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I Malavoglia - Letteratura Italiana

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Giovanni Verga - I <strong>Malavoglia</strong><br />

gnato suo padre a colui di far denari coll’acqua delle cisterne!<br />

Ma a ‘Ntoni suo nonno gli aveva insegnato il mestiere<br />

di rompersi le braccia e la schiena tutto il giorno, e<br />

arrischiare la pelle, e morir di fame, e non aver mai un<br />

giorno da sdraiarsi al sole come l’asino di Mosca. Un ladro<br />

di mestiere che si mangiava l’anima, per la madonna!<br />

e ne aveva fino al naso, che preferiva fare come Rocco<br />

Spatu, il quale almeno non faceva nulla. Già adesso<br />

non gliene importava più della Zuppidda e della Sara di<br />

comare Tudda, e di tutte le ragazze del mondo. Esse<br />

non cercano che di pescare un marito il quale lavori<br />

peggio di un cane per dar loro da mangiare, e comprarle<br />

dei fazzoletti di seta, quando si mettono sull’uscio la domenica,<br />

colle mani sulla pancia piena. Piuttosto voleva<br />

starci lui, colle mani sulla pancia, la domenica e il lunedì,<br />

ed anche gli altri giorni, giacché è inutile affaticarsi<br />

per nulla.<br />

Così ‘Ntoni faceva il predicatore, come lo speziale; almeno<br />

aveva imparato questo nel viaggio, ed ora aveva<br />

aperto gli occhi, come i gattini dopo i quaranta giorni<br />

che son nati. «La gallina che cammina torna a casa colla<br />

pancia piena». Se non altro egli se l’era riempita di giudizio,<br />

la pancia, e andava a raccontare quello che aveva<br />

imparato sulla piazza, nella bottega di Pizzuto, ed anche<br />

all’osteria della Santuzza. Ora non vi andava più di nascosto<br />

all’osteria della Santuzza, che s’era fatto grande, e<br />

il nonno non gli avrebbe tirato le orecchie, alla fin fine;<br />

ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano<br />

di andare a cercarsi quel po’ di bene che<br />

poteva.<br />

Il nonno, poveraccio, invece di prenderlo per le orecchie,<br />

lo prendeva colle buone. – Vedi, gli diceva, ora che<br />

sei qua tu ci arriveremo presto a fare i denari della casa,<br />

– gli cantava sempre la canzone della casa. – Lo zio Crocifisso<br />

ha detto che non la darà ad altri. Tua madre, poveretta,<br />

non ha potuto morirci, lei! Sulla casa potremo<br />

<strong>Letteratura</strong> italiana Einaudi<br />

200

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