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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

come avrebbe fatto la gente a mettere le barche in mare,<br />

che si sarebbero mangiati per pane gli uni cogli altri. Allora<br />

le comari si affacciarono sull’uscio, colle conocchie<br />

in mano a sbraitare che volevano ammazzarli tutti, quelli<br />

delle tasse, e volevano dar fuoco alle loro cartacce, e<br />

alla casa dove le tenevano. Gli uomini, come tornavano<br />

dal mare, lasciavano gli arnesi ad asciugare, e stavano a<br />

guardare dalla finestra la rivoluzione che facevano le<br />

mogli.<br />

– Tutto perché è tornato ‘Ntoni di padron ‘Ntoni, seguitava<br />

comare Venera, ed è sempre là, dietro le gonnelle<br />

di mia figlia. – Ora gli danno noia le corna, a don Silvestro.<br />

Infine se non lo vogliamo, cosa pretende? Mia<br />

figlia è roba mia, e posso darla a chi mi pare e piace. Gli<br />

ho detto di no chiaro e tondo a mastro Callà, quand’è<br />

venuto a fare l’ambasciata in persona, l’ha visto anche lo<br />

zio Santoro. Don Silvestro gli fa fare quel che vuole, a<br />

quel Giufà del sindaco; ma io me ne infischio del sindaco<br />

e del segretario. Ora cercano di farci chiudere bottega<br />

perché non mi lascio mangiare il fatto mio da questo<br />

e da quello! Che razza di cristiani, eh? Perché non l’aumentano<br />

sul vino il loro dazio? o sulla carne, che nessuno<br />

ne mangia? ma questo non piace a massaro Filippo,<br />

per amore della Santuzza, che sono in peccato mortale<br />

tutti e due, e lei porta l’abitino di Figlia di Maria per nascondere<br />

le sue porcherie, e quel becco dello zio Santoro<br />

non vede nulla. Ognuno tira l’acqua al suo mulino,<br />

come compare Naso, che è più grasso dei suoi maiali!<br />

Belle teste che abbiamo! Ora vogliamo fargli la festa a<br />

tutte coteste teste di pesce della malannata.<br />

Mastro Turi Zuppiddu si dimenava sul ballatoio colla<br />

malabestia ed il patarasso in pugno, che voleva far sangue,<br />

e non l’avrebbero trattenuto nemmen colle catene.<br />

La bile andava gonfiandosi da un uscio all’altro come le<br />

onde del mare in burrasca. Don Franco si fregava le mani,<br />

col cappellaccio in capo, e diceva che il popolo leva-<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

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