I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I Malavoglia temi sino a giugno, se volete farmi questo favore, o prendetevi la Provvidenza e la casa del nespolo. Io non ci ho altro. – Io voglio i miei danari, ripicchiava Campana di legno colle spalle al muro. Avete detto che siete galantuomini, e che non pagate colle chiacchiere della Provvidenza e della casa del nespolo. Egli ci perdeva l’anima ed il corpo, ci aveva rimesso il sonno e l’appetito, e non poteva nemmeno sfogarsi col dire che quella storia andava a finire coll’usciere, perché subito padron ‘Ntoni mandava don Giammaria o il segretario, a domandar pietà, e non lo lasciavano più venire in piazza, per gli affari suoi, senza metterglisi alle calcagna, sicché tutti nel paese dicevano che quelli erano danari del diavolo. Con Piedipapera non poteva sfogarsi perché gli rimbeccava subito che i lupini erano fradici, e che egli faceva il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sé – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e andò a trovare Piedipapera appena fatto giorno, che ancora si stirava le braccia e sbadigliava sull’uscio. – Voi dovreste fingere che mi comprate il mio credito, gli disse, così potremo mandare l’usciere dai Malavoglia, e non vi diranno che fate l’usuraio, se volete riavere il vostro denaro, né che è danaro del diavolo. – Vi è venuta stanotte la bella idea? sghignazzò Piedipapera, che mi avete svegliato all’alba per dirmela? – Son venuto a dirvi pure per quei sarmenti; se li volete potete venire a pigliarveli. – Allora potete mandare per l’usciere, rispose Piedipapera; ma le spese le fate voi. Quella buona donna di comare Grazia s’era affacciata apposta in camicia per dire a suo marito: – Cosa è venuto a confabulare con voi lo zio Crocifisso? Lasciateli stare quei poveri Malavoglia, che ne hanno tanti di guai! – Tu va a filare! rispondeva compare Tino. Le donne hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto. – E se ne andò zoppicando a bere l’erbabianca da compare Pizzuto. Letteratura italiana Einaudi 67
Giovanni Verga - I Malavoglia – Vogliono dargli il cattivo Natale a quei poveretti, mormorava comare Grazia colle mani sulla pancia. Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche e d’arance, e la sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa, e cantavano la litania che era una festa per ogni dove. I bambini giocavano ai nocciuoli, nella strada, e se Alessi si fermava a guardare colle gambe aperte, gli dicevano: – Tu vattene, se non hai nocciuoli per giocare. – Ora vi pigliano la casa. Infatti la vigilia di Natale venne apposta l’usciere in carrozza pei Malavoglia, talché tutto il paese si mise in subbuglio; e andò a lasciare un foglio di carta bollata sul canterano, accanto alla statua del Buon Pastore. – L’avete visto l’usciere che è venuto pei Malavoglia? andava dicendo comare Venera. – Ora stanno freschi! Suo marito, che non gli pareva vero di aver ragione, allora cominciò a gridare e a strepitare. – Io l’avevo detto, santi del Paradiso! che quel ‘Ntoni a bazzicare per la casa non mi piaceva! – Voi state zitto che non sapete nulla! gli rimbeccava la Zuppidda. Questi sono affari nostri. Le ragazze si maritano così, se no vi restano sulla pancia, come le casseruole vecchie. – Che maritare! ora che è venuto l’usciere! Allora la Zuppidda gli piantava le mani sulla faccia. – Che lo sapevate che doveva venire l’usciere? Voi abbaiate sempre a cose fatte, ma un dito, che è un dito, non lo sapete muovere. Infine l’usciere non se la mangia, la gente. L’usciere è vero che non si mangia la gente, ma i Malavoglia erano rimasti come se li avesse presi un accidente tutti in una volta, e stavano nel cortile, seduti in cerchio, a guardarsi in viso, e quel giorno dell’usciere non si misero a tavola in casa dei Malavoglia. – Sacramento! esclamava ‘Ntoni. Siamo sempre come Letteratura italiana Einaudi 68
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Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di<br />
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– Tu vattene, se non hai nocciuoli per giocare. – Ora<br />
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Infatti la vigilia di Natale venne apposta l’usciere in<br />
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subbuglio; e andò a lasciare un foglio di carta bollata sul<br />
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– L’avete visto l’usciere che è venuto pei <strong>Malavoglia</strong>?<br />
andava dicendo comare Venera. – Ora stanno freschi!<br />
Suo marito, che non gli pareva vero di aver ragione,<br />
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– Io l’avevo detto, santi del Paradiso! che quel ‘Ntoni<br />
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Allora la Zuppidda gli piantava le mani sulla faccia.<br />
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non lo sapete muovere. Infine l’usciere non se la mangia,<br />
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L’usciere è vero che non si mangia la gente, ma i <strong>Malavoglia</strong><br />
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