I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I Malavoglia fra i denti, senz’altro, per amor dei galloni. Ma ‘Ntoni Malavoglia, il quale mandava un fiume di sangue dal naso, vedendolo sgattaiolare, non lo potevano tenere dal gridargli dietro un mare d’improperi dalla porta dell’osteria, mostrandogli il pugno, e asciugandosi colla manica il sangue che gli colava dal naso; e gli prometteva che voleva dargli il resto quando l’incontrava. Letteratura italiana Einaudi 233
Giovanni Verga - I Malavoglia CAPITOLO 14 Quando ‘Ntoni Malavoglia incontrò don Michele per dargli il resto fu un brutto affare, di notte, mentre diluviava, ed era scuro che non ci avrebbe visto neppure un gatto, all’angolo della sciara verso il Rotolo, dove bordeggiavano quatte quatte le barche che facevano finta di pescar merluzzi a mezzanotte, e dove ‘Ntoni andava a ronzare, con Rocco Spatu, e Cinghialenta, ed altri malarnesi, colla pipa in bocca, che le guardie le conoscevano ad una ad una quelle punte di fuoco delle pipe, mentre stavano appiattate fra gli scogli con le carabine in mano. – Comare Mena, – aveva detto don Michele un’altra volta passando dalla strada del Nero; – ditegli a vostro fratello di non andarci di notte al Rotolo, con Rocco Spatu e Cinghialenta. Ma ‘Ntoni aveva fatto il sordo perché «ventre affamato non sente ragione»; e don Michele non gli faceva più paura, dopo che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sotto le panche all’osteria; inoltre gli aveva promesso di dargli il resto quando l’incontrava, e non voleva passare per canaglia e per spaccone agli occhi della Santuzza e di tutti quelli che erano stati presenti alla minaccia. – Gli ho detto che gli darò il rimanente dove l’incontrerò; e se l’incontro al Rotolo glielo dò al Rotolo! – ripeteva coi suoi amici, e ci avevano tirato anche il figlio della Locca. Avevano passato la sera all’osteria, a bere e schiamazzare, che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza non avrebbe potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei soldi in tasca e li faceva ballare nella mano. Don Michele era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu, che sapeva la legge, diceva sputacchiando: – Finché c’è il lume sulla porta abbiamo il diritto di star qua! – e si appoggiava al muro per star meglio. ‘Ntoni Malavoglia se la godeva Letteratura italiana Einaudi 234
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CAPITOLO 14<br />
Quando ‘Ntoni <strong>Malavoglia</strong> incontrò don Michele per<br />
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ronzare, con Rocco Spatu, e Cinghialenta, ed altri malarnesi,<br />
colla pipa in bocca, che le guardie le conoscevano<br />
ad una ad una quelle punte di fuoco delle pipe, mentre<br />
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– Comare Mena, – aveva detto don Michele un’altra<br />
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Ma ‘Ntoni aveva fatto il sordo perché «ventre affamato<br />
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ho detto che gli darò il rimanente dove l’incontrerò; e se<br />
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suoi amici, e ci avevano tirato anche il figlio della Locca.<br />
Avevano passato la sera all’osteria, a bere e schiamazzare,<br />
che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza<br />
non avrebbe potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei<br />
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era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu, che sapeva<br />
la legge, diceva sputacchiando: – Finché c’è il lume sulla<br />
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