I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />
– Me ne impipo delle guardie! esclamò Rocco Spatu<br />
dopo che ebbe bevuto. – Peggio per loro se vengono a<br />
mettere il naso nei fatti miei; ho qui il mio temperino<br />
che non fa tanto chiasso come le loro pistole.<br />
– Noi ci buschiamo il pane come possiamo, e non vogliamo<br />
far male a nessuno! aggiunse Cinghialenta. – O<br />
che uno non è più padrone di farsi sbarcare la roba dove<br />
vuole?<br />
– Loro stanno a spasso come i ladri, per farsi pagare il<br />
dazio di ogni fazzoletto da naso che volete portare a terra,<br />
e nessuno li prende a schioppettate; aggiunse ‘Ntoni<br />
<strong>Malavoglia</strong>. – Sapete cos’ha detto don Giammaria? che<br />
rubare ai ladri non è peccato. E i primi ladri son quelli<br />
coi galloni, che ci mangiano vivi.<br />
– Vogliamo farne tonnina! conchiuse Rocco Spatu,<br />
cogli occhi lucenti al pari di un gatto.<br />
Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino<br />
senza accostarlo alla bocca, giallo come un<br />
morto.<br />
– Che sei già ubbriaco? gli chiese Cinghialenta.<br />
– No, rispose lui, non ho bevuto.<br />
– Esciamo fuori che l’aria aperta farà bene a tutti.<br />
Buona notte a chi resta.<br />
– Un momento! gridò Pizzuto colla mano sul battente.<br />
– Non è pei soldi dell’erbabianca; questa ve l’ho data<br />
per niente, come amici che siete; ma vi raccomando, eh!<br />
La mia casa è qui per voi altri, se l’affare va bene. Sapete<br />
che ci ho lì dietro una camera dove ci starebbe un bastimento<br />
di roba, e nessuno ci mette il naso, ché con don<br />
Michele e le sue guardie siamo come pane e cacio. Di<br />
compare Piedipapera non mi fido, perché l’altra volta<br />
mi fece le corna, e andò a portare la roba in casa di don<br />
Silvestro. Don Silvestro non si contenterebbe mai di<br />
quel che gli dareste di sua parte, col pretesto che arrischia<br />
di perdere il posto; ma con me non avete questo timore,<br />
e mi darete quel ch’è giusto. E sì che a compare<br />
<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />
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