I Malavoglia - Letteratura Italiana

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02.06.2013 Views

Giovanni Verga - I Malavoglia che gli era morto il padre; Luca avrebbe fatto come lui, che s’era pianta la sua disgrazia laggiù dove si trovava, e avrebbe voluto non far più niente, quando gli recarono la notizia del babbo, se non fosse stato per quei cani di superiori. – Per me, disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di ‘Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la Provvidenza, e non ci sarà più bisogno di nessuno. – Questo è proprio un Malavoglia nato sputato! osservava padron ‘Ntoni gongolante. Tutto suo padre Bastianazzo, che aveva un cuore grande come il mare, e buono come la misericordia di Dio. Una sera, dopo che tornarono le barche dal mare, padron ‘Ntoni arrivò in casa trafelato, e disse: – C’è qui la lettera; me l’ha data or ora compare Cirino, mentre andavo a portare le nasse in casa dei Pappafave. – La Longa si fece bianca come un fazzoletto, dalla contentezza, e corsero tutti in cucina a veder la lettera. ‘Ntoni arrivò col berretto sull’orecchio, e la camicia colle stelle, che la mamma non sapeva saziarsi di toccargliela, e gli andava dietro in mezzo a tutti i parenti e gli amici, mentre tornavano dalla stazione; in un momento la casa e il cortile si riempirono di gente, come quando era morto Bastianazzo, tempo addietro, che nessuno ci pensava più. A certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi, quasi fosse stato ieri – tanto che la Locca era sempre lì davanti alla casa dei Malavoglia, seduta contro il muro, ad aspettare Menico, e voltava il capo di qua e di là per la straduccia, ad ogni passo che sentiva. Letteratura italiana Einaudi 57

Giovanni Verga - I Malavoglia CAPITOLO 6 ‘Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicché tutti stavano a guardarlo dove passava; gli amici gli facevano codazzo, e le ragazze si affacciavano dalle finestre; ma la sola che non si vedesse era Sara di comare Tudda. – Se n’è andata ad Ognina con suo marito, gli disse la Santuzza. Ha sposato Menico Trinca, il quale era vedovo con sei figliuoli, ma è ricco come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacché a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio liberi! – Uno che è vedovo è come uno che vada soldato, aggiunse la Zuppidda. «Amore di soldato poco dura, a tocco di tamburo addio signora». E poi, s’era persa la Provvidenza. Comare Venera, la quale era alla stazione, quando era partito ‘Ntoni di padron ‘Ntoni, per vedere se Sara di comare Tudda fosse andata a salutarlo, ché li aveva visti parlare dal muro della vigna, voleva godersi la faccia che avrebbe fatto ‘Ntoni a quella notizia. Ma era passato del tempo anche per cotesto, e si suol dire «lontan dagli occhi, lontan dal cuore». ‘Ntoni ora portava il berretto sull’orecchio. – Compare Menico vuol morire becco! disse egli per consolarsi, e questo le piacque, alla Mangiacarrubbe, che l’aveva chiamato «cetriolo» ed ora vedeva che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l’aveva preso perché non c’era altri. – A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno all’amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe, tirandosi sul mento le cocche del fazzoletto da testa, e facendo la madonnina. Se volessi bene ad uno, non vorrei cambiarlo nemmeno per Vittorio Emanuele, o Garibaldi, vedete! Letteratura italiana Einaudi 58

Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

CAPITOLO 6<br />

‘Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta<br />

in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicché tutti<br />

stavano a guardarlo dove passava; gli amici gli facevano<br />

codazzo, e le ragazze si affacciavano dalle finestre; ma la<br />

sola che non si vedesse era Sara di comare Tudda.<br />

– Se n’è andata ad Ognina con suo marito, gli disse la<br />

Santuzza. Ha sposato Menico Trinca, il quale era vedovo<br />

con sei figliuoli, ma è ricco come un maiale. Si è maritata<br />

che non era compiuto il mese dacché a Menico<br />

Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora<br />

caldo, Dio liberi!<br />

– Uno che è vedovo è come uno che vada soldato, aggiunse<br />

la Zuppidda. «Amore di soldato poco dura, a<br />

tocco di tamburo addio signora». E poi, s’era persa la<br />

Provvidenza.<br />

Comare Venera, la quale era alla stazione, quando era<br />

partito ‘Ntoni di padron ‘Ntoni, per vedere se Sara di<br />

comare Tudda fosse andata a salutarlo, ché li aveva visti<br />

parlare dal muro della vigna, voleva godersi la faccia che<br />

avrebbe fatto ‘Ntoni a quella notizia. Ma era passato del<br />

tempo anche per cotesto, e si suol dire «lontan dagli occhi,<br />

lontan dal cuore». ‘Ntoni ora portava il berretto<br />

sull’orecchio. – Compare Menico vuol morire becco!<br />

disse egli per consolarsi, e questo le piacque, alla Mangiacarrubbe,<br />

che l’aveva chiamato «cetriolo» ed ora vedeva<br />

che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri<br />

con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non<br />

valeva niente, e l’aveva preso perché non c’era altri.<br />

– A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno<br />

all’amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe,<br />

tirandosi sul mento le cocche del fazzoletto da testa,<br />

e facendo la madonnina. Se volessi bene ad uno, non<br />

vorrei cambiarlo nemmeno per Vittorio Emanuele, o<br />

Garibaldi, vedete!<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

58

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