I Malavoglia - Letteratura Italiana
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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />
stendere la mano ai fedeli, borbottando avemarie e gloriapatri,<br />
e conosceva tutti ad uno ad uno, come la folla<br />
usciva dalla chiesa, dicendo all’uno: – Il Signore vi dia la<br />
provvidenza! e a quell’altro: – Tanta salute! – e come gli<br />
passò accanto don Michele gli disse pure: – Andateci,<br />
che vi aspetta nell’orto dietro la tettoia. – Santa Maria,<br />
ora pro nobis! Signore Iddio perdonatemi!…<br />
La gente, appena don Michele tornò a bazzicare dalla<br />
Santuzza, diceva: – Fecero pace cani e gatti! Vuol dire<br />
che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. – E<br />
come massaro Filippo era pure tornato all’osteria – Anche<br />
quell’altro! Che non sa starci senza don Michele? È<br />
segno che è innamorato di don Michele, piuttosto che<br />
della Santuzza. Certuni non sanno star soli neppure in<br />
paradiso.<br />
Allora ‘Ntoni <strong>Malavoglia</strong> masticava bile, vedendosi<br />
scacciato a pedate fuori della bettola peggio di un cane<br />
rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul<br />
mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno,<br />
coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece<br />
gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda<br />
fra le gambe e il muso a terra, borbottando: – Sangue<br />
di Giuda! un giorno o l’altro succederà una commedia,<br />
succederà!<br />
Rocco Spatu, e Cinghialenta, che avevano sempre<br />
qualche soldo, gli ridevano sul naso, dalla porta della taverna,<br />
facendogli le corna; e venivano a parlargli sottovoce,<br />
tirandolo pel braccio verso la sciara e parlandogli<br />
nell’orecchio. Egli tentennava sempre a dir di sì, come<br />
un minchione che era. Allora gli rinfacciavano: – Ti sta<br />
bene a morir di fame, lì davanti, e a vederti far le corna<br />
sotto agli occhi tuoi stessi da don Michele, carogna che<br />
sei!<br />
– Sangue di Giuda! non dite così! gridava ‘Ntoni col<br />
pugno in aria, – che un giorno o l’altro faccio succedere<br />
una commedia, faccio succedere!<br />
<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />
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