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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

va la testa; e come vedeva passare don Michele, colla pistola<br />

appesa sulla pancia, gli rideva sul naso. Anche gli<br />

uomini, a poco a poco si erano lasciati riscaldare dalle<br />

loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in<br />

collera; e perdevano la giornata a stare in piazza colle<br />

mani sotto le ascelle, e la bocca aperta, ad ascoltare il<br />

farmacista il quale predicava sottovoce, perché non<br />

udisse sua moglie ch’era di sopra, di fare la rivoluzione,<br />

se non erano minchioni, e non badare al dazio del sale o<br />

al dazio della pece, ma casa nuova bisognava fare, e il<br />

popolo aveva ad essere re. Invece certuni torcevano il<br />

muso e gli voltavano le spalle, dicendo: – Il re vuol essere<br />

lui. Lo speziale è di quelli della rivoluzione, per affamare<br />

la povera gente! E se ne andavano piuttosto<br />

all’osteria della Santuzza, dove c’era buon vino che scaldava<br />

la testa, e compare Cinghialenta e Rocco Spatu facevano<br />

per dieci. Ora che si ricominciava la canzone<br />

delle tasse si sarebbe parlato nuovamente di quella del<br />

pelo, come la chiamavano la tassa sulle bestie da soma, e<br />

di aumentare il dazio sul vino. – Santo diavolone! stavolta<br />

andava a finir male, per la madonna!<br />

Il vino buono faceva vociare, e il vociare metteva sete,<br />

intanto che non avevano ancora aumentato il dazio sul<br />

vino; e quelli che avevano bevuto levavano i pugni in<br />

aria, colle maniche della camicia rimboccate, e se la<br />

prendevano persin colle mosche che volavano.<br />

– Questa è come una festa per la Santuzza! dicevano.<br />

Il figlio della Locca, il quale non aveva denari per bere,<br />

gridava lì fuori dell’uscio che voleva farsi ammazzare<br />

piuttosto, ora che lo zio Crocifisso non lo voleva più<br />

nemmeno a mezza paga, per quel suo fratello Menico<br />

che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche<br />

chiuso la bottega, perché nessuno andava più a farsi radere,<br />

e portava il rasoio in tasca, e vomitava improperi<br />

da lontano, e sputava addosso a coloro che se ne andavano<br />

pei fatti loro, coi remi in collo, stringendosi nelle<br />

spalle.<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

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