quasi cinquanta’anni<br />

Fu un successo di pubblico e non certo economico, ma da quel momento<br />

si riprese ad avere entusiasmo per il gioco del calcio, alcuni<br />

dirigenti diedero v<strong>it</strong>a alla IUVE Palmi formata da tutti i migliori<br />

giocatori del torneo e … poi dopo la fusione con questa squadra<br />

la palmese vinse campionati fino alla Quarta serie e con la nostra<br />

squadra della De Martino (torneo giovanile di allora) impegnata onorevolmente<br />

nel campo del Cosenza, del Crotone e del Catanzaro di<br />

allora.<br />

Questa breve favola di nonno, per dire ai ragazzi di oggi, che non<br />

basta un manifesto per risvegliare entusiasmo, ma impegno, lavoro<br />

e olio di gom<strong>it</strong>o.<br />

Se gli spogliatoi del campo sono sporchi ed inagibili, si possono<br />

comprare detersivi vernici e colori e non aspettare che tutto venga<br />

dall’alto e che si perda nei tempi lunghi delle promesse.<br />

I brevi anni della vostra giovinezza hanno bisogno di altro: di iniziative<br />

spontanee, di bancarelle, di giornali da vendere e … di qualche<br />

nonno generoso.<br />

Voi siete il presente ed il futuro del nostro paese e vi dovete sentire<br />

non v<strong>it</strong>time ma protagonisti.<br />

Demiurghi di una nuova allegra, incasinata, civile ed ag<strong>it</strong>ata realtà,<br />

ma che voi dopo tanti anni riconoscerete come vostra.

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